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Autore: Robigna88    05/03/2017    0 recensioni
Quando Freya Mikaelson le telefona per chiedere aiuto in merito alla drammatica situazione venutasi a creare con Lucien e la sua trasformazione in una specie di Ibrido 2.0, Allison sa che c'è una sola persona che può davvero aiutarla senza rischiare la vita: l'Arcangelo Gabriel. Annientato Lucien però a Gabriel viene chiesto aiuto anche per un'altra cosa, salvare Camille dal morso letale dell'oramai defunto vampiro. Gabriel può farlo ma li avvisa che salvandola altererà l'ordine naturale delle cose e che per quella vita salvata qualcun altro dovrà pagare. Con molta probabilità quel qualcuno sarà proprio Allison che è l'unica umana. Nonostante le proteste di Elijah la cacciatrice accetta, pronta a rischiare per salvare la vita della giovane barista. Quello che non sa però è che ci sono diversi modi per ristabilire l'ordine naturale e alcuni sono più sconvolgenti della morte stessa.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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Se qualcuno legge questa storia, grazie e buona lettura. In fondo l'outfit di Allison.

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7.

 

 

 

 

 

Allison si versò un po’ di caffè nella tazza di latte che aveva scaldato e sospirò mettendosi a sedere a tavola. Da quel punto aveva una visuale chiara del giardino, di Cami che si rilassava in piscina e del sole che splendeva forte scaldando l’acqua limpida.

Non tornerai a New Orleans vero? le aveva chiesto oramai tre settimane prima la bionda vampira. Al suo cenno di diniego aveva fatto un grosso respiro e dopo essersi guardata intorno aveva detto che allora anche lei sarebbe rimasta e aveva chiesto di poter occupare la camera con vista sul giardino… ammesso che ce ne fosse una. Ce n’erano tre, lei scelse quella con il letto king size e le pareti color crema.

La cacciatrice si accarezzò piano il ventre chiudendo solo per un secondo gli occhi mentre la piccola creatura dentro di lei iniziava a farsi sentire a suon di bruciori di stomaco che, anche se duravano poco, erano una novità a cui non si era ancora abituata. Di Gabriel non aveva alcuna notizia dal giorno in cui gli aveva telefonato, dai Grimaldi aveva avuto una lettera di Gwen che però non aveva ancora avuto il coraggio di leggere ed Elijah non si era disturbato di telefonarle neppure una volta da quando gli aveva comunicato che non sarebbe tornata a New Orleans.

Parlava invece tutti i giorni con Freya e qualche volta anche con Klaus. Ma mai di questioni che riguardassero il Mikaelson padre di quel figlio che aveva in grembo. Forse, era arrivata a pensare, chiuso in un bel vestito elegante aveva finalmente trovato la sua felicità con Hayley. Forse semplicemente non gli importava di quel bambino a prescindere da tutto.

“Avevo ragione” mormorò scuotendo il capo prima di bere un altro sorso dalla tazza. Fu allora che Gabriel arrivò con un fruscio di ali e un alito di vento caldo che le scompigliò i capelli e fece vibrare l’acchiappasogni appeso alla parete.

“Buenos dias muchacha!” le disse prendendo posto di fronte a lei dopo aver dato uno sguardo a Cami in piscina. “Ah vedo che la tua amica si è ambientata bene.”

“Si adatta in fretta.”

L’Arcangelo si inumidì le labbra. “Credi che io le piaccia? Io credo di piacerle, ho visto il modo in cui mi guarda” sussurrò facendo un occhiolino.

“Primo, quando ti avrebbe guardato?” domandò Allison abbassando la voce come lui. “Secondo, è inutile che sussurri, è un vampiro, ha il super udito. Terzo” tornò a parlare a volume normale. “Dove diavolo eri?”

“Ah-ah no!” esclamò lui facendo segno con una mano. “Non dire diavolo, è offensivo” scoppiò a ridere della sua stessa battuta e poi afferrò uno dei cioccolatini che stavano dentro il piccolo contenitore al centro del tavolo. “Mi hai chiamato, sono qui.”

“Ti ho chiamato tre settimane fa Gabriel. E se mi fosse successo qualcosa? Se fosse stata un’emergenza?”

“L’avrei saputo.”

“Come?”

“Ho collegato la mia grazia alla tua anima, una specie di sistema dall’allarme. Se ti succede qualcosa lo sentirò.”

“Ah!” esclamò lei perplessa, colta di sorpresa. “Non lo sapevo.”

“Ora lo sai ma tranquilla, non c’è bisogno che ti scusi” mangiò un altro cioccolatino. “Dimmi cosa vuoi, così posso tornare alle mie cose.”

“Che sarebbero? Un flirt con una pornostar o un divino francese con una povera artista che compone canzoni melodiche sulle rive della Senna?”

“No, stavo ballando una salsa con un seducente mora spagnola e stavo condividendo il mio divertimento con mio fratello.”

“Balthazar è ancora vivo?” Allison spalancò gli occhi.

“Come…” Gabriel rimase per un attimo in silenzio. “Come hai fatto a capire che parlavo di lui?”

“Oh ti prego… more spagnole e salsa e, immagino, divertimento senza  limiti. Doveva per forza essere lui. Michael è chiuso nella gabbia con Lucifero e non sarebbe comunque da lui, Castiel non è assolutamente il tipo e gli altri sono praticamente tutti morti o dei bacchettoni senza alcuna personalità.”

“Il fatto che tu ci conosca così bene è inquietantemente divertente!” esclamò lui con un sorriso. “Ma dimmi, cosa posso fare per te?”

Allison si accorse solo in quel momento che non sapeva bene come chiedere ciò che voleva. Sapeva solo che aveva pensato di volerlo fare, ora onestamente non ne era nemmeno tanto sicura. Ma lo aveva chiamato quindi tanto valeva parlare, magari solo ipoteticamente. “Il padre di questo bambino non ha alcun interesse per tutto questo” disse indicando se stessa. “Così mi chiedevo se potessi… vorrei che tutti, all’infuori di me e te ovviamente, dimenticassero di questa gravidanza.”

Gabriel incrociò le mani sul tavolo. “Vorresti o hai pensato di volerlo?”

“Fa differenza?”

“Una enorme differenza” lui si sporse poco avanti. “Forse tu conosci me meglio di quanto credessi ma anche io conosco te meglio di quanto credi, Allison Marie Morgan. Tu non vuoi affrontare tutto questo da sola.”

“Sì invece! È esattamente quello che voglio Gabriel. Lo sto già facendo ad ogni modo. Elijah non telefona neppure ma a ruoli invertiti io ci sarei in ogni momento per lui. Non gliene importa assolutamente nulla quindi…”

“Questo non è vero!” esclamò Camille e la padrona di casa si accorse che non si era nemmeno resa conto che era lì. “Gli importa, infatti sarà qui tra qualche ora. Non aveva il coraggio di venire, dopo quello che gli hai detto, e così gli ho mentito dicendo che stavi male, è partito subito dopo che abbiamo riattaccato.”

“Che cosa?” La voce di Allison era quasi un sibilo, lo sguardo che rivolse alla bionda era carico di rabbia.

Gabriel sentì che era il caso di smorzare la tensione, almeno per il tempo che bastava ad Allison per calmarsi. “Buenos dias senorita” disse alzandosi e baciando la mano di Camille. “Ti sei abbronzata, ti dona.”

“Non avevi nessun diritto di farlo!” esclamò Allison alzandosi in piedi, mostrando la pancia in tutto il suo perfetto arrotondamento quando lo fece. “Perché tutti continuate a pensare di dover decidere le cose al posto mio?”

Camille scosse poco il capo, quasi fosse ovvio. “Perché sembra che tu non sia in grado di decidere nel modo giusto in questo momento.”

“Che vorrebbe dire?”

“Elijah ha paura, esattamente come te. Vorrebbe starti vicino ma tu lo respingi e lui non sa cosa fare.”

“Non aveva di questi problemi quando Hayley era incinta che io ricordi” Allison allargò le braccia. “Cami, la verità è che lui non vuole questo bambino, non con me almeno!”

“Guarda qui” Gabriel poggiò le mani sul ventre rotondo di Allison e le due donne fecero silenzio guardandolo perplesse. “Questo piccolo miracolo. Secoli di lotte, secoli di incomprensioni e gelosie per questa magnifica… creazione. I miei fratelli non hanno mai capito quanto immenso sia tutto questo, perché nostro Padre lo amasse così tanto… Una vita umana dentro un’altra.”

Lo disse con una tale dolcezza che Allison si ritrovò a piangere sommessamente, il vampiro deglutì a vuoto lasciandosi andare contro il ripiano della cucina.

“Allison” Gabriel alzò le mani e prese il viso della donna. “Sei l’umana più forte che conosca ma non puoi affrontare tutto questo da sola, non stavolta. E se credi davvero di poterlo fare, allora Camille ha ragione: non sei in grado di fare le scelte giuste al momento. Questa bambina avrà bisogno di entrambi i suoi genitori e forse è vero che Elijah non ama te, ma amerà lei, te lo assicuro.”

La donna guardò per un istante Camille, poi di nuovo Gabriel mentre un sorriso le colorava il viso nonostante le lacrime. “Hai detto lei?”

Il sorriso dell’Arcangelo fu la sua risposta.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Ore dopo di ritorno da una lunga passeggiata Allison si ritrovò a pensare alle parole di Gabriel, a quelle che aveva detto stringendole il ventre tra le mani, a quelle che le aveva detto dopo essersi assicurato che Camille non stesse ascoltando. Con un grosso respiro controllò il suo cellulare alla disperata ricerca di un qualche segnale da parte dei Winchester e Castiel ma in fondo sapeva che ci sarebbe voluto un po’ prima che dessero un qualunque segno.

Gli aveva gettato addosso la notizia della sua gravidanza, di Gabriel e dell’intervento divino solo un’ora prima, per telefono. Ai suoi amici sarebbe servito un po’ di tempo per metabolizzare la notizia. Per quanto assurdo sembrasse, questa specie di regola sembrava valere per tutti tranne che lei, nonostante fosse la più coinvolta.

Mangiando l’ultimo pezzo di cono si accorse di Elijah che la aspettava sul vialetto, poggiato all’auto. “Elijah” lo salutò fermandosi di fronte a lui. “Cosa ci fai qui fuori? Ti ho già invitato in casa quindi puoi tranquillamente entrare.”

Lui le sorrise. “Non volevo farlo prima che arrivassi. Nel caso…”

“Nel caso non volessi farti entrare?” Allison ridacchiò stringendo di più i manici della grande busta di cartone chiusa ai bordi. “Non lo farei mai ma, sfortunatamente, non posso biasimarti per averlo pensato.”

L’Originale la fissò diverse volte da capo a piedi; il vestito bianco e nero che le fasciava morbidamente il ventre pieno, il viso senza trucco, i capelli un po’ spettinati, quella luce dentro gli occhi. “Sei…”

“Grassa? Sì lo so, ho continuamente fame.”

“No” Elijah scosse il capo. “Sei meravigliosa.”

Lei si sentì avvampare, abbassò gli occhi per un istante e sorrise tornando a guardarlo. “Grazie, fa piacere sentirlo.”

Il vampiro perse lo sguardo in quelle fossette profonde, poi si impose di tornare lucido. “Ehm… Camille ha detto che non ti senti bene, ma mi sembra ovvio che ha mentito.”

“Sto bene” confermò lei. “Ma probabilmente quando ti ha telefonato credeva il contrario.”

“Certo” lui annuì e allungò la mano per prenderle la busta. “Dalla a me.”

“No” Allison scosse il capo. “Questa busta contiene qualcosa di molto prezioso. Il sesso del nostro bambino.”

“Non capisco.”

“C’è un palloncino dentro, sapevo che saresti arrivato e visto che oggi ho scoperto se sarà maschio o femmina volevo fartelo sapere in un modo carino. Tra l’altro è una cosa che va molto di moda ultimamente.”

“Non lo sapevo. E come funziona?”

“Adesso” la cacciatrice poggiò la busta per terra. “Tecnicamente dovrei aprire la busta e lasciare che il palloncino voli via e tu dovresti capire, grazie al colore, se è un maschio o una femmina. Ma piegarmi mi è estremamente difficile con questo” indicò il suo ventre. “Quindi, potresti farlo tu? Ma chiudi gli occhi fino a quando non ti dico di aprirli.”

Elijah sorrise, allungò la mano fino alla spilla che teneva la busta chiusa e chiuse gli occhi. La aprì e lasciò che Allison lo aiutasse ad indietreggiare un po’.

“Apri gli occhi” gli disse. E lui lo fece, puntando lo sguardo verso l’azzurro del cielo vide un palloncino svolazzare libero verso l’alto. Era rosa.

“È una femmina” mormorò incapace di staccare gli occhi da quell’ovale rosa, rifiutandosi di guardare Allison negli occhi per non mostrarle le lacrime di gioia che gli rigavano le guance. Non aveva calcolato però quanto bene lei lo conoscesse.

La donna infatti gli si mise davanti e prendendogli delicatamente il viso tra le mani quasi lo costrinse a guardarla. “Nostra figlia” gli disse. “Sarà amata da entrambi i suoi genitori, ma non è ancora qui. Qui ci sono soltanto io adesso e come lei ho bisogno di amore. Tu puoi darmi tutto Elijah, tranne quello, perché ami un’altra e al cuore non si comanda” gli poggiò una mano sul petto e lui vi mise sopra la sua. “Ti telefonerò ogni giorno per dirti come procede e potrai venire ogni volta che vorrai a trovare la nostra bambina, adesso e quando sarà nata e per tutti gli anni a venire. Sarai legato a lei sempre e per sempre” gli disse. “Ma sempre e per sempre non comprende anche me, non ne sono mai stata parte e anche se per tanto tempo ho desiderato esserlo, adesso è ora di mollare la presa.”

Elijah deglutì a vuoto. “Ti sbagli, io ti amo.”

“Sì, lo so. Ma non mi ami nel modo in cui io amo te, l’unico modo di cui ho bisogno.”

“Cosa… cosa vuoi che faccia? Ti prego, dimmi cosa vuoi che faccia.”

Allison provò tenerezza, gli sorrise. “Abbracciami e basta.”

Lui le baciò la fronte, infine la abbracciò quanto più forte poteva. Abbracciò entrambe.

 


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