Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: SareehK    28/05/2009    5 recensioni
Hogwarts. Cosa succederebbe se al sesto anno Draco Lucius Malfoy trovasse un ostacolo ai piani che suo padre e Voldemort hanno in serbo per lui? E se quell'ostacolo fosse Hermione Jane Granger? | A tutti quelli che avevano letto i primi capitoli e non avevano continuato perchè era scritto in modo pressochè tribale.. spero che adesso non sia più così! PRIMI CAPITOLI RIFATTI
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco, Malfoy, Hermione, Granger, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
PREMESSA! non per togliere tempo alla vostra cara lettura, ma vi pregherei di leggere questo pezzetto, anche perchè c'impiegate un minuto al massimo :) comunque, punto uno i personaggi appartengono ovviamente a mamma Rowly, punto due la trama non segue alla lettera tutti gli avvenimenti che ci sono nei libri ufficiali.. magari in alcune cose sì, ma non in toto, come vedrete. E poi, a tutti quelli che avevano letto il primo capitolo, e non avevano gradito perchè era scritto in modo pressochè tribale.. rileggetelo. Se doveste essere della stessa opinione.. beh, forse è il caso che mi ritiri! Ahah, ora, buona lettura!
ps; visto che ci avete impiegato poco? :)


WHEN THE GOING GETS TOUGH
Time of Punishment



Suffer alone in emptiness
I lust to see you swallowed by the mess
that you left in your wake
disgust lies deep within your empty gaze.

alesana - congratulation, i hate you

- Vattene al diavolo, furetto imbecille! -
Hermione Jane Granger era irrimediabilmente scoppiata. Aveva alzato la voce. Più semplicemente, aveva gridato in mezzo al corridoio. Il motivo tecnicamente era sconosciuto ai più; in realtà la piccola folla che si era radunata intorno a lei ancora prima di distinguere con esattezza ogni sua parola, era perfettamente convinta che stesse civilmente discutendo con Draco Lucius Malfoy. C'era chi ci scommetteva sopra addirittura.
- Di sicuro, ma prima mi assicurerò che gente del tuo rango non circoli nei dintorni, maledetta mezzosangue.. -
Draco Lucius Malfoy – ahimè – era anche lui irrimediabilmente scoppiato. Però, a differenza della sedicenne che gli stava davanti, fronteggiandolo, la sua voce era perfettamente nella norma – quanto ad acuti. Il biondo non gridava praticamente mai. Gli era stato inculcato, anche a forza, nella mente, che un sibilo con la giusta quantità di freddezza e carisma era più potente e dava più risultati di un inutile spreco di fiato e di energie quale era un urlo. Il fatto che stesse parlando a voce bassissima non eslcudeva però la possibilità che fosse decisamente arrabbiato. E Blaise Zabini – purosangue dalle nobili origini italiane e fiero al limite del possibile di ciò – lo sapeva bene. Infatti, ad osservarlo con attenzione si poteva scorgere il labbro inferiore del moro, che madre natura aveva disegnato in modo assolutamente divino, scosso da leggerissimi tremolii ad intervalli regolari. Non perchè avesse paura, quanto più perchè temeva di dover assistere al peggio.
Allo stesso modo, Harry Potter e Ron Weasley sapevano che la loro amica era una persona piuttosto suscettibile, ma erano anche a conoscenza del fatto che non era affatto da lei mettersi a urlare a quella maniera per un semplice litigio con Draco Malfoy. Harry, gli occhi verdi – puri e ingenui – spalancati, osò posare una mano sulla spalla di Hermione.
- Harry. Togli. Quella. Mano. Da. Lì. - scandì lei, ignorando momentaneamente – molto momentaneamente – il biondo Slytherin.
Harry Potter, non si sa se per scarsa capacità di comprendonio o chiccheccosa, non solo non tolse la mano da dove era. Fece molto di più: cercò di rabbonire la dolce (?) fanciulla a parole.
- 'Mione, calmati! Insomma, non è altri che Malfoy, non.. -
- Harry Potter non osare dire una sola parola di più. Taci. E allontanati. - sbottò lei, irata.
Ecco, un'altra cosa che non andava assolutamente bene era che Hermione di solito non rispondeva così a lui e Ron mentre cercavano di tranquillizzarla quando di mezzo c'era Draco Malfoy.
Un Draco Malfoy di cui non si era affatto dimenticata. - E tu, stupida serpe imbecille. -
Sollevò la bacchetta contro di lui, stringendo gli occhi, soffiando pericolosamente dalle narici. Fosse stato un drago, sarebbero usciti fiamme e fumo ai suoi sbuffi.
- Abbassala, mezzosangue. Abbassala subito. - il suo tono di voce avrebbe fatto rabbrividire chiunque. Ma lei non era chiunque. Lei era Hermione Granger. Malfoy poteva dettare legge nei sotterranei. Bene. Benissimo. Non era affar suo. Dove il sole splendeva le sue parole, per quanto la riguardava, non avevano alcun peso. Contava meno di zero, il suo dire. Se le Serpi lo ritenevano una specie di semidio da osannare e innalzare a livello di mito.. di nuovo, non era affar suo.
- Furnunculus! -
Un silenzio tombale calò nel corridoio quando grosse pustole comparvero sul volto della Serpe. Mentre dalle file dei Gryffindor dopo qualche secondo si innalzarono inni di festeggiamento, tra gli Slytherin e la popolazione femminile non rosso ed oro si sentivano commenti stizziti e sospiri di disappunto.
Blaise Zabini, per la cronaca, stava temendo seriamente per la sorte della povera, piccola Mezzosangue. Non perchè volesse mantenerla in vita per affare personale. Più che altro lui parteggiava per scambi di opinione non troppo violenti.
In ogni caso, a farlo temere era in particolare il fatto che per Draco Malfoy la sua reputazione aveva un peso non indifferente. La sua dignità ed il suo orgoglio maschile, serpeverde e ultimo ma non per importanza, l'orgoglio Malfoy, sarebbero rimasti decisamenti scottati da un oltraggio simile. Per questo come contrattacco ci si poteva aspettare di tutto.
- Pullus. -
E cosa era meglio del trasformare la saputella in una gallina dalle discutibili qualità? Evidentemente, nulla.
Gli Slytherin fischiarono, approvando la mossa, osannando ancora una volta il loro boss, e ridendo di fronte alla vista di una gallina con vicino una bacchetta e una cravatta rosso oro legata al sottile collo – nato per essere tirato. Quello della gallina come animale, ovviamente.
Blaise Zabini battè le mani con eleganza, in un modo del tutto particolare e simile in niente a quello del resto del genere umano. Un mezzo sorriso di sufficienza riempiva il bel volto mediterraneo; galleggiava immutabile perfino nel blu degli occhi cobalto, causa dell'amore folle per lui di ogni singola ragazza che era già stata sbattuta fuori con la grazia di una fata dalle lenzuola di seta verde di Malfoy.
Il suddetto, seppur una stilla di soddisfazione si era impossessata di lui, era ancora furioso. La Mezzosangue aveva giocato a suo favore il fatto che per Malfoy era particolarmente umiliante essere a sua volta sfregiato da qualcosa, anche se il segno sarebbe durato poco. Le dita ancora strette intorno alla bacchetta, gli occhi ridotti a fessure, non staccava lo sguardo dalla gallina, alias Hermione Granger.
Non se ne accorse subito quando le risate, i mormorii, il rumore attorno a lui cessarono.
E inizialmente non si preoccupò nemmeno del motivo. Era troppo concentrato ad odiarla. Per questa ragione si rese conto del rumore di un paio di tacchi bassi e quadrati nel corridoio soltanto quando ormai era troppo tardi per fuggire. La piccola folla si era aperta in due, schiacciandosi contro i lati del corridoio, addossandosi al muro, mentre i più bassi che si trovavano dietro si sollevavano sulle punte per cercare di osservare oltre le spalle dei compagni. Gli studenti avevano aperto il corridoio niente meno che alla McGranitt.
Quando Draco sollevò gli occhi di ghiaccio dall'animale a terra incontrò quelli piccoli, scuri e iracondi della professoressa di trasfigurazione. Il primo impulso fu quello di tirare una bestemmia che perfino Tiger e Goyle sarebbero rimasti scioccati nel sentirla. C'entrava qualcosa addirittura il santo Salazar. Tuttavia si trattenne. Boccheggiò, spostando velocemente lo sguardo sulla sua bacchetta, ora puntata verso terra. Merda. Non aveva scusanti.
Minerva McGranitt restò qualche secondo perfettamente immobile e in silenzio, lo sguardo di fuoco fisso sul viso momentaneamente rovinato di Draco Malfoy. Le sue sopracciglia si arcuarono lentamente, fino ad inarcarsi il più possibile, facendo tendere la pelle della donna. Severa, gli occhiali rotondi sul naso, prima di parlare serrò le labbra sottili, stringendole, mentre la mascella dal profilo marcato s'induriva maggiormente.
Poi, le sue iridi s'abbassarono sulla gallina. Nuovamente, il silenzio nel corridoio era disumano, la tensione tangibile. I ragazzi intorno all'improbabile terzetto a momenti trattenevano il fiato. La questione non sarebbe di certo finita bene. Nella mente di qualcuno tra i più grandi balenò una scena simile accaduta qualche anno prima, che però vedeva protagonisti altri soggetti, anche se sempre provenienti l'uno dalla torre Gryffindor l'altra dal sotterraneo Slytherin. I due in questione si erano schiantati a vicenda davanti agli occhi di Severus Piton, della cui presenza nessuno s'era accorto in tempo per fermare lo scontro. Inutile dire che le punizioni non furono così leggere, e leggeri non erano stati nemmeno i cambiamenti nelle clessidre dei punti per la coppa delle casate.
- Dannazione, cosa diamine è successo qui? - la voce della donna risuonava terribilmente acuta, probabilmente nello sforzo di non gridare a sua volta. Ron Weasley sottolineò – borbottando ad Harry – che la McGranitt non utilizzava mai parole come 'diamine' o 'dannazione', tantomeno insieme nella stessa frase. Si prevedevano guai che andavano oltre il semplice togliere punti alle rispettive case. Harry ribattè che Malfoy 'sarebbe finito in un gran casino' nel momento in cui la McGranitt si fosse resa conto dell'identità della gallina. Dean Thomas s'intromise nella discussione, dicendo che a suo parere, invece, 'la vecchia era troppo corretta per mostrare alla luce del sole le sue preferenze in fatto di studenti'.
Draco Malfoy si astenne dal rispondere alla donna, rialzando però gli occhi, il mento alto, limitandosi a fissarla – uno sguardo del genere avrebbe ghiacciato il sangue nelle vene se possibile.
Blaise Zabini considerò l'ipotesi di spiegare alla vecchiaccia l'accaduto, e da brava serpe, avrebbe sottolineato come Malfoy 'si fosse semplicemente difeso' e che era 'disposto a testimoniare sotto veritaserum'. Poi decise che la gallinaccia senior era troppo alterata e il rischio corso sarebbe stato decisamente troppo alto perfino per una faccia di bronzo come lui.
Minerva McGranitt alzò la bacchetta. - Finite Incantatem! -
La sua reazione, secondo l'opinione di molti, avrebbe dovuto avere un posto d'onore negli annali di Hogwarts se fotografata. La donna, non appena la gallina in un 'puff' si era ri-trasfigurata in Hermione Granger, aveva spalancato di botto gli occhi, sgranandoli, mentre le labbra lentamente si separavano e la bocca andava disegnando una O prima ovale e piccola, poi perfettamente rotonda, e poi nuovamente ovale ma enorme. Il suo braccio era mollemente caduto lungo il fianco e qualcuno giurò di aver visto la rigida crocchia grigia traballare per un attimo sulla sua nuca.
La mezzosangue, constatò Draco, era semplicemente, genuinamente mortificata. Le gote rosse di vergogna – sia per essere stata colta con le mani nel sacco, sia per l'umiliazione subita nell'essere stata trasformata in una bellissima gallinella – abbassò lo sguardo dorato, le ciglia lunghe e nere che andavano a posarsi sulla guancie colorite, il capo che andava chinandosi sempre più in basso, mentre un sussurro definibile come 'mi dispiace' era sillabato dalle labbra piene.
- Mi dispiace?! - strillò la McGranitt, stringendo convulsamente le dita attorno alla sua bacchetta. La sua voce era salita di qualche ottava rispetto al tono già acuto di poco prima. Il che voleva dire tutto.

- Immagino che non siate qua per una visita di piacere. Mi sbaglio? - la voce di Silente risuonò pacata e bonaria come sempre nello studio dall'arredamento.. singolare, mentre il vecchio uomo appoggiava stancamente la schiena contro lo schienale della sua poltrona, congiungendo le mani in grembo.
Albus Silente era di certo considerato un mago molto potente, nonché una persona dalla straordinaria saggezza e da una certa abilità oratoria. Tuttavia, attualmente appariva soltanto come un semplice uomo stanco. La barba bianca si faceva ogni giorno più pesante sul suo viso. Adorava il suo lavoro, amava stare alla presidenza di Hogwarts, ma qualche volta non avrebbe disprezzato un poco di calma. Perchè ovvio, oltre al capeggiare la scuola, aveva il suo bel da fare con le questioni che invece non riguardavano solo adolescenti con gli ormoni spanati o l'arrabbiatura facile. Erano questioni che purtroppo chiamavano in causa l'intero mondo magico. In più il fatto che metà di quest'ultimo era sempre più immerso nel chiaro intento di ammazzare Harry Potter, non gli semplificava le cose. Quando Minerva McGranitt aveva pronunciato la parola d'ordine del giorno e aveva chiesto il permesso con la voce decisamente più acuta del solito – cosa che non preannunciava niente di buono – aveva temuto che l'ennesimo Mangiamorte oltraggiato avesse varcato i cancelli di Hogwarts con un nuovo piano e una nuova tattica d'omicidio che, come tutte le altre volte, vedeva il ragazzo sopravvissuto vittima di terribili torture, tra l'altro tra le più fantasiose. Perciò quando insieme alla direttrice del Gryffindor aveva visto entrare Hermione Granger e Draco Malfoy si era inizialmente abbandonato ad un sospiro di sollievo. Poi, l'espressione scioccata di Minerva, quella scocciata dello Slytherin e quella mortificata della prefetta rosso oro gli avevano fatto sorgere il dubbio che la faccenda si prospettava meno.. semplice di quanto aveva osato pensare qualche secondo prima.
- Minerva.. -
Le diede parola, oltre che con un cenno del mento, semplicemente pronunciando il suo nome. Socchiuse per qualche attimo le palpebre dietro gli occhialetti tondi – erano così di moda evidentemente – appena calati sul naso, esattamente come quelli della McGranitt. Quest'ultima parve recuperare tutto il contegno possibile, e cercando di darsi tono, si prolungò in un'accurata descrizione dello scenario che le era apparso di fronte agli occhi quando un gregge di studenti le aveva fatto spazio nel mezzo del corridoio del terzo piano. Sebbene avesse cercato di non mostrare lo schock provocato nel constatare la seconda protagonista di una vicenda così vergognosa, la voce immancabilmente si alzò di un'ottava mentre si prodigava nel narrare con precisione di particolari il momento in cui, con un incantesimo perfettamente castato, si era accorta di chi fosse veramente la gallina con il cravattino al collo.
Draco constatò invece che, come s'era aspettato, la professoressa non aveva dato segni di incredulità nel fare il suo nome al preside. Sul suo viso, fortunatamente, erano scomparse le grosse pustole raccapriccianti che fino a poco prima ne deturpavano i lineamenti marcati, fin troppo per un ragazzo di soli sedici anni.
- .. un fatto così.. così.. insomma, due prefetti! - la McGranitt era sconvolta, si disse Draco Malfoy, sfoggiando una delle espressioni più annoiate del suo repertorio. Non che in quel preciso momento gli riuscisse difficile, visto che annoiato lo era veramente. Tuttavia, un pizzico di recitazione da parte del bravo attore che era non avrebbe di certo peggiorato la sua situazione.
Albus Silente si impose di non perdersi in una risata liberatoria che avrebbe sicuramento innervosito ancora di più Minerva. Riaprì gli occhi lentamente, sforzandosi di mantenere un'espressione seria. La stanza fu avvolta da un totale silenzio per qualche secondo, che ad Hermione sembrò interminabile. Poi, la porta fu spalancata da Severus Piton, che con uno svolazzante mantello nero apparve sulla soglia, il viso latteo appena rivolto verso l'alto, gli insondabili occhi neri e piccoli posati sul quartetto nello studio del preside.
- I quadri mi hanno riferito l'accaduto. - sibilò, spostando lo sguardo intenzionalmente sui due ragazzi, soffermandosi in particolare sulla figura del biondo, che gli dava le spalle. Mentre Hermione appena sentito il rumore dei cardini si era voltata con rinnovata prontezza, lui già immaginava chi sarebbe entrato dalla porta. Non si voltò nemmeno quando sentì le iridi dell'uomo perforargli la schiena. Semplicemente, alzò il capo, fissando lo sguardo grigio, argento fuso, sulla figura di Silente, che aveva chinato appena la testa verso la spalla. In quell'esatto momento la porta, lasciata spalacanta, si chiuse con un tonfo ad un cenno della bacchetta della McGranitt.
- Signorina Granger.. può cortesemente dirci come siete arrivati a quel punto? -
Silente la interpellò con la sua voce profonda, senza scomporsi e rimanendo esattamente in quella stessa posizione, un sorriso appena accennato che si intravedeva dalla barba bianca.
Probabilmente, se qualcuno fosse entrato, avrebbe giudicato la scena buffa.
Il preside sembrava quasi allegro, e il chè faceva da contrasto alle espressioni irrimediabilmente serie dei due professori: per la precisione, una era sconvolta, l'altro furioso. E poi c'erano i due ragazzi, una mortificata e l'altro con quel ghigno irriverente sul volto pallido, che non sembrava per nulla pentito di quanto aveva fatto.
Hermione Granger aprì la bocca, chiaramente decisa a parlare, ma la richiuse subito dopo. Prese un respiro appena più profondo, prima di iniziare il discorso. - Ecco.. lui mi ha insultata. Mi ha provocata, e io non potevo non rispondere.. - terminò la Gryffindor, alzando fieramente il capo ricciuto.
- Ma per favore, Mezzosangue. Io ti insulto sempre, e tu anche. Sei tu che hai lanciato l'incantesimo per prima.. - la voce strascicata di Malfoy, che trasudava irritazione, seguì subito quella della prefetta di Gryffindor.
- Io non avrei lanciato nulla se tu mi avessi lasciata in pace! -
- Oh certo, diamo tutta la colpa a me, giusto? Tipico comportamento Gryffindor, nevvero? - terminò, sarcastico, il biondo.
Hermione si avvicinò a lui di un passo, indicandolo minacciosamente con l'indice della mano destra. Furiosa. Furiosa e bellissima.
- Non. Osare. - gli intimò, sillabando le parole.
Lui accorciò ancora di più la distanza, guardandola dall'alto dei quindici centimetri che li separavano.
- Altrimenti, Mezzosangue? -
- Basta. - decisa, anche se alquanto divertita, la voce di Silente sortì l'effetto desiderato. Si separarono immediatamente, ritornando alle precedenti postazioni. Il preside sospirò. Ora, lasciò che un sorriso gli tirasse i lineamenti del volto anziano.
- Non so se avete mai notato la presenza di una stanza vicino all'aula di Aritmanzia. E' piuttosto piccola.. - Albus Silente annuì leggermente, mentre uno sguardo dorato si rialzava da terra, interrogativo. - No, immaginavo. Vedete, è terribilmente in disordine. Non trovi, Minerva? - questa, momentaneamente incapace di spiccicare parola, si limitò ad un cenno d'assenso. Sulla testa di Severus Piton galleggiava un punto di domanda grande quanto quello dei due studenti. - Avrebbe proprio bisogno di una ripulita. Signorina Granger, signor Malfoy.. son sicuro che occuparvene non vi dispiacerà affatto. Ogni sera alle nove. - sorrise.
- NO! Lei lo sa chi sono io?! - Oh si, a Draco Malfoy dispiaceva eccome. Severus Piton gli posò una mano sulla spalla, come per avvisarlo di non protestare. Il ragazzo scansò il tocco del professore, ma indurì la mascella stringendo le labbra rosee tra loro, gli occhi ridotti a fessure; non disse una parola di più.
Hermione, dal canto suo, aveva riportato lo sguardo dorato a terra, senza che un solo lamento uscisse dalle sue labbra piene, boccioli di rosa, vellutate e morbide. Ma Draco Malfoy questo ancora non lo sapeva ancora.
Silente battè le mani.
- Perfetto! -


- Mezzosangue, mi sembra inutile dirti che non ho alcuna intenzione di aiutarti. -
- Paura di spezzarti un'unghia, furetto? - replicò lei, dura.
- Anche. Sai, con certe gattine servono gli artigli.. - la provocò lui, ghignando.
- Non vorrei che casualmente quegli artigli ti si conficcassero nella pelle. -
- E' una minaccia? -
- Ti sembra tale? -
- Si. -
- Bene. -
- Riposati, questa sera ti tocca lavorare.. - riprese lui, gongolando soddisfatto.
- Anche te, Bianfuretto. - ribattè, acida.
- Bianfuretto? - lui rimase interdetto, piegando appena il capo verso la spalla destra, mentre corrugava le sopracciglia e sollevava appena il labbro inferiore. Come ogni volta qualcosa non gli risultava del tutto chiaro.
- B i a n f u r e t t o . - scandì lei, i muscoli facciali contratti nel tentativo di mantenere la calma e un tono di voce adeguato.
- Senti un attimo, Mezzosangue.. -
- Non dovreste essere in aula, voi? - la voce strascicata di Piton si fece lentamente strada nelle loro orecchie, mentre il professore di fermava alle loro spalle, probabilmente sbucato da un qualche corridoio laterale. Hermione sobbalzò, girandosi di scatto. Prontezza di riflessi. Malfoy, più abituato alle improvvise comparse dell'uomo, si voltò con maggior calma, fino fronteggiare Severus Piton con un'espressione piuttosto eloquente.
- Stavamo giusto raggiungendo l'aula di Incantesimi. - rispose lui, senza scomporsi minimamente, le braccia muscolose distese lungo i fianchi stretti. Fisico scultoreo forgiato da intensi allenamenti di Quidditch.
Hermione Granger annuì, concordando con il dire del ragazzo. Severus Piton indurì la mascella, assottigliando gli occhi. Non degnava di uno sguardo la prefetta del Grifondoro. Le piccole iridi nere, tanto scure da non poterle distinguere dalle pupille, erano fisse in quelle grigie del biondo. Sembrava tra loro si stesse consumando una silenziosa conversazione da cui lei era tagliata fuori. Senza una parola di più, il professore diede loro le spalle e s'allontano, il suono delle scarpe che rimbalzava fino alle loro orecchie. L'eco dei passi dell'uomo.
Altrettanto in silenzio raggiunsero l'aula. Malfoy aprì la porta, e tendendola spalancata le offrì il passaggio per prima, con fare scocciato. Hermione, stupita, inarcò un sopracciglio in sua direzione, ma non si fece ripetere il muto invito ed entrò nella stanza.
- Chiamasi galanteria, Mezzosangue. Ho un minimo di educazione, io. Ricordati che non hai a che fare con Straccione Weasley o San Potter. - le sibilò mentre lei gli passava di fianco.
Hermione non rispose. Volse lo sguardo dorato a Vitious, che aveva interrotto la spiegazione, alzando lo sguardo verso il soffitto. - Ci scusi, professore. Siamo stati.. trattenuti. - terminò lei. - Dal preside. - aggiunse poi, arrossendo, accorgendosi di quanto quelle parole fossero necessarie per evitare fraintendimenti di ogni genere.
Vitious annuì, e senza dilungarsi in inutili convenevoli, fece cenno ai due ragazzi di sedersi. Hermione, ovviamente, raggiunse Harry e Ron, sedendosi accanto al moro. O meglio, si lasciò cadere sulla sedia. Stanca e stufa.
- Che vi ha detto Silente? - le sussurrò il ragazzo sopravvissuto, spingendo con l'indice gli occhiali per schiacciarli maggiormente contro il naso.
- Punizione. - replicò lei, chinandosi in avanti. Appoggiò i gomiti sul banco, mentre con le dita si massaggiava le tempie, nel tentativo di placare un improvviso e fastidioso mal di testa.
- Che punizione? - intervenì il rosso, sporgendo la testa oltre la figura dell'amico.
- Carte da sistemare. - rispose nuovamente, socchiudendo gli occhi e senza smettere il movimento circolare delle dita contro la pelle. Normalmente sarebbe stata in costante attenzione a ciò che diceva Vitious, ma era un semplice ripasso di ciò che aveva spiegato la volta precedente. Per questo si era concessa qualche minuto di riposo.
- Quando? - era stato Harry a parlare. S'alternavano, ponendole domande che condividevano entrambi.
- Ogni sera alle nove. - terminò, con un tono di voce che non ammetteva altri quesiti o risposte e commenti. Aveva messo fine alla conversazione. Hermione Granger era capace di far intendere perfettamente dove fosse il punto cambiando semplicemente tono; tuttavia i suoi amici erano insensibili a ciò e continuarono imperterriti.
- Per quan.. -
Fortunatamente, a zittire il rosso ci pensò il professore con un'occhiataccia e un richiamo entrambi piuttosto eloquenti.
- Signor Weasley, potrei capire la sua disattenzione se lei avesse perfettamente compreso l'argomento, ma dato che non mi sembra che la volta scorsa sia riuscito nella dimostrazione pratica, gradirei che prestasse il suo udito ad ascoltare me, piuttosto che usare la bocca. Racconterà la storia della sua vita alla signorina Granger una volta terminata la mia ora, grazie. - concluse, sbuffando, Vitious. Gli Slytherin ridacchiarono appena.
Il professore di Incantesimi, di solito tollerante e buono, doveva essere particolarmente nervoso, quel giorno.


La Sala Grande, intorno alle otto di sera, era un tripudio di studenti: un vociare continuo, alternato al rumore di gente che s'alzava o si sedeva dalle sedie. Non era propriamente il luogo più tranquillo della scuola.
Al tavolo Gryffindor Hermione Granger e Ginevra Weasley fronteggiavano Harry Potter e Ron Weasley, seduti dall'altra parte della tavolata.
- 'Mione, guarda che se vuoi ti diamo una mano.. -
Il Re sgranò gli occhi, e rischiava pure di strozzarsi con il cibo. Una gomitata del ragazzo sopravvissuto gli fece morire sulle labbra ogni tentativo di protesta.
- Oh si, ne saremmo felici! - disse invece, dopo aver deglutito il boccone, cosa strana visto che di solito parlava mentre ancora stava masticando.
- Non fraintendermi, Harry, ne sarei felice. Però vedi, dubito che vi lascerebbero fare. - mormorò in risposta, fissando il cibo nel suo piatto. Sembrava ignorare bellamente Ginny Weasley che stava inutilmente cercando di convincerla a mangiare qualcosa.
- Hermione Jane Granger, metti subito del cibo nello stomaco o ti assicuro che te lo ficco in bocca con la forza. - la minacciò la rossa.
- Ginny sei sempre finissima nell'esprimere le tue opinioni, anche quando ti esenti dall'utilizzare un linguaggio colorito. - mormorò di nuovo la riccia. Ginevra sbuffò imprecando, ma i suoi metodi evidentemente riuscivano, visto che seppur di malavoglia, Hermione si costrinse a mangiare una fetta di arrosto.
- Herm, vuoi un consiglio? - Ron aveva finito da un pezzo di divorare la sua cena. Lei non rispose, né piegò il capo in un cenno d'assenso o diniego.
Chi tace acconsente. Infatti lui lo prese per un si. - Vedi, più tu gli dai corda, più lui andrà avanti. Se tu invece lo ignori, vedrai che perderà gusto nell'insultarti o nel prenderti in giro. Quando era più piccola Ginny non faceva altro che torturarmi e prendermi per i capelli, darmi pizzicotti.. era una peste!
Ginny sbuffò contrariata, mettendo il broncio, mentre Harry guardava la rossa con un lampo di tenerezza nei luminosi occhi verdi.
- All'inizio le davo retta, e infatti continuava a rompermi i co.. -
- Ron. -
- .. le scatole – si corresse subito il rosso. - Quando invece ho capito che era del tutto inutile risponderle allo stesso modo, ha cominciato a lasciarmi in pace. Cioè. Non che adesso lo faccia, però quando aveva otto o nove anni funzionava.. - concluse Ron con un sorriso soddisfatto. Altrettanto soddisfatta era Ginevra Weasley dopo essersi alzata dalla panca e avergli tirato un ceffone in piena regola sul capo rosso.
- Ma io cosa ho fatto di male nella vita? - gemette Ron, mentre la scenetta strappava ad Hermione un blando sorriso.
Nel frattempo al tavolo Slytherin Draco Malfoy sedeva tra Blaise Zabini e Theodore Nott, mentre di fronte a loro c'erano Daphne Greengrass, Pansy Parkinson al centro e quindi Millicent Bullstrode. Mentre l'ultima era profondamente impegnata nello sbucciare un mandarino e Nott ne seguiva l'operazione, gli altri quattro conversavano animatamente sulla situazione di Draco. O meglio, gli altri tre parlavano di lui come se non fosse presente.
- Povero il mio Dracuccio.. costretto a sopportare quella noiosa Mezzosangue.. - la Parkinson, dispiaciuta, strillava il suo dissenso dalla decisione presa dal preside. Malfoy era quasi sul punto di pensare che stare con la Granger era meglio che sorbirsi la vocina stridula di Pansy per tutta la sera.
- Oh insomma, potrebbe essere.. costruttivo. Per entrambi, dico. - azzardò Zabini, prima di portare elegantemente la forchetta con un piccolo pezzo di arrosto alle labbra.
- Di certo, Blaise. Costruttivo per quanto riguarda l'allenarsi nei duelli. - la Greengrass aggiunse la sua opinione, mentre sorseggiava un calice di succo di zucca.
- Oh, Daphne cara, sei così convinta che lasceranno loro le bacchette? -
- Infatti io parlavo di un corpo a corpo. -


A proposito di persone vagamente suscettibili e poco repentine nel cambio d'umore.. se durante la cena i suoi amici erano riusciti ad addolcire Hermione Granger, l'incontro – scontro con Draco Malfoy appena fuori dalla Sala Grande aveva reso vani gli sforzi dei Gryffindor.
- Vai a indossare gli abiti da lavoro, Mezzosangue? -
Una voce. La sua voce. Strafottente e irriverente come al solito. Si voltò lentamente verso la fonte di disturbo, mentre accanto a lei Ginny e gli altri due facevano lo stesso. La stessa espressione aleggiava sulla faccia di tutti e quattro. Draco Malfoy avanzava verso di loro. Camminava sicuro, come può procedere soltanto uno che è perfettamente consapevole di attirare tutti gli sguardi su di sé quando passa. Come uno che è talmente convinto di essere un semidio da convincere di ciò anche chi tra gli altri è sufficientemente debole di pensiero per essere contagiato dal suo modo di vedere le cose. Come soltanto uno che è bello e elegante di natura può farlo. I capelli lisci e biondi cadevano disordinatamente – ma in modo perfettamente studiato – sul viso, mentre un ciuffo scomposto copriva soltanto in parte gli occhi grigi, screziati d'argento, e la guancia, su cui la pelle nivea si tendeva morbida e liscia. Le mani nelle tasche dei pantaloni neri di stoffa pregiata, probabilmente fatti rifare da un noto stilista mago di modo da essere in aspetto del tutto uguali a quelli della divisa, se non per la preziosità della fibra utilizzata, e la camicia bianca fuori dal bordo di essi, i primi e gli ultimi bottoni slacciati, mentre il colletto era posizionato in maniera tale da evidenziare i muscoli del collo e delle spalle. Il cravattino verde argento era allentato intorno al collo sottile e gli donava un'aria maledettamente affascinante. Quell'aria da sfattone, ed era una verità innegabile, gli donava così come gli donava anche un completo perfettamente sistemato.
Tuttavia, Hermione Granger non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura né si concedeva anche soltanto di pensare una cosa del genere.
- Malfoy. -
- Granger.. -
Accanto a lui sostavano Zabini, la Parkinson e la Greengrass. Probabilmente quel decerebrato di Nott e la sua fida compare Millicent Bullstrode erano passati ai limoni. Da sbucciare, s'intende.
Sembravano due street gang pronte a sfidarsi. I buoni da una parte, i cattivi dall'altra. Daphne Greengrass allungò una delle mani affusolate verso la gonna a pieghe della divisa, più corta di una buona decina di centimetri rispetto a come doveva essere in origine, e sollevò appena appena l'orlo. Gli sguardi imbambolati di Potter e Weasley seguivano la scena senza perdersi una sola mossa. Restarono a fissare la ragazza che scopriva la pelle nuda della coscia, giusto di qualche centimetro, fino a scoprire una piccola fascia sulla quale era legato una fine scatoletta in argento con una 'D' incisa sopra, dalla quale fu estratta una sigaretta alla liquirizia. In realtà tutto questo durò solo qualche secondo, perchè Daphne Greengrass lo faceva così abitualmente che era diventata una specie di razzo in quell'operazione. Però Harry e Ron videro la scena come a rallentatore. Li riportò alla realtà solo una ginocchiata a testa da parte di Ginny. Hermione non se ne era accorta, occupata com'era nella guerra fredda con Malfoy. I loro sguardi si fronteggiavano senza spiccicare parola.
Ginevra Weasley dedicò quindi i suoi occhi castani, così vivi, a Blaise Zabini, che con un ghigno strafottente ne ricambiò lo sguardo con le profonde iridi blu cobalto.
- Weasley.. riuscita ad afferrare la pluffa nell'ultima partita? - melliflua, la sottile battuta del ragazzo fu perfettamente intesa dalla rossa. Si riferiva alla sua secolare cotta per Potter.
- Zabini.. scommetto che la tua, di pluffa, fai sempre fatica anche solo a trovarla. E parlo di quidditch, ovviamente. - sorrise lei, tremendamente falsa.
- Touchè. - mormorò lui con una lieve alzata di spalle, incassando il colpo.
Era il turno della Parkinson, che puntò il suo visetto da carlino su Harry.
- Ehi, Potter. Riuscito a trovare il passaggio segreto o hai bisogno di una mappa? - ghignò Pansy, strappando un sorriso sghembo anche ai compari. Tranne Malfoy, che era.. distratto da altro. Harry costrinse il suo corpo a non arrossire.
- Parkinson, scommetto che invece nel passaggio segreto che conosci tu hai portato molti visitatori. Una curiosità, non per me ovviamente.. lo fai pagare l'ingresso? - era il turno dei Gryffindor di sghignazzare. Anche qui, Granger esclusa. Pansy Parkinson, indispettita, strinse gli occhi a due piccole fessure furiose.
- King Weasley, scommetto che il tratto di pelle che hai sbirciato prima sia l'unica parte semi proibita di un corpo femminile che hai mai visto. - arrivò anche la stilettata della Greengrass. Ron però non riuscì nemmeno a rispondere. Era semplicemente diventato bordeaux.
- Due a uno per voi. - mormorò Zabini con un sorriso.
- Dai, Granger, fai vedere come si arriva a tre punti. - Malfoy le sibilò. L'astio nella voce era inversamente proporzionale alla quantità di finta dolcezza che esprimeva il suo sorriso.
- Tre punti, Malfoy, sono quelli che riesci a fare con la tua scopa. -
- Ah si? Dai miei informatori invece ho sentito che nelle classifiche, mi hanno dato più di tre punti, per la bravura con la scopa. - ribattè Malfoy – E non parlo di Quidditch. - terminò quindi, ghignando insieme ai suoi. Hermione Granger era violentemente arrossita.
- Siamo pari, ora. - cantilenò Zabini. Il sorriso dalla sua faccia pareva non andarsene mai.
- A dopo, Mezzosangue.. - mormorò Malfoy, un ghigno sul viso pallido. Un bacio al volo, prima di riprendere a ghignare con i suoi, rivolto ad Hermione. Falso, ovviamente.
- Ed io che speravo a mai più! - gli gridò dietro lei, quando ormai lui s'era allontanato. Dal corridoio le giunse l'eco della sua semirisata strafottente.


- Sei in anticipo, Malfoy. -
Mentre si avvicinava alla zona del corridoio appena fuori l'aula di Aritmanzia, aveva notato la figura elegante del biondo appoggiata al muro con la spalla. Le mani ancora nelle tasche, non vestiva però la divisa. I pantaloni erano ancora neri, ma più aderenti di quelli scolastici. Un maglione grigio chiaro, probabilmente cachmire si disse lei, che gli cingeva il busto in modo morbido, s'intravedeva dal mantello chiuso, adagiato sul suo corpo snello e tonico.
- Un Malfoy non è mai in anticipo. Sei tu che sei in ritardo. -
- E in ritardo è anche Silente, immagino. - ribattè lei, ironica. Lui scrollò le spalle tranquillo.
- Evidentemente sì. -
Hermione trattenne un impulso omicida verso il ragazzo. Aveva sempre saputo che era borioso, arrogante, estremamente viziato e capriccioso, stupido, imbecille.. okay, poteva bastare. Insomma, era sempre stata a conoscenza della lunga lista di difetti che correva sotto il nome 'Draco Lucius Malfoy', eppure negli ultimi tempi la lista sembrava raddoppiata e lui le pareva ancora più insopportabile. Se lo ritrovava col suo ghigno strafottente che tanto desiderava fargli scomparire dal viso a suon di schiaffi dappertutto, pronto ad insultarla e a ribadirle quanto lei fosse inferiore rispetto a lui ed ai suoi simili. Era quel rinfacciarle continuamente la sua disuguaglianza dalla gente di cui si circondava a spingerla a dare sempre il meglio di sé, a sembrare sempre perfetta, senza un difetto. Doveva dimostrare con l'intelligenza e la capacità di essere tale e quale agli altri, se non addirittura più brava. Se la fama di Harry o il sangue puro di altri poteva permetter loro di sbagliare, di commettere errori, a lei non era concesso lo stesso privilegio. Lei doveva assolutamente quantomeno apparire come gli altri, se non poteva esserlo realmente.
Interruppe turbata i suoi pensieri, guardandosi in giro. Non c'era nessuna piccola porta o piccola stanza che fosse oltre l'aula di Aritmanzia. Spaesata, volse uno sguardo interrogativo a Malfoy, che alzò velocemente le sopracciglia per poi riabbassarle con la stessa rapidità, prima di ghignarle in faccia. Lei si tolse dalla mente l'idea di chiedere a lui. Scosse il capo e con flemma cominciò ad esaminare il muro accanto alla porta.
- Deve esserci qualche incanto di dissimulazione.. - mormorò ad alta voce senza accorgersene, sfiorando la pietra con le dita sottili, le labbra appena dischiuse. Draco Malfoy registrò le sue parole e annuì appena.
- Si, ci avevo pensato. - affermò. Non mentiva. Non era per impedirle di credere di avere più intuito di lui – e poteva essere questo il motivo ad averlo spinto a dire quelle parole, visto il 'buon' sangue, per rimanere in tema, che correva tra loro. Hermione non reagì.
In quell'esatto istante comparve Albus Silente, accompagnato dal custode dall'espressione arcigna, Argus Gazza, seguito a sua volta dalla spelacchiata gatta Mrs Purr. I due ragazzi si volsero istintivamente verso la fonte del rumore.
- Buona sera, professor Silente.. - mormorarono entrambi. Quello che più sconvolse fu che lo fecero in contemporanea. Subito si guardarono di sottecchi, come a ristabilire l'equilibrio naturale che li vedeva opposti e in costante e perpetuo disaccordo.
- Buona sera, ragazzi! - esclamò lui, decisamente più allegro dei due che gli stavano innanzi immobili, che sostavano con espressioni funeree sui volti giovani e freschi, come si suol dire per antonomasia.
Argus Gazza sembrò ignorare il fatto che a lui non fosse rivolto nessun saluto. Il motivo per cui non lo faceva Draco Malfoy era chiaro: lui era un magonò, e la gente come il biondo disprezzava quelli come lui. Da quando si era venuta a sapere la cosa, i purosangue fissati con l'idea della purezza e l'odio per una qualsiasi forma di non-magia che erano nella scuola avevano preso a guardarlo in modo ancor peggiore di prima. A lui, non importava più di tanto. Il suo folle amore per mrs Purr era l'unica cosa che evidentemente occupava la sua vita.
- Bene, consegnate le bacchette al vostro amato custode. - continuò il preside, il sorriso sul volto che si faceva ben più ampio. Quando entrambi, di malavoglia, ebbero fatto ciò che richiesto, il ragazzo ancor più scocciato di quanto già non fosse, Albus Silente agitò la propria in direzione del muro. Subito, comparve una grossa porta, intarsiata con metalli a loro sconosciuti e con un grande pomello in ottone.
Meravigliata, Hermione si avvicinò a questa e fece scorrere il palmo della mano contro la superficie di essa. Era di.. velluto? Probabilmente era ricoperta con del velluto rosso. Questa fu la conclusione tratta dalla prefetta Gryffindor. Passò dunque le dita sulle decorazioni in bronzo e ferro, facendo passare il polpastrello su di esse, meravigliandosi della mancanza di polvere a ricoprirle.
La porta si spalancò all'improvviso. Doveva essere stato Silente con l'ennesimo colpo di bacchetta, tuttavia ebbe comunque un piccolo mancamento per lo spavento. Si portò istintivamente la mano all'altezza del cuore. Spalancò gli occhi dorati di fronte al disastro che le si era parato davanti: il disordine era a dor poco mostruso.
- Per tutti i santi.. - si lasciò sfuggire la ragazza, senza però terminare la frase.
La terminò Malfoy sbirciando da sopra la sua spalla. - Che gran casino! -


Argus Gazza, con tanto di bacchette, Albus Silente e Mrs Purr si stavano giusto allontanando nel corridoio dopo aver chiuso dentro i due studenti nella stanzetta, la cui porta era però rimasta visibile, quando sentirono delle urla provenire dal luogo che avevano appena lasciato.
- Malfoy sei un.. un.. -
- Un bellissimo ragazzo dalle doti sorprendenti? -
- UN IMBECILLE! -
Albus Silente si concesse il sano piacere di una risata.
- Come fa a ridere quando probabilmente quei due là dentro si stanno scannando? - chiese Gazza, di fronte all'ilarità suscistata nel preside dalla situazione, che lui reputava invece un 'PPP', ossia un 'potenziale pericolo alla pace'. - Non ha il timore che potrebbe accadere qualcosa? - terminò, guardando in tralice Silente.
- Oh suvvia, caro Argus, stai tranquillo.. - cercò di calmarlo Silente.
- Il significato di 'imbecille' è troppo debole per descriverti! Sei un.. -
- Bellissimo ragazzo dalle doti sorprendenti? - riprovò Malfoy.
- UN DEFICIENTE! -
Argus Gazza lanciò un'occhiata eloquente a Silente.
- Beh, Argus.. per lo meno niente di irrimediabile. -


Writer's Space


Ciao! Allora, ditemi cosa pensate del primo capitolo. E' la mia prima Draco/Hermione. Anzi, a dire la verità è la mia prima fan fiction in generale! :D Spero di non andare OOC, non mi piacerebbe proprio. Le cose in ogni modo si evolveranno lentamente e il caratteraccio del caro Malfoy non sparirà mai completamente. :) Non so ancora bene come andrà avanti la storia. Sicuramente i protagonisti principali sono Draco ed Hermione, ma poi potrebbero intervenire anche altri personaggi come co-protagonisti. Seriamente, non ho la minima idea di come andranno le cose, anche se non credo sarà unicamente una storia d'amore. Comunque, non ho ancora pronto il secondo capitolo e non so sinceramente quando riuscirò a scriverlo.. sono abbastanza impegnata ! :D Beh, mi raccomando, lasciatemi qualche recensione! Giusto per sapere se è il caso di andare avanti o se proprio non ho speranze. Grazie per aver letto, comunque. Bacioni, Sarèé.

edit 25/04/10;
primo capitolo rifatto perchè.. perchè beh, è di parecchio tempo fa e il mio modo di scrivere è cambiato, quindi ho preferito modificarlo! un bacione ?
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: SareehK