Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: ElenaDobrevSomerhalder    13/02/2017    0 recensioni
[IN REVISIONE]
Una storia dove i personaggi andranno al College in altre città, incontreranno nuove persone e, ovviamente, nuovi pericoli. Fino alla 3° stagione segue la serie TV.
Prima parte di una trilogia.
AMBIENTAZIONE TEMPORALE: alla fine dell'estate che segna il passaggio al College (5° stagione)
AMBIENTAZIONI GEOGRAFICHE: Mystic Falls, Durham, Los Angeles
PERSONAGGI PRINCIPALI: Elena, Damon, Stefan, Caroline, Bonnie, Nuovo Personaggio
PERSONAGGI SECONDARI: Klaus, Rebekah, Matt, Meredith, Jeremy, Tyler, Elijah, Kol, Katherine, Nuovi Personaggi
COPPIE: Damon/Elena, Stefan/Elena, Klaus/Caroline, Matt/Rebekah, Stefan/Meredith, altre nuove coppie
CAPITOLI: 22
ESTRATTO DAL 2° CAPITOLO:
Ad Elena venne in mente di prendere dei fiori dal vasto giardino attorno al loft[...].
Quando ne raccolse una busta piena [...] si voltò per tornare dentro, ma si ritrovò Damon davanti.
«Ti sei lasciata sfuggire il fiore più bello di tutto il giardino. Tieni.» le disse senza nascondere un doppio senso nella frase, porgendole una stupenda rosa rossa.
«Non volevo ferirmi con le spine.» gli rispose a tono Elena.
«Basta toccare i punti giusti.» continuò sull'onda dei significati nascosti Damon, prendendole la mano e facendole appoggiare il pollice e l'indice dove la rosa non aveva spine.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Your Love Saved Me - Chapter 16
Capitolo 16 - Misunderstandings & Mistakes


«Alyssa! Ti prego! Principessa! Risvegliati!» urlò diverse volte Alec alla ragazza, che reggeva tra le sue braccia, ma lei non sembrò rinvenire. L’adagiò dolcemente sul letto, poi si avvicinò al tavolo e dal nulla fece apparire il guscio di una noce di cocco, dentro alla quale mescolò diversi liquidi come se fosse un cocktail. Tornò da lei con l’intruglio, e provò a bagnarle le labbra con esso. La ragazza non aveva nemmeno aperto gli occhi, che già le lacrime ne sgorgavano fuori.
«Bevi questo, ti farà stare meglio.» le disse l’elfo per rassicurarla, e quando lei riuscì ad alzarsi leggermente, seguì il consiglio.
«Dimmi che anche adesso era solo un incubo, ti prego.» disse soltanto lei, ma lui non riuscì a fare altro che abbassare lo sguardo.
Alyssa iniziò a piangere senza più trattenersi, singhiozzando come se il suo cuore le si stesse sbriciolando nel petto, e Alec la strinse a sé, nascondendo il viso colmo di lacrime tra i capelli della ragazza.

Alyssa non sapeva quanto tempo era passato quando riuscì a respirare quasi normalmente. Le sembrava ormai di non avere più lacrime, e di non avere nemmeno la forza per poter far uscire un minimo lamento dalle sue labbra. Alec la teneva ancora stretta, e lei non voleva mollare la presa, ma non riusciva più a stare in quella posizione. Le faceva male tutto, proprio tutto. E tuttavia, si rese conto che la posizione c’entrava ben poco con il dolore. Allentò comunque la stretta, e Alec capì, lasciandola andare. Lo guardò, e vide che anche lui stava soffrendo. Entrambi erano stati feriti, entrambi avevano il cuore a pezzi.
«Forse ce lo siamo meritato.» mormorò lei.
«Non pensarlo nemmeno. Ciò che è successo tra noi non era proprio reale. Ma loro…loro l’hanno fatto davvero, e per di più davanti a noi, senza alcun ritegno!» ribatté lui, ancora disgustato da ciò che aveva visto.
«Dici che Katherine sa che siamo qui?» chiese la ragazza, cercando di capire come fosse stato possibile.
«Non lo so, ma lui lo sapeva… E comunque non m’interessa più. Per me Katherine è morta.» rispose teso l’elfo, buttandosi a pancia in su.
«Alec, sto cercando di capire cos’è successo e perché…mi vuoi dare una mano o hai solo intenzione di tenere il muso lungo?» gli parlò sincera lei, sdraiandosi affianco a lui.
«Ti do una mano: non si sono mai dimenticati l’uno dell’altra, tutto qui. Noi eravamo solo una distrazione, ed ecco come vanno a finire le cose. Loro se la godono, e noi stiamo qui a piangere.» disse lui, poi si voltò verso di lei. Accigliò lo sguardo, e scuotendo la testa le disse: «Anzi, sai che ti dico? Non verserò mai più una sola lacrima per lei. Sono arrivato a metà della mia vita, e non ho intenzione di sprecare altro tempo. Se tutto questo sta succedendo adesso, un motivo ci sarà.».
Poi le afferrò il viso, e la baciò appassionatamente.
Lei all’inizio restò impietrita, poi le bastò ripensare a ciò che era successo nel loft quella notte per lasciarsi andare e ricambiare il bacio, mettendogli un braccio attorno al collo. Continuarono a baciarsi rotolando sul letto, finché lui si ritrovò seduto, con lei a cavalcioni di sopra. Scostò le labbra dalle sue, scendendo a baciarle il collo, e lei gemette sommessamente e affondò le dita sulla schiena nuda dell’elfo, stringendolo a sé. Man mano che l’elfo scendeva a baciarla sempre più in giù, il body di petali si ritirava, lasciando la pelle della ragazza scoperta. Si dedicò alle sue rotondità, mentre lei gli carezzava i capelli corvini, e poi la fece sdraiare, mentre andava sempre più giù, fino a stuzzicare la parte più intima di lei. Alyssa si contorceva gemendo sulle lenzuola di petali, che stringeva tra le mani, e non riuscendo a trattenere la sua magia in quel momento li fece moltiplicare tutt’attorno finché il lenzuolo triplicò di volume.
«Alec…» gemette, richiamando l’attenzione dell’elfo, che si staccò da lei solo per togliersi i boxer, per poi adagiarsi di nuovo su di lei, baciandole il collo. Lei gli prese il viso, facendogli spostare le labbra sulle sue per baciarlo appassionatamente. Quando lei ebbe bisogno di riprendere fiato si fermarono, aprirono gli occhi e si guardarono intensamente.
«Sei la cosa più bella che mi sia capitata negli ultimi tempi, Principessa. Non andartene mai via da me, te ne prego.» le sussurrò Alec, e lei, dopo un lungo momento d’incertezza, gli rispose dolcemente: «Non lo farò, se anche tu me lo prometti».
Lui si limitò ad annuire, per poi baciarla ancora, e poi affondò dentro di lei. Alyssa, presa dal piacere, gli morse il labbro inferiore procurandogli un piccolo taglio, assaporò qualche goccia di linfa che ne uscì, e iniziò a gemere sempre più forte mentre gli affondi si facevano sempre più profondi e ravvicinati. Arrivarono al culmine insieme mentre sopra di loro, dal tetto, spuntavano rami di ciliegio che fiorivano rigogliosi.
Alec si scostò affianco a lei, l’abbracciò stringendola in modo da farla appoggiare con un fianco sopra di lui, e la baciò dolcemente carezzandole i capelli, mentre i petali li avvolgevano formando delle nuove lenzuola. Continuarono a baciarsi e coccolarsi finché la stanchezza ebbe il sopravvento, e si addormentarono stretti l’una all’altro, i visi che si sfioravano, le mani intrecciate l’uno all’altra.

«Ti ho detto che voglio restare qua, Damon.» disse Katherine, rifiutando l’invito del vampiro a lasciare la sua stanza, e implicitamente il loft, e chiuse la porta della stanza.
«Non m’importa quel che vuoi tu.» rispose lui, alzando gli occhi al cielo.
«Non me ne andrò comunque senza prima aver dato una ravvivata ai nostri vecchi ricordi.» gli disse ammiccante la vampira, e in un attimo fu senza vestiti.
«Rivestiti, Katherine. Sei patetica.» la insultò lui, ma lei per tutta risposta gli si avvicinò a velocità vampiresca e gli strappò i vestiti di dosso.
«Ricordati che ottengo sempre quel che voglio.» gli sussurrò all’orecchio, leccandogli poi il collo. Il vampiro la strinse forte per le spalle e la lanciò con un’immensa forza contro il comò, rompendo esso e tutti gli oggetti che vi erano sopra.
La vampira sembrò non essersi fatta un graffio, e ridendo in modo sinistro si avvicinò ancora a lui.
«Non avrai mai la meglio su di me, ho ben 400 anni di vantaggio, dovresti saperle ormai queste cose.» gli disse, mentre lo raggiungeva, poi lo prese e lo spinse con forza contro la tavarca del letto, facendogli rompere tutte le costole sul lato destro del petto. Il vampiro restò senza fiato, immobile, per un po’, poi fece per rialzarsi, e subito lei gli fu dietro. Gli cinse il petto con le braccia, e gli baciò il collo.
«Ti sei dimenticato il detto “Fate l’amore, non fate la guerra”?» gli sussurrò all’orecchio, continuando poi a baciargli il collo.
«Niente affatto.» disse lui, e si voltò per trovarsi faccia a faccia. Avvicinò le labbra a quelle della vampira, sfiorandole, poi le strinse le spalle, e la spinse con la faccia contro il muro. La bloccò, e le morse brutalmente il collo, ma lei non lo lasciò fare: si girò e lo baciò.
Il vampiro si prese un po’ di tempo, ricambiando il bacio in modo che lei credesse di aver vinto, poi si allontanò a velocità vampiresca, prese un pezzo del comò che si era rotto poco prima, e lo conficcò al centro del petto della vampira, avendo cura di farlo andare fino in fondo, perforando anche la parete. Lei rimase attaccata al muro come un foglietto fissato con una puntina, e cercò invano di liberarsi dal paletto improvvisato, mentre il vampiro iniziò a sentire delle voci nel corridoio.
«Damon! Che succede?!» era Bonnie, probabilmente si era svegliata dopo tutto quel fracasso.
Il vampiro si guardò attorno: il letto era mezzo distrutto, del comò erano rimasti solo dei pezzi sparpagliati qua e là, e i suoi vestiti erano tutti a terra. Cercò nel mucchio un paio di pantaloni, li indossò, poi gettò un lenzuolo sulle spalle della vampira per coprire le sue nudità, e aprì la porta.
«Sai fare su due piedi un’incantesimo per immobilizzare un vampiro o qualcosa del genere?» chiese subito a Bonnie, facendole segno di entrare.
Quando la strega vide Katherine, fece subito cenno a Damon di uscire, e iniziò a cantilenare l’incantesimo, uscendo anche lei pian piano dalla stanza. Fece appena in tempo, perché la vampira si era liberata spingendosi lontana dal muro, il paletto ancora inchiodato ad esso, ed ora era sul ciglio della porta con i canini sguainati.
«Abbaia quanto vuoi Katherine, non morderai nessuno fin quando non lo vorrò io.» disse la strega guardandola dritta negli occhi senza alcun timore, poi si allontanò, mentre Damon salutava vittorioso la vampira intrappolata nella stanza con un cenno della mano.

L’alba illuminava il viso di Alyssa, stretta tra le braccia di Alec, mentre ancora dormiva. Lui la guardava sognante, ancora incredulo per ciò che era successo la notte prima. Era bastato un giorno, per cambiare così radicalmente la sua vita, come se l’asse della sua esistenza si fosse spostato da lui, a lei. Non aveva mai provato niente di simile nei secoli in cui era vissuto finora, e non sapeva se esserne eccitato o terrorizzato.
«Katarina…» si lamentò Alyssa nel sonno, e l’elfo la guardò preoccupato. Probabilmente stava ricordando ciò che aveva visto dalla finestra della stanza di Damon. L’accarezzò, cercando di farle sentire che non era sola.
«No…non puoi…mi uccideranno!» mormorò ancora la ragazza agitandosi, e l’elfo aggrottò le sopracciglia. Non ebbe il tempo di capire cosa intendesse, che lei si svegliò.
«Ancora incubi?» le chiese premuroso.
Lei gli rispose, un po’ agitata: «No, non lo so. Cioè, non era un incubo, però è stato strano. Ho sognato Katherine, ma io la chiamavo Katarina. Non eravamo qui, né a Mystic Falls, né in Italia. Però ci assomigliava un po’, all’Italia. Ed eravamo vestite in modo strano…antico. Io avevo una bambina in braccio, che lei voleva a tutti i costi. Continuava a ripetere disperatamente “Ridammi mia figlia!”, ma io per qualche motivo sapevo che non potevo dargliela. Sentivo che qualcuno mi avrebbe uccisa se l’avessi fatto, e sembrava già troppo rischioso anche solo fargliela vedere.» e terminò infine con un dolce sorriso «Poi mi sono svegliata…tra le braccia di un angelo.».
Lui la baciò dolcemente, poi le sussurrò: «Posso vedere questo sogno?».
Lei annuì, e lui la baciò con più trasporto, vedendo il sogno come se fosse stato il suo.
«Forse dovremmo parlarne con lei, o con Damon.» azzardò lui, suscitando la reazione isterica della ragazza.
«Non esiste! Non voglio più vederlo! Non voglio vedere nessuno dei due!» strillò lei, scuotendo la testa, accucciandosi poi con essa nell’incavo tra viso e petto dell’elfo.
«Vuoi stare per sempre quassù con me?» le domandò con un sussurro lui, e lei gli si strinse ancor di più.
«Sarebbe bellissimo, Principessa, ma lì fuori c’è un mondo intero. Un mondo che dobbiamo scoprire, affrontare, vivere. Non possiamo restare qui sigillati per sempre. Ora più che mai, con tutto quello che sta succedendo.» continuò lui, carezzandole i capelli color cioccolato.
«Mi viene la nausea solo a pensarlo, figurati vederlo e parlarci…» mormorò lei, e lui l’appoggiò: «Lo so, anche io sto ancora da schifo, e se penso a Katherine altro che nausea… Ma non dobbiamo lasciarli vincere. Noi dobbiamo mostrarci forti. E insieme lo siamo, no?».
Lei alzò il viso, finché i loro sguardi s’incrociarono, gli fece un caldo sorriso e poi lo baciò.
«Dopotutto vuoi mettere due vampiri contro un elfo e una strega sirena? Abbiamo la vittoria assicurata!» ironizzò lei, alzandosi dal letto, poi si bloccò: «Uso i miei soliti vestiti, o ci pensi tu?».
L’elfo non se lo fece ripetere due volte: con un gesto della mano fece avvolgere Alyssa da viticci, dai piedi fino alle spalle, più fitti sul busto e sui piedi. Questi si trasformarono poi fiorendo, dando forma ad un tutt’uno che avvolgeva il corpo della ragazza in modo aderente, ad eccezion fatta dal ginocchio in giù, dove i pantaloni svasavano. Petali violacei l’avvolgevano da sotto al seno fino ai fianchi, per poi schiarirsi andando in giù fino a diventare bianchi all’orlo dei pantaloni, mentre sul seno c’erano petali di glicine lilla, che diventavano anch’essi sempre più chiari fino a diventare bianchi sulle spalline.
«Anche le scarpette oggi! Speriamo non siano come quelle di Cenerentola…» scherzò lei, ammirando il capolavoro creato dall’elfo.
«Non ho ancora finito…» disse sorridente lui, poi dalle spalle dell’abito fece spuntare una distesa di petali lilla traslucidi che formarono una lunga mantella. Con un altro gesto della mano, i capelli della ragazza si raccolsero in parte, tenuti da viticci e piccoli fiorellini dal bianco al viola.
«Adesso è perfetto!» esclamò soddisfatto Alec, ammirandola da capo a piedi, mentre lei arrossiva.
«Tu come mai non ti vesti di petali?» gli chiese curiosa, mentre provava a camminare le scarpe con il tacco che le aveva creato l’elfo, tutte in legno, viticci e fiori.
«Di solito ci vestiamo così solo ad Avalon, però tu sei la mia Principessa, e visto che non vuoi andare in giro per la città oggi, posso approfittarne per viziarti un po’.» le spiegò, mentre andava a riprendere i vestiti del giorno prima, ma lei lo bloccò.
«Vestiti anche tu così, sei il mio Principe e oggi non devi andare in giro per la città, no?» gli disse con un ghigno soddisfatto, a cui lui non seppe resistere, così si vestì anche lui di petali dal viola al bianco, poi la baciò dolcemente.
«Ti rendi conto che io nemmeno ti avevo visto, che già mi avevi procurato un fremito?!» gli disse scherzando la ragazza, ancora le labbra che sfioravano le sue.
«Ti rendi conto che io nemmeno ti avevo conosciuta, che già ero andato contro tutti per te?» le disse lui più serio, con lo sguardo perso nei suoi occhi verdi, «E lo rifarei altre mille volte».
Alec la baciò, appassionatamente stavolta, poi con riluttanza allontanò le labbra dalle sue, e mantenendo l’abbraccio in un attimo si ritrovò con lei nel giardino al di sotto della casetta.
«Farò in modo che ci possano vedere e sentire, ma non toccare, ok?» disse l’elfo alla ragazza, che annuì, cercando di camuffare la tensione.
Si avvicinarono al bordo del canneto più vicino al loft, e d’un tratto sparì per lasciare il posto ad una recinzione bassa di rose, che avanzava insieme a loro verso il loft. Quando arrivarono alla barriera che aveva creato Bonnie, le rose non avanzarono più, e con esse anche i due.
Alec fece un cenno d’incoraggiamento ad Alyssa, e lei si decise.
«Damon!» urlò, senza riuscire a nascondere il timore e la rabbia che aveva dentro. Dopo pochi secondi se lo ritrovò davanti, a qualche metro di distanza, e istintivamente arretrò di un passo.
Lui l’ammirava estasiato, indugiando con lo sguardo su ogni dettaglio.
«Sei meravigliosa, amore mio.» disse dolcemente il vampiro senza staccarle gli occhi di dosso, poi si rivolse ironicamente all’elfo: «Suppongo sia opera tua. Devo farti i complimenti, almeno come stilista -
per donna- ci sai fare!».
«Grazie.» disse lei abbassando lo sguardo, mentre l’elfo si limitò a guardarlo storto.
«Puoi tornare a casa ora?» chiese il vampiro, speranzoso.
«No, devo solo dirti una cosa…» rispose imbarazzata la ragazza, facendo svanire il sorriso dal viso del vampiro, e iniziò a raccontargli del sogno avuto poco prima.
«Hai fatto altri sogni strani stanotte?» chiese il vampiro, e la ragazza non poté fare a meno di pensare al sogno con lui, Elena, Katherine e Alec.
«Sì…sembravano stranamente reali, e in un certo senso premonitori.» rispose amaramente la ragazza.
«Allora può essere che sia tutta colpa di Katherine, e per tua fortuna non dovremo aspettare molto per sapere la verità. Ma perché non torni a casa? Non puoi ancora passare la barriera?» chiese impaziente il vampiro.
«Non lo so se posso passarla, ma non importa. Per ora non voglio tornare.» disse soltanto lei, e vide lo sguardo di Damon incupirsi.
Il vampiro poi guardò Alec con sguardo furioso, e gli chiese digrignando i denti: «Cos’hai fatto?!».
«Io niente di male. Tu invece? Com’è stata la tua nottata?» ribatté l’elfo, con un pizzico di rabbia.
«Movimentata…» rispose il vampiro vago, poi aprì la bocca per continuare a spiegare, ma non fece in tempo a farne uscire un alito di fiato, che Alyssa lo attaccò: «Non hai proprio ritegno! Mi fai schifo! Ti credevo diverso, invece anche tu mi hai solo illusa…».
«Alyssa! Ma che stai dicendo?» chiese confuso il vampiro, che si sentiva crollare il mondo addosso.
«Ma sì, vantanti pure delle porcate che hai fatto con Katherine stanotte! Tanto ho già il voltastomaco, non mi cambia nulla!» urlò lei, con tutta la rabbia che aveva in corpo.
«Tu che ne sai di Katherine?» rimase di sasso lui.
«Oh, pensavi di farla franca? Speravi che non mi accorgessi di niente? E invece no! Vi ho visti! Eccome se vi ho visti!» continuò ad urlare la ragazza, diventata ormai talmente rossa che Alec, preoccupato, le cinse i fianchi in modo protettivo, come per sorreggerla. Il gesto fece rabbrividire Damon, che li guardò come se si fosse appena accorto di essere intrappolato in un incubo.
«Ma di che diavolo stai parlando, Alyssa?» continuò confuso il vampiro, peggiorando la situazione.
«Smettila di fare il finto tonto Damon! Vi ho visti, nudi, mentre vi baciavate! Ora prova a dirmi “Ma no, amore, non è quel che sembra” e vedrai come ti riduco!» rispose la ragazza agitata più che mai, tanto che intorno si era alzato un forte vento.
Alec la strinse da dietro e le sussurrò all’orecchio di calmarsi, così dopo un po’ il vento cessò.
«Forse è meglio se torniamo a casa, Principessa. Non puoi agitarti così tanto, o scatenerai un uragano.» le disse l’elfo. Lei annuì, ma appena fece un passo, per poco non si ritrovò a terra. L’elfo l’aveva afferrata appena in tempo, e ora era inginocchiato accanto a lei, quasi sdraiata sull’erba. Damon d’istinto si era spinto più possibile vicino a loro, inginocchiandosi in mezzo alle rose, che con le loro spine avevano procurato delle piccole ferite nella pelle del vampiro.
«Tranquilla, ci sono io qua.» le disse Alec, carezzandole il viso, e la ragazza non riuscì più a trattenere le lacrime.
«Portami a casa…non lo voglio vedere…non lo voglio sentire… Voglio solo stare con te.» disse la ragazza tra un singhiozzo e l’altro, e l’elfo l’accontentò, prendendola in braccio per portarla via.
«Non può essere…non è possibile… TI UCCIDER
Ò MALEDETTO ELFO!» urlò il vampiro, che non riusciva a credere ai suoi occhi, e si spingeva sempre più contro le rose senza alcun risultato.
«In un momento così avrei esultato fino a ieri, sai? Invece sono distrutto come non mai e mi spiace solo che stiamo soffrendo più di te. Ti meriti le pene dell’inferno, vampiro. Tu, e quell’altra stronza, dovreste marcirci in eterno.» sibilò rabbioso l’elfo, prima di avviarsi verso la casetta.

Bonnie aveva assistito alla scena, e si stava già preparando al peggio. Come aveva immaginato, Damon entrò in casa come una furia, e puntò dritto alla sua camera, dov’era intrappolata Katherine. Ma quando arrivò alla porta, non riuscì a varcarne la soglia. La vampirà se ne accorse, e ne approfittò tentando di uscire, pensando fosse cambiato qualcosa nell’incantesimo che aveva fatto prima la strega, ma non ci riuscì.
«Che diavolo…? BONNIE! COS’HAI FATTO?!» urlò furioso il vampiro, mentre la strega stava salendo le scale.
«Ho fatto in modo che tu non possa fare danni.» rispose lei, entrando nella stanza di Stefan per sicurezza. Vedendo che il vampiro era troppo furioso per poter ragionare lucidamente, gli spiegò: «Ho visto quel che è successo in giardino e sapevo che saresti andato dritto da lei, forse per ucciderla con le tue mani, e non posso lasciartelo fare. Dobbiamo scoprire la verità, e da morta sicuramente non ce la potrà dire. E poi, sinceramente, credo che tu stia provando emozioni troppo forti per poterti controllare e ragionare con cognizione di causa. Ecco perché ho fatto un incantesimo di sigillatura che ti terrà bloccato nell’open space. Non puoi nemmeno lamentarti di avere poco spazio».
Il vampiro si mosse a velocità vampiresca, comparendo davanti alla porta della camera di Stefan, ovviamente senza poterla varcare.
«Ucciderò l’elfo bastardo, la vampira stronza e infine te, strega traditrice. Vedrai. Prima o poi uscirò di qui. E se prima di allora dovessi passare tu di qua, inizierò con te, così poi potrò far fuori Katherine, e all’elfo ci penserò con calma, e mi gusterò la sua morte.» sibilò furioso Damon alla strega.
«E questo è esattamente il motivo per cui ho fatto tutto questo.» sbuffò lei, alzando gli occhi al cielo.
«BONNIE?! TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE È SUCCESSO?!» urlò spazientito il vampiro, appoggiandosi alla barriera invisibile tra lui e la strega come se la volesse spingere via.
«Sì, Damon, me ne rendo conto, e forse sarebbe meglio se tu ti calmassi, scoprissi se c’entra qualcosa Katherine, e poi spiegassi tutto ad Alyssa, anziché ringhiare come un cane rabbioso senza risolvere nulla. Che dici?» rispose lei, cercando di farlo ragionare.
Per diversi minuti, in cui nessuno fiatò, Damon si sfogò imprecando e lanciando contro ai muri dell’open space qualche soprammobile. Ma alla fine si calmò, e si sedette a terra appoggiando la schiena alla cornice della porta della sua stanza.
«Katherine, vieni qua. È ora di fare un po’ di chiacchiere.» disse poi, senza nemmeno cercare di nascondere il suo tono triste.
La vampira si avvicinò, e di sedette dal lato opposto della cornice della porta.
«Vuoi sapere del sogno di Alyssa?» chiese, stranamente calma, e vedendo l’espressione sorpresa di Damon, gli spiegò: «Ho sentito e visto tutto quello che è successo là fuori. E sì, come dice la streghetta, devi assolutamente chiarire con la tua ragazza, si sta appiccicando un po’ troppo al mio Alec. Non sono gelosa, ma mi piace avere l’esclusiva».
«Il
tuo Alec?» chiese sorpreso lui, e lei si limitò ad annuire, poi continuò, senza però agitarsi: «Se hai sentito tutto dovresti sapere che è colpa tua e del voler rivivere i vecchi tempi se si è appiccicata così a lui. Hai fatto tutto tu».
«Mi dai troppi meriti. E comunque non sapevo fossero qui, sono arrivata dalla parte anteriore del giardino e non ho notato la casetta fino a poco fa, quando sono scesi giù per parlare con te. Ma anche se l’ho vista solo da lontano, non ho potuto fare a meno di notare una certa somiglianza della tua ragazza, se ancora lo sarà.» disse la vampira, e la sua strana calma agitò leggermente il moro.
«Tu inizia a spiegarmi del sogno e della somiglianza della mia ragazza, perché puoi starne certa che lo sarà ancora.» disse secco, aspettandosi una battutina dalla vampira, che invece lo spiazzò.
«Il sogno non è nient’altro che un momento che io ho già vissuto cinquecento anni fa. E le uniche altre persone in quel momento con me, erano la strega e mia figlia.»
«E con questo cosa vorresti dire?»
«Damon, quello non era un sogno. Era un ricordo.»
«Com’è possibile?! Stai parlando di cinquecento anni fa, Katherine…Alyssa ne ha 21…» disse il vampiro, incredulo alle parole dell’altra.
«Ne sei sicuro?»
«Sì, l’ho già vista sedici anni fa, e aveva cinque anni. Se la matematica non è un’opinione…»
«Allora deve essere una strana doppelganger con la memoria della sua copia defunta.» disse lei, dopo aver riflettuto un po’.
«Di chi?»
«Di Aleekah, la strega che mi ha portato via mia figlia per sempre. È una strega anche Alyssa come si dice in giro, giusto?»
«Mezzosangue, ma sì, anche lei è una strega. Perché? Che cosa ti frulla in quella testolina, Katherine?»
«Dev’essere la sua reincarnazione, o dev’essere rinata. Non c’è altra spiegazione.»
«Non ci sto capendo nulla. Cosa c’entrano reincarnazione e rinascita?»
«Lascia stare Damon. Dobbiamo parlare con lei. E per fare questo, dovete fare pace, per cui c’è da darsi da fare.»
«Non so se hai notato, ma non vuole parlare con me, non mi ascolterà…»
«Ci penso io.» disse Bonnie, uscendo dalla stanza di Stefan, e si avviò fuori dal loft.

Alec e Alyssa erano nel letto della casetta: lui la stava coccolando, cercando di farla stare meglio dopo l’incontro con Damon.
«Alyssa!» si sentì urlare da fuori della barriera di rose, e l’elfo guardò la ragazza.
«È Bonnie…» disse soltanto lei.
«Alyssa! Ti prego, devo parlarti. È importante!» si sentì ancora dall’esterno.
«Vuoi che la faccia entrare?» chiese lui, e la ragazza all’iniziò non rispose, poi accennò un sì con il capo. L’elfo le baciò dolcemente la fronte, e si alzò dal letto per raggiungere la strega in giardino.
«Non sta ancora bene.» le disse l’elfo, avvicinandosi alle rose.
«Ti prego, fammici parlare. Non potresti farmi entrare?» chiese umilmente Bonnie.
«Come posso fidarmi di te? Come faccio a sapere che non ti ha mandato Damon per farci qualcosa, per portarmela via, o chissà che altro?» chiese lui di rimando, molto scettico sulle buone intenzioni della strega.
«Sono un’amica di Alyssa, e credo proprio che abbia bisogno di me. Non vi farò nulla, te lo giuro. Dobbiamo solo parlare.» quasi lo implorò la strega.
Lui sporse le mani oltre le rose, e le fece segno di porgergli le sue, poi la guidò attraverso la barriera, che si era dissolta per farla passare.
«Grazie.» disse sinceramente la strega all’elfo, che fece crescere una graziosa scala a chiocciola di legno dalla porta della casetta fin giù nel giardino per farla salire.
Quando la ragazza la vide, le sorrise debolmente, e la strega si avvicinò per abbracciarla, sedendosi poi sul letto.
«Come ti senti?» chiese banalmente Bonnie, non sapendo cos’altro dire.
«Letteralmente a pezzi. Se non fosse per Alec, non so come sarei ridotta.» disse Alyssa, guardando dolcemente l’elfo, che poi tornò a letto abbracciandola come prima.
«A proposito…tu hai visto Damon e Katherine solo in quell’attimo? O sei rimasta a guardare anche dopo?» chiese la strega all’amica sperando di non farla soffrire ancora.
«Mi è bastato vederli in quel modo, non avevo alcuna voglia di vedere come andavano avanti.» rispose disgustata la ragazza.
«Ma, vedi, il fatto è che non sono andati avanti. E per davvero, ciò che hai visto non era esattamente come sembrava.» le disse la strega.
«Sei venuta fin qui per difenderlo? È inutile, Bonnie, non cambierò idea. Mi ha delusa, mi ha ferita, mi ha distrutta in un solo istante. Se non ci fosse stato Alec a raccogliere i cocci, io a quest’ora…» disse Alyssa, senza riuscire a continuare.
«Non lo sto difendendo. Sto solo dicendo che io so come sono andate le cose, e lui non ti ha tradita. Se non mi credi, lo posso far venire in giardino, fuori dalle barriere, e potrai guardare tu stessa dentro la sua mente e scoprire la verità. So che ne sei capace.» le propose la strega, ma la ragazza scuoteva la testa.
«Bonnie, niente potrà tornare come prima. Anche se tu stessi dicendo la verità, io non riuscirò più a fidarmi di lui se ci saranno ancora Katherine o Elena, e poi…non credo che lui mi rivorrà…c’è molto altro ancora…» disse la ragazza, guardando Alec, che la strinse ancor di più a sé.
«Altro cosa, Alyssa? Hai trovato un amico? Bene, non bastano mai, vedrai che farà amicizia anche con Damon quando vi chiarirete.» disse convinta Bonnie.
Alyssa stava ancora guardando Alec, che con lo sguardo le stava facendo capire che non era obbligata a dire ciò che era successo tra loro, ma lei annuì, e lo baciò.
Quando si staccarono, la ragazza si voltò verso l’amica, che la stava guardando con gli occhi sgranati.
«Non so se Damon mi abbia tradita davvero, ma…io l’ho fatto. L’ho tradito, Bonnie, se così si può dire. Credevo fosse finita, lo odiavo, e…» stava spiegando la ragazza, quando la strega la interruppe incredula: «E per questo hai baciato il primo che ti è capitato?».
«No, Bonnie, non è il primo che mi è capitato, e non l’ho solo baciato…» rispose candidamente la ragazza.
«Oh. Mio. Dio.» disse schockata la strega, alzandosi dal letto d’istinto.
«Se questa è la tua reazione, immagina la sua…» mormorò Alyssa, abbassando lo sguardo.
«Prenderebbe a pugni ogni muro del loft fino a ridurlo a un mucchio di macerie, poi vi ucciderebbe, probabilmente.» disse senza pensarci Bonnie.
«Non credo che dovrebbe saperlo, se vuoi farci pace.» disse Alec, sorprendendo le ragazze.
«Rivuoi Katherine?» gli chiese d’istinto Alyssa, con un pizzico di gelosia.
«No, niente affatto. Te l’ho detto, per me è morta, in qualsiasi modo siano andate le cose. Non è venuta a cercarmi, dopo quello che è successo con mio fratello, e la ritrovo qua, nuda, con un suo ex di cui non mi aveva mai parlato. Nemmeno se mi implorasse in ginocchio tornerei con lei. Ma tu…se come dice la tua amica le cose non sono andate come pensiamo… Senti, lo so che lo ami, sono innamorato, mica scemo…» disse lui, ma non potè terminare il discorso che lei lo interruppe: «Sei…innamorato? Di me?».
«E di chi altrimenti, Principessa? Te l’ho detto, sei la cosa più bella che mi sia capitata negli ultimi tempi. È vero, è iniziato tutto un po’ per gioco, un po’ per dispetto, devo ammetterlo, ma ora non è niente di tutto ciò. E proprio per questo, io ti lascio libera di seguire il tuo cuore. Non voglio che resti con me solo per quello che è successo in questo poco tempo, anche se è stato intenso e bellissimo.» si dichiarò l’elfo, facendo venire gli occhi lucidi ad Alyssa.
«Ehi! Sveglia! Vi conoscete da nemmeno 24 ore! Capisco che siano state una lunga giornata e un’ancora più lunga nottata, che meglio che non ci penso, ma non vi conoscete nemmeno!» strillò Bonnie, sbigottita per ciò che stava succedendo all’amica.
«Non è così Bonnie, e tu più di tutti dovresti capirmi…» cercò di spiegarle l’amica, «Vedi, ieri pomeriggio quando siamo rimasti nel giardino da soli, ci siamo conosciuti molto meglio che in tanto tempo passato insieme nella realtà, e anche questa notte…».
«No, per favore, tralascia i dettagli della tua bellissima nottata con lui perché proprio non voglio sapere niente! Ti rendi conto di come starà Damon?!» la interruppe la strega.
«Forse capirà come mi sono sentita io stanotte.» disse secca la ragazza.
«Lo stava attaccando! Lo capisci?!» cercò di farle capire la strega.
«Senza vestiti?! Da quando in qua?!» urlò Alyssa, esasperata.
«Principessa, forse è meglio se almeno senti la sua versione, e poi decidi se fidarti o no.» le consiglio l’elfo, e la strinse un po’, cercando di calmarla.
«E va bene. Ma tu verrai con me?» si rassegnò lei.
«Certo, se è quello che vuoi. Rimarrò al tuo fianco, fintanto che lo vorrai.» le disse l’elfo dolcemente, e Bonnie fece un sospiro di sollievo.
«Bene, vado a liberarlo allora. Ah, se vuoi un consiglio, non dirgli niente di voi per ora.» disse la strega, avviandosi poi per le scale.
«Liberarlo?!» mormorò Alyssa, guardando accigliata Alec, che era confuso tanto quanto lei.

«Vuole sapere la tua versione dei fatti, e non le ho detto niente del sogno, lo farai tu se ci riuscirai.» disse Bonnie dalla cucina. Damon era di fronte a lei nell’open space, oltre la porta, ancora bloccato.
«Perfetto. Fammi uscire.» disse il vampiro, impaziente.
«Non così in fretta, e non così facilmente. Devi giurarmi che non farai niente all’elfo, e che ti limiterai a far entrare nella tua mente Alyssa. E poi, qualsiasi cosa lei vorrà fare, tu la rispetterai e basta, anche se fosse prenderti a pugni.» gli spiegò la strega.
«Perché dici così? Quando vedrà cos’è successo tornerà subito da me, è ovvio. C’è solo stato un grosso fraintendimento.» disse confuso lui.
«Giura, Damon.» sentenziò la strega, e lui si limitò a dire velocemente: «Ok, ok, lo giuro».
Bonnie annullò l’incantesimo, e con Damon uscì in giardino. Alec e Alyssa erano già lì, ancora all’interno della loro barriera, e quando il vampiro uscì da quella del loft i due si guardarono cercando sostegno l’uno nell’altra.
«Sono qui, e sono pronto a farti vedere tutto quello che è successo la scorsa notte. Non ho nulla da nascondere, amore.» disse il vampiro ad Alyssa, e lei uscì dalla barriera tenendo per mano l’elfo. Si avvicinò al vampiro, e senza mollare la presa da Alec, con l’altra mano prese quella di Damon. E in un attimo vide tutto: l’incubo con Alec e Katherine, il suo ciondolo grondante di sangue, e poi il risveglio accanto alla vampira, le sue richieste, il rifiuto del moro, lei che si spogliava e che strappava di dosso i vestiti anche a lui, e lui che per tutta risposta la lanciava contro il comò, tutto il resto della lotta, di cui lei aveva visto solo un piccolo stralcio, e l’aiuto di Bonnie, che aveva salvato Damon rinchiudendo Katherine.
Alyssa mollò la presa da Damon di scatto, mentre il senso di colpa cresceva sempre di più dentro di lei, soprattutto dopo che si voltò verso Alec. Lui alzò le loro mani intrecciate, e disse eloquentemente: «Ho visto tutto anche io, e mi sento un verme. Scusami. Ho sbagliato a lasciarmi andare».
«Non eri da solo.» disse soltanto la ragazza, che non sapeva cosa fare.
«Ora puoi perdonarmi, vero? Hai visto che non ho fatto nulla di male.» chiese dolcemente Damon ad Alyssa, ma lei abbassò lo sguardo.
«Io non ho nulla da perdonarti. Ho pensato che mi avessi tradita proprio davanti ai miei occhi, senza nemmeno pensare che avrei potuto scoprirti, e ora viene fuori tutto questo. Ma Damon, io non credo che vorrai avere più nulla a che fare con me.» gli disse, senza riuscire a guardarlo negli occhi.
«Alyssa, non farlo…» disse Bonnie, guardando l’amica con lo sguardo implorante.
«Devo, Bonnie. Non riesco neanche a guardarlo in faccia.» disse la ragazza, e la strega le consigliò di mettersi almeno all’interno della loro barriera, onde evitare altri guai. Lei fece come consigliatole dall’amica, portando Alec con sé, mentre Damon li guardava tutti smarrito.
«Non ce la faccio a dirglielo a voce…» disse, rivolgendosi a Bonnie, e poi ad Alec: «Perdonami».
I due all’inizio non capirono, poi lei mise le mani al di fuori della barriera, e fece cenno a Damon di porgergli le sue. Alec, per sicurezza, la strinse a sé da dietro, preoccupato della reazione del vampiro.
Non appena le loro mani si toccarono, Damon vide tutto il dolore che quel solo istante le aveva provocato, e ciò che poi ne era seguito, senza entrare troppo nei dettagli. Quando la ragazza finì di mostrargli ciò che aveva provato e ciò che era successo, tolse le mani dalla presa e si ritirò completamente all’interno della barriera, dove Alec la tenne abbracciata in modo protettivo.
«Hai paura di me…» osservò il vampiro, ancora scosso per ciò che aveva visto.
«Se mi volessi staccare il collo a morsi non ti potrei biasimare.» mugugnò lei, con gli occhi lucidi.
«Prima di ucciderti mi piacerebbe sapere ciò che è successo prima tra di voi, anche se “
non era proprio reale”, e dell’incubo che hai avuto. Sono proprio curioso.» disse il vampiro, freddo come non mai.
Alyssa guardò Alec, e stavolta fu lui a farsi avanti.
«Lei non può dirti cos’è successo prima, l’ho soggiogata a mantenere il segreto. E qualsiasi cosa fosse, lei non c’entra nulla.» gli spiegò l’elfo, ma il vampiro non volle sentire ragioni.
«Voglio vederlo, questo piccolo segreto. Ti è chiaro?» sibilò deciso il vampiro, e allungò le mani come aveva fatto prima con Alyssa.
Alec guardò la ragazza dispiaciuto, poi allungò la mano facendola uscire dalla barriera, mostrando a Damon ciò che era successo nella sua riproduzione di Avalon. Quando terminò, il vampiro non mollò la presa, ma anzi la strinse di più. Riuscì a tirare fuori dalla barriera l’elfo, buttandolo a terra, e gli si scagliò contro.

ElenaDobrevSomerhalder

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: ElenaDobrevSomerhalder