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Autore: floricienta    12/02/2017    0 recensioni
In una società governata dalla tecnologia più avanzata combinata alla forza del Mana, la divinità dell'oceano, Tangaroa, minaccia la sopravvivenza del genere umano, costringendolo a ritirarsi a vivere sulle aeronavi e obbligandolo a compiere sacrifici per beneficiare la propria benevolenza.
È in questo contesto che si intrecciano i destini e i sentimenti di due persone. Ari, un ragazzo timido e pauroso, che si è visto portar via tutto ciò che di più caro gli era al mondo, e con un potere dentro di lui che non può neanche immaginare; e Nael, un ladruncolo di strada che, per diverse vicissitudini, si è ritrovato a convivere proprio con Ari, aiutandolo giorno per giorno a diventare sempre più forte con la sua presenza.
Un insieme di turbamento, tristezza, felicità, disperazione, amore.
Sarà proprio la catena che li lega indissolubilmente a determinare la salvezza o la distruzione dell'umanità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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CAPITOLO 23
435


 

Gennaio, anno 435 del XII periodo

Ari fece uno sbadiglio, stiracchiandosi appena.
Fuori la temperatura era andata sotto zero e l'unico posto in cui si stava bene al calduccio era sotto il piumino del suo letto e...

Tra le braccia di Nael.

Ari si ritrovò a sorridere vedendolo ancora dormire al proprio fianco, imbacuccato quasi fino alla punta del naso e con un braccio che lo teneva fermo per la vita.
Invece di scemare, l'affetto che provava nei suoi confronti si era imposto con prepotenza e questo gli fece capire quanto fosse davvero importante per lui quel ragazzo.
Era contento che le cose fossero andate così; nel profondo della sua anima non avrebbe mai voluto che quel sentimento scomparisse e tornasse ad essere semplice amicizia.
Non che la loro lo fosse mai stata.

Voglio bene a Nael, gliene voglio molto di più di quanto penso e molto di più di quanto riesco ad esprimere a parole.

D'altronde, si era sempre represso.
Non aveva il coraggio di prolungare quei lievi baci a schiocco che riceveva e neanche chiedere con quale nome dovesse chiamare il loro rapporto. La paura, purtroppo, prevaleva sempre.
Avvicinò il naso a quello dell'altro fino a toccargli la punta e lo strofinò su di essa. Era il massimo che riusciva a fare di sua iniziativa.
Qualche attimo dopo, avvertì che Nael si stava svegliando e si spostò lievemente per poterlo guardare negli occhi senza problemi.
Il maggiore li sbatté più volte per essere coscienzioso che fosse sveglio e subito si specchiò nelle iridi azzurre intense di Ari. Gli sorrise dolcemente e premette il naso sul suo.
Ari non si stupì di quel gesto.
Subito dopo parlarono all'unisono.
“Buon compleanno, Nael.”
“Buon compleanno, Ari.”
Si misero a ridere piano piano.
Nael portò una mano al suo viso per accarezzarlo e gli diede un bacio sulle labbra.
Ari rimase con gli occhi chiusi per qualche istante e, quando li riaprì, osservò Nael che si stava umettando il labbro superiore con la lingua.
Immediatamente i suoi pensieri lo fecero diventare rosso e si buttò sul suo petto per non darlo a vedere.
“Hai ancora sonno?” gli domandò innocente e Ari colse la palla al balzo.
“Già.”
“E i tuoi animali?”
“Vai tu a dargli da mangiare.”
Nael schioccò la lingua e gli diede un pizzicotto sul braccio, ottenendo un verso di dolore esagerato.
Rimasero in silenzio in quella posizione per qualche minuto ancora, sentendo unicamente i sospiri reciproci e lo sfrusciare delle coperte.

Quanto vorrei rimanere qua per tutto il giorno.

Ari sorrise contro il petto dell'altro e poggiò la guancia sul suo cuore sentendo la vibrazione di esso.
Purtroppo non sarebbe stato possibile, però era una bella fantasia da utilizzare per riuscire a prendere sonno nelle sere successive.
Avvertì la mano di Natanael che stava scendendo sulla sua schiena per poi arrivare alle cosce e un brivido gli fece rizzare i peli. Le dita passavano delicate sul suo corpo, quasi come se avessero timore di toccarlo per davvero e questo non faceva che creare una scossa dopo l'altra.
Poi la stessa mano si insinuò nei suoi capelli e glieli tirò appena.
“Ari, ho una sorpresa per te.”
“Per me? Cos'è?” domandò curioso.
“Se mi segui fuori dal letto e sistemiamo tutto quello che dobbiamo, poi te lo faccio vedere.”
Ari annuì, saltando giù dal materasso. Non sapeva quale stramberia fosse passata per la mente dell'altro, ma si sentiva già felice.



Il rumore di quello che era un rasoio elettrico rimbombò tra le pareti del bagno.
“Dove l'hai preso?”
Ari aveva le braccia conserte e guardava Nael con cipiglio.
Questo sospirò esageratamente.
“No, aspetta...” continuò. “Non dirmi che l'hai rubato.” il suo tono era evidentemente ironico e si portò una mano sulla faccia con disappunto.
Natanael si mise a ridere, sapendo di essere stato colto sul fatto.
“Ma che stai dicendo!”
“Nael, a chi l'hai rubato?” insistette.
Il maggiore non poteva mentire sull'evidenza.

Accidenti a lui.

“Al barbiere.” ammise. “Ma non è rubare! Appena fatto glielo riporto indietro... Giuro!” gesticolò più di quanto ci fosse bisogno.
Ad Ari dava fastidio il fatto che non avesse perso la sua indole da ladro, eppure, lui non riusciva a resistere nell'appropriarsi di certe cose.

Tutte di poco conto comunque.

Però aveva in mente quell'idea da un sacco di tempo e non c'era occasione migliore che sfruttarla proprio come regalo di compleanno per l'altro.
“Non ci credo.”
Nael si sentì trafitto dalla purezza dell'altro e scosse il capo ridacchiando appena.
“Dai, stai zitto e lascia fare a me, ora.” allungò la mano verso il suo polso.
“Aspetta, aspetta!”
Ari gli sfuggì dalla presa e scivolò dietro di lui con agilità.
Nael era andato da lui e gli aveva detto che tutti quei capelli erano troppo lunghi per un ragazzo e che non era più un bambino, quindi serviva una nuova acconciatura per variare. Ad Ari piacevano i suoi capelli biondo cenere che gli arrivavano appena al di sotto delle spalle e non aveva mai pensato di cambiare taglio, inoltre era restio ai mutamenti, quindi non era molto sicuro riguardo a quello che gli volesse fare.
“Devo farlo per forza?” domandò con una punta di ansia.
Nael lo guardò dapprima sarcastico.

Sei fin troppo adorabile in questo momento.

Poi provò a persuaderlo con il suo tono affabile e il suo immancabile sorriso.
“Fidati, starai benissimo.”
“Perché non lo fai su te stesso?”

Però anche fin troppo testardo.

Nael si passò una mano tra i capelli corvini, tirandoli sulla fronte per poterli vedere.
“I miei sono già corti...” sbuffò e allargò poi le braccia. “Invece tu ce li hai belli lunghi e verrà fuori benissimo!”
Ari l'osservò e fu come vedere un bambino alle prese con la prima volta che guardava il mare, con in mano un sacchetto pieno di caramelle e i suoi giocattoli preferiti intorno a lui.
Quanto sapeva essere infantile delle volte.
“Ma sei capace di usarlo?” si preoccupò ancora.
“Aaah, Ari! Smettila con queste apprensioni!” si spazientì.
“Non voglio ritrovarmi con la testa sanguinante.”
Nael gli afferrò il codino e lo lasciò scivolare a terra per poi arruffargli i capelli. Si abbassò su di lui per lasciargli un bacio sulla fronte.
“Sarai ancora più bello di quanto tu non lo sia già.” gli fece un occhiolino e poté bearsi della visione delle gote di Ari che si stavano arrossando poco a poco.
Si sentiva quasi in colpa a convincerlo con quelle maniere subdole.

Quando ci vuole, ci vuole.

“O-Ok...”
Ari si posizionò davanti allo specchio e si mise una mano tra i capelli, ammirando per un'ultima volta quella massa di ciuffi che gli incorniciavano il volto, prima del cambio radicale.
Vide nel riflesso Nael che gli si era avvicinato e che gli aveva posato una mano sul fianco mentre con l'altra aveva riacceso il rasoio.
“Sei pronto?”
“Sì.”
Nael ci mise qualche minuto e non fu così difficile come avrebbe creduto e, quando finì il suo lavoro, aspettò l'esito dal diretto interessato.
“Ammira!” esclamò contento, posando lo strumento sul lavandino.
Ari si specchiò nuovamente.
La parte sinistra della testa era quasi completamente rasata, solo un paio di millimetri la ricoprivano e sulla parta destra vi ricadeva un lungo ciuffo che gli arrivava fino al mento e che gli nascondeva appena un occhio. Tutto l'ammasso di capelli era concentrato nella parte destra del capo e lui si tastò ogni centimetro.
“Allora? Allora?” domandò Nael sempre più impaziente, dandogli una piccola gomitata. “Ti piace?”
Ari non accennava a rispondere e l'entusiasmo del moro andò smorzandosi.

Mi sa che ho combinato un disastro.

“Se non ti piacciono li fai ricrescere e basta...”
Vide il volto dell'altro che ancora si osservava quasi atono.

Merda!

“Ehi?”
“Mi piace.” spezzò finalmente il silenzio.

Eh?

Nael sbatté gli occhi più volte, non capendo ancora quale fosse la reazione dell'altro.
“Mi piace.” ribadì Ari, voltandosi completamente verso di lui con un sorriso.
I suoi occhi eterocromi si illuminarono.
“Davvero?”
“Davvero tanto.” Ari si mise a ridere dolcemente.
In quel momento, Nael poté osservare il risultato del suo lavoro.

Sta benissimo.

Il nuovo taglio aveva fatto perdere parte del lato innocente di Ari e sembrava più un ragazzo della sua età o addirittura più grande, se non fosse stato per i suoi lineamenti eterei. I suoi occhi risaltavano ancora di più attraverso i piccoli fili che gli ricadevano davanti, creando un gioco di chiaro scuro tra l'azzurro e la cenere. Tutto nell'insieme gli dava un certo fascino.
Un fascino che fece battere forte il cuore di Nael e spalancare la bocca.
“Te l'avevo detto!” cacciò indietro quei pensieri, senza mai distaccare lo sguardo da lui.
Gli mise le mani sulle spalle, tenendole forte su di esse.
“Sto bene?” chiese il minore con una voce pura e ingenua.
Natanael si abbassò sulle sue labbra e vi soffiò sopra.
“Sei bellissimo.”
Gli diede un lieve bacio e si ritrasse rimanendo alla sua altezza.

Da quando Ari gli aveva dato il lasciapassare per quei semplici baci, il suo petto aveva cominciato a causargli meno dolore.
Era un piccolo gesto, ma lui non perdeva occasione per darlo.
Sentire appena quelle labbra morbide premere sulle sue e il fiato accelerato del ragazzo che lo colpiva al mento, prima di quel breve attimo, era una sensazione stupenda.
Non gli era stato chiesto perché continuasse a baciarlo e lui non voleva affrontare l'argomento, quindi fu ulteriormente contento di come si era sviluppato il loro rapporto. Nonostante ciò, la loro situazione era in bilico.
Non erano fidanzati, non erano amici, non erano parenti.
Cos'erano?
Nael non aveva una risposta a questa domanda e pensò che non l'avrebbe avuta a breve, dato che non si sarebbe spinto oltre a quello – che già riteneva eccessivo, ma le sue labbra si muovevano al suo posto e non poteva dire di no.

L'unico peccato è che dura troppo poco e io vorrei sbatterlo al muro in questo momento.

La sua immaginazione prese a volare e non era per niente casta.
“Ora devi riportare indietro il rasoio.” Ari lo fece tornare alla realtà.
“Non posso lasciarti solo il giorno del tuo compleanno.” trovò in fretta una scusa. “Lo farò domani.”
“Nael!”
“Domani.” concluse lì il discorso e premette il naso contro il suo per poi lasciarlo scivolare fino alle labbra.
“Domani, non oltre.” Ari socchiuse gli occhi e glielo baciò, lasciandosi per l'ennesima volta comandare a bacchetta da quel ragazzo.

 


Maggio, anno 435 del XII periodo

“Prima i capelli e ora un piercing? Perché ho come l'impressione che mi stai usando come cavia per quello che in realtà vorresti fare tu?” Ari aveva la voce fintamente arrabbiata.
“Sei tu quello che ha commentato quel ragazzo per strada e ha detto che sarebbe spiccato con la tua nuova capigliatura.”
Il biondo si irrigidì e strinse i pugni lungo i fianchi.
“Questo non significa che lo voglia fare per davvero. Non devi prendere per oro colato tutto quello che esce dalla mia bocca!”
“Fidati, non lo faccio.” Nael lo guardò sornione e Ari cercò di ribattere con uno sguardo infuriato, ma quel sorrisetto subdolo era imbattibile.
Incrociò le braccia e si morse il labbro inferiore.
“Lo vuoi fare, vero?”
Era una questione così stupida, ma Ari voleva davvero farsi il piercing, solo che non voleva spendere soldi per un qualcosa del genere e, anche se Natanael si era offerto, non era convinto completamente di potersi affidare a lui, per quanto si fidasse.
Non era di certo il suo mestiere.
“Mi farai male?” domandò un po' incerto.
“Ho visto Rorik farlo ad un sacco di ragazzini e nessuno si è mai lamentato.”
Non sapeva se fosse per tranquillizzarlo e convincerlo, ma Nael era parecchio persuasivo quando ci si metteva.

O forse sono io che non so impuntarmi per niente.

Si morse ancora il labbro e ci rifletté sopra.
Vide Nael allontanarsi e lo seguì con gli occhi. Il ragazzo aprì un cassetto e afferrò qualcosa che non riuscì subito a distinguere.
“Allora?” gli mise davanti alla faccia l'oggetto che aveva appena preso.
“Nael! Devi sterilizzarlo!” Ari sgranò le pupille alla vista dell'ago che l'altro si stava rigirando tra le dita. “Ci sono un sacco di preparazioni che dovrò accertarmi che tu faccia prima che tu possa anche solo avvicinarti al mio orecchio.” si portò le mani al suo orecchio sinistro e le premette contro.
“Lo so, con chi credi di parlare?” Nael gli mise un dito sul naso. “No, non dirlo.”
Ari rise appena.
“Vado a prendere un accendino.”




“Sei sicuro che non faccia male?”
Ari era seduto su una sedia in cucina con un tappo di sughero dietro al lobo e Nael pronto davanti a lui con l'ago e l'orecchino – che aveva scoperto aveva rubato apposta qualche giorno prima, consapevole che avrebbe vinto quella discussione.
Avevano pulito tutto e Ari aveva già preparato del cotone e acqua ossigenata per qualsiasi problema, anche se Natanael gli aveva ripetuto più volte di non farsi tutte quelle paranoie.

La sicurezza prima di tutto.

“Va bene, sei pronto?” domandò Nael con lo sguardo concentrato.
“Pronto.”
Lo era davvero? Dubitava sarebbe mai stato realmente pronto per qualcosa che poteva causargli dolore, d'altronde, pensò di poter sopportare per una volta.

Non sarà così terribile.

Nael inserì l'ago nel lobo e Ari strizzò gli occhi.

Non ha fatto male come pensavo...

Tirò un sospiro di sollievo, ma questo si bloccò subito non appena cominciò a muovere l'attrezzo nel suo lobo.
“Nael, mi hai mentito.”
“Ehi, non è colpa mia se sei così delicato.” lo prese in giro. “Sto cercando di essere più aggraziato possibile. Resisti un paio di minuti, ti devo allargare il buco e mettere l'orecchino tutto in una volta, non è così facile come credevo.”
“Avevi detto che eri capace.”
“Rorik lo faceva come se fosse il suo lavoro, non sembrava difficile.”
Ari sospirò, sperando di non ritrovarsi a doversi tagliare via un orecchio.
“Stai tranquillo.” disse ancora Nael. “Pensa di star nuotando nel fiume.”
“Come se fosse facile.”
Sbuffò e serrò la mascella quando avvertì chiaramente l'ago star uscendo dalla parte posteriore e la punta dell'orecchino che era entrata al suo posto.
“Abbiamo quasi finito.” sorrise Nael, contento del risultato ottenuto dopo aver sigillato l'orecchino al suo lobo. “Ti sta davvero benissimo.”
Ari finì di tamponarsi il cotone per togliere la piccola goccia di sangue che gli era fuoriuscita e si rifletté nello specchio che il moro gli aveva messo davanti al volto.
Aveva ragione, gli donava.
“Così so che regalo farti per il prossimo compleanno.” Nael incrociò le braccia con un sorrisino.
“Rubandolo come tuo solito?”
“Ovvio.”
Ari scosse la testa, sapendo che quel lato dell'altro non sarebbe mai svanito, benché ormai non gli importasse più di tanto.
Lo guardò perdendosi nei suoi occhi, che stavano ricambiando il gesto, e allungò le braccia per farsi abbracciare. Nael gli fu subito addosso, baciandogli la testa.
“Grazie, Nael.”

 


 

Settembre, anno 435 del XII periodo

Quel giorno non aveva ancora smesso di piovere, anzi, stava diluviando talmente tanto che Ari sperò non si rovinassero i campi.
Sia lui che Nael erano rimasti in casa per tutto il tempo; il biondo era uscito unicamente per prendersi cura degli animali e assicurarsi che il temporale non facesse danni alla stalla, mettendo tutto al sicuro. Nael, invece, era a malapena uscito dalla propria camera.
Accadeva sempre così quando c'era un tempo del genere e Ari non poté fare altro che accettarlo.
Sapeva perfettamente il perché di quel comportamento, ma non sapeva come poterlo calmare.

Dopo tutti questi anni, ancora non sono riuscito a trovare un modo per farlo stare bene così come lui ha sempre fatto per me.

Sospirò tristemente, rientrando in casa e togliendosi l'impermeabile bagnato fradicio.
“Nael?” provò a chiamarlo, urlando forte per farsi sentire. “Ti va di preparare un dolce?”
Si sentiva così inutile per non esser mai stato capace di fargli tornare il sorriso in quelle giornate, piuttosto, era lo stesso Nael che gli sorrideva facendogli credere che andasse tutto bene, anche se evidentemente non era così.
Era un sorriso che riusciva a distinguere dai soliti.
Sarebbe stato strano se Natanael non avesse mai avuto un momento dove si sentisse giù di morale, poiché era sempre pronto a sorridere e a farlo divertire, eppure gli procurava un dolore al petto saperlo in quello stato.
Non voleva lasciarlo solo in quelle giornate, ma succedeva che a volte veniva allontanato e non aveva mai capito il motivo, anche se era più che ovvio: Nael non voleva assolutamente che Ari lo vedesse ridotto a quel modo e si malediva da solo nel non riuscire a trattenere quella sua paura insita.
“Nael?” provò ancora, senza ricevere risposta, e prese a salire i gradini per raggiungere il piano superiore.
Ari si preoccupò subito.
Era raro che lo ignorasse di sua spontanea volontà e non era una cosa a cui si sarebbe mai abituato. I sentimenti che provava per quel ragazzo non glielo permettevano.
Aveva capito che quello che sentiva dentro di sé era più che una semplice infatuazione, difatti non era mai svanita, al contrario, si era sempre di più infervorata fino a fargli tamburellare il cuore per ogni minima sciocchezza.
Aprì la porta della propria stanza e accese la luce, riscoprendo che non c'era nessuno al suo interno.
Spalancò gli occhi, pensando subito alle peggior cose.

Che fine ha fatto?

“Nael? Dove sei?”
Bussò al bagno, ma nessuno gli rispose ancora una volta.

Nella camera dei miei genitori non può essere entrato...

Lo escluse subito perché lui era l'unico che aveva messo piede in quella stanza negli ultimi anni per pulirla e tenerla incolume, così come era stata lasciata quando gli erano stati portati via i genitori.

...quindi non può che essere...

Spostò gli occhi nella stanza degli ospiti, quella dove Nael aveva dormito prima di stabilirsi fisso nella propria.
Bussò delicatamente, non così fiducioso di ricevere una risposta, e poggiò l'orecchio su di essa.

Entro o non entro?

Poggiò la mano tremante sulla maniglia, insicuro sul da farsi.

Se entro e si arrabbia con me? Dopotutto se mi avesse voluto intorno, me l'avrebbe fatto capire...

Si morse il labbro e, con un respiro profondo, entrò.
Lo vide seduto sul letto con la schiena poggiata alla parete e una coperta tirata su fino a coprirgli la testa, come se fosse stata un mantello con cappuccio.
Gli si strinse il cuore nel vederlo.
Decise di non accendere la luce, ma lo spiraglio che veniva dalla porta mezza aperta bastava per illuminare parte della stanza e del ragazzo.
“Nael, posso entrare?” si diede dello stupido da solo.
“Si chiede prima di agire. Pensavo di avertelo insegnato.” rispose ironico e a bassa voce, una piccola punta di scherno era presente in essa, sebbene non avesse la solita scintilla che l'accompagnava.
Ari gli si avvicinò e si sedette sulla sponda del letto.
“Stai bene?”
“Sì, tranquillo Ari.”

Non è vero, perché mi stai mentendo?

Non riuscì a domandarlo, limitandosi a sospirare per l'ennesima volta.
Protese la mano verso il suo viso, rivolto verso il basso, e gli toccò appena la guancia prima che l'altro si scansasse.
Ari spalancò gli occhi e non perché l'aveva allontanato, ma perché si era ritrovato le dita umide.

Sta piangendo...

“Perché sei in questa stanza?” Ari disse la prima cosa che gli venne in mente. “Dai, andiamo a cucinare dei biscotti.”
“Volevo stare un po' da solo nel mio letto.” Nael continuò a tenere il capo basso, ignorando la richiesta dell'altro, facendogli credere di aver fallito il primo tentativo.
“Capisco...”

Mi sto comportando da perfetto idiota. Non so cosa dirgli, eppure lo conosco così bene ormai... Non sono neanche in grado di consolare la persona a cui tengo di più?

In quel momento un tuono rimbombò nel cielo e la stanza si illuminò di colpo, facendo sussultare il maggiore più del dovuto.
Ari lo guardò con la coda dell'occhio e lo vide tremare. Sapeva che nella sua mente stavano sicuramente passando le immagini di quel giorno di quando aveva tre anni e che sentiva l'acqua avvolgerlo e trascinarlo verso il fondo.
Era strano come solo il temporale lo facesse sentire così, mentre non aveva problemi per quanto riguardasse il fiume, anzi, lo accompagnava sempre e perdevano le ore a giocare nelle sue acque.
Da una parte era meglio così.
Un ulteriore tuono echeggiò nelle loro orecchie, anche più forte del primo.
Ari avvertì chiaramente un singhiozzo da parte dell'altro e si girò di scatto verso di lui, riscoprendolo a nascondersi la faccia con le mani per non farsi vedere piangere.
“Nael...”
“Ari, puoi anche scendere. Non sei costretto a rimanere con me.” gli sorrise appena, togliendosi le lacrime con la felpa.

Sei uno stupido, Nael.

“Guarda che puoi piangere se vuoi.” posò una mano sulla sua coscia. “Non c'è nulla di male.”
“Detto da te, è un ottimo consiglio.” lo prese in giro, facendogli la linguaccia.
“Dico davvero. Sfogati.”
Nael scosse il capo e gli prese la mano che aveva sulla gamba. Subito dopo dovette ritrarla per via di un altro tuono e si ricoprì le orecchie più forte che poté.
Ari non resistette più.
Gli avvolse la testa con le braccia e lo trascinò verso il proprio petto, tenendolo stretto e lasciandogli dei baci tra i capelli neri. Natanael si lasciò un po' andare, infatti sentì le lacrime scorrere, anche se cercava di trattenerle, e lo abbracciò a sua volta.
“Grazie, Ari.”
“Ogni tanto servo a qualcosa anche io.”
“A me servi sempre.”
Il battito del biondo aumentò a dismisura e le sue guance si imporporirono.

Non quanto tu servi a me.

Socchiuse gli occhi e poggiò il capo su quello dell'altro, accarezzandolo dolcemente per farlo calmare e pensò di esserci riuscito dopo qualche minuto.
Quando si staccarono, si rivolsero a vicenda un sorriso e Ari fu di nuovo riempito da quello sguardo finalmente sincero come era solitamente.
Avrebbe voluto stampargli un bacio per tranquillizzarlo ancora di più, ma non aveva tutto quel coraggio da permettersi di agire a quel modo. Sperò che, invece, fosse l'altro a darglielo in quel momento. Purtroppo non accadde.
Si alzò dal materasso per andare a preparare da mangiare, dato che non sapeva che ore si fossero fatte, tuttavia una morsa lo afferrò al polso.
“Rimani con me ancora un po'?”
Ari perse il fiato per un attimo.
Le dita calde sul suo polso freddo lo stavano marchiando come se stesse camminando sui carboni ardenti e gli stavano trasmettendo una strana sensazione che si espanse in tutto il resto del corpo.
Si risedette e finirono per sdraiarsi sotto le coperte, abbracciati in quel letto ad una piazza, che era troppo piccolo rispetto al suo matrimoniale e che li aveva obbligati a stare molto più vicini del solito per non cadere.
Nael lo stava accarezzando, torturandogli il lobo superiore dell'orecchio destro, dove aveva deciso qualche mese prima di farsi un altro piercing, e stava giocando con esso.
Adorava quando l'altro lo toccava in quel modo e quasi pensò di finire nel mondo dei sogni solo per quello, tuttavia rimase ben sveglio a ricambiare quelle attenzioni, lambendogli la schiena con la punta delle dita.

Mi dispiace di non essere in grado di fare di più per te, di non sapermi prendere cura di te come vorrei e che non mi vengono in mente idee per riportarti il sorriso sul volto. Però, spero che la mia vicinanza ti basti per trovare un po' di sollievo così come succede sempre a me.

Ari sorrise e gli diede un bacio sulla fronte, sfiorandolo appena.
“Comunque...”
Prese la parola dopo qualche minuto e l'altro alzò la faccia su di lui.
“Il tuo letto si trova nella stanza a fianco.”
Nael scoppiò a ridere, troppo felice per quella frase, e abbracciò Ari talmente forte da far mancare l'ossigeno a entrambi per qualche secondo.

 



NOTE DELL'AUTRICE:
Buona domenica gente!
Bentornati insieme ai nostri bimbi belli! Capitolo abbastanza inutile a livello di trama, tranne la fine lol in realtà non è inutile, perché tutti volevate sapere come diamine Ari è arrivato ad avere quella capigliatura da bullo della scuola e i piercing, io lo so u.u
Due scene divertentissime da scrivere e adesso sapete come non sia stata tutta colpa di Nael, ma il nostro Ari ha un animo ribelle inside xD
E l'ultima scena abbiamo un Nael impaurito dal temporale, cosa che adesso tutti voi dovreste aver capito come mai, con Tinirau dentro di lui che gli fa provare certi sentimenti negativi non può che crollare, poverino :(
Come al solito, spero che vi abbia lasciato qualche emozione anche questo capitolo e dal prossimo... *si blocca* eeeeh, dal prossimo u.u tante cose dal prossimo u.u
Grazie a tutti quanti e ci sentiamo domenica prossima con un nuovo capitolo! Un bacio enorme a tutti.

Flor :3

  
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