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Autore: rekichan    28/05/2009    8 recensioni
Seconda classificata al contest: "Buon compleanno" indetto da iaia86
Nel suo calendario personale, dove aveva segnato diligentemente tutte le date “pericolose”, aveva dimenticato di annotare le festività più infide, insidiose e malefiche che mente umana avesse mai potuto concepire: i compleanni.
Sasuke odiava i compleanni.
Genere: Commedia, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Festività, volpi e tanto mal di testa' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Alla mia kitsune,

l’unica in grado di sopperire alla sindrome di Brian.

 

[Sasuke Uchiha]

[23 Luglio]

 

Sasuke Uchiha detestava cordialmente il sole cocente sulla sua pelle fin troppo chiara.
Certo, la cosiddetta “tintarella di luna” che tanto faceva impazzire le ragazze era considerato un pregio da molti. Sicuramente, non dal possessore della tanto osannata “pelle marmorea”; “alabastrina”; “tinta dai flebili raggi lunari”, come aveva letto quel giorno tragico in cui aveva aperto per errore la sezione “Fanfiction” del sito ufficiale di Konoha.
Tanto per cominciare, la pelle pallida (pallida! Non “marmorea”! Al massimo, cadaverica) si ustiona facilmente. E se l’epidermide Uchiha è perfettamente in grado di sopportare tranquillamente il calore generato dalle tecniche di fuoco, non è geneticamente programmata per resistere ai malefici raggi ultravioletti generati dal sole. No, neanche con la crema solare protezione 30 al carotene per pelli sensibili, che Naruto tentava di appioppargli ogni volta che nella sua testolina bacata, si affacciava la tragica idea di trascorrere una piacevole giornata al mare, per: rosolarsi al sole (così da non potersi sdraiare per una settimana); giocare a pallone sulla sabbia rovente (per farsi venire le verruche ai piedi); mangiare gelati (destinati a finire più come brodaglia appiccicosa sulle mani, piuttosto che come dolce in bocca); fare il bagno (per poi costringerlo ad inseguirlo per tutta la spiaggia per evitare che altri gay arrapati puntassero al sedere del suo ragazzo, messo bene in evidenza dal costume sempre dannatamente bianco) e intrattenersi in tante altre attività sociali che erano amabilmente entrate nella lista Uchiha: “cose da distruggere prima di cena“.

Quindi, l’estate era un danno prima di tutto per il caldo e il sole.
In secondo luogo, per quel giorno.
Il ventitre Luglio.
Sasuke sosteneva sempre che i suoi genitori dovevano essere stati particolarmente di cattivo umore quando lo avevano concepito. O forse era stato particolarmente fastidioso durante la gravidanza. Magari aveva costretto sua madre a vomitare ogni santo giorno, o le aveva provocato delle voglie così assurde che suo padre aveva maledetto ogni singolo istante della sua vita il nascituro.
Questi pensieri cupi gli si volgevano alla mente per le tragiche circostanze della sua nascita, concentrate in un solo termine dei due che definivano il giorno in cui era venuto al mondo: Luglio.

Certo, per la maggior parte delle persone, nascere a Luglio non era un danno. Non per lui.
In primis, era estate. Il che consiste già in una spiegazione più che sufficiente.
Secondo, ma non per questo meno valido motivo: le ferie. Ora, Sasuke non era un tipo così dedito al mestiere di ninja da non apprezzare qualche giorno di vacanza di tanto in tanto, ma preferiva che i suddetti giorni non coincidessero con assurde festività, alla cima delle quali si trovava il suo compleanno.

Ora, se Sasuke nei periodi festivi raggiungeva un isterismo pari a quello di una donna incinta, o in crisi pre-mestruale, il giorno del suo compleanno la sua paranoia da: «Odio le feste perfino più di Itachi, Danzo e lingua di Orochimaru messi insieme.», raggiungeva l’apice.

Il problema fondamentale non era tanto l’essere nato (e già questo comportava grossi danni alla sua debole psiche), né tantomeno la “Sindrome di Brian¹” (come la chiamava Sakura dopo aver visto quel telefilm gay di cui Sasuke non riusciva mai a rammentare il nome, visto che era sempre impegnato a mettere in pratica l’insegnamento del protagonista: «Scopa finché hai entrambe le palle»², con Naruto), quanto la pratica orribile, antiquata e deprecata dei festeggiamenti.
Non era già terribile essere nati?

Ci doveva pur essere un motivo per cui i bambini piangevano una volta usciti dalla pancia! Insomma, non poteva trattarsi solo del tentativo di riempire d’aria i polmoni! Era disperazione allo stato puro, quella! E lui, modestia a parte, di disperazione se ne intendeva.

No, a quanto pareva non bastava essere stati gettati senza richiesta nella vita! Dovevi anche festeggiare il fatto di esserci. Cos’era? Un metodo per esorcizzare il proprio disgusto esistenziale?
E poi… i regali. Vogliamo parlare dei regali? Mucchi di oggetti inutili, il più delle volte di cattivo gusto, che dovevi accettare con un sorriso - il più delle volte una vera e propria smorfia per simulare il proprio disgusto - solo per poi riporli in cantina ad accumulare polvere e ragnatele, fino al malcapitato giorno in cui il donatore, venuto in visita, non domanda:

«Sasuke, ti ricordi quel peluche a forma di bruco viola a macchie verde acido che ti ho regalato?»

E allora sei costretto a blaterare una scusa del tipo: «Oh, sì! Quel meraviglioso peluche! Non riesco a dormire senza.», mandando completamente al diavolo la propria virilità e pregando mentalmente che non chieda di vederlo. In tal caso, devi correre a cercarlo in cantina e supplicare che non sia nell’ultima scatola o di non averlo riciclato per qualche altra assurda occasione. Se non lo trovi, la scusa della lavanderia è l’unica soluzione. Se ci fosse una lavanderia a Konoha.

Insomma, un incubo.

Già. Decisamente, il ventitre Luglio era una giornata da dimenticare. Specie se il suo amato fidanzato sembrava deciso ad organizzare una festa in grande stile, almeno a giudicare dal suo continuo parlottare con Sakura e tacere non appena lui si avvicinava.

E ciò era sospetto, perché il dobe, crollasse il mondo, non stava mai zitto.

Così, quando cinque minuti prima della mezzanotte, che avrebbe segnato l’ingresso nel fatidico giorno, Naruto si eclissò in cucina con un sorriso volpino, Sasuke avvertì un lieve senso di panico risalire lungo la propria spina dorsale, mentre la mente analizzava decine di orride prospettive. Una peggio dell’altra.

Come minimo, a mezzanotte spaccata, tutto il villaggio avrebbe fatto irruzione in casa per fargli gli auguri. Sakura avrebbe preteso una scena di sesso in diretta tra lui e Naruto per festeggiare l’avvenimento; Sai avrebbe chiesto se voleva un pene nuovo, visto che con gli anni non si sa mai ed è meglio essere previdenti e averne sempre uno di scorta; Kakashi… probabilmente il suo regalo sarebbe stato l’unico gradito: il secondo volume della saga della Pomiciata. Interessanti, quei libri. Davvero molto interessanti.

Scacciò dalla propria testa le fantasie perverse sulle varie posizioni descritte nel sommo manuale, concentrandosi invece sulla tragica realtà che, di lì a pochi minuti, gli si sarebbe presentata di fronte.

Forse era ancora in tempo per scappare. In fondo la vita da mukenin non era così male. Insomma, ci potevi fare fortuna. Orochimaru era diventato padrone di un villaggio. Ok, era più un centro di ingegneria genetica non autorizzato, ma queste erano sottigliezze che chi non vi aveva vissuto non sapeva apprezzare.

Fissò l’orologio. Un minuto. Panico.

«Sasuke, puoi venire in cucina?»

In cucina? Si erano già infiltrati in casa? Quando?

«Teme, sto aspettando!»

Sasuke deglutì. Aveva due alternative: la prima, nonché più gradita, fuggire rapidamente dalla finestra. Pro: non avrebbe dovuto sopportare uno snervante festino. Contro: avrebbe terribilmente deluso Naruto che, per i giorni seguenti sarebbe stato triste, depresso e sessualmente frigido. Visti i contro della prima soluzione, il cerchio si restringeva drasticamente alla seconda: fare buon viso a cattivo gioco, recarsi in cucina e sperare nel dopocena consolatorio.

Con un sospiro e passo lento - perché affrettare l’agonia? - si recò in cucina, pronto all’immancabile: «Sorpresa!» stridulo e corale.

E di sorpresa vera e propria si trattò quando trovò, nella cucina, non la folla di gente che si aspettava, ma solo Naruto completamente nudo e il musetto imbrattato di panna che gli porgeva una torta piena di candeline azzurre con un miscuglio di panna e cioccolata sopra.

«Auguri, teme!»

Esordì la kitsune, mettendogli in mano la torta. Sasuke alzò un sopracciglio, con fare interrogativo. Il dizionario di Uchihese incorporato nel cervello di Naruto tradusse correttamente con: «E questo?»
L’Uzumaki arrossì, imbarazzato.

«So che non ti piacciono le feste, quindi… Beh, ti ho fatto la torta! È un biscotto allo zenzero, in realtà. Ed è un po‘ crudo. Non avevo molto tempo. Ho cercato di scriverci “Ti amo” con la panna e il cioccolato, ma…³»

Sasuke scosse il capo, posando il dolce sul tavolo. Si chinò sul visetto chino e imbarazzato di Naruto, schioccandogli un bacio sulle labbra.

Chissà perché, in quel momento il suo compleanno non gli sembrava più una tragedia.

 

 

 

N/A: dunque, questa shot è nata basandomi… no, senza basarmi su nulla XD: è la descrizione sputata del mio ventesimo compleanno. La mia idiosincrasia verso i compleanni aveva colpito ancora e la mia kitsune ha pensato bene di farmi la torta (descritta appropriatamente in questa shot).
Adorabile, non è vero? È riuscita anche a farmi passare il trauma di non essere più una teen-ager.

Ora però voglio ridere come farà a farmi passare la crisi dei ventuno, visto che ci sono dentro già da ora.

Confido in lei XD.

 

 

¹Per chi non lo sapesse, Brian è il personaggio principale della serie televisiva Queer as Folk U.S.A.
Il suo più grande timore è quello di invecchiare e sostiene che l’arrivo dei trent’anni consiste nella morte sessuale del maschio gay.

 

²Questo è un riferimento a quanto accade nella quarta serie di Queer as Folk, visto che Brian viene sottoposto ad un’operazione poco gradevole per un maschiettoXD.

 

³Si ringrazia la mia dolce metà per avermi “ispirato” la torta e le reazioni di Naruto

 

 

Quistis18: grazie, modestamente ho una passione per muoverlo sullo sclerotico andante XD. E il regalo per Sakura non è nulla rispetto a quello fatto alla mia Kiba (Album fotografico di tutte noi in cosplay, lo custodisce gelosamente e non lo fa vedere a nessuno, neanche a noi XD). Sakura non è guastafeste. Non più di tanto, almeno.

 

Ryanforever: e chi non ci spera? Sakura non lo passerà a nessuno. Mwahahah! Motivo? Quella è stata una scusa bella e buona! Opportunista del cavolo che non è altro.

 

Fullmetal manga lover: beh, sulle maschere chi può non condividere? Naruto è in chiave comica, quindi va bene così XD. Se fosse stata una fic seria non mi sarei mai sognata di caratterizzarlo a questo modo. Quel regalo lo volete tu e milioni di fan girl di questo mondo, ma per ora l’unica che ha avuto l’onore è stata proprio la mia Sakura (anche se non per il suo compleanno), e per di più in diretta ù_ù.

 

Hotaru: male, lo yaoi è il profumo della vita, ricorda XD! Sinceramente, visti i gusti di Naruto, avrei seri dubbi anche io.

 

Yama_nihal: No ù_ù, come ho già detto, lo ha avuto solo la mia Sakura. E’ stata la prima battuta a doppio senso che ha fatto. La mia bambina cresce XD.

 

   
 
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