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Autore: BrownRabbit    19/02/2017    0 recensioni
"Skinny love" viene usato per indicare un tipo di relazione fra due persone innamorate, o che hanno una cotta l'una per l'altra da tanto tempo, ma sono troppo imbarazzate per esprimere i propri sentimenti. La relazione è "skinny" perché devono ancora esternare e spiegare ciò che provano. Non vi è comunicazione, per questo non si può definire davvero come relazione.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«Sei davvero sicuro di voler fare una cosa simile?» Natasha era seduta a gambe incrociate sul letto stropicciato del suo ragazzo, il quale si era messo a cercare qualcosa nella stanza disordinata.
Da lì a poco sarebbe stato il suo compleanno e lui voleva passarlo sia con la sua ragazza che con i suoi amici. Sicuramente lei non era una tipa che si faceva tanti problemi con le persone, ma Clint temeva di farla sentire a disagio senza un supporto morale, infondo conosceva i suoi tre amici da un mesetto. Mischiare i due gruppi gli sembrava l’unica soluzione. Sarebbe stato quasi assurdo invitare persone viste solo un paio di volte, però Steve e Tony si conoscevano ed erano già quattro su otto.
«Mai stato più sicuro…TROVATO!» Tirò fuori un foglio di carta –anch’esso abbastanza stropicciato- ed iniziò a stirarlo con la mano sulla scrivania. «E, data la mia sicurezza, mi farebbe piacere avere il supporto della mia rossa preferita.»
La Romanoff roteò gli occhi sorridendo per poi alzarsi e raggiungere il suo ragazzo. Lo abbracciò da dietro lasciandogli un bacio sulla schiena nuda.
«Continuo a pensare che sia un’idea folle, ma ti aiuterò ad organizzarla.» Per tutta risposta il ragazzo si voltò e le stampò un bacio sulle labbra.
Nel giro di qualche minuto i due erano sul letto a ritagliare fogliettini con sopra scritti i nomi di Steve, Bucky, Natasha e Sam, i quali sarebbero poi stati messi in un sacchettino verde e pescati dagli altri quattro.
Nat alzò un attimo lo sguardo verso un Clint intento a spiegazzare uno dei suoi due foglietti in modo totalmente diverso da quello che avevano deciso.
«Che stai facendo?» L’interpellato alzò gli occhi e mostrò il nome che vi era dentro. «Rogie?»
«Suonerà strano ma Tony ama le cose particolari, se lo facessimo pescare per primo andrebbe ad estrarre sicuramente il biglietto che sembra più diverso.» Si vide strappare il biglietto dalle mani.
«Niente imbrogli, Barton! Ora rifallo e piegalo decentemente.» Il biondo sbuffò e brontolò per due minuti sperando di far cambiare idea alla propria ragazza, ma niente.
Gli sembrava assurdo: per quanto aveva capito non c’era uno dei ragazzi a credere che loro non fossero perfetti insieme, gliel’aveva confermato proprio lei la sera dopo il secondo incontro dei due gruppi. Allora perché opporsi a farli capitare casualmente in coppia, obbligandoli a passare insieme del tempo al di fuori dalle lezioni di fisica e biologia?
«Il destino farà il suo corso, Clint.» Niente, si convinceva sempre di più che si fosse trovato una ragazza capace di leggere nel pensiero. Si sentiva abbastanza fottuto. «Sono entrambi troppo orgogliosi per capirlo ora, ma sarà inevitabile.» Chiuse il sacchettino con dentro i nomi ed andò a riporlo sulla scrivania dando uno sguardo veloce a quello che vi era disseminato sopra. Sperava solo di non dover riscrivere i nomi causa perdita di sacchetto.
«Il destino non esiste, Nat!» Era esasperato da questa cosa del far scorrere gli avvenimenti e non metterci il becco. Aveva provato a dirle di averla osservata per un po’ prima di farsi trovare esattamente nello stesso punto del poligono in cui lei andava ad una determinata ora, ma a poco era servito a quanto pareva.
La rossa scosse la testa mentre prendeva il telefono e spostava i pollici sullo schermo. Non era proprio il destino, era più il filo rosso. A volte due persone sono fatte per stare insieme ma per svariati motivi non ci riusciranno mai. Steve e Tony erano papabili per quella categoria di persone a causa del loro stupido orgoglio, sforzare la mano avrebbe solo peggiorato la situazione.
«Senti, la verità è che la situazione è questa per ora. Se qualcosa cambierà sarà per merito loro, non per certi giochetti. In più si conoscono da poco più di un mese e li abbiamo visti insieme solo due volte, forse ci stiamo facendo troppi film.»
Natasha iniziò a pensare di non avere tutti i torti. Conosceva Rogie da sette mesi ed era già diventato come un fratello; in poco si erano detti quasi tutto, tanto che fu il primo a sapere di Clint, ma non aveva mai sentito parlare di una qualche storia passata. Sarà l’effetto di avere una relazione, però le sarebbe piaciuto che il suo amico provasse cosa volesse dire amare e sentirsi amati. Forse aveva scambiato la tensione tra i due per qualcosa di più troppo in fretta.
«Sì, hai ragione.»
Forse ce l’aveva davvero. Tutte quelle battutine erano nate per far ridere ed infastidire l’amico, ma avevano iniziato ad offuscare la sua mente e quella dei suoi amici. Però un po’ ci sperava, nonostante le parole di Nat. Tony non aveva mai lasciato che qualcuno entrasse troppo nella sua vita, oltre a loro tre. Mai avuto storie, mai provato niente sul versante amoroso. All’inizio poco importava, a nessuno dei quattro sembrava importare quel sentimento. Avevano tutti degli obbiettivi ed erano concentrati su quelli.
Ma ora era diverso, grazie a Natasha aveva capito che puoi raggiungere tutti gli obbiettivi che vuoi, vale poco senza qualcuno con cui festeggiarli, però.
I suoi pensieri furono interrotti da tre squilli consecutivi provenienti dal telefono della rossa.
«Tre su tre.» Sorrise al suo ragazzo che ricambiò sentendosi già entusiasta all’idea della sua festa.
Lei non era ancora del tutto convinta, ma non poteva evitare di ridere ed abbracciare Clint nel vederlo in quelle condizioni. Un po’ come un bambino alla sua prima festa. Solo che lui aveva quasi diciotto anni, ma son dettagli.
 
 
 
«Non è imbrogliare, ma giocare d’astuzia, Rogers.» Tony si alzò dalla sedia e si stiracchiò la schiena, soddisfatto della sua vincita a Risiko.
La serata era iniziata fuori da quelle quattro mura e l’ultima cosa che Bruce voleva era rischiare la rottura di qualche vaso della madre. Ma la pioggerellina era presto diventata un diluvio e la sua casa era la più vicina. Mannaggia.
Ci fu un primo momento di stallo, poi decisero che Risiko sarebbe stato carino anche solo da vedere. Decisero di giocare Steve, Tony, Bucky, Clint, Natasha e Rhodey. Gli altri rimasero volentieri ad osservare, soprattutto Sam ancora scottato dalle svariate perdite contro il biondo del suo gruppo.
All’inizio filava tutto come al solito: Steve faceva piccoli passi verso il suo obbiettivo aspettando che gli altri giocatori si eliminassero a vicenda; i primi ad uscire furono Clint e Rhodey seguiti da Bucky. Attaccare Rogers era una missione suicida, ma Clint doveva conquistare l’Europa e Bucky far fuori l’esercito del biondo. James era semplicemente stato attaccato alle spalle da Rogers mentre cercava di abbattere l’armata di Stark. Maledette Americhe, escono sempre come obbiettivo.
La partita si giocava con Rogers e Stark. All’inizio non si capiva bene quale fosse la missione dei due, sembravano combattere due guerre differenti, incuranti dello squadrone avversario. Fino a quando Rogers non si vide il suo esercito essere spazzato via da quello dell’amico, il quale esultava di aver raggiunto il suo traguardo.
«Non è giocare d’astuzia rubare la carta obbiettivo di un concorrente eliminato, Stark!» Steve diede un pugno al tavolo facendo sobbalzare Bruce che aveva avuto l’astuta idea di mettersi dietro di lui ad osservare la partita.
«Oh, no. Ti ho rovinato la condotta!» Steve assottigliò lo sguardo, cosa che fece un attimo spaventare i ragazzi nella stanza, tranne Tony ovviamente.
Sin da quando avevano detto che il biondo era il campione indiscusso del gruppo Stark s’era dato un proprio obbiettivo: distruggere la sua armata. Il suo obbiettivo era diventato irraggiungibile con l’uscita di Clint dal gioco, ma sarebbe stato dieci volte più divertente concentrarsi sull’armata blu. Effettivamente non si era sbagliato.
«Il problema è che hai imbrogliato! Non mi interessa perdere se il vincitore ha seguito le regole.» Stark roteò gli occhi e passò il libretto di istruzioni al ragazzo di fronte a lui.
«Avanti, fammi vedere dove c’è scritta questa regola.» Steve abbassò lo sguardo sul libretto.
Ovviamente non ci sarebbe stata perché non serviva specificare che la propria carta obbiettivi doveva rimanere quella dall’inizio alla fine del gioco e Tony lo sapeva, lo si capiva dal ghigno divertito che aveva stampato in faccia. Rogers sentiva il sangue ribollirgli nelle vene, avrebbe voluto alzarsi di scatto e tirargli un pugno su quel sorrisetto compiaciuto, ma Natasha riusciva a riconoscere certi sguardi e diede una gomitata al suo ragazzo. Era il momento di cambiare argomento e intavolare la storia del compleanno.
«Allora, amici!» Clint allargò le braccia per attirare l’attenzione di tutti su di sé mentre la sua ragazza andava a prendere il sacchettino con i nomi nella sua borsa. «Questa serata è stata organizzata anche per parlare del mio compleanno che sarà –rullo di tamburi, Rhodey.» Indicò l’amico che imitò il suono richiesto colpendo il tavolo con le mani. «Sabato prossimo!» Non ci furono grandi sorprese visto che metà delle persone le conosceva da una vita, una era la sua ragazza e gli altri tre erano stati informati proprio da lei.
Barton unì le mani e se le sfregò. «Che inizio incoraggiante.» Almeno riusciva a farli ridere un po’, era un punto in più. «Allora, la mia idea è quella di compattare i due gruppi. Siamo ancora un po’ troppo divisi, non credete?» Ci furono alzate di spalle e un paio di occhi roteanti. Ovvio, era la terza volta che uscivano come potevano essere compatti?
«Okay, passiamo al dunque: ho pensato ad una festa in costume di un periodo del secolo scorso che preferite, dovrete decidere il vestito in coppia e passare del tempo insieme per provare a rendere il tutto verosimile.»
«Ma coppia si intende anche “di amici”?» Clint annuì a Bruce, pensando fosse abbastanza palese visto che non erano tutti gay e c’era una sola ragazza.
«Non ci sono possibilità di chiamarsi fuori e partecipare come osservatore, vero?» Ovviamente al genio non andava. Non provava particolare simpatia per nessuno dell’altro gruppo. Il loro arrivo aveva portato una rottura nella routine della suo vita, scombussolando il suo stato di sicurezza e facendolo irritare non poco.
Come risposta ottenne un’occhiataccia dell’amico, per cui alzò le mani in segno di resa.
«Nel sacchetto che ha in mano Nat ci sono il suo nome e quelli di Steve, Bucky e Sam. Noi altri pescheremo a caso. Inizio io.» Ravanò nel sacchetto per qualche secondo speranzoso di cogliere il biglietto con il nome della sua amata, ma di fortuna ne aveva già avuta abbastanza nell’incontrarla. Lesse il bigliettino e fece spallucce mentre la guardava. «Sam Wilson sarà il mio cavaliere.» Si girò verso gli altri presenti mostrando il bigliettino.
«Molto onorato. Spero solo di non affascinar troppo il signor Barton o la rossa potrebbe farmi fuori.» Fece l’occhiolino all’amica e quasi tutti risero, ovviamente non Tony.
Rhodey fu il successivo «Natasha.» Fece vedere il bigliettino come aveva fatto Clint ed intanto l’ansia di Tony cresceva. Erano rimasti solo due nomi in quel sacchettino e nessuno dei due gli andava particolarmente a genio. Forse.
Preferì fare una cosa veloce: infilò la mano, prese il primo bigliettino e lo aprì.
Cercò di decifrare le sue sensazioni. Era felice, deluso? Alla fine ci aveva sperato di pescare il nome di Steve oppure no? Cos’era quell’agitazione che aveva provato fino a quel momento?
Ormai era andata ed aveva imparato che certe domande era meglio non porsele, o comunque non trovarvi risposta. Voltò il foglietto verso gli altri ed un lamento arrivò dal ragazzo con il codino affianco a Sam. «Barnes.»
Doveva essere sfiga per forza James lo sapeva, un qualche scherzo del destino per tutte le frecciatine che tirava insistentemente al biondo. Steve guardò l’amico con la fronte appoggiata allo schienale della sedia e sogghignò, il che non sfuggì a Stark, che provò un certo fastidio.
«Quindi io ho Steven.» Banner era abbastanza contento, caratterialmente gli sembrava il più pacato. Tranne quando c’era Tony, ma erano dettagli.
A Steve cambiava poco, era solo felice che Clint e Nat non si fossero messi a fare giochetti strani per far uscire lui con Tony.
Si era in qualche modo illuso che quella Domenica mattina avesse cambiato un po’ di cose, ma dopo venti minuti in cui i due gruppi si erano riuniti per la seconda volta aveva capito l’impossibilità della cosa. Stark si era comportato al solito, come se quella mattina non ci fosse mai stata. L’ultima cosa che voleva era rischiare di passare più di un’ora il Sabato pomeriggio in sua compagnia. Quelle uscite le faceva principalmente per l’amica e perché gli altri componenti del gruppo non lo infastidivano per niente, si trovava bene a scambiare quattro chiacchiere con ognuno di loro. Però Stark era sempre lì a ricordargli della sua presenza, ogni qualvolta si metteva in mezzo facendolo innervosire. Infatti stava aspettando una sua battuta, l’avrebbe fatta da un momento all’altro.
Invece no.
Si voltò verso il moro, incrociando per un secondo lo sguardo del ragazzo che sembrava quasi…triste?
 
 
  
«Che cavolata.» Un paio d’ore dopo Tony era nella sua stanza, sdraiato sul letto a braccia incrociate sul busto e lo sguardo fisso al soffitto.
Gli altri avevano parlato per un po’ della festa, lui aveva solo ascoltato distrattamente mentre il suo partner era dalla parte opposta della sala. Palese il fatto che nessuno dei due fosse felice del risultato. Ed era stato abbastanza sicuro di aver visto Barnes provare a convincere Bruce a fare scambio biglietto con lui. Clint si era messo in mezzo giusto in tempo, spiegando che a lui avrebbe fatto davvero piacere vedere il biondo ed il moro in coppia, ma che Natasha avrebbe sguinzagliato la sua furia su chiunque avesse provato a barare.
Meglio così.
La reazione di Steve gli aveva dato particolarmente fastidio. Quella sua risata strozzata nei confronti dello sventurato compagno di gruppo rigirava nella testa di Tony da quando l’aveva fatta.
Vero, lui non aveva reso le cose più facili dopo quella Domenica, ma ci aveva pensato abbastanza e si era reso conto che comportarsi in modo differente nei suoi confronti con gli altri presenti avrebbe dato il via a quelle allusioni ormai scomparse. Almeno in sua presenza.
Forse avrebbe dovuto avvertirlo di questa sua decisione. Una volta messi d’accordo avrebbero potuto fingere un miglioramento volta per volta, così da non far immaginare cose contorte agli altri.
Oh, ‘fanculo.
Infondo non gli importava cosa pensava quel fustacchione. Preferiva stare in coppia con Bruce? Bene! Se fosse capitato con Tony avrebbe implorato un cambio di coppia? Stark l’avrebbe assecondato.
Forse.
Sì, forse, perché nel pensare a quella probabilità si era rannicchiato a riccio.
Okay, forse un po’ gli importava di ciò che Rogers pensava.








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Nota dell'autrice: Eccomi! Scusate per lo stacco ma ho avuto da fare ed ho cambiato idee sulla storia. Se avessi messo il capitolo che avevo in mente precedentemente ci sarebbe stato uno sbalzo temporale troppo grande ed ho preferito aggiungere dei capitoli in più.
Spero vi piaccia.
E Tony, piccino mio. <3

Un bacio, 

BR. 
 
   
 
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