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Autore: Jack83    20/02/2017    3 recensioni
8 Anime 8 vite che stanno per essere sconvolte ma qualcuno proverà a evitare ciò
Genere: Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Taruto era seduto sul letto nella sua stanza dell’astronave che gli stava conducendo verso la Terra.
Una stanza spartana che oltre al letto conteneva un armadio, una scrivania con una sedia e un piccolo comodino con sopra una luce.
Il giovane teneva il viso schiacciato contro l’oblo ed osservava Giove, il gigante gassoso del sistema solare, in tutta la sua magnificenza.
In quel momento non dimostrava assolutamente i sedici anni che aveva ma sembrava che fosse tornato ad averne undici, cioè l’età che aveva quando partecipò alla missione sulla Terra e conobbe una bambina terrestre della sua stessa età e dalla vitalità estrema.
Sospirò a quel pensiero ed estrasse dai suoi pantaloni una caramella avvolta in una carta gialla.
Proprio in quel momento la porta scorrevole della stanza si aprì e una voce allegra lo fece sobbalzare -Ehi piccoletto tutto bene?- Kisshu salutò il castano con il suo largo sorriso
-Non ti hanno insegnato a bussare Kisshu?- Rispose lui arrabbiato l’altro sbuffo in tutta risposta.
Rimasero in silenzio ad osservare il pianeta che stava lentamente passando di fronte a loro.
-Ti manca non è vero?- chiese con  tono serio il verde
Il più piccolo sbuffò ma era arrossito a quella domanda del fratello più grande -No!-
La velocità della risposta del fratello minore convinse ancora di più Kisshu che lui era cotto di quella persona.
-Sai che tu avrai maggiori speranze di conquistarla rispetto a me?- Fece il maggiore con tono triste.
Taruto guardò malinconico il fratello -Si sarà dimenticata di me-
Fu l’ora del verde a sbuffare -Non credo che dopo tutto quello che abbiamo combinato sulla Terra- Fece irritato il giovane -si siano dimenticate di noi, specialmente la pesciolina, la mia gattina e la tua scimietta- non lesinando di sottolineare la parola tua.
-Io però non sono come te Kisshu- il giovane alieno stava per piangere
L’altro alzò un sopracciglio -In che senso?-
-Nel senso che non so come comportarmi con le ragazze-
Kisshu a quel punto rise amaramente -Sì, mi sono comportato benissimo con la mia koneko chan-
A quel punto il verde si fece serio -Forse è meglio che fai tutto il contrario di ciò che ho fatto io.-
Taruto aprì la bocca per rispondere ma il fratello maggiore lo precedette. -Dovresti pensare, maledizione lo sto dicendo per davvero, di comportarti come quel dannato damerino che mi ha portato via Ichigo, cioè devi essere romantico.-
Il castano annui, poi cerco per l’ennesima volta di rispondere o quanto meno ringraziare il fratello; ma non ebbe il tempo di dire niente perché il verde era uscito prima che potesse farlo.
Kisshu si avviò quindi verso la sala di comando dove trovò Pei, intento a controllare la rotta verso la Terra.
Si stravacco sul sedile affianco a quello del fratello maggiore e cominciò a parlare.
-Ho parlato con Taruto di Purin-
Il maggiore grugni per tutta risposta, il mezzano lo guardò malamente serrando gli occhi a due fessure.
-Riuscirai a confessare i tuoi sentimenti alla verde?- Chiese a bruciapelo.
Il viola girò solamente la testa, lo sguardo tra l’innervosito e il triste -No, poi non credo che siano fatti tuoi-
Kisshu non si fece intimorire -Sono pur sempre tuo fratello e quindi è giusto che mi preoccupi-
Pei osservo un attimo il sorriso del fratello, in quel momento gli venne voglia di dargli uno schiaffo ma si tratenne.
-Sai bene come la penso su questa questione- e si girò, infastidito verso la plancia dei comandi.
-Ma almeno dovresti farlo per toglierti un peso- Disse il più piccolo -Almeno così saprà la verità-
Il più grande non rispose ma grugni un qualcosa che era una via di mezzo fra un insulto e una minaccia.
Capita l’antifona il verde si alzo ed uscì dalla stanza dirigendosi verso la cucina.
Lì prese una frutto simile ad una mela, cosa che fino a qualche tempo prima era merce rara e molto preziosa, e ne mangiò.
I pensieri andarono subito alla loro missione.
Qualcosa, si diceva l’alieno, non quadrava.
Vero era felicissimo di poter tornare sulla terra a rivedere quelle ragazze, in particolare una di esse; ma c’era qualcosa che non tornava.
Prese un’altra mela e cominciò a mangiarla con foga.
Gli Anziani, pensava, perché gli avevano ordinato di prendere contati solo con le Mew Mew e non con i governi mondiali.
Vero che erano le uniche a conoscenza della loro esistenza ma perché?
Poi perché dare l’ordine di aiutarle in caso di attacchi da parte di nemici? Lui personalmente l’avrebbe fatto lo stesso anche in caso di ordine contrario.
Forse a lui non avevano detto tutto?
Sì alzo di scatto e corse verso la plancia di comando.
Pei era ancora lì intento a comandare la nave e si girò di scatto quando lui entrò
-Pei- Esordì Kisshu -Anche tu hai il sospetto che il consiglio ci stia nascondendo qualcosa?-
Il viola l’osservò un momento -Sì Kisshu- fece lui seriamente -e sto cercando di scoprire cosa ci nascondono-
 
-è magnifica- Fece una ragazza di non più di quindici anni nel vedere le evoluzioni di una ginnasta che aveva circa diciannove anni.
Capelli rosso mogano, alta ma non troppo, il corpo armonico e flessuoso stretto in un body rosso e con strisce azzurre sui fianchi.
Si stava muovendo su un valzer di Strauss, le sue movenze a volte ricordavano quelle di un gatto.
 -Già- fece un’altra ragazza vicina a lei -
 -Lo sapete che Monomoya-San poteva essere convocata per la nazionale?-
Chiese una terza ragazza
-Sì- fece la prima -ma a quanto sembra a sempre rifiutato dando precedenza agli studi e alla salute del suo ragazzo-
-Parli di Ayoma-Kun?- Chiese la seconda
-Sì- annuì la terza -Ayoma-kun si ammalò di una leucemia poco dopo il loro ritorno dal Londra, dove avevano studiato per un periodo-
La prima sospirò -Ma non riuscì a guarire- La seconda rimase di sasso era a conoscenza del fatto che la ragazza in questione aveva detto di no alla nazionale per questioni di studio, nonostante alcune velate pressioni messe in atto dal preside ma che vennero a cessare quando il padre minacciò di scatenare un putiferio se non fossero smessse.
Ma il loro parlottare venne bloccato da una donna sulla quarantina che tossì alle loro spalle
Capelli castani e occhi azzurro cielo, dal corpo snello e seducente segno di una vita passata nella ginnastica artistica.
-Se volete riuscire a fare almeno la metà di quello che fa Ichigo- le riprese la donna -Prendete i vostri attrezzi e filate ad allenarvi-
Le tre si inchinarono -Ci scusi professoressa Kamijo- poi preso chi un paio di clavette, chi il nastro e chi un cerchio e si diressero verso un’altra zona della palestra dove iniziarono i loro esercizi.
Hikari Kamijo osservò la sua alieva preferita finire l’esercizio e si avvicinò a lei quando essa prese una bottiglietta d’acqua e un asciugamano piccolo per asciugare il sudore.
-Allora Ichigo sei pronta per le gare-
La ragazza si voltò verso l’insegnate con un grosso sorriso -Sì, Kamijo-San-
Lei annuì -Ora vai pure, credo che il tuo lavoro part-time ti aspetta-
Ichigo ridacchio nervosa -Lo so, spero che il mio capo non mi rompa troppo le scatole se arrivo in ritardo-
Hikari rise -Per questo da quando quella tua amica, Purin giusto? Frequenta questo istituto esci sempre con lei per non arrivare in ritardo?-
La rossa annui -Già-
Detto questo prese la sua borsa e corse verso gli spogliatoi a farsi una doccia.
Pochi minuti dopo era pronta per andare assieme alla sua amica, una ragazza di sedici anni da lunghi capelli biondi, gli occhi color miele, pelle leggermente abbronzata, poco più bassa della rossa ma ben proporzionata, entrambe vestivano l’uniforme formata da una gonna marrone, camicia bianca e giacca rossa; verso il locale dove lavoravano.
Quando furono quasi all’entrata del parco che lo ospitava si incontrarono con una ragazza dai capelli verdi, alta come Ichigo, dagli occhi celesti a cui erano accoppiati un paio di occhiali dalla montatura tonda.
-Ciao Retasu Oni Chan- La bionda salutò con foga la verde che, accortasi delle due ricambiò il saluto.
Tutte e tre cominciarono a percorrere la strada che le avrebbe portate verso il loro posto di lavoro, parlarono soprattutto di scuola e del suo andamento.
Fino a chè Purin, tristemente, non fece notare che mancavano pochi giorno all’anniversario della partenza degli alieni.
-Pruin-chan- Chiese seria ma amorevole Retasu -Sei mica innamorata di Taruto?-
La bionda arrosì ed annuì -Non lo so come è successo ma è successo.- poi prese un profondo respiro -Mi manca tanto Taru-Taru-
La rossa scosse leggermente la testa -Dovresti pensare che non gli vedremo più-
-Lo so- Fece la più piccola -Ma lui ha promesso che sarebbe tornato-
Retasu guardo la bionda -Le promesse a volte non si riescono a mantenere, anche a me manca Pei però mi sto lentamente mettendo l’animo in pace-
Ichigo si voltò verso le amiche -Facciamo un patto- disse -Se da qui ad un anno non tornano cercheremo di dimenticarli, va bene?-
Le altre due annuirono ma non capirono perché anche lei si era messa in mezzo a questo patto.
Forse anche lei aveva un debole per Kisshu?
Entrambe pensarono la stessa cosa, in fondo non era cattivo dimostrava il suo affetto in maniera sbagliata ma alla fine aveva dimostrato di amare la loro leader.
 
Mark Evans era un Archeologo di fama mondiale, sapeva delle strane rovine trovate dal padre di Ryo Shirogane e adesso dopo molto tempo, ne aveva trovate di simili nella centro esatto del Sahara, i vari reperti confermavano che era della stessa civiltà, ma qualcosa inquietava la spedizione.
Le persone addette agli scavi parlavano di voci provenienti dalle rovine, ma Evans non ci volle dare credito.
Quella notte avrebbe esplorato uno dei vari cunicoli che il giorno precedente aveva scoperto, le varie scritte in una lingua a lui sconosciuta, non lo aiutavano la fioca luce della lampada posta su casco gli faceva mala pena vedere dove metteva i piedi, l’unico filo che gli impediva di perdersi era la corda metallica della sua jeep che aveva lasciato all’entrata del cunicolo.
Non sapeva dove andare, si spingeva sempre più addentro ha quelle rovine, finche non si senti osservato, continuo per breve tratto finche una voce femminile non lo blocco –Fermati stupido umano, se non vorrai morire prima del tempo- Mark si volto cercando di vedere da dove arrivava la voce, che subito una voce Maschile lo blocco dalla paura –Lascia stare Eye, ormai e morto i nostri signori hanno ordinato di uccidere tutti gli umani che osavano avvicinarsi a queste rovine- Mark non perse tempo e comincio a scappare lungo la corda, ma inciampo in essa e cadde, perdendo il casco –Merda – Boffoncio, si rialzo velocemente ma  adesso era completamente al buio.
Mark ricomincio a correre, ma dopo pochi metri inciampo nuovamente, si guardo indietro per vedere cosa lo avesse fatto cadere, l’urlo che ne derivo echeggio per tutto il cunicolo, il suo braccio destro era stato tagliato di netto, -Cose non hai sentito niente, mio piccolo verme- chiese la ragazza aliena che nel frattempo si era avvicinata
Mark deglutì una grossa goccia di saliva, provo ha rialzarsi ma l’aliena gli taglio la gamba sinistra come aveva fatto per il braccio destro con il suo bastone veloce, un’arma formata da un lungo bastone sormontato da due grosse lame.
Lentamente, si stava avvicinando anche il compagno di Eye –Allora, non lo hai ancora ucciso?- Chiese con un fare seccato. –No, Ringu prima voglio divertirmi un po’.-
Mark, non visto dai due, provo a sgusciare via ma improvvisamente una lancia gli perforò la gamba destra che venne subito dopo tagliata.
Mark non ebbe tempo di gridare dal dolore che anche il braccio sinistro gli venne amputato, adesso era li completamente impotente, guardo i due alieni implorandoli di risparmiarlo, ma le sue preghiere vennero subito stroncate dalla taglio della testa, ora Mark era morto.
-Ehi Ringu, dovresti andare ad eliminare chi era con lui?- Disse Eye con una voce annoiata.
-Lo so, Eye.- Detto questo usci dal cunicolo si porto più in alto dell’accampamento, fece apparire la sua lancia e la lancio al centro di esso gridando –Movimento tellurico.-
In un niente l’accampamento scomparve sotto la sabbia.
-Ora- disse il ragazzo -Occupiamoci delle Mew Mew.-
 
Marco era seduto nella sua poltrona d’aereo a leggere il suo giornale, quando una hostess si avvicinò a lui.
-Signore- al richiamo della donna lui si voltò
-Mi dica- L’uomo sfoderò il suo sorriso migliore ben consapevole che quella donna stava portando lavoro.
-Le ho portato degli opuscoli da leggere assieme delle riviste.- Lui annui e ringrazio prendendo il contenuto della busta che la hostess gentilmente gli porgeva.
Prima di tirare fuori il contenuto Marco tornò a pensare a quello che il consiglio degli anziani di Ghea, il pianeta alieno che aveva visitato pochi giorni prima, gli aveva riferito o meglio non riferito sugli otto generali.
Avevano solo detto che erano solo una leggenda e che, seconda essa, erano i più forti guerrieri di Deep Blue, Il mitico salvatore del loro popolo.
A quel punto tiro fuori otto cartelline di carta marrone con dentro le informazioni sui suoi obbiettivi.
   
 
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