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Autore: effie_    17/03/2017    3 recensioni
(Cap.13) Nel mentre lo guardava, la giovane Evans capì che Potter era esattamente come tutti gli altri, se non peggio. Senza uno stuolo di oche adoranti non si sentiva completo ed era certa che una volta alla settimana ne scegliesse una a cui far provare il paradiso, per poi mollarla dopo tre giorni con la stessa noncuranza di un vaso rotto. Era davvero un essere abominevole.
(Cap.26) - Ce la caveremo, Potter?
- Certo che sì. Alla fine, Evans, siamo una bella coppia. Tu sei tante cose belle messe assieme e io tanti disastri collegati. Direi che così ci completiamo. Anche perché voglio incasinarti la vita nel modo più dolce possibile.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Le vacanze di Pasqua che seguirono non furono per niente distensive; quelli del settimo anno non avevano mai avuto così tanto da studiare e in parecchi iniziarono a essere sull’orlo di una crisi di nervi. Le uniche note positive di quei giorni furono la completa guarigione di James Potter, tornato trionfalmente in Sala Comune dopo due settimane di convalescenza, e Sirius Black innamorato, che rappresentava uno spettacolo a dir poco esilarante, poiché era sempre con la testa fra le nuvole.
Tuttavia, non appena arrivò maggio, l’intera scuola ebbe qualcosa di nuovo a cui pensare che lo non fosse lo studio. L’ultima partita dell’intero campionato, l’attesissima Grifondoro – Serpeverde, era imminente. Serpeverde era in testa di trecento punti esatti, il che voleva dire, come James ripeteva costantemente alla sua squadra, che i Grifondoro dovevano vincere la partita con un vantaggio maggiore per conquistare la Coppa. Significava anche che la responsabilità della vittoria pesava soprattutto sul Cercatore, dato che la cattura del Boccino valeva da sola centocinquanta punti.
Tutta la casa di Grifondoro era ossessionata da quell’incontro, assolutamente decisivo per il campionato. Mai l’atmosfera di una partita era trascorsa in un’aria così carica di tensione. C’erano tutte le caratteristiche consuete, ossia studenti di Case rivali che intimidivano le squadre nei corridoi, spiacevoli cori sui singoli giocatori ripetuti a gran voce al loro passaggio, membri delle squadre che si pavoneggiavano o sfrecciavano in bagno a vomitare fra una lezione e l’altra. In certo senso, per James la vittoria era anche legata al suo futuro con Lily Evans: era certo che, se avessero vinto, lei l’avrebbe baciato esattamente come era accaduto nel suo sogno.
La tensione fra le due squadre e le rispettive Case raggiunse il punto di rottura una settimana prima della partita. Nei corridoi le risse erano ormai all’ordine del giorno, in particolare una in cui si videro coinvolti Peter Minus e Avery, entrambi spediti in infermieria con degli enormi porri che gli spuntavano dal naso.
Anche James fu costretto a fare molta attenzione. Piton non aveva più osato attaccarlo da quando era stato dimesso, tuttavia gli scagnozzi di Lestrange lo seguivano dappertutto, sperando di beccarlo da solo, ma strisciavano via con aria delusa non appena lo vedevano circondato da altre persone. Lily, infatti, consapevole di quanto tutta la situazione fosse rischiosa, aveva dato istruzioni all’intera Casa di scortare ogni membro della squadra dappertutto, affinché fossero sempre protetti nel caso i Serpeverde avessero tentato di metterli fuori gioco. Tutti i Grifondoro avevano accolto con entusiasmo la sua richiesta, tanto che per James, Sirius ed Emmeline fu quasi impossibile arrivare in orario alle lezioni degli ultimi giorni prima dell’incontro, dato che erano sempre circondati da un’enorme folla rumorosa.
La sera prima della partita, ogni attività riguardante lo studio fu messa al bando. Persino Lily, impegnatissima a finire un saggio di Pozioni supplementare per avere un credito in più e una traduzione di Aritmanzia, lasciò da parte i libri e si accoccolò davanti al fuoco insieme alle amiche e ai Malandrini.
<< Mi è impossibile studiare, con tutta questa tensione >> si giustificò.
<< A chi lo dici >> borbottò Lupin, abbracciato a Mary << Sono stato più di due ore a fissare il libro di Incantesimi, ma niente. Mi sa che questi M.A.G.O. andranno davvero molto a caso >>.
Lily annuì con aria comprensiva e allungò il collo per cercare James. Nella Sala Comune c’era un gran frastuono; Sirius e Peter, infatti, per sfogare la tensione stavano combattendo un’accesissima partita a Spara Schiocco, comportandosi nella maniera pià chiassosa possibile. Emmeline, Hestia, Alice e Frank erano accanto a loro, suddivisi in due diverse squadre per fare il tifo. Invece James era chino su un modellino di un campo da Quidditch da ore, sul quale faceva avanzare minuscole figurine con la bacchetta magica, borbottando fra sé.
<< Dovresti dirgli di rilassarsi >> le mormorò Mary all’orecchio, seguendo il suo sguardo.
<< Non mi ascolta >> si lamentò Lily << Da quando è tornato dall’infermeria mi ha degnata a malapena, talmente è preso da questo incontro >>.
<< Cerca di capirlo, Lily >> intervenne Remus, guardando James con aria comprensiva << Il Quidditch è il centro della sua vita e questa probabilmente è l’ultima partita che giocherà nei panni del Cercatore più bravo della storia di Hogwarts. E’ normale che voglia vincere a qualsiasi costo >>.
Lily annuì, poi si alzò in piedi e si stiracchiò << Sarà meglio che vada a dargli il bacio della buonanotte, così magari si calma >>.
Remus e Mary le strizzarono un occhio, allora la fanciulla si avvicinò lentamente a James e lo abbracciò da dietro. Lui continuò a borbottare tattiche fra sé e sé, tuttavia la mano libera dalla bacchetta si allungò per accarezzarle leggermente un braccio.
<< Andrà tutto bene >> gli sussurrò Lily ad un orecchio << Sei il miglior Cercatore che Hogwarts abbia mai visto >>.
<< Sì…>> sibilò appena James, con lo stomaco in subbuglio << Ma se dovessimo perdere…>>.
<< Non accadrà >>.
<< Lily, è la mia ultima partita, devo…>>.
<< Non devi più fare un bel niente, se non riposarti >>.
Con un violento strattone, la fanciulla lo obbligò a voltarsi e in un batter d’occhio gli fece sparire da sotto il naso il suo modellino << Sequestrato fino al nuovo ordine >>.
James ridacchiò piano << Sei consapevole del fatto che, essendo anche io un Caposcuola, i tuoi ordini su di me non valgono? >>.
<< Sì che valgono, perché io sono stata anche Prefetto, quindi ho più autorità. Ora, a nanna! >>.
Il ragazzo scosse la testa con aria divertita e le diede un bacio sulla fronte << Cosa farei se non ci fossi tu? >>.
<< Ah, non lo so nemmeno io, Potter >>.
Sorridendo, James si avviò verso le scale che conducevano al suo dormitorio. Il giorno dopo avrebbe avuto un impatto decisivo sulla sua esistenza: non solo per quanto riguardava la coppa del Quidditch, ma anche su un suo possibile futuro con Lily Evans, ne era certo.



La mattina della partita, James si svegliò prima del solito e rimase a fissare con aria vuota il leggero sole che faceva capolino oltre le cortine del letto a baldacchino. Aveva così tanto atteso e temuto quel giorno che non credeva che sarebbe mai arrivato: il giorno della sua ultima partita a Quidditch con la maglia di Grifondoro.
Quella squadra era stata il centro della sua vita per anni. Era stato selezionato ai provini al secondo anno, il più giovane Cercatore dell’ultimo secolo, e da allora non aveva mai smesso di giocare. Il Quidditch aveva sempre avuto un’importanza fondamentale nella sua vita e l’idea di non poter più assistere alle partite fra le Case lo riempiva di tristezza.
<< So cosa stai pensando >> commentò amaramente una voce dal letto alla sua destra << Dispiace anche a me >>.
James incrociò lo sguardo del suo migliore amico << Se non dovessimo vincere…>>.
<< Vinceremo, Ram. La Coppa è nostra, persino le serpi lo sanno >>.
<< E se non…>>.
<< Sarai comunque ricordato come il miglior Capitano che Grifondoro abbia mai avuto >>.
James annuì, triste << Cosa faremo delle nostre vite, senza Quidditch? >>.
<< Io ho un’idea >> intervenne Frank, aggiungendosi alla conversazione << Inizieremo a dare la caccia a tutti quei brutti ceffi dei Mangiamorte non appena saremo Auror >>.
<< Ben detto, Frankie! >> esclamò Lupin, svegliandosi in quel momento.
Verso le otto del mattino, la squadra di Grifondoro al completo fece il suo teatrale ingresso nella Sala Grande salutata da un coro di applausi. James non potè fare a meno di sorridere quando vide che anche i tavoli di Tassorosso e Corvonero li applaudivano, tanto che andò ad abbracciare affettuosamente Rose e strinse persino la mano a Fawcett per il loro sostegno. Naturalmente dalla tavolata di Serpeverde si alzarono fischi e insulti, che vennero tuttavia coperti immediatamente dalle urla ancora più inferocite dei Grifondoro.
James fu accolto come una sorta di eroe che sta per scendere in battaglia, tanto che metà tavolata volle stringergli la mano e fargli gli auguri prima ancora che potesse prendere posto. Il Capitano si accomodò poi accanto alle ragazze, tutte decorate in rosso e oro per l’occasione e dotate di vivaci striscioni da mostrare durante la partita.
Lily studiò le occhiaie di James con aria preoccupata << Come ti senti? >>.
<< Fresco come una rosa >> mentì ridendo lui.
<< Mangia qualcosa >>.
James scosse la testa ed esortò tutti i suoi a ingurgitare almeno un boccone, ma lui non toccò cibo. Lily se ne accorse e fece per rimproverarlo, ma James volle subito correre verso il campo da Quidditch per verificare le condizioni del campo, così la fanciulla mollò all’istante ciò che stava mangiando e lo seguì. Nel mentre uscivano dalla Sala Grande, tutti applaudirono di nuovo.
<< Buona fortuna! >> urlarono a gran voce Remus, Peter, Alice e Mary.
James e Sirius si misero quasi a correre, talmente era la fretta di arrivare prima dei Serpeverde, e la squadra, con Lily al seguito, fece molta fatica a mantenere la loro andatura accelerata.
<< Ok, niente vento…>> borbottavano intanto i due ragazzi, attentissimi a studiare il territorio << C’è un po’ troppo sole, dovremo stare attenti a non farci abbagliare…il terreno è abbastanza duro, avremo un decollo rapido…>>.
Percorsero l’intero campo da Quidditch palmo per palmo, valutandone all’istante tutti i pregi e i difetti, poi, non appena videro che stavano arrivando anche i Serpeverde con tutto il resto della scuola, stabilirono di ritirarsi nello spogliatoio. Nessuno parlò nel mentre indossavano la divisa da Quidditch; la tensione era così palpabile che la si sarebbe potuta tagliare con un coltello.
<< Allora, ragazzi >> cominciò James dopo qualche minuto, alzandosi in piedi insieme a Sirius e premendosi una mano sul cuore << Non so bene che cosa si debba dire, quando si giunge alla fine di un campionato così intenso. Sarò sincero: durante questi anni trascorsi ad Hogwarts il Quidditch è sempre stato la mia priorità. Ho dato ogni briciola del mio tempo, ogni singola fibra del mio essere per costruire una squadra che, anche al mio ultimo anno, potesse farmi vincere la Coppa. E ora ce l’ho davanti a me >>.
<< Amico, così mi fai piangere >> sussurrò Frank.
<< Se vi dicessi che non importa del risultato di oggi, vi mentirei. Certo che mi importa, voglio quella fottuta Coppa più della mia stessa vita. Ma c’è un’altra cosa di cui sono ancora più fiero: voi >> James li scrutò uno ad uno << Mi avete accompagnato durante il mio ultimo anno in questa squadra e io non smetterò mai di ringraziarvi. Perché ricordate sempre che è grazie a voi, al vostro talento, se siamo arrivati fino a qui. Quindi grazie, a tutti. Grazie per aver reso il mio ultimo anno ancora più magico, lo ricorderò per sempre. E ora, quando scenderemo in quel campo, lotteremo fino alla fine, perché questo è il nostro anno! >>.
<< La Coppa ai Leoni! >> ululò la squadra, scoppiando in un applauso fragoroso.
<< E per il nostro Capitano, hip hip urrà! >> urlò Emmeline, stringendo forte James.
<< Ram, è ora >> disse Sirius, interrompendo i festeggiamenti << Orbene, signori, è stato un piacere giocare con voi. Se tutto va bene, stasera sarò così ubriaco da non ricordare nemmeno il mio nome, dunque vi ringrazio ora a mia volta per aver portato onore a Grifondoro. Adesso andiamo a far vedere a quelle brutte serpi chi è che comanda qui! >>.
Lily, rimasta in disparte a sorridere orgogliosa di fronte al toccante discorso di commiato di James, scoppiò a ridere e battè le mani in onore di Sirius. Abbracciò in fretta Emmeline, augurandole buona fortuna, poi restò a guardare la squadra che usciva trionfalmente in campo. James la notò e fece per venire verso di lei.
<< Ram, dobbiamo andare >> lo chiamò Felpato.
<< Ancora un secondo >>.
James e Lily si avvicinarono lentamente, occhi negli occhi, consapevoli che quello era il loro ultimo momento prima della partita. La fanciulla sollevò un braccio e gli sfiorò delicatamente una guancia.
<< Andrà tutto bene, James >>.
Lui chiuse gli occhi e le strinse la mano. Aveva sentito dire che spesso si riconosceva il vero amore dal semplice tocco di una mano. Se quella diceria era vera, non poteva essere più sicuro dei suoi sentimenti per Lily.
<< Devo andare >> le sussurrò piano.
La fanciulla lo trattenne ancora per qualche istante << Tempo fa mi hai confidato di avermi sognata mentre ti baciavo dopo la partita contro Serpeverde. Quindi, in qualunque modo vada…sai già che cosa ti aspetta >>.
La bocca di James si spalancò per la sorpresa e i suoi occhi bruciarono subito di desiderio. Lily gli ammiccò con lo sguardo, poi fece un passo indietro e gli diede le spalle, decisa a raggiungere le amiche sulle tribune.
Ma qualcosa la bloccò. Si fermò e si voltò di nuovo a guardare James in faccia. Improvvisamente avvertì qualcosa indebolirsi, cedere e crollare dentro di lei. Il suo autocontrollo.
Perché diamine doveva aspettare la fine della partita?
Senza pensarci ulteriormente, Lily corse di nuovo verso di lui << Vieni qui, Potter! >>.
Si alzò sulle punte, lo afferrò per la divisa per tirarlo più vicino a sè e trattenne il fiato finché non avvertì il primo contatto con le sue labbra. James spalancò gli occhi e rimase immobile per un attimo, senza sapere bene che cosa fare, talmente quel gesto era stato inaspettato; ma poi per fortuna si riprese in fretta dallo stupore e le circondò la vita con le braccia. Si baciarono fino a perdere il respiro, proprio lì, nello spogliatoio, davanti a tutta la squadra.
<< Ehm ehm >> Sirius si schiarì nervosamente la voce << Spiacente per l’interruzione, ma dobbiamo giocare a Quidditch e mi serve che Ramoso abbia la testa >>.
Lily e James si staccarono l’uno dall’altra con un evidente senso di rimorso e la fanciulla commentò << Che questo ti serva da portafortuna >>.
Detto ciò, si allontanò in fretta, correndo con il viso paonazzo in direzione degli spalti.
James invece si voltò verso il suo migliore amico, si scompigliò i capelli e, con un sorriso radioso a trentadue denti, annunciò << Andiamo >>.
Felpato gli diede una pacca d’incoraggiamento sulla spalla e i due uscirono i campo, accolti da un’ondata di fragoroso entusiasmo. Più di tre quarti della folla era una marea scarlatta, che agitava eccitata bandierine con il leone di Grifondoro disegnato sopra. Invece, dietro le porte di Serpeverde, era schierata la parte in verde, nel mentre il serpente argentato di Serpeverde scintillava minaccioso sulle loro bandiere.
<< Ed ecco i Grifondoro! >> strillò esaltato Edgar Bones, che faceva la telecronaca, puntandosi la bacchetta alla gola per amplificare la voce << Hamilton, Vance, Black, Coote, Stone, Paciock e…Potter! >>.
La marea rosso e oro scoppiò in un boato tremendo, tanto che le transenne delle tribune vibrarono per il gran rumore.
<< Ampiamente accreditata come la squadra migliore di Hogwarts, nonché meritevole della Coppa…>>.
Subito si alzò un fitto coro di “buuu” da parte di Serpeverde.
<< E di là ecco i Serpeverde! Zabini, Parkinson, Lestrange, Mulciber, Bulstrode, Rodrick e Black! >>.
<< I Capitani si diano la mano! >> trillò Madama Bumb, sovrastando le urla dei tifosi di Serpeverde.
James avanzò nel campo digrignando i denti e dalla parte opposta Rodolphus Lestrange fece lo stesso. I due si incontrarono esattamente a metà strada e si strinsero forte la mano, come se ognuno dei due stesse cercando di spezzare le dita dell’altro.
<< Sulle scope! >> fischiò Madama Bumb.
Nel mentre montava in sella, James lanciò una rapida occhiata in direzione degli striscioni di Grifondoro di Mary, dove sapeva che era seduta anche Lily. Individuò subito il suo sorriso e il ricordo del loro bacio gli fece montare talmente tanta adrenalina che decollò appena qualche secondo prima che ci fosse il fischio d’inizio. Avvertì subito la classica sensazione di leggerezza nel mentre si librava in alto e pensò che niente, forse nemmeno gli scherzi a Gazza, gli sarebbe mancato così tanto come il Quidditch.
Tutta la sua tensione si sciolse nell’emozione del volo e, dopo aver segnalato con un breve cenno ai suoi Cacciatori di segnare quanto più potevano, iniziò a girovagare attorno al campo alla ricerca del Boccino; vide Regulus che lo tallonava e accelerò, come per scacciare via un moscerino fastidioso. Sapeva che doveva attendere almeno un vantaggio di centocinquanta punti prima di prendere la fatidica pallida dorata, dunque il suo vero obiettivo era tenere lontano le manine del piccolo Black. Nel mentre lo ingannava con una serie di finte impicchiate, le sue orecchie erano tutte prese ad ascoltare la telecronaca.
<< Grifondoro in possesso di palla, la Cacciatrice Vance si dirige verso la porta di Serpeverde, vola come il vento, vai Emmeline! Ah, cavoli…la Pluffa viene intercettata da Will Parkinson, che attraversa veloce il campo…oh, ecco un bel bolide del giovane Coote a fermarlo, bravo ragazzo! Parkinson perde la Pluffa, la prende Black, attenzione, Sirius Black di Grifondoro, non l’altro…giù, Sirius, Mulciber ti sta lanciando un Bolide! E Black segna! Dieci a zero per Grifondoro! >>.
Felpato sollevò il pugno nel mentre filava sotto il mare scarlatto che urlava di gioia, e James lo raggiunse per dargli un cinque.
<< Così, amico! >> gli urlò nel vento.
<< Serpeverde ha la Pluffa, Lestrange si avvicina pericolosamente alla porta…oh, attenzione, la Vance gliel’ha rubata! Vai, Emmeline, hai campo libero…ehi, ma che cavolo fa?! >>.
James si voltò appena in tempo per vedere Emmeline finire quasi disarcionata dalla scopa nel mentre Mulciber la urtava. Parecchi Grifondoro sugli spalti balzarono in piedi e iniziarono a urlare come forsennati.
<< Scusate, non l’ho vista! >> si giustificò ridacchiando il Battitore.
Qualche istante dopo, Sirius si fece passare la mazza da Stone e lo colpì in testa. Il naso di Mulciber finì dritto sul manico della scopa e cominciò a sangunare copiosamente, nel mentre i Grifondoro applaudivano soddisfatti.
<< Basta così! >> fischiò Madama Bumb, saltando sulla sua scopa e mettendosi in mezzo ai due << Rigore a Grifondoro per fallo immotivato ad un suo Cacciatore…e rigore a Serpeverde, per deliberata aggressione ad un suo Battitore! >>.
<< Ma insomma! >> protestò Sirius, tuttavia James gli fece cenno di lasciar perdere.
Emmeline scattò in avanti per battere il rigore e segnò. James voltò bruscamente la scopa e vide Lestrange che volava in avanti per battere quello a favore di Serpeverde. Frank era accovacciato davanti alla porta di Grifondoro, con le mascelle serrate e l’espressione concentrata, tanto che la sua fronte era imperlata di sudore.
<< Naturalmente Frank Paciock è un ottimo Portiere! >> urlò Edgar Bones per incoraggiarlo << Siamo tutti certi che…oddio, non ci credo! L’ha parata! Frank Paciock l’ha parata! Venti a zero per Grifondoro e via! >>.
Tirando un sospiro di sollievo, James sfrecciò in alto, cercando il Boccino con lo sguardo, nel mentre stava attento a non perdere una sola parola dei commenti di Edgar. Lanciò un’occhiata a Regulus, che volava dalla parte opposta del campo, ma anche lui non sembrava avere fortuna. Emmeline, Jack e Sirius dovevano sbrigarsi a raggiungere i quindici gol…
<< Hamilton è in possesso di palla, no, è Serpeverde in possesso…ma quello là chi è, Parkinson? No, colpo di scena, Grifondoro torna con la Pluffa grazie ad Emmeline Vance, sta risalendo il campo…L’HA FATTO APPOSTA! >>.
Avvertendo del trambusto, James calò di quota per capire che cosa fosse successo e fortunatamente vide Regulus fare lo stesso. Lestrange aveva deliberatamente scartato davanti a Emmeline e invece di rubarle la Pluffa l’aveva trattenuta per un braccio. La fanciulla si rovesciò in aria e mantenne miracolosamente la presa sul manico, ma perse la palla. Subito il fischietto di Madama Bumb sibilò minaccioso nel mentre lei sfrecciava verso Rodolphus e gli urlava contro. Qualche istante dopo, Jack Hamilton segnò un’altra rete.
<< Trenta a zero! >> urlò Bones, più esaltato che mai << Vi sta bene, razza di imbroglioni…>>.
In quel momento James perse ogni interesse per la cronaca. Avvertì un’improvvisa ondata di eccitazione e le budella gli si attorcigliarono, dato che aveva appena visto il Boccino, più scintillante che mai, mentre svolazzava accanto alla porta di Grifondoro. Tuttavia mantenne la calma: sapeva che era ancora troppo presto per prenderlo, doveva solo tenere lontano Regulus…
Fingendo un’improvvisa concentrazione, James voltò la scopa di scatto e filò dalla parte opposta, verso il campo di Serpeverde. Il suo trucco funzionò all’istante: Regulus sbiancò e si affrettò a inseguirlo, convinto che avesse visto il Boccino. Persino tutti gli altri giocatori di Serpeverde si distrassero, consentendo a Grifondoro di segnare altre due reti. Edgar Bones non stava più nella pelle, nel mentre anche tutta la folla, sia verde che rossa, seguiva James e Regulus con lo sguardo…
Ad un tratto, un improvviso Bolide sfrecciò a pochi centimetri dal Capitano di Grifondoro, tirato dal gigantesco Battitore Bulstrode. Un istante dopo, un altro Bolide gli sfiorò il gomito dalla parte opposta, dato che anche Mulciber si stava avvicinando per fermare la sua avanzata.
“Poveri illusi ” pensò James, sorridendo fra sé “Credono di poter essere più furbi di me…”. Ebbe una visione fugace di entrambi i Battitori che gli si avvicinavano da dietro, così, all’ultimo secondo, puntò la scopa verso l’alto e sfrecciò via, lasciando i due idioti a scontrarsi l’uno contro l’altro per poi finire a travolgere anche Regulus con un fragore assordante.
<< AH! >> strillò Edgar, mentre i tre si allontavano massaggiandosi la testa << Potter vi ha fatto un bello scherzetto, eh? Che birbante…nel frattempo Grifondoro ha segnato due volte, siamo cinquanta a zero per i leoni…dunque Black prende la Pluffa, Lestrange lo insegue…ma tiragli un pugno, Sirius! Scherzavo, professoressa McGranitt, scherzavo…uffa, Lestrange prende la Pluffa, vola verso la porta di Grifondoro e…vai, Frank! >>.
Ma la seconda volta Serpeverde segnò; ci fu uno scoppio di grida e applausi da parte della marea verde e argento ed Edgar si lanciò in una serie di imprecazioni così colorite che la McGranitt tentò di strappargli la bacchetta di mano.
<< Scusi, professoressa! Starò buono ora, lo giuro, anche se quelle merdacce…ehm, volevo dire, Serperverde segna, siamo cinquanta a dieci, ma Grifondoro non si lascia abbattere e torna rapidamente in possesso di palla, con Emmeline Vance in testa…>>.
Quella partita si stava rapidamente trasformando nella guerra fra Case più accesa che si fosse mai vista nella storia di Hogwarts. Furiosi che i Grifondoro avessero già così tanto vantaggio, i Serpeverde iniziarono a ricorrere ad ogni mezzo di sabotaggio pur di prendere la Pluffa, dato che il loro Cercatore non si dava una mossa a prendere il Boccino. Mulciber colpì Hamilton con la mazza e si giustificò dicendo che gli era scivolata di mano; in cambio Richard Stone gli diede una gomitata in faccia, facendolo quasi cadere dalla scopa. Madama Bumb assegnò rigori ad entrambe le squadre e fortunatamente Frank fece un altro salvataggio miracoloso, portando il punteggio a sessanta a dieci per Grifondoro.
James svolazzò accanto all’amico in porta e gli urlò qualche incoraggiamento, poi fece cenno a Sirius di sbrigarsi e tornò a sorvolare il campo. Il Boccino era sparito e il piccolo Black continuava a stargli alle calcagna, tuttavia il ragazzo era certo che non si sarebbe lasciato ingannare un’altra volta. Ma, non appena Grifondoro avesse raggiunto i centosessanta punti…
Emmeline e Sirius segnarono una rete a testa, arrivando a ottanta a dieci. Stone e Coote sfrecciarono loro accanto con le mazze levate, in caso qualche Serpeverde stesse meditando vendetta, e questo permise a Hamilton di avere campo libero. Novanta a dieci.
Mulciber e Bulstrode, inferociti, approfittarono dell’assenza dei Battitori di Grifondoro per sfogarsi con Frank, sparandogli contro due Bolidi; lo colpirono violentemente allo stomaco e il portiere rotolò in aria, stretto alla sua scopa come se fosse un’ancora di salvezza. James urlò immediatamente a Stone di andare in difesa, ma Madama Bumb, fuori di sé, lo precedette e assegnò ben due rigori a Grifondoro. Sia Hamilton che Sirius segnarono, portando Grifondoro a centodieci.
Qualche istante dopo, Coote sparò un Bolide contro William Parkinson, facendogli perdere la Pluffa; Emmeline colse al volo l’occasione e la spedì dritta della porta di Serpeverde con un calcio, lasciando attonito il Portiere Rodrick. Centoventi a dieci. La folla di Grifondoro non stava più nella pelle dall’entusiasmo e Edgar Bones non aveva quasi più voce, a furia di urlare il risultato. Serperverde segnò un altro paio di reti, ma i tre Cacciatori di Grifondoro non si diedero per vinti e continuarono a segnare.
Dopo tre quarti d’ora di gioco sporco e violento, la partita era centonovanta a quaranta per Grifondoro. James iniziò ad avvertire centinaia di occhi seguirlo da una parte all’altra del campo, nel mentre filava alla ricerca del Boccino. Ora la squadra aveva centocinquanta punti di vantaggio, quanto bastava per vincere la Coppa…Regulus continuava a stargli attaccato come un parassita…
E poi lo vide. Il Boccino scintillava dieci metri più in alto, come se lo stesse aspettando. James si diede una spinta con le gambe e accelerò rapidamente, perdendo ogni interesse al gioco…il vento gli fischiava forte nelle orecchie, tuttavia ormai era così vicino…
Allungò una mano, già pronto a sentire il boato della folla, quando improvvisamente avvertì la sua scopa rallentare. Confuso, si guardò alle spalle per capire che cosa stesse succedendo e vide con orrore crescente che Regulus, ormai disperato, in un ultimo gesto si era lanciato in avanti e lo stava trattenendo per la coda della scopa.
<< Levati, impiastro! >> gridò James, così furioso che cercò di allungarsi per picchiarlo, senza riuscirci.
Regulus ansimava nello sforzo di trattenere la scopa << Niente di personale, Potter…>>.
<< Mollami subito! >>.
<< Rodolphus mi punirà, se non sarò io a prendere il Boccino…>>.
<< VATTENE! >>.
Senza fare altre obiezioni, il piccolo Black lo lasciò andare con gli occhi che scintillavano in modo divertito e, non appena si voltò, James capì il perché. Naturalmente, il Boccino era scomparso.
Non appena anche tutto il pubblico si rese conto della cosa, l’intero stadio balzò in piedi: i Serpeverde gioivano e urlavano il nome di Regulus come se fosse il loro salvatore, mentre i Grifondoro pestavano i piedi dalla rabbia e reclamavano a gran voce un rigore. Edgar Bones stava ululando improperi a tutto spiano, affiancato dalla McGranitt, e non si accorse nemmeno che Sirius aveva battuto il rigore segnando l’ennesima rete.
<< Serpeverde in possesso…Lestrange tira e segna, bravo…siamo duecento a cinquanta per Grifondoro…>>.
James si distrasse quanto bastava per notare che Emmeline, la quale aveva ripreso di nuovo la Pluffa, era in serio pericolo: più di metà della squadra avversaria stava risalendo il campo con tutte le intenzioni di bloccarla…senza pensarci due volte, si chinò sul manico di scopa e si spinse un avanti, filando come un razzo verso le serpi, che si dispersero subito, lasciando alla ragazza campo libero…
Proprio quando Emmeline era ormai sul punto di tirare, James vide qualcosa che gli paralizzò il cuore. Regulus, che aveva perso di vista giusto per un secondo, stava cadendo in picchiata, sul volto un’espressione trionfante. Laggiù, a pochi centimetri dal suolo, c’era un vago scintillio dorato…
James, con il cuore in gola, spronò all’istante la sua scopa mentre tutto il pubblico cadeva in un silenzio di tomba, trattenendo il fiato. Persino i Cacciatori si bloccarono a mezz’aria, lasciando perdere la Pluffa. Ora tutta l’attenzione era concentrata sulla lotta all’ultimo sangue dei due Cercatori. James raggiunse Regulus, si appiattì lungo il suo manico di scopa, scansò per miracolo un Bolide di Mulciber…ormai era alla pari del Serpeverde…
Senza pensarci due volte, il Capitano di Grifondoro si sollevò in piedi, staccando entrambe le mani dalla scopa, spinse via con un gesto secco il braccio di Regulus e…
<< L’HO PRESO! >>.
Con una mossa spettacolare, interruppe in fretta la sua folle corsa e si riallineò in orizzontale, sollevando trionfante il pugno in aria, dove stringeva fra le dita la minuscola pallina dorata. E l’intero stadio esplose.
<< GRIFONDORO VINCE LA COPPA! >> urlò a gran voce Edgar Bones, abbracciando di slancio la professoressa McGranitt, che aveva gli occhi pieni di lacrime << Incredibile presa del Capitano Potter, semplicemente eccezionale…>>.
L’intera squadra di Grifondoro si ricongiunse in aria, avviluppata in un abbraccio collettivo, tuttavia mancava ancora qualcuno…
<< Ram, dove vai? >> gridò Sirius, perplesso, ma James lo superò di corsa finché non raggiunse il punto degli spalti dove era seduta Lily.
La fanciulla gli andò subito incontro con un’espressione spendente di felicità e James, senza riflettere, senza averlo premeditato e men che meno essersi preoccupato del fatto che l’intera Hogwarts li stesse guardando, la prese per la vita e la baciò. Lily si dimenticò subito della gente che li osservava con aria sbalordita; si dimenticò di tutto tranne del calore delle labbra di James sulle sue. Avvertì la pelle accendersi e infiammarsi, mentre tutto il suo corpo diventava una fornace di desiderio.
Il cuore prese a batterle furiosamente nel petto e certamente non avrebbe mai smesso di baciarlo se una voce lontana, confusa, non avesse esclamato << Beh, certamente questa è stata una giornata avvincente per Potter…ha vinto la Coppa, ha avuto la ragazza dei suoi sogni…però, Lily cara, alla squadra serve il Capitano, avrete tutto il tempo dopo…>>.
Ridendo, Lily e James si staccarono e si lanciarono uno sguardo pieno di amore, poi il ragazzo sfrecciò di nuovo in aria, verso la sua squadra che lo aspettava per festeggiare. Ondate di tifosi scarlatti si riversarono in campo scavalcando le barriere e ben presto l’intera squadra fu issata sulle spalle dei Grifondoro. Tutti saltavano e urlavano senza più un minimo di dignità, compresa la professoressa McGranitt, che singhiozzava segna ritegno sulla spalla di Edgar Bones, nel mentre lui faceva delle linguacce ai Serpeverde.
Poi James fu spintonato in avanti, verso il podio, dove il professor Silente lo attendeva in piedi con l’enorme Coppa del Quidditch fra le mani, sorridendo dietro le lenti a mezzaluna. Nel mentre un singhiozzante Sirius gli passava la Coppa e James la sollevava in aria, il ragazzo sentì che quello sarebbe stato il giorno più bello di tutta la sua vita.
A poca distanza da lì, Alice Prewett si distaccò un attimo dal fidanzato e raggiunse con un paio di saltelli l’amica Emmeline Vance, circondata da ammiratori. Non ci fu biosgno di parole: Emmeline sospirò sonoramente, dopodiché estrasse un sacchetto pieno di monete dalla tasca della divisa e lo passò ad Alice, che emise un gridolino di gioia.
<< Te l’avevo detto, Vance >> commentò, orgogliosa del proprio trionfo.
<< Non è detta l’ultima parola, Prewett. Non sai se si sposeranno >>.
<< Ah, davvero? Guardali >>.
Sbuffando, Emmeline si voltò a fissare i due soggetti della precedente scommessa. Lily stava correndo a rotta di collo verso James e, quando lo raggiunse, lui la sollevò in aria come se fosse una bambina, poi la riposizionò a terra e se la strinse forte al petto. Lei gli cercò la bocca e per un attimo parve che intendessero divorarsi a vicenda solo con la forza del desiderio.
Nonostante avesse perso la scommessa, Emmeline non potè fare a meno di aprirsi in un gran sorriso. Alla fine, era destino che andasse così. Quei due non avevano fatto altro che perdersi per poi ritrovarsi, odiarsi per poi amarsi…erano davvero strani e complicati, ma così felici da farle pensare che, per una volta, il vero amore avesse trionfato per davvero.



Quella sera Lily e James stabilirono di non fermarsi troppo ai festeggiamenti per la vittoria di Grifondoro. Naturalmente non poterono sparire prima di aver fatto innumerevoli brindisi e non prima di aver visto Emmeline Vance fare il bagno nuda nel Lago Nero a causa di una scommessa perduta contro Alice. Tuttavia, verso la mezzanotte, James trovò Lily che ballava insieme alle amiche e le fece cenno di seguirlo fuori dalla Sala Comune. Lily, che non desiderava altro da tutta la sera, accettò immediatamente. Ignorò le occhiate piene di sottintesi di Alice e Mary e seguì James attraverso il buco del ritratto.
<< Dove mi stai portando? >> gli domandò ridendo.
James le passò il Mantello dell’Invisibilità sulle spalle e le fece segno di tacere, mostrandole sulla Mappa del Malandrino che Gazza era a poca distanza da loro. La fanciulla annuì, dando segno di aver capito, e si mise una mano sulla bocca. Nel silenzio più totale, i due ragazzi salirono le scale che conducevano dritte alla Torre di Astronomia, facendo molta attenzione a non farsi scoprire. La McGranitt aveva dato loro il permesso di fare baldoria fino alle due, dunque avevano ancora due ore di tempo per restare a bighellonare in giro senza la possibilità di essere puniti.
Erano quasi arrivati a destinazione quando davanti a loro qualcosa si mosse così all’improvviso che i due, dimenticando di essere invisibili, si ritrassero nell’ombra, nel mentre un lume si accendeva nel corridoio. Si trattava della supplente Umbridge, che camminava spedita nel suo completo da notte rosa adorno di fiocchi azzurrini, diretta all’ufficio della McGranitt.
<< Ora vedranno >> borbottava fra sé e sé << Tutto questo baccano per una stupida partita! Ah, Minerva mi sentirà…>>.
James e Lily la lasciarono avanzare, continuando a restare fermi contro il muro, poi, non appena furono al sicuro, scoppiarono entrambi in una risata fragorosa, che fece svegliare molti dei ritratti appesi alle pareti.
<< Mi sa che la cara Ursula avrà una brutta sorpresa >> ridacchiò James << La McGranitt odia chi le disturba il sonno >>.
Senza smettere di ridere, salirono la ripida scala a chiocciola che conduceva in cima alla torre. Soltanto quando furono all’aria aperta si tolsero il mantello e Lily si avvicinò con aria incantata alla balaustra.
<< Oh, James >> mormorò, mentre gli occhi le si riempivano di meraviglia << Quassù c’è una vista incredibile >>.
<< Beh, ho pensato che fosse una piacevole simmetria portarti a vedere le stelle, come la prima volta che hai accettato di fare una passeggiatina notturna con me >>.
La fanciulla si voltò verso di lui con un sorriso luminoso e gli attorcigliò le braccia attorno al collo << Già, me lo ricordo molto bene…>>.
All’improvviso il vento li assalì come un lupo famelico, afferrando i capelli rossi di Lily e aggrovigliandoglieli attorno alla testa. James la tenne stretta per non farle prendere freddo, ma Lily rise e piroettò felice. Il ragazzo la fissò per qualche istante, totalmente incantato dalla sua bellezza, poi la prese per mano e la convinse a rifugiarsi all’interno della classe.
Insieme entrarono barcollando sotto le raffiche e James chiuse la porta. Si lasciarono cadere ansimando lungo la parete, poi lui la sollevò in piedi con un gesto fin troppo cerimonioso e un sorrisetto malizioso sul volto. Prima che Lily potesse chiedergli che cosa avesse in mente, lui estrasse dalla tasca due bicchieri puliti e una bottiglia di ottimo vino elfico, probabilmente rubati dalla festa.
<< Allora, mia cara signorina Evans >> esordì, passandole la bevanda << A cosa brindiamo? >>.
<< Io direi a noi >> propose Lily, sorridendo << A noi e al nostro reciproco odio >>.
James strabuzzò gli occhi << Odio? Perché mi odi, Lily? >>.
<< Sbagliato, Potter. Io ti amo >>.
Il ragazzo per poco non avvertì le ginocchia piegarsi dall’emozione, il che era una novità per lui, abituato com’era ad essere sempre padrone di sé e della situazione. Lily lo fissò dritto negli occhi nel mentre la guardava con quell’aria disperata, bramosa; avvertì il respiro accelerare e lo stomaco le si attorcigliò dal nervosismo, dato che, per la prima volta, si rese conto che lei e James erano soli. Più di quando facevano le ronde, più di quando lui l’aveva intrappolata in bagno, persino più di quando dormivano nello stesso letto. Erano soli, senza gente pronta a dividerli, senza barriere, senza ostacoli. Si erano confessati l’amore che provavano l’uno per l’altra e finalmente potevano stare insieme ufficialmente.
<< Vieni qui >> le mormorò James.
Lily non desiderava altro che stringersi a lui, ma le sue gambe erano bloccate dalla paura. Aveva sentito spesso parlare della cosiddetta “prima volta”, Alice stessa le aveva confidato che era stata un’esperienza traumatica…eppure, non avrebbe voluto farlo con nessun altro, se non con James Potter.
Il ragazzo le andò più vicino e le prese con delicatezza il viso fra le mani << Sei…spaventata? >>.
Lily abbassò gli occhi, sopraffatta dall’intensità del suo sguardo << Un pochino…>>.
<< No, per favore, non avere paura di me >>.
James la baciò con una tale passione, con un tale amore che Lily avvertì il desiderio divampare dentro di sé, proprio come le era accaduto quella mattina, e vacillò all’indietro, perdendo quasi l’equilibrio.
<< Lily, io…non posso più controllarmi, desidero così tanto fare l’amore con te…>> James si interruppe e la obbligò a guardarlo << Ma non farei mai qualcosa che non vuoi. Quindi, se preferisci aspettare, io…>>.
Lily non voleva sentire altro. Gli passò un dito sulla bocca per zittirlo, poi intrecciò le dita nei suoi morbidi capelli neri e lo baciò fino a ritrovarsi totalmente inebriata da lui. Senza rendersene conto, si avvinghiarono strettamente l’uno all’altra e James le accarezzò la schiena nuda sotto la maglietta, tracciandole il profilo della spina dorsale costola dopo costola e facendole venire i brividi. Poi passò a baciarle il viso, le guance, il naso, il contorno degli occhi, sussurrando il suo nome come una benedizione fra una carezza e l’altra. Quando le depositò un bacio sul collo, Lily ebbe un involontario spasmo e improvvisamente dimenticò ogni timore. Dimenticò tutto, tranne James. Lì, in quel momento, vicina a lui…si rese conto che non era mai stata così vicina al paradiso.
Con un sospiro appassionato, si staccò un attimo da lui e lo obbligò a spogliarsi, togliendogli gli occhiali e sollevandogli le braccia. James acconsentì, ridendo, e la lasciò totalmente sgomenta. Prima di allora la fanciulla aveva già visto il suo fisico slanciato, tuttavia non aveva mai avuto la possibilità di ammirarlo appieno in ogni suo dettaglio; James era snello, ma allo stesso tempo muscoloso, talmente bello che non credeva di aver mai visto così tanta perfezione in vita sua. Si avvicinò a lui e gli sfiorò i pettorali, scendendo poi giù fino agli addominali ben fatti: era qualcosa di bellissimo potergli toccare la schiena, le spalle e le braccia nude.
Stringendola, assaporandola, nel mentre lei si avvinghiava a lui sempre di più, con le labbra annegate e inondate del suo amore, James si sentì improvvisamente grato di aver vissuto solo per poter avere un momento del genere.
<< Santo cielo, Evans >> ansimò << Baciarti è straordinario >>.
La strinse di più a sé, mentre le sue labbra diventavano sempre più esigenti e le sue mani più insistenti, tanto che Lily, sopraffatta dai sensi, non riusciva quasi a tenere gli occhi aperti, sebbene non volesse perdersi neanche un secondo di lui. James le passò poi una mano sui fianchi e scese giù fino alle gambe, che la fanciulla schiuse involontariamente, gemendo sotto le sue labbra.
<< Fermati >> lo pregò Lily, poiché stava pericolosamente oscillando all’indietro, vicina a cadere.
Per tutta risposta, James la sollevò come se fosse una piuma, intrecciandosi le sue gambe attorno al bacino, e la schiacciò contro la parete, senza smettere di baciarla dappertutto.
<< Fermati >> lo supplicò di nuovo Lily, rovesciando la testa all’indietro. La sensazione era troppo intensa da tollerare…
Solamente quando lei cessò di supplicarlo e iniziò a gemere, James finalmente decise che era ora di fermarsi e si esibì in un compiaciuto sorrisetto. La sollevò di nuovo senza sforzo e la posò con delicatezza sopra la cattedra dove la professoressa Sinistra era solita fare lezione.
<< Sei così piccola e delicata che ho sempre paura di poterti fare del male…>> le mormorò piano ad un orecchio.
Lily sbuffò e lo trascinò sopra di sé. Dentro di lei crebbe un’improvvisa forza che prima di allora non aveva mai sospettato di avere, un qualcosa di inebriante e sacro al tempo stesso, talmente strano e intenso da essere indescrivibile. Si sentì consumare da un fuoco, intimo e passionale, che bruciava ardentemente dentro di lei, e fu un vero e proprio sollievo quando James le strappò via gli ultimi indumenti che le erano rimasti addosso.
<< Sei così bella >> sussurrò lui, ammirando estasiato ogni singolo centimetro del suo corpo << Così bella…>>.
La fanciulla non staccò un solo secondo la bocca dalla sua, nel mentre si aggrappava a lui, con le braccia e le gambe così strette da sentire male, ma in quel momento non le importava: James Potter era suo, finalmente, e non gli avrebbe mai più permesso di sfuggirle. Lui rideva in modo leggero di fronte alla sua foga selvaggia, ma nei suoi occhi non c’era alcun distacco, anzi Lily poteva quasi scorgere lo stesso furore che sicuramente albergava anche nel suo sguardo; erano totalmente, completamente persi l’uno dell’altra.
<< Oh, Lily >> sussurrò James, baciandole avidamente il collo << Non merito ciò che stai per darmi >>.
<< E a chi potrei darlo, se non a te? >> la fanciulla si strinse a lui ancora di più << Voglio che sia tu. Voglio essere amata da te, James Potter >>.
<< Ma, io…>>.
<< Basta parlare >>.
Lily gli prese di nuovo il viso fra le mani e lo baciò, intrecciando la lingua alla sua, e in pochi attimi la situazione fu oltre ogni controllo. La sensazione che James provocò in lei quella notte iniziò crescendo poco a poco, come la brace che si trasforma poi in fiamme violente. All’inizio provò dolore, sentendosi come se la stessero squarciando internamente, ma durò solo per qualche attimo. All’improvviso fu come se ogni singola fibra del suo corpo avesse preso fuoco, insieme alla stanza davanti a lei, il soffitto, la cattedra, i banchi, la luce soffusa e persino il volto di James sopra il suo, con gli occhi spalancati che bruciavano già pregustanto il momento. Restare in equilibrio sull’orlo di quel precipizio di estasi era una sensazione terribilmente dolce, ma anche angosciante…
Poi, ad un tratto, tutto scomparve.
Nonostante il temporaneo distacco con la realtà, Lily avvertì appieno la sua unione con James e non riuscì a resistere. Per tutto quel tempo si era sforzata di soffocare i suoi gemiti di piacere, a ridurli in sussurri, per paura che li potessero scoprire. Ma quell’esperienza straordinaria le strappò un urlo, che le uscì dalla bocca prima che potesse controllarlo. Ben presto alla sua voce si aggiunse anche quella James e fu impossibile distinguere l’una dall’altra; si ritrovarono così uniti, anche in quell’unico suono, che certamente rimbombò in ogni parte della torre e forse raggiunse persino le orecchie dell’intera Hogwarts.
Dopo qualche minuto, Lily ricominciò a sentire il contatto con la realtà e a respirare lentamente, sebbene il cuore le battesse ancora all’impazzata. Aveva la gola secca e le labbra umide; battè le palpebre, intontita dall’orgasmo, nel mentre avvertiva James tremare violentemente e poi rilassarsi contro di lei, senza fiato.
Rimasero sdraiati immobili per qualche istante, in un completo silenzio; Lily si sentiva completamente esausta, con i lunghi capelli appiccicati alle braccia, alla schiena e al seno. Finalmente James trovò il coraggio di alzare la testa e la scrutò. Non gli era mai sembrata così bella, con le guance imporporate, la bocca tutta arrossata e gli occhi ancora scintillanti di desiderio per lui. Ma il dettaglio decisamente più eccitante era il morso che si stagliava sulla pelle candida della spalla. Lentamente, ne percorse i bordi con la punta di un dito, provocandole un nuovo brivido.
Mia.
<< Come ti senti, Lily? Ti ho fatto male? >> le chiese preoccupato, con la voce un po’ arrocchita.
Lei per poco non riuscì a parlare, distratta dalla voglia assurda che aveva di ricominciare tutto daccapo << Sto bene. Mai stata meglio, in effetti. Tu? >>.
<< Magnificamente. Non avevo mai provato niente di simile >>.
Il suo sorriso era così luminoso, i suoi occhi così pieni di felicità e amore che Lily fu sul punto di piangere. Premette le labbra sulle sue e lo baciò dolcemente.
<< Adoro vedere quel morso sul tuo corpo >> le disse James, accarezzandola << Voglio che sia chiaro a tutti che mi appartieni >>.
Sapeva bene che era un rischio pronunciare quelle parole ad una ragazza determinata e orgogliosa come Lily, ma sentiva di poterselo permettere. Adorava il suo carattere battagliero, il coraggio, l’energia, la testardaggine, erano tutte qualità di lei che lo facevano impazzire. Tuttavia aveva bisogno di farle capire che non doveva mostrarsi sempre forte. Con lui poteva anche abbassare la guardia, fidarsi; si sarebbe preso cura di lei, avrebbe soddisfatto le sue necessità e i suoi desideri, per sempre, perché la amava alla follia.
<< Non sono mai appartenuta a nessuno, prima >> ribattè Lily in tono dolce.
<< Beh, perché non avevi mai avuto qualcuno alla tua altezza >>.
<< Dunque tu, James Potter, saresti all’altezza? >>.
<< No, per niente >> James la baciò sul naso << Ma ti giuro che d’ora in poi sarai la mia priorità su tutto. Per me conti più di qualsiasi altra cosa >>.
<< Ma…>>.
<< No >> obiettò lui << Niente “ma”. Più tardi penseremo a tutte le questioni pratiche e morali, ma ciò che conta davvero in questo momento è quello che proviamo >>.
Che ci amiamo.
<< Dimmi un po', Potter...quante ragazze hai amato così come me? >>.
<< Nessuna >> rispose lui senza esitare. E non era mai stato più sincero. Aveva avuto tante ragazze, quello sì, ma nessuna di loro, neanche lontanamente, gli aveva mai provocato una passione così violenta e disperata come quella che Lily aveva destato in lui quella notte.
Lily sospirò, appagata dalla sua risposta così immediata << E quante ne amerai dopo di me? >>.
James si voltò verso di lei e le ravviò i capelli << Nessuna. Nessuna sarà mai al tuo livello, per me. Ti amo così tanto…>>.
<< Mmm…e questo a quante ragazze lo dici? >>.
<< A tutte >>.
<< A tutte?! >>.
<< Sì, a tutte dico che ti amo >>.
James si inclinò verso di lei e la baciò, assaporando il contatto con le sue labbra morbide e calde.
<< Vorrei che il tempo si fermasse >> mormorò Lily, accoccolandosi vicino a lui << Voglio restare qui con te per sempre >>.
Non ci fu bisogno di altre parole. In pochi istanti ripresero da dove si erano interrotti, annegando in un mare di felicità e piacere che non avrebbero mai creduto di poter vivere insieme.
 


******



I prati attorno al castello erano tornati a essere del loro consueto verde brillante, il Platano Picchiatore era più rigoglioso che mai e il sole splendeva alto nel cielo quasi tutti i giorni, facendo scintillare la superficie levigata del Lago Nero: giugno era finalmente arrivato e, di norma, rappresentava il momento in cui si poteva tornare a casa per godersi i tre meritati mesi di vacanze estive. Ma per i poveri studenti del quinto e del settimo anno voleva dire solo una cosa: esami.
Per i ragazzi dell’ultimo anno, che avrebbero dovuto affrontare i fatidici M.A.G.O., gli insegnanti avevano smesso di spiegare da un bel pezzo, dedicandosi esclusivamente al ripasso degli argomenti che probabilmente sarebbero stati chiesti agli esami. Fortunatamente i Malandrini avevano fatto amicizia con le ragazze e non fu difficile organizzare gruppi di studio collettivo, soprattutto per aiutare i più bisognosi, come Peter, Frank o Mary.
Ognuno poi affrontava la faccenda in modo diverso. C’erano quelli, come James e Sirius, che non si preoccupavano minimamente dei M.A.G.O., parlandone come se fossero una sciocchezzuola che potevano affrontare benissimo senza aver aperto un solo libro. Invece le altre amiche Grifondoro erano un po’ più agitate, in particolare Lily. Quell’atmosfera così febbrile le aveva cancellato dalla mente qualsiasi cosa che non fossero le materie di studio, tanto che anche James aveva iniziato a sentirsi trascurato da lei. Da quando era iniziato giugno aveva notato che trascorreva parecchio tempo da sola, borbottando fra sé formule magiche in continuazione e, sebbene ormai stessero ufficialmente insieme, aveva persino avuto paura ad avvicinarsi.
<< Sembra uno zombie >> aveva mormorato preoccupato ad Alice e Mary una sera, nel mentre tutti e tre guardavano Lily che, libri alla mano, scriveva a raffica i riassunti di Trasfigurazione << A volte le parlo e sembra quasi che non mi riconosca >>.
<< Che ci puoi fare, è il suo modo di gestire la tensione >> gli aveva risposto Mary, allargando le braccia << E’ in ritiro pre esami >>.
James aveva sospirato pesantemente, incrociando le braccia sul petto. Almeno, Marlene e Sirius sfogavano l’ansia in attività decisamente più appaganti; Lily, invece, non aveva più voluto saperne non appena erano uscite le date delle prove, anzi una volta lo aveva persino cacciato via, urlandogli dietro che la distraeva troppo e non riusciva a studiare con lui così vicino.
Ma non era l’unica a essere completamente partita di testa. I Corvonero erano diventati più suscettibili che mai: al mattino, anziché prendere il solito succo di zucca, bevevano litri di caffè per restare svegli e concentrati e poter studiare così anche durante la notte. I Tassorosso parevano più tranquilli, ma ce n’erano alcuni, come ad esempio Edgar Bones, che avevano preso l’insopportabile abitudine di chiedere a tutti il metodo di ripasso.
Un giorno aveva bloccato James e Sirius in corridoio, prima di entrare nell’aula di Pozioni << Ciao, ragazzi, come va? State ripassando? >>.
<< Massì >> aveva risposto laconico Sirius col suo solito tono.
<< Quante ore studiate al giorno? >>.
<< Boh, non saprei >> Jamesi si era grattato la nuca << Un paio? >>.
<< Io otto >> aveva ribattuto fieramente Edgar << Di solito è la media, ma faccio anche di più. Per esempio, ieri sono arrivato a dieci, perché ho fatto Trasfigurazione prima di andare a colazione…>>.
Nel mentre lui aveva continuato a blaterare tutto orgoglioso, Sirius si era inclinato verso James e gli aveva sussurrato << Un’altra parola su questi dannati esami e giuro che lo crucio >>.
Fortunatamente in quel momento il professor Lumacorno li aveva sollecitati ad entrare, così i due amici erano riusciti a liberarsi di Edgar.
Dato che l’intera scuola era impazzita, i Malandrini, a eccezione di Remus, erano anche riusciti a mettere su un fiorente commercio di sostanze illegali capaci di accrescere la concentrazione e l’intelligenza. Naturalmente non era vero nulla, tuttavia era divertente vedere come la gente ci credesse davvero; in particolare erano soprattutto quelli del quinto anno a cascarci, i quali davano loro tutti i galeoni che avevano pur di passare i G.U.F.O. con dei voti decenti.
Il loro primo esame, il tema di Trasfigurazione, era in programma per il lunedì mattina. La sera prima, i ragazzi di Grifondoro decisero di trascorrerla tutti insieme in Sala Comune; James, che stava oziando su una poltrona con libro di Trasfigurazione aperto sulle ginocchia, si divertì a studiare i comportamenti degli amici, tutti palesemente in preda al panico, ma in modi diversi. Frank, per esempio, aveva acconsentito ad interrogare Alice, ma la fanciulla era talmente agitata che continuava a strappargli il libro di mano per controllare di aver dato la risposta esatta e alla fine i due cominciarono a litigare. Peter rileggeva febbrilmente gli appunti di due anni di Trasfigurazione Avanzata copiati di Lupin con le mani nei capelli e la fronte imperlata di sudore, mentre Remus se ne stava disteso sulla pancia di Mary e l’aiutava a ripetere le trasfigurazioni più complesse. Sirius, d’altro canto, era scappato da Marlene subito dopo cena per “ripassare”, anche se nessuno, ovviamente, gli aveva creduto. Infine, Lily se ne stava rannicchiata in un angolo della Sala Comune, tutta sola; ripeteva le formule a mezza voce, poi apriva immediatamente il libro per controllare se erano giuste e scoppiava in un piccolo singhiozzo quando si rendeva conto di aver commesso anche solo un piccolo errore.
James la osservò più a lungo rispetto agli altri. Poteva capire la sua tensione: prendere un bel voto ai M.A.G.O. rappresentava il loro biglietto d’uscita da Hogwarts e l’ingresso nel mondo reale, senza contare che, se davvero sognavano una carriera da Auror, avrebbero decisamente dovuto dare il massimo. Tuttavia, quella ragazza stava davvero esagerando.
Con un sospiro di liberazione, James scagliò via il libro di Trasfigurazione e balzò in piedi; tutti erano così presi a studiare che nessuno si accorse della sua manovra, così zampettò vicino a Lily e le chiuse di scatto il libro sotto il naso.
<< James, cosa fai?! >> strillò subito lei, andando nel panico << Non avevo ancora finito, mi manca tutta l’ultima parte…>>.
<< Adesso basta, Evans. Ormai lo sai a memoria, non puoi imparare nient’altro >>.
<< Questo lo dici tu. Ridammelo subito! >>.
<< No >>.
Sbuffando come un toro inferocito, Lily si slanciò verso di lui, ma James fu più lesto di riflessi e sollevò il braccio in alto, mettendo il libro al di fuori della sua portata. La ragazza saltellò per qualche istante, cercando di afferrarlo, ma alla fine rinuciò e crollò a terra, scoppiando in un pianto irrefrenabile.
<< Mi dispiace >> gli bofonchiò fra le lacrime << Io…mi sembra di non ricordare più nulla, e poi tutta questa tensione…>>.
<< Shss, va tutto bene >> James posò il libro lontano da lei, poi le accarezzò la testa come se fosse un animale selvatico << Devi solo rilassarti. Ora ci sono qui io >>.
Lily si aggrappò a lui << Mi dispiace se sono stata un po’…assente, ecco >>.
<< Direi che “assente” è un eufemismo. A volte sembravi un’altra >>.
<< Mi ami ancora? >>.
<< Oh, Lily, ma cosa ti frulla in quella bella testolina? Certo che sì. Però non voglio più vederti in questo stato >>.
Lily si asciugò le lacrime e per la prima volta si rese conto che non si faceva una doccia da almeno tre giorni << Hai ragione, faccio schifo. Ora andrò a lavarmi e poi mi metterò a letto senza più guardare quello stupido libro >>.
<< Brava ragazza >>.
<< Però non mi ricordo la sesta fase della trasfigurazione umana, quindi, se potessi dare solo una sbirciata…>>.
Tuttavia James fu più veloce di lei: afferrò di nuovo il suo libro e lo scaraventò dalla parte opposta della Sala Comune << Troppo tardi, mia cara. Su, va’ di sopra e mettiti a letto, ma aspettami prima di addormentarti >>.
La rabbia di Lily per il fatto che lui avesse appena lanciato il suo libro chissà dove svanì non appena udì quelle parole << Verrai? >>.
<< Certo >> James le diede un bacio sulla fronte << Come sempre >>.
Lily arrossì e gli occhi le si illuminarono dalla felicità, cosa che James non vedeva da quando avevano fatto l’amore per la prima volta. La tirò dolcemente a sé e la baciò sulle labbra, poi la esortò ad andare di sopra, sapendo che quella notte avrebbe dovuto superare sé stesso per farle dimenticare la tensione.
La mattina dopo, a colazione, nessuno aveva molta voglia di parlare; la tensione era così palpabile che la si sarebbe potuta tagliare a fette con un coltello. James andò accanto a Lily e le strinse la mano, nel mentre si radunavano nella Sala d’Ingresso e attendevano il loro turno. La Sala Grande era stata allestita esattamente allo stesso modo di quando avevano fatto i G.U.F.O., solo che questa volta non c’era nessuno dei loro insegnanti presente; gli esaminatori erano tutti funzionari del Ministero estremamente competenti.
Furono fatti sedere in base al loro cognome e Jame finì vicino a Frank, perdendo di vista Lily; la cosa lo scocciò parecchio e tenne il muso finché non avvertì che era arrivato il momento di cominciare, allora voltò il foglio e per poco non si mise a ridere. Allungò il collo, cercando la chioma della sua amata e la vide già tutta impegnata a scrivere, così anche lui chinò il capo e iniziò a darsi da fare.
Il giorno seguente alle due prove di Trasfigurazione (che a James erano sembrate una vera sciocchezza) fu la volta di Pozioni, dove iniziarono i dolori. Non era mai stata una delle sue materie preferite e per sua sfortuna finì nelle vicinanze di Piton, che non mancò certo di fulminarlo con occhiate malvagie e spostò persino il suo foglio in modo che fosse impossibile copiare. Fortunatamente Lily, che fu la prima a finire, nel mentre passava accanto al suo banco per uscire dall’aula lasciò accidentalmente cadere un foglietto dove c’erano scritte tutte le risposte; era stata così abile da stregarlo in modo che sembrasse solamente un innocuo fazzoletto tranne che per gli amici, tanto che passò di mano in mano ai Malandrini e poi anche alle amiche di Lily senza che nessuno si accorgesse di nulla. La prova pratica del pomeriggio andò meglio, dato che la Evans fece in modo di posizionarsi davanti affinché tutti gli amici, appostati dietro di lei, potessero copiare passo passo le sue mosse. Alla fine uno degli esaminatori se ne rese conto e la spostò in fondo alla classe, ma ormai si era verso la fine e tutti avevano già superato le fasi più difficili.
Il terzo giorno fu piuttosto denso, dato che ebbero al mattino le prove scritte di Incantesimi ed Erbologia e, per chi le frequentava, anche Cura delle Creature Magiche e Aritmanzia. James uscì dall’aula col cervello fumante e fu immensamente grato a Sirius e Frank quando gli proposero di trovarsi in Guferia a fumare anziché ripassare per la prova pratica di Incantesimi del pomeriggio. Fu un bene, perché si ritrovò all’esame molto più rilassato e risolse con maestria tutti gli incantesimi che gli vennero richiesti.
Poi scorse la professoressa Vector e gli chiese dove si stesse tenendo l’esame di Aritmanzia, in modo da fare una sorpresa a Lily. La aspettò fuori dall’aula e, quando la vide arrivare, le andò incontro per abbracciarla, ma la fanciulla era di pessimo umore.
<< Com’è andata? >> le domandò James, temendo la risposta.
<< Ho sbagliato a tradurre una frase >> borbottò Lily.
<< Ah, beh >> ribatté lui, sollevato, nel mentre entravano nella Sala Comune << In fin dei conti è solo un errore, scommetto che prenderai comunque…>>.
<< Tu non capisci, è una frase intera! Potrebbe fare la differenza fra promozione e bocciatura! >> Lily si divincolò dalle sue braccia con uno strattone << Ora vado a ripassare per l’esame di Antiche Rune. Ci vediamo stasera per la ronda >>.
Prima che James potesse dire qualcosa, Lily, che sembrava decisa a restare del suo umore tempestoso, salì le scale che portavano al dormitorio femminile e sbattè la porta così violentemente che il ragazzo la udì fin da sotto.
Sirius, che aveva assistito a tutto, si avvicinò a James e gli diede una pacca di conforto sulla spalla << Una ragazza così amabile, così dolce…>>.
<< Lasciamo stare >> borbottò l’altro << Dimmi che anche Marlene è così >>.
<< Peggio. Partitina a scacchi, Ram? Almeno, vedendomi perdere come ogni santa volta, ti tornerà il buon umore >>.
<< Buona idea, Felpato >>.



L’ultimo esame previsto della sessione M.A.G.O. era quello per Difesa contro le Arti Oscure, che si sarebbe consistito in una sola prova pratica, tuttavia ai poveri studenti fu concessa una pausa di due giorni prima di affrontarlo. Fu così che, il sabato mattina, Lily radunò tutti i Malandrini nella Stanza delle Necessità alle otto in punto e chiese loro di insegnarle l’Incanto Patronus.
<< Sei sicura, Lily? >> le domandò James per l’ennesima volta. Era da tutta la notte che stava cercando di dissuaderla << Guarda che è magia molto avanzata. Ci vogliono anni di pratica >>.
<< Tu e i tuoi amici siete gli unici in grado di farlo e avete la mia stessa età >> protestò lei << Perché non dovrei anch’io? Ho sentito dire che potrebbe essere un’ottima presentazione per l’esame da Auror >>.
<< Cioè ci hai trascinati qui solo per il tuo curriculum? >> borbottò Sirius, il quale stava ancora sbadigliando apertamente e non vedeva l’ora di tornare a letto.
<< No…voglio davvero imparare >>.
<< E va bene >> James alla fine si arrese e sospirò sonoramente, dopodiché lasciò spazio a Remus << Professor Lupin, a lei la spiegazione >>.
L’amico lo spintonò in modo scherzoso di fronte alla sua provocazione, poi si avvicinò a Lily, che stringeva nervosamente la bacchetta fra le dita << Allora, Lily…come già saprai, quando l’incantesimo funziona correttamente evoca un Patronus, il quale è una sorta di forza positiva, una proiezione delle cose di cui si alimentano i Dissennatori, come la speranza, la felicità o il desiderio di sopravvivere >>.
<< Ha un aspetto uguale per tutti? >>.
<< In teoria no, ciascuno è unico per il mago che lo evoca. Ma spesso si sente dire che due anime molto affini potrebbero avere un Patronus simile, magari maschio e femmina di uno stesso animale >>.
Lily annuì << Va bene, ho capito. Come faccio a evocarlo? >>.
<< La cosa in sé sembra molto banale: dovresti concentrarti su un solo ricordo molto felice. Il più felice di tutti >>.
La fanciulla ebbe una fugace visione di tutta la sua vita; alla fine era stata una ragazza abbastanza fortunata, aveva vissuto diversi momenti in cui era stata molto felice . Come avrebbe fatto a scegliere?
<< Non sottovalutare l’importanza del ricordo >> le suggerì Remus << Se non è abbastanza potente, il tuo Patronus non avrà la forza necessaria per proteggerti >>.
Alla fine Lily scelse il momento in cui le era arrivata la sua prima lettera da Hogwarts e aveva capito di essere una strega. Cercò di ricordare con tutta sé stessa la sensazione di sorpresa mista a pura gioia che l’aveva colta e chiuse gli occhi.
<< Ti stai concentrando sul ricordo? >> le chiese Lupin. << Sì >>.
<< Allora prova a dire: Expecto Patronum >>.
Lily aprì gli occhi e ripetè la formula un paio di volte, focalizzandosi sulla sua felicità. All’improvviso qualcosa di argentato schizzò fuori dalla sua bacchetta, come una sorta di vapore fugace, ma il tutto svanì nel giro di pochi secondi.
<< Oh >> mormorò, delusa.
James le andò vicino e le accarezzò un braccio << Non preoccuparti, a nessuno riesce la prima volta. Ti andrebbe di vedere una dimostrazione? >>.
<< Certo >>.
Ramoso guardò in direzione del suo migliore amico, il quale sollevò gli occhi al cielo, ma alla fine annuì e si fece avanti, aprendo le braccia. Chiuse gli occhi e sollevò in aria la bacchetta, poi fece un respiro profondo e un sorriso beato gli si dipinse sul volto. Quasi subito un flusso color argento spuntò dalla punta della sua bacchetta e assunse vagamente le dimensioni di un grosso cane, lo stesso nel quale Sirius si trasformava ogni volta che diventava un Animagus. Il cane scodinzolò per un po’ nei pressi di Lily e James, dopodiché svanì.
<< Grazie, Felpato >>.
<< Non c’è di che. Allora, Lily: hai sentito qualcosa? >>.
<< Beh, in realtà non so bene che cosa dovrei sentire di preciso >>.
<< Mmm. Ram, perché non provi tu? Forse ha bisogno di un collegamento più emotivo >>.
James annuì << Buona idea >>.
Nel mentre si avvicinava a lei, la fanciulla gli sussurrò << Ma io so già com’è fatto il tuo Patronus >>.
Lui sorrise leggermente, ricordando le circostanze in cui ciò che avvenuto << Già, ma stavolta cercherò di trasmetterti un po’ delle mie emozioni. Vediamo se così riusciremo a far sgorgare l’animale che è in te >>.
La fanciulla cercò di non sussultare quando lui le cinse la vita con le mani e la trascinò accanto a sé. Era incredibile come James riuscisse a farle ancora quell’effetto. Stavano insieme ufficialmente da circa un paio di mesi, tuttavia il desiderio per lui non accennava mai a svanire, anzi era persino aumentato. Molte volte era difficile controllarsi persino quando erano circondati dagli amici. Lily cercò di scacciare quella voglia dalla testa e seguì il suo consiglio: chiuse gli occhi, cercando di sintonizzarsi sul calore che proveniva dalle sue dita. Lo avvertì pronunciare piano la formula e qualcosa fischiò nell’aria accanto a lei, nel mentre la mano del ragazzo diventava sempre più incandescente. Non riuscendo a resistere, Lily sbirciò di sottecchi e rimase nuovamente incantata a fissare il grosso e maestoso cervo che galoppava elegantemente accanto a lei, come le era capitato la prima volta al lago. Improvvisamente avvertì una sorta di strappo allo stomaco e comprese quale sarebbe stato il ricordo su cui avrebbe dovuto fare leva per evocare un vero Patronus.
Dimenticandosi totalmente della presenza di Sirius, Remus e Peter, Lily si sollevò sulle punte dei piedi e sfiorò le labbra di James << E’ stato incredibile, grazie. Ora penso di aver capito >>.
Il ragazzo le tenne il viso fra le mani e poi le sfiorò i capelli e le braccia. I suoi occhi sembravano ancora persi nel misterioso ricordo che riusciva a fargli evocare il cervo e per un istante Lily fu tentata di chiedergli quale fosse, ma si trattenne appena in tempo, ricordando che avrebbe dovuto aspettare che fosse James a volergliene parlare.
<< Ram, per favore >> borbottò Sirius, tossicchiando << Non per fare il guastafeste, ma stiamo cercando di farle evocare un Patronus e se tu resti lì a distrarla…>>.
Lily si allontanò da James e guardò i Malandrini con aria elettrizzata << Ho sentito qualcosa, ne sono certa. Credo di aver capito come fare >>.
Lupin battè le mani << Ottimo, allora devi concentrarti su quella sensazione: cerca di sfuttarla e impara a riconoscerla. Alla fine ti diventerà più facile individuarla e allora evocare un Patronus sarà un gioco da ragazzi >>.
Lily annuì, poi afferrò di nuovo le mani di James, che non si era spostato di un solo centimetro, incurante delle lamentele di Sirius. Chiuse gli occhi e si concentrò sul ricordo che aveva scelto: rammentò il freddo, lo strano impulso di avvicinarsi a James, la meraviglia che aveva provato quando lui le aveva mostrato il suo Patronus e…il momento in cui si erano baciati per la prima volta.
<< Brava, Lily, così. Fai un respiro profondo e lasciati invadere dal calore >> la voce di James era un sussurro caldo e rassicurante, quasi ipnotico, da cui Lily si lasciò avvolgere come se fosse una coperta accogliente << Adesso espira e lascia che la tua energia scorra attraverso la bacchetta >>.
Fece esattamente come le era stato detto. Avvertì un fiotto di calore intenso che la attraversava, nel mentre tutta la sua mente era concentrata su James che la spingeva contro un albero; in quel momento il ragazzo lasciò le sue mani, ma Lily non se ne rese neanche conto. Era come in trance.
<< Guarda, Lily >> la chiamò.
La fanciulla spalancò gli occhi e rimase senza fiato. Sotto il suo sguardo sconvolto, un animale bianco argento, simile nelle fattezze al Patronus di James, splendente e persino abbagliante, veniva verso di lei con la bella testa eretta e gli occhi grandi orlati da lunghe ciglia.
<< Che cos’è? >> mormorò piano, allungando una mano per toccarlo. Non le sembrava di aver mai visto nulla di più bello.
<< Una cerva >> le rispose piano James, sorpreso quanto lei << Il tuo Patronus…è una cerva >>.
Non appena il James che la stava baciando appassionatamente contro un albero svanì dalla sua testa, con lui se ne andò via anche quell’incredibile creatura e gli occhi di Lily tornarono a focalizzarsi sul James che le stava di fronte e la osservava con gli occhi pieni di amore e devozione.
<< Questo vuol dire…che siamo tipo anime gemelle? >>.
Lui scoppiò a ridere << Qualcosa del genere >>.
Poi la sollevò in aria senza preavviso e le diede un bacio appassionato. Lei gli gettò le braccia al collo e lo ricambiò con altrettanta passione, rendendosi conto che era proprio lui l’elemento necessario per farle evocare un Patronus.
<< Bene, mi sa che qui siamo di troppo >> ridacchiò Peter.
<< Già, andiamocene prima che mi venga la nausea >> scherzò Sirius.
Nel mentre i tre abbandonavano con aria divertita la Stanza delle Necessità, Lily e James, ignari di tutto, continuarono a baciarsi come se niente fosse. Solo dopo molti minuti – o forse ore – riuscirono a staccarsi l’uno dall’altra per riprendere fiato.
<< Ci sei riuscita al secondo tentativo >> le disse orgoglioso James, accarezzandole una guancia << Sei molto potente >>.
<< Voglio farlo di nuovo >>.
Lui la abbracciò e rise << No, basta magia, per oggi >>.
<< Che sfaticato che sei. Ho già capito che nella nostra relazione sarò io a dover portare i pantaloni >>.
<< Mia cara Lily, in una relazione perfetta, come la nostra, i pantaloni non li porta nessuno >> James le rivolse uno sguardo pieno di malizia << Quelli restano sul pavimento >>.
Lily arrossì spudoratamente e cercò di cambiare discorso. Parlare del suo futuro con James la mettera ancora piuttosto a disagio, sebbene fosse ormai quasi del tutto certa che fosse l’uomo della sua vita.
<< Anche Sirius è stato bravo, sebbene il suo Patronus sia…un po’ spaventoso, ecco >>.
<< Credo sia il suo lato oscuro. Però, Evans >> James la scrutò con un’espressione di finta minaccia << Ricordati che sono io il tuo ragazzo. Non mi piace tutta questa ammirazione per Felpato >>.
Lily si portò le mani al petto con aria sognante, imitando il tono di Lisa Edgecombe ogni volta che vedeva Sirius nei corridoi << Beh, ma Sirius Black è terribilmente bello, con quello sguardo cupo e ardente al tempo stesso…forse ho scelto il fratello sbagliato? >>.
<< Ah, pensi questo? Conosco un modo per convincerti del contrario >>.
James le afferrò il viso e la baciò con una tale passione da lasciarla senza fiato, tanto che quasi subito le gambe minacciarono di cederle dal desiderio.
<< D’accordo, scherzavo…>> balbettò Lily, senza fiato, non appena lui la lasciò andare << Io…>>.
<< Cosa, Evans? Non ti ho sentito >>.
Prima che lei riuscisse a rimettere in moto il cervello in modo da articolare una frase di senso compiuto, James premette il corpo contro il suo e la baciò dolcemente il collo, poi passò all’orecchio e, infine, di nuovo alla bocca. La fanciulla avvertì la pelle d’oca diffondersi in tutto il corpo e comprese che niente avrebbe mai potuto darle più adrenalina quanto una singola carezza di James Potter.
Ormai era decisamente persa di lui. E la cosa le andava benissimo.
L’esame di Difesa contro le Arti Oscure andò in maniera eccellente a tutti quanti. Gli studenti vennero fatti accoppiare per simulare un finto duello e James ebbe la fortuna di finire proprio assieme a Lily. Cercarono di non ridere troppo nel mentre si lanciavano incantesimi addosso di fronte al loro arcigno esaminatore e, alla fine, furono entrambi certi di essersi guadagnati il massimo dei voti. Stavano appunto per andarsene, quando sulla scena comparve il professor Silente in persona e chiese loro se sapessero come evocare un Patronus. Lily e James non se lo fecero ripetere due volte e in pochi istanti i loro due cervi argentati galopparono insieme in mezzo alla Sala Grande, tanto che tutti gli esaminatori si distrassero per osservarli con aria incantata. Silente fece loro un sorriso enigmatico dietro le lenti a mezzaluna, li ringraziò e poi sparì.
<< Secondo te, perché ha voluto che lo facessimo? >> sussurrò Lily a James, nel mentre uscivano dalla Sala << Voglio dire, come faceva a sapere che…>>.
<< Se c’è una cosa che ho imparato in tutti questi anni è che Silente ha sempre un piano. Prima o poi, quando lo riterrà opportuno, lo spiegherà anche a noi >>.
<< Ma…>>.
<< Oh, Lily, non darci troppo peso. Scommetto che quando sarà ora capiremo tutto. Adesso andiamo, Sirius mi ha detto che stasera ci sarà una festa post- esami e non voglio perdermela per niente al mondo! >>.
Lily annuì e si lasciò trascinare dalla sua allegria, fingendo apparentemente di dimenticarsi ciò che era successo. Tuttavia lo strano sorriso del professor Silente continuò a lampeggiarle in testa come un campanello d’allarme, lasciandole addosso la fastidiosa sensazione che, fra non molto, le loro vite sarebbero drasticamente cambiate.
   
 
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