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Autore: Dragonfly_95    03/02/2017    4 recensioni
Emma è rimasta sola, dopo una serata in discoteca: la sua amica Greta l'ha lasciata sola. Qualcosa di terribile sta per accadere quella notte, tra i vicoli di un quartiere buio e malfamato. Ma poi arriva Tom...e tutto cambia. Sembra un angelo venuto a salvarla...ma se invece non fosse così? Emma non puo' averne la certezza. Ma non puo' far altro che fidarsi di lui.
-Non aver paura, tesoro…andiamocene forza. Vieni qui.
Tom l’afferrò delicatamente per un braccio, l’attirò a sé e la fece appoggiare sulla sua spalla. Emma non era nemmeno in grado di camminare, né di reggersi in piedi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Nei giorni che seguirono Emma continuò a sentire Tom.
Lui le mandava sms o messaggi su Whatsapp per chiederle come stava, che cosa faceva, com'era andato il lavoro...
Ed Emma rispondeva.
Non era ancora così sicura che quella fosse la cosa giusta da fare, ma era ciò che la faceva stare meglio. Si sentiva il cuore più leggero.
Aveva raccontato tutto quello che era successo la sera dell'addio al nubilato a Greta e Rachel, senza omettere nulla, parlando anche della madre di Tom ubriaca fradicia, del momento in auto e dei messaggi che lui le inviava quotidianamente.
Disse anche, naturalmente, che Tom aveva lasciato la sua fidanzata. Greta è Rachel la guardavano con un misto di stupore e comprensione.

- Emy tutta questa situazione è assurda, lo sai vero?- le disse ad un tratto Greta.

- Io penso che tu debba semplicemente fare quello che ti senti. Quello che ti rende felice.- le disse dolcemente Rachel, mentre Greta annuiva.

Anche Emma era d'accordo: in fondo non aveva nulla da perdere e sentire Tom le procurava uno strano piacere al cuore.
Poi un giorno Tom le chiese di andare a prendere un caffè insieme dopo pranzo.
Questa volta fu Emma a decidere il posto: un grazioso bar non lontano da casa sua, famoso per i suoi frullati, in cui Emma aveva sempre desiderato andare ma non ne aveva mai avuto occasione.
Alle 15.00 in punto Tom la stava già aspettando lì davanti, puntuale come un orologio svizzero.
Le temperature si stavano alzando e il freddo pungente invernale stava lentamente lasciando posto al tepore della Primavera.
Tom indossava una camicia a quadri sbottonata sul davanti, una t-shirt bianca che aderiva sensualmente ai suoi addominali e un paio di jeans neri.

‘ Lo fa apposta.’ Pensò tra sé Emma, cercando in tutti i modi di non soffermarsi a guardare il fisico scolpito.

Quando la vide, Tom le andò incontro, abbracciandola e dandole un leggero bacio sulla guancia.
Emma arrossì leggermente.
Non si sentiva più così tesa come le prime volte, ma i gesti dolci e protettivi di Tom la sorprendevano sempre.
Entrarono dentro il bar e un ragazzo con il viso tempestato di lentiggini li fece accomodare ad un tavolino.
Entrambi sfogliarono in silenzio il menù: Emma prese un frullato alla vaniglia con panna, Tom uno alla ciliegia.

-Allora… Come vanno le cose?- disse Emma, rompendo il silenzio.

Si pentì subito di quella domanda:  non voleva sembrare la classica tipa che non si faceva gli affari suoi, soprattutto dopo aver assistito al litigio con sua madre.
Ma Tom non sembrò affatto a disagio.

-Potrebbero andare meglio.  In fabbrica stanno licenziando parecchia gente perchè manca il lavoro e hanno diminuito molto gli stipendi, quindi diciamo che non è un gran momento. Poi con mia madre…bè, l’hai conosciuta.-

Tom accennò una sorta di sorriso.
Un sorriso triste.
Emma abbassò lo sguardo.

-Mi dispiace.- sussurrò.

-Tu invece come stai? Ti è ritornata la memoria?- Tom rise di gusto.

Emma avrebbe voluto scomparire. Più ripensava a quella sera, più si sentiva morire di vergogna.
E la cosa più assurda era che non si ricordava praticamente nulla, se non qualche piccolo flash di lucidità.
Non berrò mai più.’ Si era ripromessa.

-No, niente di niente mi dispiace.- disse lei, leggermente piccata ma allo stesso tempo divertita.

Si soffermò a guardare quel ragazzo seduto di fronte a lei, nel suo stesso tavolo.
I capelli biondi dolcemente scompigliati, senza chili di gel appiccicoso, il naso dritto e due gemme azzurre  che la guardavano, divertite.
Le labbra piene e rosse, troppo rosse, a causa del frullato alla ciliegia, che s'incurvavano in un sorriso.
Emma avrebbe voluto baciarle e sapere che gusto avesse quel frullato sulla sua bocca.
Era incredibilmente bello.

Ad un tratto, il cellulare di Tom, appoggiato sul tavolo, squillò, rompendo quel momento di magia pura in cui un ragazzo e una ragazza si stavano guardando così intensamente da poter produrre elettricità.
Tom lo guardò di sbieco infastidito, ignorando la chiamata.
Emma fece un piccolo sospiro.
 


 
*

 
 
 
-Posso chiederti una cosa?- chiese Emma titubante.

Tom la guardò accigliato, mentre aspirava il fumo della sigaretta.
Erano fuori dal locale, seduti su una panchina: questa volta Emma era riuscita a pagare il conto, nonostante le proteste di Tom.
Fuori si era fatto buio e l’aria si era notevolmente rinfrescata; Emma teneva le braccia incrociate per riscaldarsi un po’.
Era tutto il pomeriggio che ci pensava e ripensava…
Ma solo adesso aveva trovato il coraggio di chiederglierlo.

-Certo.- rispose Tom piano, dopo alcuni secondi.

La fissava, serio.
Emma fece un lungo respiro.

-Perché ti sei comportato in quel modo qualche settimana fa, quando sei entrato nel bar dove lavoro?-

Sputò fuori lei tutto d’un fiato. Lo aveva detto, finalmente.

Si sentiva come se si fosse tolta un peso, ma adesso voleva una risposta onesta e credibile.
Tom guardava in silenzio un punto davanti a sé, continuando a fumare la sua sigaretta. Emma fissava il suo profilo simmetrico, aspettando.

Passarono secondi, forse minuti interi.

Ora Emma si mordeva le labbra nervosamente: si stava pentendo di avergli fatto quella domanda.
Pensò davvero che non avrebbe più risposto.
‘Ecco, ora si alza dalla panchina e se ne va.’
E invece finalmente Tom aprì la bocca, parlando a bassa voce.

-Dalla sera in cui ci siamo incontrati, non ho smetto un attimo di pensare a te Emma.-

Ad Emma ora non interessava più la risposta alla sua domanda. Quelle parole le bastavano, perché era tutto quello che avrebbe voluto sentirsi dire da sempre. Ma lui continuò lo stesso.

-Ho provato a non pensare a te, a starti lontano. Cazzo, avevo una ragazza. Non era giusto. Ma non ci riuscivo, io… Dovevo rivederti.-

Tom si voltò di scatto verso di lei, incontrando i suoi occhi.

-Ho passato una serata bellissima con te. Era da tempo che non mi sentivo così. Ma poi tornando a casa quella sera, ho pensato ad Eva e a quanto stronzo fossi stato a baciarti, a venirti a cercare.-

Quando pronunciò la parola ‘baciarti’, Emma ebbe un tuffo al cuore.
Sapeva benissimo le emozioni che Tom stava descrivendo, perché le aveva provate anche lei.
Ma, al contrario suo,  Emma non aveva nessun ragazzo.

-Decisi di non scriverti più e dopo qualche giorno mi convinsi di averti dimenticato. Era fatta, no? Così sono venuto nel bar dove lavoravi. Volevo mettermi alla prova. Mi ricordavo perfino l’inidirizzo…che stupido.- Fece una risatina.

-Poi ti ho vista ed eri così…bella. Ho fatto uno sforzo incedibile per cercare di ignorarti e per cercare di ignorare quella vocina dentro di me che mi diceva ‘Che cazzo stai combinando, Thomas? Non vedi che non puoi starle lontano?’- Fece una piccola pausa.
Emma non osò proferire parola.

-Mentre ero dentro il bar, ho mandato un messaggio ad Eva. Le ho chiesto di passare perché avevo bisogno di distrarmi. Lo so, sono un’idiota. Non avrei dovuto usarla in quel modo, non se lo meritava. Comunque non pensavo che mi avessi visto, lì fuori.-

Un’altra pausa, questa volta più lunga.

-Bè, questo è tutto. Ora sai tutta la verità, tesoro.-

Non smetteva di guardarla negli occhi.

Emma era senza parole.
Un turbine di emozioni viaggiava dentro la sua anima.
Non sapeva che cosa dire.
Avrebbe voluto gridare che era stato uno stronzo, che l’aveva fatta soffrire, che si era innamorata di lui.
Sì, perché la verità era proprio questa.

Si era innamorata di lui.

E fece l’unica cosa che avesse senso in quel momento: si avvicinò dolcemente a Tom, quasi in modo automatico, gli prese il viso tra le mani e lo baciò intensamente.

Da dove le fosse venuto fuori tutto quel coraggio, Emma proprio non lo sapeva.
Ma ora non poteva più controllarsi. Lo baciò con tutto l’amore che aveva dentro, come se volesse trasmetterglielo attraverso le sue labbra.
Per tutta risposta, Tom l’afferrò per i fianchi e spinse più forte il viso contro il suo, ricambiando il bacio con passione.

Driiiiiiin

Driiiiiiin

Emma riaprì gli occhi e si staccò da Tom con forza, come se fosse stata appena risvegliata dopo un lungo sonno.

Driiiiiiin

Era il telefono di Tom. Di nuovo.

Tom era innegabilmente innervosito per l’interruzione inaspettata.
Farfugliò uno ‘scusami’ e tirò fuori dalla tasca il cellulare demoniaco.
Fissò lo schermo per qualche istante, ma senza rispondere.
Ora Emma lo guardava accigliata.

‘Che sta succedendo?’

Tom schiacciò qualche tasto e poi rimise il telefono in tasca.
Si voltò a guardare Emma, con un’espressione lievemente triste.
Emma continuava a fissarlo, senza dire nulla.
Si rendeva conto che probabilmente non avrebbe dovuto preoccuparsi, ma la cosa non le piaceva affatto.
Aveva ancora le guance colorate e il respiro affannoso per il bacio che c’era appena stato, interrotto bruscamente.
E lui se ne stava lì a guardarla, muto come un pesce.
Sentì il volto contrarsi per l’indignazione e il corpo le divenne teso.
Probabilmente Tom notò il cambiamento di espressione di Emma, perché spalancò gli occhi, sollevando le sopracciglia, come se fosse sorpreso.

-Era Eva. -  disse con tono neutro, senza esitare.

-Ah. - rispose lei, di rimando.

‘No, tutto questo è surreale.’ Pensò Emma intontita da tutta quella situazione.

Per fortuna, Tom continuò il discorso.

-Non voglio parlarle. Sembro uno stronzo probabilmente…anzi, sono uno stronzo-

‘Sono d’accordo.’ Si disse Emma.

-Scusami ancora. In questi giorni mi sta dando il tormento. Non fa altro che chiamarmi, non si capacita della fine della nostra relazione.-

Tom abbassò gli occhi.

Emma non rispose.
In qualche modo, si sentiva in colpa per Eva, che in realtà nemmeno conosceva.
Però allo stesso tempo…Era gelosa. Sì, tremendamente gelosa.
Si vergognò di sé stessa e di quella gelosia che provava, ma non poteva farne a meno.
Tom rialzò lo sguardo, fissandola.

Lo sguardo malinconico che aveva si fece improvvisamente vispo e scoppiò in una risata genuina.

Emma lo guardò allibita.

‘Okay, è pazzo. E’ bipolare. Non ci sono altre spiegazioni…O forse sono io quella pazza che sta seduta su una panchina con un malato di mente.’

Intanto Tom continuava a ridere.

-Non dirmi che sei gelosa, tesoro.- Disse ad un tratto, tra una risata e l’altra.

Emma strabuzzò gli occhi.

-Cosa?-

Per tutta risposta, Tom rise ancora più forte.

Emma divenne rossa come un peperone. Come aveva fatto a capirlo? Maledetto.

Naturalmente non lo avrebbe mai e poi mai ammesso.

-Non sono gelosa…-  rispose Emma cercando di sembrare sincera, ma il tono della voce la tradì.

Tom smise di ridere e la guardò con dolcezza.

-Non devi esserlo. Non ce n’è motivo.-

Allungò una mano e le accarezzò i capelli, spostando una ciocca dietro l’orecchio.

Poi si avvicinò lentamente e premette di nuovo le labbra contro le sue, riprendendo da dove erano stati interrotti.

Emma si sentì vibrare come una corda di violino.

Non importava se erano su una panchina pubblica, in mezzo ad un marciapiede affollato.

Baciare Tom, sentire tutto il suo calore e la sua vicinanza erano tutto quello che le serviva.







ANGOLO D'AUTORE.


Buongiorno a tutti! ♡
Finalmente un po' di felicità per la nostra Emma...Le ci voleva proprio :) che ne pensate di questo capitolo?
Come sempre, aspetto i vostri pareri. Siate onestissimi, vi prego!
Ringrazio tutti quelli che seguono la mia storia [è davvero emozionante vedervi crescere di numero ogni giorno] e grazie anche per le bellissime recensioni che mi lasciate ogni volta ♡
In particolare ci tengo a ringraziare Hiroshi84 e MusicHeart per i loro incoraggiamenti e consigli!

A presto! Un bacio,
Vi_Dragonfly

 
   
 
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