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Autore: Eilan21    03/02/2017    8 recensioni
Svezia, 443 dC. Con la morte del re, la successione al trono è incerta. La gloriosa Stirpe del Drago, che ha governato la Svezia per oltre trecento anni, rischia di estinguersi e precipitare il paese in un'era di guerre e anarchia. Tutte le speranze di un popolo sono riposte in Arianrhod, l'ultima erede della casata reale, una bambina di soli quattro anni.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Antichità, Medioevo
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Cara nipote, aspettavamo solo te!”

Re Frode era cordiale come sempre, mentre accoglieva Arianrhod appena entrata nella stanza dove lei e suo zio avrebbero firmato il contratto nuziale.

Arianrhod aveva temuto che ci sarebbero state troppe persone presenti, e invece fortunatamente oltre al re c'erano solo il duca Fjölnir, Walbur e Vanlande, un paio di funzionari danesi e Gareth, che suo padre aveva voluto accanto a sé in quell'importante occasione.

Arianrhod deglutì nel vederlo: di sicuro non aveva potuto rifiutarsi di essere presente, a meno di non dare a suo padre una motivazione valida. Cosa che, ovviamente, non aveva potuto fare. Se ne stava in piedi accanto al duca, il viso pallido e serio, ma sempre terribilmente affascinante. Alla destra di Fjölnir stava invece Domaldr, con un'espressione contrariata: evidentemente ancora gli bruciava di aver perso la possibilità di essere lui il prossimo re di Svezia. Le sue speranze sarebbero presto andate completamente in fumo non appena le firme sarebbero state apposte sulla pergamena. Arianrhod non provava la minima pena per le ambizioni frustrate di quel ragazzo presuntuoso. Doveva già preoccuparsi del proprio cuore spezzato, e ancor di più, del cuore spezzato che stava per procurare alla sua amica. Ragnhild aveva insistito per accompagnarla attraverso quel gravoso compito, anche se Arianrhod aveva cercato di dissuaderla.

Non è stata colpa tua, Arianrhod”, aveva insistito Ragnhild. “Hai solo cercato di aiutarmi. Hai anteposto la mia felicità alla tua, e per questo ti sarò eternamente grata. Ma ora non puoi fare altro che accettare il matrimonio. Non devi sentirti in colpa: anche se non lo sposassi tu, il re non mi permetterebbe comunque di diventare sua nuora.”

L'amica la seguiva passo passo mentre entravano nello studio del re, in quella ampia stanza illuminata solo dal bagliore del grande camino intagliato nella nuda roccia.

Proprio come Arianrhod cercava di evitare lo sguardo di Gareth, così Ragnhild cercava di non guardare Hrolf, che se ne stava accanto al re, ammantato di un ricco mantello di pelliccia e della disperazione più schiacciante. Quella stanza, in cui apparentemente tutti erano sereni e pieni di aspettative, era in realtà un covo di sofferenza e di speranze disilluse.

Il funzionario del re accolse Arianrhod con un sorriso e un inchino del capo, quando giunse presso uno dei due grandi tavoli in legno su cui era posata la pergamena. Gliela porse cerimoniosamente perché la leggesse.

Arianrhod la prese tra le mani tremanti, pregando di riuscire a mantenere il contegno che ci si aspettava da lei.

Vedrai che ne sarai soddisfatta, ragazza!” esclamò allegro Frode, con un braccio intorno alle spalle di Hrolf, che era riuscito a sfoggiare un sorriso di circostanza. “Guadagni un marito ed un regno. Cosa si può volere di più?”

Per favore, sire, lasciate che la nostra regina lo legga con calma”, intervenne il duca diplomaticamente.

Ma certo, certo”, rispose il re, conciliante. Era chiaro che considerava di avere già in pugno ciò che voleva. Come avrebbe potuto la nipote rifiutare una simile offerta?

Arianrhod teneva in mano la pergamena, sforzandosi di leggerla con attenzione, ma in realtà sembrava vederci attraverso come fosse trasparente. Riuscì ad afferrare qualcuna delle condizioni, come il numero di uomini e risorse che suo zio le avrebbe fornito, ma tutto sembrava ronzarle in testa senza che ne capisse il reale significato.

Sentiva continuamente lo sguardo disperato di Gareth fisso su di lei, lo sentiva bruciarle sulla nuca. Percepiva il dolore di Ragnhild poco dietro di lei, e quello di Hrolf. E la causa di tutta la loro sofferenza era lei, e ciò che stava per fare.

Il funzionario le porse la penna d'oca intinta nell'inchiostro, con un gesto incoraggiante. Arianrhod lo fissò inebetita, mentre afferrava la penna tra il pollice e l'indice, rigirandosela tra le dita.

Improvvisamente la sbatté sul tavolo, producendo un rumore secco che fece sobbalzare i presenti per la sorpresa.

Raccogliendo tutto il suo coraggio si voltò verso l'assemblea che attendeva ansiosamente.

Mi dispiace, non posso”, disse con calma. Le sue parole provocarono un brusio di sconcerto.

Si levarono in protesta le voci del duca Fjölnir e del re, ma Arianrhod li bloccò con un gesto della mano.

Gareth la guardava allarmato. Cosa ha in mente di fare, per Odino?

Vi prego di perdonarmi se la mia decisione giunge tanto tardivamente. Sono stata a lungo combattuta se accettare o meno la proposta del mio generoso zio. Ma ora mi rendo conto che non posso. Non mi sento pronta per scegliere un consorte, né per decidere di far sedere un uomo, sia pure mio cugino Hrolf, sul trono che fu di mio padre. Il re mio padre ha dato tutto perché io un giorno potessi riprendere il posto che mi spettava sul trono del drago e non credo avrebbe approvato che io lo dividessi con qualcun altro, soprattutto costretta dalle circostanze. Se mai prenderò marito la mia scelta sarà libera dal vincolo della necessità. In queste condizioni non sono in grado di prendere una decisione.”

Un silenzio imbarazzato era calato sulla platea dopo la dichiarazione della giovane regina.

Il duca, Arianrhod lo vedeva, fremeva per protestare.

Ma il primo a riaversi dalla sorpresa e a parlare fu re Frode.

Nipote”, cominciò schiarendosi la voce. “La tua decisione mi ha completamente colto di sorpresa. Capirai che non posso concederti il mio impegno militare ed economico senza nulla in cambio...”

Ne sono completamente consapevole, zio”, ribatté lei sostenendo il suo sguardo. “Ed è per questo che ho una proposta per te e Hrolf.”


***

Sei impazzita?” tuonò Gareth arrabbiato, quando finalmente si trovarono soli, dopo che l'assemblea si fu sciolta. “Come faremo ora con il bambino se non sposerai Hrolf?”

Arianrhod lo guardò senza scomporsi. “Sposami tu”, annunciò tranquilla, come se stesse parlando del tempo.

Alcune voci provenienti da dietro l'angolo allarmarono Gareth. Stava arrivando qualcuno e lui doveva cercare di essere più prudente se non volevano rivelare il loro segreto ai quattro venti. Prima che i nuovi arrivati fossero in vista prese Arianrhod per la mano e la guidò lungo la scala a chiocciola che conduceva al secondo livello del castello. Arianrhod si sentiva felice, nonostante avesse compiuto una mossa davvero azzardata. Felice come non lo era stata negli ultimi giorni, costretta a fare qualcosa che la ripugnava. Il suo futuro era ancora precario, era innegabile: non sapeva se suo figlio avrebbe avuto un padre, ma in quel momento non le importava. Suo zio aveva accettato la sua proposta, e lei aveva ottenuto quasi tutto ciò che si era prefissata. Si era assicurata il sostegno della Danimarca per la sua impresa, aveva fatto in modo che Hrolf e Ragnhild avessero un futuro insieme. Forse era stata incosciente, ma la ritrovata leggerezza che sentiva nel cuore la faceva sentire davvero in pace con se stessa.

Gareth spalancò la porticina che dava sui bastioni e la richiuse alle loro spalle. Il cortile era deserto e, mentre Arianrhod si sedeva su una panca in pietra, Gareth le si piantava davanti, le braccia incrociate sul petto e lo sguardo severo.

Non hai risposto alla mia domanda”, gli fece notare Arianrhod.

Non posso sposarti.”

Perché no? In fondo sei tu il padre del mio bambino!”

Gareth sospirò, portandosi le mani al viso. Possibile che lei non si rendesse conto della situazione e della portata delle sue azioni?

Se solo potessi..” le disse in tono più dolce, attirandola a sé e stringendola contro il suo petto.

Rimasero abbracciati a lungo, senza dire una parola. Il vento leggero sollevava l'orlo del mantello di Gareth e faceva sbattere l'abito di Arianrhod contro le sue caviglie.

Sei stata un'incosciente, lo sai vero?” disse Gareth infine. Il suo tono non era più arrabbiato.

Lei annuì in risposta.

Ma sono molto fiero di te per la soluzione che hai trovato. Sei stata una vera regina.”

Non ero sicura che il re accettasse. Per un attimo ho temuto di no.”

Perché non avrebbe dovuto? Il titolo dell'usurpatore a Hrolf in caso di vittoria. Non è certo cosa da poco, per un re che cerca di trovare terre e titoli per tutti i suoi figli. Gli hai offerto il titolo più importante di Svezia dopo quello del duca mio padre! Terre a perdita d'occhio per un figlio che forse non saprà nemmeno amministrarle...”

Non ne sarei così sicura, sai? Anch'io avevo sottovalutato Hrolf, ma in fondo è un bravo ragazzo. Me ne ha dato prova anche oggi, quando ha annunciato che sarebbe salpato con me alla testa dell'esercito danese. Era evidente che Frode non lo reputasse all'altezza, ma lui ha voluto mettersi alla prova ugualmente. E poi chi lo sa? Con l'appoggio della donna che lo ama, al suo fianco come sua moglie... potrebbe essere spronato a compiere grandi imprese.”

Gareth la guardò stupito. “Vuoi dire che...? Ragnhild è quella donna?”

Quei due si amano molto, e sono felice di aver potuto aiutarli a realizzare il loro desiderio. Una volta che lui sarà duca e avrà il potere di decidere della propria vita, potrà sposarla anche senza l'approvazione paterna.”

Sono fiero di te, amore mio”, le disse lui, posandole un bacio sulle labbra. “La mia piccola tessitrice di trame”. E rise, baciandola di nuovo.


***


Arianrhod si stava preparando per andare a dormire, stanca dopo quella giornata così densa di eventi. Si sedette sulla sedia per pettinarsi i capelli, perché Gerda tardava a tornare. Mentre era intenta a passare e ripassare il pettine fra le lunghe ciocche bionde, una farfalla notturna entrò nella stanza attraverso la feritoia nel muro, andandosi a posare sulla sua mano.

Arianrhod la studiò per qualche secondo in silenzio, timorosa che un movimento brusco la facesse volare via. Un animaletto tanto piccolo e fragile, rifletté osservandone i particolari del corpo e delle ali, proprio come tutti avevano creduto che lei fosse. Una creatura piccola e fragile, indifesa, alla loro mercé. Lei aveva dimostrato loro che si erano sbagliati, aveva dimostrato al mondo che era in grado di prendere il posto di suo padre. E lo avrebbe dimostrato ancora e ancora, finché non avesse riportato la pace e la stabilità in Svezia, a quel popolo che ancora sperava nel suo ritorno.

Dei colpi alla porta la fecero sussultare e la farfalla volò via, andando a posarsi sul muro.

Chi è?”

Sono io... Ragnhild”, rispose la voce familiare.

Arianrhod si alzò per andare ad aprire all'amica, e questa le gettò le braccia al collo non appena l'ebbe davanti.

Grazie... grazie!” mormorò, felice. “Non potrò mai ringraziarti a sufficienza per avermi regalato la felicità.”

Sono stata felice di aiutarti, Ragnhild”, rispose Arianrhod un po' imbarazzata. “Avrei fatto tutto ciò che era in mio potere perché tu e Hrolf poteste stare insieme.”

Hai fatto tutto per noi”, dichiarò la ragazza, ritrovando un po' di compostezza dopo lo scoppio di entusiasmo. “Prima avresti sacrificato la tua felicità per permettermi di sposare l'uomo che amo. Poi hai trovato la soluzione perfetta per accontentare tutti. Arianrhod Jörundrdottir, figlia della Stirpe del Drago... tu sarai una regina senza eguali, ne sono certa.”

Lo spero davvero, amica mia. E se tu sarai al mio fianco anche in questa impresa, sarà ancora più facile. Mio zio ti lascerà partire con noi?”

Hrolf finalmente ha trovato il coraggio di parlargli a viso aperto. Gli ha detto che ama me, e che sposerà solo me. E dal momento che, una volta avuto il titolo di Ale, sarà completamente indipendente dal padre, Frode ha detto che può scegliersi la moglie che preferisce, se non gli importa che io sia senza dote. Hrolf ha detto che non gli importa affatto che io non abbia neppure una moneta d'oro... e così saremo sposati prima della partenza! Oh, Arianrhod, sono così felice!”

Non puoi immaginare quanto anch'io lo sia per te”, rispose Arianrhod, prendendole le mani. “Queste sono davvero notizie grandiose.”

Ho pensato che, dopo tutto quello che hai fatto per me, forse per quel poco, anch'io posso fare qualcosa per te...”, disse accennando con il capo alla porta comunicante con il salotto.

Arianrhod la guardò senza capire.

Lui è di là che ti aspetta”, spiegò Ragnhild con un sorriso. “Ho pensato che aveste bisogno di stare un po' da soli, dopo tutto quello che è successo.”

Arianrhod stava per aprire bocca per obiettare, ma Ragnhild la zittì.

Non temere, non verrà nessuno a disturbarvi. Ho chiesto a Gerda di rimanere di guardia alla porta tutta la notte.”

Così dicendo se ne andò chiudendosi la porta alle spalle.

Appena una porta fu chiusa, un'altra se ne aprì, e Gareth fece il suo ingresso.

Arianrhod ancora non poteva ancora credere che lui fosse lì con lei, che potessero passare la notte insieme senza timore di essere scoperti. Era la prima volta che accadeva da quando era arrivati in Danimarca.

Gareth non disse una parola: la prese tra le braccia, la baciò con passione, ed entrambi cominciarono freneticamente a togliere i vestiti l'uno all'altra, gettandoli alla rinfusa per la stanza. Arianrhod stava lottando per sciogliere i nodi della sottoveste, ma Gareth era talmente impaziente che non attese nemmeno che ci fosse riuscita. La sollevò tra le braccia e la portò a letto.

Diverso tempo dopo, quando ormai erano entrambi esausti e appagati, giacquero avvolti tra le coperte ammucchiate alla rinfusa, talmente vicini che la punta dei loro nasi si sfiorava. Gareth cominciò ad accarezzarle ritmicamente la lunga chioma argentea sparsa a ventaglio sul cuscino. Poi, continuando a scendere con la mano, le carezzò la spalla, il braccio, il fianco... fino ad arrivare sul ventre, che sfiorò con timore reverenziale. La gravidanza non era ancora visibile, ma solo la consapevolezza di ciò che cresceva sotto la pelle di lei lo rendeva inquieto. Aveva evitato di pensare a suo figlio da quando lei gli aveva dato la notizia, perché in cuor suo lo considerava suo solo in parte. Lo aveva generato, ma forse non lo avrebbe visto crescere. Era suo padre, ma forse lui avrebbe chiamato qualcun altro con quell'appellativo, l'uomo che Arianrhod avrebbe sposato, l'uomo che lo avrebbe creduto suo e lo avrebbe cresciuto ed educato.

Gareth aveva cercato di mantenere un certo distacco da quel bambino, ma ora si rendeva conto che aveva miseramente fallito. Perché già amava quella piccola vita che cresceva nel ventre di Arianrhod.

Percependo la sua esitazione e il suo timore, Arianrhod gli prese la mano e la guidò sul proprio ventre, con il palmo aperto.

Non devi avere paura di toccarmi. Non mi rompo di sicuro”, gli disse con un sorriso.

Ancora non mi sembra vero”, mormorò Gareth ammirato.

Fra nove mesi lo sarà ancor di più”, rise Arianrhod.

Credi che sia un maschio o una femmina?”

Non lo so, non so davvero cosa aspettarmi.”

Io vorrei che fosse una bambina”, confessò Gareth.

Davvero?”

Lui annuì. “Ho sempre desiderato una figlia. Se poi sarà bella come te...”, le disse carezzandole la guancia.

Dopo che Gareth si fu addormentato, Arianrhod rimase sveglia ancora per un po' ad osservarlo. S'intenerì nel notare che, anche nel sonno, lui le teneva la mano sul grembo.


Era l'alba quando Östen bussò alla porta per avvisare Gareth che era ora di tornare ai loro alloggi. Gareth si vestì in fretta, salutò Arianrhod con un lungo bacio ed uscì, badando che nessuno lo notasse. Östen era poco più avanti e gli dava le spalle; Gerda era con lui, i due erano molto vicini e parlavano fitto fitto, senza dar segno di essersi accorti della sua presenza. Gareth li osservò per qualche secondo sorridendo tra sé e sé, prima di chiamare l'amico.


***


Il servitore percorreva i corridoi del sotterraneo, illuminati solo dal bagliore arancio di poche torce fissate sporadicamente ai muri. All'uomo non importava, anzi: la scarsa illuminazione lo avrebbe aiutato a passare inosservato, cosa di cui aveva disperatamente bisogno. Farsi sorprendere in una situazione simile gli sarebbe costato molto caro, ma i soldi che quell'uomo gli aveva promesso gli facevano davvero gola.

Come aveva promesso l'uomo lo attendeva presso la porta che dava sul fiume di Odense, un attracco per le imbarcazioni che raramente veniva usato.

Sei arrivato finalmente!” lo apostrofò questi a voce bassa e sibilante. Indossava un mantello scuro con cappuccio, che rendeva a malapena possibile vederlo in viso.

Ora sono qui”, ribatté il servitore irritato. “Mi ci è voluto del tempo per raccogliere le informazioni che mi avete chiesto, e non credevo che avreste apprezzato un lavoro fatto a metà.”

L'uomo ghignò sinistramente. “Non lo apprezzo io e soprattutto non lo apprezza il mio padrone. Cosa hai saputo, dunque?”

La spedizione partirà fra una settimana esatta da oggi. Forse quella sarà la vostra sola occasione di mettere le mani sulla principessa...”

Tu non devi preoccuparti di questo, non arrovellare quella tua testolina su simili particolari. Da te voglio solo informazioni. Per il resto me la vedrò io.”

Il servitore fornì tutte le informazioni che era riuscito ad ottenere su “l'affare svedese”, come lo chiamava lui. L'uomo ascoltò attentamente, poi fece una smorfia di disappunto.

Da quanto tempo ci hai messo, avrei sperato in qualcosa in più...”

Se non vi va bene”, replicò il servo sulla difensiva, “perché non andate voi stesso a procurarvi le informazioni che vi servono?”

Non posso farmi vedere dalla principessa”, disse l'uomo con un sorrisetto beffardo, “mi riconoscerebbe immediatamente, anche se è passato un po' di tempo dall'ultima volta che ci siamo incontrati.”





Nota dell'autrice: Eccomi tornata bella gente!^^

Lo so, sono in ritardo, ma mi sono resa conto che, con gli impegni che mi si sono aggiunti, riesco a pubblicare a ritmo più lento. Diciamo ogni 2-3 settimane invece di una... purtroppo credo che il ritmo d'ora in poi sarà questo, ma come penso sempre, piuttosto che scrivere qualcosa in fretta e male meglio aspettare un po' di più e avere qualcosa di decente. Quindi spero che il capitolo vi piaccia! C'è stata la svolta tanto attesa, e il gruppo pronto a partire per la Svezia è ormai organizzato. Hrolf e Ragnhild saranno dei nostri... e forse anche qualcun altro.

Che ne dite del finale? Il traditore è rispuntato ma la sua identità è ancora un mistero...

Ho notato che negli ultimi capitoli c'è stato un calo di recensioni e spero che non sia per la qualità della storia. Mi raccomando anche se c'è qualcosa che non vi piace o non vi convince fatemelo sapere... i vostri pareri sono preziosissimi!

Alla prossima

Eilan


   
 
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