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Autore: Erin Inkhand    30/05/2009    4 recensioni
Attenzione! Non è mai stata nostra intenzione lasciare questa storia incompiuta. Torniamo oggi, 30/3/2010, per sognare ancora un po', dopo un anno.
– Immagina, Ely… – Ceci si volta, quasi gridando per sovrastare la musica, – il Palabam rumoroso, la folla urlante, le luci scintillanti, e poi… e poi – si blocca, non riuscendo a reprimere un imbarazzante singulto di eccitazione – …loro! –
– SI’! Quasi non riesco a crederci… ci stiamo andando davvero… DAVVERO! –
– E questo supera ogni più roseo desiderio! Ogni più sublime fantasia! Ogni più… –
– Il tono elogiativo durera fino al concerto, ragazze? – domanda esasperato Claudio, inarcando le sopracciglia.
– Certo! – gridiamo all’unisono – e anche dopo! – aggiungiamo, gli occhi luccicanti.

Dark Gig Of Wonders nasce dall'ardente desiderio di esprimere l'oceano di emozioni che ci ha travolte il 30 Marzo 2009, consce che, nel tentativo di descrivere la perfezione, ogni parola si tramuti in un inutile eufemismo.
Dark Gig Of Wonders è la cronaca di un sogno.
Ma Dark Gig Of Wonders, benché sia scritta da due fan indubbiamente ossessionate, non è la solita, stupida fyccyna su un gruppo musicale. I Nightwish meritano di più, perché non sono solo un gruppo musicale. Nightwish è vita.
A quattro mani: Cerridwen Shamrock e Ceci Princessofbooks
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Proprio oggi, mentre passeggiavamo per le vie del centro, ci siamo chiese come fosse la nostra vita prima di scoprire i Nightwish.

Non abbiamo trovato la risposta.

 

Dark Gig Of Wonders nasce dall’ardente desiderio di esprimere l’oceano di emozioni che ci ha travolte il 30 Marzo 2009, eletto a giorno più bello della nostra vita – maledicendoci per non essere riuscite a trovare un aggettivo più raffinato di bello.

Abbiamo deciso di narrare la nostra avventura da fan ossessionate, dividendo la storia in tre parti: l’alienante mattinata a scuola, mentre cercavamo invano di convincere i professori che la nostra attenzione era completamente rivolta alle loro lezioni; il delirante viaggio da Torino, dove abitiamo, a Mantova; l’idillio del concerto.

Nonostante la vena autoironica che caratterizza questo racconto, ci siamo mantenute strettamente fedeli alla realtà – addirittura, abbiamo riportato dialoghi che sono rimasti impressi a fuoco nella nostra memoria, come quasi ogni secondo di quella giornata.

~

A chi ha vissuto con noi l’incanto di quelle due ore di  concerto.

A chi non potrebbe più vivere senza i Nightwish.

A chi legge soltanto.

 

Ely & Ceci

~

 

Dark Gig Of Wonders

 

 

I – Lead us astray to dreamers’ hideaway

 

 

Ore 9.00

 

“Lisia, figlio di Elpenore, figlio di Lisia Siracusano, giungendo ad Atene…”

 

Once I wished for this night,

Faith brought me here…

 

“…avendolo convinto Pericle – e qui c’è, come potete vedere, un genitivo assoluto con un participio aoristo…”

 

It’s time to cut the rope and

Fly to a…

 

– Elena e Cecilia, state canticchiando? –

– Eh?! Ah, sì… cioè, no, certo che no! Ehm, un participio aoristo, ovvio… –

 

Lunedì 30 Marzo 2009.

Cosa crede che potremmo fare se non canticchiare con lo sguardo sognante perso in contemplazione mistica del vuoto – o meglio, del poster dei Nightwish appeso alla parete?

 

– Ragazze, che io sappia non serve battere il tempo con il piede per tradurre una versione di greco… o sbaglio? –

– No, no, non sbaglia… –

Tento un sorrisino spiritoso, ma lo sguardo della professoressa è piuttosto eloquente.

– Traduci, che è meglio. –

– Certo… dunque… –

Annaspo per un istante sul testo cercando di capire a che riga fossimo arrivati, e imploro aiuto lanciando una disperata occhiata a Ceci, ma il suo sguardo è vacuo quanto il mio.

La professoressa tossicchia, e mi preparo al peggio, ma quando la guardo vedo che sta tentando invano di non ridere… ehi, un momento. Ridere?

– ?e???????? pe?sa?t?? a?t??… – suggerisce, con un’occhiata complice.

– Oh! Certo, un genitivo assoluto, – azzardo una traduzione credibile per il resto della frase: – e poi continua con un participio congiunto: “essendo, mh, suo amico ed ospite…” –

Spero che dalla mia voce trapeli la gratitudine per aver evitato di infierire rimproverandoci per quella scena pietosa.

– Mh… va bene, – sempre tentando di celare un sorriso dietro alla sua espressione impassibile, la professoressa si rivolge ad un’altra malcapitata: – continua tu la traduzione. –

Dissimulando un profondo respiro di sollievo, lancio un’occhiata a Ceci, e non riusciamo ad evitare di scoppiare a ridere; lei sposta di qualche centimetro il libro di greco, per tornare alla lettura – decisamente più piacevole – del testo di Dark Chest Of Wonders, che spunta ora per metà da sotto all’inquietante volume delle versioni.

– Bene, – sussurra, concentrata, – dovremmo proprio saperla… –

– Perfetto! – rispondo, afferrando con noncuranza un altro foglio dal mio quaderno, – allora ripassiamo questa… –

 

Getaway, runaway, fly away,

Lead me astray to dreamers’ hideaway…

 

*

 

Ore 12.00

 

Mentre il trillo quasi assordante della tanto agognata campanella dell’ultima ora risuona per tutti i corridoi della scuola, i tratti nitidi della matita campeggiano finalmente sul banco, arricciandosi sulle sinuose linee delle lettere: It’s Nightwish time!

Finiamo di cancellare accuratamente la scritta – 10, che fino a poco prima si stagliava al posto della nostra frase trionfale.

Quel conto alla rovescia silenziosamente estenuante era cominciato mesi prima: stoicamente, dal giorno in cui avevamo avuto i biglietti stretti fra le mani, avevamo segnato cifre ciclopiche su quel banco che assisteva impassibile alle nostre vite da fanatiche ossessionate, mentre i numeri dei giorni, troppo lentamente, diminuivano; ma alle otto di stamattina, entrate in classe, la cifra che subito ci siamo precipitate a scrivere non indicava più i giorni… e ad ogni campanella, trepidanti, l’abbiamo cancellata e sostituita, assistendo con crescente eccitazione al diminuire delle ore che ci separavano dal grande momento.

Ci permettiamo un istante per contemplare le nostre opere con cui avevamo adornato l’aula invece di trascorrere due ore in palestra ad eseguire pratiche masochiste di dubbia utilità: i versi di Dark Chest Of Wonders fiammeggiavano sul velo nero della lavagna, accanto alla maniacale effige di Once, disegnata con maestria da Ceci.

– Addio… e non dimenticatevi di me! – esclama accorata Marty, la nostra inseparabile compagna d’avventure, in una perfetta esibizione melodrammatica, abbracciandoci come se stessimo per salpare verso il Polo Nord – e, soprattutto, non dimenticatevi di portarci le foto! – intervengono Sara e Anna, i volti illuminati da sardonici sorrisi, – che vogliamo vedere le nostre figlie dei fiori in versione metallare! –

Ormai quasi incapaci di formulare frasi che non contengano le parole Nightwish o concerto, ridiamo, promettiamo solennemente di scrivere a Marty e di non separarci mai dalla macchina fotografica, e ci cataputiamo fuori dalla scuola.

Libere di volare verso un sogno.

 

~

 

Prossimo aggiornamento: 6/6/2009

  
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