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Autore: needaname    10/03/2017    1 recensioni
Kappa Kappa, Omega Iota, Eta Epsioln, Sigma Beta e Alpha Beta; cosa hanno in comune?
Semplice, sono confraternite universitarie, della University of South Beacon Hills, prestigiosa università che ogni anno vede arrivare giovani matricole che sognano un futuro radioso, ma che, inevitabilmente, come sa bene chi è già da anni studente, verrà brutalmente schiacciato da estenuanti lezioni ed esami impossibili; perché l'Università è una lotta dura.
E le confraternite lo sanno bene quanto difficile sia sopravvivere, tra esami e lotte a colpi di party.
Perché entrare all'Università è facile, uscirne incolumi è un'impresa titanica.
[Storia senza troppe pretese, in cui tutti sono umani, di vita quotidiana, di amori, esami, tradimenti, cibo take-away, amicizie, party e cose che capitano a tutti] [Beacon Hills è una cittadina universitaria] [alta presenza di OC] [ship con più intrecci di una telenovella]
Genere: Demenziale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Attrazione gravitazionale e cavalieri



-e la camera da nerd sfigato sarebbe la mia?-

ridacchia Stiles, osservando l’imponente libreria ricolma di volumi storici e classici della letteratura e l’ordine, quasi ossessivo, con cui ogni libro è riposto

-li hai davvero letti tutti?-

Derek mugugna un sì monosillabico, rimpiangendo l’idea di aver deciso di mostrargli la camera

-sei un lupo da biblioteca-

-si dice topo da biblioteca-

lo corregge, senza riuscire a capire se sentirsi offeso o se considerarlo come un pareggio, infondo lui gli ha dato del nerd sfigato, doveva aspettarsela quale lieve frecciatina

-no, tu non puoi essere un topo, i topi fanno rumore, sono chiassosi, tu sei silenzioso e solitario ed hai sempre quell’espressione contratta, seria, come un lupo-

spiega velocemente, troppo velocemente, Stiles facendo seguire ad ogni parola ampi gesti delle lunghe ed affusolate dita e Derek non può impedirsi di chiedersi se quelle mani siano abili anche a fare altro.
Deglutisce a vuoto, imbarazzato dai suoi stessi pensieri, inspirando

-il tuo libro dovrebbe essere qui-

esclama poi, voltandogli le spalle, cominciando a scrutare con attenzione i volumi cronologicamente riposti tra le mensole, suddivise per genere e sottogenere, della libreria

-ecco…-

le parole gli muoiono in gola e l’ammiccare malizioso di Stiles non aiuta la sua circolazione sanguina a riprendersi dalla vista di quell’addome niveo, di quei fianchi sottili e dei jeans slacciati, che ne lasciano intravedere la stoffa nera dei boxer

-ho sbagliato, credevo…-

balbetta imbarazzato il minore, stringendo la maglietta tra le mani, rendendosi improvvisamente conto dell’impulsività del gesto, sono minuti che Derek lo osserva in silenzio, il libro in bilico tra le mani cade al suolo, attratta dalla gravità

-taci-

lo ammonisce bonariamente, afferrandogli i fianchi, si era sempre chiesto che sapore potesse avere la pelle di Stiles e la sua lingua aveva sempre segretamente bramato di poterne saggiare ed il sospirare sognante del minore rendono solo la realtà più piacevole.
Rapide le mani di entrambi percorrono i contorni dei loro corpi, liberandoli degli ingombranti vestiti, gettandoli sgraziatamente al suolo, le labbra si dischiudono in monosillabi eccitati, le pupille si dilatano e la pelle s’infiamma della passione che divora i corpi.
La stanza si anima di sospiri e respiri affannati, si volta carponi, reclinando il capo all’indietro Stiles, in attesa

-l’hai mai fatto prima?-

gli chiede in un sussurro impaziente Derek, mordendogli il lobo

-sì, ma…vacci piano ragazzone-

sorride eccitato Stiles, sforzandosi di allungare il braccio all’indietro, sino a sfiorare e poi catturare la natica del maggiore, spingendolo ad entrare in lui

-è da troppo tempo che aspetto-

ammette in un soffio rotto dalla scarica elettrica che gli risale lungo la spina dorsale non appena Derek, lentamente, con studiata delicatezza, ne sfiora il perineo, penetrando poi con dolcezza, chinandosi a tempestare di umidi baci la colonna vertebrale di Stiles che trema, puntellando i gomiti e le ginocchia al materasso, sforzandosi di mantenersi stabile.
Mormori concitati, spasmi di piacere, respiri pesanti, monosillabi eccitati animano la stanza, accompagnando quella danza di accesa passione.
 

~~~~
 

È stato irremovibile Scott, non ha bisogno che né Liam, né Isaac, restino a fargli da balia, gli basterà sdraiarsi, aspettare che l’antidolorifico faccia effetto e tutto il dolore che sente passerà.
Inspira, tamponandosi il labbro col fazzoletto, ormai divenuto rosso, ripensandoci poteva chiedergli del ghiaccio

-è meglio che usi questo-

prorompe Malia, senza premurarsi di bussare, richiudendosi la porta alle palle, porgendogli una cuscinetto in plastica trasparente, ricolmo di ghiaccio istantaneo e Scott sorride, poggiando le dita contro quelle dell’amica che si ritrae lentamente dal contatto, sedendoglisi affianco

-come stai?-

sebbene sia lui ad aver riportato maggiori danni fisici, sa perfettamente che è Malia la vittima, ma quest’ultima scrolla le spalle

-bene, perché c’eri tu-

sorride mesta, pronunciando quelle parole con quella sua consueta ovvietà con cui è solita enunciare ogni frase e Scott inspira, chinando lo sguardo al suolo

-lo conoscevi?-

-c’ero uscita tre o quattro volte-

-per…-

-so cosa vuoi dirmi Scott, sembrava un bravo ragazzo-

lo precede, voltandosi ad osservare la nuca dell’amico ondeggiare lenta

-se dovesse infastidirti di nuovo…-

-ti chiamerò-

conclude Malia, le iridi nocciola di Scott si scontrano in quelle dell’amica ed un sorriso storto ne plasma il volto, forse l’antidolorifico ha già fatto effetto o forse il ghiaccio istantaneo ha anestetizzato il dolore, ma ora, ora, mentre osserva le iridi di Malia brillare, illuminate da quel sorriso solare che la contraddistingue, Scott non sente più alcun dolore.

~~~~
 


-mi stai ascoltando?-

sbatte le palpebre disorientata Sileny, focalizzandosi sul volto crucciato di Kevin, braccia conserte e iridi grigie fisse al bicchiere, il decimo della serata, stretto tra le dita affusolate della bruna

-sembri distratta-

sentenzia il moro, volgendo lo sguardo oltre le sue spalle ed è chiaro ora a chi fosse riservata l’intera attenzione di Sileny, inspira, decidendo di ignorare quell’insignificante dettaglio

-ti andrebbe di venire da me?-

sa che non c’è bisogno di preamboli, di parole che mascherino le sue reali intenzioni, la conosce sin troppo bene e conosce la fama che si è creata attorno a lei

-dov’è che stai?-

gli chiede allora Sileny, scuotendo impercettibilmente il capo, come se si sia appena ridestata da un lungo sonno 

-non esistono solo confraternite sai-

ridacchia Kevin, cingendole i fianchi con l’avambraccio, impedendole di perdere il precario equilibrio, deve aver esagerato con gli alcoolici, forse dovrebbe anche sentirsene colpevole, infondo lui ha attivamente contribuito al suo ubriacarsi

-c’è un dormitorio, territorio neutrale, sto lì, vedrai tu stessa-

e non ha bisogno di aspettare una riposta, i piedi di Sileny si muovono in automatico, si fida ancora di lui, più di quanto vorrebbe ammettere, del resto è stata lei a lasciarlo, ai tempi Kevin l’aveva persino pregata, supplicandola, di non distruggere la loro relazione.

Ha il tempo di scontrarsi, per un fugace istante, con le iridi glauche di Theo, prima di lasciare la sala, ma evita accuratamente di osservare anche la ragazza con cui sta parlando, sforzandosi di non chiedersi se sia solo sesso o se ci sia dell’altro, tra di loro, sbatte le palpebre quasi a voler scacciare l’immagine, distogliendo repentinamente lo sguardo; tornando a concentrarsi sui suoi passi nel tentativo di seguire quelli di Kevin.

Camminare per il campus universitario, ubriaca, con bellissimi quanto scomodi stivaletti in finta pelle con tacco dodici è quanto di più complicato abbia mai fatto e quando, finalmente, riesce ad arrivare incolume, senza essere caduta neppure per errore, in camera di Kevin resta sorpresa nel trovarla perfettamente ordinata, non c’è neppure un minimo accenno di confusione: vestiti, libri, la chitarra, gli innumerevoli cd, è tutto perfettamente ordinato.

-suonamauf…-

non era preparata al bacio, ma se lo aspettava, se lo aspettava dall’inizio della serata, probabilmente le sue labbra avranno lo stesso sapore della vodka e del rum con menta, sicuramente sono fresche come il ghiaccio.
Sorride saccente, una punta di malizia a renderla ancora più impertinente

-diretto-

soffia, sfiorando le labbra di Kevin con le sue e non era preparata al sesso, ma si aspettava anche questo, se lo aspettava dalla prima volta in cui era tornato a cercarla.
Si lascia spogliare, mostrandosi orgogliosa nella biancheria intima in nero pizzo, si lascia ammirare, spingendo Kevin al materasso, è sempre lei ad agire, un suo personale vizio, non impiega mai troppo tempo nello spogliare il partner occasionale, così come non indugia mai oltre nello sfilare i boxer e lasciare che siano le sue labbra, le movenze sinuose della sua lingua ad agire; prima ancora che sia lui a chiedere.
E i mugugni di piacere sono note di vittoria alle sue orecchie, si ferma lasciandoli sempre sospesi a metà tra l’estasi e lo sbigottimento, tutti.
È sempre in questo preciso istante che si sfila ciò che ancora ne copre, parzialmente, le forme armoniose, posizionarsi a cavalcioni sopra il partner di turno è un altro dei suoi personali vezzi, le piace osservare le loro espressioni, i loro volti contorcersi in strane smorfie, nel tentativo, il più delle volte vano, di trattenere il più possibile l’orgasmo.
L’abbondanza di alcool nelle sue vene la fa solo agire con minore precisione, ma la maestria, l’abitudine resta la medesima.
Ma l'alcool ne ha anche annebbiato i sensi, impedendole di accorgersi del bedole bagliore rosso, un lampeggiare costante, ripetitivo, che proviene dalla scrivani alla sua destra; una luce rossa nascosta tra libri e cd. 
 


 ~~~~
 

Svegliarsi, in un letto che non gli appartiene, in una stanza che non è sua, tra lenzuola in cui ha consumato, solo poche ore prima, il più appagante dei suoi orgasmi è la sensazione più gradevole che Stiles abbia mai provato e non puoi impedirsi di sorridere quando, voltandosi, ritrova il volto di Derek, parzialmente nascosto tra le coperte ed il cuscino.
Sospira, restando a fissarlo per una maniata di minuti, finché non lo sente mugugnare un qualcosa che suona come un

-smettila di fissarmi-

trattiene una risata, mordendosi il labbro inferiore

-riesci ad essere scontroso anche di prima mattina-

-e tu riesci a parlare anche nel sonno-

controbatte prontamente Derek, aprendo gli occhi, una visione paradisiaca, si dice Stiles, restando ammaliato da quelle iridi smeraldo debolmente illuminate dai raggi del sole nascente che filtrano attraverso le serrande dischiuse

-tu russi-

-non è vero-

e Stiles sbuffa un sorriso divertito, scuotendo il capo

-potevi almeno fingere-

s’imbroncia come un bambino, riuscendo a strappare un piccolo, quasi impercettibile, sorriso dalle labbra sigillate di Derek

-non farai tardi a lezione?-

gli chiede, osservando la sveglia alle spalle del minore che segna le dieci di mattino

-e te?-

-sono all’ultimo anno Stiles, ormai tutte le mie lezioni ruotano attorno alla tesi di laurea-

sospira, massaggiandosi gli occhi ancora assonnati

-già, sei troppo vecchio per me-

e non riesce a trattenere una risata nel notare le sopracciglia del maggiore arcuarsi, allunga le dita quasi a volerle toccare, restando tuttavia sospeso a mezz’aria

-com’è che ci riesci?-

borbotta, sforzandosi di imitarne i movimenti, riuscendo solo a creare strane smorfie

-com’è che fai a sollevarle così tanto? Non è umano, tu parli con le sopracciglia!-

si arrende infine, lasciando ricadere le braccia ai lati, portandosi a sedere sulle ginocchia

-Scott ha ragione-

-a dire che sono magnifico? Sì lo so-

finge di pavoneggiarsi Stiles

-sei un po’ assurdo-

-ah…è questo che va a dire in giro di me? Bell’amico!-

ma è ancora solo una finzione la reazione teatralmente offesa del minore e Derek non riesce più a trattenersi, le sue labbra di dischiudono contro ogni suo volere, contro ogni sua aspettativa, in un sorriso sincero, sereno

-non vai a lezione?-

-non riuscirai a cacciarmi dalla tua stanza così facilmente!-

gli strizza l’occhio Stiles, mascherando abilmente quella lieve amarezza, nascondendola dietro al sarcasmo, lentamente discende dal letto, afferrando i vestiti sparsi al suolo, rivestendosi con altrettanta lentezza

-comunque non sarei andato-

mormora, sistemandosi la maglietta alle spalle, voltandosi

-e quindi…presumo che sia il momento dei saluti, non ti dirò di richiamarmi, non ti lascerò neppure il mio numero, non credo tu lo voglia, perciò…ci si vede, buona giornata-

si sforza di sorridere, si sforza così tanto da fallire miseramente, risultando solo terribilmente amareggiato e se ne accorge Stiles, della recita mal riuscita, si volta prima che anche Derek possa farlo, ma le parole di quest’ultimo riescono a disorientarlo

-non hai fame?-

sì, ne ha, ma non era preparato, affatto, a quella domanda, né a nessun’altra risposta a dire il vero, credeva solo di doversene andare nel modo più dignitoso possibile

-io ho molta fame-

insiste il maggiore, con voce forzatamente casuale 

-mi stai…mi stai chiedendo di fare colazione? Insieme?-

e Derek non sa se essere più divertito dallo stupore che rende gli occhi di Stiles ancora più brillanti, ancora più grandi, o se esserlo dal suo gesticolare, mimando inconsciamente le frasi che la sua bocca ha appena pronunciato, annuisce, attendono un qualsiasi segno di vita

-adoro la colazione, è il pasto che preferisco di tutta la giornata-

esclama euforico il minore, battendo le mani tra di loro, sfregandosele, e Derek sorride, un sorriso ampio, radioso, un sorriso che riesce a far perdere battiti al cuore di Stiles, abbagliandolo tanto da farlo sospirare sognante

-paghi tu però-

sorride furbo poi, giusto per cercare di cancellare l’espressione stregata che gli si è, involontariamente, dipinta in volto.
 
 
~~~~



-Scott!-

riesce ad esclamare solo questo Sileny quando lo incontra, tra i corridoi

-niente  di grave-

sorride sghembo, cercando di prevedere la risposta di Lydia, che ne esamina i lividi ed il labbro gonfio

-come, quando, perché?-

-ha difeso Malia come un cavaliere dall’armatura scintillante dalle grinfie di un perfetto esempio di stupidità umana-

non aveva dubbi Scott, ovviamente Lydia sa già tutto, anche quando non è presente è comunque sempre informata su ogni cosa, si limita così ad annuire

-un vero cavaliere-

gli strizza l’occhio Sileny, poggiandogli una mano sulla spalla

-hai visto Stiles? Ho provato a mandargli un messaggio, ma non l’ha neppure visualizzato-

-l’ultima volta che l’ho visto stava parlando con Derek-

spiega con un sorriso sornione che gli plasma le labbra, lasciando intendere la genuina ed empatica gioia che prova per l’amico

-sarà con lui-

sentenzia Lydia, sorridendo a sua volta, finalmente qui due si sono decisi a saltarsi addosso, possibile che fosse evidente solo ai suoi occhi l’attrazione e la tensione sessuale che quei due emanavano ogni volta che s’incontravano, anche per pochi istanti?

-andiamo? Allison ci aspetta alla caffetteria-

aggiunge, rivolgendo l'attenzione a Sileny

-ci vediamo dopo Scott-

saluta poi, agitando la mano a mezz’aria e la bruna inspira, osservando lo schermo del telefono

-mi raccomando Scott non esagerare con questa storia del cavaliere-

lo schernisce amichevolmente, battendogli un piccolo pugno, flebile, appena percepibile, alla spalla, a cui il moro risponde con un semplice sorriso, annuendo divertito.



APPUNTI A FINE PAGINA: 

Ringrazio tutti i lettori, i recensori e colore che continuna ad aggiungere tra preferite/seguire/ricordate. 
Grazie mille a tutti. 

Mi auguro che questo capitolo non sia stato troppo noioso, spero che il risveglio di Stiles vi sia piaciuto e credo si sia ormai capito cosa passi per la testa di Scott. 
Non ho molto altro da aggiungere a dire il vero, se non che presto ci saranno altre scene Sterek e altre coppie si consolideranno e vecchie storie rinasceranno. 

Spero che continuerete a volerne sapere di più.
Grazie a tutti,
alla prossima. 

 
 
 
   
 
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