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Autore: kuutamo    06/03/2017    1 recensioni
'Mystic Falls. L'aria che si respira in questa cittadina mi è sempre sembrata ambigua. All'inizio sembra di trovarsi in un posto normale, ma basta poco per scoprire che pullula di esseri immondi e crudeli, degli assetati di sangue. Io sono uno di loro.
Il punto è che questa volta Mystic Falls sembra davvero una normale cittadina, tranquilla e felice.
Forse dovevo davvero lasciar perdere e non tornare: forse tutti qui sono stati meglio senza il vecchio e cattivo Damon. Ma ahimè, la felicità altrui non mi è mai interessata molto.'
Gli eventi sono stati ambientati (e scritti) durante la 6a stagione: Elena e Damon si sono lasciati, lei non è caduta nel sonno di Kai e gli eventi della 7a e 8a stagione non sono avvenuti. Inizialmente partita come una one-shot (dal nome "Dressing coffins for the souls I've left behind in time") e ora diventata una long. Buona lettura!
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Matt Donovan, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Dead - End  Street


"Bonnie ci metterà un po' ad arrivare, quindi perché non siedi qui ad aspettarla?" Stefan le fece segno di sedersi vicino a lui sul divano.

La ragazza lo guardò ed involontariamente la sua espressione verso di lui era ancora alquanto terrorizzata. Non riusciva a fidarsi molto, era una sensazione che provava a pelle e sapeva in qualche modo di non sbagliarsi. 

"Damon, dovresti portarle un bicchier d'acqua, è ancora pallida" aggiunse. 

"Decisamente" confermò l'altro. 

Mentre si dirigeva in cucina, gli occhi della ragazza guizzarono più volte da lui a Stefan e infine decise di seguirlo. 

"Ma certo, va pure" sussurrò Stefan più a se stesso che alla ragazza, che aveva appena lasciato la stanza avendo paura di rimanere con lui. Si sentiva leggermente offeso. 

La ragazza bevve la sua acqua, mantenendo lo sguardo basso per tutto il tempo.

"Naë non devi preoccuparti di Stefan, lui è.. Stefan!" disse esasperato Damon. 

"Questo non mi è utile. Io non lo conosco"

"Oh, vedrai lo conoscerai. Ne avrai fin sopra i capelli dei suoi modi da persona perbene. E poi anch'io lo uccidevo in una delle tue visioni, l'hai dimenticato?"

"Già, ma è diverso"

"No, è esattamente la stessa cosa. Io uccido lui, lui uccide me. Per quanto ne sappiamo potrebbe anche essere solo una proiezione o un brutto sogno. Non c'è alcun motivo per temere Stefan, fidati di ciò che ti dico"

Intanto la ragazza finì di bere l'ultimo sorso. 

"Sai, se non fossi così confusa ti avrei urlato contro per avermi appioppato un soprannome" disse lei.

"Ti piace? Non so, ci stavo pensando e poi ho deciso di usarlo"

"Ah, quindi lo hai scelto con cura?" Danaë non capiva.

"Non che non abbia una vita a cui pensare, ma Danaë è troppo lungo"

"Come ti pare, tanto non mi piace"

"Non deve piacerti. I soprannomi sono imbarazzanti, e comunque non sta a te sceglierlo" 

Con quello scambio di battute doveva ammettere di essersi momentaneamente distratta da ciò che le stava succedendo intorno. La ragazza guardò di sottecchi il vampiro e constatò per l'ennesima volta il suo illimitato charme. Poi si costrinse a staccare gli occhi da quel viso. Damon le porse una delle mele verdi che era al centro della penisola:

"Devi mangiare qualcosa o tra poco dovrò tirarti su dal pavimento"

"Perché tutto questo preoccuparsi per me? Sto bene. Non sai quante volte mi è capitato, mi serve solo qualche minuto per riprendermi"

" Ah sì? È quello che hai detto anche mezz'ora fa. Mangia" sibilò serio. 

"Quanto sei odioso" gli disse, ma in verità le faceva piacere vedere quella preoccupazione. C'era di nuovo qualcuno a cui pareva importasse di lei. Quindi addentò la mela, constatando che il sapore era piuttosto amaro, ma mandò giù il boccone.

"Ogni quanto hai queste visioni?" 

"Non c'è un numero fisso. Può essere una ogni mese come due in una settimana" 

"E due nel giro di poche ore? - chiese Damon - Non ti sembra un po' troppo?"

"In effetti sono state piuttosto vicine, non mi era mai capitato ora che ci penso" smise di mangiare. 

"Sta succedendo qualcosa" annuì lui con lo sguardo perso nel vuoto.

"Cosa vuoi dire?"

"È evidente. Le acque si stanno muovendo, altrimenti non avresti queste visioni, almeno non così frequentemente"

"Sì, ma siamo a Mystic Falls, mi avete detto tutti voi che qui succede di tutto. Credo sia la vicinanza con un luogo così magico a scatenare le mie visioni"

"E se non fosse così? D'altra parte tu affermi di non averne mai avute di così ravvicinate. No, io credo che sia un riflesso, un modo per farti sapere che sta succedendo qualcosa"

"Chi me lo starebbe dicendo?" chiese lei.

"E che ne so, la magia? Sei tu la strega qui!"

"Io non lo so. Non sono così esperta, non mi è mai capitato"

"Con questo concordo pienamente - disse acido lui - Tua nonna avrebbe dovuto dirti tutto".

Lei lo guardò torva; aveva completamente allontanato la mela dalla sua bocca.

"Non ne ha avuto il tempo" 

Damon le diede le spalle e scosse il capo. Poi si poggiò al mobile vicino al lavandino e guardò fuori la finestra gli arbusti che si muovevano col vento. Era pensieroso molto più del solito. Non era come le altre volte in cui aveva più o meno un'idea di chi poteva avercela con loro. Stavolta Damon era appena tornato: non aveva neanche fatto in tempo a mettere piede in città che sembravano essere tornati i problemi. Non sapeva cosa aspettarsi. 

Danaë lo guardò. Il suo profilo rivelava un'espressione tesa, assente. Si chiese come mai fosse così altalenante, instabile: un attimo prima la stava riempendo d'attenzioni, mentre quello dopo si comportava da vero idiota. Era un enigma ai suoi occhi. 

"E se fosse opera di quei vampiri fuori città di cui parlavate tu e Stefan? Potrebbe essere, no?"

"Non lo so. Io non so chi siano, ma Stefan ha detto che sono innocui"

"Perché non controlli? Forse non sono così innocui"

"Perché pensi si tratti di loro?"

"Beh, forse li ho incontrati per caso e adesso mi usano come canale, non lo so. Non so bene come funzionano queste cose"

"I vampiri non hanno… E invece sì - disse illuminandosi Damon - Dimmi, hai avuto dei vuoti di memoria ultimamente?"

"Intendi oltre a quello che mi hai lasciato tu? No, credo di no" disse acida.

"Credi o ne sei sicura?" la incitò.

"Sono sicura. Io ricordo tutto"

"Mhm.. Non lo so, tutto può essere. Non devono essere per forza dei vuoti di memoria. I vampiri possono farti ricordare quello che vogliono"

La ragazza rabbrividì. 

"È tutto stato molto monotono ultimamente, tutto nella norma insomma. Non credo d'essere stata incantata"

"In effetti non ho mai sentito di vampiri tanto forti da indurre visioni. Potresti avere delle visioni influenzate da chi o cosa hai visto? Forse li hai incontrati"

"Damon.. non so. Questa storia è stana. Insomma, per avere una visione così specifica devo sia vedere la persona della visione e poi appunto vedere quest'ultima nella visione. Gli unici due vampiri che ho visto siete stati tu e Stefan. E a differenza di te, Stefan non l'avevo mai visto. Ho bisogno di vedere qualcuno prima di sognarlo. Però se diamo la tua ipotesi per buona allora anche Stefan, dal momento che mi era estraneo, potrebbe essere uno di loro"

"Tu che idea ti sei fatta? Che sensazioni percepisci? Dovrà pur esserci qualcosa che senti più di un qualsiasi altro umano"

"Io.. io voglio crederti. Se mi dici che tuo fratello non può farmi del male, proverò a fidarmi. Se mi baso sulle poche informazioni che ho, allora credo che qualcuno mi abbia fatto vedere quello che voleva farmi vedere"

"Vale a dire?"

"Non ne ho idea. So solo che dev'essere qualcuno di molto potente. Nessuno mi era mai entrato in testa"

I due rimasero in silenzio a scrutarsi con occhi dubbiosi e pieni d'agitazione.

"Io.. Io credo che potrebbe essere una strega, Damon. Qualcuno che non conosciamo"

Il vampiro ascoltò le sue parole. Forse aveva ragione. Chi altri poteva avere tanto potere? 

"E dev'essere una strega molto, molto potente" disse Bonnie entrando nella conversazione.

"Ce l'hai fatta Bon-Bon, stavamo dandoti per dispersa. Allora, secondo te chi è?"

Danaë notò il tenero appellativo con cui il vampiro si era riferito alla strega. Si chiese se le desse fastidio, ma l'attimo dopo allontanò quegli stupidi pensieri dalla sua testa. Potevano tutti essere in pericolo, non era il momento di fare la stupida. 

"Da quello che mi ha raccontato prima Stefan, se questa è una strega, allora è una strega di gran lunga più potente di noi" affermò riferendosi a lei e alla ragazza.

"Possiamo localizzarla?" chiese lui.

"Non credo sia così stupida. Chi sarebbe così imprudente da farsi trovare mentre sta chiaramente architettando qualcosa? No, non credo" 

"Dobbiamo partire da quei vampiri" disse Danaë.

"Quelli di Porterdale?" chiese Stefan.

"Sì - disse Damon dirigendosi fuori dalla cucina, verso la porta - dobbiamo ricontrollare, ora. Bonnie, tu vedi di 'riaccendere' la fata che è in te così magari riesci a dirci qualcosa di più, e tu aiutala" finì con la nuova arrivata,  dando a tutti dei compiti. 

"Vengo con te" disse suo fratello.

"Ma certo, è sicuramente colpa tua Stefan. Mi fido del tuo giudizio e puff - mimò con le mani - ecco che spunta una nuova tempesta" 

Tutti si diressero verso il salotto, ma nessuno notò che Danaë rimase sensibilmente indietro. Si reggeva allo stipite della porta della cucina, tentando disperatamente di rimanere attaccata alla realtà mentre un'altra visione si faceva strada dietro i suoi occhi. Odiava essere cieca, odiava quei momenti. Si sentiva stanca, ma doveva resistere. Vide di nuovo pressapoco lo scenario di poco prima, con la variante che con Damon non c'era più suo fratello, ma dei vampiri con gli occhi vuoti schierati a cerchio attorno a lui. Il suo corpo lievitava a qualche centimetro da terra e dai suoi occhi vedeva uscire la sua energia vitale che si sperdeva nell'aria. Poteva sentire la sua paura, il suo flebile respiro. 

'Danaë..' invocava il suo nome, le stava chiedendo aiuto.

"Danaë! Svegliati! Svegliati!" la voce di Damon la riportò alla realtà. Ora la sua voce era acuta, senza segni di cedimento. 

"È successo di nuovo" sibilò lei. 

Non riusciva a spiegarsene il motivo, come del resto gli altri due spettatori presenti a quella scena, ma il vampiro si sentiva estremamente protettivo nei confronti di quella piccola strega. Non si sentiva così da tanto tempo, da.. Elena. Lo realizzò nell'attimo in cui prese in braccio la ragazza e arrivando rapidamente al piano di sopra, la fece sdraiare sul suo letto. 

"Tu rimani qui -aggiunse - noi andiamo a vedere cosa succede. Bonnie si prenderà cura di te, troverà qualcosa per farti stare meglio"

La ragazza non gli rispose, era molto debole, poteva capirlo ascoltandone il battito. Così si morse il polso e le disse di bere.

"Dannazione!" sibilò a se stesso.

La ragazza non capì, ma dopo qualche secondo le gocce di sangue si fecero strada nella fessura tra le sue labbra e lei iniziò a bere, non sapendo nemmeno cosa fosse. Aprì gli occhi subito dopo e quando si accorse di quello che stava facendo, allontanò bruscamente la mano di Damon. Ciò che aveva appena fatto la disgustava.

"Non fare così. Il mio sangue ti guarirà, guardati, stai già meglio - disse Damon sforzandosi di sembrare convincente, come se in quello che era appena successo non ci fosse nulla di anomalo - Bevine un altro po', ti prego"

Lei non parlava, ma i suoi occhi mostravano tutta la repulsione dell'avere la bocca inondata di sangue di vampiro. Si sentiva malissimo. Era stanca. Il suo corpo chiedeva altro sangue. In quel momento i suoi occhi guizzarono sul polso del vampiro cambiando espressione, e lui capì: si avvicinò e le porse il polso. Danaë bevve per qualche altro secondo, mantenendo lo sguardo basso. Si sentiva in imbarazzo da morire, ma al tempo stesso il liquido sembrava lenire le sue ferite dall'interno e le stava arroventando le guance. Provava una sensazione di pace quasi. 

"Ok, ragazzina. Così può bastare - il vampiro tirò via la mano e si abbassò la manica della giacca - ora rimani a letto, Bonnie troverà un incantesimo o qualcosa per farti stare meglio" disse e si avviò verso la porta.

La ragazza si pulì una goccia di sangue dall'angolo della bocca con un pollice. Sentiva le guance bruciare. Era appena successa una cosa inspiegabile e incredibilmente disgustosa, ma in qualche modo sentiva che quel gesto era quasi qualcosa di sacro. 'Che schifo' pensò la parte più razionale si lei.

"Damon?" disse. Lui si fermò proprio sulla porta.

"Sì?"

"Quel covo di vampiri cercherà di ucciderti.. Ti.. Ti strapperanno la vita"

"Oh, ma tesoro ci sono abituato. Ho secoli di pratica alle spalle. Una strega e dei vampiri non mi faranno perdere il sonno" si incamminò di nuovo, facendo un cenno con il capo alla ragazza.

".. Grazie" quella parola le morì in gola. Certa che lui non l'avesse udita, si girò su un lato e si strinse nelle braccia. Era ancora molto confusa, ma non a tal punto da non riconoscere quell'odore sul cuscino che ormai stava diventando sempre più familiare.

Non si aspettava minimamente però che il vampiro, ormai nel corridoio, l'avesse udita forte e chiaro.

 

Quella notte Danaë sognò di una mansione coloniale molto vecchia, bianca e dagli alti soffitti ariosi. Sognò i due fratelli Salvatore e del loro amore per una misteriosa donna molto elegante e sicura di sè. Damon aveva i capelli più lunghi ed era leggermente più giovane di come lo ricordava; il suo sguardo era bruciante, era in adorazione per la donna che aveva davanti. Lui la amava.

 

Verso le sei del mattino Danaë si svegliò, esattamente quando sentì la porta di casa Salvatore aprirsi. Sapeva che Bonnie era al piano di sotto, ma che sicuramente si era addormentata avendola vegliata tutta la notte. Si mise a sedere e con calma si diresse verso le scale.

"Cosa ci fai in piedi? Dovresti riposare" la ammonì Stefan.

"Detesto ammetterlo, ma bei capelli ha ragione" confermò Damon.

"Ora capisco in cosa vi somigliate - i vampiri di guardarono tra loro mentre lo disse - Comunque ho riposato anche troppo, sono stufa di rimanere a letto. Devo fare qualcosa, e inizierò da quei libri" indicò i numerosi volumi accanto a Bonnie che stava schiacciando un sonnellino nel salotto. 

"Come ti senti?" chiese Damon.

"Meglio, molto meglio. E indovinate, non ho avuto altre visioni"

"Non cantare vittoria troppo in fretta"

"Sì, sì lo so, queste cose sono incontrollabili bla bla bla. Bonnie mi ha già fatto la predica. Io però sto davvero meglio e voglio rendermi utile, se non altro per ringraziare tutti voi per il modo in cui vi state prendendo cura di me. Dalle mie parti si usa ricambiare, sapete?"

"Allora suppongo che darai il cambio a Bonnie" disse Stefan, mentre l'altro vampiro continuava a scrutare Danaë per capire se avesse detto la verità.

Stefan si diresse verso la strega e la coprì con una coperta cercando di non svegliarla. 

"Cosa avete scoperto allora?" disse Danaë riferendosi alla perlustrazione di quella notte.

"I vampiri sono ancora nel granaio ammuffito di Porterdale dove li aveva lasciati Stefan l'ultima volta, ma giurerei che ci sia qualcosa di strano tra tutto quel fieno"

"Che intendi?"

"Hai presente quando ci sono troppa calma e silenzio? È in quei momenti che ci si deve preoccupare"

"E la strega? L'avete individuata?"

"Non c'era traccia di nessun altro essere sovrannaturale a parte i vampiri, niente neanche nelle vicinanze" disse Stefan raggiungendo i due che nel frattempo si erano spostati nelle sue stanze. 

"Siamo in un vicolo cieco dove non abbiamo niente e non succede niente" disse Damon in collera.

"Fratello, qualcosa ci inventeremo. È troppo presto. Insomma, forse ci stiamo allarmando troppo, dopotutto non è successo ancora nulla"

"Proprio nulla non direi - disse la ragazza sottovoce. I due si voltarono verso di lei, ora in imbarazzo - Sentite, io non conosco gli standard a cui siete abituati, ma per me questi ultimi giorni sono stati i più strani ed intensi della mia vita. Qualcosa sta cambiando, lo sento"

"Siamo in una situazione di stallo" constatò Damon di nuovo.

"Propongo di vedere come si evolve la cosa" disse Stefan avvicinandosi alla finestra.

"Sono d'accordo. Vediamo come va. Può darsi che le visioni si fermino"

"Come può darsi di no" sottolineò Damon.

"Intanto aspettiamo. Nel frattempo farò delle ricerche per vedere se esiste qualcosa, un incantesimo simile a quello che ho visto fare l'altra notte" continuò Danaë.

"È un'ottima idea - asserì Stefan - Damon ti mostrerà dove teniamo i grimori antichi, forse lì c'è qualcosa"

"Tu non vieni?" chiese l'altro vampiro a suo fratello.

"Devo vedere Isabel, non le ho ancora detto per quale motivo sono stato via tutta la notte appostato fuori ad un capanno nel mezzo del nulla"

"Oh, il fratellino ha fretta allora. Ti tiene già in pugno vedo" disse il vampiro mimando un colpo di frusta con la mano. 

"Damon, Stefan ha ragione. Avete già fatto tanto e non eravate tenuti a farlo. Mi conoscete solo da qualche giorno e lui da qualche ora. Mi sento già abbastanza in colpa, lascialo in pace - disse sinceramente dispiaciuta. Poi si voltò verso Stefan - Mi dispiace, spero di non averti causato troppi problemi. E scusami per ieri sera, sono stata una sciocca a dubitare della tua buona fede"

"Sta tranquilla, Danaë. Non importa. È solo che non credo che ingigantire le cose sia sinonimo di prevenirle. Dobbiamo mantenere la calma, qualunque cosa sia" 

Stefan salutò i due con un cenno del capo e un mezzo sorriso e abbandonò la stanza. 

"Infondo ha ragione, Damon, forse la sto facendo più grossa di quella che è in realtà. Dovremmo aspettare che accada qualcosa" 

Lui non le rispose, gli fece semplicemente segno di seguirla. 

Si tolse la giacca, ma prima di condurla al piano inferiore si versò un bourbon. Le fece strada nella cantina, vicino a dove c'erano le sue riserve personali e a dove occasionalmente facevano interrogatori/disintossicazioni da sangue umano. Lì sotto era piuttosto buio, notò la ragazza, ma vi era stranamente a proprio agio. 

"Qui ci sono i grimori. Mi raccomando, fa attenzione. Non voglio sorbirmi le prediche di Stefan su quanto essi siano preziosi, quindi sfogliali con delicatezza"

"Ma certo, non c'è neanche bisogno di dirlo" disse lei con una punta di rabbia nella voce. Sfumatura che il vampiro notò. 

Danaë aprì il primo di tre bauli davanti a sé e iniziò a riporre i primi volumi sulla vecchia scrivania. Il vampiro aprì i rimanenti e constatando la quantità infinita di materiale ammuffito che c'era disse:

"Sarà meglio lavorare di sopra, qui sotto si gela. Qualcosa mi dice che non sarà una cosa rapida. E poi ci servi viva, se passi le giornate qui sotto diventerai asmatica come minimo"

In quel momento Danaë si ricordò della propria attività. Era lì che avrebbe dovuto passare le sue giornate. Si sentì davvero in colpa.

"Il negozio. Chi penserà al negozio ora?"

"Non guardare me. Ragazzina, nel caso non l'avessi capito, ci sono cose più importanti di vendere ciondoli new age"

"E se facessi le mie ricerche li?" chiese lei.

"Na na na - disse lui scuotendo la testa - I grimori non escono da questa casa"

"Non tutti ovviamente. Se ne portassi uno al lavoro e ne leggessi il contenuto, che male farebbe? Potrei fare le due cose contemporaneamente"

"Non se ne parla, tesoro. Non posso lasciartelo fare. E poi hai idea dei decibel che raggiungerebbe la stridula voce di Stefan se scoprisse dove sono finiti i suoi preziosi libri? Io non voglio scoprirlo"

Danaë rise di gusto, finalmente la tensione dentro di lei aveva cominciato ad allentarsi. 

"Allora suppongo di dovermi dividere. Sarà arduo"

"Sì, ma ricorda le tue priorità"

"Strano, non so neanch'io più quali siano - disse lei abbozzando un sorriso amaro - Allora, portiamo i bauli di sopra?"

Damon la guardò sorpreso inclinando il capo da un lato. 

"Sai, tua ingenuità a volte è quasi tenera. Ti ringrazio dell'offerta, ma sai, sono più che sicuro di farcela da solo" in quel momento il vampiro prese velocemente il primo baule e sparì come se si fosse dissolto nell'aria. La ragazza vide la sua figura evanescente altre due volte, man mano che i bauli scomparivano. Poi il vampiro magicamente si materializzò davanti a lei.

"Suppongo che questo sia un super potere da vampiri, giusto?"

"Allora sei scaltra, dopotutto" scherzò lui.

"Ok, solo la prossima volta avvertimi prima che mi venga un'altro infarto"

"Se vuoi la prossima volta ti porto a fare un giro"

"No, grazie, qualcosa mi dice che sarebbe estremamente spiacevole"

"Anche perspicace, ma guarda! - alzò un sopracciglio compiaciuto - Ora torniamo di sopra, ci aspetta una lunga giornata. Lascio a te l'onore di portare quelli" concluse indicando i volumi che la ragazza aveva riposto sulla scrivania.

"Il tuo senso dell'umorismo è sconvolgente, Damon"

"Non solo quello, tesoro" e salirono.

 

 
  
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