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Autore: Eirynij    08/02/2017    1 recensioni
I ragazzi più focosi della ciurma di Barbabianca andranno incontro al loro futuro e scopriranno meglio loro stessi accompagnati da due nuove eroine.
Dal testo:
"In principio, tutti gli occhi erano puntati su Ace inginocchiato al patibolo con i capelli scuri che ricadevano sugli occhi bassi ma, allo scoppio della battaglia, l’attenzione dei membri della ciurma di Barbabianca si era spostata dal loro compagno ai nemici che si trovavano ad affrontare. Solo due occhi verdi come la speranza rimasero fissati sul ragazzo di fuoco".
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marco, Nuovo personaggio, Pirati di Barbanera, Portuguese D. Ace
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Appello
 
 
Ehi Deidre, ti ricordi quel giorno di grande sconforto?
Essendo io una persona che crede fermamente nel destino,
mi stupisco sempre di come la nostra avventura sia iniziata così,
un po’ in sordina.
 
 
In preda alla disperazione tirò un pugno contro le pareti della sua cabina.
Sono Marco la Fenice, comandante della prima flotta di Barbabianca e non posso mostrarmi debole.
Trattenendo a stento le lacrime si voltò per guardare Ace che piangeva come un bambino e Cappello di paglia al suo fianco che, con sguardo cupo, cercava di consolarlo. La perdita di Barbabianca era stato un duro colpo per tutti.
‹‹Ace smettila di frignare›› ordinò la Fenice.
‹‹Ma nostro padre…››.
‹‹Lo so benissimo. Proprio per questo devi smetterla e venirmi ad aiutare, dobbiamo riorganizzarci››.
‹‹Mostrerò la mia vendetta…›› iniziò a urlare il ragazzo di fuoco.
‹‹In questo momento basterebbe che mostrassi la tua collaborazione›› lo interruppe Marco prendendo penna e taccuino dalla sua scrivania e avviandosi verso il ponte della nave.
‹‹È solo colpa mia…›› continuava a ripetere imperterrito Pugno di Fuoco.
‹‹Il vecchio è sicuramente contento che tu stai bene›› disse Rufy cercando di sorridere mentre scrutava con preoccupazione la spalla ferita del fratello. Erano entrambi consapevoli di essere vivi per miracolo.
Chissà come avrà fatto una lastra di pietra a frapporsi tra noi e l’ammiraglio rimuginava Cappello di Paglia senza trovare una spiegazione.
 
***

Nel frattempo Marco era riuscito con fatica a ottenere l’attenzione degli uomini sul ponte della nave, la sua autorità sembrava vinta dal cordoglio e dai lamenti funebri.
‹‹Silenzio›› intimò ancora una volta ‹‹ora faremo l’appello. Ognuno di voi, con ordine, mi fornirà nome, flotta di appartenenza, imbarcazione su cui eravate stanziati e mansione››. La Fenice iniziò a interrogare i pirati uno alla volta, appuntandosi scrupolosamente tutte le informazioni sul suo blocco degli appunti mentre, cercando di associare i nomi alle facce, assegnava le nuove mansioni.
Arrivò a due ragazze accucciate contro il parapetto che confabulavano sussurrando tra di loro.
‹‹Nome?›› chiese chinandosi alla loro altezza.
‹‹R-Reira›› rispose per prima balbettando e abbassando subito lo sguardo la ragazza dai capelli rossi e gli occhi arancioni.
‹‹Io sono Deidre›› disse l’altra scrutando il ragazzo con occhi verdi gonfi dal pianto e ciocche di capelli bianchi che le ricadevano disordinatamente sul volto.
‹‹Reira… e Deidre…›› ripeté Marco mentre scriveva ‹‹su che imbarcazione eravate e qual era la vostra mansione?››.
‹‹Entrambe sulla Moby Dick, lei era un’infermiera di nostro padre mentre io… io facevo la lavapiatti in cucina›› disse Deidre con la voce venata di vergogna.
‹‹Reira tu occupati dei feriti, non ci sono dottori quindi… beh fai quello che puoi›› ordinò la Fenice ‹‹mentre tu, Deidre, va in cucina e occupati della cena dato che su questa bagnarola sei la persona più simile a un cuoco che esista. Mangeremo alle otto in punto, quindi hai circa due ore››.
Le due ragazze annuirono e si avviarono.
‹‹Reira›› la richiamò Marco ‹‹inizia dal ferito che è nella mia cabina. La porta in fondo, di fronte alle scale››.
 
***

‹‹Tu sai che io sono allergica agli uomini!›› ribatté Reira con un’espressione di disgusto. Ebbene sì, Deidre lo sapeva bene, lei e Reira erano compagne di stanza da una decina d’anni, precisamente da quando lei si era imbarcata sulla Moby Dick, ed erano cresciute insieme diventando prima migliori amiche e poi legandosi come sorelle con un patto di sangue.
‹‹Suvvia con Barbabianca non avevi nessun problema!›› la stuzzicò comunque Deidre.
‹‹I vecchi non mi danno fastidio ma sulle venti persone di questa nave almeno i due terzi avranno meno di trent’anni!›› protestò disgustata Reira.
‹‹Allora spera che nella cabina del nostro nuovo capitano ci sia un vecchio›› suggerì ironicamente Deidre prima che le loro strade si dividessero.
‹‹Quando ho finito ti raggiungo in cucina›› promise l’altra.
 
***

Nell’attimo in cui Reira aprì la porta le sue speranze svanirono perché non uno ma ben due ragazzi mori la stavano fissando. Li riconobbe subito: molte volte aveva visto la taglia  di Rufy Cappello di Paglia in mano a Barbabianca e altrettante volte Deidre le aveva indicato Portuguese D. Ace come il “più bel pezzo di manzo sulla faccia della terra” ma, per lei, gli uomini erano solo pelosi e puzzolenti esseri parlanti.
Fissò lo sguardo al suolo.
‹‹Cosa sei venuta a fare qui?›› abbaiò il ragazzo di fuoco.
‹‹Sono… sono l’infermiera›› rispose Reira con un sussulto.
‹‹Non servi››.
‹‹Ma il capitano…››.
‹‹Ace fatti guardare la spalla›› intervenne Rufy.
‹‹Non è nulla di grave›› grugnì l’altro.
Marco rientrò nella cabina depositando tutte le informazioni raccolte in ordine sulla scrivania quindi si accasciò sfinito su una sedia fissando lo sguardo sulla ragazza. Per Reira quella stanza si stava facendo decisamente troppo affollata e gli occhi indagatori di Marco le bruciavano la pelle.
‹‹Fatti guardare la spalla e poi ti autorizzo ad andare in cucina a mangiare qualcosa›› disse la Fenice strofinandosi la faccia in un moto di stanchezza.
‹‹Non ho fame›› mentì il moro mentre la sua pancia gorgogliava grottescamente.
‹‹Smettila di fare i capricci›› sibilò furibondo Marco alzandosi in piedi di scatto e piantando gli occhi gelidi in quelli caldi di Ace. La sfida silenziosa si concluse con la sconfitta di Pugno di Fuoco che mestamente si sedette sul bordo del letto.
Reira si avvicinò per esaminare la ferita: era un’ustione importante ma non avrebbe compromesso l’utilizzo dell’arto e, con un po’ di cure, sarebbe guarita nel giro di qualche settimana.
‹‹È grave?›› chiese Cappello di Paglia.
La ragazza scosse la testa: ‹‹Mi serve dell’acqua››.
Marco estrasse una borraccia dal cassetto della sua scrivania e la lanciò a Reira che indietreggiò inciampando nei piedi di Ace e cadendogli rovinosamente in braccio mentre la fiala le precipitava in testa.
‹‹Che dolore›› esclamò Reira portandosi le mani alla nuca.
Che figuraccia… almeno non sono finita per terra pensò la ragazza. Per terra… e quell'idea l’allarmò inducendola a voltare lo sguardo: un soffio separava il suo viso da quello di Pugno di Fuoco e l’imbarazzo le fece tremare le vene. ‹‹Ma che fai?›› urlò lei agitandosi tanto che Ace la lasciò capitolare al suolo.
In un moto d’orgoglio, Reira, con il fondoschiena che baciava il freddo pavimento, alzò la testa fissando i suoi occhi arancioni pieni di rimprovero e minaccia in quelli scuri del ragazzo, quindi, fulminea, si tirò in piedi, raccolse la bottiglietta di metallo, la lanciò contro Pugno di Fuoco e se ne andò sbattendo la porta.
I tre uomini rimasero interdetti a fissare il vuoto che aveva lasciato la ragazza abbandonando la stanza.
‹‹Donne›› sussurrò Marco tornando a sedersi.
 
 
Ehi Reira, anche io credo fermamente nel destino,
e credo che sia stato proprio il fato a guidare i nostri passi
fino alla nave di Ace e Marco in quel giorno di sconforto.
 
 
 
 
Angolo dell’autrice: Grazie a tutti per aver letto fino a qui e un grazie speciale va a chi ha dato una chance alla mia storia inserendola tra le seguite. Ogni commento positivo o negativo che sia è ben accetto.
Un bacio,
Eirynij
   
 
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