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Autore: Summerbest    03/06/2009    1 recensioni
Basta! Non è necessario urlare! La sua testa pulsò come mai prima d’ora, sentiva il dolore atroce penetrarla. I suoi occhi eppure rimasero fissi nei suoi, sfidandoli ancora per l’ennesima volta. Credi di potermi cambiare? Ti sbagli, menti solo a te stesso.
“dammi la mano!”
ordinò violento, il polso stretto con forza. Altre lacrime che scendevano dai suoi occhi. Le rigavano l’innocente e dolce viso da ragazza, che tanto lo aveva incantato tempo fa. Ora non più, adesso basta, la mano si alzò veloce, puntava verso la guancia. Qualcosa, però, lo fermò, e lo fece cadere a terra, privo di conoscenza, che cosa ho fatto?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Salve! Dopo un enorme pausa (scusate!!) torno con il terzo capitolo, buona lettura e lasciate qualche commento please^^


§ Capitolo 3 §

NULLA E’ CAMBIATO



Mi alzai presto, erano ancora le tre del mattino. Quel giorno che doveva rendermi ansiosa per il ritorno a scuola era andato in secondo piano, adesso la mia mente era intenta a rivivere ogni istante di quel sogno così confuso ed anche così strano. Scesi le scale con i pensieri rivolti ad altro, dovevo andare in quella casetta, dovevo anche parlare di tutto questo con Josh, ed anche... andare nella sua tomba, da nonno Joseph. Troppe cose che avrei dovuto far coincidere con l’inizio della scuola, a cosa mi serviva poi?? Quando la mia vita era già così confusa, non mi servivano proprio altri problemi di natura sociale o scolastica. Per questo però mi ero alzata presto, adesso sarei andata nella casetta, poi se avanzava tempo nella tomba di mio nonno, e poi a parlare con Josh durante il tragitto verso scuola. Con un po’ di fortuna sarei riuscita a far tutto in poco tempo. Mi misi un paio di jeans ed una t-shirt, prima di uscire, presi veloce il giubbotto nero, in modo da potermi riscaldare, faceva freddo! Con attenzione chiusi la porta di casa, in modo da non farla sbattere e da non svegliare nessuno, l’andito era ancora spoglio, ed un colpo sarebbe rimbombato per tutta la casa svegliando tutti quanti. Una volta fuori iniziai a correre, erano solo le tre, ma per ogni possibile imprevisto avrei rischiato di perdere tempo, quindi dovevo muovermi. Non sapevo nemmeno cosa mi attendeva lì, sbrigati, perché non sei l’unica a compiere questo viaggio, mi ricordai parte della lettera, chi altro stava compiendo il mio stesso viaggio? E di quale viaggio si trattava? Ero sempre più confusa, non capivo che cosa stava accadendo. Perché?
Mi fermai di botto, ero arrivata. Gli alberi spogli decoravano il vecchio cancello arrugginito, intorno alcune piante ormai alla fine dei loro giorni erano poste accanto al muretto in mattoni che circondava il luogo. Aprii con cautela il cancello, rivelando parte del mio passato. Adoravo quel posto, ci passavo intere giornate con mio nonno. Ogni cosa adesso era rovinata, ma ai miei occhi era come se non fosse mai cambiata. Se per molti quell’albero laggiù era un semplice tronco privo di foglie, per me era l’albero di Mr.Timmins, sorrisi rendendomi conto di ricordare ancora il suo nome.


FLASHBACK

”nonno! Nonno!”
chiamavo più volte, un volto anziano si girò verso di me, le rughe segnavano il peso dell’età che incombeva su di lui. Con sguardo affettuoso e pieno di premura mi raggiunse, lo stesso sguardo di sempre.
“Josy! Scendi subito dall’albero”
non era preoccupato, né aveva un tono da rimprovero, era più un consiglio che un ordine. Questo era uno dei motivi per cui non era visto molto di buon’occhio da parte dei miei genitori, soprattutto da parte di mia madre. Mio nonno assecondava ogni mia idea, seppur folle, a volte pure aiutandomi.
“no, nonno. Vieni tu su!”
gli dissi, alzandomi sul ramo con le mie piccole gambe, ed aggrappandomi al ramo più su, con le gracili braccia mi diedi una spinta, raggiungendo un livello più alto del precedente, mentre ridacchiavo vedendo mio nonno che non poteva raggiungermi.
“dai, ora scendi, puoi farti male”
questa volta c’era un ombra di preoccupazione nel tono di voce. Interruppi la mia scalata, per fissarlo.
“perché posso farmi male? Quassù ci sono i miei amici uccellini, e poi gli alberi sono buoni”
esclamai, con l’innocenza che solo un bimbo può avere. Nonno Joseph si avvicinò di più a me, abbassando la voce.
“ma Mr.Timmins non è buono”
lo guardai non capendo.
“Mr.Timmins?”
chiesi, raggiungendo il ramo che coincideva con il busto di mio nonno. La curiosità prevalse il mio animo da scalatrice.
“si, Mr.Timmins, non sai chi è?”
scossi la testa come diniego.
“è un castoro, ma non uno buono, detesta le bambine disubbidienti, se ne trova una se la mangia in un boccone!”
finì la frase iniziando a farmi il solletico, mi dimenai ridendo. Con un salto poi raggiunsi il terreno.
“forse è solo un castoro tanto solo che vuole un amico con cui giocare, e non avendolo passa il tempo a spaventare i bambini”
esclamai, fissando il tronco dell’albero con un velo di compassione nei confronti del castoro. Nonno Joseph s’inginocchiò raggiungendo la mia altezza e fissandomi negli occhi.
“solo perché è ancora piccolo, il futuro gli riserverà buoni amici, non preoccuparti”
mi disse, prendendomi la mano per condurmi nuovamente verso casa...


FINE FLASHBACK


con un sorriso che illuminava il mio viso, raggiunsi il centro del vecchio parco pubblico, la casetta. Feci scorrere la mano sul legno consumato della porta. Poi con uno scatto si aprì, riportandomi ancora una volta nel passato. Tutto ciò era strano ed al contempo bellissimo.
“ehy tu!”
una figura uscì veloce dalla casetta, spingendomi di lato in modo da poter uscire dalla porta principale. Indossava un mantello nero, era l’unica cosa che ero riuscita a vedere. Lo fissai scappare quando, nella mano, notai che teneva qualcosa, una lettera! scattai all’inseguimento, oltrepassai persino la scuola, rendendomi conto solo dopo che l’orario doveva essere volato. Quando persi di vista il misterioso individuo, controllai l’orologio, scoprendo di essere in preciso orario per l’inizio delle lezioni. A malavoglia mi diressi verso l’entrata della scuola, la lettera avrebbe dovuto attendere...


   
 
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