Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Bael    27/05/2009    3 recensioni
Non è finita, almeno non ancora, perché a tendere i fili delle marionette non è che la noia. La noia e il fuoco.
Genere: Sovrannaturale, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Complice

Complice

 

Tumtumtumtumtum

Dentro di me. Sembrava un accendino la cui fiamma singhiozza scintille inutilmente: piccoli guizzi di rabbia.

Tumtumtumtumtum

Tutti i pezzi che stavo meticolosamente allineando per arrivare dove volevo io si allontanavano alla minima distrazione.

Il piano. I nomi sul quaderno che mi permettevano di continuare a vivere. I nomi degli Shinigami che mi avrebbero salvato. Anche il semplice maledetto fatto che quella stupida doveva rimanere in vita.

E invece no, invece tutto scivola dalle mani, e perché poi? Perché il mio corpo è sabbia, sabbia che soffia, sabbia nel vuoto, un vuoto nero.

Fiiiiiiiiiiiiiiii

Tu fai quello che ti dico io un ringhio nella mia mente rivolto a mia sorella.

Fai quello che voglio, piccola stupida bambina.

I pugni si stringono, le piccole scosse di dolore sui palmi pressati sono così, oh, così ridicole che non le sento.

Fai quello che voglio perché io te l’ho detto, non ti ho detto di vedere Matsuda, di scopare Matsuda, lui, un poliziotto!

La testa era appoggiata alla parete della mia stanza, esausta per quel fumo nero di rabbia che ancora mi investiva.

Vorrei che sentissi, vorrei che capissi cosa significa la morte, prima di cercarla in questo modo per me e per te, vorrei che conoscessi il vortice nauseante di angoscia che sfocia nell’annullamento della coscienza.

Vorrei che sudassi freddo implorando di vivere, che la paura ti facesse venire da vomitare tanto pressa sullo stomaco, come un tamburo, come un battito impazzito.

Tumtumtumtumtumtum

E poi…

E poi io lo sapevo bene: un nodo nel petto si stringe forte, ma niente lo scuote, niente si muove per salvarmi, per pompare sangue. Il mio stesso corpo si rifiuta di mantenermi in vita. L’aria leggera sul collo è come un cappio, ma in quel momento immobile è l’unica cosa che ancora senti, la cosa più dolce che potrebbe toccarti.

Infine semplicemente non sei più nulla.

Lo capisci? Lo capisci? Capisci la paura?

Conosci davvero quel vorticare di coriandoli nel petto e nello stomaco che sfarfalla nelle interiora attecchisce corrodendo come un acido?

Sospirai passandomi le dita sulla fronte sudata.

No, non lo sai, naturalmente, e come potresti?

Il sole dalla finestra punta sui miei occhi, il vetro fra di noi non li fa bruciare ed ecco che una seconda sfera si accosta alla prima come un miraggio o un’impronta. Un’illusione ottica che avevo scoperto alle medie, in gita.

Sbattei le palpebre mio malgrado.

No che non capisci

La porta si apre. C’è Sayu con maglietta e pantaloni della tuta.

“Divertita?” la schernii.

“Light, sono affari miei” il suo tono di voce era dolce.

Si sedette sul mio letto.

Mi guardò dal basso sbattendo le palpebre, sembravano gli occhi di un animaletto: schietti, semplici, guardinghi.

“Sono comunque tua sorella, puoi evitare di sfruttarmi, no?”

Volsi lo sguardo verso di lei: a causa del modo in cui avevo fissato la luce, ora una macchia verdastra oscillava sopra la testa di mia sorella.

“Ah”

Mi avvicinai a lei.

“In che senso ti starei sfruttando?”

La vidi accigliarsi.

“Dovrei essere una ragazza normale e lasciata alla sua vita. Invece per salvare la tua, anche se sei già morto, ho dimezzato i miei anni e sono bloccata in una guerra che… che è una stronzata, di cui non m’importa!” disse.

“Per di più se fosse per te non potrei neanche ritagliarmi degli spazi per me stessa, come se girassi esclusivamente attorno a te”

Sospirai, nervoso.

“Il tuo discorso non regge. Neanche un po’”

Lei mi guardò sorpresa.

“Quando ho nascosto il quaderno non mi aspettavo di certo che tu lo trovassi, quindi non incolpare me se sei finita in questa storia” cominciai.

“E poi forse non ti è ancora chiaro: io muoio solo se muori tu, quindi la vita che salvo è principalmente la tua. Non parlare, non dire una parola” l’anticipai prima che ribattesse.

“Fa come vuoi, fai pure di testa tua, frequenta pure un poliziotto, un poliziotto che mi ha sparato addosso. Esatto, sparato. Non fare quella faccia idiota non mi serve a niente”

Le presi il viso con la mano.

“Guardami” sibilai.

Lei aveva gli occhi spalancati: sorpresa, paura, rimpianto sotto le ciglia nere.

“Sai che significa sacrificio? Quando la morte di altri dipende da te non significa che soffri meno. Anche se vai avanti senza rimorso non significa che vada bene. Anche se lasci che i tuoi cari muoiano senza scrupoli non significa che non faccia male”

Gli occhi di Sayu erano lucidi, non volevo fermarmi: la rabbia montava, si innalzava come una scala. Come una fiamma.

“E il fatto che chiudi gli occhi e vai avanti perché è giusto raddoppia il dolore. Questo è sacrificio. Non è ignorare i propri errori, non è far finta di non sbagliare, non è uccidere gli affetti. È farsi carico di tutto questo. Accettarlo. Soffrirne. Continuare”

Le lasciai il viso.

“Vai a fare compagnia al tuo amante”

Nebbia di stanchezza.

Dopo quello sfogo.

Chiusi gli occhi, l’impronta verde della luce si distese.

Sospirai.

“Dico sul serio, vai via”

Sayu si alzò in piedi, il letto cigolò appena.

“Siamo due ingenui tu e io” la voce era più acuta per il pianto.

“Due ingenui che si sono fatti fregare”

Aspettò qualche secondo per avere un tono normale.

“Sai che ti dico? Il sacrificio non ha niente di eroico”

Uscì dalla stanza sbattendo la porta.

Toccai con le dita la scrivania.

Quello che ho fatto…

Il cielo è sangue che si secca.

 

***

 

“So qualcosa. Le manderò un indirizzo di posta elettronica che esisterà solo per un giorno, mi contatti tramite quello e le manderò l’indirizzo vero. Parleremo in privato”

Kuraji clicca su “invia” e deglutisce.

Si porta le dita alle labbra e morde le unghie, le solleva un po’ coi denti e passa la lingua, poi abbassa le mani di scatto. Sangue. Doveva lavarsi meglio le mani, maledizione.

Ora non erano più prostitute: erano le ragazzine che incontrava nei locali la sera tardi. Tutte loro erano così felici di accettare un drink e lui era gentile, anche carino, così sorridevano, bevevano e il sonnifero faceva effetto solo quando erano in macchina. Lui le portava lontano e aveva preso l’abitudine di aprirle piano a strati, vedere come erano fatte. Prima di farlo le uccideva, naturalmente, perché la prima volta che aveva aperto la pancia a una ragazza, lei si era svegliata e aveva gridato come un’ossessa per un quarto d’ora prima di morire. Lui aveva avuto così tanta paura che non si era avvicinato prima che morisse.

“Non puoi ucciderle col quaderno?” gli aveva chiesto Ryuk.

“Noioso” aveva risposto Kuraji, poi aveva spinto una mela col dito lungo la scrivania facendola rotolare fino allo Shinigami.

Aveva già visto siti simili a quello, pensò guardando lo schermo, quasi tutte cavolate. Tuttavia quegli articoli sembravano scritti da una persona che sapeva il fatto suo.

Sayu Yagami, gli aveva detto Ryuk, era la sorella dell’essere conosciuto come Kira e se questo tipo stava indagando poteva arrivare anche lui alla ragazza.

Sapeva che si sarebbe messo in contatto con lui: era evidentemente quello lo scopo del creatore del sito… Elle.

Altrimenti perché condividere le sue indagini? Per portare Kira a farsi avanti è ovvio. Ecco perché Kuraji contava sulla risposta di Elle e anche in fretta, allora gli avrebbe detto del quaderno, ma sì qualche informazione, aveva bisogno di scuse per non fargli pensare di essere Kira, certo, magari avrebbe scambiato qualche informazione importante, o forse, pensò, era tutta una cavolata. Ad ogni modo quello era un primo passo per arrivare alla ragazza.

Se poi avesse scoperto che quell’Elle non era poi così affidabile, anzi era un intralcio, l’avrebbe ucciso.

Kuraji sbuffò impaziente e cliccò sul tasto “aggiorna”.

“Stupido” sussurrò arrabbiato.

Non aveva ancora risposto.

“Non hai ancora scritto niente sul  quaderno” commentò lo Shinigami.

“Possibile che non ti interessi?”

Kuraji aprì il quaderno.

“Sì che mi interessa. Molto” strappò le prime tre pagine, poi arrivò alla fine e fece lo stesso con le ultime tre per non lasciar traccia dello strappo.

“Però devo fare le cose per bene, dobbiamo trovare quella ragazza, Yagami, giusto?”

Ryuk rise, Kuraji cliccò ancora su “aggiorna”.

Ecco: la risposta!

“lato per lato”

Kuraji sgranò gli occhi.

“Ma mi sta prendendo in giro?”

Lato per lato. L’area del quadrato, pensa Kuraji trovandolo immediatamente stupido.

“Ok” soffia irritato. Preme il tasto destro del mouse e trascina fino a vedere un quadrato tratteggiato.

“Che sciocchezza” dice lasciando il tasto del mouse.

Fissa la pagina web.

I riquadri con i commenti sono rettangolari.

Kuraji riprovò il trucco del tasto destro, stavolta usando come lato e base la grande elle sullo sfondo. Niente da fare! È un maledetto rettangolo, così prova ad allungare la base, una, due, tre, quattro volte.

“Va al diavolo!” ringhia spingendo il mouse in avanti.

Rimase a fissare il monitor con le mani sulla testa e i gomiti appoggiati sulla scrivania.

Poi sgranò gli occhi, prese di nuovo il mouse e seguì i contorni dello sfondo grigio scuro della pagina. Quadrato, pensa entusiasta. E poi lo trova.

Era un link nascosto perché scritto con lo stesso colore dello sfondo, ma passando il mouse sull’angolo in basso a destra era diventato bianco.

L’indirizzo di posta elettronica, pensa Kuraji entusiasta.

“Ti ho trovato Elle!”

 

***

 

“Bill”

Questo era il nome con cui si era firmato il ragazzo che l’aveva contattata.

Aveva trovato il suo indirizzo di posta elettronica, ok era un “indovinello” abbastanza semplice, però lui aveva fatto presto, non dimostrava nulla, ma era sufficiente a incuriosirla.

“Probabilmente lei penserà che io sia Kira. Era quello che si aspettava, non è così? Che uscisse allo scoperto. Tuttavia io posso dimostrarle la mia innocenza e comunicarle ciò che occorre incontrandola” aveva scritto.

Lene aveva aggrottato le sopracciglia.

Il ragazzo capiva troppe cose. Che si trattasse o meno di Kira lei rifiutava di fidarsi.

“Questo, naturalmente, accadrà, sei  giapponese, dico bene? Dimmi la città in cui vivi. Ti raggiungerò io”

Ora doveva solo aspettare la risposta.

“Non dovresti incontrarlo” aveva sospirato Jim.

“Ma ormai so che non mi darai ascolto. Perlomeno permettimi di rimanerti vicino. Non ho nessuna voglia di lasciarti nelle mani di uno sconosciuto nel bel mezzo di una storia così pericolosa”

Lene lo guardò gelida.

“Sono stanca di ripetertelo” disse.

“Torna a Londra a fare quello per cui sei pagato, stai diventando ansioso e non ho voglia di occuparmi anche di questo”

“Gentile” commentò lui.

“Come faccio a lasciarti in queste condizioni? Se anche io non fossi tuo amico, ma un semplice conoscente non ignorerei una persona che sta andando fuori di testa”

“Non sto andando fuori di testa, ma tu non capisci, naturalmente: non sei padre, non hai affetti, non…”

“Lene, basta cazzo. Fa pure quello che vuoi, l’importante è che non mi cacci, tu vuoi decidere per te? Allora decido anch’io!”

“Come ti pare” sbuffò Lene.

Apre il nuovo messaggio di posta.

 

***

 

Sayu aveva congedato Matsuda con gentilezza, tuttavia avevo notato una punta di gelo: era a causa di quello che le avevo detto. Matsuda mi aveva sparato.

Tutto ciò che avevo fatto. Il sogno che avevo coltivato.

Se anche avessi sbagliato quegli errori erano stati la cosa migliore che un uomo, che io, potessi fare. Il dolore che solo un eroe può accettare.

Negli occhi di mia sorella non c’era più sofferenza. C’era consapevolezza.

Io ero dietro di lei.

Il sacrificio non serve a niente. No, non il sacrificio: quello per cui lo compi, Sayu.

Portai avanti la mano e le presi il polso con gentilezza.

Questa volta sarò sincero. Davvero.

“Hai ragione” dissi.

Sayu non si girò, rimase calma a guardare l’ambra triste del sole fuori.

“Sarei stato un giusto solo se avessi vinto e ho ucciso me stesso e molti altri con le mie scelte. Un investimento pericoloso, per un sogno”

“I miei errori, sai Sayu, sono giusti a loro modo”

“Light…”

Non interrompermi: almeno tu devi capire. Almeno tu devi provare il sentimento che ha guidato le mie scelte.

“Ti chiedo di sbagliare con me. Di affondare con me. Perché ho bisogno di un sogno per cui sbagliare”

 

_______________________________

 

Fatica! L’evoluzione di un personaggio. Che cosa dura, non si sa mai se la piega che fai prendere alle cose va bene oppure no, se l’angolazione avrebbe dovuto essere diversa. In questo caso mi sono affidato alla probabile amarezza di Light alla quiete statica a cui è costretto, alle critiche a cui ha dovuto far fronte per fargli considerare alcuni aspetti della sua scelta, senza però fargli fare passi indietro U_U non amo giustificare le mie scelte: se una cosa non arriva al lettore è colpa mia e il capitolo dovrebbe essere esauriente senza la necessità di una spiegazione. Io la inserisco lo stesso ripromettendomi di evitare in futuro. Bene, ora passo ai ringraziamenti.

 

Reus: non solo uno Shinigami, ma il signor capo XD sì che sei una disgraziata, ah non rivolgerti a me come se fossi trans ti ricordo che sono un maschietto, quando cambierò sesso o orientamento te lo dirò :P Ora a parte gli scherzi… l’esperienza non mi serve a niente se non posso scriverne :D sono contento che ti piaccia Kuraji… sì è un personaggio alquanto tragico. Sono curioso di conoscere il tuo punto di vista su questo capitolo in cui, lo ammetto, ho osato molto. Un bacio!

 

Francy91: ho fatto prima che potevo e spero che il risultato sia soddisfacente. Amore per Medea? Uhm no, credo che i maschi ne abbiano una gran paura piuttosto! Fascino, questo sì. Kuraji non è sfigato senza limiti: a suo modo ha avuto la fortuna di non avere la peggiore delle condizioni familiari, è un bel ragazzo, gli viene dato il quaderno, penso che la debolezza e la persistenza dei problemi lo segnino più dei problemi stessi. Per quanto riguarda Sayu… la sofferenza insegna la profondità ringrazio Wilde per avermelo insegnato. Spero che apprezzerai il capitolo.

 

Bleus De Methylene: non mi sono abbattuto, figurati; anzi ti ringrazio perché la tua recensione è stata costruttiva. Essendo io abbastanza presuntuoso e competitivo non ho affatto pensato di buttarmi giù, insomma se tu mi correggi il vantaggio è tutto mio ; ) quindi grazie. Ho riflettuto sul rapporto tra intensità di scene e capacità di emozionare e ho cercato di individuare il modo in cui convergono o i cui si differenziano. Questo capitolo è frutto di un tentativo in tal senso, spero che ti piaccia :) ancora grazie!

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Bael