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Autore: inlovewitharry    15/01/2017    1 recensioni
"Qualche volta penso che ti abbiano estratta perché sapevano che ti avrei amato." La storia completa di Annie e Finnick, iniziando dalla Mietitura di Annie fino alla fine di Mockingjay. Annie's POV [Traduzione della fanfiction inglese di frombluetored] IN REVISIONE.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair, Mags, Nuovo personaggio, Vincitori Edizioni Passate
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(DATA DEL NUOVO AGGIORNAMENTO nella biografia del profilo.)
 
Capitolo 3: Knots.
 
• nel capitolo precedente: Annie viene catapultata nell’inizio della preparazione ai Giochi (Cerimonia d’Apertura) dove impara a conoscere gli amici – Finnick Odair – e i nemici – tributo del distretto 2 che la fa cadere di proposito.
ATTENZIONE: Potrebbero esserci alcune scene violente (niente di che, comunque, non preoccupatevi) all’inizio – passate avanti se vi danno fastidio. Buona lettura.
 
Sono quasi le quattro di mattina quando riesco finalmente ad addormentarmi.
 
Aver guardato la Cerimonia d’Apertura ha reso il tutto ancora più reale di prima. Per la prima volta, guardo davvero bene i miei sfidanti e alla fine rimango debole e nauseata. Finnick e Mags parlano senza sosta su come sarà facilissimo una volta che i Distretti 1, 2 e 7 saranno fuori, ma io sono afflitta da due pensieri: 1, 2 e 7 saranno probabilmente gli ultimi tre distretti rimasti (giudicando unicamente basandomi sulla stazza e suoi muscoli) e io non posso uccidere nessuno.
 
Più resto sveglia, sdraiata nel letto e provo a immaginarmi a uccidere, più divento irrequieta. Ci rinuncio dopo quindici minuti e mi giro nel letto per ore dopo di ciò, perseguitata dagli occhi dei tributi che ho anche solo immaginato (sbagliando) di uccidere nella mia testa.
 
Quando finalmente mi addormento, sono nell’arena e sto guardando il tributo maschio del Distretto 7 tagliare a pezzi il tributo maschio del Distretto 2. Inizia con le tempie e scivola fino agli angoli della bocca, come se stesse facendo un grande sorriso. Tira giù il coltello e spinge la punta nell’avvallamento tra le clavicole del tributo del distretto 2, e dà una pugnalata con forza. Il tributo del 2 fa un verso strozzati e i suoi occhi si allargano. Mi vede e mi prega di aiutarlo e il suo sangue sta gorgogliando fuori dalle sue labbra e io vomito proprio lì nello sporco.
 
Mi sveglio di scatto alle sette, ingarbugliata nella mia camicia da notte, indisposta fisicamente e psicologicamente. Chiudo le mie mani con forza attorno alla coperta e conto al contrario nella mia testa, cercando di calmarmi prima di raggiungere quel livello di isteria impossibile da fermare. Sto prendendo fiato tra piccoli singhiozzi quando una mano batte leggermente contro la mia porta.
 
“Annie! Sei sveglia?” canta Annora.
 
Lascio libere le dita della mia mano destra togliendo la presa dalla coperta e le premo così fortemente nella bocca che sembra di star distruggendo il mio labbro superiore. Il peso nel mio stomaco cresce e sto di nuovo singhiozzando, solo che ora è peggio poiché la mano mi fa sentire ancora di più soffocata.
 
“Annie? Stai bene?” chiede con la voce preoccupata. Gira la maniglia e prima che io riesca a fare qualsiasi cosa, è nell’uscio della mia stanza.
 
I suoi occhi si allargano e si affetta a venire dalla mia parte del letto. Le sue mani si agitano inutilmente mentre cerca di capire cosa deve fare. Quando un singhiozzo rumoroso mi esce fuori, capisco di essere ufficialmente isterica.
 
“Oh, Annie! Eri favolosa ieri sera alla parata! Lo eri, davvero! Assolutamente bellissima! Come una bambola di porcellana!” esclama velocemente.
 
Questo non migliora esattamente la mia posizione. Il fatto che lei pensi che tra tutti i motivi che ho per essere turbata, piangerei proprio per come sembravo in una parata senza senso, e il fatto che mi mette allo stesso livello di una fragile bambola di porcellana si aggiungono agli altri motivi e mi fanno sentire anche leggio.
 
Cado indietro nel letto e mi porto la coperta sopra la testa, sperando che lei possa capire il suggerimento che le do. Apprezzo che ci provi, ma non c’è niente che lei possa fare per farmi stare bene. Quando sono così sconvolta, Cora è l’unica che mi può portare alla ragione, ma di solito lo lascio solo passare.
 
Capisce che sto cercando di dirle qualcosa con le mie azioni, ma comprende la cosa opposta.
 
“Finnick!” urla con la voce carica di panico.
 
Cerco di togliere la coperta per dirle di smettere di urlare il suo nome, che non voglio che lui mi veda in questo modo, che non voglio che nessuno mi veda in questo modo, ma non riesco a muovermi. Tiro su le mie gambe nella mia pancia e avvolgo le mie braccia ad esse, nascondendo la mia faccia contro le ginocchia e sperando che Finnick stia ancora dormendo. Il peso dentro di me è doloroso e ogni singhiozzo sembra renderlo peggiore, invece che sollevarlo.
 
Non ci riesco. Non posso assolutamente farcela. Correrò direttamente verso la Cornucopia e lascerò che qualcuno mi faccia fuori immediatamente. Non voglio andare lontano nei Giochi con persone come i miei compagni tributi. Non voglio vedere dal vivo cose che ho dovuto vedere in televisione. Non voglio essere inutile di aiutare qualcuno, o inutile per aiutare me stessa. Non ce la faccio.
 
“Annie?” la voce di Finnick sembra arrivare da un tunnel. Vedo la coperta scuotere intorno a me prima di realizzare che il mio corpo intero stia tremando.
 
Una mano calda si posa con fermezza nella mia spalla sinistra e penso che dica ad Annora di andare via.
 
Dopo che la porta si chiude, la coperta viene lentamente tirata via da me. L’aria fredda mi sciocca e alzo la testa, cercando di nuovo aria.
 
Le mani di Finnick sono delicate mentre le avvolge tra le mie braccia. Si siede direttamente di fronte a me con la bocca tirata in una linea tirata e con gli occhi preoccupati.
 
“Annie, guardami. Respira con me.” Inala profondamente, ma sto sempre respirando a fatica. Esala e poi inizia di nuovo il ciclo. Lo fa fino a quando riesco anche io a farlo, e presto sento che il peso nella mia pancia si sta disperdendo, e i miei singhiozzi si trasformano lentamente da respiri isterici a lacrime. Non toglie mai lo sguardo dai miei occhi e esala sollevato quando vede che mi sono calmata un po’.
 
I suoi pollici massaggiano dolcemente le mie braccia, e poi sto di nuovo cercando disperatamente di respirare.
 
“Non ce la posso fare, Finnick!” esclamo. Lui si precipita un po’ più avanti e poi fa scivolare le sue mani giù per le mie braccia, prendendo le mie mani dentro le sue. Gentilmente sposta via la coperta dalle mie mani e le tiene strette.
 
“Cosa non puoi fare, Annie?” chiede.
 
Assaggio il sale delle mie lacrime e ciò mi fa avere nostalgia di casa mia così tanto che mi rende ancora più miserabile.
 
“Non posso uccidere nessuno. Non posso!” rispondo.
 
Le sue sopracciglia sono premute giù e un’espressione accigliata gli copre il viso. È la dimostrazione più aperta di un’emozione negativa che gli ho mai visto fare e vorrei che non fosse mai successo. Finnick Odair triste è qualcosa che mi spezza completamente il cuore.
 
Tira con dolcezza le mie mani mentre scivola fuori dal letto e si alza in piedi. Metto i miei piedi giù nel pavimento della stanza e lui mi fa alzare. La stanza è freddissima con solo la mia camicia da notte.
 
Toglie via la coperta dal letto e la avvolge intorno alle mie spalle, riprendendo la mia mano.
 
“Vieni con me. Parliamo.” Dice.
 
Lo seguo ciecamente, con le lacrime che mi sfocano tutto il passaggio intorno a me. Sto tenendo la coperta intorno a me con la mia mano sinistra e Finnick tiene stretta la mia mano destra e non voglio lasciare andare nessuna ancora in modo da spazzare via l’umidità.
 
Siamo nell’ascensore, stiamo salendo su e poi sento una brezza nella mia faccia. Finnick mi porta in una panchina e ci sediamo. Non lascio andare la sua mano e lui non la tira via. Realizzo di aver bisogno di lui ora e questo mi fa paura. L’ultima persona di cui avrei voluto aver bisogno è Finnick Odair, ma è tutto quello che ho ora. È una brava persona.
 
Si inclina verso di me e usa il polpastrello del suo pollice per pulire via alcune mie lacrime e sto di nuovo singhiozzando.
 
È una grande persona.
 
Il sole è appena iniziato a sorgere nelle strade affollate della Capitale e l’arancione e il rosa pastello sono bellissimi. Sembra quasi come guardare l’alba a casa. La guardo e mi sento più calma, le mie lacrime lentamente smettono di scendere e il mio panico si quieta. Se guardassi direttamente su e non guardo le strade della Capitale giù, mi posso quasi convincere che sono di tornata a casa, sto camminando sull’oceano con Arnav e stiamo cercando una stella marina da ributtare nell’acqua.
 
“Sono stato in ogni distretto, ma non importa dove io sia, l’alba sembra sempre la stessa. Anche nell’arena.” Dice.
 
La sua mano sta sempre tenendo la mia e le nostre mani sono appiccicaticce, ma sono sicura che la sua mano sia l’unica cosa che mi sta tenendo insieme in questo momento.
 
Si gira a guardare me invece dell’alba e stringe un po’ presa.
 
“Non è una cosa brutta, sai. Che tu senta di non poter uccidere nessuno. Io sono perseguitato dalle persone che ho ucciso.” Mormora.
 
Mi giro a guardarlo e il rosa e l’arancio lo fanno apparire ancora più abbronzato del solito. I suoi occhi sono rivolti verso il basso e i suoi capelli splendono. Penso di dire anche a me, ma non riesco proprio a farlo.
 
Da un calcio per terra e poi guarda di nuovo me.
 
“Ti ricordi ieri quando abbiamo parlato di cosa succede quando moriamo e ho detto che non potevo immaginare un Inferno o Paradiso perché la gente è sia cattiva che buona?” chiede.
 
Io annuisco.
 
“Beh, tu sei solo buona, Annie. E non è mai qualcosa di cui vergognarsi.”
 
Avvolgo la coperta in modo più stretto attorno alle mie spalle e mantengo i miei occhi su di lui. Si gira a guardare nella direzione opposta e posso vedere la sua mascella lavorare come se stesse stridendo i denti. Mi chiedo allora se sono io a farlo arrabbiare. Può essere. Sono il tributo peggiore che un mentore possa ricevere. Ma per chissà quale ragione, non penso di essere io. È sempre stato molto gentile con me e non penso che stesse fingendo.
 
“Escogiteremo un tipo di strategia. Troveremo un modo per farti restare viva.” Dice, di nuovo consapevole. “Ci dev’essere un modo per farlo.”
 
Mi guarda di nuovo mente dice l’ultima frase.
 
“Non penso che ci sia, Finnick.” Dico infine. “Penso che preferirei lasciarmi morire alla Cornucopia. Penso che sarebbe molto meglio per tutti quelli coinvolti. Sarebbe una morte abbastanza poco dolorosa dato che sarà molto veloce e non rischierò di stare dentro a lungo per far arrabbiare qualcuno. Non voglio morire per le mani di qualcuno che mi porta rancore. Non voglio morire lentamente e non voglio che la mia famiglia lo debba vedere. È uccidere o essere uccisi e non credo di poter uccidere nessuno.”
 
La mano di Finnick lascia andare lentamente la mia per la prima volta da quando ci siamo seduti e sento ancora più freddo.
 
“Non dirlo, Annie. Non pensare neanche di farlo. Sto lavorando per una strategia per te. Non dirmi che ti sei già arresa? Non ti posso promettere che non dovrai uccidere nessuno. Ma posso promettere che quando tu sarai nell’arena, farai delle cose che non hai mai creduto possibili prima. E mi dispiace per quello, ma è così.” Dice. Le sue mani ritornano tra le mie. “L’arena cambia tutti. Ma tu meriti di uscirne. Lo meriti più di ogni altro. Perché sei buona.”
 
La frustrazione si solleva improvvisamente dentro di me e posso di nuovo sentire i miei occhi bruciare. Sembra che tutti possano dirmi che merito di uscire da lì, o che devo uscirne, ma nessuno può dirmi come fare.
 
“Ma come, Finnick? Non so neanche come mi presenterò nell’intervista. Non so neanche con chi allearmi. Non so niente.” Dico. Tiro su con il naso e alzo la mia mano sinistra per pulire delle lacrime che stanno ancora uscendo e sono nelle mie ciglia inferiori. “Non sono neanche mai stata capace di fare una strategia in una partita di beach volley.”
 
Lui sorride per la prima volta oggi e mi fa sentire meglio.
 
“Beh, ecco il motivo per cui io sono qui, matta! Cosa, pensi che mi facciano rimanere qui per migliorare l’estetica?”
 
Mi fa sorridere debolmente e sembra molto contendo di ciò.
 
“Oggi a colazione o prima che tu vada giù con gli altri tributi dobbiamo parlare di questo. Non sono solo una bella faccia, sai. Ho alcune strategie abbastanza solide.”
 
Il suo sorriso sempre più grande fa allargare anche il mio. Qualcosa cambia alla vista di un lui raggiante e mi sento meglio di quanto io mi sia sentita in tutto questo giorno.
 
“Quali sono?” chiedo.
 
Si alza di nuovo e fa alzare anche me.
 
“Prima, ti porto giù nella tua stanza così puoi finire di prepararti per l’allenamento di oggi. E poi mangeremo colazione e parleremo di tutto.” Risponde.
 
Lo seguo stando vicino a lui, le nostre mani non più unite, ma mi sento più forte ora e meno propensa a volare via senza la sua mano attorno alla mia.
 
Sentirmi dire da qualcuno che ha un’idea di cosa devo fare nell’arena mi leva un peso dalla pancia. È più facile respirare e con quello, tutto sembra più semplice.
 
“Stai solo posticipando perché in realtà non hai nessuna idea,” lo provoco. Nel momento in cui finisco di dire la frase, mi chiedo mentalmente di chi fosse la voce prima di realizzare che sono stata io.
 
Preme il pulsante 4 nell’ascensore e poi picchietta il mio naso, giocoso.
 
“Cresta, un giorno imparerai a non sottovalutarmi.”
 
Mormoro “vedremo” sottovoce e la sua risata riempie l’intero ascensore.
 
Mi accompagna alla mia camera e mi ferma prima di entrare.
 
“Ti senti meglio?” chiede speranzoso,
 
Annuisco, incominciando a vergognarmi già per la mia isteria.
 
“Grazie mille, Finnick. Scusa per il disastro che sono. Mi agito facilmente e ho avuto questo sogno terribile la scorsa notte e sto realizzando che non sto gestendo tutto questo neanche la metà di quanto avrei sperato.” Ammetto.
 
Lui rotea gli occhi.
 
“Avresti dovuto vedere come ho reagito quando sono stato sorteggiato io. Stai facendo bene, okay? Smettila di essere così dura con stessa. Tormo con la colazione tra quindici minuti.”
 
Si dirige verso la sala da pranzo e io chiudo la porta. Vorrei non aver mai pensato ogni cosa negativa su Finnick che ho immaginato negli scorsi anni. Mi farebbe paura sapere quanto io mi senta meglio quando è intorno a me, ma non mi interessa. Lo voglio solo avere intorno.
 
Ho finito di farmi la doccia dopo solo dieci minuti e quando Finnick inizia a bussare alla porta, sono seduta sul letto vestita con i vestiti da allenamento e mi sto pettinando i capelli bagnati.
 
“Chi è?” chiedo, perché sappiamo entrambi chi sia.
 
“Finnick Odair, il vincitore del Distretto 4 dei 65esimi Hunger Games e la persona più amata!” rispondo. Sento il suo sorriso nella voce e sono sicura che sia quello presuntuoso. “Dev’essere il tuo giorno fortunato, signorina!”
 
Mi alzo e poso la spazzola nella cassettiera, avvicinandomi lentamente alla porta.
 
“Mhm…” dico. “Mai sentito nominare.”
 
Lui apre la porta e mi sbagliavo. Era il sorriso gentile e sono sicura che rispecchi il mio.
 
“Molto divertente, Cresta. Come se qualcuno potesse dimenticare questa faccia.”
 
Posa un vassoio di cibo nel mio letto proprio come aveva fatto quella prima notte sul treno. Sale sul letto e si siede a gambe incrociate di fronte al vassoio, cominciando a riempirsi il piatto con cibo delle ciotole fumanti e dai piatti. Cammino fino al verso opposto del letto e salgo, sedendomi a gambe incrociate vicino a lui. Metto anche io del cibo sul mio piatto.
 
 “Quindi, strategie geniali.” Inizia, parlando con la bocca piena di uova. Io fungo una smorfia disgustata e lui mi fa l’occhiolino. “Mags dice che Chiron è violentemente contro un’alleanza con i Distretti 1 e 2. Vuole rimanere te e lui per gli interi Giochi. Francamente, non mi fido di lui. Ma parla ora se è quello che vuoi fare anche tu, perché le mie strategie non includono anche lui.”
 
Ingoio un cucchiaio di porridge e ci penso. Chiron è gentile e non sarebbe male avere una faccia famigliare vicino a me. Ma di strategie ne so quasi niente e se in qualche modo rimanessimo solo noi due? Non potrei assolutamente uccidere Chiron. Decido che qualsiasi cosa Finnick pensa che vada bene fare, io lo farò. Non ho abbastanza tempo per essere dubbiosa su chi fidarmi, a questo punto. O tutto dentro o tutto fuori, e io punto tutto dentro con Finnick.
 
Gli faccio segno di continuare. Lui posa la sua tazza di caffè.
 
“All’inizio, avevo pensato che tu ti saresti potuta unire ai Distretti 1 e 2. È quello che ho fatto io. Ma dopo aver visto i tributi di quest’anno, ci sto ripensando.”
 
Beve un altro sorso di caffè. Io continuo a preparare il cibo da mangiare, anche se non sono così affamata. La marmellata rossa che esce lentamente dalle brioches soffici, mi ricorda il sangue che usciva dalla bocca del tributo del Distretto 2 nel mio sogno, e mi fa star male. Le immagini mi perseguitano più di tutto e vorrei poter fuggire da esse.
 
“Hai molte cose a tuo favore di quello che pensi. Sento che ci stiamo conoscendo abbastanza bene, molto bene date le circostanze e il tempo disponibile che abbiamo, e penso che tu ti stia sottovalutando. Sei acuta e arguta e sei capace di prendere decisioni velocemente, che è quello che noi chiamiamo avere un buon istinto. Sei anche piccolina, quindi sarà più difficile per te nasconderti e hai un passo grazioso, quindi non farai molto rumore.” Finnick solleva una brioche piena di marmellata e la morde, e io devo guardare via, con lo stomaco turbolento. Le immagini del mio sogno mi assaliscono di nuovo.
 
La sua voce mi riporta alla realtà.
 
“Non voglio che tu ti allei. Non penso che tu ti possa fidare di qualcuno di loro, specialmente dei Favoriti. Fidati, ero uno di loro. Voglio che tu parta quando il gong scatta e vada nel riparo più vicino. Non andare dalla Cornucopia.”
 
Mi sta guardando seriamente ora, le battute e l’agio non ci sono più. I suoi occhi sembrano incollati ai miei in un modo che sembrano quasi magnetici e sono sicura di non poter guardare via neanche se potessi.
 
“Lavorerò con te per trovare un’arma che tu possa usare per proteggerti, ma non preoccuparti neanche di quello all’inizio. Nasconditi solo. Voglio che tu rimanga vicino alla Cornucopia, ma abbastanza lontano così che tu non sia nel bel mezzo delle cose. Il bagno di sangue inziale può durare per ore. Per favore rimani là fino a quando sei sicura che sia finito. Lo saprai quando i cannoni finiscono finalmente di andare. Una volta che la situazione alla Cornucopia sembra tranquilla, inizia ad avvicinarti con attenzione. I Favoriti saranno andati via. Dopo aver preso le loro armi, vanno ad accamparsi e poi cercano quelli abbastanza stupidi per accendere dei fuochi di notte. Se qualcuno ti vede in questa fase del gioco, inizia a correre. Non provare a combattere, corri e basta.”
 
Sono sorpresa da due cose: l’estensione di tempo in cui lui ha pensato tutto questo e il modo in cui ha detto per favore. Ci ha pensato decisamente di più di quanto abbia fatto io. Tutto quello che ho pensato io è cosa succederà quando morirò e come lo farò, e lui in realtà stava formulando cosa dovrei fare. Mi sta dando quello che stavo pregando di ricevere da quando il mio nome è stato estratto dalla ciotola: un piano da seguire. Qualcosa di solido con cui allacciarmi e da recitare la notte quando sono così nervosa da non poter dormire. Mi sta dando un’opportunità.
 
I suoi occhi verdi sono così chiari. Mi fido di lui. Non avevo scelta. Fortunatamente, non sembra una mossa sbagliata.
 
“Torna alla Cornucopia. Trova qualunque arma rimasta. Molto probabilmente, sarà un coltello o una lancia, quindi lavorerò con te maggiormente su queste due opzioni. Tieni l’arma con te tutto il tempo. Pii ti dovrai allontanare dalla Cornucopia più che puoi, perché i Tributi torneranno lì eventualmente. Vai all’angolo più lontano dell’arena che puoi. Stai lì e nasconditi più che puoi. Non cercare un confronto. Se stai nascosta abbastanza bene, nessuno ti troverà fino a quando si arriva agli ultimi tre. Allora incominceranno a cercarti attivamente. Se ti trovano, usa la tua arma al meglio delle tue possibilità. Si spera che non ti trovino fino a quando ce ne sia rimasto solo uno e allora avrai una buona possibilità di vincere.”
 
Sembra finire il discorso con difficoltà. Anche io mi sento così. Nella prima parte della strategia posso riuscirci abbastanza, ma sono sicura che sarò terribile in qualunque tipo di combattimento.
 
“Cosa dovrei fare oggi nell’allenamento?” chiedo. La mia voce sta tremando, e mi rende imbarazzata.
 
“Concentrati nelle capacità di sopravvivenza sia oggi che domani. Il terzo giorno di allenamento, dopo che abbiamo già lavorato con alcuni coltelli, puoi iniziare ad allenarti con quelli. Non so come sarai con essi, ma se sei bravissima, non mostrarlo agli altri. Devi voler sembrare mediocre. Devi sembrare abbastanza competente che non ti uccideranno immediatamente, ma abbastanza poveretta che ti sottovaluteranno. La cosa più importante per te è perfezionare le tue capacità di sopravvivenza. Dopo che ti danno il tuo punteggio individuale nel terzo giorno di allenamento, cominceremo a lavorare su come ti presenterei a Panem e a tutti i suoi potenziali sponsor. Ma non preoccuparti degli sponsor, okay?”
 
Io sono preoccupata, però. Se io fossi uno sponsor, non scommetterei su di me.
 
Finnick lo legge nella mia faccia.
 
“Sei assolutamente deliziosa, Annie. Avrai degli sponsor. Senza contare che sei fortunata ad avere me come mentore. Ho i miei modi per ottenere tutti gli sponsor che mi servono. Non morirai di fame là dentro, non fino a quando la Capitale richiede ancora la mia attenzione.”
 
Il modo in cui dice deliziosa mi fa sentire come se mi avesse detto il miglior complimento del mondo. Sorrido senza riuscire a controllarmi e lui fa un ghigno. La sua ultima sentenza mi preoccupa, però. Non sono sicura in cosa sia coinvolto, ma sono piuttosto sicura che intenda andare a letto con sponsor potenziali per chiudere l’accordo. Ciò mi infastidisce per qualche motivo che non riesco ad identificare. Lo attribuisco al fatto che mi sento in colpa. Non voglio che faccia così tanto per me, ma poi alla fine è Finnick, e probabilmente lo farebbe lo stesso.
 
“Non devi fare così tanto per me,” dico onestamente. Voglio chiedergli se lo fa sempre per i suoi tributi, ma una voce petulante dentro di me che suona quasi come Mags, mi dice che non lo fa.
 
Mi sorride come se sapesse un segreto che io non so, cosa che probabilmente è vera.
 
“Vorrei poter fare di più.” Risponde. Prende di nuovo il caffè che probabilmente ora è tiepido e ne beve un altro sorso. “Sento come se ti conoscessi da tutta la vita. Sono a mio agio intorno a te cin un modo che non succede con le altre persone, a parte con Mags.”
 
Il suo cambio di argomento repentino mi sconcerta, poi dopo realizzo che in realtà non era un cambio di argomento, ma un chiarimento della sua prima frase. Le mie labbra si curvano in un sorriso ed una sensazione calda, quasi come bere caffè, scoppia dentro di me.
 
“So esattamente cosa intendi.” Dico. Faccio una paura, spostando il cucchiaio attraverso il porridge che sta iniziando a attaccarsi tutto insieme. “Pensi che potremmo essere amici, Finnick?” chiedo.
 
Sarebbe bello entrare nell’arena sapendo che qualcuno che tiene a me stia seguendo con attenzione le mie azioni. Sarebbe una pensiero piacevole da tenere per me, come il sorriso e gli auguri del mio team di preparazione.
 
Lui sorride. “Oh, Annie.” Comincia, con un tono affettuoso nella voce. “Pensavo che lo fossimo già.”
 
Ricordo il modo in cui giocava con me ieri mattina e la presa forte della sua mano nella mia e ghigno.
 
“Penso che tu abbia ragione.”
 
Lui allunga le sue gambe fuori di fronte a lui e si distende di schiena.
 
“Beh, certo che ho ragione! Sono –
 
“Finnick Odair!” dico insieme a lui.
 
Lui allunga una mano e afferra con un espressione il mio piede scalzo.
 
“Sto diventando così prevedibile?” chiede, con un espressione terrificata.
 
Mi divincolo dalla sua presa, assolutamente positiva che non vorrei mai che Finnick Odair sapesse che soffro il solletico. È decisamente il tipo di persona che farebbe il solletico senza pietà.
 
“È il prezzo della fama.” Sospiro.
 
Lui si siede.
 
“Sfortunatamente, ci sono tanti prezzi della fama. Lo vedrai abbastanza presto.” Avvicina il suo piede in avanti ed io istintivamente tiro indietro i miei. Sta visibilmente trattenendo un sorriso e posso dire che non si sia perso la mia reazione quando mi ha toccato il piedi. “Soffri il solletico?” chiede innocentemente con le sopracciglia alzate.
 
“No,” mento, cercando di mantenere la mia voce casuale. “E fortunatamente, tu sei l’unico che conoscerà le gioie e le pene dell’essere famoso.”
 
Lui scuote la testa, completamente sicuro nella sua decisione che sarò io la persona che torna a casa da questi Giochi.
 
“Odair, un giorno imparerai a non sopravvalutarmi.” Prendo in giro le sue parole dell’ascensore, e lui rotea gli occhi.
 
“Mai.”
 
OuOuOuOuOuOuOuOuOuOuO
 
Gli addestramenti iniziano alle 10. Finnick mi ci accompagna alle 9:50.
 
“Non vuoi essere in ritardo, ma non vuoi neanche essere troppo in anticipo,” lo dice mentre ci fermiamo davanti alle doppie porte possenti che sono aperte. “Non è mai bello sembrare troppo impaziente, ma neanche troppo annoiato.”
 
Annuisco. Posso sentire voci risuonare intorno alla stanza e colgo occhiate di alcuni tributi mentre camminano intorno alla stanza. Non voglio vedere i tributi del Distretto 7 o quelli del 2.
 
Finnick posa una mano nella mia spalla brevemente. Incontro suoi occhi.
 
“Beh, buona fortuna. Ci vediamo a cena!” dice.
 
Annuisco e deglutisco nervosamente. Stringe la mia spalla e lascia cadere la sua mano di nuovo vicino al suo fianco.
 
“Ciao, Finnick.” Sussurro.
 
Lui sorride. “Ciao, Annie.”
 
Ascolto i suoi passi allontanarsi mentre cammina giù per il corridoio e forzo i miei piedi ad andare avanti. Cammino nella stanza spaziosa, asciugando nervosamente i palmi nei miei pantaloni.
 
Non ho bisogno di guardare i numeri dei distretti sulle braccia dei tributi che stanno a ridere in giro per sapere che sono quelli dei Distretti 1 e 2. Smettono di parlare e mi guardano mentre entro e io incrocio istintivamente le braccia contro il mio petto.
 
“Hey, 4!” dice la ragazza del 2.
 
Non è neanche passato un minuto da quando sono entrata, e non so già cosa fare. Se parlo con loro, assumeranno che io voglia un’alleanza con loro? Ma se non parlo, è molto maleducato e probabilmente si arrabbieranno con me. Ed è l’ultima cosa di cui ho bisogno.
 
Cammino verso di loro e mi sforzo di sorridere.
 
“Ciao,” li saluto.
 
Stanno tutti ghignando. Non riesco a guardare la faccia del tributo del Distretto 2 senza vedere immagini del mio incubo. Mi fa agitare lo stomaco.
 
“Vuoi venire vicino a noi durante l’Allenamento? Mostraci cosa sai fare, e penseremo ad un’alleanza.” Propone il maschio dell’1.
 
Devo schiarire la gola un po’ di volte prima di sentirmi sicura di parlare.
 
“In realtà andrò a concentrarmi di più sulla sopravvivenza.” Dico. Ricordo gli avvertimenti di Finnick di sembrare sempre mediocre, e continuo. “Mi sento a posto sulle mie capacità alle armi, ma ho bisogno di saperne di più sui ripari ed altro.”
 
Si scambiano occhiate e poi annuiscono.
 
“Beh, io sono Julius e questa è Sapphire.” Si offre il ragazzo dell’uno, indicando la sua compagna di distretto.
 
“E io sono Aly.” Dice la ragazza del 2. Fa un cenno con la testa al suo compagno. “Lui è Osmium.”
 
“Annie,” rispondo.
 
“Beh, Annie, dovresti lo stesso sederti con noi a pranzo. Possiamo parlare di alleanze e del resto.” Gli occhi di Aly sono di un colore marrone profondo che sembrano in qualche modo feroci.
 
“A meno che tu non voglia ‘lavorare da solo’ come il tuo compagno di distretto, Biron.” Esclama Sapphire con la voce colma di asprezza. Giro la mia testa per perlustrare la palestra. Vedo Chiron da solo dalle spade.
 
Sono in una situazione abbastanza schifosa. Se mi siedo con loro, penseranno che io voglia un’alleanza. Se gli dico che non voglio un’alleanza, non la prenderanno ovviamente bene. L’unico modo in cui io riesca a tirarmi fuori da questo è da farmi sembrare un tributo così misero che non mi vorranno neanche nell’alleanza.
 
Mi guardo intorno, cercando di pensare ad un modo con cui io possa riuscirci comportandomi però sempre con gentilezza. Mi chiedo se si siano persi in qualche modo le mie cadute pubbliche da quando sono stata sorteggiata. Devo averlo fatto, perché altrimenti non mi avrebbero cercata.
 
Noto un taglio nell’arma di Julius e decido che questo sia il meglio che io possa trovare. Sussulto e guardo fissa il taglio. Tutti e quattro si girano a guardare, evidentemente confusi.
 
“Oh, è tremendo!” dico. La mia voce tema abbastanza da sola per il nervosismo di questa situazione. Non ci vuole molto per farmi lacrimare gli occhi. Penso alla faccia di Arnav l’ultima volta che l’ho visto. “Stai bene?”
 
I quattro sembrano assolutamente disgustati. Mi guardano come se fossi completamente pazza. È una sensazione bruttissima essere guardati così, ma se è quello che serve, allora va bene.
 
“Dimenticati tutto, 4.” Dice Sapphire, allontanandosi da me.
 
Annuisco e asciugo le mie lacrime. Mi giro per andarmene e inciampo di proposito, giusto per rinforzare il tutto.
La loro risata dietro la mia ritirata mi convince di aver fatto quello che volevo. Odio fingere in tutti i modi, perché mi sembra di mentire, ma era tutto quello che potessi fare. Non era comunque una completa bugia, però. Non sono mai stata una delle persone più stabili.
 
La capo istruttrice, una donna austera chiamata Atala, appare da una porta in fondo alla palestra. Ci spiega brevemente l’orario dell’addestramento e poi ci lascia a noi stessi. L’enorme palestra e piena di stazioni differenti che possiamo cambiare quanto ci pare e piace.
 
Trascorro un po’ di tempo alle piante commestibili e poi mi dirigo verso la stazione che insegna a creare fuochi. Lì, trascorro la maggior parte del tempo perché è l’area in cui vado peggio e penso che sarà quella più utile se l’arena fosse fredda. Sono abituata al tempo caldo e umido del Distretto 4 e sono sicura che non riuscirò a sostenere bene le temperature gelate.
 
Quando riesco ad accendere il secondo fuoco, arriva l’ora di pranzo. L’istruttore nella stazione si congratula con me.
 
Il pranzo è tranquillo. Sono seduta da sola. Chiron ha la faccia di uno che taglierebbe a pezzettini chiunque si sedesse vicino a lui ora, quindi decido che è meglio lasciarlo stare.
 
È evidente che sono diventata una specie di scherzo per i Favoriti, che è proprio quello che volevo, ma mi fa venire lo stesso il nervoso. Volevo confondermi con le ombre. Ma ora sono abbastanza consci della mia presenza. Preferirei che non mi conoscessero affatto, ma direi che sia meglio che mi conoscano come le ‘ragazza pazza del 4’ che come quella che ha rifiutato un’alleanza con loro.
 
Sono peggiori con Chiron. Sto iniziando a capire perché 1, 2 e 4 formano sempre un’alleanza insieme. Quando qualcuno cerca di rompere lo schema, ricevano così tanta ostilità. Lo fissano male per quasi tutto l’addestramento.
 
Trascorro il resto della sessione alla stazione di annodamento dei nodi. Qui eccello ed io e l’esperto passiamo un po’ di tempo a discutere diversi tipi di nodi. Cora è la migliore ad intrecciare nodi ed a tessere, ma dato che anche io l’ho fatto per tutta la vita, sono abbastanza brava. È calmante, comunque. Annodo e snodo nodi fino a quando i Favoriti vanno via dalla mia mente.
 
L’addestramento finisce e non parlo a nessuno fino a cena.
 
Finnick era andato via quando siamo tornati e non si è visto fino a metà cena. Quando si siede a tavola, odora di profumo da donna.
 
Non ha molto senso per me. Il comportamento di Finnick, ecco. Quando sono con lui e stiamo solo parlando, non sembra per niente quel tipo di ragazzo.
 
Un senza voce posa un pianto di fronte a lui e Mags gli picchietta la mano comprensiva. Si scambiano un’occhiata che può essere considerata solo come un’occhiata di due che condividono una pena privata. Spero che vada tutto bene.
 
“Beh, com’è andata?” chiede Finnick, girandosi per guardarmi.
 
Lancio un’occhiata a Chiron dall’altra parte del tavolo. Non ha neanche lui detto ancora qualcosa. Sono sicura che Mags ed Annora pensino che sia successo qualcosa di terribile, che direi che sia quasi vero.
 
“Hai incontrato il tributo femmina del 4?” gli chiedo. “È pazza.”
 
Chiron ride a ciò e io gli sorrido.
 
“Oh no. Cosa è successo?” chiede Finnick. Le sue labbra sono premute in una linea sottile come aveva fatto questa mattina. Non prende neanche in mano la sua forchetta. I suoi occhi sono incollati ai miei.
 
Spiego lentamente cosa è successo con i Favoriti. Chiron aggiunge qualcosa ogni tanto, spiegando la loro aggressione verso di lui. Lui pensa che io abbia fatto la cosa giusta e lo trova addirittura divertente. Deciso che Chiron sia gentile. È burbero e introverso, ma sotto ciò, è gentile.
 
Finisco di spiegare e Finnick ha sempre un’espressione preoccupata.
 
Ho un’espressione profondamente corrucciata. Abbasso la testa e guardo le mie mani appoggiate nelle cosce. Faccio passare un mio dito sopra ad una piccola cicatrice nel mio palmo.
 
“Ho rovinato tutto, vero? Mi dispiace. Non sapevo cosa fare.” Dico,
 
“Va tutto bene, Annie.” È Mags che prende parola. “non c’era nient’altro che si potesse fare.”
 
Finnick rimane in silenzio, con gli occhi inchiodati al muro dietro la mia testa e le sopracciglia corrucciate. Dopo alcuni istanti, mi guarda di nuovo.
 
“Questa è una buona cosa,” decide. “possiamo usarla per la tua intervista.”
 
Lo guardo scettica. “Dovrò farmi passare come un’instabile?”
 
Lui sorride. “Solo i Favoriti crederebbero che un gesto di compassione voglia dire che tu sia instabile. No, dovrai essere te stessa: onesta e gentile. Ovviamente metterà gli altri tributi in soggezione, che è sempre una buona cosa, e posso lavorare con ciò per portarti sponsor. Tutti amano una ragazza dolce.”
 
“Non in un reality show basato sull’ omicidio.” Controbatto.
 
Finalmente guarda il suo piatto e comincia a mangiare. “Ma non è uno show sull’omicidio. È uno show sul coraggio, sulla strategia e sulla crudeltà. È uno show sulla natura umana e come reagiamo quando siamo lanciati in situazioni come quella. E la gentilezza è un’emozione molto umana.”
 
Non sono completamente convinta, ma se c’è una cosa in cui non dubito, allora è il fatto che Finnick sappia cosa stia facendo.
 
Dopo cena Finnick ed io iniziamo a lavorare con le armi. Vado benino con il coltello, per il suo sollievo, ma sono i miei nodi che lo impressionano.
 
Avevamo tirato fuori le corde perché Finnick mi stava dimostrando come usava le reti per tirare su le sue vittime. Mentre lo guardo dimostrare la cosa su Annora (che trovava l’intera cosa piacevolissima), comincio ad annodare la corda che non serve. Annodo e snodo la corda distrattamente, pensando di non poter mai attirare le vittime come ha fatto Finnick. Lui smette di fare quello che stava facendo e si avvicina a me. Si inginocchia di fronte a me e guarda attentamente la corda.
 
“Sei brava a farlo,” dice. “È un nodo grandioso.”
 
Tiro la corda e il nodo si scioglie.
 
“È calmante. Annodare e snodare senza pensare, intendo. È specialmente carino da fare quando sei nervoso o turbato. Ti occupa la mente.” Dico.
 
Finnick si lascia cadere vicino a me nel divano e afferra una parte della corda. Comincia a fare lo stesso nodo del pescatore che avevo fatto all’addestramento. Non è troppo trasandato.
 
Passano un po’ di momenti in cui noi annodiamo e Annora ridacchia mentre cerca con poca convinzione di uscire via dalla rete che Finnick le ha buttato addosso.
 
“È calmante,” dice infine. Si alza e cammina verso Annora.
 
Sospira. “Nora, cara, ho paura che tu sia morta.”
 
Lei ridacchia di nuovo. “Oh, è così divertente! Non vedo l’ora che inizino i Giochi!”
 
Finnick si gira e mi lancia un’occhiata e scoppiamo entrambi a ridere. Finnick toglie la rete da Annora e la aiuta ad alzarsi.
 
Io e Finnick passiamo le ore successive a giocare ad un gioco con il coltello che consiste di raccontare una storia di qualcuno o qualcosa che ci fa arrabbiare o ci turba e poi dobbiamo tirare il coltello al bersaglio, immaginando che esso sia la persona o la cosa. Il bersaglio è un pezzo di schiuma durevole che era attaccato al muro della sala. Le prime volte manco il bersaglio completamente, dato che il coltello vola pericolosamente lontano da dove dovrebbe andare. Colpisco quasi Annora una volta che cammina lì intorno e lei lancia un urletto e si accascia a terra. Respinge le mie scuse, però, dicendo esageratamente quanto sia stato esaltante. Poi Finnick mi dice ci immaginare il bersaglio come un bottone gigante che farà finire i Giochi completamente ed è comico quanto la mia precisione aumenti.
 
Mags guarda il gioco con divertimento, abbioccandosi ogni tanto, solo per svegliarsi di scatto ad una delle nostre urla di vittoria improvvise. Finnick raramente manca il bersaglio. Io ho un problema nel tirarlo dritto, ma non abbastanza forte per far sì che si infilzi nel bersaglio.
 
“Devi davvero tirarlo. Forte.” Mi ricorda Finnick. Sono in piedi nel mezzo della sala, con un coltello in mano, pronta per tirarlo di muovo.
 
“Okay,” dico.
 
Me l’ha detto come minimo dieci volte. Non riesco a farlo. Ho paura che io non sia abbastanza forte.
 
“Magari sarebbe più facile se ti facessi una cosa. Hai tutti i capelli in faccia.” Dice.
 
“Non è colpa dei miei capelli. Sono io che non sono abbastanza forte,” dico. Mi zittisco quando lo sento dietro di me. Raccoglie i miei capelli nelle sue mani e li tiene dietri di me con la sua mano sinistra. Allunga la sua mano destra davanti al mio viso.
 
“Elastico?” chiede.
 
“Non ne ho.” Gli dico.
 
“Ecco, caro.” Dice Mags. Finnick prende con la sua mano destra qualcosa da Mags. Un secondo dopo, sta legando i miei capelli indietro con un pezzo di corda con cui stavamo giocando prima. I suoi polpastrelli sfiorano il mio collo e improvvisamente si ferma.
 
Arrossisco improvvisamente da dove i suoi polpastrelli mi hanno sfiorato fino ad farlo anche nelle guance. Il mio collo formicola. Aspetto che lui dica qualcosa, ma rimane semplicemente lì, con le sue dita ferme contro la mia pelle.
 
Il mio cuore sta battendo rapidamente e sono confusa che non so neanche cosa dire. Decido di girare la mia testa e capire cosa stia facendo lui quando toglie la sua mano.
 
“Sì, i nodi sono utili. Ricorda che puoi usare la corda per legare i tuoi capelli nell’arena, perché ho la sensazione che migliorerà le tue abilità di tirare il coltello.” dice Finnick. Si siede nel divano dietro di me per guardare.
 
Giuro che la sua faccia sembra più rosa del normale e ciò mi scuote più di ogni altra cosa, oggi. Dev’essere per il fatto che è da un sacco che tiriamo coltelli, perché è impossibile che Finnick arrossisca, specialmente per non qualcosa di tanto ridicolo come toccare il mio collo. Trascorre il suo tempo a rotolare tra le coperte con donne esotiche e bellissime della Capitale. È impossibile che lui arrossisca per me. Però, il tocco sembrava stranamente intimo in un modo che non ha senso per me.
 
Scuto la testa e mi giro di nuovo.
 
Respiro e mi concentro sul pezzo di schiuma. Porto indietro la mia mano e sfrego i denti e tiro il coltello avanti.
 
Quando il coletto si infila nella schiuma con un sono molto soddisfacente, sono subito sollevata da terra.
 
“Ah! Guarda lì!” esclama Finnick, facendomi roteare. Rido con lui e mi posa di nuovo a terra. Si avvicina alla schiuma e esamina il coltello.
 
“È infilzato perfettamente! Hai la lotta dentro di te, dopo tutto, Cresta!” ghigna mentre si avvicina di nuovo a me. “Vedi, ti ho detto che era colpa dei capelli.”
 
Roteo gli occhi e incrocio le braccia al petto. “Non è vero! Era solo un tiro fortunato.”
 
Si siede vicino a me e tira la mia coda di cavallo. “Nah. Era un tiro grandioso. Sei una piccola guerriera.”
 
“Sei ridicolo.” Dico esasperata. Se un tributo è un guerriero, allora quello non sono io. Il suo sorriso è contagioso però, e ghigno.
 
Il pavimento scricchiola un po’ e Finnick automaticamente guarda in su. Mags sta camminando in punta di piedi fuori dalla stanza.
 
“Dove stai andando, Mags?” chiede Finnick.
 
Lei si ferma e gli lancia un ghigno losco.
 
“Oh, sto andando a dormire.” Dice.
 
“Non c’è bisogno che tu te ne vada,” dice. Mi guarda confuso e io scrollo le spalle.
 
Lei continua a camminare.
 
“Sono vecchia! Ho bisogni di dormire! Buona fortuna, Annie!” urla dietro la sua schiena.
 
“Stupida donna,” dice Finnick in tono affettuoso.
 
OuOuOuOuOuOuOuOuOuOu
 
• angolo della traduttrice: Ciao! Ecco in questo capitolo vediamo il rapporto tra Finnick ed Annie evolversi sempre di più, e vediamo anche alcuni tributi che saranno presenti nell’arena. Qual è il vostro personaggio preferito? Fatemi sapere le vostre opinioni! Come sempre, lasciate una recensione – se mi accorgo che recensite in tante persone accorcio i tempi di traduzione! Vi lascio il mio account twitter (@silvxa) per informazioni o per fare semplicemente una chiacchierata.
 
• Nel prossimo capitolo: Guai in vista per Chiron, il più maltrattato dai Favoriti, i tributi devono mostrare le loro capacità agli Strateghi e si scoprono i punteggi di Chiron ed Annie.
 
• Altre fanfiction in traduzione: ♧ I’ll Take it Shaken not Stirred – Harry Potter, si svolge nell’era dei Malandrini. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3526627&i=1
♧ Lessons Learned – Harry Potter, dove protagonisti sono i ragazzi della Nuova Generazione.  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3614005&i=1
 
A presto,
Silvia
 
  
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