Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: __Lily    13/03/2017    2 recensioni
"Nonostante tutto Jon rimase nell’ombra mentre Sansa Stark fece un passo verso l’oscurità. [...] Jon aveva osservato la sorella: la veste smossa dal vento, il metalupo degli Stark ricamato nel suo vestito e i suoi occhi blu come quelli della madre si erano fatti freddi - quasi glaciali - come il vento del Nord. 
I suoi capelli rossi come le fiamme del fuoco illuminavano l’oscurità nella quale si stava addentrando.

«Fai ciò che devi Sansa» aveva sussurrato guardando la sorella scomparire dentro quel canile."
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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NOVE




Con Spettro al suo fianco la notte per Sansa passò meglio, meno incubi, meno pianti, il lupo le era di molto conforto certo ma non era come avere Jon, sentire le sue braccia stringerla e le mani accarezzarle i capelli, il battito del suo cuore che l’aiutava a calmarsi e a prendere sonno.
Fu il rumore delle spade a svegliarla quella fredda mattina, era poco più dell’alba e il cielo si stava schiarendo, la neve era caduta per tutta la notte creando un soffice tappeto bianco che faceva quasi risplendere Grande Inverno, contraddistinto sempre dal suo grigio.
Sansa ricordò quando aveva giocato per l’ultima volta con i suoi fratelli e nei capelli  ricci di Robb Stark c’era qualche fiocco di neve, mentre Arya aveva preparato una palla per colpirla.
Si allontanò dalla finestra e dai ricordi felici del passato che non facevano altro che far sanguinare le cicatrici che portava dentro di se, cicatrici non visibili sulla pelle ma che divoravano la sua anima, o almeno ciò che ne restava.
Si fece preparare da una delle sue ancelle mentre Spettro allungava il suo corpo nel grande letto che aveva condiviso con la sorella del suo padrone.
Indossò l’abito scuro con il metalupo che aveva ricamato quando ancora si trovava alla barriera, quando aveva ricamato il simbolo della casa Stark in quello che aveva dato a Jon… uscì fuori e l’aria fredda le pizzicò la pelle, facendola arrossare come i suoi capelli.
Non aveva avvisato Brienne, era giusto che almeno lei riposasse, ma comunque un soldato l’aveva seguita, probabilmente era un ordine di suo fratello.
Jon, pensò, ti importa ancora di me dunque?
Proseguì e si ritrovò nel ballatoio lo stesso da cui i suoi genitori osservavano i suoi fratelli allenarsi, mentre lei ricamava con le altre ragazze e la sua septa, e Arya…
Dei quanto aveva odiato quei ricami Arya.
E come se fosse uscito dai suoi pensieri vide Jon in mezzo alla neve ad allenarsi con Tormund veleno dei giganti, anche se stava combattendo i suoi movimenti erano aggraziati, forse un po’ meno di quelli che aveva avuto nella battaglia contro Ramsay e sicuramente era più pulito di allora, ma sembrava quasi che i due stessero danzando si scontravano ma senza ferirsi; anche se quando Tormund fece un affondo Sansa strinse forte il cornicione in legno, avrebbe voluto urlare il suo nome e per un attimo pensò che al posto del bruto avrebbe potuto esserci un sicario di Baelish, rimase al suo posto senza fare nulla, senza chiamarlo.
Il fratello parò il colpo, ma lei rimase comunque rigida e in attesa che quell’allenamento terminasse.
Jon non si era reso conto che lei fosse li a guardarli, solo a fine allenamento Tormund gli disse che la sorella era lì e così automaticamente alzò lo sguardo verso di lei, quel momento gli ricordò quando era Catelyn Stark ad osservarlo con gli stessi occhi blu di Sansa, solo che quelli della moglie del padre erano colmi di odio, mentre quelli di sua sorella lo guardavano con affetto e amore.
«La principessa del Nord è troppo bella per rimanere a lungo sola. Se fosse una donna del popolo libero a migliaia lotterebbero per averla.»
Tormund aveva ragione, dannato di un bruto, pensò Jon; Sansa era ancora troppo giovane e bella restare sola per sempre.
Ma dopo ciò che le aveva fatto Bolton… il pensiero di lei stretta dalle mani di un altro uomo - soprattutto quelle di Baelish - riempì Jon di rabbia e anche Tormund sembrò notare il mutamento del lupo bianco, solo che non poteva capire, nessuno avrebbe potuto.
Desiderava una cosa che era proibita e già baciandola si era spinto troppo oltre.
Pensò alla faccia che avrebbe fatto Catelyn Stark se fosse stata in vita.
«Sarà Sansa a decidere, quando sarà il momento…» rispose Jon osservando sua sorella in piedi su quel ballatoio, circondata dalla neve e dal nascere di un nuovo giorno.
«E cosa mi dici di te? Non credi che sia il momento di andare oltre?»
Jon capì perfettamente le parole del bruto e anche cosa intendesse.
«Aye, sono già andato oltre Tormund.»
«Bene. Lei non vorrebbe vederti vivere di fantasmi Jon Snow.»
Lo sapeva, aveva conosciuto e amato Ygritte, era anche stato suo in quella caverna e se solo ci fossero rimasti…
«I fantasmi sono sempre con me. Non se ne andranno mai. Mio padre, i miei fratelli, Ygritte…»
Tormund posò una mano sulla spalla di quel giovane re, forse troppo giovane per le responsabilità che si era assunto.
«Non permettere che i tuoi fantasmi ti impediscano di vivere. Per gli Dei sei tornato dalla morte! Vivi. Vivi Jon Snow, lupo bianco o in qualunque modo tu voglia farti chiamare. Per me sarai sempre un fottuto corvo.»
Fece per andarsene ma poi si voltò nuovamente verso Jon.
«Nel popolo libero non saresti giudicato duramente come farebbero gli altri o come stai facendo tu stesso. Se è la lupa del Nord che vuoi, prendila.»
Jon non trovò nulla dire, avrebbe tanto voluto che la realtà fosse stata semplice come la descriveva Tormund, ma per lui e Sansa non era così semplice.
Sansa fece un segno di saluto a Jon con la mano coperta da un morbido guanto scuro quanto il vestito, lui ricambiò e osservò la sua figura minuta sempre più illuminata dal sole che stava salendo in alto verso il cielo ad oscurare la luna e le stelle.
Poi se ne andò dal cortile d’armi scomparendo alla sua vista, aveva bisogno di stare solo, di pensare, di pregare, di chiedere perdono a suo padre per il bacio che aveva dato a Sansa, lui non l’avrebbe mai perdonato se fosse stato vivo, Jon immaginò lo sguardo di delusione che avrebbe avuto Eddard Stark e il cuore gli si strinse in una morsa di puro dolore, aveva sempre cercato di essere degno agli occhi del lord suo padre; degno quanto Robb o forse più di lui.
Ho fallito padre, non sarò mai come te, non sarò mai degno come avrebbe potuto esserlo Robb. Sarò anche il re del Nord, il lupo bianco, ma sono comunque un bastardo senza un vero nome.
Dopo molto tempo da quando era tornato in vita e a casa si inginocchiò sulla neve fredda nel parco degli Dei di Grande Inverno e pregò. 





 

Mi raccomando non smettete di leggere che presto entreranno in scena altri personaggi, il bello sta per venire, ci saranno buone notizie per questa coppia e riunioni.... non vi anticipo altro. 
A presto. 
Lils

  
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