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Autore: Al3c    16/02/2017    2 recensioni
Attenzione: la storia contiene spoiler. se non avete ancora finito l' anime vi consiglio di non leggerla
[dal testo]
«Yuri Plisetsky ha ottenuto 200.97 punti nel libero! Il suo punteggio finale supera quello di Katsuki di 0.12 punti, portandolo all'oro!»
Ce l'avevo fatta. Avevo vinto l'oro. Avevo dimostrato al mondo quanto valevo, battendo il record di Yuuri e di Victor.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Otabek Altin, Yuri Plisetsky
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le settimane seguenti alla finale le passai in compagnia di Otabek.
Si era rivelato un ottimo amico, e passare del tempo con lui era piuttosto piacevole.
Nonostante all'apparenza sembrasse un duro era una persona piuttosto gentile, anche un po timida a volte.
Mi parlò un po della sua vita ed io, forse per la prima volta, gli parlai della mia.
Non mi ero mai aperto tanto con qualcuno, ed era strano farlo con una persona che conoscevo da così poco, ma con lui mi sentivo a mio agio.
Gli parlai di mio nonno, di come avevo iniziato a pattinare, e della mia scommessa con Victor.
Un giorno mi fece fare il giro della città sulla sua moto, ma dovetti vestirmi come un rapinatore per non farmi riconoscere dalle fan, che erano diventate più ossessive di prima.
Victor e il porcellotto, dal canto loro, non sembravano affatto abbattuti dalla mancata vittoria, e non perdevano un occasione per fare gli sdolcinati.
Una sera insistettero che tutti noi finalisti andassimo fuori a mangiare, per celebrare la fine della competizione.
Io ovviamente non ci sarei andato, ma non volevo lasciare Otabek in balia di quegli idioti, quindi mi presentai al ristorante.
Victor parlò tutta la sera con Yuuri, ignorando il resto del gruppo e lasciando campo libero a quel pallone gonfiato di JJ.
Dato che nessuno voleva sentire le sue gesta eroiche cercai di trovare un modo per svignarmela.
Purtroppo uscire dal ristorante avrebbe significato altri assalti da parte delle fan, e quindi no grazie.
Sbuffai e mi appoggiai allo schienale della sedia. Non c'era modo di uscirne.
Proprio in quel momento JJ, che stava gesticolando come un idiota, mi fece cadere sui pantaloni un bicchiere di vino.
«Che cazzo fai idiota??»
Otabek fu abbastanza svelto da afferrarmi per il colletto della camicia ed impedirmi di tirargli un calcio in testa.
Mi misi ad imprecare mentalmente, perché avevo i pantaloni e parte della camicia completamente macchiati di vino.
JJ non si scusò nemmeno, e quel porcellotto di Yuuri ebbe anche la faccia tosta di ridere.
Avrei voluto spaccargli un piatto in testa.
Otabek invece, sempre tenendomi per la camicia, si rivolse a me.
«Yuri, il mio hotel è qui vicino. Se vuoi posso prestarti dei vestiti»
Era ovvio che non avrebbe potuto prestarmi nulla. Era alto almeno quindici centimetri in più di me, e le sue spalle erano larghe il doppio delle mie.
Ma col cavolo che restavo al ristorante con quei beoti.
«Va bene. Andiamo»
Mi alzai, e ci dirigemmo verso l'uscita. Lui salì sulla moto e io feci per mettermi dietro di lui, ma Otabek mi fermò.
«Hai tutta la camicia bagnata, se stai dietro ti arriverà l'aria addosso e prenderai freddo»
Io, un po in imbarazzo, salii davanti, mettendomi praticamente sulle sue ginocchia.
Sentii il suo addome a contatto con la mia schiena e appoggiai le mani vicino alle sue, sul manubrio.
La moto partì, ed io chiusi gli occhi, cercando di calmarmi.
Il cuore mi batteva a una velocità decisamente maggiore del normale, e non riuscivo a spiegarmi il perché.
Il mento di Otabek era poco sopra la mia spalla, e potevo sentire il suo respiro nell'orecchio.
Non avevo mai amato il contatto fisico.
Ma, per la seconda volta in poche settimane, non provai il desiderio di scostarmi.
Quando riaprii gli occhi eravamo già arrivati.
Otabek scese dalla moto, ed io feci lo stesso.
L'hotel non era molto diverso dal mio, e neppure la camera. Era solo più ordinata (in camera mia c'erano vestiti ovunque).
Mi appoggiai al muro e guardai Otabek che frugava nell'armadio.
«Mh...l'unica cosa che potresti mettere è una mia felpa...ma ti starebbe comunque grande...»
Io alzai le spalle. Non mi interessava particolarmente che cosa avrei indossato, mi bastavano dei vestiti asciutti.
Otabek, interpretando il mio silenzio come un assenso, mi lanciò in testa una felpa grigia.
Io mi svestii, rimanendo in mutande, e me la misi. Mi stava enorme, ma non era un problema.
«Beh, non posso certo uscire vestito così. Vorrà dire che non potrò tornare al ristorante. Peccato»
Otabek rise e si sedette sul letto.
Neppure lui sembrava dispiaciuto di non poter tornare dagli idioti.
«Ti va di giocare un po alla play? Non c'è molto altro da fare...»
Annuii. Era da tanto che non giocavo ai videogiochi.
Lui iniziò ad accendere la tv e a collegare tutto, ed io mi sedetti sul letto, prendendo un controller.
Poco dopo Otabek mi raggiunse, dopo aver messo il cd di un gioco di macchine che non conoscevo.
All'inizio feci davvero schifo. Non riuscivo neppure a rimanere sul tracciato, e questo sembrò divertire molto il mio amico, ma dopo poco iniziai a prenderci la mano.
Dopo un ora riuscii finalmente a battere Otabek, e gli tirai un cuscino in testa. Mi ero un pochino esaltato. Non c'è bisogno di dire che il tutto finì in una piccola lottta, da cui ovviamente Otabek uscì vincitore, con me in spalla come un sacco di patate.
Quando mi lasciò scendere avevo il viso tutto rosso e i capelli spettinati in una maniera assurda. Nel vedermi in quello stato lui scoppiò di nuovo a ridere, contagiando anche me.
Ci ritrovammo a ridere come due idioti, quasi fino alle lacrime, e ogni volta che ci guardavamo ricominciavamo di nuovo a ridere. 
Quando finalmente riuscimmo a smettere io mi lasciai cadere all'indietro sul letto.
«Sembri ancora di più un gattino con quella felpa»
Feci una smorfia. Io non sono un gattino. Io sono una tigre. Ma probabilmente Otabek si divertiva ad usare quell'appellativo, quindi non mi lamentai.
Rotolai su un fianco e lo guardai. Era strano avere un amico. Non mi ero mai divertito così da parecchio tempo.
Mi sentivo bene.
Chissà se anche lui si sentiva così.
«Yuri..sei presente? Terra chiama Yuri» 
Mi agitò una mano davanti al viso per riscuotermi dai miei pensieri.
«Sei stanco? Puoi anche dormire se vuoi...»
Non ci avevo pensato. Non sarei potuto tornare nel mio hotel per dormire. 
Scossi la testa e mi tirai su.
«No no. Non sono affatto stanco. Ti va un altra partita?» 
Presi il controller.
Ricominciammo a giocare, e continuammo per parecchio.
Persi completamente la cognizione del tempo, e ad un certo punto mi addormentai, sdraiato addosso ad Otabek. 
Sarebbe stato molto meno imbarazzante se lui non mi avesse fatto una foto mentre dormivo.
Non era affatto una posizione consona! Avevo la testa sulle sue gambe, con il viso rivolto verso di lui, le gambe leggermente aperte ed entrambe le mani li in mezzo, vicino alle cosce. Per mia fortuna (e anche sua) non aveva pubblicato la foto, quindi feci in tempo a cancellarla. Ma non ero sicuro del fatto che non l'avesse inviata a nessuno.
Quando mi svegliai fui così preso dal cancellare la foto che dimenticai dove mi trovavo.
Poi mi venne in mente che forse avrei dovuto avvisare almeno qualcuno che avrei passato la notte da Otabek.
Presi il telefono.
23 chiamate perse.
«Merda!!»
   
 
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