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Autore: Annoiata    04/06/2009    1 recensioni
Kazuya si girò, come gli aveva detto il padre. Davanti a lui c'era un vetro trasparente, che dava su una stanza dalle pareti completamente bianche. C'era poca luce. -Guarda bene, Kazuya...- disse sottovoce Heihachi. -Guarda e stupisciti- Kazuya si appoggiò al vetro, cercando di intravedere quello che c'era dentro. Nella stanza si accesero delle potentissime luci al neon, che costrinsero Kazuya a chiudere per un attimo gli occhi. Quando però li riaprì, ciò che vide nella camera, lo lasciò sconcertato.
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heihachi Mishima, Jun Kazama, Kazuya Mishima
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Come promesso, ho aggiornato più in fretta che potevo! Ora però tremo al pensiero di cosa mi faranno i lettori dell'altra ficci che sto scrivendo... E da un po' che non aggiorno più quella per lavorare su questa ehehe XD  -.-^
And by the way, by the way...
X Elilly: Grazie di tutto!!! Spero che continuerai a seguire l' ff, ricordo ancora il tuo primo commento^^

X yukino_lang08: Mi dispiace se alcuni miei capitolo alle volte sono un po' cortini... il fatto è che ho troppe idee per la testa e metterle tutte assieme provocherebbe il caos più totale.
Ecco a voi la seconda parte dell'ottavo capitolo ed un grande abbraccio alla più grande fan della coppia KazuyaxJun! Dovete sapere che sto basando la storia sia sull'anime che sul videogioco^^ 
Ah, le parti in corsivo appartengono ai ricordi.

La storia di Jun-parte seconda

Jun era scappata.

Non sapeva esattamente perché, sapeva, o meglio credeva soltanto che quella fosse l’unica cosa da fare. Perciò, come se il lieve rumore che il test aveva fatto cadendo fosse una sorta di sveglia, Jun si alzò di scatto ed uscì dalla doccia. Grondante d’acqua, prese un telo e vi si asciugò alla meno peggio. Si apprestò a richiudere i rubinetti della doccia. Mise un braccio dentro, senza nemmeno guardare e Il contatto con l’acqua bollente le provocò un brivido, costringendola a ritirare velocemente il braccio. Chiuse finalmente i rubinetti e indossò i primi vestiti che le capitarono sotto mano.  Si vestì in fretta e uscì di colpo dalla stanza sbattendo violentemente la porta. E corse via dall’albergo.

Jun correva senza fermarsi ormai da un po’ di tempo. Dopotutto era pur sempre una combattente, questo implicava una maggiore sopportazione del dolore e della fatica. Ma  tutta la sua esperienza nella lotta questa volta non sarebbe bastata a tirarla fuori dai guai. Era arrivata quasi alla meta, stanca e spaventata, durante tutto il tragitto non aveva minimamente badato alla gente che le stava intorno. Solo quando aveva urtato involontariamente una bambina si era fermata a consolarla, poi era ripartita a razzo.

Ed ora correva e ansimava diretta verso la stazione. Non riusciva a capire il perché di quella fuga improvvisa, era come se forse scappando si sarebbe lasciata i problemi alle spalle. Invece quel fantasma che sembrava la inseguisse sarebbe rimasto sempre con lei, dentro di lei. Quel bambino che non sarebbe dovuto arrivare così d’improvviso. In realtà le sarebbe piaciuto rimanere con Kazuya a crescere assieme il piccolo. Ma in cuor suo sapeva che non sarebbe mai successo. La nascita di quel bambino non era prevista. Lei e Kazuya si conoscevano da poco, eppure erano già arrivati così lontano… si erano spinti troppo oltre. O forse era lei che si era lasciata andare. Amava troppo Kazuya. Ricordava benissimo il momento del concepimento del bambino…

Era successo poche settimane prima, alla fine del Tekken. Lei non si era ancora svegliata dopo la caduta dal burrone. Quando aveva aperto gli occhi però una cosa l’aveva colpita particolarmente. Kazuya era seduto sul pavimento, appoggiato alla porta. Era lontano dal letto in cui lei riposava un attimo prima, ma abbastanza vicino da far capire a Jun che stava dormendo. Jun aveva sorriso “Ha ancora quell’espressione. È serio anche quando dorme” aveva pensato. Il cuore le aveva fatto un sussulto ne petto quando aveva realizzato che Kazuya era rimasto lì per lei. Stette a fissarlo per un bel po’ fino a quando non lo vide aprire gli occhi. Kazuya aveva guardato il soffitto e poi si era girato verso il letto di Jun. Faceva così ormai da giorni, per controllare che quella ragazza stesse bene, sperando che si fosse svegliata. Quando l’aveva vista finalmente in piedi, un sorriso si era allargato sul suo volto, ma era sparito dubito dopo per far posto alla sua solita e severa  espressione. L’aveva scrutata e aveva detto:

-Ti sei svegliata finalmente. Ora che stai bene posso anche andarmene…-  si era alzato ma Jun, vedendo che stava per essere lasciata di nuovo sola, aveva provato a fermarlo:

-No! Kazuya aspetta io…- aveva gridato, poi si era bloccata, incerta su cosa dire. In effetti per la verità lei aveva le idee ben chiare su cosa chiedere a Kazuya. Ma non ne aveva il coraggio. E sapeva che non l’avrebbe mai avuto.

Kazuya aveva richiuso la porta e si era voltato. Le si era pericolosamente avvicinato, ormai erano occhi negli occhi. Jun faceva fatica a controllare il suo respiro e soprattutto, i battiti del suo cuore. Kazuya le aveva fotto provare questa sensazione già una volta, al torneo del tekken. Ma quella volta era diverso. Il suo cuore aveva sussultato per via dell’apparizione dell’energia negativa che risiedeva in Kazuya. Adesso era tutta un’altra cosa. Non era Devil che la faceva stare così. Era Kazuya. Che in quel momento le era quasi addosso.

-Che c’è? Hai bisogno di qualcosa?- aveva chiesto Kazuya leggermente irritato. Jun aveva dischiuso leggermente le labbra, ma non era riuscita a spiccicare parola. Kazuya aveva scosso la testa e sussurato:

-E va bene, adesso basta- poi aveva afferrato Jun per le spalle e l’aveva baciata. Jun era rimasta di sasso. Ma era stranamente felice. Non appena aveva sentito le loro lingue entrare in contatto, un brivido le aveva percorso tutto il corpo fino ad arrivare al basso ventre. Una strana sensazione in mezzo le gambe l’aveva costretta a chiudere gli occhi, facendo morire il suo gemito nella gola di lui. Kazuya aveva interrotto bruscamente quel piacevole contatto che si era creato tra i due. L’aveva guardata insistentemente, come per chiederle il permesso di continuare. Jun inizialmente non aveva detto nulla, poi aveva capito le intenzioni di Kazuya. Aveva spalancato gli occhi e si era rannicchiata contro il muro. Kazuya allora le si era avvicinato ancora di più, poggiando un ginocchio sul letto e le braccia contro il muro. Ormai l’aveva in pugno. Lei aveva provato a divincolarsi ma Kazuya le aveva serrato i polsi sopra la testa. Dopo l’aveva stretta a sé e baciata di nuovo. L’aveva spinta delicatamente costringendola a sdraiarsi. Entrambi si erano guardati per un altro interminabile istante. Kazuya si era chinato verso di lei. erano nella stessa posizione di prima, lui con le braccia ai lati del suo viso, lei inerme e paurosamente rossa in volto. C’erano un uomo e una donna. E c’era un letto. Era successo quello che doveva succedere. E Jun non aveva fatto assolutamente nulla per evitarlo.

 

Ed eccola qui ora. Corse ancora per un po’ nella foresta, il fiocco che aveva tra i capelli s’impigliò tra i rami di un albero e cominciò a disfarsi. Si voltò e strappò il filo che era rimasto impigliato, poi ricominciò la corsa. Una radice che emergeva dal terreno la fece inciampare. Prima di cadere, stando bene attenta a non farsi troppo male, con le mani toccò il terreno fece una ribaltata per non rovinare a terra. Si guardò le mani: qualche graffio, ma niente di più. Era tutto a posto.  Continuò a correre fino ad arrivare alla meta. Scostò un cespuglio di foglie e si ritrovò alla stazione ferroviaria. Si fermò prendendo un bel respiro, poi s’inginocchiò a terra, sospirando affannosamente. Camminò e si appoggiò ad un cartello. Jun alzò gli occhi. C’era scritto “STAZIONE DI YAKUSHIMA”. Chiuse gli occhi e pensò ancora una volta a Kazuya.

.::FiNe SeCoNdA PaRtE::.

Ok, è ufficiale. Questa storia mi sta prendendo tantissimo, arriverò a sognare il continuo dei capitoli di notte! Ammetto che così facendo sta diventando tutto una sorta di "storia nella storia" e  scrivere tutto quanto al trapassato prossimo è snervante...Beh? Che ne pensate (della storia non del flashback demente)? Continuo a fare un buon lavoro? O  sto semplicemente imbrattando le bianche pareti di EFP con il mio inchiostro nero indelebile? Oh tranquilli, posso sempre farlo diventare inchiostro simpatico^^


  
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