Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Sweetcurry    06/06/2009    2 recensioni
Raccolta di oneshot horror slash.
Coppie varie, AU.
1: Il Bagno (accenno di Frerard).
«Cosa c’è di là?» chiese guardando il più piccolo.
«Niente!» protestò invano, Gerard vi si stava dirigendo lentamente.
«No!» urlò mentre si portava le mani alla bocca.

2: Pistole; ti piace la Vodka? (Quinn/Frankie)
3: Quando chiusi gli occhi, non ti vidi più (Frerard)
Genere: Dark, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, The Used
Note: Alternate Universe (AU), Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Avviso: fatti puramente inventati, non conosco assolutamente i personaggi, ne scrivo a scopo di lucro.

Old Bones - raccolta di horror



Shot 3

Quando chiusi gli occhi, non ti vidi più

 

 

 

 

I - La calma

 

Il rumore lieve del vento che gli sferzava contro il viso, screpolandogli le labbra e infastidendolo. Volse il capo aldilà del libro consunto che intento stava consumando da più di mezz’ora e guardò il ragazzo adagiato sull’amaca.

Portava le mani dietro il collo, la testa inclinata leggermente da un lato e in bocca un piccolo stelo di un giunco. Lo mordicchiava, passandolo fra la lingua e i denti, ormai abituato all’acido sapore della linfa.

Indossava una camicia bianca, col primo bottone slacciato, su cui ricadevano i folti capelli in disordine neri come i pantaloni che portava.

Frankie pensò bene che fosse un intero contrasto fra colori, La pelle bianca di luna, i capelli simil pece, la camicia nivea e i calzoni neri, nero e bianco. I due colori che facevano da contendenti in un’assoluta armonia spezzata da un paio di occhi verdi smeraldo. Leggermente opachi, che fantasticavano al di là della staccionata, verso il grande lago che si estendeva lungo la piana.

Se avesse realmente pensato di poter convincere Gerard a staccarsi da quell’amaca per andarsene a far una gita al lago, allora sarebbe stato un incosciente. Ma lui lo sapeva.

Gerard Way era un’anima libera? Bene, doveva trovarsi nel suo universo parallelo in quegli istanti, e chiedergli tali banalità sarebbe stato come mettere il sale sul burro. Un’autentica cavolata. Se non il mero tentativo di portarlo fuori da quella prigione verde opaca, costruita con legni chiari, bianchi quasi.

Una piccola casetta lontana dai buchi oscuri e posata su di un rialzo poco imponente, ma che permetteva una buona visuale.

Che cosa poteva fare?

Sospirò e girò lentamente una pagina leggera, non gli andava proprio di scervellarsi di nuovo. Aveva perso la voglia di combattere.

Gerard era così. Gli era stato affidato, dal resto dei suoi conoscenti. L’aveva seguito e ora lo curava. Curava che non si sporgesse troppo verso la veranda, che non guardasse con troppa insistenza e ossessività il coltello fra le sue mani. Che non fissasse il sangue, quando uno di loro due si feriva.

Viveva fuori dall’immaginario, ma dentro ad una paranoica e ripetente storia. Aveva perso il senno, Gerard, e pure Frankie.

Si chiese quando sarebbe finito tutto questo.

“Gerard?”

Si alzò, posando il libro sul piccolo tavolo di legno chiaro, e si diresse verso il ragazzo steso sull’ondeggiante amaca.

Si chiese quando avrebbe finalmente chiuso un occhio, e poi l‘altro. Per non vedere.

“E’ pronta la cena.” Lo guardò, cercando di formare un sorriso debole sulle labbra, ma non gli riuscì. Osservò quelle rosee di Gerard:, mangiucchiavano il sottile stelo.

Per non vederlo cadere.

Lo toccò sul braccio, poggiando il palmo aperto sulla candida camicia. Era fresco. Lo scosse leggermente, per farlo ridestare. Non era qui, si disse.

Aveva il terrore, il terrore di stare ad ascoltare il silenzio, il suono dei grilli, lieve, quello della frescura pomeridiana, troppo. E il tonfo, subito dopo, ma avrebbe aperto gli occhi e sarebbe come non averlo visto mai fallire. Come in una piccola cinepresa, avrebbe assistito, ma non gli sarebbe importato.

Odiava quel posto.

Gerard non volse lo sguardo verso di lui. Un meccanismo strano, che doleva sempre più l’animo del piccolo Frank, riusciva ad assorbire tutti i suoni e a non indirizzarli verso la mente di Gerard. Non li sentiva, né calcolava.

Perché? Perché, si chiese con gli occhi entrambi aperti, avrebbe evitato di farlo cadere? Era ancora una persona simile, da aver paura, compassione e quant’altro, da correre verso la veranda e tirarlo su per un braccio. Evitando che si togliesse la vita. Che sparisse da quella casa?

Sospirò fortemente -tanto Gerard non lo ascoltava-, e strizzando gli occhi per cacciare via il dolore, rientrò in casa, eludendo ogni paura, e stancamente guardando l’orologio. Le sette e un quarto. La finestra. C’era ancora il sole.

Il bianco dei mobili, l’aria leggera, il venticello e le erbe che lo profumavano, rendevano tutto così rilassante, e così ospedale.

Il flashback non tardò ad arrivare.

 

E fu così che tutto capovolse il nulla.

 

 

II - Il caos

 

Sangue, lui che correva; un nuovo paziente.

Avrebbe dovuto tenerlo d’occhio nella clinica. Era suo dovere, il primario ci teneva, era un caso speciale Un personaggio importante alle prese con un disturbo mentale ossessivo. Un ragazzo traumatizzato, sofferente di shock. Un ragazzo bello, dai capelli di pece.

Seguitava a correre, senza quasi fiato, quattro piani di scale, descrivevano un percorso faticoso, e lui col camice non riusciva bene. Doveva vedere in che stato era ridotto… Gerard? Sì, così si chiamava.

E come in un film dell’orrore si vide il ragazzo in preda agli spasmi sul pavimento, rigettante sangue, con mani e capelli zuppi di esso. Uno spettacolo soffocante.

Il suo primo paziente con problemi psicotici.

E anche l’ultimo.

Gli fu affidato personalmente dal capo reparto, dicendo che non si poteva far nulla per lui in ospedale, se non fargli ancora del male. Se lo fosse preso d’incarico, avrebbe convissuto con lui evitando che si facesse del male da solo, che ingurgitasse oggetti e si ferisse la gola, o l’interno.

Si era offerto.

Non l’era stato ordinato nulla, aveva preteso che a svolgere quell’incarico ci sarebbe stato lui.

 

 

 

Avrebbe atteso, dunque. Che un giorno, a Gerard passasse l’incubo di uscire dalla veranda e decidesse di sorpassarla, buttandosi?

Sarebbe stato pronto a vederlo morire?

Sarebbe stato felice di averlo finalmente fuori dalla sua vita? Cosa che non sarebbe successa, la sua mente gli avrebbe ricordato gli affanni di ogni giorno per farlo uscire dalla casetta.

 

 

“Gerard, dai… Solo due passi”

Avrebbe pianto?

Avrebbe urlato dal dolore?

Poco dopo poté scoprirlo.

 

 

 

III - Il nulla

 

 

 

°°°

Sweetcurry’s Time!

Eccomi tornata con una shottina completamente nonsense, l’ho già detto che nonsense lo è la mia testa? Sì, beh lo ripeto.

Inizia a scrivere questa shot una settimana fa, ma mi bloccai incapace di continuare. So bene che lo slash qui è prettamente malinconico e non parla di una possibile relazione, ma di sentimenti e cose che per la maggior parte sono astratte. Mi capacito benissimo di aver scritto una cosa che non so se piacerà o meno, ma di cui sono orgogliosa, mi piace scrivere così, di getto, senza riguardare, se non la grammatica.

Mi dispiace che nella mia seconda Frerard non ci sia ancora una coppia vera e propria. Ma dai, lasciatemi libera di scrivere ste robe senza senso.

So che non è proprio horror, ma datemi tregua, lo splatter lo metterò alla prossima xD.

Se avete dei dubbi, come il perché abbia lasciato dello spazio vuoto nel III pezzo, o altro, chiedetemi pure. Cose a cui io ci arrivo perché sta tutto nella mia mente, ma chi da fuori magari non comprende.

Non sono depressa, o quant’altro, non preoccupatevi assolutamente, ma quando scrivo non si sa mai che ne verrà fuori. Bene, saluto calorosamente le 4 che mi hanno recensito, sperando che ci siano di nuovo delle recensioni per questa shot.

Ditemi se vi piace, dai.

Vi voglio bene,

Curry

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Sweetcurry