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Autore: crazy_gio90    02/06/2009    2 recensioni
Basta un evento per cambiare completamente il destino di una persona? Cosa sarebbe successo se Bella avesse conusciuto prima Jacob di Edward? Un momento può cambiare la storia...l'amore cambia la vita...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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4. IL SOGNO

 

 

 

Non avrei dovuto correre in quel modo, e poi quella frase che le avevo detto: vorrei pentirmi di averti baciata ma non posso, perché è la cosa più bella che mi sia capitata…sì, era quello che pensavo, ma forse dovevo evitare; perché così aveva reagito peggio del bacio non corrisposto. Dovevo capirlo che era confusa, sicuramente pensava a quel…Edward Cullen, mi dava fastidio, molto fastidio. Lei mi aveva dato diversi indizi, ma io non ero riuscito a coglierli; prima mi aveva parlato di lui durante un “nostro pomeriggio”, poi la reazione che ha avuto quando lo ha visto (subito ha liberato la mia mano perché io avevo preso la sua). Sul momento credevo anche di aver evitato di dirle tante cose che pensavo, ma forse avevo già detto e fatto troppo. Bella era l’unica che poteva decidere, ma non sapevo se avrei accettato solo di esserle amico; perché non era quello che volevo io. In quel momento mi venivamo in mente delle canzoni italiane; ce n’era una in particolare che le avrei voluto dedicare: “ Semplicemente perché questo amore mi taglia nel petto e poi va dritto al cuore, affondano in lacrime i miei pensieri…è forte il bisogno che ho di amare te…

Questi erano i pensieri che affollavano la mia mente, i pensieri di Jacob Black..

 

 

*

 

Nello stesso tempo a Forks anche un’altra persona ripensava agli avvenimenti della sera prima e non era sicura delle scelte fatte. A breve Bella sarebbe salita sulla sua auto per andare a scuola, era nella sua camera con Giorgia e parlava del nuovo ragazzo, amico dei Cullen.

- Hai notato anche tu ieri, al Luna Park, quel ragazzo? – mi chiese Giorgia

- Gio, a chi ti riferisci? –

- Al ragazzo che era insieme ai Cullen. – mi rispose

- Ah, sì…lui. Non so chi sia, sarà un loro amico o parente visto che si assomigliano un po’…sono tutti molto belli con la pelle bianchissima. – Mi ero fermata un attimo poi continuai.

- Perché me lo chiedi? Io non conosco i Cullen meglio di voi. – Lei mi rispose ch’era solo curiosità, io ci credevo molto poco. Intanto stavamo salendo in macchina e Giorgia cambiò discorso e mi domandò:

- Ma dove siete finiti poi tu e Jake? Non ti ho più vista, siete spariti. –

- Siamo andati sulla ruota panoramica e … - La mia amica m’interruppe perché io esitavo a continuare.

- Che carino, romantico…e poi? Cosa è successo? –

- Mi ha baciata, la prima volta non so nemmeno perché ho risposto anch’io, ma poi mi sono opposta. –

- Jacob è un bravo ragazzo, sapevo che ci avrebbe provato ma ti ho vista anche turbata quando hai visto Edward. –

- Non voglio far soffrire nessuno, ma non so se Jake è quello giusto, non si merita questo. Poi mi ha detto una frase bellissima…cavolo ho paura di ferirlo, ho capito che è proprio preso. Dopo sono andata da una veggente, mi ha detto una cosa strana, “sarà il tuo diamante al sole” e ho pensato ad Edward ma non so. –

- Bella, siamo arrivate. Guarda chi c’è che ti guarda! –

Edward era come apparso dal nulla ed ora si trovava vicino alla mia macchina. Era impossibile, da dove era sbucato? Ero sicura di non averlo visto prima, all’improvviso era qui vicino a me. Sorrideva, ed io ero ancora sbalordita per come aveva cambiato atteggiamento. Per la prima volta mi rivolse la parola, i suoi occhi brillavano, bronzei.

- Ciao Bella, sono Edward Cullen; il tuo compagno di biologia, scusa ma l’ultima volta che abbiamo avuto lezione insieme non mi sono presentato. -

- Sì, so chi sei…ciao Edward. – Stavo per andarmene per raggiungere Giorgia, quando Edward mi bloccò, mi trattenne…aveva la mano freddissima, come il ghiaccio, e mi disse:

- Bella, aspetta. Ti accompagno io a lezione. Perché non ti unisci a noi a pranzo? –

Accettai volentieri.

Edward sentì quello che Giorgia pensava…lei era sicura che tutto questo avrebbe mandato Bella in tilt.

Edward ed io ci dirigemmo vero la classe d’inglese e intanto Giorgia aveva incontrato delle amiche.

Era strano vederlo vicino a me a parlarci….non credevo possibile che si sarebbe avvicinato, anche se dopo tutti quegli sguardi potevo sperarlo. Edward era molto curioso, ed io estremamente sincera, era come una calamità, non riuscivo a non aprirmi con lui.

- Come mai sei venuta a Forks? -

- Ehm, sono venuta a Forks perché mia madre si è risposata, e Phil è un allenatore di rugby. Si dovevano trasferire. –

- Ma Phil non ti piace? –

- Phil è carino, e vuole bene alla mamma. Io volevo che lei fosse felice, e così sono venuta a stare da Charlie. –

- Ho capito. Ma per fare felice lei, trascuri la tua felicità. Sei contenta di essere qui? –

- Io … subito non molto, non sopporto la pioggia, mi manca il sole, ma mi ci sto abituando e adesso non è poi così male Forks. –

Sei arrivata … ti aspetto al nostro tavolo a pranzo.- Sparii, così come era arrivato.

Io entrai in classe dove ritrovai Giorgia, era raggiante ma io non credevo ancora ai miei occhi.

Volle sapere tutto, e gli raccontai ciò che mi aveva detto Edward. La domanda che ci ponevamo adesso era perché, perché mi aveva parlato? Perché voleva che mi unissi con lui a pranzo?

Fino a poco fa credevo di disgustarlo e adesso ero a pranzo con lui, anzi io mangiavo lui no. La pausa era già finita, ma non ci saremmo divisi perché c’era l’ora di biologia; tutti gli sguardi erano destinati a noi due, forse perché erano abituati a vederlo solo. Avevamo percorso il tragitto verso la classe senza rivolgerci una parola, c’era imbarazzo e una smorfia era comparsa sul suo viso.

- Ti volevo chiedere scusa per come mi sono comportato. -

- In effetti, non ti ho capito molto bene. Poi oggi ti sei avvicinato…credevo che provassi disgusto per me. –

- Ti assicuro che tu non hai nessuna colpa, sono io il mostro, il disgusto non era per te ma per me. Credimi. – disse questo afferrando la mia mano, e io la stavo quasi ritirando; mi sembrava tutto così strano.

- E’ difficile per me credere, mi spiazzi con il tuo cambiamento di umore. –

- Appena potrò, saprai tutto, anche se non so se sarà un bene per noi. –

Dentro di me pensavo, noi? Aveva usato quella particella così importante, che indica unione ma io non capivo. Edward continuò dicendo:

- Forse non dovremmo essere amici. – Lui notò com’era cambiata la mia espressione e continuò dicendo…

- Non ho detto che non voglio, ma che forse non è giusto. –

- Per capire se è giusto o no bisognerebbe conoscersi…provare a frequentarsi. –

La risposta di Edward forse poteva sembrare un tentativo di cambiare discorso, ma a me sembrava un invito.

- Cosa fai oggi, ti fermi per la lezione di questo pomeriggio sulla filosofia occidentale? -

- Io avevo intenzione di rimanere, mi interessa, l’argomento dovrebbe essere Pascal. Resti anche tu? –

- Si, ti faccio compagnia. –

Il tempo passò velocemente e trovai Edward ad aspettarmi fuori dalla palestra. Era appoggiato con un braccio al muro, la maglietta segnava perfettamente il suo fisico, divino.

- Ciao! Hai combinato qualche altro disastro oggi? -

Bene, già sapeva della mia goffatagine, l’educazione fisica non faceva proprio per me.

- Solo qualche pallonata. – risposi io sorridendo.

Mi scortò fino all’aula dove avremmo avuto la lezione, poi entrati si sedette vicino a me. Ci confermarono che l’argomento era Pascal, il professore iniziò a spiegare. Ogni tanto mi giravo per guardarlo e sempre notavo i suoi occhi fissi su di me e senza accorgemene anche io lo fissavo. Dentro di me sentivo confusione e turbamento; dovevo prendere una decisione, anche se avrebbe potuto far soffrire tre persone. Da una parte c’era Jake e dall’altra Edward. Il mio cuore mi portava da Edward ma la parte razionale sembrava essere convinta che la persona giusta era Jacob. Non sapevo cosa dovevo fare, sentivo di avere un’attrazione quasi magnetica verso Edward e adesso lui si era aperto di più con me. Non volevo rovinare l’amicizia che c’era tra Jake e me, ma sapevo che per lui non ero una semplice amica. Oltre a tutto questo si aggiungeva una vena pessimistica che a volte affiorava in me. Ero convinta di meritarmi una storia normale e semplice, ma sceglievo sempre le strade più difficili da compiere, credevo che il destino mi riservasse sempre le vie più complicate ma non ne capivo il motivo.

Era già passato così tanto tempo da quando la lezione era iniziata che Edward mi richiamò dalla realtà, la sua mano gelida toccò la mia.

- Ehi, Bella. Guarda che la lezione è finita. Ti posso accompagnare a casa? -

- Cosa?? Ah….scusa, mi ero persa tra i miei pensieri. –

- Allora, andiamo? – Presi lo zaino e vidi che Edward era già sulla porta che mi aspettava, la teneva aperta per me. Ci dirigemmo verso l’auto e intravidi Giorgia, seduta sulla scalinata fissava un ragazzo e sembrava stesse ascoltando qualcosa ma ancora non sapevo di cosa si trattasse. Per questo motivo mi avvicinai a lei, Edward mi aspettava vicino al mio pick up; subito capii che stava guardando, era il ragazzo nuovo amico dei Cullen. All’improvviso alle mie orecchie arrivò una straordinaria melodia che sembrava provenisse proprio da lui, ora avevo capito da cosa era tanto attirata. Il ragazzo del Luna Park era seminascosto ma riuscivo a vederlo abbastanza bene da riconoscerlo. Come tutti i Cullen era alto, bello ma la caratteristica che più gli accomunava era la pelle diafana, era meno muscoloso degli altri. I capelli erano lunghi, mossi, neri come la pece; a differenza degli altri sul suo viso erano visibili le sue emozioni, sembrava quasi non fosse consapevole della sua bellezza. Lasciai Giorgia lì, era ipnotizzata dalla sua musica come se vedesse molto di più quello che il fascino di quel ragazzo. Volevo aiutarla, come sempre lei faceva con me. Tornai da Edward perché ero decisa a chiedergli notizie perché Giorgia era la mia migliore amica.

- Edward, posso chiederti una cosa? –

- L’hai appena fatto – e si mise a ridere poi continuò – dai, chiedimi pure. –

- Chi è quel ragazzo che era con voi al Luna Park ? – Negli occhi di Edward comparvero le varie immagini della serata, si ricompose e rispose a Bella:

- Ah, si. E’ un mio amico, è come un fratello per me. Si chiama Blaise, ha origini italiane ed è venuto per restare. Ma toglimi una curiosità tu adesso….- Edward si interruppe, non voleva mostrare quanto fosse importante per lui quella domanda, trovò il coraggio e continuò – come mai ti sei interessata? –

- Non è per me, è per la mia migliore amica, la vedi quella laggiù…si chiama Giorgia, ed è rimasta folgorata dal tuo amico.-

- Me ne sono reso conto. Lui è davvero speciale, sicuramente la tua amica avrà apprezzato la sua bellezza. –

- Ti sbagli questa volta, è rimasta colpita dalla sua voce d’angelo che ha, l’ha sentito cantare. –

Cambiammo il discorso e tornammo a parlare di noi. Ci eravamo messi ad ascoltare insieme la musica dal mio ipod e intanto ci conoscevamo meglio, scoprimmo che le nostre canzoni preferite lo erano anche per l’altro. Si era creata un’intimità, il tempo passava ma noi restavamo lì, seduti su quella panchina. Ancora una volta mi chiese scusa, prendendo tra le sue la mia mano, nella mia testa rimbombava ancora la sua frase “ non dovremmo essere amici “ però poi lui era lì accanto a me. Vedemmo un’auto avvicinarsi, io subito la riconobbi ed ebbi la certezza che fosse Jacob…mi aveva vista ma poi svoltò bruscamente per cambiare direzione. Sul suo viso olivastro ero sicura di aver visto qualcosa brillare, come una lacrima. Adesso me ne sentivo colpevole.

Dopo che passammo tutto il pomeriggio insieme, Edward mi accompagnò a casa e guidò lui il mio pick up. Mi accorsi che eravamo arrivati prima del previsto dopo di che mi salutò e se ne andò. Ancora non sapevo che lo avrei rivisto presto, in un sogno.

 

 

*

 

Dopo aver passato tutto il giorno con lei ero tornato a casa, adesso avvertivo il bisogno di starle vicino, perché ero come in astinenza dalla mia qualità preferita di droga. Non era passato molto tempo, ma io mi chiedevo cosa stesse facendo, sicuramente stava mangiando, al contrario di noi. Avevo una lunga notte davanti, non avevo problemi perché io non dormivo, mai.

Erano le dieci quando mi diressi verso casa sua, in breve raggiunsi casa Swan; mi accertai che non fosse sveglia, le luci della sua camera erano tutte spente quindi mi presi coraggio e mi arrampicai alla finestra.

Bella era sdraiata sul letto, dormiva ma il suo sonno era agitato, molto. Mi ero seduto su una sedia vicino a lei, avrei voluto sapere cosa stesse sognando ma su lei il mio potere non funzionava. Così all’improvviso lei iniziò a parlare nel sonno, ma solo a tratti capivo qualcosa…parlava di una luce nella foresta, poi fece il mio nome ed era strano ma bello sentir dire “Edward” da lei con stupore. A cosa stava pensando? Chissà perché mi aveva nominato? Non mi stancavo a guardarla, anche se sapevo che quando me ne sarei andato la mia astinenza sarebbe aumentata. Questa notte avevo capito che si capisce di amare veramente una persona quando si può passare tutta la notte a guardarla mentre dorme.

Un piccolo bacio al buio, e poi andai via da dove ero arrivato.

  
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