And by the way, by the way...
X Elilly: Grazie di tutto!!! Spero che continuerai a seguire l' ff, ricordo ancora il tuo primo commento^^
X yukino_lang08: Mi dispiace se alcuni miei capitolo alle volte sono un po' cortini... il fatto è che ho troppe idee per la testa e metterle tutte assieme provocherebbe il caos più totale.
Ecco a voi la seconda parte dell'ottavo capitolo ed un grande abbraccio alla più grande fan della coppia KazuyaxJun! Dovete sapere che sto basando la storia sia sull'anime che sul videogioco^^
Ah, le parti in corsivo appartengono ai ricordi.
La
storia di Jun-parte seconda
Jun era scappata.
Non sapeva esattamente
perché, sapeva, o meglio credeva soltanto che quella fosse
l’unica cosa da fare. Perciò, come se il lieve
rumore che il test aveva fatto cadendo fosse una sorta di sveglia, Jun
si alzò di scatto ed uscì dalla doccia. Grondante
d’acqua, prese un telo e vi si asciugò alla meno
peggio. Si apprestò a richiudere i rubinetti della doccia.
Mise un braccio dentro, senza nemmeno guardare e Il contatto con
l’acqua bollente le provocò un brivido,
costringendola a ritirare velocemente il braccio. Chiuse finalmente i
rubinetti e indossò i primi vestiti che le capitarono sotto
mano. Si vestì in fretta
e uscì di colpo dalla stanza sbattendo violentemente la
porta. E corse via dall’albergo.
Jun correva senza fermarsi ormai da un
po’ di tempo. Dopotutto era pur sempre una combattente,
questo implicava una maggiore sopportazione del dolore e della fatica.
Ma tutta la sua esperienza nella
lotta questa volta non sarebbe bastata a tirarla fuori dai guai. Era
arrivata quasi alla meta, stanca e spaventata, durante tutto il
tragitto non aveva minimamente badato alla gente che le stava intorno.
Solo quando aveva urtato involontariamente una bambina si era fermata a
consolarla, poi era ripartita a razzo.
Ed ora correva e ansimava diretta
verso la stazione. Non riusciva a capire il perché di quella
fuga improvvisa, era come se forse scappando si sarebbe lasciata i
problemi alle spalle. Invece quel fantasma che sembrava la inseguisse
sarebbe rimasto sempre con lei, dentro di lei. Quel bambino che non
sarebbe dovuto arrivare così d’improvviso. In
realtà le sarebbe piaciuto rimanere con Kazuya a crescere
assieme il piccolo. Ma in cuor suo sapeva che non sarebbe mai successo.
La nascita di quel bambino non era prevista. Lei e Kazuya si
conoscevano da poco, eppure erano già arrivati
così lontano… si erano spinti troppo oltre. O
forse era lei che si era lasciata andare. Amava troppo Kazuya.
Ricordava benissimo il momento del concepimento del bambino…
Era successo poche settimane prima,
alla fine del Tekken. Lei non si era ancora svegliata dopo la caduta
dal burrone. Quando aveva aperto gli occhi però una cosa
l’aveva colpita particolarmente. Kazuya era seduto sul
pavimento, appoggiato alla porta. Era lontano dal letto in cui lei
riposava un attimo prima, ma abbastanza vicino da far capire a Jun che
stava dormendo. Jun aveva sorriso “Ha ancora
quell’espressione. È serio anche quando
dorme” aveva pensato. Il cuore le aveva fatto un sussulto ne
petto quando aveva realizzato che Kazuya era rimasto lì per
lei. Stette a fissarlo per un bel po’ fino a quando non lo
vide aprire gli occhi. Kazuya aveva guardato il soffitto e poi si era
girato verso il letto di Jun. Faceva così ormai da giorni,
per controllare che quella ragazza stesse bene, sperando che si fosse
svegliata. Quando l’aveva vista finalmente in piedi, un
sorriso si era allargato sul suo volto, ma era sparito dubito dopo per
far posto alla sua solita e severa espressione.
L’aveva scrutata e aveva detto:
-Ti sei svegliata finalmente. Ora che
stai bene posso anche andarmene…- si
era alzato ma Jun, vedendo che stava per essere lasciata di nuovo sola,
aveva provato a fermarlo:
-No! Kazuya aspetta io…-
aveva gridato, poi si era bloccata, incerta su cosa dire. In effetti
per la verità lei aveva le idee ben chiare su cosa chiedere
a Kazuya. Ma non ne aveva il coraggio. E sapeva che non
l’avrebbe mai avuto.
Kazuya aveva richiuso la porta e si
era voltato. Le si era pericolosamente avvicinato, ormai erano occhi
negli occhi. Jun faceva fatica a controllare il suo respiro e
soprattutto, i battiti del suo cuore. Kazuya le aveva fotto provare
questa sensazione già una volta, al torneo del tekken. Ma
quella volta era diverso. Il suo cuore aveva sussultato per via
dell’apparizione dell’energia negativa che
risiedeva in Kazuya. Adesso era tutta un’altra cosa. Non era
Devil che la faceva stare così. Era Kazuya. Che in quel
momento le era quasi addosso.
-Che c’è? Hai
bisogno di qualcosa?- aveva chiesto Kazuya leggermente irritato. Jun
aveva dischiuso leggermente le labbra, ma non era riuscita a spiccicare
parola. Kazuya aveva scosso la testa e sussurato:
-E va bene, adesso basta- poi aveva
afferrato Jun per le spalle e l’aveva baciata. Jun era
rimasta di sasso. Ma era stranamente felice. Non appena aveva sentito
le loro lingue entrare in contatto, un brivido le aveva percorso tutto
il corpo fino ad arrivare al basso ventre. Una strana sensazione in
mezzo le gambe l’aveva costretta a chiudere gli occhi,
facendo morire il suo gemito nella gola di lui. Kazuya aveva interrotto
bruscamente quel piacevole contatto che si era creato tra i due.
L’aveva guardata insistentemente, come per chiederle il
permesso di continuare. Jun inizialmente non aveva detto nulla, poi
aveva capito le intenzioni di Kazuya. Aveva spalancato gli occhi e si
era rannicchiata contro il muro. Kazuya allora le si era avvicinato
ancora di più, poggiando un ginocchio sul letto e le braccia
contro il muro. Ormai l’aveva in pugno. Lei aveva provato a
divincolarsi ma Kazuya le aveva serrato i polsi sopra la testa. Dopo
l’aveva stretta a sé e baciata di nuovo.
L’aveva spinta delicatamente costringendola a sdraiarsi.
Entrambi si erano guardati per un altro interminabile istante. Kazuya
si era chinato verso di lei. erano nella stessa posizione di prima, lui
con le braccia ai lati del suo viso, lei inerme e paurosamente rossa in
volto. C’erano un uomo e una donna. E c’era un
letto. Era successo quello che doveva succedere. E Jun non aveva fatto
assolutamente nulla per evitarlo.
Ed eccola qui ora. Corse ancora per un po’ nella foresta, il fiocco che aveva tra i capelli s’impigliò tra i rami di un albero e cominciò a disfarsi. Si voltò e strappò il filo che era rimasto impigliato, poi ricominciò la corsa. Una radice che emergeva dal terreno la fece inciampare. Prima di cadere, stando bene attenta a non farsi troppo male, con le mani toccò il terreno fece una ribaltata per non rovinare a terra. Si guardò le mani: qualche graffio, ma niente di più. Era tutto a posto. Continuò a correre fino ad arrivare alla meta. Scostò un cespuglio di foglie e si ritrovò alla stazione ferroviaria. Si fermò prendendo un bel respiro, poi s’inginocchiò a terra, sospirando affannosamente. Camminò e si appoggiò ad un cartello. Jun alzò gli occhi. C’era scritto “STAZIONE DI YAKUSHIMA”. Chiuse gli occhi e pensò ancora una volta a Kazuya.
.::FiNe SeCoNdA PaRtE::.
Ok, è ufficiale. Questa storia mi sta prendendo tantissimo, arriverò a sognare il continuo dei capitoli di notte! Ammetto che così facendo sta diventando tutto una sorta di "storia nella storia" e scrivere tutto quanto al trapassato prossimo è snervante...Beh? Che ne pensate (della storia non del flashback demente)? Continuo a fare un buon lavoro? O sto semplicemente imbrattando le bianche pareti di EFP con il mio inchiostro nero indelebile? Oh tranquilli, posso sempre farlo diventare inchiostro simpatico^^