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Autore: Robigna88    18/02/2017    1 recensioni
CROSSOVER TRA The Originals/The Vampire Diaries/Supernatural/Constantine
Terza parte della serie The Family Business, sequel di The Family Business - The coven
Sono passati tre mesi da quando Allison ha preso il comando della Strige, affiancata da Tristan che sembra esserle fedele in tutto e per tutto. Il suo cambiamento e le sue scelte hanno colto alla sprovvista la famiglia Originale che di lei si fidava ciecamente e che ora la considera una nemica. Il più toccato da tutta questa storia sembra essere Elijah che di Allison è innamorato, ricambiato, e che si sente responsabile per il profondo mutamento della bella cacciatrice.
Quanto della vecchia Allison è rimasto dentro la nuova? Basteranno l'amore di Elijah, l'amicizia dei Winchester e di Constatine, dei Salvatore, di Castiel e di chi le vuole bene, a riportare ogni cosa al proprio posto?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The family Business'
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27.

 

 

 

 

 

Un giorno intero, tanto era passato da quando entrando in casa alle due di notte, Elijah si era accorto che Allison non era lì ad aspettarlo. Da allora, nonostante avesse cercato praticamente ovunque, la sua bella fidanzata sembrava essere sparita nel nulla. L’Originale si passò una mano sul viso mentre andava avanti e indietro per la stanza sotto gli sguardi preoccupati di Freya, Hayley e Klaus. Incredibile anche solo a pensarci, suo fratello Finn si era gentilmente offerto di perlustrare la città anche se, sosteneva, con molta probabilità Allison se l’era data a gambe levate capendo finalmente che razza di mostri fossero tutti loro.

“Dovrà pure esserci un altro modo per rintracciarla” disse fermandosi e fissando lo sguardo su sua sorella. “Freya.”

“Ci sto provando” mormorò lei leggendo qualcosa su un libro. “Ma ogni incantesimo di localizzazione che conosco non sembra funzionare.”

Elijah fece un grosso respiro e guardò l’orologio al suo polso, quello che proprio Allison gli aveva regalato per Natale. Si sentiva mancare il respiro senza sapere dove fosse, se stesse bene o se invece le fosse successo qualcosa. Klaus aveva suggerito che forse, visto che non riuscivano a trovarla, era perché non voleva essere trovata.

Tornerà quando ne avrà voglia gli aveva detto con un sorriso cercando di sdrammatizzare. Ma la sua voce aveva tradito ansia e preoccupazione. Lucien era ancora in circolazione, da troppo tempo silenzioso. Con molta probabilità stava tessendo le tele del suo piano distruttivo da qualche parte, pronto a colpire di nuovo.

Aveva già provato a fare del male ad Allison e l’avevano salvata per un soffio… e se ci avesse provato di nuovo? Se magari ci fosse riuscito? Elijah aveva sempre pensato che se le fosse successo qualcosa in qualche modo lo avrebbe percepito ma in quel momento quel pensiero non gli era di nessun conforto.

“Ti prego, non fermarti fin quando non avrai avuto successo” chiese a Freya.

Lei sorrise appena. “Non lo farò. Perché non provi di nuovo a telefonarle?”

“Perché non chiami la Strige?” suggerì Hayley. “Tristan è praticamente ossessionato da lei e hai detto tu stesso che uno dei suoi la tiene sempre d’occhio. Con molta probabilità questo improvvisato bodyguard è l’ultimo ad averla vista.”

Elijah sembrò rifletterci per un attimo, infine fece un grosso respiro e compose il numero di Tristan. Fu al secondo squillo che il capo della Strige fece il suo ingresso alla tenuta, da solo e con un’espressione piena di terrore sul viso. L’Originale pensò che era decisamente un brutto segno e si preparò a qualunque cosa sarebbe uscita dalla bocca velenosa del suo primo vampiro.

“Perché nessuno di voi mi ha detto che Allison è sparita?” tuonò lui con una furia negli occhi.

“Perché non sono affari tuoi” replicò Klaus avvicinandosi a suo fratello, affiancandolo. “Ma visto che lo hai saputo comunque, perché non chiedi al tuo gorilla che le fa da guardia del corpo di dirci quello che sa?”

“Perché non sa niente. Ha perso le sue tracce ieri sera e ha provato, invano, a cercarla per tutta la notte.”

“Dov’era l’ultima volta che l’ha vista?” stavolta fu Freya a parlare, speranzosa di avere una qualche indicazione geografica così da poter concentrare le sue ricerche.

“In auto da qualche parte sulla statale che porta fuori città.”

“Hey” fece il suo ingresso Marcel. “Uno dei mei ha trovato l’auto di Allison. È ferma nel Bayou.”

Elijah si voltò a guardare Hayley che annuì tirando fuori il suo cellulare. “Telefono a Jackson.”

“Mettilo in vivavoce” Elijah si avvicinò al tavolo sul quale l’Ibrida poggiò il cellulare e fece un respiro profondo in attesa che il lupo rispondesse. Sperando che lo facesse.

“Hayley… cosa posso fare per te?”

“Hey Jackson” lei si schiarì la voce. “Sei in vivavoce, Elijah ha bisogno di chiederti una cosa.”

“Elijah è con te, che sorpresa! Cosa posso fare, all’alba, per la mia coppia preferita?” replicò Jackson con sarcasmo. Un sarcasmo che Elijah ignorò completamente.

“Allison è sparita” gli disse infatti senza troppi preamboli. “Da ventiquattro ore non ho sue notizie ma uno dei vampiri di Marcel ha visto la sua auto nel Bayou. Mi chiedevo se tu e il tuo branco poteste iniziare a cercarla mentre io vi raggiungo.”

“Allison non è sparita” Jackson fece un grosso respiro. “Sta benissimo, in questo momento probabilmente sta tirando con l’arco, ha voluto che le  insegnassi, è piuttosto brava devo dire.”

Il maggiore dei Mikaelson sentì un misto di sollievo, rabbia e fastidio attraversargli il corpo; così intenso da fargli tremare le mani. “È stata con te tutto questo tempo? Non hai pensato che fosse strano? Non ti è venuto in mente di chiederle perché fosse venuta lì nel cuore della notte?”

Jackson rimase per un attimo in silenzio. “Non abbiamo parlato molto a dire il vero” disse con un tono che ad Elijah fece bruciare il centro del petto. “Le dirò che la state cercando” riattaccò e al vampiro servì tutto il controllo di cui era capace per non distruggere ogni cosa in quella stanza.

“Vado a prenderla” mormorò Tristan guardandolo. “Se si è rifugiata a casa di quel selvaggio l’ha fatto perché di certo non vuole averti intorno.”

L’Originale sentì gli occhi iniettarsi di sangue e i canini farsi aguzzi. Strinse i pugni e dopo un rapido sguardo a suo fratello si calmò e respirò a fondo. “Vado io a prenderla” disse afferrando le chiavi dell’auto, senza però rimettere né la giacca né la cravatta che aveva tolto preda dell’ansia che gli aveva fatto venire caldo. “Non voglio trovarti al mio ritorno.”

Uscì dalla tenuta e Klaus lo seguì.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Il segreto” Allison spolverizzò sapientemente la superficie con zucchero di canna e sorrise. “È mettere la giusta quantità di zucchero di canna. Se ne metti troppo brucerà in forno, se ne metti poco non si sentirà, ma se ne metti la giusta quantità allora avrai una dolcissima crosticina croccante sopra e una sofficissima torta di mele sotto.”

Mary la guardò con la fronte corrugata, poi sorrise. “Tu mi piaci ragazza, sei versatile, sai fare qualunque cosa.”

L’altra ridacchiò. “Era una ricetta di mia madre. La preparava per me ogni volta che ero triste. Cosa che non capitava molto spesso ad essere onesti, ho avuto una giovinezza piuttosto spensierata. Almeno fino a quando… fino a quando non sono morti.”

L’anziana le accarezzò con delicatezza un braccio, poi mise a bollire dell’acqua per il tè e la invitò a sedersi a tavola. Allison lo fece e intrecciò le mani sul legno robusto perdendosi nei suoi pensieri. Si chiese se Elijah la stesse cercando, se fosse preoccupato, se si fosse accorto che era sparita. Non era così scontato dopotutto, non in quell’ultimo periodo.

Ebbe la sua risposta qualche minuto dopo quando Jackson ritornò e chiese a Mary di lasciarli da soli.

“Elijah ti cerca, credeva che fossi sparita, che ti fosse successo qualcosa. A dire il vero credo che ogni vampiro di New Orleans ti cerchi. Qualcuno ha visto la tua auto e mi hanno telefonato per chiedermi di cercarti.”

“Così gli hai detto che ero qui.”

“L’ho fatto. Elijah stava comunque venendo…” Jackson si schiarì la voce e la prese piano per le spalle. “Allison, non so cosa sia successo tra di voi e puoi rimanere qui tutto il tempo che vuoi, sei la benvenuta e prenderò Elijah a calci se vuoi che ti lasci in pace… beh, quanto meno ci proverò” accennò una risata e lei fece lo stesso. “Ma questa non sei tu. La Allison che io conosco non si nasconde mai; affronta ogni cosa a testa alta, ha il Re dell’Inferno tra le chiamate rapide del suo cellulare e degli amici angeli. È una tosta… sei una tosta.”

Allison arricciò poco la bocca per non piangere, deglutì a vuoto e abbracciò Jackson. Quando sentì l’auto arrivare, uscì fuori.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Non si sognò neppure di aprire bocca per provare a spiegare mentre Elijah la raggiungeva a passo svelto, un accenno di barba sul viso, le maniche della camicia bianca arrotolate fino a poco più giù del gomito. Aveva l’aria stanca ed era arrabbiato, Allison poteva notarlo dal modo in cui contraeva la mascella. Le dispiaceva vederlo in quello stato, però non riusciva a sentirsi in colpa.

Quella piccola fuga le era servita per chiarirsi le idee, per sfogarsi un po’, per provare a calmare i suoi pensieri. Non ci era riuscita fino in fondo ma la tequila aveva aiutato, l’amicizia di Jackson anche.

Con la coda dell’occhio vide Klaus poggiarsi all’auto, le braccia incrociate sul petto e un’espressione quasi dolce negli occhi quando incrociò il suo sguardo per un istante. Negli occhi di Elijah invece c’era una specie di furore.

“Dove diavolo è il tuo cellulare?” esplose allargando le braccia. “Sei sparita per ventiquattro ore, non sapevo dove fossi, non sapevo se stessi bene. Ho pensato ogni terribile cosa a cui potevo pensare; ho pensato che avessi avuto un incidente, o peggio. Ho creduto di impazzire mentre tu imparavi a tirare con l’arco nel bel mezzo dei boschi insieme a Jackson.” Si fermò un istante poi continuò. “Da quando siete così amici, a proposito? Mi sono perso qualcosa forse?”

Lei si inumidì le labbra e abbassò lo sguardo, quando li rialzò lui la stava fissando con gli occhi pieni di lacrime.

“Di’ qualcosa, maledizione!” urlò quasi.

Allison fece qualche passo avanti, con delicatezza gli afferrò una mano e se la poggiò sul viso dopo averne baciato il palmo. “Ti amo” gli sussurrò. “Andiamo a casa.”

Elijah sentì tutta la rabbia scivolare via e lasciare il posto all’amore e alla tenerezza più grandi che avesse mai sperimentato. Con decisione ma dolcezza le prese il viso tra le mani e la baciò lasciando andare ogni paura contro quelle labbra soffici.

“Mi dispiace” le disse lasciando cadere qualche lacrima. “Non volevo urlarti contro.”

Lei gli asciugò il viso con la punta del pollice. Poi andarono a casa.

 

   
 
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