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Autore: LordPando    05/03/2017    1 recensioni
ALERT! STORIA INTERATTIVA CHE PERÒ AVRÀ ANCHE PERSONAGGI DA ME INVENTATI, DUNQUE…
Bene. Bene. Bene.
Questa è l’introduzione, l’incipit, il proemio di una fanfiction sull’opera di Cassandra Clare: Shadowhunters. La mia è una storia di amore e morte, di OC (original crachters) e di individui di dubbia morale, è una storia di lotta per il potere e la felicità e per alcuni della morte. Alla fine si troveranno le schede da mandare a me come messaggio privato.
Ma ora occhio, che andiamo ad incominciare!
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
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La ragazza si guardò intorno. Era stata bloccata. Stava con le spalle al muro, in uno stretto vicolo sporco e buio. Attorno a lei i muri scorticati non offrivano possibilità di fuga. —Mi ha presa.— ringhiò. Un ringhio di rabbia repressa, che non voleva far scoppiare. Non ancora. I suoi capelli rosa scintillante le ricaddero sulle spalle dopo una scrollatina di testa; poi dalla tasca estrasse un oggetto dalla forma di penna e se lo rigirò fra le dita. Senza un attimo di esitazione se lo pose sulla fronte e cominciò a disegnare. Il simbolo si illuminò per un istante e poi, con una nuova sicurezza in corpo, estrasse dai pantaloni la propria cintura.  L’oggetto brillò per un singolo momento e si trasformò, rapido. Una frusta di elettro le comparve nelle mani, e la ragazza si mise in guardia. Udì un forte rumore che veniva verso di lei, e tutti i suoi muscoli si contrassero. Da dietro l’angolo, preceduto da un gruppetto di lunghi e possenti tentacoli, comparve il demone. Agli occhi dei mondani un uomo grosso, muscoloso e forte ma con aria assorta nei propri pensieri; agli occhi azzurri della Cacciatrice, un demone enorme, verde e bavoso, con sei teste di serpente e due braccia come tronchi d’albero. Sapevo che stanotte non sarei dovuta uscire a caccia, si disse la ragazza. Vediamo che cosa fa.
  —Dove sono i tuoi compagni, ragazzina?— il demone aveva una voce strascicata, come se faticasse enormemente a palare. La voce che usciva dalle sei cavità orali era una sola, la stessa voce dura e possente
  —Non ci sono.
  —Tu menti.
  —Non posso, sono una mezza fata.— disse queste ultime parole con una punta i disprezzo nella voce. Era facile capire che sebbene rispettasse il suo popolo avrebbe preferito essere una Nephilim purosangue. Da quando suo padre, capostipite della dinastia Azure, aveva deciso di potenziare il proprio sangue sposando ed avendo lei da una fata, era diventato scontroso, violento ed irascibile.
  —Chi mi dice che non stai mentendo?— Chiese il demone.
  La sua logica ha un senso si disse la ragazza, ma l’ardore della battaglia la pervase: come osava un demone idiota mettere in dubbio la sua parola?
  Un lampo, uno scatto del braccio. La frusta partì, tranciando una testa serpentina e lasciando intravedere sotto la manica una runa… ma capire quale fosse era impossibile.
  Il demone ruggì, un suono che apparve innaturale ed in un certo senso profondamente sbagliato. Con un ampio fendente la creatura alzò un braccio e cercò di schiacciare la ragazza. Lei rotolò a terra gemendo a causa dei sanpietrini e si rialzò. La sua pettinatura era stata scombinata, ed una certa furia le apparve negli occhi, che si fecero di un azzurro ancor più intenso. —Che cosa vuoi da me, mostro?
  —No. Che cosa vuoi TU, da me, giovane fata? Sei consapevole he sono una preda al di sopra delle tue misere capacità, eppure tenti di uccidermi. Non sai tu che sono io? Io sono un demone superiore, un Asmodeo!
  —Dunque non un principe dell’Inferno! Rassicurante!— Disse la ragazza. Poi, con un nuovo movimento del braccio ancor più veloce del precedente aprì un profondo taglio nel braccio sinistro della creatura. Poi, rapida, la ragazza saltò su uno dei tentacoli e con lo Stilo che teneva ancora nella mano sinistra disegnò una runa casuale. Immediatamente la pelle passò dal colore verdognolo ad un grigio scuro ed il tentacolo quasi impazzì: si staccò dal resto del corpo e cominciò a ballonzolare in giro senza sosta. Un sorriso tranquillo si dipinse sul volto della ragazza che  tentò di troncare un’altra delle teste. La frusta venne bloccata dal braccio già ferito e la ragazza si morse il labbro inferiore.
  —Sai che non puoi battermi, vero, giovane fata?
  —No,— disse lei. —Non lo sapevo.— Svelta spiccò un balzo all’indietro e cercò di tagliare il braccio ferito al demone, ma finì su un tentacolo scivoloso e cadde malamente a terra con una serie di imprecazioni.
  —Adesso lo sai.— disse la creatura, compiaciuta. Torreggiava su di lei dandole un senso di impotenza. Tutte le teste si leccarono le labbra sottili contemporaneamente ed una risatina beffarda ne uscì. Aveva bloccato con l’enorme mano la Cacciatrice e stava per annientarla con un artiglio. Già aveva sollevato il braccio quando lanciò un urlo di dolore, ed un’altra delle sue teste cadde.
  —Phineas!— disse la ragazza, soffocando un gridolino di gioia. Ale spalle del demone era comparso un ragazzo di circa diciannove anni, dai capelli biondo scuro ed un’espressione dura. In quel momento si vide la runa sul braccio della ragazza e sul collo dell’altro -Phineas Graymark-: parabatai.
  —Non dicevi di non avere compagni, giovane fata?—  ringhiò il demone.
  —Lui è più di un mio compagno.
  Per tutta risposta il demone, infuriato, abbassò il… moncone di un braccio. Il resto dell’arto era stato reciso da un taglio netto dello spadone. La creatura emise un urlo di dolore che fece tremare la Shadowhunter e si girò. Aveva le quattro paia di occhi iniettati di sangue verde per la furia, e tutte le sue bocche erano atteggiate in un ringhio infuriato.
  —Non mi sottovalutare, mostro.— disse Phineas, sputando quasi le parole. Guardava il demone con disprezzo e rabbia, mentre lento si avviava verso di esso. Poi, scattò. Si muoveva così rapido che era difficile intuire i suoi movimenti, fino a quando non si fermò con lo spadone conficcato nel cuore del demone. La creatura cadde all’indietro con un pesante tonfo e scomparse nell’aria tornando nella propria dimensione.
  —Me l’aero vista brutta.— disse la ragazza con un sospiro. —Per fortuna sei arrivato tu…
  —Non preoccuparti. Ma che cosa ci facevi in giro a quest’ora?
  —Ehm… sono stata svegliata da quel demone.— mentì la ragazza. —E tu?
  —Sono stato svegliato da questa.— disse lui, indicando la runa sul collo. —Rei… sei ferita?
  —Poco.— disse la mezzosangue. Prese saldamente lo stilo ed insieme al ragazzo cominciò a coprirsi di iratze.
  —Vieni, torniamo a casa.
  —Subito.
  I due camminavano fianco a fianco, ancora stanchi per la battaglia appena combattuta. Insieme, sospirarono mentre svoltando a destra si avviavano per una strada asfaltata e sicura. Non c’erano mondani in giro e questo rassicurò i Nephilim. Il silenzio non era affatto imbarazzante, ma la ragazza si sentiva in dovere di dire qualcosa. Ai lati della strada i lampioni illuminavano il cammino ai due che avanzavano sempre più veloci.
  —Mi ha chiamata fata.— disse la ragazza, senza guardare il compagno. —Ha capito che lo odiavo e mi ha chiamata fata.
  —Non chiamerà mai più nessuno.
  —Non è vero.
  —Sto provando a rassicurarti, ma rendi il compito parecchio difficile.
  —Scusa.
  —Non scusarti, fatina.
  Altro silenzio. I due avevano svoltato in un acciottolato che conduceva ad un palazzo alto, la cui vernice giallo ocra era resa quasi grigia dalla notte.
  Un sospiro.
  —Casa.— annunciò la ragazza. Ricordava di quando era arrivata per la prima volta a New York ed aveva cercato disperatamente un posto dove andare che non fosse l’Istituto e che contenesse Shadowhunters. Aveva cercato in agenzie immobiliari, visitato le abitazioni di persona, aveva cercato in qualunque modo… ma era stata la sorte a mandarla da Phineas e Roger, i fratelli Graymark. Da lì, diventare la parabatai di uno e la migliore amica dell’altro era stato un anno. Ricordava alla perfezione che al compleanno dei propri diciassette anni erano stati marchiati entrambi, ed avevano giurato.
  —Casa.— convenne l’altro. Prese dalla tasca della giacca di pelle scura che indossava un mazzo di chiavi e cominciò ad armeggiare. Prima prese una chiave lunga e provò ad infilarla nella serratura. Niente. Una chiave ancora più lunga, con dei tagli da coltello. Nulla. Lo Shadowhunter imprecò e presa una terza chiave riuscì ad aprire il portone. I suoi occhi verde mare quasi brillavano al buio ed i suoi capelli biondi e corti risaltavano con la carnagione abbronzata. —Ora, casa.— annunciò con un sorriso. I due cominciarono a salire una rampa di scale che portava al loro appartamento ed iniziarono a togliersi le giacche. Cercando di fare men rumore possibile Phineas aprì la porta e con un gesto galante fece entrare prima la ragazza.
  —Grazie.— sussurrò lei.
  —Prego.
  I due ragazzi vennero accolti da una gatto siamese che si strusciò sulle gambe della padroncina miagolando.
  —Zitto, Kobi.— Fece lei. Poi, rivolta a Phineas: —Ancora non capisco come mai dobbiamo chiamarlo come un soldato de: “La guerra dei cloni”.
  —Perché noi siamo due maschi, e tu sei l’unica a cui non andava bene.
  —Comunista.
  —Dittatrice.
 Poi, i due scoppiarono in una risata.
  —Bene, bene, bene. Vedo che vi divertite senza di me!— dalla finestra era entrato un ragazzo sui diciassette anni, dai capelli neri e riccioluti ed il fisico da palestrato era entrato dalla finestra.
  —E tu che cosa ci fai qui?— Chiese Rei.
  —Roger! Che cosa ci facevi di fuori?
  —Potrei farvi la stessa domanda.— Gli occhi verdi di Roger tradivano che era scandalizzato. I suoi capelli erano scombinati e la camicia candida che indossava era aperta sul davanti. Uno dei bottoni era saltato ed i polsini erano aperti.
  —Io ho salvato la mia parabatai da un demone superiore.— disse con disinvoltura Phineas. Guardava il fratello con attenzione, cercando di cogliere ogni dettaglio. — Ma non è questo che mi interessa. Tu sei mio fratello minore e pretendo una spiegazione.
  —Tu pretendi una spiegazione? Tu che hai appena rischiato la vita?
  I due fratelli si guardarono per un istante in cagnesco, per poi abbassare lo sguardo. Nessuno dei due sapeva che cosa dire, ma Roger stava rapidamente arrossendo: sapeva che poteva evitare le domande di Phineas, ma Rei…
  —Perché non puoi dirmi che cosa facevi?— chiese la ragazza, come se avesse intuito i pensieri dell’altro. —Perché?
  —Sai…— cominciò a dire Phineas, sorprendendo il fratello. —Quello che ti abbiamo raccontato, che siamo qui in viaggio personale… non è del tutto vero. I Graymark, o almeno il nostro ramo della famiglia, sono molto tradizionalisti. Quando qualche anno fa io e mio fratello scoprimmo il nostro… orientamento sessuale, venimmo cacciati da Idris.
  —Che cosa?— gli occhi azzurri ed intensi della ragazza facevano capire che fosse ancora più scossa da quell’affermazione di quanto non lasciasse trasparire. Guardò prima uno e poi l’altro fratello per cercare una traccia di ironia, ma entrambi si erano rabbuiati.—Vi hanno cacciati solo perché non eravate etero?
  —Esattamente.
  —Alla perfezione.
  Rei scosse la testa. —E perché non mi avete detto niente? E questo… che c’entra con Roger?— Silenzio. Perché non vuole che tu sappia con chi stava passando la notte. Quelle parole rimasero sospese e non dette, ma tutti i presenti sapevano che c’erano. —Oh.— disse Rei. —Capisco. Penso che proverò a dormire un po’.
  Tutti ingoiarono l’amaro che avevano in bocca e si diressero a capo chino ognuno verso la propria stanza.
  —Rei?— Phineas si era deciso a parlare.
  —Sì?
  —Vuoi ancora essere la mia parabatai?
  La ragazza scoppiò in lacrime e corse ad abbracciare l’amico. —Non ti abbandonerei mai… —Disse, fra i singhiozzi. —Mai...
  E tutti si diressero verso le loro camere.
 

Spazio autore

 
Ebbene, questo è il secondo capitolo in due giorni, ma… pubblicherò con molta meno frequenza con l’inizio della settimana. Per farlo devo ASSOLTAMENTE ringraziare stardust94, ideatrice di Rei che spero di aver soddisfatto con il parabatai che le ho affibbiato. Inoltre questo capitolo, come quello precedente e coma saranno anche i prossimi è un capitolo di presentazione. Ho lasciato in sospeso Matthew ed il suo servo, ma saranno ripresi quando avrò:
  1. Abbastanza OC, quindi vi aspetto numerosi e
  2. Parlato di abbastanza personaggi da sorprendere con caratteristiche nascoste.
   
 
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