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Autore: effie_    09/03/2017    3 recensioni
(Cap.13) Nel mentre lo guardava, la giovane Evans capì che Potter era esattamente come tutti gli altri, se non peggio. Senza uno stuolo di oche adoranti non si sentiva completo ed era certa che una volta alla settimana ne scegliesse una a cui far provare il paradiso, per poi mollarla dopo tre giorni con la stessa noncuranza di un vaso rotto. Era davvero un essere abominevole.
(Cap.26) - Ce la caveremo, Potter?
- Certo che sì. Alla fine, Evans, siamo una bella coppia. Tu sei tante cose belle messe assieme e io tanti disastri collegati. Direi che così ci completiamo. Anche perché voglio incasinarti la vita nel modo più dolce possibile.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Miracolosamente, pian piano tutti i pezzi andarono al loro posto.
Non appena venne a conoscenza della verità, Sirius si arrabbiò moltissimo, tanto che rifiutò di vedere James per ben due giorni, prima di superare lo sconvolgimento. Non riusciva a credere che il suo migliore amico fosse riuscito ad ingannarlo per più di un mese, non solo sostenendo una relazione fittizia con una ragazza che era d’accordo, ma anche manipolandolo affinché diventasse amico di Lily e potesse così far ingelosire Marlene. Di solito tutti quegli intrighi erano tipici del suo stile, ma quella volta fu costretto ad ammettere che il maestro dell’inganno era stato palesemente battuto. Tuttavia il suo legame con James era troppo forte: non avevano mai passato così tanto tempo senza parlarsi e, quando finalmente tutto fu chiarito, si abbracciarono come due veri fratelli.
Febbraio lasciò rapidamente il posto a marzo e la tensione per i M.A.G.O. iniziò a farsi sentire sempre di più. I poveri studenti del settimo anno vennero caricati di una quantità esagerata di compiti, senza contare che le interrogazioni e le verifiche a sorpresa erano all’ordine del giorno. Se non avesse avuto James a distrarla, Lily era certa che sarebbe impazzita d’ansia. Ma ormai ogni cosa era diversa, con lui.
Prima di tutto, non litigavano più. O almeno, non spesso quanto prima, ma si trattava più che altro di battibecchi ironici che avevano il solo scopo di far divertire gli amici che erano in loro compagnia. Ad ogni pasto sedevano sempre vicini e James era anche tornato ad occupare il suo solito banco durante le ore di Trasfigurazione; l’unica differenza stava nel fatto che ora era sempre Lily a girarsi per chiacchierare con lui prima dell’inizio della lezione, senza alcun bisogno che lui la chiamasse. Ricominciarono anche a fare le ronde insieme e quelli divennero i loro personali momenti privati, in cui raccontarsi i loro segreti più intimi e profondi. Sembrava paradossale, ma, per la prima volta in sette anni, James Potter e Lily Evans erano veramente amici e, senza saperlo, stavano gettando le basi per un legame che, da quel momento in poi, sarebbe stato impossibile da spezzare.
Naturalmente tutta la scuola – a eccezione, ovviamente, di chi conosceva la vera storia – era rimasta spiazzata da quel repentino cambio di eventi: prima la Evans odiava Potter e lui usciva con la King, ora invece Potter e la Evans uscivano insieme e sembravano filare d’amore e d’accordo come una tenera e felice coppietta. Quel nuovo scoop fece girare la testa a chiunque e per molte settimane nei corridoi non si parlò d’altro. Persino i professori vennero a conoscenza di quel nuovo rapporto fra Lily e James e non poterono fare altro che rallegrarsene, sperando che finalmente quella fanciulla tanto assennata potesse portare sulla buona strada anche quello scellerato di Potter.
Si vociferava addirittura che, quando persino il professor Silente era venuto a conoscenza di tali circostanze, avesse commentato soddisfatto << Visto? Ho fatto bene a scegliere il signor Potter come Caposcuola. Sapevo che, un giorno, la signorina Evans sarebbe riuscita a cambiarlo >>.
In realtà Lily e James non erano fidanzati, ma a tutti appariva proprio il contrario. Infatti, ogni volta che erano assieme, Lily perdeva di colpo tutta l’acidità che l’aveva sempre contraddistinta, sorrideva e si sentiva felice come nessuno l’aveva mai vista, mentre James…beh, non era più James. Quando c’era Lily, lui si trasformava, diventando improvvisamente il ragazzo più buono e gentile del mondo, per non parlare di quando si trattava di lei. Aveva quasi smesso di arruffarsi i capelli, sebbene avesse mantenuto qualcosa del suo modo di fare un po’ arrogante, ma perché era insito nella sua natura e poi, sotto sotto, a Lily piaceva anche così. Non discutevano quasi mai, ma capitava spesso che uno dei due si arrabbiasse, anche per una cosa insignificante, allora all’improvviso lei tornava ad assumere la sua aria imbronciata e lo fulminava con lo sguardo, mentre lui tornava ad essere il solito sbruffone e sollevava gli occhi al cielo. Ma tutto questo non durava che per qualche attimo; infatti, dopo appena pochi secondi, uno dei due non riusciva più a restare serio e scoppiava a ridere, trascinando di conseguenza anche l’altro.
Alle volte poi capitava che Lily abbracciasse anche altri ragazzi, perciò James si fingeva geloso e le metteva il broncio. Allora lei saltellava come una matta per riuscire ad accarezzargli il viso e di solito quello spettacolo lo divertiva così tanto che alla fine lui cedeva e la abbracciava, sollevandola da terra come se pesasse quanto una piuma.
Quei due non erano ancora niente, ma era chiaro a tutti, tranne a loro stessi, che si volevano da morire, e la gente iniziò a scommettere su quanto tempo ci avrebbero messo prima di ufficializzare seriamente la loro relazione.
Sirius, a sua volta curioso di tastare il terreno su quell’argomento così stuzzicante, decise di approfittarne una sera mentre lui e James erano soli in dormitorio.
Stavano appunto progettando cosa mettere in atto per la nuova luna piena, quando ad un tratto commentò con aria distratta << Allora, Ram? A quando il grande evento? >>.
James, tutto assorto a studiare la Mappa del Malandrino, non alzò nemmeno la testa << Che cosa intendi dire? >>.
<< Maddai, hai capito. Quando pensi che farai sesso con…>>.
Prima che potesse finire la frase, James piombò su di lui come un falco e gli tappò la bocca con una mano << Shssss! Non voglio nemmeno sentir nominare una cosa del genere >>.
Sirius aggrottò le sopracciglia e si liberò dalla sua presa << Perché? >>.
<< Perché Lily è diversa dalle altre ragazze. Io la amo davvero e voglio che sia lei a chiedermelo >>.
Ed era realmente ciò che pensava. Durante quelle settimane trascorse a conoscerla, James aveva capito che aveva sempre definito come “amore” ogni relazione che aveva vissuto, senza mai rendersi conto che effettivamente si era trattato soltanto di cotte adolescenziali. In realtà, l’amore vero era ben altro: era arrivare alla fine con il viso pieno di lacrime, il cuore pieno di graffi e gonfio di amarezza e delusione, ma era arrivare davvero alla fine e constatare che, nonostante le difficoltà, alla fine si sarebbe scelta sempre una sola ed unica persona, poiché era ciò che si era voluto sin dal principio. E, nel suo caso, quella persona era proprio Lily Evans.
<< Ma guarda che lei vuole, Ram. Si vede lontano un miglio…>>.
<< Non ne voglio parlare con te >>.
<< Come se tu non l’avessi mai fatto! Sei un vero ipocrita, sai? Quando non potevi averla venivi a farmi lunghi e noiosi monologhi esistenziali, mentre ora non vuoi neanche dirmi una parolina al riguardo? Potrei offendermi sul serio. Ringrazia già che io sia passato sopra il tuo increscioso comportamento di tenermi all’oscuro di tutti i tuoi intrighi >>.
Di fronte a quel suo sfogo, James scoppiò a ridere << Se te ne avessi parlato, non sarebbero riusciti così bene >>.
<< Traditore >>.
<< Suvvia, Felpy, non prendertela. Alla fine tutto si è risolto per il meglio >>.
<< Per te >> borbottò l’amico << Non capisco perché non vogliate mettervi insieme definitivamente. In fondo, è quello che si aspettano tutti >>.
<< Proprio perché se lo aspettano tutti eviteremo di farlo >> ridacchiò James << Io e Lily siamo una coppia strana >>.
<< L’ho rivalutata parecchio, sai. Non è affatto la ragazza severa e acida che vuole far vedere. Nel profondo è una vera Malandrina >>.
<< Lo so, per questo la amo. Comunque per il momento non mi azzardo nemmeno a baciarla, perché…>>.
Sirius per poco non si strozzò << Cosa?! Io non mi sono preso due pugni da parte tua per…questo! >>.
<< Stiamo solo andando con calma. In questo momento ci va di essere amici, poi più avanti…chissà >>.
<< E tu…sei felice così? >>.
James lo guardò con gli occhi scintillanti << Potrei essere qualsiasi cosa per lei >>.
Felpato annuì, consapevole che stava dicendo il vero. Non aveva più visto James così allegro e spensierato dalla morte di suo padre; certo, c’erano ancora momenti in cui aveva delle crisi, ma per fortuna ora c’era Lily a consolarlo, che in quanto a tatto e dolcezza era certamente molto più abile di lui.
<< Ma adesso basta parlare di me e Lily. Come va con Marlene? >>.
Quella domanda lo colse così di sorpresa che per poco Sirius non rotolò giù dalla sedia su cui stava in bilico da più di mezz’ora << Marlene? >>.
<< Sì, Marlene McKinnon. Sappi che non crederò neanche per un secondo alla balla che l’hai dimenticata, quindi dimmi subito quando hai intenzione di aggiustare le cose. Ricorda, amico mio, che una donna è di chi se la va a prendere >>.
Dannazione, James lo conosceva troppo bene.
<< Non lo so, Ram. Non vuole vedermi, quindi non vedo che cosa ci sia da aggiustare >>.
<< Se vuoi posso convincere Lily a parlarle >>.
Felpato lo guardò con aria ammirata << Hai già un tale potere persuasivo su di lei? >>.
James sorrise << Certo che no, ti ho detto che lei è diversa da tutte. Ma vedo quanto le manca, alla fine erano ottime amiche…le darò solo una leggera spintarella di coraggio >>.
<< Giuro sulla testa del mio elfo domestico, Ram, che, se non vi sposate, vi incatenerò l’uno all’altra affinché non possiate più lasciarvi. Un amore come il vostro merita solo l’eternità >>.



Lily camminava avanti e indietro per il corridoio che si trovava di fronte alla biblioteca, senza saper bene che cosa fare. Sapeva che Marlene era lì dentro a studiare assieme ad un altro gruppetto di Corvonero, tuttavia non riusciva a trovare il coraggio per entrare dentro e parlarle, il che era ridicolo, dato che lei e Marlene si erano legate così tanto durante quei mesi da essere quasi come due sorelle, tuttavia quell’indifferenza che aveva gelato il loro rapporto degli ultimi mesi a causa di Sirius Black era ancora piuttosto evidente.
Era stato James a suggerirle che forse era il momento di riappacificarsi. Al solo ricordo, Lily sorrise fra sé. Quel nuovo legame con Potter la lasciava ancora abbastanza sconvolta, ma in realtà doveva ammettere che non si era mai sentita così felice. Con James si trovava bene, straordinariamente bene, in sua compagnia ogni cosa diventava più leggera e tutto sembrava possibile. Senza contare il fatto che alle volte lui sembrava davvero leggerle nel pensiero. Capiva quasi sempre di cosa aveva bisogno ancora prima che lei aprisse bocca ed era sempre disponibile per lei, in qualunque circostanza, anche se si trattava di una cosa stupida. Infatti aveva captato quanto le mancasse Marlene e, con un tatto che Lily non si sarebbe mai aspettata, le aveva suggerito di andarla a cercare e provare a spiegarle come stessero davvero le cose fra lei e Sirius.
Era solo grazie alle parole di James se ora si trovava davanti alla porta della biblioteca; se lui non le avesse infuso un po’ di coraggio, non sarebbe mai stata in grado di agire. Inoltre doveva ricordare che aveva promesso a Sirius che l’avrebbe aiutato, esattamente come lui aveva fatto con lei. In fin dei conti, glielo doveva.
Dopo ancora qualche attimo di esitazione, finalmente Lily tirò un profondo sospiro e si decise ad afferrare la maniglia: avrebbe trovato Marlene e le avrebbe spiegato ogni cosa. Nel caso l’amica non avesse voluto ascoltarla, per lo meno non avrebbe più avuto il rimorso di non averci almeno provato.
Era proprio sul punto di entrare quando ad un tratto la porta si spalancò e ne uscì una ragazza alta con una pigna di libri fra le braccia, tutta assorta a controllare dove mettesse i piedi per non scivolare a terra.
<< Marlene! >> esclamò Lily con un nodo alla gola, riconoscendola all’istante.
La ragazza si voltò di scatto, ma quel gesto così repentino le fece perdere l’equilibrio e tutti i libri le caddero contemporaneamente dalle braccia con un baccano tremendo.
<< Marlene, aspetta…>> Lily le si avvicinò << Scusami, lascia che ti aiuti…>>.
<< No, non fa niente. Ce la faccio da sola >>.
Lily l’aiutò a rialzarsi in piedi e Marlene la fulminò subito con lo sguardo << Ti serve qualcosa? >>.
<< Beh, veramente io volevo parlarti di…di Sirius >>.
Marlene sbuffò e ricominciò a camminare con la precisione di un equilibrista << Non credo di voler ascoltare >>.
<< Per favore, Marlene. Mi manchi e…voglio spiegarti come stanno davvero le cose >>.
Nel tono della giovane Evans c’era così tanta disperazione che alla fine Marlene si fermò e lentamente si girò verso di lei << E va bene. Lascio giù questi libri nel dormitorio e poi sarò di ritorno. Tu aspettami qui >>.
Lily le sorrise e, quando poi l’amica tornò, l’abbracciò di slancio, stringendola forte. Allora anche Marlene sorrise e ricambiò la sua stretta.
<< Dunque >> commentò la McKinnon, cercando di non piangere << Che cosa è successo? >>.
<< Ti sembrerà assurdo, ma ci siamo completamente sbagliate sul conto di Black >>.
<< Ah, davvero? >>.
Trascorsero il resto del pomeriggio a passeggiare per il parco, nel mentre Lily aggiornava l’amica riguardo tutti gli avvenimenti che si erano succeduti durante l’ultimo mese, da come lei e Sirius avessero finto di uscire insieme per ingelosire James, da come alla fine si fosse scoperto che anche James stava facendo lo stesso gioco insieme a Rose e di come ora lei e James avessero cominciato a frequentarsi in modo serio.
Una volta finito il racconto, Marlene scoppiò a ridere << E io che pensavo che tu e Sirius steste davvero insieme…sono caduta appieno nella vostra trappola, traditori! >>.
<< Non potrei mai farti questo, Marlene. Credimi, io e Black siamo solo buoni amici. Lui mi ha aiutata con James e io, beh…ora dovrei aiutarlo con te >>.
<< Che cosa intendi dire? >>.
<< Credo che sia innamorato di te >>.
Per poco Marlene non si strozzò << Cosa?! >>.
Lily ridacchiò di fronte alla sua espressione allibita << Ebbene sì, mia cara. Sei riuscita a fare breccia nel suo cuore di ghiaccio >>.
<< Come fai a saperlo? >>.
<< Me l’ha confidato lui stesso >>.
Marlene si portò una mano sulla bocca e gli occhi le si riempirono di lacrime << Non mi stai prendendo in giro, vero? >>.
<< No, affatto! A te piace ancora? >>.
<< Certo che sì, ma…>>.
<< Allora vieni, andiamo da lui…>>.
Marlene scosse la testa << No, Lily, non adesso. Non mi sento ancora pronta per vederlo di nuovo >>.
La giovane Evans annuì con aria comprensiva << D’accordo. Ma promettimi che gli parlerai >>.
<< Al momento opportuno lo farò >>.
<< Marlene! >>.
<< Va bene, va bene. Gli darò un’ultima occasione. Ma ora passiamo alle cose serie: come sta andando con James? >>.



La mattina del 27 marzo, Lily si svegliò prima del solito con uno strano sorriso sulle labbra. Cercando di fare meno rumore possibile, si alzò dal letto, afferrò i vestiti che aveva preparato con cura la sera prima e si infilò nel bagno, prima che le amiche lo occupassero. Voleva essere perfetta per quel giorno così speciale, dato che non solo era il compleanno di James…ma era anche il loro primo vero appuntamento.
Per qualche misterioso caso fortunato – anche se Lily sospettava altamente che Sirius o Remus ci avessero messo il loro zampino – era stata programmata una gita a Hogsmeade proprio per quel giorno e, per la prima volta in sette anni, aveva accettato di uscire con James.
Nel mentre ripensava a tutte le volte in cui gli aveva detto no, la fanciulla si ritrovò a sorridere come una sciocca, osservando la sua immagine riflessa allo specchio. La Lily Evans di qualche mese prima non avrebbe mai tollerato una cosa del genere: andare a Hogsmeade in compagnia di James Potter? Mai!
Peccato che quella Lily ancora non conosceva il vero James, non conosceva veramente neanche sé stessa. Dopo tutte le follie che aveva compiuto per averlo, le sembrava il minimo accettare di andare con lui al villaggio. Ora avrebbe dato qualsiasi cosa per stare con lui, sebbene ogni volta il tempo che trascorrevano insieme fosse troppo breve per i suoi gusti. Non ne aveva mai abbastanza. E poi c’era anche la questione del bacio…
Lily sospirò, iniziando a spazzolarsi i lunghi capelli rossi. James non aveva più osato toccarla da quando l’aveva baciata alla festa di Natale e ora non sapeva come fargli capire che in realtà voleva essere toccata da lui, voleva che lui la baciasse, voleva stare con lui in ogni modo umanamente possibile. Molto probabilmente James temeva una sua reazione negativa a qualcosa di più spinto, eppure Lily non vedeva l’ora che lo facesse. Erano stati amici abbastanza, era ora di passare alle cose serie.
Non aveva parlato a nessuno di quelle sue paure, un po’ per vergogna, un po’ perché sperava che fosse James a fare il primo passo. Certamente Sirius aveva già tastato l’argomento, quindi forse avrebbe potuto farsi aiutare da lui per scoprire qualcosa in più…
Nel mentre la sua mente si abbandonava a tutte quelle congetture, Lily uscì dal bagno agghindata di tutto punto e trovò le amiche già sveglie, che la osservavano dai rispettivi letti a baldacchino con uno strano sorriso sul volto.
<< Cosa c’è? >> domandò Lily, sentendosi improvvisamente a disagio sotto i loro sguardi.
<< Non credevo che sarei mai riuscita a vedere questo giorno >> commentò Alice, fingendo di commuoversi << La nostra Lily…che finalmente esce con James Potter! >>.
<< Ma finiscila, Prewett. Dite che ho esagerato? >>.
<< Stai benissimo, Lils >> la rassicurò Mary << Quel vestito ti dona molto >>.
<< Ti mangerà con gli occhi >> Hestia le ammiccò << A proposito, avete già…? >>.
La giovane Evans arrossì furiosamente << Certo che no! >>.
Alice ridacchiò << Conoscendo James, accadrà in fretta >>.
<< Dai, lasciatela stare >> le rimbeccò Emmeline << Oggi è il loro grande giorno, non fatele venire strane paturnie mentali >>.
<< Grazie, Emmeline, ma va bene così >> rise Lily << Piuttosto, è tutto pronto per stasera? >>.
<< Oggi io e Remus ci occuperemo delle ultime cose >> garantì Mary << Sarà una festa bellissima >>.
<< Mi raccomando, non una parola davanti a James >>.
Le amiche si tapparono tutte la bocca contemporaneamente << Mute come una tomba >>.
<< Perfetto! >>.
Passarono il resto della mattinata a ridere e scherzare, nel mentre si preparavano per uscire a Hogsmeade quel pomeriggio. In teoria avrebbero dovuto portarsi un po’ avanti con lo studio, ma era una giornata talmente bella ed erano tutte così felici e di buon umore che nessuna volle rovinare quell’atmosfera festosa aprendo uno dei libri di scuola. Non appena furono tutte pronte, Lily avvertì il cuore accelerare e si sentì improvvisamente nervosa: non sarebbe stata certo la prima volta che restava sola con James per tanto tempo, tuttavia…era la prima volta che capitava in modo ufficiale.
<< Rilassati, Lily >> le sussurrò Mary all’orecchio, vedendo che le mani le tremavano << Andrà tutto bene >>.
La fanciulla non fece in tempo ad annuire che ad un tratto Alice esclamò << Oddio, guardate qui! >>.
Tutte e cinque si precipitarono immediatamente verso la porta, dove era stato posizionato un grosso cesto di rose rosse incantate, che sprizzavano continuamente coriandoli d’oro e d’argento. Lily scosse ridendo la testa: James.
Molto tempo prima avrebbe considerato quel gesto come l’ennesima seccatura e non avrebbe esitato a far essiccare tutti i fiori e a rispedirli al mittente con un bel biglietto pieno di insulti, invece quella mattina le rose ebbero su di lei un effetto totalmente diverso. Si sentì avvampare sulle guance e improvvisamente il solo pensiero che di lì a poco avrebbe visto James le fece tremare che ginocchia.
<< Che cosa romantica >> sospirò Alice.
Lily deglutì e cercò di riprendere fiato. Afferrò una delle rose e la nascose nella manica, avendo già in mente un bellissimo scherzetto da fare a James. Poi le amiche la presero sottobraccio e la guidarono verso la Sala Comune.
Era una giornata incantevole e il sole che entrava dalle numerose vetrate della sala la illuminava interamente, inondandola di un piacevole calore. James era ovviamente già sveglio e si trovava in piedi accanto al camino, circondato dai Malandrini e da tutta una serie di ragazze Grifondoro che non vedevano l’ora di ricevere la sua attenzione per fargli gli auguri. Sirius continuava a spettinargli i capelli e James rideva di gusto, tutto preso a studiare qualcosa che teneva fra le mani. Lily si bloccò per un istante e rimase a fissare quello spettacolo, tuttavia anche James si accorse quasi subito di lei, così mollò in fretta ciò che stava facendo e le corse quasi incontro.
Allora anche Lily si avvicinò e si incontrarono esattamente al centro della stanza, guardandosi come se fossero gli unici due esseri viventi sul resto della Terra.
<< Buongiorno >> la salutò James, poi si chinò in avanti e le diede un bacio sulla fronte.
Lily avvertì le scariche elettriche diffondersi subito per tutto il suo corpo, allora estrasse repentinamente una delle rose che lui le aveva portato e, nel momento esatto in cui quella sparava una manciata di coriandoli, gliela puntò in faccia << Buon compleanno! >>.
James scosse la testa, ridendo nel mentre sputacchiava coriandoli << Evans, sei davvero una Malandrina >>.
<< Dimmi, Potter, cosa dovevano essere queste, di preciso? >>.
<< Beh, ho pensato che…il nostro primo appuntamento avesse bisogno di un regalo speciale. E poi mi sono ricordato che non ti avevo fatto neanche un vero regalo per i tuoi diciotto anni, così ho provveduto >>.
<< Ma oggi è il tuo compleanno, quindi sono io ad averti fatto un regalo >>.
Di fronte alla sua espressione sbalordita, Lily scoppiò a ridere ed estrasse un pacchetto da dietro la schiena. Gli occhi di James si illuminarono come quelli di un bambino, tanto che la fanciulla avrebbe voluto possedere una macchina fotografica per immortalare per sempre quella sua aria così felice.
<< Sono davvero curioso di vedere di che cosa si tratta >> intervenne una voce arrogante.
Sirius si posizionò in mezzo a loro e appoggiò un braccio sulle spalle di entrambi. James sollevò gli occhi al cielo e Lily finse di sbuffare, ma in realtà erano contenti di averlo lì con loro. Dopo aver lanciato un’occhiata alla Evans, James sospirò e, con il cuore che batteva forte, scartò via l’involucro con un gesto secco.
<< No, seriamente, Lily? >> Sirius strabuzzò gli occhi << Hai avuto davvero il coraggio di regalare a Ram…un libro?! >>.
La fanciulla, che si era perfettamente aspettata quella loro reazione così stupefatta, ridacchiò di gusto << Non si tratta di un semplice libro, miei cari analfabeti Potter e Black. Guardatelo un po’ >>.
Si trattava di una delle ultime copie rimaste in circolazione de “Il Quidditch attraverso i secoli”, uscito solo pochi mesi prima e andato completamente a ruba nel giro di qualche ora. Lily era riuscita ad ottenerne uno solo grazie all’abbonamento fisso che aveva con il Ghirigoro e non ci aveva messo molto a capire che sarebbe stato un regalo perfetto per James. Inoltre aveva fatto in modo che assieme al libro fosse spedito anche un kit specializzato nella manutenzione delle scope, che certamente gli sarebbe stato molto utile.
<< Wow, Evans >> James non riusciva a parlare, nel mentre sfogliava le pagine con gli occhi scintillanti << Grazie, è davvero fantastico. Credo sarà il primo libro che leggerò per intero in tutta la mia vita >>.
<< C’è anche un’altra sorpresa >> Lily arrossì leggermente << Vai all’ultima pagina >>.
James fece immediatamente come gli era stato detto e il cuore gli si gonfiò di commozione. Proprio alla fine del libro Lily aveva incollato con un incantesimo di Adesione Permanente una foto di loro due, che si scrutavano in cagnesco nel mentre ballavano insieme alla festa di Natale di Lumacorno. La stessa sera in cui si erano baciati.
<< Come l’hai avuta? >> le mormorò, pianissimo.
<< Ho i miei contatti. Ti piace? >>.
<< Sì, è stupendo…tu sei stupenda >>.
<< Ooook, mi sa che io qui sono di troppo >> ridacchiò Sirius, lasciandoli a fissarsi per qualche istante, prima di urlare a squarciagola << Allora, vogliamo andare a Hogsmeade o abbiamo intenzione di restare ad ammirare la chitarra di James tutto il giorno? >>.
Lily spalancò gli occhi << Una chitarra?! >>.
James annuì e si passò una mano fra i capelli << Sì, me l’hanno regalata i Malandrini, ma…>> si inclinò verso di lei e le sussurrò all’orecchio << Il solo fatto che tu esca con me, oggi, è il più bel regalo che potessi mai ricevere >>.
La fanciulla si aprì in un sorriso luminoso e le guance le si imporporarono << Allora vogliamo andare, signor Potter? >>.
<< Volentieri, signorina Evans. Mi prenda il braccio >>.
Dopo aver salutato tutto il resto dei compagni Grifondoro, Lily, approfittando di un momento in cui James era impegnato a ricevere gli auguri di alcuni suoi amici del sesto anno, cercò Sirius con lo sguardò e gli fece un cenno d’intesa. Lui annuì in modo impercettibile e poi le fece segno di andare a divertirsi; lei gli rispose con una linguaccia impertinente, finché James non la afferrò per una mano e la condusse fuori dalla Sala Comune.
Passarono senza problemi il fatidico controllo con il Sensore Segreto di Gazza, dopodiché si incamminarono mano nella mano verso il villaggio.



Fu solo verso le cinque, quando il sole stava ormai tramontando, che Lily e James decisero di andare a riposarsi al caldo dei Tre Manici di Scopa. Avevano camminato per tutto il pomeriggio, continuando a fare avanti e indietro per Hogsmeade, senza nemmeno rendersi conto del tempo che passava. Erano stati da Zonko, dove James si era riempito le tasche di roba senza ritegno e Lily non era stata da meno, poi si erano persi dentro Mielandia, divertendosi a fare un assaggio di tutte le leccornie presenti nel negozio, e infine erano andati a piedi fino alla Stamberga Strillante. Come se non bastasse, avevano chiacchierato per tutto il tempo, senza fermarsi mai. Lily non riusciva a capacitarsi di come ciò fosse possibile, eppure le sembrava di conoscerlo da sempre. Fra loro non c’era mai stato nessun momento di silenzio imbarazzato poiché la conversazione riusciva facile e leggera, inoltre nessuno dei due doveva sforzarsi di essere qualcun altro, se non sé stesso. Erano già perfetti l’uno per l’altra, esattamente così com’erano.
Quando finalmente misero piede all’interno del bar più famoso del villaggio, non si stupirono nel trovarlo poco affollato, dato che probabilmente la maggior parte degli studenti era già rientrata a scuola. Subito venne loro incontro la figlia del proprietario, Rosmerta, la quale rivolse a James uno sguardo intenso che a Lily non sfuggì affatto e gli riservò anche un’accoglienza più calda del necessario. La giovane Evans si sentì sorpresa nel constatare quanto fosse gelosa di tutto ciò; in fin dei conti, Rosmerta era una bella ragazza, alta e molto più formosa di lei. Quasi certamente James ci era andato a letto, poco ma sicuro.
<< Un tavolo per due? >> domandò loro con voce seducente, rivolgendosi esclusivamente a James.
Lily intravide gli occhi della ragazza che le lanciavano una rapida occhiata indagatrice, certamente soddisfatti che fosse così poco appariscente, tuttavia sorrise quando la vide storcere un filo la bocca non appena si rese conto che James la stava ancora tenendo per mano.
<< Sì, grazie, Rosmerta >> rispose educato James, senza alcuna intenzione di mollare la presa su Lily.
La giovane barista li condusse subito verso la zona più affollata del locale, ma ad un tratto James scosse la testa e si bloccò << Non c’è qualcosa di più…appartato? >>.
<< Ma certo >> rispose Rosmerta, sopresa quanto Lily. Un po’ perplessa, li guidò attraverso i tavolini piazzati più in fondo << Qui va bene? >>.
<< Perfetto >> James sfoderò il suo sorriso luccicante e la fanciulla ne rimase totalmente abbagliata.
Lily ridacchiò sotto i baffi, poi, non appena la ragazza si allontanò, si inclinò un poco verso James e gli disse << Sai, è veramente ingiusto. Non dovresti trattare così le persone >>.
<< Trattarle come? >>.
<< Sedurle in quel modo. Probabilmente ora è andata a cercare di riprendere fiato >>.
James aggrottò la fronte << Non ti seguo, Lily >>.
<< Andiamo, Potter, non dirmi che non ti rendi conto dell’effetto che fai! Pensi che chiunque sia in grado di ottenere ciò che desidera così facilmente? >>.
Lui inclinò leggermente la testa di lato e sorrise di nuovo << Faccio effetto anche su di te, Lily Evans? >>.
La fanciulla sollevò il mento con aria superba << Spiacente, ma io sono immune alle tue arti seduttive >>.
<< Davvero? Proviamo >>.
Prima che Lily potesse essere anche solo psicologicamente pronta, James si avvicinò a lei e il fuoco si accese nei suoi occhi. Poi si chinò lentamente e la fanciulla dimenticò di respirare, troppo ipnotizzata dalle sue labbra.
Ad un tratto James bofonchiò qualcosa; era tremendamente difficile prestare attenzione a quel che diceva, ma qualche parola riuscì lo stesso a penetrare la nebbia che le aveva invaso il cervello non appena lui si era avvicinato.
<< Non riesco a togliermi dalla testa la tentazione di riprovarci…>>.
<< Cosa? >> sillabò Lily, nel mentre i suoi occhi scivolarono di nuovo sulla sua bocca. Era così invitante…per poco non si sentì mancare.
Senza dire altro, James le mise una mano dietro la nuca e lentamente iniziò ad accarezzarle il collo. Lily socchiuse le labbra, in attesa, nel mentre stava morendo dalla voglia di sapere se anche lui avvertiva la stessa attrazione che provava lei…
Ma, inaspettatamente, una voce fastidiosa interruppe il loro magico idillio << Che cosa vi porto? >>.
James si allontanò di colpo da lei e si schiarì la voce, lasciando la povera fanciulla totalmente priva di forza. Dannata Rosmerta…
<< Per me una Burrobirra, e tu? >>.
<< Sì, anche per me >> borbottò Lily.
<< Allora due, grazie. Oh, e anche qualcosa da sgranocchiare >>.
Rosmerta gli lanciò un’occhiata ferita nel mentre si allontanava e Lily non potè fare a meno di fulminarla con lo sguardo. Non doveva più permettersi di guardare James in quel modo o le avrebbe lanciato una bella fattura Orcovolante.
<< Chi stai fissando in modo così truce? >> le domandò ridendo James.
Lily sobbalzò << Oh, nessuno >>.
<< Mi ricorda il modo in cui guardavi me solo qualche mese fa >>.
<< No, Potter, con te non dovevo sforzarmi così tanto. Guardarti male era insito nella mia natura >>.
<< E ora non lo è più? >>.
<< Diciamo che la cosa si è attenuata >>.
James sorrise e rimase in silenzio per qualche istante, poi la fissò intensamente negli occhi << L’avresti mai detto, Lily? Avresti mai pensato che, il giorno del mio compleanno, ci saremmo ritrovati qui a parlare come due vecchi amici? >>.
<< Sinceramente no >> ridacchiò lei << Uscire con quell’arrogante di James Potter non è mai stato fra i miei ideali >>.
<< Già, è un tizio che se la tira molto, vero? >>.
<< Abbastanza. Ma io ho avuto la fortuna di scoprire che, sotto quella facciata di strafottenza, si cela in realtà uno spirito nobile >>.
<< Davvero pensi questo? >>.
Questa volta fu Lily a sollevare lo sguardo verso di lui e a fissarlo intensamente << Sì. Infatti sono innamorata del vero James, non della maschera che indossa per piacere agli altri >>.
Proprio in quel momento Rosmerta fu di ritorno, portando un vassoio con le due Burrobirre e alcuni deliziosi crakers piccanti, i preferiti di Lily. La giovane Evans ne afferrò subito uno e chiuse gli occhi non appena il sapore piccante e intenso le travolse la lingua.
<< Buoni, vero? >> le disse James, senza smettere di guardarla.
<< Sono i miei preferiti >> ammise Lily, cercando di conservare almeno un minimo di dignità in sua presenza e non gettarsi sul cibo come una belva feroce, sebbene stesse morendo di fame.
<< A me non piacciono molto i cibi piccanti, ma se questa cosa ti dà un piacere simile devo provarla assolutamente, in modo da essere in grado di batterla >>.
Lily arrossì sotto le lentiggini e finse di non fare caso al suo ultimo commento.
<< Sicuro? Sono un po’ forti…>>.
<< Correrò il rischio. Avanti, Evans >>.
Le guance di Lily andarono praticamente in fiamme. James la guardò con un’intensità inquietante, nel mentre lei afferrava un craker e glielo porgeva trattenendo il respiro. Senza mai levarle gli occhi di dosso, il ragazzo si avvicinò e aprì la bocca. Il cibo svanì fra le sue labbra carnose e, quasi apposta, James fece il modo che la sua bocca le sfiorasse leggermente la punta delle dita. Completamente in trance, Lily afferrò la Burrobirra e ne tracannò più di metà in un paio di sorsi; se James non avesse smesso di provocarla in quel modo, gli sarebbe saltata addosso persino in quel luogo pieno di gente.
James finì di masticare in silenzio. La giovane Evans lo guardò con la coda dell’occhio, ansiosa di vedere la sua reazione.
<< Beh, ho mangiato di peggio. Ma accidenti come brucia…>>.
Lily scoppiò a ridere quando lo vide bere tutto d’un fiato la sua Burrobirra, finché poco dopo non si mise a ridere anche lui e tutti coloro che c’erano nel locale si voltarono a fissarli con aria stranita per tutto il chiasso che stavano facendo.
<< Dovrò ricordarmi di questo tuo lato…piccante, quando avremo una casa tutta nostra >> commentò James distrattamente.
Lily per poco non si strozzò << Una casa…nostra? >>.
<< Sarebbe stupendo, non trovi? Voglio dire, noi due, abbracciati nel letto la mattina…poi i miei occhi si aprono e la prima cosa che metto a fuoco sei tu. Sarebbe il modo migliore per iniziare la giornata >>.
Lei rimase qualche istante in silenzio, cercando di capire se stesse scherzando o meno. Ma, dalla sua espressione intensa, comprese che James era serio. Per poco non si sentì mancare il fiato, tuttavia decise di essere assolutamente sincera.
<< Sì, sarebbe davvero stupendo >>.
Fortunatamente James lasciò cadere l’argomento e trascorsero un’altra piacevole ora a insultare la nuova supplente della professoressa Gaiamens, una certa Ursula Umbridge, la quale non faceva che cianciare del brillante futuro della nipote che lavorava al Ministero della Magia, anche se Lily perse molte volte il filo del discorso, soffermandosi più che altro ad ascoltare la voce di James, i suoi gesti, le sue labbra che si muovevano veloci mentre parlava.
Era ancora tutta presa a fantasticare su quanto le sarebbe piaciuto che in quel momento il locale fosse completamente vuoto per saltare finalmente al collo di James, quando all’improvviso il rumore di una sedia spostata la riportò alla realtà.
<< Allora, piccioncini? Non vi siete ancora ammazzati a vicenda? >>.
<< Black! >> borbottò sorpreso James << Che ci fai qui? >>.
<< Oh, passavo di qua per caso…>>.
Lily e Sirius si scambiarono un’occhiata complice che a James non sfuggì affatto, ma stranamente non si sentì geloso per il fatto che fossero amici. Anzi, tutto sommato gli faceva piacere che il suo migliore amico, nonché fratello, andasse d’accordo con colei che un giorno sarebbe diventata sua moglie. Tuttavia conosceva entrambi troppo bene per non avere il sospetto che stessero tramando qualcosa alle sue spalle.
<< Che state combinando? >> domandò a Lily, ma, prima che lei potesse rivolgergli un’occhiata birichina, Felpato balzò in piedi, estrasse dalla tasca una benda nera e gliela passò attorno agli occhi.
<< Ehi, ma che diavolo…>>.
<< Desolato, amico, ma fa parte della sorpresa >>.
<< Quale sorpresa? >>.
<< Guarda che ha organizzato tutto la tua amica Evans >>.
<< Ti piacerà, James >> ridacchiò Lily.
Non appena sentì il suono della sua voce, Ramoso smise di divincolarsi << Dunque è un rapimento? >>.
<< Per tutti i gargoyle, ma quanto sei melodrammatico, Ram! Ora sta’ zitto e cammina. Ti fidi di noi? >>.
<< Di te no, ma di Lily sì >>.
<< Grazie tante >>.
Ridendo, Lily guidò James e Sirius fuori dai Tre Manici di Scopa, verso il luogo perfetto che aveva trovato per organizzare una bellissima festa per James.



<< Dove siamo? >>.
James, con il cuore che gli batteva forte nel petto per la sorpresa e anche per un po’ di apprensione, si decise finalmente a porre quella domanda non appena avvertì che Lily e Sirius l’avevano fatto fermare. Per tutta la durata del tragitto quei due non avevano fatto altro che borbottare sottovoce, sebbene James avesse chiaramente capito che Sirius stava usando la Mappa del Malandrino per orientarsi nel castello; numerose volte l’aveva sentito avvertire Lily di cambiare strada perché Gazza o quell’insopportabile della Umbridge erano in giro nei corridoi. Come se non bastasse, gli sembrava di aver camminato per ore: era abbastanza certo di aver attraversato il parco e ora trovarsi all’interno delle mura di Hogwarts, ma tutto il continuo saliscendi di scalini alla fine l’aveva completamente disorientato.
<< Al settimo piano, per la precisione davanti all’arazzo di Barnaba il Babbeo bastonato dai troll >> gli rispose Lily, sogghignando.
<< Eh? >> James non l’aveva mai sentito nominare << Aspetta, Barnabeo…chi? >>.
<< Basta domande, Ram >>.
<< Scusami, Sirius, ma credo che stiate esagerando…>>.
Improvvisamente la benda venne strappata dai suoi occhi, ma la situazione non cambiò di molto, dato che James si ritrovò nel buio più completo. Si guardò attorno, sperando di intravedere qualcuno, ma Lily e Sirius sembravano spariti.
<< Ehi, Evans? Felpato? Dove diavolo siete finiti? >> il panico iniziò a trasparire dalla sua voce << Non è divertente. O mi dite che diavolo sta succedendo o io…>>.
Ad un tratto tutte le luci si accesero così violentemente che dovette coprirsi gli occhi con una mano, ma, non appena riacquistò l’uso della vista, udì almeno una cinquantina di persone urlare << Buon compleanno! >>.
La musica partì di colpo e James ebbe una visione confusa di arazzi colorati, lampade e molte facce. Un attimo dopo si ritrovò circondato da una folla adorante di amici e conoscenti, che ridevano senza ritegno di fronte alla sua espressione sconvolta. I suoi capelli furono arruffati e le sue mani strette da più di una ventina di persone nel giro di pochi secondi. Si voltò, ancora piuttosto confuso, e trovò Lily e Sirius, leggermente distanziati da tutta quella gente, che lo fissavano con aria compiaciuta.
<< Chi ha organizzato tutto questo? >> domandò ammirato James.
<< Colpevole >> sorrise Lily.
Non appena la piccola folla che lo circondava arretrò, James riuscì finalmente a guardarsi attorno. Non riconobbe la stanza, sebbene fosse enorme e sembrasse essere strutturata appositamente per creare una festa, con tanto di palco per la musica, angolo delle bibite e numerosi tavolini e divanetti su cui accomodarsi. I vassoi stracolmi di cibo e stuzzichini gremivano i tavoli del banchetto, inoltre c’erano ovunque calici dorati ripieni di qualsiasi bevanda si desiderasse.
<< Ma dove siamo? >>.
<< Beh, è una storia piuttosto buffa >> la giovane Evans gli si avvicinò << Da un po’ di tempo stavo meditando l’idea di organizzarti una festa a sorpresa, ma ancora non sapevo bene dove…finchè, qualche giorno fa, stavo camminando nel corridoio del settimo piano ed è comparsa una porta. Non appena l’ho aperta, ho capito finalmente che avevo trovato il posto giusto. L’ho chiamata Stanza delle Necessità >>.
James aggrottò la fronte e la lanciò un’occhiata obliqua al suo migliore amico << Non c’è sulla Mappa, vero? >>.
<< Ho cercato di inserirla non appena Lily l’ha scoperta, ma nulla da fare: credo faccia proprio parte della magia della stanza >>.
<< Già, perché nessuno può entrarci >> intervenne allegramente Remus, in compagnia di Mary << Si tratta di un vero nascondiglio e la porta non si apre, finchè restiamo dentro >>.
<< Straordinario! >>.
James si avvicinò a Lily e la strinse fra le braccia << Grazie >>.
Lily ricambiò la sua stretta, lieta che la sua piccola sorpresa le fosse piaciuta, poi, non appena James si allontanò da lei, si rese conto che si era pericolosamente avvicinato al suo viso, come se stesse per…
<< Allora, Potter! >> urlò ad un tratto una delle Sorelle Stravagarie, Miranda, al microfono << Sappiamo che ti hanno regalato una chitarra nuova. Che ne dici di mostrarci che cosa sai fare? >>.
Tutta la sala scoppiò un boato e in men che non si dica James fu letteralmente sollevato da tutti i suoi amici e scortato di peso fino al palco, dove la chitarrista lo aiutò a salire e a indossare la sua nuova chitarra. Poi Miranda invitò James a seguirla in alcuni accordi, finché non iniziarono davvero a suonare insieme. La folla andò letteralmente in visibilio e Lily si avvicinò al palco, sorridendo di fronte all’espressione di gioiosa felicità dipinta sul volto di James. Dopo tutto quello che aveva passato, era ora che si divertisse un po’.
Tuttavia il suo sorriso si frantumò non appena James venne letteralmente circondato da una folla di ammiratrici varie, come se non fosse già chiaro che Miranda ci stesse provando con lui. Una del sesto anno iniziò a supplicarlo di tirarla sul palco solo per sfiorargli i capelli, mentre un’altra iniziò a farsi aria, urlando a squarciagola << Quanto è sexy! >>.
In men che non si dica, Lily si sentì invadere dalla gelosia, così afferrò Mary, che stava ballando accanto a lei, e la trascinò in un angolo.
<< Che c’è? >> le domandò l’amica, già un po’ brilla.
<< Guarda là >> le rispose Lily, indicando con un dito il punto in cui le fans di James avevano messo le radici e ora ci stavano provando anche con Sirius e Remus.
Mary divenne livida << Remus è un uomo morto >>.
<< Forse non avrei dovuto invitare certa gente…>>.
<< Sei gelosa per James? >>.
Lily strabuzzò gli occhi e la invitò a guardare meglio << Mary, come posso non esserlo? Voglio dire, guardalo! Ha un’intera schiera di ragazze ai suoi piedi che sono tutte di gran lunga più belle di me. Per non parlare del fatto che persino una delle Sorelle Stravagarie ha una cotta per lui…come faccio a competere? >>.
<< Lils, ne abbiamo già parlato…>>.
Rendendosi conto di essere diventata noiosa, Lily annuì e si sforzò di tirare fuori un sorriso. Aveva stressato le amiche fino all’inverosimile con quella questione, dunque era anche giusto che ora le lasciasse un po’ in pace. Alla fine concesse a Mary di andare in spedizione punitiva, mentre lei rimase appoggiata ad una delle colonne della stanza, osservando un po’ gli amici che ballavano, un po’ James che suonava.
Quella strana situazione con lui la stava facendo impazzire: non stavano insieme, eppure era chiaro a tutti, persino a lei, che nel loro rapporto c’era qualcosa di più, bastava solamente farlo scattare, o lasciarlo accadere…eppure, ogni volta che ci provavano, puntualmente doveva succedere qualcosa che li interrompeva. Era terribilmente snervante. Senza contare che, evidentemente, tutto quello stuolo di ragazze urlanti ancora sperava che James non si fosse fidanzato con lei. Persino Rosmerta gli aveva fatto gli occhi dolci…
Sospirando, Lily lasciò perdere la musica e si avviò verso il tavolo dei rinfreschi, decisa a mettere fine alle sue pene con una bella sbronza. Se non ricordava male, l’ultima volta aveva funzionato. Bevve una Burrobirra in pochi sorsi, poi fu intercettata da Emmeline e Alice, che la trascinarono con loro a ballare proprio davanti al palco. Lily fu quasi certa che James le stesse facendo l’occhiolino, ma, non appena Miranda si inclinò verso di lui e gli leccò una guancia, la fanciulla capì che aveva bisogno di bere ancora, prima di poter sopportare quello spettacolo senza commettere un omicidio.
Abbandonò le amiche sotto al palco e tornò indietro per prendersi un bel bicchiere di Whisky Incendiario, quando improvvisamente notò una figura piccola e tozza che se ne stava in disparte rispetto a tutti gli altri. Confusa, si avvicinò per vedere chi fosse e comprese solo all’ultimo minuto che si trattava di Peter Minus.
<< Ehilà >> lo salutò, andandogli incontro.
Peter sobbalzò dalla sorpresa << Oh, ciao Lily >>.
<< Che ci fai qui? >>.
<< Oh, niente…giuro che non sto facendo nulla di male >>.
La fanciulla studiò divertita i residui di marmellata alle fragole attorno alle sue labbra e la sua espressione colpevole << Di’ la verità, ti eri nascosto per mangiarti da solo tutta la torta, non è così? >>.
Peter abbassò lo sguardo, imbarazzato << Adoro le fragole. Ne sono davvero ghiotto >>.
<< Già >> con enorme stupore del ragazzo, Lily si rannicchiò accanto a lui << In effetti non è una cattiva idea. Posso averne un po’? >>.
Il giovane Minus la scrutò, perplesso. Ma quella era davvero la stessa Lily Evans che criticava i Malandrini per qualunque cosa facessero? La stessa Evans che tutti ritenevano acida, severa e terribilmente bisbetica? Non gli sembrava proprio. Da quando aveva cominciato a uscire con James, era totalmente cambiata. Gli pareva una ragazza molto simpatica…e anche gentile, oltre che molto bella. Tuttavia non l’aveva mai degnato di uno sguardo e il povero Peter non sapeva davvero come spiegarsi quel repentino cambio di situazione; le passò la torta con un sorrisetto timido e restò a fissarla con aria imbambolata nel mentre la mangiava.
<< Sai, Peter >> gli disse Lily tra un boccone e l’altro << Mi sono sempre chiesta come facessi a stare con i Malandrini. Voglio dire…mi sembri un tipo a posto >>.
<< Già, in effetti non c’entro molto con loro >> ammise il ragazzo << James e Sirius sono quelli belli e popolari, Remus è quello intelligente…mentre io non sono nessuno >>.
<< Non devi dire così. Ricordo bene quando avete fatto saltare in aria la serra al terzo anno. James mi ha detto che è stata una tua idea >>.
Peter arrossì << Oh, io ho solo fatto l’incantesimo…aspetta, davvero ha detto questo? >>.
<< Nessuno dei tuoi amici ti considera una nullità, Peter. Ti vogliono tutti molto bene…e poi ci vuole qualcuno con un po’ di buon cuore per tenere a bada quegli scapestrati >>.
<< Sono gli unici amici che ho. Senza di loro mi sentirei perso >>.
<< Loro non ti abbandorenno mai. Questo è il bello di un’amicizia come la vostra, perché durerà per sempre >>.
Peter annuì, cercando di nascondere gli occhi lucidi dalla commozione << Grazie, Lily. Devo ammettere che non sei poi così male e…credo che James ci tenga molto a te >>.
Lily gli passò un altro Whisky e ridacchiò << Mi piaci, Peter. Dovremmo chiacchierare più spesso >>.
<< Certo >>.
Peter l’aiutò a tirarsi in piedi e scosse la testa non appena vide James sul palco che se la spassava con Miranda << Non fare caso a lui. Sta solo facendo lo scemo, ma io so che ti ama >>.
<< Lo so >> ribadì Lily << Ma, finchè fa lo scemo, io ho bisogno di bere >>.
Peter scoppiò a ridere, poi, prima che potesse rendersene conto, Lily lo trascinò a ballare in mezzo alla folla, dove trovarono anche Remus, Mary, Alice, Frank ed Emmeline.
Nel mentre erano impegnati a muoversi a ritmo di musica, Lily si avvicinò a Remus e gli sussurrò << Dov’è Sirius? >>.
<< Bah, credo a fare il finto ubriaco da qualche parte, come suo solito >>.
<< Ho bisogno di parlargli, torno subito. Ah, un’altra cosa: fate in modo che Peter non si senta a disagio. Mi spiace che sia sempre da solo >>.
Remus le fece cenno di aver capito e, non appena la fanciulla si allontanò, diede una pacca solidale a Peter e si offrì di accompagnarlo a prendere da bere. Lily li guardò andare via con un sorriso sul volto, dopodiché si avviò con decisione a prendersi l’ennesima Burrobirra.
Tuttavia tutte le sue intenzioni sfumarono non appena intravide Marlene in mezzo alla folla, appoggiata ad una colonna, tutta sola, nel mentre teneva fra le mani una bottiglia di Whisky. Sembrava che stesse fissando in modo truce qualcuno, così Lily si alzò in punta di piedi per avere la sua stessa visuale e non ci mise molto a capire che cosa la infastidisse tanto: Sirius Black stava ballando in mezzo alla pista assieme a Victoria Summers e, dal modo in cui si strusciavano addosso l’uno all’altra, pareva abbastanza chiaro che cosa sarebbe accaduto più tardi fra loro due.
Sospirando, Lily si avvicinò all’amica, le strappò la bottiglia di mano e commentò << Serataccia, eh? >>.
Marlene non spostò nemmeno lo sguardo << Pare che l’unica soluzione sia ubriacarsi >>.
Lily bevve un sorso di Whisky << Pienamente d’accordo. Stai bene? >>.
Marlene girò la testa verso di lei << E tu? >>.
La giovane Evans storse la bocca e le fece cenno di guardare verso il palco, dove James era ancora tutto preso a suonare con le Sorelle Stravagarie << Gidica tu. Io gli organizzo una festa…e lui non trova nemmeno il tempo di stare con me >>.
La McKinnon annuì e riafferrò la bottiglia << I ragazzi sono davvero degli stronzi >>.
Ad un tratto Lily sbiancò << Marlene…Sirius sta venendo qui >>.
<< Che cosa?! No, aspetta…>>.
Le due amiche non fecero in tempo a fuggire via che Felpato le raggiunse, trascinandosi dietro anche quella sciocca Tassorosso della Summers, la quale non smise un solo istante di ridacchiare.
<< Va tutto bene, ragazze? >> domandò Sirius, guardando soprattutto in direzione di Marlene.
<< Benissimo >> gli ringhiò lei, senza osare di guardarlo in faccia.
<< Bella festa, Lily >> cinguettò ad un tratto Victoria, saltellando eccitata accanto a Sirius.
<< Grazie >> Lily la freddò subito con un sorriso gelido << Senti, vieni con me un attimo, dovresti aiutarmi a fare una cosa…>>.
Prima che Victoria potesse anche solo capire ciò che stava accadendo, Lily la afferrò rapida per un braccio e la trascinò via in mezzo alla folla.
<< Ehi! >> borbottò Sirius, non capendo nulla di quella strana situazione << Evans, ma che cavolo…>>.
Fu sul punto di inseguirle, finchè non si rese improvvisamente conto che quella era la prima sera che Marlene McKinnon gli aveva rivolto la parola dopo mesi, dunque decise di non sprecare quel vantaggio.
<< Vuoi dirmi che succede, McKinnon? >>.
<< Niente, Black. Torna pure a divertirti >>.
Marlene fece per voltarsi, decisa a non mostrargli quanto la sua gelosia fosse evidente, ma Sirius la afferrò per un braccio e la costrinse a girarsi di nuovo.
<< O mi dici che cos’hai, oppure non ti lascio più andare >>.
<< Non permetterti di darmi ordini >>.
<< Allora dimmi cosa c’è >>.
<< Te l’ho detto, niente. Torna pure dalla tua ragazza >>.
Fu allora che finalmente Sirius comprese il punto dolente della faccenda e scoppiò a ridere senza ritegno << Sei gelosa? >>.
<< No >>.
<< Oh, andiamo, McKinnon…quando finisci di fare la stronza e passiamo alle cose…pratiche? >>.
<< Per tutti i gargoyle, sei davvero insopportabile >>.
Marlene tentò di nuovo di andarsene, ma lui la trattenne ancora, avvicinandosi di più a lei fino a trovarsi ad un palmo dal suo viso << D’accordo, scusa. Ma è solo che Victoria non è la mia ragazza, per questo ho riso >>.
La fanciulla sollevò le sopracciglia con aria scettica << A me sembrava il contrario >>.
<< Quindi sei arrabbiata…perché non sono solo? >>.
<< Perché mai dovrei esserlo? >> Marlene si rese conto che la sua rabbia stava per esplodere e che in quel modo si sarebbe certamente tradita, ma non riuscì a trattenersi << Ammettilo, Victoria, quella sciacquetta…è la tua ragazza, o amichetta, o passatempo, chiamala come ti pare. Davvero, è stupendo, Black >>.
<< Dunque…>> continuò Sirius, cercando di tirare le conclusioni di quella strana conversazione << Non dovrei avere una ragazza? >>.
<< Giuro che ora ti prendo a sberle, se non mi lasci in pace >>.
<< Fallo >> ribattè lui, serissimo << Così io di sicuro ti sbatto contro questo muro e non la finisco più di baciarti >>.
Marlene si sforzò di non fare caso alle sue parole << Piantala, fra noi è finita. Ora tu puoi fare quello che vuoi. L’uomo ha i suoi bisogni, no? E poi, conoscendoti…>>.
Sperando di averlo confuso con quel suo strano giro di parole e doppio senso incluso, la McKinnon cercò di allontanarsi per la terza volta, ma aveva sottovalutato la forza di Sirius, che le strinse il polso fin quasi a farle male.
<< No, no, non te ne andrai finchè non avremo chiarito questa cosa >>.
<< Non c’è nulla da chiarire >>.
<< Sì, invece. Se non devo avere una ragazza, basta solo che tu lo dica. Se non dici nulla, continuerò ad averla >>.
<< E che dovrei dire? >>.
<< Non fare così, McKinnon! >> esclamò lui, esasperato << Insomma, ci ho già provato con te e mi hai rifiutato, che altro dovrei fare? Mi hai fatto intendere che non ho più possibilità, quindi, se non mi fai capire chiaramente che cosa vuoi…>>.
Nel mentre lui parlava, Marlene non ascoltò una singola parola di ciò che lui le stava dicendo. Improvvisamente si rese conto che era stufa, terribilmente stufa di doversi continuamente trattenere ogni volta che Sirius Black era nei paraggi, ed era anche stufa di prendere in giro sé stessa. In quel momento avrebbe voluto fare solo due cose: o ucciderlo…o baciarlo.
Senza pensare, Marlene gli afferrò la testa e gli cercò la bocca, premendo le labbra sulle sue. Quando lo lasciò andare, notò con piacere che, dalla sua espressione sconvolta, era esattamente quello che meno si aspettava. Si godette quel piccolo trionfo per qualche istante, finchè Sirius non riportò la bocca sulla sua e la baciò sul serio, affondando le dita fra i suoi capelli. Marlene lo strinse forte, dimenticando di respirare. Era ubriaca, in quel momento non gliene importava nulla delle conseguenze…ci avrebbe pensato più tardi, una volta tornata sobria.
Felapato la spinse contro la colonna e la sollevò come se non pesasse nulla. Lei gli strinse le gambe attorno alla vita e cercò di sollevargli la maglietta, finchè entrambi non si ricordarono che si trovavano ancora in un luogo pieno di gente. Allora Sirius si fermò, il respiro affannoso, e sollevò la testa. Lentamente, ancora in preda alla confusione, anche Marlene riaprì gli occhi e vide che quelli di Sirius brillavano di una luce strana, piena di desiderio.
<< Andiamo via di qui, McKinnon >> le sussurrò ad un orecchio, in un tono che però non ammetteva repliche << Ora >>.
Marlene annuì, come se fosse in trance; abbandonò la bottiglia di Whisky a terra e lo seguì senza fare obiezioni, ancora sconvolta per la piega inaspettata che aveva preso tutta la serata.
La festa proseguì, anche molto tempo dopo rispetto a quando Marlene e Sirius se n’erano andati. Lily, che aveva assistito a tutta la loro strana conversazione, per poco non era scoppiata a ridere non appena si erano letteralmente saltati addosso e non li aveva affatto biasimati per aver lasciato la festa. Per sopperire alla delusione del comportamento di James, da quel momento si era dedicata esclusivamente al divertimento, bevendo e ballando con le amiche e con i due Malandrini rimasti.
Verso le tre del mattino, anche molte altre coppie avevano iniziato a sparire, per proseguire i festeggiamenti in maniera privata. Fu solo poi intorno alle quattro che finalmente le Sorelle Stravagarie decisero di smettere di suonare e molti studenti iniziarono ad andarsene, ancora intontiti dall’alcool e dalla musica. Lily, sebbene si sentisse ancora un po’ ubriaca, decise di restare per dare una mano a mettere a posto e non degnò di una sola occhiata James che veniva verso di lei con i capelli tutti bagnati dal sudore.
<< Ehi >> la salutò, sfiorandole un braccio << Che festa pazzesca. Grazie, Lily, è stata davvero una bellissima sorpresa >>.
<< Non c’è di che >> ribattè secca lei. << Sai dove sono Sirius, Remus, Peter e Frank? >>.
<< Credo che Peter sia l’unico che in questo momento si trovi nel suo letto. Tutti gli altri sono impegnati in…attività fisica >>.
<< Ah, capito >>.
Rendendosi conto solo in quell’istante che lei non l’aveva ancora guardato in faccia dall’inizio della conversazione, James la prese per i fianchi e la costrinse a voltarsi, tenendola abbracciata << Va tutto bene? >>.
Gli occhi della fanciulla si ridussero a due fessure glaciali << Vedi un po’ tu, Potter. Sai, è stato bello organizzarti una festa…e poi essere ignorata tutta sera >>.
James si picchiò una mano sulla fronte << Scusami, Lily, sono un idiota >>.
<< Meno male che lo ammetti >>.
<< Davvero, perdonami…io non mi sono reso conto del tempo che passava…>>.
Lily, comprendendo all’istante che lui avrebbe continuato a scusarsi finché lei non l’avesse zittito, lo interruppe mettondogli un dito sulle labbra << Non importa, James. Mi sono divertita lo stesso. Ora sono stanca, vorrei andare a letto. Notte >>.
Senza dire altro, la ragazza gli voltò le spalle e si incamminò verso la porta, strascicando i piedi dalla stanchezza. James ebbe per un attimo il forte istinto di trattenerla e allungò un braccio, ma alla fine lasciò perdere e scosse la testa, dandosi mentalmente dell’imbecille.



Una grossa sagoma nera come la notte avanzava dritta verso di lei. Il suo lungo mantello arrivava fino a terra, tuttavia nemmeno il cappuccio basso poteva nascondere gli occhi scintillanti di desiderio, quasi bramosi di uccidere, il viso magro come quello di un teschio e le labbra tese, che mostravano denti affilati nel mentre si curvavano in un sorriso sinistro.
Voldemort.
Lily fu colpita da quella consapevolezza, sebbene non avesse il minimo dubbio che si trattasse di lui; nessuno di loro l’aveva mai visto bene, dato che nessuno era mai riuscito a catturarlo. Strinse forte la bacchetta fra le dita, impaziente di volerlo attaccare. Si gettò un’occhiata alle spalle e vide che si trovava in una strana stanza che non aveva mai visto prima, arredata come quella di un neonato. Dal soffitto pendevano alcune piccole scope volanti in miniatura, mentre una grossa lampada illuminava una culla azzurra che si stagliava sul fondo della stanza. Era tutto molto confuso, poiché da lì sembravano provenire alcuni gemiti soffocati.
Dato che Voldemort non si decideva ad attaccare, ma preferiva restare un’inquietante presenza nell’ombra, Lily si decise finalmente ad indietreggiare, curiosa di vedere che cosa ci fosse dentro la misteriosa culla.
Era un neonato. Pur essendo così piccolo, sulla testa aveva già una fitta peluria nera, così arruffata che per un istante le ricordò un altro bambino che aveva già visto in una foto…sconvolta, Lily si rese conto in un lampo che quel neonato non poteva essere altri che il figlio di James Potter. D’istinto, mollò la bacchetta a terra e si affrettò a prenderlo in braccio. Non appena lo sollevò, il piccolo smise di piagnucolare, si sfregò le piccole manine sugli occhi e li aprì. Erano di un verde incredibile, parevano quasi brillare nel buio della stanza. Come i suoi.
Improvvisamente la scena cambiò. Lily si ritrovò di nuovo nella stessa stanza, ma stavolta era il suo atteggiamento a essere totalmente diverso: tremava di paura, non per sé stessa, piuttosto per il bambino che giaceva nella culla alle sue spalle. Avrebbe voluto disperatamente assicurarsi che fosse al riparo, ma in quel momento non poteva concedersi alcuna distrazione: Voldemort incombeva minaccioso davanti a lei e le sue dita bianche e ossute si strinsero attorno alla bacchetta per puntarla in direzione della culla.
<< Spostati, stupida >> le intimò il Signore Oscuro, sibilando come un serpente.
Lily si sentì invadere dal panico quando comprese che il suo vero obiettivo non era la sua vita, ma quella del figlio di James << No! Lui no! >>.
<< Spostati, ho detto…>>.
Senza pensarci due volte, Lily reagì d’istinto e, non appena vide la bacchetta sollevarsi per scagliare l’incantesimo mortale, si gettò proprio in mezzo alla traiettoria. Voldemort scoppiò a ridere, una risata che non aveva nulla di umano, di puro scherno di fronte all’atto del suo sacrificio, prima che tutto svanisse in un lampo di luce verde….
Lily si svegliò di soprassalto, con ancora l’eco di quella risata nelle orecchie.
Tutta la stanza era immersa nel buio. Doveva essere ancora piena notte, dato che udiva i respiri delle amiche addormentate, tuttavia faceva un caldo soffocante, tanto che il sudore le incollava i capelli alle tempie e le inzuppava tutto il collo. Aveva ancora il batticuore, tanta era stata la paura che aveva provato per quel piccolo.
La fanciulla si sollevò dal letto e si asciugò il sudore dalla fronte. Ormai si sentiva assolutamente lucida, sebbene la sveglia di Mary sul comodino opposto le segnalasse che erano appena le cinque e mezza del mattino. Eppure era certa che non sarebbe più riuscita a riaddormentarsi, altrimenti avrebbe rivisto ancora l’Oscuro Signore che incombeva nella sua mente. E anche quel misterioso bambino dai capelli neri e gli occhi verdi…
Lily scosse la testa e afferrò la vestaglia. L’idea che le era appena venuta in mente era una completa follia, ma sapeva che non sarebbe più riuscita a dormire in nessun altro posto se prima non si fosse assicurata che anche lui stava bene.
Cercando di non fare troppo rumore, afferrò la bacchetta e si chiuse con delicatezza la porta del dormitorio alle spalle. Una volta sulle scale, accese la bacchetta e scese con cautela i gradini che la conducevano fino alla Sala Comune, che, fortunatamente, era deserta. Dopodichè si avviò verso la grande porta che sapeva condurre ai dormitori maschili. Fin dai tempi antichi nessun ragazzo Grifondoro di Hogwarts aveva mai pensato di porre alcuni incantesimi anti-ragazze, come invece avevano fatto loro, dunque salì le scale senza impedimenti e trovò la stanza dei Malandrini senza grosse difficoltà.
Ci volle tutta la sua abilità nell’essere silenziosa per aprire la porta e infilarvici dentro senza far rumore. Ovviamente, la stanza dei teppisti Grifondoro era un vero macello: c’erano vestiti sparsi ovunque, per non parlare di altre cose assolutamente disgustose, e un sonoro russare che sembrava provenire dal letto in fondo a destra turbava la quiete in maniera spaventosa.
Una volta di fronte ai cinque letti a baldacchino, Lily si rese pienamente conto della sua follia. E se si fosse infilata nel letto sbagliato? Senza contare che non sapeva come James l’avrebbe presa e non voleva certo che tutta Hogwarts sapesse che si era infiltrata di nascosto nel letto di James Potter contro la sua volontà.
Facendo molta attenzione a non farsi scoprire, la fanciulla sollevò piano la bacchetta e la puntò verso i letti sulla sinistra. Individuò Frank e Remus che dormivano beatamente senza le tende tirate, i visi illuminati dalla luce della luna calante; a quel punto, sulla destra, gli unici letti rimasti dovevano essere quelli di Peter, Sirius e James, ma erano tutti chiusi. Come avrebbe fatto a scoprire quello giusto?
Nel mentre Lily se ne restava lì incerta sulla porta, dondolandosi sui talloni e domandandosi se non fosse il caso di mollare tutto e scappare via, improvvisamente si avvertì un movimento da uno dei letti di destra e qualcuno bofonchiò piano << Lily…>>.
Con il cuore il gola, ormai certa di essere stata scoperta, la fanciulla afferrò in fretta la manopola della maniglia e la girò, pronta per una fuga rapida. Ma qualcosa la indusse a trattenersi ancora per qualche istante. Senza osare neanche fiatare, Lily restò immobile, tendendo le orecchie all’ascolto.
La misteriosa voce pareva essersi acquietata per un attimo, ma, dopo appena qualche secondo di completo silenzio, declamò, un po’ più forte << Lily, ti prego…lo so, sono un vero idiota, ma non lasciarmi…>>.
James.
Respirando piano, Lily spense la bacchetta, si sollevò sulle punte dei piedi e si avvicinò all’unico letto da cui provenivano quei gemiti incoerenti. Avrebbe riconosciuto la sua voce dappertutto. Spalancò le tende e lo vide, addormentato a pancia in giù, con i capelli neri tutti arruffati, nel mentre continuava a borbottare il suo nome contro il cuscino. Probabilmente la stava sognando. Chiuse di nuovo le tende del letto a baldacchino, dopodiché si inclinò in avanti, con l’idea di svegliarlo dolcemente.
Ma, prima che potesse fare anche solo una mossa, una mano grossa il doppio della sua sbucò fuori dal nulla e la afferrò per il collo. James spalancò gli occhi di colpo e, con la mano libera, inforcò occhiali e bacchetta alla velocità della luce.
<< Ah, stavolta ti ho fregato, Black! Devi smetterla con questi scherzetti…>>.
Prima che potesse continuare a urlare, Lily si liberò dalla sua presa e gli tappò la bocca con una mano.
James cercò di divincolarsi << Felpato, cosa cavolo fai…>> non appena le sue dita si strinsero attorno alla bacchetta, esclamò << Lumos! >>.
Quando il volto di Lily venne illuminato dalla luce, per poco James non fece un salto indietro per la sorpresa << Evans >> la sua voce si ridusse immediatamente a poco meno di un sussurro << Sei tu? >>.
<< Ciao >> bisbigliò Lily, sorridendo imbarazzata.
<< Che…che ci fai qui? Ti stavo sognando…e tu, tu…da quanto sei qui? >>.
<< Scusami, James, ma ho avuto un terribile incubo…posso restare qui con te? >>.
Ad un tratto James le fece cenno di zittirsi. Si sollevò dal letto e Lily cercò di non fare caso al fatto che dormisse senza neanche una maglietta, sebbene la cosa non le dispiacesse poi così tanto. Il ragazzo sporse la testa oltre le tende e controllò la situazione: Peter ronfava ancora e anche Remus e Frank avevano un’aria pacifica. Non sapeva bene invece se Sirius fosse sveglio o meno, ma poco importava; nulla gli avrebbe impedito di tenere Lily Evans nella sua stessa stanza, oltretutto nel suo stesso letto, per quella notte.
<< Tutto a posto, dormono come angioletti >> le sussurrò.
Capendo quasi all’istante che lei si sentiva a disagio di fronte alla sua nudità, afferrò la prima maglietta che gli capitò a tiro e se la infilò << Comunque, certo che puoi dormire qui, in questo letto enorme c’è posto a sufficienza per tutti e due. E, se poi ti verrà caldo, potrai anche spogliarti >>.
<< James! >>.
<< Ok, ok, scherzavo. Però, se decidi di restare qui, è importante che tu ti tolga le paure di dosso. Anzi, portale qui, vicino a me. Vediamo che cosa succede se le mischiamo con le mie. In fondo, due corpi abbracciati fanno l’amore…>>.
Lily arrossì << E due paure? >>.
<< Beh, dovrebbero fare un bel po’ di coraggio >>.
James sollevò le coperte e con un cenno la invitò a stendersi accanto a lui. La fanciulla osservò il letto, incerta. Se si fosse sdraiata accanto a lui, sarebbe stata una sua scelta. Alla fine, non era il motivo per cui si era arrischiata ad andare fin lì, ossia stare con lui?
Di fronte alla sua espressione dubbiosa, il ragazzo non riuscì a trattenere un sorriso << Facciamo così: tu starai al caldo sotto le lenzuola, mentre io starò sopra. In questo modo non correrai rischi >>.
Arrossendo fino alla punta delle orecchie, Lily decise di sdraiarsi. Quell’incubo senza senso l’aveva sfinita e, non appena il suo corpo toccò il letto morbido, si rilassò completamente. James la obbligò a voltarsi verso di lui e le sfiorò i capelli con le dita, facendola rabbrividire. La fanciulla si accorse improvvisamente che erano talmente vicini che le sarebbe bastato piegarsi in avanti per baciarlo. Le sembrò una cosa così naturale che era già a metà strada quando si bloccò di scatto e indietreggiò, sconcertata dalla sua mancanza di autocontrollo. Vide James deglutire a fatica e subito si voltò a guardare il soffitto, cercando di nascondergli il suo turbamento.
<< Vuoi raccontarmi il tuo incubo? >> le mormorò lui, con la bocca vicina ai suoi capelli.
Un brivido freddo le corse lungo la schiena al solo ricordo << C’era Voldemort, credo…>>.
<< Hai sognato Voldemort? >>.
<< C’era anche un bambino…un neonato, per la precisione, che ti assomigliava molto >>.
<< Vuoi dire un piccolo teppista? >>.
Quella sua battuta le strappò un leggero sorriso << Qualcosa del genere. Ma sai, la cosa che mi ha turbata più di tutte è stata il fatto che io non temevo per la mia vita…ma per quella del bambino. Come se fosse mio dovere proteggerlo >>.
James rimase per qualche istante in silenzio, come se stesse riflettendo sulle sue parole, poi sospirò e si avvicinò un po’ di più a Lily << Ormai penso sia inutile continuare a rimurginarci su. Alla fine era solo un sogno >>.
Lily annuì e per qualche imbarazzante minuto respirarono tutti e due un po’ più in fretta del solito, terrorizzati dall’attrazione crescente che sentivano nascere fra i loro corpi nonostante l’ostacolo materiale delle coperte.
Alla fine James riuscì a cancellare dalla sua mente l’idea di fiondarsi sotto le lenzuola e si rilassò abbastanza da dirle << Vuoi che ti abbracci finchè non ti addormenti? >>.
Incapace di parlare, Lily si limitò ad annuire con un leggero cenno e si girò su un fianco. Subito le braccia forti di James la avvolsero, chiudendola in una strana gabbia protettiva contro il suo corpo. Stranamente, quella sensazione le trasmise subito uno strano senso di pace, tanto che, quando avvertì il torace di James andare su e giù ad un ritmo regolare, si addormentò anche lei con un sorriso beato sulle labbra. 
   
 
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