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Autore: Petricor75    03/04/2017    1 recensioni
Questa fanfiction è una serie di oneshot, non seguono uno stile rigido e si muove tra missing moments, intermezzi tra episodi, scene particolari viste negli episodi, Xena e Gabs POV, sono narrati in diverse forme, l'intento è esplorare a modo mio i pensieri, le emozioni e l'evoluzione sia dei due personaggi che della loro storia d'amore. Ringrazio le mie beta, AwkwardArtist e GirlWithChakram. Sono graditi i feedbaks, di qualsiasi tipo, grazie. Disclaimer: ma ce n'è ancora bisogno?
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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CAPITOLO TREDICI - CALLISTO

La tua voce mi giunge melodica mentre parli con Melas, qualche passo dietro di me, non distinguo le parole che vi state scambiando, ma non mi interessano, mi basta percepire il tuo timbro vocale, per trovare un po' di conforto davanti al fuoco, le fiamme danzano colorate di arancio davanti ai miei occhi, il loro calore mi brucia il viso, dovrei allontanarmi, invece rimango ferma, un assaggio del Tartaro. Oltre il focolare, i nostri giacigli, che come ogni sera, da quando ho rischiato di morire, hai sistemato uno accanto all'altro.

Tornai a mani vuote dalla caccia e ti trovai che stavi alimentando il fuoco appena acceso, la tensione della difficile giornata non del tutto svanita. Il mio corpo ancora provato dal veleno mi aveva rallentato i riflessi, "Dovremmo accontentarci di pane e formaggio, ragazzina.", ti informai con un accenno di scuse, mi rispondesti con un'alzata di spalle, posizionando un pentolino di acqua per il the vicino al fuoco. Mi sedetti su un tronco a porzionare le nostre provviste e ti osservai con sorpresa stendere i due giacigli vicini, ti voltasti, sentendoti osservata, quasi timorosa che avrei avuto da ridire, su quella sistemazione. In effetti, avevi ragione, avevo da ridire… mi avvicinai alzando gli occhi al cielo e scuotendo il capo e li risistemai, invertendone la posizione, "Sei tu quella che che ha sempre freddo, meglio se davanti al fuoco ci dormi tu.", ti sfuggì una risatina nervosa e sollevata, "Così va meglio.", ti rassicurai arruffandoti i capelli.

Il ricordo mi tiene lontana dal mio oscuro passato, tornato a galla grazie a Callisto. Eppure mi chiedo come tu possa volermi stare vicina, dopo oggi. Dopo Callisto. Dopo Cirra. Più ti inoltri nel mio passato più puoi vedere come sono realmente. Come puoi rimanermi accanto?

XOXOXOXOXOXOXOXOXOXOXOX

Mi avvicino alla tua figura congelata davanti al fuoco, il tuo dolore, la tua vergogna, è come un alone più nero di una notte di novilunio che ti avvolge, vorrei poterlo lavare via, Xena. Sussulti, mentre ti siedo accanto, il tuo sguardo resta fisso sulle fiamme di fronte a te. "Ne vuoi parlare?", mi aspetto quasi che tu sfugga al confronto, non ti piace ricordare i tuoi giorni da tiranno, non posso certo darti torto. Invece mi racconti come andò, un falso sorriso a mascherare il tuo disagio, la tua colpa, in quanto a capo dell'armata che provocò quello che fu comunque un terribile incidente, l'unica volta in cui ti sei resa in qualche modo responsabile della morte di donne e bambini. La notte in cui desti vita a Callisto. Il tuo tono di voce è contenuto, sommesso. Una lacrima ti scivola lungo la guancia, hai provato a trattenerla, ma lei è sfuggita al tuo controllo, proprio come il fuoco che divampò violento quella notte. Evidentemente Callisto era tra loro, e adesso farà di tutto per avere la sua vendetta. Sono quasi sorpresa quando mi dici che non la biasimi. "Qualcuno deve dire No a questa brama di vendetta.", il mio tono si fa deciso a queste parole, mi sporgo verso di te, invado di proposito il tuo spazio, cerco il tuo sguardo. Ma i tuoi occhi rimangono fedeli alle fiamme, "È così difficile.", mi rispondi in tono duro e stanco. "Tu l'hai fatto! Quando il tuo villaggio fu distrutto, fosti contagiata dalla sete di sangue, ma l'hai superata!", ad ogni parola che esce dalla mia bocca la mia voce si addolcisce, cercando di trasmetterti un conforto che non accetti. "Sono stata fortunata, ho visto cosa sarei diventata e sono stata in grado di cambiare. Ma se accadesse qualcosa a mia madre, o a Hercules, o a te…", il tuo sguardo incrocia il mio per un attimo, ma quello che stai per dire t'impedisce di sostenerlo oltre.

"Potrei fare lo stesso.", ti confesso, vinta dall'amara verità. "No!", ti opponi, la tua spalla preme contro la mia, con forza, "No, guardami.", Gabrielle perché tanto impegno? Va bene, ti guardo, cercando di capire perché non ti arrendi, perché continui a seguirmi, io non me lo so spiegare. "Promettimelo.", gli occhi mi si riempiono di lacrime senza che nemmeno me ne renda conto, metre guardo i tuoi brillare dello stesso dolore. "Se mi dovesse succedere qualcosa, tu non diventerai un mostro.", la tua voce trema strozzata, io sono già un mostro, Gabrielle... "C'è solo un modo per interrompere questo ciclo di odio ed è attraverso l'amore… e il perdono…", ridiamo e piangiamo contemporaneamente, vinte da una serie di emozioni troppo grandi e inspiegabili per essere contenute. "Non cambiare mai Gabrielle, mi piaci proprio così come sei.", ti confesso attirandoti a me e posando la mia guancia sulla tua fronte. Ma non riesco più di tanto a sostenere questo momento di intimità, non me ne sento per niente degna.

"Va' a dormire un po'.", il tuo tono premuroso, le tue parole comunque dure, in un momento come questo. "No, promettimelo.", sono di nuovo sull'orlo del pianto ma non te la dò vinta questa volta Xena, non sei più sola, per il Tartaro! E finalmente la tua promessa arriva, sommessa, lieve, dolcissima… il dolore e il sollievo ci scorrono lungo il viso, lo sguardo silenzioso che ci scambiamo è più intimo di un bacio, le mie dita si posano delicate sulla tua pelle a portare via il dolore, forse ho rotto l'incantesimo, ti volti, quasi infastidita dal mio gesto, insisti, perché vada a riposare, ed io insisto perché tu venga con me, non c'è ragione di rimanere ancora sveglie. Non voglio lasciarti da sola qui a pensare al passato. Prendimi la mano, Xena…

XOXOXOXOXOXOXOXOXOXOXOX

Il tuo profilo si colora dell'ambra riflessa dal fuoco alle mie spalle, luci ed ombre danzano vivaci sulla tua pelle. Guardi le stelle, il dialogo di poco fa ancora aleggia tra noi due. Puoi sentire il mio sguardo su di te, proprio come io posso sentire il rimuginare dei tuoi pensieri più neri. Fai finta di nulla, sperando che io desista, è come un duello silenzioso a chi cede prima. In una qualsiasi altra occasione ti saresti già ribellata, ma stanotte no, stanotte sei arrendevole, quasi come se la stessi subendo, questa mia 'invasione'. Osservo il tuo torace che si alza e si abbassa a ritmo regolare e quasi senza accorgermene, pian piano il mio respiro si sincronizza con il tuo.

Percepisco la tua preoccupazione per me, avrei dovuto saperlo che cercare di ignorarla non avrebbe funzionato, in una notte come questa. Mi volto sconfitta verso di te, mi sorridi... di quel sorriso che appartiene solo a me, di quel sorriso che non ti ho mai vista indossare per nessun altro... o forse, è solo una mia insensata fantasia... sei così bella, così innocente, così pura... cosa ci fai accanto ad un Mostro come me? Perché continui a seguirmi? Io non ho niente da offrirti, a parte la mia protezione... e se un giorno non riuscissi a proteggerti? La mia vita è circondata di violenza, sangue, morte, distruzione... "Parlami...", m'implori interrompendo il circolo vizioso delle mie angosce, e in un attimo i miei occhi si riempiono nuovamente di lacrime che non avevo previsto e che non riesco a contenere. La gola mi brucia per lo sforzo, ma tutto è vano. Il palmo caldo della tua mano si posa delicato sulla mia guancia e sento che ti avvicini a me. Aspetti in silenzio, asciugandomi il viso con le dita, cercando ti vincere una curiosa gara di velocità contro l'acqua e il sale che scorrono troppo veloci. Allora mi attiri ancora più vicino accogliendomi in un caldo abbraccio. Un singhiozzo strozzato mi sfugge involontario. Le tue braccia mi tengono come se potessi sfuggirti da un momento all'altro. "Parlami, Xena... per favore.", mi sussurri mentre sento il tuo caldo respiro vicino all'orecchio. "Io non ti merito.", tutto quello che mi esce in tono freddo, mentre mi irrigidisco tra le tue braccia. "No! Guardami!", la tua voce è quasi rabbiosa, mentre mi allontani spingendomi per le spalle, poi le tue mani di nuovo sul mio viso, decise. "Guardami!", ripeti senza fiato, i tuoi occhi fermi sui miei. "Se solo tu potessi vederti attraverso i miei occhi..."

"Vedresti la persona forte, determinata, coraggiosa, compassionevole, divertente, intelligente, che vedo io!", ma il tuo sguardo è perso, non credi ad una parola di ciò che ti sto dicendo... "Una persona straordinaria, che ha visto il Tartaro ed ha avuto la forza, il coraggio, l'umiltà di tornare indietro...", "Come puoi anche solo guardarmi, sapendo le cose orribili che ho fatto?", ti opponi. Ti scuoto, avvicinandomi così tanto al tuo viso che posso sentire il tuo respiro frenetico di rabbia. "Basta! Io vedo ciò che sei oggi, nonostante... o forse anche grazie a ciò che eri ieri, Xena... vedo ogni giorno un pezzettino in più della tua trasformazione e non hai idea di quanto mi renda felice e orgogliosa assistere a questo spettacolo! Non provarci nemmeno a dirmi che tutto questo non ha valore, perché è la cosa più straordinaria di cui si possa essere testimoni! Mi rende piena di orgoglio e amore e rispetto per te! Io non ho paura del tuo passato! Non permettergli di ostacolare la persona che sei adesso, altrimenti, quella parte di te, avrà vinto! Allora, qual è il punto in ciò che facciamo oggi, io e te, insieme?", prima che me ne renda pienamente conto, quasi a santificare e sigillare ciò che ho appena detto, in un movimento istintivo e naturale che non posso evitare, avvicino le mie labbra alle tue e vi poso un bacio delicato, nell'assurda speranza che questo possa dimostrarti quanto sento ciò che dico. Le tue lacrime mi bagnano il viso, s'insinuano tra le nostre labbra ancora unite in un bacio che vuol dire tutto e non vuol dire niente, semplicemente è quello che deve essere, in un momento come questo. 

Dovrei allontanarti da me, ragazzina, dovrei proteggerti da me, ma non riesco ad oppormi alle tue morbide labbra, a tutto il calore e l'amore che mi fai sentire in questo istante. Credevo di essere io a proteggere te, ma sei tu che mi tieni al sicuro dal mio lato oscuro, costantemente. Così ti lascio fare finché non sei tu a interrompere il contatto, baci via le lacrime sulle mie guance, le asciughi con le tue mani, finché ne rimane traccia soltanto nel gonfiore dei miei occhi. "Il passo più grande, coraggioso e difficile che tu potessi fare, per cambiare, lo hai già fatto, Xena... non tornare indietro, per niente e per nessuno, o sarà tutto vano...", io vorrei dirti qualcosa, ma sono completamente muta, stanca, passiva. Sento che comprendi, però, mi avvolgi nel tuo abbraccio sicuro, sussurrandomi di dormire, sento che mi tiri la coperta fin sul collo e mi lascio cullare dai tuoi respiri e dalle tue lievi carezze sulla schiena. Chiudo gli occhi e piano piano la mia anima si placa e anche se non lo credevo possibile, mi addormento serena.
   
 
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