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Autore: floricienta    29/01/2017    0 recensioni
In una società governata dalla tecnologia più avanzata combinata alla forza del Mana, la divinità dell'oceano, Tangaroa, minaccia la sopravvivenza del genere umano, costringendolo a ritirarsi a vivere sulle aeronavi e obbligandolo a compiere sacrifici per beneficiare la propria benevolenza.
È in questo contesto che si intrecciano i destini e i sentimenti di due persone. Ari, un ragazzo timido e pauroso, che si è visto portar via tutto ciò che di più caro gli era al mondo, e con un potere dentro di lui che non può neanche immaginare; e Nael, un ladruncolo di strada che, per diverse vicissitudini, si è ritrovato a convivere proprio con Ari, aiutandolo giorno per giorno a diventare sempre più forte con la sua presenza.
Un insieme di turbamento, tristezza, felicità, disperazione, amore.
Sarà proprio la catena che li lega indissolubilmente a determinare la salvezza o la distruzione dell'umanità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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CAPITOLO 21
433

 

Marzo, anno 433 del XII periodo


Ormai, Nael, dormiva ogni singola notte nel suo letto.
Ari non si era neanche accorto di come fosse avvenuto il passaggio da una volta quando capitava a sempre, di certo non gli era stato chiesto il permesso. Era semplicemente successo.
Stava pensando a come fossero finiti a dormire insieme, ma tutto quello che gli venne in mente fu una sera dove aveva affermato di avere freddo e Nael si era presentato nella sua camera, qualche minuto dopo che si era coricato, e si era sdraiato al suo fianco.
Dopo quella volta non ricordava più una singola notte passata da solo.
Non che gli dispiacesse, anzi, più aveva intorno a sé quel ragazzo e più sentiva il cuore leggero.

Sono già passati più di due anni...

Era un lungo periodo di tempo, eppure sembrava che fosse trascorso in un batter d'occhio.
Così come era cambiata la loro relazione, che d'un tratto era diventata molto più intima di prima. Erano arrivati a raccontarsi tutto l'uno dell'altro e non c'era più niente che non sapessero del passato reciproco. La cosa li aveva avvicinati di parecchio, nonostante già lo fossero abbastanza.

Ha perso i suoi genitori che non era che un bambino piccolo, poi è scappato di casa, ha vissuto da mendicante... per quanto possiamo condividere certi dolori e sembrare uguali, in realtà siamo molto diversi. Io non avrei mai avuto il coraggio che ha avuto lui nell'abbandonare tutto per inseguire una strada che potesse renderlo più felice.

Un qualcosa che li distingueva era il carattere con cui affrontavano la vita: se Ari era quello timido, impacciato e pauroso di tutto, Nael era quello spavaldo, sempre solare ed esuberante.

Facciamo proprio una bella accoppiata.

Trattenne una risata per non far svegliare l'altro.
Si girò a pancia in su e voltò il capo verso di lui, scorgendo la capigliatura nera che sbucava da sotto le coperte e percependo il sospiro leggero che usciva dalle labbra, che dovevano essere socchiuse.
Ultimamente aveva osservato parecchio Nael, ne aveva tutto il tempo in quelle notti dove non riusciva a cadere tra le braccia di Morfeo, e aveva prestato attenzione per la prima volta ai suoi lineamenti.
I capelli non erano lunghi ma molto folti e alcuni piccoli ciuffi ricadevano delicatamente sui suoi occhi, questi erano stupendi e magnetici e si dispiaceva di non poterli vedere anche mentre dormiva; si sarebbe sicuramente perso nell'ammirarli. Il suo volto aveva proporzioni perfette e così il resto del corpo, che si era sviluppato con il passare del tempo fino a mostrare dei muscoli tonici.

Semplicemente bellissimo.

Di fatto era il ragazzo più bello che avesse mai visto, ma dall'altra parte si sentiva terribilmente a disagio nel pensare ad una cosa del genere, però lo era e questo lo convinse che non fosse un male ribadirlo.
In quel momento, però, era voltato verso la porta e dovette lasciar vagare l'immaginazione. Vide Nael davanti a sé che lo rassicurava e fu contento che, in realtà, stesse dormendo, perché le sue guance avevano preso una tonalità rossa accesa e si addormentò con questi pensieri nella mente e il sorriso sulle labbra.



Nael si svegliò che era ancora notte fonda, sentiva i suoi occhi chiedere pietà per tornare a dormire e il resto del corpo richiedeva lo stesso.
Avvertì, però, qualcosa che lo solleticava sulla schiena; solo voltandosi capì che fosse la mano di Ari abbandonata sul materasso al di sopra delle lenzuola che l'aveva sfiorato sulla maglietta con le dita.
Da quando aveva preso a dormire con lui tutto era andato in salita, o in discesa, dipendeva da che punto lo si guardasse.
Natanael non faceva che volergli rimanere vicino e quello che provava si era amplificato ancora di più.

E io non faccio che venir trascinato giù a picco da questo calore, che non so se sia giusto provare per qualcuno che non mi mostra di voler esser riscaldato.

Ingoiò a vuoto e si mise supino senza distogliere gli occhi dal volto del biondo.
Ari gli aveva raccontato tutto della sua vita e finalmente poteva comprenderlo a pieno e lui aveva fatto lo stesso. Sentirlo narrare di sé con la voce timida e a volte tremante gli aveva riempito il cuore ancora una volta e più ci pensava e più credeva che non fosse del tutto naturale quello che gli stava succedendo.
Aveva voglia di piangere.
Essere coinvolto in questo modo era qualcosa che non aveva mai sperimentato nei suoi diciotto anni di vita. Proprio per questo ancora non l'aveva accettato, non voleva ammetterlo.

Sono uno stupido...

Non c'era bisogno di sentirsi così, non poteva permettersi di farsi vedere in quello stato da Ari o avrebbe mandato in fumo i due anni dove aveva provato a fargli tornare il sorriso, tutto per un suo capriccio.

Lo sono davvero.

Fissò la mano del ragazzo. Le dita erano appena ripiegate su se stesse ma erano piuttosto rilassate, senza chiudersi a pugno.
Natanael sospirò appena e non ci pensò due volte che avvicinò la propria mano alla sua, senza toccarla. Mosse lievemente il mignolo fino a sfiorare il pollice di Ari e lo accarezzò con tenerezza.
Quante volte avrebbe voluto buttarsi su quel ragazzo mentre dormiva e tenerlo stretto a sé per tutta la notte, baciandogli la chioma bionda e sentendo il respiro sul suo collo.
Non sapeva se l'altro gliel'avrebbe permesso, quindi non si era azzardato a qualcosa del genere. Inoltre, capitava che la sua mente viaggiasse anche molto più in là di quello.
Avvicinò ancora di più la mano e intrecciò il pollice e l'indice di Ari con le sue dita, senza stringere troppo, e ammirò il suo volto rilassato che stava dormendo profondamente.

Ari...

Sentì chiaramente le lacrime agli occhi, ma le cacciò via strizzandoli e pensando ad altro.

Non riesco a pensare ad altro se non a te.

Si portò il braccio libero sulla fronte e prese un respiro profondo.
Aveva la gola secca e si concentrò unicamente su quel contatto che lo stava facendo sentire bene da una parte e ancora più in colpa dall'altra.
Ingoiò a vuoto e provò a riprendere sonno.
Qualche istante dopo spalancò gli occhi.

Sto sognando?

La mano di Ari si era stretta alla sua e lo teneva forte, troppo forte per un ragazzo che stava dormendo.
Voltò lentamente il capo fino a far cadere lo sguardo sulle loro mani che erano davvero unite e poteva sentire i muscoli dell'altro contratti su quella morsa.

Ari?

Non riuscì a emettere nessun suono, ma non ce ne fu bisogno perché anche il biondo si era accorto che fosse sveglio e le sue guance si erano dipinte appena di rosso.
Ari provò a lasciare la sua mano, tuttavia Nael non glielo permise, intrecciando le dita ancora più forte fino a farle diventare bianche e provando un lieve dolore.

Forse mi sto facendo troppi problemi per nulla.

Natanael gli sorrise e rilassò i muscoli senza lasciare la presa; così Ari gli sorrise in risposta.
Aveva sentito subito le dita di Nael sulla sua mano, ma non aveva avuto il coraggio di avvertirlo che fosse sveglio e aveva intenzione di vedere fin dove si sarebbe spinto e, quando aveva sentito le sue dita non muoversi oltre, non aveva esitato nell'intrecciare completamente le mani.
Era un contatto così piacevole.
Però, non si era aspettato che fosse ancora sveglio dopo tutti quei minuti e si era sentito sprofondare nell'imbarazzo. Per fortuna, il sorriso di Nael gli aveva regalato l'ulteriore senso di protezione.
Non doveva stupirsi del fatto che non si fosse ritirato a quel contatto; era semplicemente ovvio.
Forse era un comportamento strano, forse non avrebbe dovuto, eppure quanto voleva che Nael adesso lo abbracciasse e gli sussurrasse qualche frase dolce.
Non accadde, malgrado Nael si fosse avvicinato di poco a lui senza staccare le mani e avesse continuato a sorridere.
Passarono qualche minuto a guardarsi a vicenda senza pronunciare mezza parola, ognuno troppo impegnato nelle proprie fantasticherie.
Probabilmente era passata almeno un'ora prima che Ari si fosse addormentato di nuovo e Nael lo stava ancora osservando nell'oscurità.

Devo smetterla di complicarmi la vita quando, invece, dovrei solo prendere quello che essa mi offre.

Sfrusciò una gamba sotto le coperte fino a incontrare quella di Ari e si accostò a questa.

In questo momento mi sta offrendo Ari...

Non resistette più e si lasciò sfuggire una lacrima e poi un'altra ancora e così via, in silenzio senza smettere di sorridere.

...e io non me lo lascerò scappare.

Valeva più del cibo che era costretto a rubare per non morire mentre viveva per strada.
Chiuse gli occhi ancora inumiditi e le guance incrostate, riprovando a dormire.
Le loro mani erano unite più che mai.

Ti voglio bene, Ari.

 

 

Aprile, anno 433 del XII periodo

Ari tossì più volte, toccandosi la gola.
Ormai il suo corpo si stava sviluppando verso l'età adulta e la sua voce aveva appena iniziato a stabilizzarsi ed era scesa di qualche tono rispetto a quando non era che un bambino.
“Sembri un'oca.” esordì Nael.
“Stai zitto.”
Ari lo fulminò con lo sguardo e mise al suo posto i secchi appena usati per distribuire il mangime delle galline.
“Forse dovresti tu.” continuò a prenderlo in giro solo per misurare la sua reazione e poter vedere le guance imporporirsi.
Invece, Ari uscì dalla stalla con passo svelto e i pugni serrati lungo i fianchi, come se si fosse arrabbiato sul serio.

Che bambino.

Nael scosse la testa e quasi corse verso di lui, ormai già fuori dalla stalla, e lo abbracciò da dietro, circondandogli il collo con le sue braccia muscolose.
Ari si bloccò di colpo e sussultò appena sentendosi così avvinghiato, tuttavia non si oppose, anzi, si rilasso contro il petto dell'altro e socchiuse gli occhi.
Ormai aveva capito perfettamente di aver bisogno di quelle attenzioni, così come la girandola del vento o non sarebbe servita al suo scopo. Così credeva di essere senza Natanael, inutile e dimenticato dal mondo. Invece, il suo calore, le sue effusioni – che erano aumentate di parecchio rispetto al solito e ancora non capiva dove fosse stato il passaggio per farle diventare così abitudinarie – e persino le sue battute derisorie erano una necessità per il proprio corpo e per continuare a stare bene.
Nael, difatti, aveva notato che l'altro lo lasciava fare e lui ne aveva approfittato per il proprio vantaggio e aveva preso a stringersi contro di lui ogni qual volta ne avesse l'occasione. Soprattutto di notte l'avvolgeva con un braccio dietro la schiena e lo premeva contro di sé e così succedeva anche durante la giornata senza un motivo preciso.
O meglio, Natanael aveva ben capito quale fosse il motivo per quanto riguardasse se stesso, ma non era convinto che fosse ricambiato allo stesso modo, nonostante Ari non mostrasse mai segni di turbamento eccessivi, se non il solito imbarazzo che aveva imparato ad apprezzare perché gli faceva diventare di una tonalità magnifica le iridi e gli zigomi.
Sentiva in fondo al suo cuore ancora della tristezza per quel sentimento che non era in grado di gestire, eppure la felicità che ne scaturiva nell'avere Ari al suo fianco e di poterlo percepire in qualche modo andava ben oltre.
Nael affondò il mento nei capelli cenere dell'altro e prese a baciargli la capigliatura proprio nel punto in cui una piccola molletta teneva indietro il ciuffo, per non farlo andare sopra gli occhi mentre lavorava.
Sentì un piccolo verso fuoriuscire dalle labbra di Ari, forse avrebbe voluto lamentarsi di qualcosa, ma la timidezza l'aveva bloccato prima di riuscire a spiaccicare parola.
A volte, Nael, credeva di esagerare in effetti, però aveva surclassato il problema dell'età e non aveva posto molti freni alle sue azioni, almeno non per quelle piccolezze.
Inspirò l'odore di Ari, che tanto somigliava a quello che poteva sentire sulla riva del fiume che scorreva di fianco alla fattoria, e se ne inebriò rilassando i muscoli e continuando a schioccargli un'infinità di baci sulla testa.
Ad un tratto, percepì la mano dell'altro sulla sua e lasciò appena la presa sulla sua spalla per poter intrecciare le dita.
Ari si sentiva in imbarazzo, eppure fece in modo di non turbare l'altro con il suo atteggiamento timoroso e accolse con molto piacere quel contatto, rimanendo stretto a lui con un braccio a penzoloni e le gambe che quasi stavano per cedere.
“Com'è cresciuto in fretta il mio piccolo bambino...” sussurrò Nael tra la sua chioma.
Ari si sentì mancare il fiato per qualche istante e pensò davvero di cadere a terra senza sapere il motivo.
Natanael si divertì nel prenderlo ancora una volta per i fondelli, tuttavia era qualcosa su cui stava riflettendo realmente.

Era davvero non più che un bambino quando ci siamo incontrati e adesso è un bellissimo ragazzo e non solamente esteriormente. Tutto quello che fa lo dipinge come bellissimo...

Nael lo strinse fino a farsi diventare le nocche bianche e avvicinò le labbra al suo orecchio per posargli un lieve bacio.

Adesso lui ha quattordici anni e...

All'improvviso, spalancò gli occhi e si staccò dalla stretta.
“Nael?” Ari si voltò verso di lui, preoccupato.
Nella mente del maggiore stavano passando una serie di immagini che non sarebbero dovute essere lì in quel momento.
“Aspetta, aspetta...!” Nael frappose le mani tra loro due e le sventolò a destra e sinistra.
“Cosa ti prende?”
“Adesso sei grande e quindi...” ingoiò a vuoto. “Insomma... sai come funziona, no?”
Ari notò che fosse evidentemente agitato e non ne capiva la ragione.
“Cosa?” domandò confuso.
“Sai a cosa mi riferisco...” Nael si portò una mano alla fronte, sospirando esageratamente. “Il mondo è fatto di femminucce e maschietti e questi possono creare una nuova vita.” gesticolò un po' con le mani senza saper bene cosa fare.
“Nael..?” il volto di Ari diventò bordeaux, avendo intuito dove stesse andando a parare.
“Non dovrò mica farti il discorsetto da bravo padre!” Natanael era partito in quarta.
In fondo, lui l'aveva sempre visto come un fanciullo innocente che non sapeva niente della vita, ma c'erano cose che uno doveva pur sapere.

Non può certo credere che sia nato da sotto un cavolo.

Dato che Ari non accennava a rispondere, continuò a parlare.
“A me l'ha dovuto fare Rorik e non è stato per niente un bel momento, credo che mi abbia sconvolto parecchio con i suoi esempi, quindi cercherò di non prendere spunto da lui.”
“Smettila!” Ari ormai aveva la voce tremante dall'imbarazzo. “So già queste cose non c'è bisogno che sia tu a raccontarmele!”
Natanael si bloccò di colpo e indietreggiò di un passo con un sospiro profondo.

Cosa accidenti sono andato a pensare.

Si grattò la testa e prese a ridacchiare, tuttavia si accorse che l'espressione dell'altro non accennava a cambiare e un ulteriore pensiero si fece strada in lui.
“Ari...”
Non avrebbe dovuto parlare ancora di certe cose perché sentiva di non potersi controllare a pieno, tuttavia non poté non accertarsi anche di un'altra questione.
“Sai anche come funziona quello che ci distingue dalle femminucce?”
Il maggiore sentì le guance andare a fuoco.
“Nael! Basta!” Ari si tappò le orecchie e prese a camminare per tornare in casa.
Era stato cresciuto lontano da tutto e tutti, ma non era così ingenuo da non essere consapevole di certe cose e, di certo, affrontarle con Nael non sarebbe stato il massimo per lui e il suo impaccio.
Il moro gli si accostò.
“Guarda che è importante che tu sappia. Mi sto solo preoccupando per te e per i bisogni del tuo corpo.”

Oh, cazzo!

Adesso non solo le sue gote si erano incendiate. Aveva creduto che dirlo non sarebbe stato lo stesso di fantasticare Ari davanti a sé in quel modo, invece aveva sortito un effetto che il corpo di un diciottenne non poteva mascherare così facilmente.
Rimase dietro ad Ari sperando che non si accorgesse di niente.
“Non c'è bisogno che ti preoccupi, so già tutto e...e...” Ari era visibilmente turbato e in preda a un attacco d'ansia con la voce balbettante che non riusciva a compiere una frase di senso compiuto.
Ma come gli era saltato in mente di parlare di certe faccende? Non era un qualcosa che poteva gestire con un tipo come lui.

Bravissimo, Nael. Adesso non solo hai agitato Ari, ma hai bisogno di una bella doccia fredda in solitudine per placare quello che hai acceso con la tua immaginazione.

Si sarebbe voluto sotterrare dalla vergogna e, probabilmente, anche Ari avrebbe voluto. Ciononostante, la sua mente ormai aveva quella visione davanti ai propri occhi e sarebbe stato difficile farla scomparire.

Sono un pervertito senza il minimo pudore. Da quando ho cominciato a fantasticare su Ari in questo modo!

Cercò di mantenere il passo più piccolo rispetto all'altro per non farsi beccare e, solamente quando raggiunsero casa, poté correre al piano di sopra senza problemi.
Era da qualche mese che Ari non faceva che palesarsi nella sua testa anche in certi atteggiamenti e Nael non aveva l'autocontrollo per cambiare canale su un qualcosa che avesse il bollino verde adatto a tutta la famiglia.
Fortunatamente non era mai stato così stupido da permettere ad Ari di coglierlo sul fatto neanche una volta e proprio quello stesso pensiero rivolto a lui lo fece andare in crisi.
Si rimproverò tra sé e sé di non farlo accadere mai più in presenza di Ari e, quando uscì dalla doccia come nuovo, lo trovò a cucinare al piano di sotto e questo gli parlò come se avesse già dimenticato del discorso imbarazzante di pochi minuti prima e sul suo volto risplendevano nuovamente quel paio di occhi cristallini che lo guardavano con affetto.
Gli si avvicinò sfregandosi una salvietta in testa per asciugarsi i capelli e si abbassò per dargli un piccolo bacio appena al di sotto dell'orecchio.

Sono completamente cotto.

 



 

Agosto, anno 433 del XII periodo

Ari stava aspettando che Nael tornasse dalla città per poter mettere sui fornelli la cena, tuttavia, erano già passate parecchie ore e non era ancora arrivato.
Fuori c'era il Sole che stava cominciando a scomparire dietro alla collina, lasciando in ombra i campi.
Era rimasto a guardare fuori dalla finestra per tutto il tempo, ma non c'era traccia del ragazzo all'orizzonte e il suo cuore aveva preso a tamburellare fortemente in preda all'agitazione.

Dove sei, Nael?

Quasi stava per cedere al pianto.

Non te ne sarai forse andato, vero?

Quel pensiero era fisso nella sua testa.

Avevi detto che questa è la tua casa, che siamo una famiglia e stava andando tutto bene. Non puoi abbandonarmi per davvero.

Le lacrime avevano cominciato a fuoriuscire, incapace di padroneggiarle, e la vista gli si fece appannata.

Ti prego.

Tirò su con il naso e si portò una mano tra i capelli, disperandosi.
Aveva imparato a voler troppo bene a Nael per poter permettere che un qualcosa del genere accadesse. Più volte, ai primi tempi, si era ripetuto di non attaccarsi a lui per evitare di soffrire, ma era stato inevitabile.

Come non mi sarei potuto affezionare a te?

Tutto quello che aveva sempre fatto per aiutarlo e il modo in cui si era evoluto il loro rapporto era qualcosa di speciale che non poteva eludere il proprio cuore.
In quel momento vide una figura in lontananza che stava arrancando verso la fattoria, ma dovette aspettare che fosse più vicina per poterla riconoscere.

Nael!

Qualcosa non andava nel modo in cui camminava e non aveva con sé le buste della spesa.
Fu preso dal panico e corse da lui, che ancora non aveva superato la staccionata.
“Nael! Nael!” urlò con quanto fiato aveva in gola, le lacrime volarono via catturate dal vento.
Il moro lo vide e gli fece un sorriso, prima di accasciarsi sulle ginocchia come se finalmente fosse stato libero di riposare.
Ari sentì mancare un battito e si lanciò con più foga su di lui. Quando gli giunse appresso, notò che aveva delle contusioni sul volto e i vestiti strappati che lasciavano intravedere qualche graffio sulle ginocchia, per non parlare della fronte macchiata di sangue, probabilmente aveva una ferita su di essa.
“Che cosa ti è successo?” la sua voce uscì fuori strozzata e allarmata.
“Possiamo parlarne dopo?” sembrò quasi una supplica. “Mi fa male la testa e credo di star per svenire...”
Il sangue era uscito copioso dalla sua fronte e gli aveva macchiato tutta la parte destra del volto.
Ari fece un piccolo mugugno di consenso e usò tutta la forza che aveva per tirarlo su di peso e trascinarlo fino in casa. Optò che non fosse il caso di fargli salire le scale, quindi lo fece distendere sul divano in salotto.
“Vado a prendere qualcosa per pulirti, disinfettare, delle bende e dei cerotti!” disse tutto con foga, precipitandosi in bagno dove erano riposte tutte quelle cose.
Poi torno al piano di sotto e poggiò tutto sul tavolino.
“Ari...”
Si voltò verso di lui, tremante.
“Non piangere.”
Sobbalzò appena e si toccò le guance ancora bagnate da lacrime fresche.
“Non è successo niente di che. Sono solo un po' malconcio per colpa di un bastardo.” gli fece cenno di sedersi al suo fianco e così fece.
Gli portò una mano al volto per asciugargli le lacrime.
“Ti ha picchiato?”
“Oh, sì... eccome se mi ha picchiato.”
Nael gli spiegò in breve di come fosse stato coinvolto da alcuni ragazzi della banda di ladri di cui faceva parte e questi gli avevano chiesto di combattere contro un burbero di un'altra compagnia che li aveva derubati di una sacca di cibo.
Lui aveva pensato bene di derubarlo a sua volta, ma era stato scoperto e non aveva avuto possibilità contro quel tipo che se la sapeva cavare molto bene nel combattimento, al contrario di lui, però, era riuscito a scappare con la refurtiva e si era infine trascinato fino alla fattoria con un piccolo aiuto dei ladruncoli, che poi aveva congedato quando stava ormai per arrivare.

E io che ho pensato che te ne fossi andato da me. Invece ti sei premurato di tornare nonostante fossi ferito in questo modo.

“Dovevi scappare.” affermò Ari, dopo averlo spogliato per medicarlo anche sulle botte prese nel resto del corpo.
“Non si scappa dai problemi, soprattutto se sei tu stesso a crearteli.” non riuscì a finire la frase con un tono adeguato perché il biondo gli aveva appena messo dell'acqua ossigenata sul graffio sulla fronte e bruciava da morire.
“Scusa.”
Nael scosse il capo e si fece bendare.
Fortunatamente non sembrava così grave come dava a vedere e il sangue si era già fermato da qualche minuto. Ari sperò comunque che non avesse dei sintomi a causa di quel colpo sulla testa.
I capelli neri erano appiccicati alla pelle sudata al di sotto della fasciatura, ma Nael non si poté lamentare sotto le premurose cure di Ari e si ritrovò a sorridere.
“Questa è la prima volta che si invertono i ruoli.”
“Cosa?” domandò curioso.
“Di solito sono io quello che si occupa di te.”
Ari voltò il capo imbarazzato e lo puntò contro il pavimento. All'improvviso il suo cuore aveva preso a battere più velocemente.
“Grazie, Ari.”
“Non mi sembra che stia facendo qualcosa di molto utile...” sussurrò.
“Mh?”
“Rispetto a quello che hai sempre fatto tu per me, intendo.”
Nael sorrise di nuovo e, anche se ridotto in quello stato ammaccato peggio di una mela, era felice.
Felice che Ari lo stesse trattando con così tanto riguardo, felice che si fosse preoccupato per lui a quella maniera tanto da versare lacrime per lui, felice che si stesse crucciando per un qualcosa di così futile sempre perché lui era nel mezzo della situazione.
“Ari, sei uno stupido.”
Nael scoppiò a ridere e si dovette fermare poco dopo perché gli doleva la testa.
“Io stesso sono inutile.” continuò il biondo senza ascoltarlo. “Mi chiedo perché sei ancora qui.”

Perché dovresti vivere con uno come me? Ancora faccio fatica a comprenderlo.

Aveva dato sfogo a qualcosa che l'aveva sempre tormentato nel profondo. Lui non era come tutti gli altri, lui era un esiliato e per essere tale doveva rappresentare lo zero nella comunità.
“Che sciocchezze vai farneticando? Tu non sei inutile. Non deve neanche sfiorarti l'idea.”
“Come fai a dirlo?” strinse i pugni sulle ginocchia.
“Perché sono ancora qui.”
Ari si voltò di scatto verso di lui, spalancò gli occhi e li puntò in quelli eterocromi di Natanael, fissandolo intensamente.
Nael avrebbe voluto continuare quel discorso, dicendogli che non poteva essere inutile la persona che gli stava rubando il cuore poco a poco, che aveva quel sorriso capace di far sparire ogni singolo malore, che aveva quegli occhi che scrutavano a fondo nella sua anima tirando fuori solo il meglio che possedeva.
Tuttavia, dovette contenersi.
“Hai avuto paura, vero?” domandò Nael quasi con tono triste.
Ari non rispose.
“Che me ne fossi andato.” insistette.

Perché sa sempre quello che provo? Come è arrivato a capirmi meglio di me stesso?

Ari si ritrovò ad annuire e i suoi occhi caddero sul bracciolo del divano per non incontrare ancora quelli dell'altro.
“Te l'ho già detto: non ti lascio.”
“Nael...”
“Ti fidi di me?”
“Sì.”
Nael si mise seduto e non gli diede neanche modo di preoccuparsi per la sua salute, poiché gli parlò sopra.
“Allora credimi quando ti dico che non ti lascerò mai da solo.”
Il maggiore gli mise una mano sulla guancia e prese ad accarezzarlo teneramente senza distaccare lo sguardo da lui. Voleva proteggerlo più che mai, voleva sentir pronunciare la frase che stava bene ogni singolo giorno della sua vita e voleva far sparire quelle lacrime.
Ari non sapeva come reagire.
Il suo corpo era pietrificato e non dalla paura o dall'ansia, ma dalla commozione.

Sono davvero importante per qualcuno. Non valgo meno di niente.

Si lasciò scappare l'ulteriore lacrima, che venne catturata immediatamente dal pollice di Natanael.
“Basta piangere.”

Nonostante sia lui quello che sta peggio in questo momento, non fa che preoccuparsi per me e io sono così uno sciocco a comportarmi in questa maniera. Nael non si merita di vivere con uno come me al suo fianco, lui ha bisogno di qualcuno con cui condividere la sua allegria e non uno che gliela smorza perennemente.

Da dove gli fosse venuto in mente quel timore non ne aveva idea, eppure aveva chiaramente avvertito una morsa al petto, che stava stringendo con sempre maggiore insistenza.

Allo stesso modo non voglio che scompaia mai dalla mia vista.

Si abbracciarono nello stesso preciso istante.
Nael affondò il naso nel collo dell'altro e Ari lo premette così forte contro la propria canotta che sentì una piccola smorfia di dolore uscire dalle sue labbra.

Questo fa di me un egoista?

Un piccolo schiocco venne lasciato sulla pelle del suo collo e si ritrovò ad avere un brivido, di risposta gliene lasciò uno sulla spalla.

Ho il diritto di essere felice anche se sono così?

“Ari..?”
I suoi pensieri negativi vennero smorzati dalla voce pacata di Nael.
“Non ho fatto la spesa.”
Ari scoppiò a ridere senza un preciso motivo, tra le lacrime che ancora non avevano smesso di scendere, e lo stritolò ancora di più.
“Non importa, stupido.”

Forse con Nael posso esserlo.



NOTA DELL'AUTRICE:
 

Ben tornati con un nuovo capitolo!
Eeeeh questo Nael è partito di testa, eh? Innamorato perso di Ari, ormai. Sto pedofilo... ahahah
Sono diventati dei perfetti sposini, che dormono nel letto di Ari ogni notte e Nael sta soffrendo come un cane per i suoi sentimenti... abbracciamolo, per favore <3
Anche se ha pensieri sconci su Ari ahah! Che, tra l'altro, è diventato un ometto anche lui u.u sebbene sempre pieno di problemi mentali, ma povero il mio bimbo. Abbracciamo anche lui <3
Spero che anche questo capitolo vi abbia riempito di sentimenti e ci saranno altri missing moments da scoprire del loro passato, ancora per un po'!
Fatemi sapere cosa ne pensate e ringrazio tutti quelli che lo faranno e tutti quelli che leggono in silenzio :3
Il prossimo aggiornamento sarà sabato 4 febbraio, dato che alla domenica non ci sarò, ma no problem direi ahah
Buona giornata a tutti e un bacio.
Flor :)

  
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