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Autore: ___Page    07/02/2017    1 recensioni
-So che è difficile ma Usopp ha preso la decisione che lui ha reputato migliore per se stesso. È giusto e normale che ti manchi ma devi anche essere felice per lui. Ha deciso di intraprendere una strada diversa dalla nostra e noi dobbiamo credere in lui e forse un giorno lo incontreremo di nuovo- spiegò, sorridendo materna.
Chopper tirò su con il naso.
-E se non dovessimo vederlo mai più-
-In quel caso avrai sempre il suo ricordo nel tuo cuore-
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Usop
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Strinse le braccia intorno a Chopper, per proteggerlo contro il proprio petto, mentre il kagu planava con malgrazia e li scaraventava a terra fuori dalla foresta. Cosa esattamente fosse successo, non lo sapeva nemmeno lui.
Erano scattati dietro a Rufy, “quel deficiente di Rufy” precisò il suo cervello, e a un certo punto Chopper si era messo a rincorrere lui urlandogli che aveva sbagliato direzione, il che era chiaramente impossibile visto che lui aveva corso in linea retta per tutto il tempo. Fatto sta che tra l’urlo, il rumore degli zoccoli e la carica della renna, il kagu, già in allerta per l’improvvisa confusione, si era spaventato e alzato in volo, trascinandosi dietro Zoro e Chopper, che si era aggrappato allo spadaccino e aveva avuto poi la prontezza di tornare delle proprie dimensioni.
Per essere abbastanza piccolo da poter stare appollaiato su una testa umana quell’uccello aveva una forza devastante e Zoro ringraziò di avere indossato una delle sue anonime magliette di cotone quel giorno. Se avesse rovinato lo yukata o una camicia, là dove il kagu lo aveva arpionato per portarlo in salvo, la mocciosa non gli avrebbe dato pace per tutto il tempo che le sarebbe servito per rammendare il danno. E gli avrebbe pure aggiunto altri soldi al debito. Meglio così, la maglietta poteva pure buttarla via.
Si passò in automatico una mano sul braccio per verificare che la bandana fosse intatta, mentre Chopper rotolava giù da lui. -Cosa gli è preso?- domandò il medico, osservando il kagu che si era appollaiato su un sasso e li osservava attento.
-Si è spaventato e ha cercato di salvarmi credo.- rispose Zoro, mettendosi in piedi e spazzolandosi i pantaloni. -Ora la rogna sarà ritrovare gli altri. Questa foresta è un labirinto.-
-Forse ci conviene aspettare qui finché Nami non ci viene a riprendere.-
Zoro si guardò intorno e per un attimo soltanto si sorprese di ciò che aveva intorno. Non si era accorto che si trovavano in una radura molto ampia, quasi una valle in mezzo agli alberi, ricoperta di macerie e edifici in pietra mezzi distrutti. Il sito di un vecchio villaggio indigeno probabilmente. Solo in quel momento si rese conto di quanto quel luogo somigliasse all’Upper Yard, una Skypeia in terra, anche se il villaggio di fronte a cui si trovavano era molto più modesto, meno imponente e con uno stile in qualche modo più moderno rispetto alle rovine di Shandora. Nonostante fosse chiaramente abbandonato, la foresta non aveva ancora iniziato la propria azione fagocitante sulla pietra. Qua e là, alla base di massi che spuntavano tra l’erba, dei piccoli cespugli di fiori variopinti, alcuni dei quali di un viola così scuro da sembrare nero, dallo stelo lungo e con forme differenti ondeggiavano lievi nella brezza.     
-Wow.-
Si girò verso il suo piccolo nakama, che osservava lo spettacolo con tanto d’occhi, affascinato dal mixi di verde, grigio e arancio, conferito dalla particolare tinta del legno nirvaniano, e dalla magia che il luogo sembrava emanare. -Robin impazzirà quando lo vedrà.-
Il riferimento alla nakama riscosse Zoro, che si era distratto a osservare lo stupore e il rapimento di Chopper con un sorriso più paterno di quanto avrebbe mai ammesso. Con un moment di difficoltà riuscì a recuperare il filo dei propri pensieri. -L’alternativa è proseguire fino all’altro lato dell’isola, Chopper.- gli disse, indicando il muro vegetale di fronte a loro, in tutto e per tutto identico a quello alle loro spalle. -Se l’isola è concentrica,  come diceva Lil, oltre quest’altra porzione di foresta dovrebbe esserci la spiaggia e Usopp potrebbe essere là.-
Una nuova luce pervase il musetto di Chopper. -Davvero?- domandò, estasiato ed emozionato. -Sarebbe davvero…-
-SUUUUUUUPER!!!-
Come una palla di cannone, Franky balzò fuori dagli alberi appallottolato su se stesso, facendo sollevare i massi dal terreno e terrorizzando il kagu, che stavolta volò via stufo di tutto quel marasma, quando atterrò con un micidiale tonfo prima di ergersi in tutta la sua imponente mole. -Fratelli eccovi!- esclamò felice il cyborg, inconsapevole delle occhiate sconvolte dei suoi due nakama.
-E tu da dove arrivi?-
-Vi ho inseguiti quando vi ho visti volare! Yoh! Ma come avete fatto?! È stata una cosa troppo Suuuuuuuuper!!!-
-Non siamo stati noi, è stato il kagu.- spiegò velocemente Chopper, avanzando verso Franky. -Franky, gli altri stanno bene? Avete scoperto cos’era quel fruscio? Era Usopp?- domandò a mitraglia, senza quasi respirare ma l’espressione del cyborg anticipò la delusione che avrebbe provocato la sua risposta.
-Non lo so fratello Nasoblu. Li ho persi tutti di vista mentre correvamo e poi ho visto voi e vi ho inseguiti.-
-Oh.- mormorò Chopper, abbassando il capino.
-Comunque stavamo pensando di proseguire da soli, attraversare l’altra metà della foresta e raggiungere la spiaggia per fermare Usopp.- prese in mano la situazione Zoro, indicando la foresta che riprendeva il proprio dominio oltre la radura.
Chopper sollevò il capo di scatto.
-L’altra metà?- domandò, improvvisamente agitato.
Zoro lo guardò confuso per un attimo e poi annuì. -Sì, credo. Almeno spero.-. Se non erano nemmeno a metà sarebbe stata molto più dura di quanto avesse temuto. 
-No certo hai ragione. Lil ha detto che l’isola è concentrica e noi siamo più o meno a metà vista l’estensione di questa radura.-
-Esatto.- confermò Zoro. -Essendo così ampia, potrebbe essere il centro dell’isola.-
-Sì ma al centro dell’isola non ci dovrebbe essere il villaggio Chagall?- proseguì Chopper e Zoro capì improvvisamente il perché della sua agitazione.
Un brivido freddo attraversò medico e spadaccino mentre entrambi tornavano a fissare le macerie tra l’erba, vedendo con occhi improvvisamente nuovi quelle che dovevano essere delle rovine di un antico insediamento.
-Non può essere…-
-Qualcuno ha attaccato il villaggio e lo ha distrutto.-
-Sì ma perché?!- protestò Chopper, incredulo e con già i lucciconi agli occhi.
-Perché chiede lui! Perché è stato divertente, mostriciattolo, ecco perché!-
La Wado sguainata per metà, Zoro si voltò di scatto, già furente per l’epiteto che era stato affibbiato a Chopper, e si trovò a fronteggiare un piccolo gruppo di persone, composto da quattro uomini e una donna.
Lei era di carnagione chiarissima, capelli così biondi da sembrare bianchi e occhi di ghiaccio. Lui che aveva parlato aveva i capelli di un castano fulvo, sguardo sadico e una cicatrice sulla guancia che comunque impallidiva di fronte a quella di Zoro. Dietro di loro gli altri tre uomini, uno alto, uno grasso e uno dalla postura incurvata, ridacchiavano della sua affermazione con l’aria di gente che la trovava assolutamente vera. Un fremito scosse i tre Mugiwara.
-Divertente?- domandò Franky, la voce improvvisamente seria e profonda, mentre si scrocchiava le nocche.
-Dove sono gli abitanti del villaggio?- domandò Zoro, mantenendo a stento la calma e avanzando di un passo.
Il tipo fulvo si strinse nelle spalle. -Un po’ qui, un po’ lì.- rispose, indicando la foresta in varie direzioni prima di sorridere di nuovo con sadismo. -Qualcuno anche là sotto, spero.- aggiunse, indicando le macerie di una delle case.
Chopper e Franky scattarono dopo appena un attimo di terrore e si misero a rimuovere i massi con furiosa fretta mentre Zoro rimaneva immobile con gli occhi incollati al nemico, pronto se necessario a sguainare anche le altre due lame. -Allora?- domandò dopo trenta secondi, che a lui erano parsi infiniti.
-Non c’è nessuno, Zoro.- lo avvisò Franky mentre Chopper tirava un sospiro di sollievo per poi lanciare un’occhiata di panico agli altri ammassi di macerie sparsi in giro per la radura.
Erano tantissimi.
-No, in effetti quei guastafeste sono scappati tutti. Ma i miei uomini li stanno inseguendo e circondando. Certo loro credono di essere al sicuro nella loro foresta semovibile ma non appena Makumba avrà finito con il rituale alle cascate trovarli sarà un gioco da ragazzi. Nel frattempo noi abbiamo pensato di recuperare un po’ di tesori, sapete com’è. Vita da pirata.- raccontò il fulvo, indicando con il pollice l’uomo grasso che aveva un sacco strapieno sulle spalle.
Zoro valutò con attenzione la situazione. Il suo istinto gli diceva che qualcosa di estremamente sbagliato stava accadendo ma non poteva non prendere in considerazione di chiuderla con diplomazia, fosse anche per tenere al sicuro Chopper e gli abitanti dell’isola. Se ciò che volevano erano i tesori, allora forse poteva convincerli ad andarsene senza perseguire i nirvaniani. Ma per riuscire nell’impresa doveva mantenere la calma e giocarsela con diplomazia, un’attività in cui non era precisamente un campione.
Ma anche la migliore delle sue intenzioni  fu miseramente spazzata da via dall’improvvisa scheggia che entrò nel suo campo visivo, lanciandosi addosso al fulvo e trascinandolo a terra mentre una voce a lui più famigliare del previsto ruggiva: -YÖRDIJ!!! MALEDETTO BASTARDO!!!-
-Saku!!!-
Zoro si girò di scatto riconoscendo Neena e Pascal che correvano a perdifiato dietro il medico dei Naga Hana, ora a terra, impegnato in un corpo a corpo con il fulvo, che continuava imperterrito a sogghignare e lo ribaltò con una facilità disarmante, aprendogli il sopracciglio. Incurante del pericolo, Chopper si lanciò tra i nemici per medicarlo, mentre Yördij si rimetteva in piedi e allungava le due estremità del bastone sansetsukon con cui lo aveva appena colpito, dai riflessi aranciati, attraversato da venature metalliche. Saku trattenne il fiato furente.
-Eh sì. Legno e metallo di Nirvana. Devastante e resistente al tempo stesso. Rhea è stata molto felice di regalarmelo.-
-Tu…- vibrò Saku mentre Chopper lo raggiungeva. -Fottuto…-
Yördij calò il bastone, aggiustando la traiettoria per colpire in un colpo solo entrambi i medici ma qualcosa si conficcò a metà dell’arma, frenando il suo attacco e affondando in una delle venature di acciaio come fosse burro. Per un attimo la sorpresa balenò sul volto del pirata nemico.
-Eh sì.- gli fece il verso Zoro con un mezzo ghigno. -Lama che taglia anche l’acciaio.-
Un gran trambusto alle sue spalle lo avvisò che i compagni di Yördij avevano estratto le armi e si preparavano a combattere così come anche i suoi nakama e i tre Naga Hana. Yördij afferrò il bastone alle due estremità e tirò verso di sé per staccarlo dalla lama, mentre la ragazza bionda lo raggiungeva e gli posava una mano sulla spalla, guardandolo con aria preoccupata.
-A quanto pare la situazione si sta scaldando e per quanto mi dispiaccia non partecipare, io ho impegni più urgenti da svolgere. Randolph, Fargas, Drest. Li lascio a voi.- ordinò Yördij prima di voltarsi verso la bionda e accarezzarla sotto il labbro inferiore con il pollice. -Noi andiamo Hilde. Signori!- aggiunse alzando la voce. -Milady!- si girò verso Neena e accennò un piccolo inchino, prima di tornare a ghignare. -Con permesso…-
Una sfera di luce avvolse lui e Hilde e un secondo dopo non c’erano più. Zoro sbatté la palpebra incredulo ma la voce di Saku lo riscosse immediatamente.
-Va bene, vediamo di fare fuori questi bastardi prima che vada troppo lontano.- latrò il medico ma Zoro si voltò con calma verso di lui, come se ci fosse tutto il tempo del mondo.
-Saku aspetta. A questi tre ci pensiamo noi.-
Saku lo fulminò da sopra la propria spalla. -Prego?! Questa è casa nostra! Pensi di poter venire qui e dettar legge come se…-
-Non è questo! Quel tipo, quel… Yördij ha detto che gli abitanti del villaggio sono scappati nella foresta ma che gli stanno dando la caccia. E poi ha parlato di un certo Makumba e un rituale alle cascate. Per te ha senso?- chiese e la reazione di Saku fu più eloquente di qualsiasi risposta. Il medico fremette e trattenne il fiato ma era evidente quanto fosse combattuto tra voler restare e lottare e andare a fare qualsiasi cosa fosse in suo potere per mettere in salvo i propri parenti e amici.
E questa volta fu la voce di Neena a venire in loro soccorso. -Saku! Zoro ha ragione! Dobbiamo andare! Dobbiamo proteggerli!- disse determinata, il cerchio rotante ancora in mano. Passarono ancora dieci interminabili secondi prima che Saku si decidesse ad annuire e si muovesse per tornare verso sua sorella senza riuscire a fare molta strada, quando Zoro lo fermò prima che lo superasse.
-State attenti.- mormorò con lo stesso tono con cui avrebbe potuto dare un ordine.
Saku gli lanciò un’occhiata di striscio e scrollò le spalle con falsa noncuranza. -Anche voi.- rispose prima di correre insieme a Neena e Pascal verso la foresta e sparire dopo pochi attimi.
Zoro mosse il collo a destra e a sinistra per scrocchiarlo mentre Franky e Chopper lo affiancavano. Lanciò un’occhiata ai compagni e sogghignò, i muscoli che guizzavano in attesa di scattare e attaccare. -Okay ragazzi. La lista delle cose da fare si  un po’ allungata. Vediamo di finire per cena.-    
 

 


 
Di tutti gli scenari che avrebbe potuto immaginare, ritrovarsi solo nella foresta era decisamente il peggiore. Sanji, semplicemente, non ce la faceva. Sentiva che se fosse successo ancora qualcosa sarebbe esploso.
Troppa la tensione, per metterla a tacere con una sigaretta o con tre. Non sapeva cosa fosse successo ma era piuttosto certo che centrasse con il vizio della foresta di cambiare posizione. Vizio per colpa del quale ora alla preoccupazione per Usopp si aggiungeva anche quella per le sue due dee. Non sapere dove si trovavano Nami-swan e Robin-chwan era un’autentica disgrazia e il cuoco cercò di sfogarsi almeno un po’, tirando un calcio a uno dei resistentissimi e solidissimi tronchi aranciati.   
-Dannazione!-
-Sanji?-
Una melodia per le sue orecchie, pensò di averla solo immaginata. Ma quando si voltò e riconobbe Robin uscire dalla fitta vegetazione, bella come il sole, leggera come l’aria, aggraziata come un ruscello e fiera con il fuoco ma soprattutto illesa, il suo cuore si mise a danzare di gioia.
-Robin-chwaaaan! Stai beeeeene mio angelooooo!- vorticò, troppo sollevato per riuscire a trattenersi.
-Sanji, non abbiamo molto tempo da perdere.- gli ricordò l’archeologa, diretta e dolce al tempo stesso, agitando una mano nell’aria per dissolvere la doccia di cuoricini che la stava innaffiando.
Sanji si immobilizzò, tornando lucido e serio all’istante. Robin aveva ragione. Solo poche ore li separavano dalla marea e non sapevano se poche ore sarebbero bastate per raggiungere l’altro lato dell’isola. Senza contare che se Usopp non si fosse trovato lì, avrebbero dovuto setacciare tutto il resto di Nirvana.
-Dobbiamo darci una mossa.- convenne con lei, annuendo deciso.
-Se Nami fosse qui sarebbe più semplice, ma so da che parte siamo arrivati.- considerò Robin guardandosi intorno con attenzione. -Se proseguiamo in questa direzione dovremmo raggiungere in fretta il centro dell’isola e potremmo avere anche una chance di ritrovare gli altri.- spiegò.
-Sono nelle tue mani, Robin-ch…- cominciò Sanji ma un rumore soffocato proveniente da dietro un gruppo di cespugli lo interruppe. Si girò verso Robin ed ebbe conferma che non lo aveva sentito solo lui. Sembrava un mugugno ma non poteva dirlo con assoluta cert…
Il verso si levò di nuovo e questa volta non ebbe più dubbi.
-Sembra un lamento.- affermò Robin, in allerta.
-Rimani dietro di me.- le disse Sanji, avviandosi deciso verso i cespugli con Robin alle calcagna.
Prese un tiro dalla sigaretta prima di superare il gruppo di cespugli, preparato a difendere Robin se necessario ma con la brutta sensazione che ciò che lo aspettava gli avrebbe fatto desiderare di essere con Chopper. E per la prima volta da quella mattina, sperò che non si trattasse di Usopp.
E per quanto le sue preghiere fossero state ascoltate, non gli diede poi molto sollievo ciò che vide e di sicuro non poteva dire di esserselo aspettato.
-Dex!- esclamò, precipitandosi insieme a Robin verso il ragazzo, disteso carponi tra l’erba e intento a lamentarsi mugugnando, in un comatoso stato a metà tra il sonno e la veglia.
-Dex.- lo chiamò piano Robin, accovacciandosi al suo fianco e posando delicata un palmo sul suo collo. Il battito era regolare e i suoi capelli non erano macchiati di rosso. Se qualcuno lo aveva colpito non lo aveva comunque ferito gravemente.
Lo osservò socchiudere gli occhi a fatica, lo sguardo vacuo, e sbattere in fretta le palpebre per spannarli e metterla a fuoco. -R-Robin?- chiese in un soffio, tornando lentamente in sé per il sollievo di cuoco e archeologa. Fece leva sulle mani per tirarsi su e Sanji non perse tempo ad aiutarlo mentre si sedeva tra l’erba, tenendosi una mano sulla nuca. -Cos’è successo?- domandò, ancora un po’ rintronato.
-Non ne abbiamo idea.- rispose Sanji, accendendo un’altra sigaretta. -Noi ci siamo persi e siamo rimasti separati dagli altri e poi ti abbiamo sentito che ti lamentavi e ti abbiamo trovato qui svenuto.-    
-Svenut…- fece per ripetere, ancora confuso, ma si interruppe quando il ricordo di quel che era successo lo innaffiò come una doccia fredda. -Lil.- soffiò tra il terrorizzato e lo sconvolto, schizzando in piedi come se non avesse ricevuto da poco una botta in testa. Il respiro affannato e il fuoco negli occhi, Dex studiò l’ambiente intorno a sé mentre anche Sanji e Robin si rimettevano in piedi. -Quei bastardi mi hanno portato via dalla radura dopo avermi tramortito.- ringhiò quasi il navigatore dei Naga Hana.
-Dex che succede?- domandò Sanji, indagatore.
-Hanno preso Lil! Devo tornare indietro! Devo salvarla!- esclamò il ragazzo. Fece per allontanarsi senza aggiungere ulteriori spiegazioni ma una mano sulla spalla lo bloccò e lo risospinse all’indietro. -Lasciami Sanji!- protestò, dimenandosi nella ferrea presa del cuoco che lo aveva inchiodato al tronco di un albero. Era furibondo come mai avrebbe potuto immaginare di vedere un tipo solare come Dex, tanto che il suo sguardo ricordava quasi quello di Zoro quando s’indemoniava.
-Ora calmati!- lo ammonì deciso. -Risparmia questa furia per dopo. Voglio sapere tutto. Chi ha preso la bella Lilith-chan e perché. Prima parli prima ti lascio andare.-
Dex sostenne ancora il suo sguardo e fece un ultimo inutile tentativo di liberarsi per poi arrendersi e soffiare con rabbia dal naso.
-Rhea. Lei ha preso Lilith. Ci ha teso un’imboscata e ci ha tramortiti e poi mi ha fatto portare qui. Sicuramente per farla sentire abbandonata, la maledetta.- sibilò tra i denti l’ultima frase, con una rabbia e una sofferenza lancinanti. Non poteva credere che fosse davvero successo, di avere permesso che succedesse, di non essere riuscito a difenderla.
Dannazione!
-Chi è Rhea?- domandò Robin.
Dex si girò a guardarla. -Rhea è la sorella di Lilith.-
Robin e Sanji sgranarono gli occhi sorpresi.
-Che cosa?-
-Un’altra sorella?!-
Dex annuì. -Rhea è la primogenita dei genitori di Lil, Saku e Neena. In realtà ha solo un anno di differenza con Saku e Neena. Come potete immaginare da voi non è in buoni rapporti con la famiglia ma per Lilith ha un odio viscerale. Non ha mai tollerato che i suoi avessero adottato una bambina dal sangue sporco come il suo.- macinò a fatica le parole.
Ricordava ancora alla perfezione il giorno in cui Lilith si era sfogata con lui e gli aveva raccontato tutto. Era stato terribile e bellissimo al tempo stesso. Terribile vederla piangere, bellissimo sapere che si fidava così tanto di lui.
-È una questione di razza?- chiese Robin, il tono improvvisamente monocorde.
-No. È per via della sua malattia.-
-Quale malattia?- fu il turno di Sanji di domandare.
-Non so come si chiama. È una cosa del sangue, le provoca delle macchie bianche sul corpo se non prende la sua medicina ma la tiene sotto controllo con il Devil Penstemon. È un fiore che cresce qui su Nirvana.- spiegò. -Comunque. Qualche anno fa Lilith fu scelta per prendere in carico e conservare un oggetto considerato molto prezioso per Nirvana. La gente di qui dice che è un oggetto da cui dipende l’equilibrio di tutto il mondo e solo un cuore puro è degno di conservarlo. Quel giorno Rhea fuggì da Nirvana. Tutti pensarono che fosse solo un atto di protesta ma quando la raggiunsero su un’isola qui vicino...- Dex si fermò un istante per prendere fiato. -Rhea aveva conosciuto un pirata, Yördij, e lo frequentava da mesi ormai. Gli aveva promesso quell’oggetto non appena glielo avessero affidato. Era certa che sarebbe stata scelta lei. Quando la raggiunsero per riportarla su Nirvana, Rhea aggredì suo padre e Saku, urlando che li rinnegava, che rinnegava il suo sangue e il suo nome, che si vergognava di venire associata a una lurida appestata come Lilith. Lil era presente, assistette a tutto. E Rhea cercò di ucciderla e rubarle il medaglione.-
-Quindi l’oggetto è un medaglione?- non riuscì a impedirsi di chiedere Robin.
Dex annuì di nuovo. -L’anno dopo, Lilith decise di mettersi in viaggio. Aveva sempre sognato di lasciare l’isola per il mare aperto e Saku e Neena erano più che felici di accompagnarla nell’avventura. Scelsero di diventare pirati, scelsero la libertà assoluta. Ma per Rhea fu l’ennesimo smacco. La visse come l’ennesima sfida di una sorella che non aveva mai voluto. La andò a cercare, la venne a cercare per tre volte. Prima che io mi unissi a loro, dopo che mi ero unito a loro. E ora è venuta a cercarla per la terza volta. Ma se ha osato rimettere piede su Nirvana significa che è sicura di quello che fa! Sa come estorcere a Lil le informazioni di cui ha bisogno per trovare il medaglione! Rhea sa come torturare una persona, non c’è un minuto da perdere!-
Robin si accigliò, colpita da una delle frasi di Dex. -Trovare il medaglione? Lilith non lo porta con sé?-
-Non più.-
-E si trova qui su Nirvana?- s’informò Sanji.
-Sì.-
-Dobbiamo andare.- affermò il cuoco, lasciando finalmente andare Dex.
Sanji e Robin si scambiarono un’occhiata e si mossero simultaneamente nella direzione verso cui Dex aveva cercato di correre poco prima. Il navigatore li fissò senza parole, ancora fermo contro il tronco.
-Che state facendo?- chiese, incredulo.
Sanji gli lanciò un’occhiata da sopra la propria spalla. -A te cosa sembra? Andiamo a salvare Lilith-chan.-
-Ma… ma…- boccheggiò Dex, spostando gli occhi da uno all’altro. -E Usopp? Se dovesse ripartire…-
-Lo ritroveremo più avanti. I nostri nakama comunque sono in altre zone dell’isola al momento, con un pizzico di fortuna lo incontreranno loro. E comunque, Naga Hana-kun sa sempre come cavarsela, vorrà dire che male che vada dovremo ritardare di qualche giorno la nostra riunione.- mormorò Robin con tranquillità.
Sollievo, profonda gratitudine e una punta di commozione lo investirono, tutto insieme. Nonostante la situazione critica in cui versavano concesse al suo cuore di battere per un attimo con gioia. Alla fine, nonostante il comportamento egoista che aveva ostentato, Lilith non aveva perso l’affetto dei Mugiwara. Nessuno di loro lo aveva perso.
E come il pensiero gli attraversò la mente, il cuore gli sprofondò nello stomaco.
Aveva creduto di essere in una situazione di estrema emergenza, di non avere tempo e non avere altra scelta. Ma ora le carte in tavola erano cambiate e non aveva motivo di non chiedere, di non prendere quella piccola eppure gigantesca precauzione.
-Aspettate.- li richiamò di nuovo, più serio che mai. Stavolta, Robin e Sanji ruotarono di centottanta gradi verso di lui, chiaramente impazienti ma colpiti dal suo tono e dalla sua espressione grave.
-Qualcos’altro non va?-
-Vi ho detto che Rhea sa come torturare una persona e come individuare i suoi punti deboli.- prese un profondo respiro. -Lil è il mio. La amo. E darei la vita per lei. Pensavo di non avere alternative, di essere l’unico in grado di andare a salvarla ma se ci siete voi due allora…- fece una breve pausa. -Se Rhea dovesse avere la meglio su di noi e farci prigionieri, userà Lilith per farmi parlare. La torturerà davanti a me per farsi dire dove si trova il medaglione. E io glielo dirò. So già che andrà a finire così. Ma se Rhea scoprisse dove si trova il medaglione per Lilith sarebbe peggio che morire e questa sarebbe solo una delle conseguenze. Non posso permettere che accada ma non so come impedirlo perciò… perciò voi mi dovete promettere… Se Rhea dovesse provare a usare Lil contro di me…- Dex li guardò dritti in viso, più determinato che mai. -Dovete promettere di uccidermi.-  
                




 
Angolo autrice: 
Buooooonsalve ragazzi! 
Vi rubo solo altri due minuti per ringraziarvi ovviamente e per invitarvi all'evento che il forum FairyPiece sta organizzando per il prossimo 21 febbraio, di cui trovate la locandina qui sotto! Se shippate qualche pairing strano o poco calcolato, questo è l'evento che fa per voi! Venite sul forum a dare un'occhiata se vi va! Vi aspettiamo numerosi!


 
Hai voglia di shippare? Io sì!
 
  
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