Serie TV > Criminal Minds
Segui la storia  |       
Autore: JulyAneko    29/05/2009    1 recensioni
Un caso, un avvocato. Una nuova conoscenza, un vecchio legame. Cosa succederà al nostro team se le sue acque verranno scosse non solo da nuovi atroci casi?!
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Untitled Document

CM 010

 

"Se segnassimo a caso dei punti su un foglio di carta, si potrebbe individuare sempre e comunque un'equazione matematica tale da rendere conto di quanto fatto" Leibniz.

Non era mai arrivato così presto in ufficio ma quella mattina aveva deciso che doveva farlo, doveva parlare con lui, doveva parlare con quel suo capo a cui non aveva riferito un dettaglio molto importante dello scorso caso: lui conosceva un indagato.
Uscì dall'ascensore strofinandosi la testa per poi velocemente raggiungere la sua postazione e togliersi la giacca. Tutto questo constatando che la luce nell'ufficio di Hotch era accesa. Quell'uomo arrivava davvero all'alba al lavoro.
Morgan fece un sospiro come per darsi coraggio, prima di salire le scalette e raggiungere la porta di quell'ufficio. Non era un uomo che aveva paura facilmente e sicuramente non sul campo, ma quando si trattava del coinvolgimento di altre persone allora.. allora sì, aveva paura. E in quel momento aveva paura di aver deluso Hotch.
Bussò rapidamente prima di entrare in quell'ufficio illuminato da una piccola lampada sulla scrivania e dai primi raggi di sole del mattino che penetravano dalle scure finestre.
Hotchner aveva alzato subito lo sguardo e aveva incontrato quei pozzi neri che lo guardavano con determinazione. Ammirava quel ragazzo, lo aveva sempre fatto, dal primo momento. Sapeva perfettamente che per Derek era molto complicato lasciarsi andare e lasciare che le persone entrassero nella sua vita, nella sua ristretta cerchia di persone fidate, veramente fidate. Lo sapeva perfettamente ed era per questo che non era rimasto poi così stupito quando lui aveva svelato di conoscere già quella ragazza, Alexis Green.
-Buongiorno- esclamò Hotch restando seduto alla propria scrivania.
A quel saluto Derek accennò un sorriso, sapeva che quella semplice parola era un buon segno positivo da parte di Aaron. -Volevo scusarmi per come mi sono comportato ieri- incominciò, continuando a fissare quell'uomo che stimava in maniera incondizionata, -Probabilmente sono stato distratto per tutto il caso, il fatto di conoscere Alexis mi ha distratto- precisò.
Hotch lo lasciava parlare, lasciava che quel ragazzo si sforzasse di mostrargli una parte di se stesso, anche se molto piccola. Sapeva quanto quelle parole costavano a Derek ma, allo stesso tempo, sapeva bene come quelle stesse parole fossero un passo avanti verso una migliore comprensione.
-E mi scuso di non averti detto di conoscere quella ragazza-
Aaron restò ancora un attimo in silenzio prima di alzarsi dalla sedia e sorridere.
Derek forse, all'inizio, non gli aveva detto tutta la verità ma aveva compiuto il suo lavoro in maniera egregia. Questo gli bastava. Lui si fidava di quel ragazzo.

Erano riuniti nella sala riunioni ormai da diversi minuti, Jennifer stava spiegando quel nuovo caso in maniera ferrea. Le vittime erano tutte giovani donne.
April guardò le foto degli omicidi con un certo ribrezzo, ancora non aveva imparato a distanziarsi del tutto da quel lavoro così atroce, e la vista di quei corpi straziati la turbava facendole sentire una pesante morsa allo stomaco.
Spencer la guardò un attimo prima di prenderle quelle foto dalle mani e abbozzarle un sorriso. A lui erano già passate quelle immagini ma proprio non ce la faceva ad affrontare quell'espressione contrita e agghiacciata che si era formata sul volto di April.
A quel gesto lei lo fissò mimando un muto "grazie" con la bocca.
Hotch osservò i due ragazzi scuotendo la testa per poi puntare lo sguardo su quella collega mora che stava analizzando degli incartamenti. Perché gli veniva così automatico soffermarsi a guardarla? Ma soprattutto, perché durante una riunione di lavoro ritrovava la sua mente ad evadere da tutto e a pensare a quella donna? Perché?
Si maledisse mentalmente cercando di ritornare a seguire il discorso che stava facendo JJ.
-..torturate, stuprate e infine uccise con una pugnalata al cuore-
-Sei vittime, perché ci chiamano soltanto ora?- chiese Morgan
-Stiamo parlando di una piccola frazione di Ouray, Colorado..- ammiccò Jennifer
-Prepariamoci a scarponi e sci, allora..- abbozzò April
-Sì, infatti è anche per il gran freddo e la neve che sui corpi delle vittime non sono state trovate tracce-
-Anche per i tipi di tortura si fa fatica a capire cose è stato usato- disse David osservando la foto dell'ultima vittima, distesa a terra con almeno dieci centimetri di neve sopra al corpo.
-Anche per i ritrovamenti dei corpi..- iniziò Emily -..potrebbero essere molte di più le vittime-
-Preparate una valigia pesante, tra un'ora sul jet- finì Aaron strofinandosi la fronte, quel caso si prospettava veramente difficile.

Appena atterrati in Colorado tutti rabbrividirono di freddo, quella stagione era davvero gelata laggiù!
Jennifer si chiuse velocemente il lungo cappotto mentre April le sorrideva tenendo la portiera dell'auto aperta così da poter far salire la collega.
-Grazie- mormorò lei appena anche April fu salita nella macchina guidata da Hotch.
-Potevamo direttamente andare in Alaska se qua fa troppo freddo- scherzò David, seduto davanti nel posto del passeggero, accendendo il riscaldamento dell'auto.
-E vi ricordo che dobbiamo ancora arrivare nella frazione di Ouray..- disse Aaron seguendo il suv nero davanti a loro.
-Uhm- biascicò April -Speriamo di non doverci allontanare di più dalla città.. sennò oltre alla distanza aumenterà anche il freddo-
-Speriamo, anche se ho seri dubbi- incominciò Jennifer afferrando il proprio palmare e mostrando una cartina alla ragazza seduta al suo fianco -L'ultimo cadavere è stato ritrovato ancora più a sud, nei pressi della strada per raggiungere Thistledown-
-Ciò vuol dire attraversare i monti- pensò David -Se il nostro s.i. si sposta da una cittadina all'altra non sarà facile individuarlo-
-Ouray è una piccola cittadina e Thistledown è praticamente un minuscolo agglomerato di case- scosse la testa April
-Sì, ma se la maggior parte delle persone si conosce.. saranno restii anche a capire che c'è un serial killer fra loro- spiegò Aaron accostando la macchina lungo una strada da poco spalata dalla neve. Prima di scendere dall'auto si chiuse il giubbotto tirando un poco su il colletto, faceva veramente freddo. Chiuse la macchina e subito si diresse verso Reid che lo stava aspettando davanti all'entrata del distretto di polizia nel quale erano già tutti riuniti.
-L'ultimo censimento ha stabilito che Ouray ha circa 800 persone-
A quelle parole l'espressione di Hotch si accigliò, perché gli stava dicendo questo ora? E soprattutto perché là fuori al gelo?
-Thistledown invece è così piccola che non è nemmeno segnata come cittadina sulla mappa..-
-Reid!- lo bloccò subito Hotch, costatando che il ragazzo non aveva intenzione di dirgli, da solo, il perché di quelle chiacchiere inutili.
Spencer guardò l'uomo che gli stava davanti e deglutì scostando lo sguardo da quella figura. -In questo momento credo di essere più lucido a lavorare da solo- disse infine, tutto d'un fiato. Non ce l'aveva fatta a dire quel nome, quel semplice nome.. ma quello che voleva in quel momento era davvero stare il più lontano possibile da quella ragazza che gli intasava la mente. April.
-Bene- biascicò Aaron guardandolo negli occhi. Aveva capito perfettamente, aveva capito esattamente ciò che voleva dirgli quel ragazzo che pensava decisamente il contrario di quello che gli stava chiedendo. -Vorrà dire che farai coppia con April che non è una profiler, sarà come lavorare da solo-
Diretto e conciso, non aspettò un secondo di più ma aprì la porta e raggiunse gli altri all'interno dell'edificio, lasciando uno stranito Spencer a riflettere con la propria mente.

-Sono veramente felice che abbiate accettato il caso- disse l'agente Bertis dopo le presentazioni -Questa è una piccola città, le voci girano, la gente si spaventa.. ma non riesce a vedere fuori dal proprio giardino se non per qualche frivolo pettegolezzo-
-Ne siamo consapevoli infatti dovremmo essere molti cauti- disse Rossi mentre passava una foto delle vittime a Jennifer che stava preparando la lavagna.
-Tutto il vostro appoggio ci darà una mano per classificare ogni persona che si presenta su questo caso, ci serve la vostra lucidità- continuò Hotch
-Certo, i miei agenti ed io siamo a completa disposizione-
-Bene. Rossi e Prentiss occupatevi dei familiari..-
-Io potrei andare a parlare col medico legale- intervenne subito Spencer, certo che così facendo non sarebbe stato sicuramente affiancato ad April che ancora aveva problemi ad osservare le foto degli omicidi.. figuriamoci un cadavere!
A quelle parole Aaron fulminò con lo sguardo il ragazzo. No, non gliela avrebbe data vinta. Era ora che April affrontasse i suoi mostri.
-Va bene, Reid e Johnson dal medico legale, Morgan ed io andremo sul luogo del ritrovo dei cadaveri-
-Io continuo con cartelle e scartoffie- finì Jennifer posizionandosi alla scrivania mentre tutti si avviavano ai propri compiti.

Era stupito.
Aveva davvero sperato che Hotch, una volta chiesto di andare dal patologo, non avesse fatto andare con lui April. Lo aveva davvero sperato ma Hotch lo aveva stupito nuovamente: aveva fatto andare quella ragazza che ancora si impressionava al vedere le foto dei cadaveri, dal medico legale.. con lui.
Tirò un'occhiata veloce al suo fianco a vedere quella ragazza camminare di passo svelto con la testa china ad osservare i propri stivali verdi di camoscino. Il vestitino nero che indossava le aderiva al seno per poi scendere a campana fino sopra il ginocchio dove terminava con un bordo verde.
Deglutì soffermandosi qualche secondo in più ad osservare la leggera scollatura del vestito.
Doveva decisamente pensare ad altro.
-Credo sia meglio che tu rimanga qua- disse fermandosi nel lungo corridoio che stavano percorrendo, davanti ad una porta metallica.
April lo guardò senza capire cercando in quegli occhi profondi una risposta plausibile.
-Non vorrei.. ti sentissi male- accennò allora Reid, dondolandosi sulle ginocchia
A quelle parole April aprì un poco la bocca come a controbattere ma tutto quello che le uscì fu un lieve sospiro e una frese detta con tanta acidità quanta i suoi occhi stavano trasmettendo -Credo di potercela fare, sai-
Spencer la osservò aprire la porta e dirigersi velocemente verso il medico legale e così la seguì scuotendo la testa ma senza dire parola.
-Vi stavo aspettando, siete quelli dell'FBI, vero?-
-Esatto- esclamò Spencer affiancandosi alla collega mentre notava come lei evitasse di guardare il cadavere della giovane donna disteso sul lettino appena accanto a loro.
-Non ho mai visto così tanti cadaveri di ragazze tutti insieme- iniziò il medico -Questa è una piccola città, un serial killer non si era mai visto-
-Ma purtroppo c'è, dobbiamo fare il possibile per catturarlo- sussurrò April abbassando lo sguardo verso quel corpo straziato.
Le faceva male vedere quella ragazza così, morta.. in quelle condizioni terrificanti per tutte le torture subite. Le faceva male ma doveva affrontarlo.
-Il corpo è pieno di scottature, probabilmente con un ferro surriscaldato e passato sulla pelle- disse il medico mostrando i segni sulle braccia della ragazza -Poi ci sono segni di abrasioni ma non posso decifrare su come siano stati inferti-
-Anche i piedi lo sono, probabilmente la facevano camminare scalza-
-Sì e può darsi che l'abbiano fatta camminare anche nella neve, i piedi erano cianotici così come le mani-
-Dello stupro può dirci qualcosa?-
-Questa è la cosa strana.. le vittime sembrano aver ricevuto una violenza maggiore passando dalla prima all'ultima-
-Ci sta dicendo che nelle ultime vittime ci potrebbero essere più stupratori?-
-Sì- affermò il medico -Nelle prime due quasi sicuramente no, me nelle ultime sì-
A quella risposta April rabbrividì mentre sentiva una mano di Spencer sfiorarle il braccio come a darle coraggio.
Non sapeva perché questo caso la facesse sentire così dannatamente vulnerabile ma forse era solo perché le vittime erano ragazze proprio come lei.

Hotch fece quegli ultimi passi in salita prima di passarsi una mano sulla fronte. Quel posto era inerpicato su una piccola collinetta completamente innevata, era stato abbastanza faticoso poterlo raggiungere tanto che anche Morgan aveva il fiatone.
-Non può aver portato il cadavere fin qua da solo- sbottò Derek osservando le poche tracce che la scientifica cercava di ricavare dal terreno che però continuava a voler assaggiare quella neve bianca che cancellava tutte le prove.
-No, dovevano almeno essere in due- disse Aaron avvicinandosi ad un albero e notando una strana figura nella corteccia, come se vi fosse stata fatta con un coltellino.
-Cos'è?- chiese Morgan avvicinandosi e spolverando un poco con la mano.
-Sembra un simbolo.. è troppo definito per non essere stato fatto da un uomo-
-Hotch- incominciò Derek -Quest'albero fa da angolo retto fra il sentiero e il luogo dove sono stati ritrovati i corpi-
-Un punto di riferimento- esclamò Aaron osservando il sentierino che avevano percorso per arrivare lassù per poi spostare lo sguardo a novanta gradi e vedere l'agente Bertis che parlava con la scientifica.

David si strofinò le mani prima di suonare il campanello della villetta Meyerist, non aveva smesso un attimo di nevicare, i fiocchi bianchi continuavano ad invadere quella cittadina che sembrava tetra e silenziosa e sicuramente lo era diventata da quando si era saputo che un serial killer la abitava.
-Buongiorno sono l'agente Prentiss e lui è l'agente Rossi, FBI- si presentò Emily all'uomo che aveva aperto il portone e gli aveva fatti accomodare nel salottino.
-Mia moglie non è in casa, è da un'amica- incominciò l'uomo sedendosi sulla poltrona in angolo della stanza -Dopo.. beh, non se la sente più di stare da sola ed io sono tornato dal lavoro solo qualche minuto fa-
-Non si preoccupi, dobbiamo solo farvi qualche domanda- sorrise Emily a quell'uomo che sembrava così distrutto -Lei conosceva le altre cinque vittime?-
-Una soltanto, Diane Micchell-
-La prima vittima- disse Rossi scambiandosi uno sguardo con la collega -Come la conosceva, aveva qualche legame con sua figlia?-
-Sì, si frequentavano abbastanza, erano amiche.. solo nell'ultimo periodo si erano un po' trascurate, Rachel diceva che era a causa dei troppi impegni di Diane-
-Sa a cosa si riferisse?-
-Non con precisione ma so che Diane spesso stava fuori casa anche due o tre giorni e che quando tornava era in pessime condizioni-
-In che senso?-
-Sa, alcool, droga.. ma la mia Rachel no!- precisò subito l'uomo -Lei non ha mai fatto cose di questo tipo-
-Non ne dubito- disse subito Emily per poi cambiare discorso -Sua figlia poteva avere dei nemici o qualcosa del genere?-
-No, lavorava in un negozio di abbigliamento e per il resto andava in palestra e usciva col ragazzo.. in realtà non aveva nemmeno molti amici-
-Non è tornata a casa dalla palestra, vero?-
-Sì, la polizia ha ritrovato il suo motorino parcheggiato proprio davanti alla palestra ma di lei.. nessun segno- bisbigliò l'uomo poggiando fra le mani il viso stanco.

Appena vide che tutti erano rientrati alla stazione di polizia si precipitò nell'ufficio che avevano occupato per far sapere alla squadra quello che lei e Garcia avevano trovato. Le vittime si conoscevano a due a due e almeno tre di loro facevano una vita sconclusionata.
-Mancanza dal lavoro, dall'università, da casa.. come se alcuni giorni non gli avessero vissuti- disse Jennifer
-Il padre di Rachel Meyerist ha detto che Diane Micchell spesso non tornava a casa e quando lo faceva era sotto gli effetti di alcool e droga-
-Noi abbiamo trovato uno strano simbolo sulla corteccia di un albero nel luogo del ritrovamento dei cadaveri- disse Morgan mostrando il proprio palmare con la foto che aveva scattato.
-Sembra un cerchio con sopra una sorta di asterisco..- borbottò Spencer osservando quel disegno -..però non mi dice nulla-
-Il medico legale ha detto che la violenza nelle vittime è aumentata pian piano- incominciò April -E che le ultime vittime hanno subito violenza sessuale probabilmente da parte di più uomini-
-Tutte queste cose possono portarci solo in una direzione..- mormorò Emily
-..un gruppo, una setta- finì David
-Dobbiamo capire a chi appartiene questo simbolo-
-Non possiamo distribuirlo ai media, se viene collegato a qualche persona potrebbe nascere il panico e la vendetta personale-
-Potrei mostrala ai miei uomini- intervenne l'agente Bertis
-Sì, forse è l'unico modo.. e speriamo che qualcuno lo riconosca-

Derek entrò in quel bar tranquillamente e senza dare troppo nell'occhio venne seguito anche dal proprio capo. Un agente aveva riconosciuto quel simbolo come ricamato su una bandiera affissa sulla parete principale di quel tetro locale.
Aaron gettò un'occhiata a quel drappo blu decorato con quel simbolo in bianco. Corrispondeva. Spostò lo sguardo verso il barista, intento a sciacquare dei bicchieri. Era un ragazzo non molto altro dai capelli castani e gli occhi azzurri e gelidi come il ghiaccio.
-Gestisce lei questo locale?- chiese Morgan poggiandosi al bancone
Il ragazzo alzò lo sguardo verso i due che gli mostrarono il distintivo e subito i suoi movimenti si bloccarono. Poi, lentamente, posò i bicchieri che teneva in mano e si avvicinò ai due agenti. -No, io ci lavoro soltanto-
-E il proprietario c'è?-
-Chi lo cerca?- chiese una voce da dietro, di un uomo appena entrato nel locale. Era un uomo alto, piazzato e dagli occhi scuri come la pece.
-FBI- rispose prontamente Hotchner mostrando il distintivo
-Uhm- sbottò l'uomo -Lui è Sebastian Jenkins un mio dipendente-
-E lei è?- chiese a denti stretti Morgan
-Liam Reewell, il proprietario di questo locale-
-Come le è arrivata quella bandiera qua dentro?-
-Quella? Quella l'ha fatta mia moglie prima di morire. Ho deciso di metterla qua per ricordarmi di lei e di come era servizievole-
-Servizievole?- chiese in un ghigno Aaron
-Non riconosce il simbolo? La femminilità con una croce a sbarrarla-
-Cosa intende dire?-
-Chi vede in questo bar crede nell'uomo dominatore-
-Nell'uomo che può fare tutto ad una donna?-
-E' più una filosofia di vita, agente- sbottò Liam -Non mi guardi con quel disprezzo.. alla fin fine tutti noi crediamo che le donne ci debbano servire-
-E applicate questa.. filosofia, con ogni donna che incontrate?- ringhiò Derek
-E' un'interpretazione di vita, agenti!- esclamò l'uomo -Portiamo il dovuto rispetto alle donne ma poi le scegliamo in base alle loro qualità e alla loro mentalità servizievole-
Hotch guardò quell'uomo parlare come se stesse declamando una poesia con una grande verità. Gli fece pena. Pena. Un uomo che per attirare una donna doveva sottometterla? Una vera tristezza. Si girò ed osservò come tutti i presenti nel locale si fossero girati ad ascoltare quell'uomo. Jenkins lo guardava come se fosse Dio in terra. Tutti erano assorti nelle sue ciarlatanerie e il peggio era che sembravano credergli veramente.
-Senta- lo interruppe bruscamente Morgan -Dove si trovava due sere fa?-
-Due sere fa?- chiese pensando mentre incrociava lo sguardo col barista -Al cinema con te, vero Sebastian?-
Jenkins annuì tornando a lavare i bicchieri.
-Conosceva queste ragazze?- chiese allora Aaron mostrando le foto delle vittime.
-Carine!- sbottò l'uomo -Comunque.. conoscevo Diane, una vecchia storia d'amore-
-La frequentava ultimamente?-
-No, veniva in questo locale ogni tanto, tutto qui-
-Ovviamente solo qualche chiacchiera!- sbottò una ragazza di una ventina d'anni appena entrata nel locale
-Carla per favore, va di là.. questi uomini stavano per andarsene-
La ragazza lo guardò sospirando e sbattendo le ciglia per poi dirigersi nella direzione che gli aveva indicato Reewell con un cenno della testa.
Morgan ed Hotch si scambiarono uno sguardo per poi vedere come l'uomo avesse allungato una mano verso la porta d'ingresso così da fargli capire che non erano più i benvenuti in quel locale. Derek lo guardò negli occhi mentre usciva e un solo pensiero passava per la sua mente: quell'uomo doveva sapere molto di più di quanto aveva raccontato.

-Ci sta sfuggendo qualcosa- disse Rossi strofinandosi il volto con le mani -Sei ragazze uccise e nessuna traccia-
-Solo quel simbolo.. deve dirci qualcosa!- sbottò Hotch da poco rientrato assieme a Morgan.
-Il profilo ci dice che stiamo cercando un sadico, un uomo che prova piacere nella sofferenza altrui- incominciò Emily
-Le vittime sono giovani donne ma di aspetto e ceti completamente differenti-
-Non sta prendendo a modello una persona del suo passato.. sta creando qualcosa di nuovo- disse Spencer afferrando una foto dei cadaveri -I corpi sono abbandonati senza cura-
-Il medico legale ha detto che allo stupro possono aver partecipato più uomini- ripeté April
-Un simbolo, più uomini, una donna torturata e stuprata.. non c’è altra soluzione, tutto questo fa parte di una setta!- esclamò Aaron ripensando ai momenti passati in quel locale e a tutti i volti adoranti dei presenti quando Reewell parlava.
-Questo vuol dire che non stiamo parlando di un solo s.i.- disse perplessa Jennifer
-Non è detto, ci può essere il capo, il vero killer, e gli adepti che lo seguono e accondiscendono ad ogni suo desiderio- spiegò Prentiss
-Può darsi che sia stata un'escalation.. le prime vittime torturate dal nostri s.i. e le ultime da lui e da almeno un'altra persona- ipotizzò Rossi
-Dobbiamo tornare in quel locale.. là avremo le nostre risposte- esclamò Derek afferrando il proprio giubbotto
-Aspetta- lo fermò Hotch prendendo il cellulare e componendo il numero di Penelope -Garcia devi trovare tutto quello che puoi su Liam Reewell-
-Liam Reewell, vediamo, vediamo..- si mise subito all'opera la maga dei computer del Bureau -..infanzia difficile i genitori sono morti quando lui era giovane, ha vissuto con lo zio che lo maltrattava ma grazie ai suoi risparmi ha potuto aprire il "Bridge" un locale..-
-Sì, lo sappiamo.. ha qualche altro recapito?-
-Abita in un appartamento sulla diciottesima ed ha una casa che tiene in affitto a Thistledown-
-Agenti!- entrò di corsa nell'ufficio Bertis -Abbiamo una donna che dice di sapere chi è l'assassino-
-Come?-
-La stanno portando qua.. dice di essere la causa di tutti gli omicidi-
-Ha detto chi è l'assassino?-
-No ma è la ex-ragazza di Liam Reewell-
-Morgan tu torna al "Bridge"- esclamò in un batter d'occhio Hotch -Prentiss ed io andremo all'appartamento mentre Reid e Johnson alla casa in affitto, non si sa mai-
-Io aspetto la ragazza con JJ- continuò David osservando i propri colleghi prendere le loro cose e avviarsi alle loro destinazioni.

-Un sadico che coinvolge nei suoi progetti altre persone.. quanto è probabile?-
-Non molto- mormorò a denti stretti Aaron pigiando sull'acceleratore -Ma Reewell è un egocentrico, un megalomane.. per i suoi ideali potrebbe aver coinvolto almeno una persona-
-Che assiste alla tortura?- chiese Prentiss scuotendo la testa
-Sì, quello è il suo modo per rendere vivi i suoi insegnamenti. E' convinto che le donne debbano servire l'uomo senza ribellarsi-
-Un concetto nuovo..- ironizzò acidamente Emily
-Nuovo o no se così fosse..-
-..ci sarebbero molti altri cadaveri- finì la frase la donna, osservando gli occhi dell'uomo che aveva di fianco rabbuiarsi.
A quella vista un velo di tristezza le pervase il corpo. Era abituata a vedere il suo capo sempre accigliato e serio ma quella foschia che intravedeva adesso nei suoi occhi non l'aveva mai notata.
Non sapeva perché si sentiva a quel modo, aveva una strana sensazione addosso.. come una previsione nefasta. Scosse la testa cercando di scacciare via quei pensieri, adesso doveva concentrarsi al cento per cento su quel caso, su Reewell, e non doveva farsi influenzare da tutte quelle sensazioni negative che provava da quando era atterrato in Colorado.
Aveva deciso di portare con sé Emily proprio perché sapeva che lei era l'unica, in un modo o nell'altro, a farlo sentire distrattamente bene. A farlo sentire così vivo che quasi tutto il resto scompariva come per magia.
In un attimo si girò verso di lei incontrando i suoi occhi scuri e subito quel malessere che aveva provato svanì come per magia e lasciò al suo cuore una strana sensazione di leggerezza.
Quella donna era la sua cura.


IMMAGINE

April stava osservando i freddi boschi innevati passarle sotto gli occhi attraverso il finestrino dell'auto nella quale era seduta. La neve stava ricoprendo tutto di bianco ed anche la strada stava diventando pericolosa.
-Mi dispiace per prima-
Quella voce le arrivò ovattata alle orecchie. Lentamente, come al rallentatore, si girò verso il ragazzo che stava guidando. Aveva una strana espressione in volto, un sorrisino che April non aveva mai visto faceva da protagonista su quel volto che lei aveva imparato ad amare.
-Non avrei dovuto chiederti di non venire a parlare col medico legale- continuò Spencer capendo di essere entrato in un vortice senza fine. Non poteva certo dirle che lo aveva fatto per lei, per proteggerla, per tenerla lontano da quei corpi massacrati le cui immagini non l'avrebbero mai più abbandonata.
Non sapeva cosa dire, non sapeva come reagire a quelle parole. Sul momento si era arrabbiata con lui, la credeva una bambina da proteggere? Ma subito aveva intuito i pensieri di Spencer e il suo comportamento in quella visita le avevano confermato ciò che pensava: era preoccupato per lei. Ma adesso quelle parole.. quel sorriso così dannatamente naturale su quel volto perfetto.. di slancio portò la sua mano su quella del ragazzo che stringeva il volante.
A quel contatto inaspettato Spencer sobbalzò tirando una veloce occhiata ad April. Le guancie gli si colorirono di un leggero rossore così a diventare come quelle della ragazza che gli stava sorridendo timidamente.

David stava ascoltando quella ragazza da ormai una buona mezzora. Diceva che Liam Reewell era il suo ragazzo prima che provasse a fare strani giochetti con lei e con il suo corpo. Diceva che lui voleva provare quanto lei fosse pronta a resistere e sopportare per lui. E lei, lei lo aveva lasciato e si era allontanata dalla città. Era tornata a Ouray solo da qualche giorno e quando aveva sentito di quelle ragazze aveva subito pensato a Liam.
Rossi scosse la testa mentre quella donna continuava a parlare. Tutti gli indizi puntavano contro quell'uomo ma di effettivo, di concreto, in realtà, non avevano nulla.
-In più.. conoscevo Diane, Diane Micchell- continuò la ragazza -Era una dura.. tutto il contrario delle donne che piacevano a Liam, ma era sempre stato attratto da lei-
-Sappiamo che aveva avuto una storia con lei-
-Oh no.. no! Diane non lo sopportava, direi quasi che lo odiasse-
-Perché mentire allora..- bisbigliò David alzandosi e notando che nell'altra stanza erano appena tornati Hotch e Prentiss. -Aspetti qua, torno subito- disse alla ragazza prima di precipitarsi dal resto del team -Reewell non ha avuto una storia con Diane Micchell come lui aveva detto-
-Come?- chiese Aaron tirando un'occhiata alla stanza vicina e intravedendo una donna dai capelli castani.
-Se non è mai stata la sua ragazza..- incominciò Emily
-..lo ha immaginato- finì David puntando gli occhi in quelli di Hotch appena prima che il suo telefono squillasse -Pronto?-
-Garcia. Ho trovato una cosa che non vi piacerà.. L'ultima inquilina della casa in affitto di Reewell è stata proprio Diane Micchell-
-Perché non lo sapevamo?-
-Perché era un atto a nero.. che però sono riuscita a recuperare-
-Sei magica Penelope!- esclamò Emily che aveva sentito visto che Rossi aveva subito impostato il vivavoce.
-Aspettate- esclamò Jennifer con un'espressione stordita in volto -Ma in questo modo la casa in affitto potrebbe essere il luogo delle torture e delle uccisioni..-
-Ed April e Spencer stanno andando là!- gridò Emily portando una mano alla fronte
A quelle parole Hotch afferrò prontamente il suo telefono e compose il numero di Morgan -Reewell non era al suo appartamento, è là al bar?-
-No, qua non c'è. Il barista ha detto che se n'è andato subito dopo la nostra visita.. e lo ha confermato anche quella ragazza che abbiamo visto entrare nel locale-
-Derek, torna immediatamente qua. Abbiamo un problema-

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Criminal Minds / Vai alla pagina dell'autore: JulyAneko