Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: floricienta    09/04/2017    0 recensioni
In una società governata dalla tecnologia più avanzata combinata alla forza del Mana, la divinità dell'oceano, Tangaroa, minaccia la sopravvivenza del genere umano, costringendolo a ritirarsi a vivere sulle aeronavi e obbligandolo a compiere sacrifici per beneficiare la propria benevolenza.
È in questo contesto che si intrecciano i destini e i sentimenti di due persone. Ari, un ragazzo timido e pauroso, che si è visto portar via tutto ciò che di più caro gli era al mondo, e con un potere dentro di lui che non può neanche immaginare; e Nael, un ladruncolo di strada che, per diverse vicissitudini, si è ritrovato a convivere proprio con Ari, aiutandolo giorno per giorno a diventare sempre più forte con la sua presenza.
Un insieme di turbamento, tristezza, felicità, disperazione, amore.
Sarà proprio la catena che li lega indissolubilmente a determinare la salvezza o la distruzione dell'umanità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 31
PADRE E FIGLIA

 

Gennaio, anno 440 del XII periodo

Ari si stava dirigendo verso il piccolo appartamento di Keyondre, seguito come sempre da Nael, perché aveva appuntamento con Inaya per il resto della serata. Infatti, la ragazza l'aveva costretto ad andare insieme in una delle sale comuni dell'aeronave, riservata agli studenti, nella quale ci sarebbero stati dei piccoli giochi per svagarsi per l'inizio dell'anno nuovo.
Totalmente diverso da quello a cui era stato abituato negli anni precedenti sulla nave dei Sacrifici.
Alla fine aveva accettato solo perché aveva ricevuto una spinta da parte di Nael e una forte tirata per le orecchie.

Ormai era diventato parecchio più facile percepirlo, nonostante ci fossero ancora molti problemi. Ad esempio, delle volte gli era impossibile riconoscere la sua voce, che pareva alle sue orecchie come priva di tonalità e, altre volte, gli era anche difficile capire che Natanael lo stesse toccando da qualche parte. Nonostante ciò, adesso era il suo spirito si era alleggerito.
Inoltre, a breve, sarebbe stato mandato giù negli oceani. Era quasi tutto pronto e il suo addestramento aveva dato grandi frutti, tanto che Keyondre era rimasto così sbalordito che avesse appreso certi incantesimi con così tanta facilità e velocità da non essere passato che un mese da quando avevano cominciato.
Dopotutto, Ari era predisposto alla magia e questo era un dato di fatto.
Il ragazzo ammise di essere ansioso per la missione che si stava avvicinando sempre di più e, ormai, non poteva più scappare. Non che l'avesse fatto comunque.
Come aveva già ripetuto più volte, quella non era una semplice missione per salvare l'umanità, della quale gli importava ben poco, dato come aveva vissuto la sua intera vita, ma era per salvare Nael e riaverlo con sé.

Fece ancora qualche metro prima di arrivare davanti all'appartamento e si avvicinò alla porta, sentendo delle urla provenire dall'interno.

“Non ti darò il permesso di andare.” la voce di Keyondre era profonda e adirata.
“Ma padre!” quella di Inaya era supplichevole.
“Non esistono ma, Inaya.”
“Voglio aiutarlo, non puoi lasciare che vada da solo!”

Stanno parlando di me?

Ari si portò un pugno al petto e ingoiò a vuoto mentre Nael gli mise una mano sulla spalla destra.

“Quindi dovrei lasciar partire mia figlia?”

Ari non seppe se fosse il caso di rimanere ad ascoltare quella conversazione, eppure non si mosse di neanche un passo e avvicinò l'orecchio alla porta.

“Ari non è in grado di compiere magie curative e potrebbe averne bisogno.”
“Neanche tu sei in grado.”
Inaya sobbalzò con i lacrimoni agli occhi.
“Ricordati che non possiedi il Mana.” continuò l'uomo. “Come potrei mandarti nei fondali dell'oceano, sapendo che all'improvviso finirà senza che te ne possa accorgere, e poter così prevenire una tragedia.”

Cosa? Cosa significa che non ha mana? Che sta dicendo Keyondre?

Ari spalancò le palpebre, molto confuso, e indietreggiò di un passo quasi tremante.
Aveva sentito bene? Cos'era quel discorso assurdo?
Inaya era una Curatrice, possedeva il Mana della Luce come difesa e faceva addirittura parte del circolo del Sacrificio. Non riusciva davvero a trovare un senso per quelle parole uscite dalla bocca del mago del buio.

“Per non parlare del fatto che tu non sai gestire l'Elemento dell'Acqua.” il tono di Keyondre non era solo arrabbiato, ma anche angosciato e quasi triste.
Forse aveva paura di perdere la figlia in quello che era effettivamente un compito pericoloso e che faceva tremare le ginocchia persino a uno come lui, uno dei maghi più potenti del mondo attuale.

“Ari, cosa facciamo?” domandò Nael, mettendosi le mani sui fianchi.
Alle sue orecchie giunse una lieve voce, che si confondeva con le urla all'interno della stanza, e scosse la testa.
In quel momento, la porta si aprì di colpo, rivelando Inaya in lacrime che si stava sfregando il palmo della mano sugli occhi, che avevano assunto una tonalità sul grigio scuro, per asciugare le goccioline d'acqua.
“Ah! Ari!” gli sorrise come se non fosse successo niente.
“Inaya...” non sapeva cosa dire, troppo in imbarazzo dalla situazione.
Comparve anche il Sommo Keyondre con un'espressione scioccata in volto, probabilmente causata dal fatto che il ragazzo avesse ascoltato tutto e avesse sentito notizie sconcertanti.
“Perdonaci, Ari, non volevamo...” iniziò a parlare l'uomo, ma venne subito interrotto dalla figlia.
“Smettila padre! Cosa non volevi, eh? Mandare da solo Ari in una missione suicida?”
Il biondo perse il respiro per qualche secondo e mosse lo sguardo prima verso l'uno e poi l'altra senza sapere cosa dire ancora.
“Non mettermi parole in bocca che non ho mai detto.” l'autorità di Keyondre prevalse in quella frase.
Non fu che un attimo che Inaya afferrò al volo il polso di Ari e lo trascinò via da quella situazione, cogliendo di sorpresa Nael che era rimasto fisso a osservare tutto da esterno, così come solo poteva fare, e dovette eseguire uno scatto per raggiungere i due e accostarsi a loro.

“Inaya, cos'è successo?” riuscì a chiedere Ari, quando furono scesi di un paio di piani.
“Niente, non preoccuparti.” rispose la ragazza con un debole sorriso.
“Non è niente se stai piangendo.”
Inaya si fermò sulle scale, anche se gli mancavano due gradini per arrivare al pavimento, e lasciò il polso dell'altro.
“Mio padre non vuole che io venga con te.”
Ci fu qualche attimo di silenzio.
Ari non sapeva che Inaya volesse seguirlo e, anzi, non aveva neanche mai pensato di poter avere un compagno in tutta quella pazzia causata da una divinità.
Certo, la ragazza era sempre stata con lui durante l'addestramento, ma non aveva mai imparato alcun incantesimo e non aveva mai utilizzato il mana mentre lui era presente.

“Ricordati che non possiedi il Mana.”

Nella testa del ragazzo comparvero di nuovo quelle parole. Aveva voglia di chiedere cosa significassero, eppure non aveva ancora superato quella parte del suo carattere introverso, benché si trattasse di una sua fidata amica.
In ogni caso, non gli era mai balenata nella mente un'idea del genere. Quella era una questione che riguardava solo lui; Tangaroa non aveva accennato ad accompagnatori e Ari aveva sempre creduto che fosse qualcosa che doveva portare sulle proprie spalle da solo. D'altro canto, perché mai Inaya avrebbe voluto spingersi in una battaglia tale dove avrebbe potuto anche rischiare la vita, solo per salvare quella di un ragazzo che neanche conosceva se non per i suoi continui racconti.
“Fa bene a volerlo.”
Inaya si voltò verso di lui di scatto, con un'espressione stupita.
“Non è un gioco.” continuò a parlare Ari.

E io non voglio mettere a rischio la vita della mia unica amica.

Ari strinse i pugni lungo i fianchi, senza riuscire a tenere le dita ferme.
“Ne sono consapevole.” rispose la ragazza. “Proprio per questo voglio venire con te.”
“Perché?”
“Secondo te posso lasciare che mio fratello acquisito si butti a capofitto da solo in tutto questo?” lo guardò con un sorriso ironico, allargando le braccia per dare più teatralità.
Nael si mise a ridacchiare, pensando che anche lui avrebbe risposto alla stessa identica maniera.
“Deve volerti bene per avertelo confidato.” disse proprio Natanael, anche se non venne considerato da nessuno dei due.
“È lo stesso motivo per cui anche io sono dalla parte di tuo padre e non voglio.”
Non aveva dovuto riflettere molto.
Quella era davvero una missione suicida, come l'aveva definita poco prima Inaya, non avrebbe mai permesso che a causa sua morisse qualcun altro.

Non credo che la mia anima possa sopportare un'ulteriore perdita.

Inaya si zittì e riprese a camminare stando in testa e Ari la seguì in silenzio fino a quando non si accorse che non si stavano affatto dirigendo verso la sala comune.
Ari aveva le mani sudate e continuava a mordersi il labbro inferiore, fino a quando non avvertì la solita sensazione di freddo sulla sua bocca, come se Nael lo stesse accarezzando per farlo smettere, e gli sorrise.
Guardò la figura minuta di Inaya davanti a sé. Quella sera non indossava la tunica, ma un vestito con le maniche lunghe e la gonna a balze rosa pastello, ed erano rari i momenti dove poteva vederla vestita diversa dal solito; i capelli erano raccolti in due chignon laterali dalle quali cadevano a cascata alcune ciocche ondulate che arrivavano a mezza schiena e le punte erano cosparse da talmente tanti brillantini bianchi che sembravano quasi colorate.
Camminava a passo veloce senza mai voltarsi indietro e Ari sperò che non fosse arrabbiata con lui per quello che le aveva appena detto.
“Inaya?” la provò a chiamare dopo minuti che sembrarono eternità, nella quale l'agitazione stava avendo la meglio.
Erano quasi arrivati al parco nel centro dell'aeronave. Non sapeva perché lo stesse portando lì invece che nella sala comune, tuttavia non aveva il coraggio di fermarla per cambiare direzione. Neanche sapeva se gli voleva ancora parlare.
Infatti non arrivò nessuna risposta.
“Ari, noi due possiamo anche tornare in camera, dato che non sembra che la nostra presenza sia gradita.” dichiarò ad un certo punto Nael.
“Non voglio lasciarla sola.”
“Ma lei sembra volerlo.” gli prese la mano e intrecciò le dita con le sue.
“Se avessi voluto rimanere da sola, ti avrei già cacciato.” la voce squillante della ragazza lo colse all'improvviso, tanto da farlo balzare sul posto.
Inaya si voltò con il sorriso stampato.
“Allora perché non hai risposto quando ti ha chiamato?” fece Nael, innervosito da quell'atteggiamento così strano, pur consapevole che non sarebbe stato sentito anche da lei.
“Quanto hai origliato di quello che ci siamo detti io e mio padre?”
In quell'istante, Ari comprese perché stavano andando verso un posto in cui non ci sarebbe stato nessuno a disturbarli. Probabilmente, Inaya, voleva confessare qualcosa che non poteva di certo essere detto davanti a una folla di persone.
Adesso aveva ancora più voglia di chiedere.
“Abbastanza.” fu l'unica cosa che uscì dalle sue labbra.
“Abbastanza quanto?” domandò ancora la Curatrice, sedendosi sotto la chioma di un albero.
“Tanto da volerti chiedere perché.”
Ari ottenne due sguardi confusi su di sé e si sedette al suo fianco.
“Perché sei una maga?”
Sul volto della ragazza tornò la sua solita espressione dolce e sorridente.
“Credo che dovrò spiegarti una lunga storia.”

Nael s'incuriosì a sua volta e si sdraiò con la testa sulle gambe di Ari e gli occhi socchiusi per poter ascoltare tutto in pace, come un bambino che aspettava la favola della buonanotte.
“Ricorderai che mia madre era una semplice umana priva di poteri, vero?”
Ari annuì e cominciò a capire dove volesse andare a parare, collegando le poche cose che conosceva della sua famiglia.
“Beh...” la ragazza abbassò lo sguardo sull'erba e una ciocca piena di glitter le scappò sul petto e si appoggiò delicatamente sul suo vestito. “Anche io sono come lei.”
Ari rimase per un attimo interdetto, anche se l'aveva immaginato, e scosse il capo lentamente, riunendo tutti i frammenti che comunque non avevano un senso completo.
“Non hai il Mana.” non era una domanda.
“Non ce l'ho.”
Persino Nael era rimasto sorpreso da quella confessione.
“Com'è possibile? Te fai parte della cerchia addetta al Sacrificio e...”
“Lo so che è difficile da credere, ma aspetta che finisca e poi potrai giudicarmi.”
In quel momento, Ari pensò che non l'avrebbe giudicata qualsiasi cosa le avrebbe detto, perché lei era sua amica e niente avrebbe cambiato questo fatto, fosse umana, maga o qualsiasi altra cosa.
Inaya si sollevò la manica del vestito fino a sopra il gomito, rivelando un braccialetto metallizzato che non le aveva mai visto addosso, poiché nascosto sempre dalla tunica.
“Questo è un catalizzatore.” la voce di Inaya era bassa e tranquilla. “È stato progettato da mio padre e un suo amico quando ancora stava proseguendo gli studi.”

Potrebbe trattarsi di mio padre?

Si domandò Ari, affondando una mano nei capelli di Nael senza neanche accorgersene.
“Quando sono nata non c'è voluto molto per capire che non avessi i poteri. Non li avevo mai manifestati e, anche se non ero che una neonata, era abbastanza strano. I miei genitori hanno aspettato che compissi un anno per poi arrivare alla vera conclusione che ero nata priva di mana.”

Non ha davvero i poteri... Mi sembra assurdo.

“Per i miei genitori era un sollievo da una parte, perché nessuno dei due era concorde con i metodi usati dai maghi in quel periodo, così come non lo è mio padre neanche adesso.”

Lui è voluto rimanere un mago, al contrario del mio che ha deciso di abbandonare tutto quanto per seguire i propri valori.

I racconti di Keyondre e di Tangaroa si stavano unendo come tanti piccoli tasselli.
“Quindi sei venuta in contatto con qualche oggetto sacro?” domandò ingenuamente e la ragazza rise.
“No, assolutamente no. Non so che cosa ti abbiano raccontato le persone, ma non ci sono così tanti oggetti sacri ancora reperibili. E, anche se ci fossero, il Consiglio non avrebbe mai dato il permesso di usufruirne per donarmi il Mana.”
“E allora come..?”
“Ari, lasciala finire invece di fare continue domande.” si spazientì Nael, ricevendo un pugno simbolico sul petto.
“Grazie, Nael.” disse Inaya, pensando a una ipotetica frase del ragazzo-spirito. “Dicevo. Da una parte era così, ma dall'altra era inconcepibile. Mio padre avrebbe perso tutto il prestigio che stava ottenendo grazie ai suoi sforzi, non sarebbe mai potuto diventare membro del Consiglio e avrebbe ricevuto solo disonore. Non avrebbe potuto conseguire la via che ha deciso di compiere per portare a termine il compito che si è prefissato per cambiare questo mondo.”
Ari sapeva perfettamente a cosa si stava riferendo Inaya, conscio grazie alle storie che gli erano state raccontate non molto tempo prima.
Nonostante ciò, una piccola rabbia risalì in lui.
“Stai dicendo che sei stata obbligata a diventare una maga a causa del Sommo Keyondre? Ti ha costretto a far parte di questo mondo terribile dove devi guardare in faccia gente che muore ogni mese?”
“No! Che vai a pensare, stupido.” gli diede un forte pizzicotto sul braccio, facendolo gemere dal dolore. “Sono io che ho voluto.”
“Ma se eri una bambina, come...”
Inaya lo zittì mettendogli una mano sulla bocca e ottenendo così una terribile occhiataccia da parte di Nael, che ancora si riteneva abbastanza geloso di lei.
“Mio padre ha sempre fatto credere che io stessi imparando tutto grazie ai suoi insegnamenti, che il mio non andare a scuola fosse perché stavo già ricevendo un'istruzione che mi sarebbe bastata fino a quando non avessi deciso cosa diventare in seguito. Tutto questo è durato fino alla morte di mia madre e, nel giro di pochi anni, ho capito di mia spontanea volontà come potevo aiutare mio padre. Nonostante fossi così piccola per comprendere del tutto, nonostante non sapessi cosa volesse dire diventare una maga. Volevo solo non vedere più il volto triste di mio padre.”

Gli sembrava incredibile. Lui che sarebbe scappato a gambe levate, se solo avesse avuto l'occasione di evadere da lì, invece, aveva scoperto che c'era qualcuno che ci si era gettato a capofitto anche se stava vivendo una vita agiata.
“Non avrei mai distrutto i suoi sogni. Ero una bambina innamorata del papà come succede a tutte le bambine.”
Ari provò a pensare alla sua situazione. Gli venne subito in mente il volto della madre e capì cosa volesse dire Inaya con quella frase. Nessuno era mai stato innamorato dei propri genitori come lo era stato lui; non avendo altre persone aveva instaurato un rapporto speciale con loro.
“Lui ha accondisceso il desiderio di sua figlia.” continuò a raccontare Inaya. “Non perché spinto da brama di potere, ma perché voleva vedere sua figlia contenta, come non lo era mai stata quando parlava di magia.”
Ari s'immaginò Inaya che da bambina parlava con gli occhi luccicosi su come avrebbe voluto imparare a lanciare una sfera di luce o chissà quale altro incantesimo. Doveva aver spinto sulla psiche di Keyondre, che si era buttato senza pensarci due volte nell'esaudire il desiderio di sua figlia di voler essere una maga.
Si mise a ridere, capendo tutto alla perfezione.
Inaya era molto più intelligente di quanto potesse anche solo pensare e si vedeva quanto tenesse al padre solamente da quel gesto che le aveva cambiato completamente la vita, ma che faceva con il sorriso pur di vederlo anche sul volto dell'uomo.

“Fu in una di quelle occasioni che mio padre mi parlò del catalizzatore.”
Ari si portò le ginocchia al petto, causando una lamentela da parte di Nael che era comodo sdraiato sulle sue gambe e che adesso aveva dovuto appoggiare il capo sulla sua spalla, ritrovando la posizione che più gli aggradava.
“Come funziona?”
“È una specie di bracciale in metallo, con dei fili cavi collegati alle mie vene. Al suo interno scorre il mio sangue mescolato al mana che mi viene fornito ogni giorno da mio padre. Lo inietto attraverso questo foro.” indicò con l'indice quello che sembrava essere una decorazione con una piccola pietra verde, così come la sfumatura nelle iridi della ragazza. “E questo viene fuso con il sangue e scorre al mio interno come se fosse semplice mana posseduto da qualsiasi mago.”
“Tuo padre però è un mago del buio, tu, invece, sei una Curatrice.” Ari rimase affascinato da quel discorso e c'erano ancora molte altre cose da scoprire.
“Questo non ha importanza. Il Mana è una grande unica fonte di energia, che assume forma diversa a seconda dell'anima della persona che lo possiede. Il mio è diventato dell'Elemento della Luce e mi ha fatto assumere il controllo delle arti curatrici meglio di qualunque altra magia.”
Ari rimase senza parole.
Quell'invenzione aveva dell'incredibile.

Una persona totalmente priva di poteri, adesso fa addirittura parte del circolo del Sacrificio e...

Ari sobbalzò appena, facendo quasi mordere la lingua a Nael.
“C'è qualcuno che ne è a conoscenza?”
“Nessuno! Sei impazzito? Nessuno lo deve venire a sapere! Nessuno!” Inaya si agitò all'istante. “Promettimi che terrai la bocca chiusa e anche tu Nael!”
I due ragazzi si misero a ridere vedendo che qualche ciocca di capelli era fuoriuscita a causa di quel sussulto, quasi a imitare il suo stato d'animo.
“Non lo diremo a nessuno.” dissero in coro.
“Se qualcuno lo scoprisse, caccerebbero immediatamente mio padre dal Consiglio e chissà che altro. Sarebbe un grande insulto e disonore, tanto che potrebbero esiliarci o condannarci a morte.”

O far parte dei Sacrifici.

Rifletté Ari.
Così come non voleva farle rischiare la vita, non voleva nemmeno che le accadesse qualcosa di spiacevole e rovinarle per sempre tutto quello che aveva costruito in anni e anni, rimettendoci sicuramente i propri sogni.
D'altro canto, l'idea del catalizzatore era talmente geniale che si chiese come mai non ne avessero discusso seriamente con i maghi.
I suoi pensieri furono, però, interrotti da Inaya.
“Permettimi di venire con te nell'oceano per sconfiggere Tinirau.” la ragazza aveva cambiato discorso. “Se non lo farai, sappi che ti seguirò comunque.”
“Inflessibile la ragazza.” commentò Nael, sporgendosi verso il biondo che trasse un lungo sospiro.
“Inaya, è pericoloso e, inoltre, è un compito che spetta a me.”
“Vuoi prenderti tutta la gloria da solo?” ironizzò la Curatrice.
“Non è questo.” tuttavia, Ari non colse il lato scherzoso, troppo intento a pensare che non voleva mettere in pericolo nessuno.
“Non puoi fare tutto per conto tuo e io voglio aiutarti. Potrei essere utile e fornirti degli scudi protettivi sulla pelle e tanto altro!” continuò a cercare di convincerlo.
“Ma tu...” abbassò il tono di voce per paura di essere sentito, anche se erano soli nel buio del parco. “Come fai senza mana ad aiutarmi?”
Quello era un punto cruciale della questione.
Il viaggio sarebbe durato molto più di una giornata e Inaya aveva bisogno di rifornimento giornaliero da quello che aveva capito dalla sua breve spiegazione.
“Troverò il modo, te lo prometto. Ma tu convinci mio padre a lasciarmi partire.”
“Ari, mi sentirei anche io più tranquillo se ci fosse qualcuno al tuo fianco.” gli disse Nael, tenendogli una mano sul ventre, proprio vicino al tatuaggio. “Come hai detto tu: è pericoloso.”
Ari sentì bene la voce dell'altro e si ritrovò a combattere dentro di sé. Probabilmente sapeva già che avrebbe perso in partenza, vista l'ostentata determinazione della ragazza e, a quanto pare, avrebbe preferito a quel modo anche Natanael.
“Va bene.” dichiarò infine.
Non fece neanche in tempo a finire la frase, che Inaya gli si gettò con le braccia al collo, ridendo contenta, e Ari quasi si sentì strozzare.
“Ehi, ehi! Giù le mani dal mio fidanzato, pensavo che questo punto fosse ormai assimilato.”
Ari roteò gli occhi e portò le mani sulle braccia di Inaya staccandosi delicatamente dalla morsa, sorridendole in cambio.
“Natanael fa di nuovo il geloso?” domandò lei.
“È quasi insopportabile.”
“Certo, continua pure a prenderti gioco di me.” il maggiore incrociò le braccia al petto. “Le sto segnando tutte così da darti il conto quando tornerò in vita.”
Ari si mise a ridere e scosse la testa.
“Andiamo da Keyondre.”




I tre ragazzi, tornati nell'appartamento di Keyondre, non furono accolti a braccia aperte. Anzi, il mago del buio era parecchio adirato, soprattutto con Ari che aveva acconsentito al piano folle della figlia.
Rimase ancora più spiazzato quando Ari trovò il coraggio di chiedere ancora più informazioni per quanto riguardasse il catalizzatore. Tuttavia, non mancò d'illustrare per filo e per segno come erano arrivati a quel congegno, ormai consapevole che non poteva nascondere niente al ragazzo.
Ari aveva ragione.
Il catalizzatore era stato progettato da Keyondre e Temaru, suo padre, durante gli anni dell'adolescenza. Tutto era partito dal fatto che Temaru fosse ben stanco dell'atteggiamento tenuto dai maghi negli ultimi anni e voleva proteggere il proprio essere parte di quella comunità, beneficiando anche i comuni umani del potere donato dalle divinità.
Era solo un'assurda idea che gli era venuta in mente studiando libri di magia e racconti mitologici.
L'uomo aveva sempre cercato di ottenere il potere degli dei con inganni e questo aveva provocato conseguenze terribili e, adesso, c'era anche la questione dei Sacrifici.
Perché avrebbero dovuto vivere in un mondo governato dalla paura, quando potevano elargire parte di quella forza per l'uso comune? Se non ci fosse più stata una vera distinzione tra uomo e mago, tutta quella storia sarebbe finita e tutti avrebbero potuto usufruire del Mana per le questioni utili, venendo riforniti dai maghi a certi intervalli di tempo.
I suoi sproloqui avevano convinto anche Keyondre, benché non avessero un vero filo logico.
Nonostante ciò, condivideva quella visione ottimista dell'amico e avevano cominciato a studiare la magia applicata alla fisiologia e alla medicina.
Era stato un duro lavoro di ricerca, che aveva fatto spendere gran parte della loro adolescenza, fino a quando non avevano cominciato a costruire un vero e proprio catalizzatore.
L'espulsione di Temaru dai maghi aveva poi interrotto tutti i loro progressi e quello strumento era stato messo da parte.
Soltanto quando era nata Inaya, e Keyondre aveva scoperto che non possedeva i poteri, era stato tirato fuori dal cassetto impolverato. Il mago del buio non aveva potuto chiedere aiuto più di tanto a Temaru, poiché erano vietati gli incontri con gli esiliati, eppure aveva messo anima e corpo nel portarlo a termine.
Persino Inaya si era messa a collaborare con lui.
Entrava nel suo studio in cantina e si metteva in un angolo a collegare cavi e altro materiale senza problemi. Fu così che nacque in lei la passione per la meccanica.
Ari scoprì che il vero sogno di Inaya era quello di diventare proprio una meccanica. Aveva costruito così tanti modellini e, nascosto sotto il letto della sua camera, c'era uno scatolone pieno zeppo di pergamene con disegnati alcuni progetti che un giorno avrebbe voluto realizzare.

Si sentì sollevato nel venire a conoscenza di tutto quello e la trovò adorabile mentre gli stava mostrando quello che doveva essere il progetto di una cisterna, che non comprese del tutto.
Dopo di che, gli era stato raccontato che, quando il catalizzatore era stato ultimato, la parte più difficile era stata quella di provarlo per davvero.
Keyondre aveva dovuto operare come un vero chirurgo, mettendo a rischio la vita di sua figlia.
Quella volta aveva chiesto a Temaru di essere partecipe all'operazione e lui si era presentato per fargli da supporto e aiuto grazie alla propria magia della luce.
C'erano volute ore, ma, alla fine, erano riusciti a collegare il catalizzatore al braccio di Inaya senza troppa perdita di sangue. La ragazza, che all'epoca aveva solo otto anni, era rimasta incosciente per un paio di giorni e, solo quando si fu risvegliata, poté provare a controllare il suo funzionamento.
Keyondre aveva inserito il proprio mana grazie a una siringa nell'apposito buco e aveva atteso insieme alla figlia che accadesse qualcosa. Già era stata istruita durante i mesi di come funzionasse quel potere, quindi doveva solo metterlo in pratica.
Ci volle un'intera giornata – che fu comunque un tempo molto breve rispetto a quanto si aspettarono – prima che il mana entrasse in circolo e molte iniezioni che stremarono Keyondre.
Quando una debole luce violetta, tendente al bianco, colorò le punte delle dita di Inaya, entrambi scoppiarono a piangere, consapevoli che ce l'avevano fatta.

“Perché non avete mai proposto il catalizzatore al Consiglio?” quella domanda premeva Ari da quasi l'inizio di quella serata.
“E lasciare che venga distrutta la stirpe dei maghi?” rispose ironico l'uomo. “Ari, credi che qualcuno come il Sommo Hallgeir voglia sentirsi dire che ormai non può più detenere il potere della città perché adesso chiunque può essere un mago? Il mondo ha una gerarchia ben definita, non è così facile ribaltare una tradizione radicata da così tanti secoli.”
Era vero, il mondo era governato dai maghi. Era l'ultima classe a cui era concessa la parola prima di qualsiasi decisione e, se ci fossero state molte persone con il dono delle divinità, tutti avrebbero potuto far parte del Consiglio o di qualsiasi altra istituzione senza distinzioni.
Era qualcosa che andava preso con le pinze e non buttato in faccia alla Somma Keneke o ad altri senza precauzioni.
Ari abbassò il capo, intento nelle sue riflessioni.
“Non fartene una colpa.” la grande mano di Nael gli scompigliò appena i capelli. “Fra poco libererai l'intera umanità dall'ira di Tangaroa!”
“Hai ragione.” sorrise amaramente, lasciando Keyondre e Inaya come al solito in disparte per quelle conversazioni che poteva avere solo lui.
“E credo che ti possa impegnare non solamente per il mio corpo o per tutti i Sacrifici, ma anche perché, quando tornerai trionfante, potrai richiedere tutto quello che vorrai.”
“Mi stai dicendo come tuo solito di ricattare?” alzò un sopracciglio e una ventata d'aria gelida lo colpì sulla guancia e subito dopo all'orecchio.
“Potresti farlo.” rispose Nael, suadente.
Ari sospirò, quasi esasperato.
“Sei terribile.”
“Non vorresti?”
“Mh.” il biondo annuì.
“Tutto bene?” domandò Inaya.
Volse i propri occhi cristallini prima sulla ragazza e poi su Keyondre.
“È giunto il momento di partire.”




Prima che potessero davvero partire per la missione c'erano ancora alcune cose da sistemare. Ovvero: come avrebbe fatto Inaya a rimanere per giorni senza mana, perché in quel caso sarebbe stato inutile averla con sé, se non poteva usare i poteri per la difesa o la cura; come avrebbe fatto a respirare sott'acqua per tutto quel tempo.

Per quanto riguardava il primo problema, erano giunti presto a una conclusione. Dopo aver convinto – e c'era voluto molto tempo – Keyondre a lasciarla andare con Ari, al mago del buio era venuta l'idea di riempire alcune fiale con il proprio mana. Avrebbero potuto usare quello di Ari, ma a lui servivano tutte le energie di cui disponeva, altrimenti non sarebbe mai riuscito a combattere contro Tinirau, se parte della propria forza veniva consumata giornalmente per ricaricare il catalizzatore. Perciò, Keyondre avrebbe preparato tutte le fiale a intervalli regolari per non sfinirsi, così da averne il più possibile prima della partenza, e Inaya si era costruita una cintura apposita nella quale vi erano venti spazi dove inserirle.
Non sapevano quanto tempo sarebbe servito per completare la missione, per questo aveva preparato anche uno zainetto per contenere le altre di riserva.
Aveva ringraziato un migliaio di volte suo padre per quello che stava facendo per loro e mai avrebbe smesso di farlo.

Invece, il secondo quesito era più ostico.
Per Ari non c'erano problemi, lui riusciva a respirare sott'acqua grazie al proprio elemento. Era un'abilità che aveva imparato e sbloccato durante il proprio addestramento.
Ci volle ancora una volta l'aiuto delle conoscenze di Keyondre per affrontarlo e questo venne collegato a un'ulteriore questione, cioè come sarebbero sopravvissuti all'impatto con l'acqua buttandosi dall'aeronave.
Avrebbero unito le arti di Curatrice di Inaya con il mana dell'acqua di Ari.
La ragazza avrebbe plasmato una pellicola al di sopra della pelle di entrambi, in modo tale da proteggerla. Era già in grado di compierlo, perché era un incantesimo che facevano sui cadaveri prima di buttarli in mare e che lei aveva imparato durante gli anni di apprendistato come Curatrice.
Successivamente sarebbe intervenuto Ari che avrebbe impregnato del proprio mana la corazza invisibile di Inaya. Questo le avrebbe permesso di respirare anche sott'acqua e non ci sarebbe neanche stato bisogno di rigenerarlo, finché Inaya riusciva a tenere la barriera alzata, grazie alle fiale di mana di Keyondre.
Era un enorme circolo dovuto al perfetto funzionamento di tutto quanto.
Avere una protezione tale sarebbe stata di grande utilità anche contro Tinirau, che avrebbe dovuto abbatterla prima di scalfire entrambi.
Fu così che si esercitarono e provarono più volte fino a quando non ci riuscirono alla perfezione e non ci volle che un ulteriore giorno di riposo per ripristinare interamente le energie di Ari.
Arrivò così il giorno della partenza.




Ari si rigirò nel letto, svegliandosi nel pieno della notte. Dovevano abbandonare la nave durante quell'orario per non farsi scoprire da nessuno.
Avvertì immediatamente una mano tra i suoi capelli che riconobbe come quella di Nael.
Si voltò verso di lui e gli sorrise.
“Buongiorno, Nael.”
Ricevette un lieve colpo sulle labbra e socchiuse gli occhi facendo fatica a riaprirli.
“Buon compleanno.”
Sentì di risposta e si rannicchiò di più contro il suo corpo anche se non poteva percepirlo a pieno.
Nael lo abbracciò con vigore e gli stampò un altro bacio sulle labbra.
“Anche a te.” disse Ari.
Il biondo sospirò e si rilassò contro di lui. Era emozionato e agitato all'idea di star per buttarsi da quell'altezza per cadere nel fondale dell'oceano.

Chissà cosa troverò nelle sue profondità.

Non aveva neanche idea di come avrebbe raggiunto il tempio dove era rinchiuso Tinirau, ma Tangaroa gli aveva confidato che avrebbe saputo cosa fare al momento giusto.

Ho paura.

Quella non se ne sarebbe mai andata, eppure non poteva farci niente. L'avrebbe sempre accompagnato fino a quando non si sarebbe trovato di fronte a Tinirau, in quel momento sarebbe dovuta sparire e non c'erano obiezioni che tenevano.
“Nael, mi sarai sempre accanto?” domandò con un sussurro.
“Certo, di questo non devi neanche dubitare. Ti accompagnerò ovunque e tirerò qualche cazzotto a quella divinità dei miei stivali.”
Ari sorrise e schiacciò il viso contro il cuscino.

Nael aveva il batticuore per quello che stava per succedere. Anche lui aveva timore per Ari e non voleva che gli succedesse niente, per questo aveva deciso di andare con lui e non ci sarebbero stati problemi in quanto anima che non aveva bisogno di respirare né altro. Avrebbe solamente fatto un volo da centinaia di metri di altezza fino a centinaia di metri di profondità.
Era sicuro in cuor suo che Ari ce l'avrebbe fatta e avrebbe recuperato il suo corpo.
Era una cosa da fiaba, ma il loro amore aveva già dato prova di poter andare contro a tutto, contro persino al sacrificio e alla morte, altrimenti lui non sarebbe stato ancora lì al suo fianco.

“Andrà tutto bene.” continuò a parlare Nael.
Quanto mancavano al minore anche quelle frasi. Voleva sentirsele dire in faccia e vedere quei bellissimi occhi di Natanael che lo scrutavano come nessuno aveva mai fatto, capendo sempre e comunque quello che pensava.
“Dobbiamo andare a prepararci.”
“Tu vorrai dire.” ribatté il moro.
“Tu mi segui.” scese dal materasso e si sentì avvinghiato per la vita.
“Non preoccuparti qualunque cosa accada, va bene?”
Ad Ari mancò il fiato.

Mi stai dicendo che va anche bene se non riesco a salvarti?

Quell'idea non esisteva. Non era un'opzione concepibile e non sarebbe successo.

A me, però, non sta bene.

Era convinto di quello e niente avrebbe potuto modificare il suo pensiero.
Voleva salvarlo e così doveva essere.
Dopodiché, si diressero verso la stanza di Keyondre per gli ultimi preparativi.





Ari, Nael, Inaya e Keyondre si trovavano sul ponte esterno dell'aeronave.
Ari guardò sotto di sé le nuvole che non lasciavano intravedere cosa si estendeva oltre.
Faceva freddo e l'aria di Gennaio graffiava le guance come lame taglienti.
Lui non indossava altro che la sua tenuta da apprendista, perché erano i vestiti più comodi che possedeva, persino Inaya si era messa in maglia e pantaloni violetto che si intonavano perfettamente alla sua carnagione, tanto da renderla ancora più scura e lucida.

Ci siamo davvero.

Voltò lo sguardo e poté vedere Inaya che stava parlando con il padre e, probabilmente, lo stava rassicurando per il viaggio, mentre si sistemava la lunga treccia sopra al capo a formare un enorme chignon e la bloccava con delle forcine brillantinate.

E sto coinvolgendo anche altre persone. D'altro canto non avrei potuto fare tutto da solo, avevano ragione.

Una folata di vento gli fece volare i capelli davanti agli occhi e dovette tenerseli dietro all'orecchio con una mano.

Dovrò ringraziarli per sempre.

“È tutto pronto.” sentenziò il mago del buio, ancora accanto alla propria figlia, e il ragazzo annuì.
Il sole stava cominciando a sorgere e questo illuminava le iridi di Ari in una maniera tale da renderli trasparenti.
Nael era al suo fianco e allungò una mano per accarezzargli la guancia e con l'altra incastrò le dita insieme. Ari si lasciò accarezzare, non sapendo per quanto ancora avrebbe potuto ricevere quelle attenzioni perché non sapeva se sarebbe sopravvissuto.
Poi avvertì un freddo pungente sulle labbra e chiuse gli occhi per ricambiare quel bacio, noncurante che gli altri due potessero trovarlo strano.
Dopo qualche secondo, il freddo si tramutò in caldo e, poiché non capiva cosa stava succedendo, aprì appena gli occhi.

Oh mio...

Ari rimase stupito e il cuore gli si bloccò nel petto.
“Nael...”
Il moro si staccò lievemente da lui.
Adesso Ari poteva osservare del tutto la visione che gli si parava di fronte.

È Nael. È davvero Nael.

Il ragazzo era davanti a lui.

I suoi capelli, la forma dei suoi occhi, la linea della sua bocca...

Nael aveva il corpo formato interamente d'acqua. Era come se il mana avesse preso possesso del corpo del minore e avesse plasmato l'altro così come la corazza che lo ricopriva e, adesso, Ari riusciva a vederlo.
Forse non era esattamente come avere il corpo in carne e ossa, ma era bellissimo anche così e, soprattutto, lo stava vedendo con i propri occhi dopo tutto quel tempo.

È davvero lui.

Quasi volle piangere, ma si trattenne.
“Cosa succede?” sussurrò Nael, vedendo lo sguardo sgomento dell'altro.
“Guardati.” rispose semplicemente.
Nael osservò la mano che era scesa sulla maglia blu di Ari e la scoprì diversa da come l'aveva sempre vista. Era quasi come il fiume vicino alla loro cascina e poteva sentire lo zampillo che provocava sopra le dita.
“Mi vedi?”
Ari annuì con il capo.
“Questa è opera tua?” gli sorrise e gli accarezzò nuovamente la guancia, fino a tracciargli il contorno degli zigomi senza alcuna difficoltà, avvertendo la pelle liscia dell'altro così come la ricordava.
Ari sentì un altro tuffo al cuore.

Questo è il calore di Nael.

Sembrava che fosse davvero lì con lui, solo più soffice e un po' umido.
“Così sembrerebbe.” rise appena e non staccò mai gli occhi da quelli dell'altro.

Quanto mi mancava vederlo.

“Sei fantastico.”
Nael si gettò di nuovo sulle labbra del ragazzo e lo coinvolse in un bacio ancora più intenso.
Premette così forte le labbra sulle sue come da volersi convincere che fosse tutto reale e così era.
Ari circondò il suo corpo con le braccia e si rallegrò di non affondare nell'acqua, ma che questa era morbida ma solida.

Quanto mi mancava baciarlo.

Si mise sulla punta dei piedi e lo baciò ancora di più, insinuando la lingua all'interno della sua bocca e rimanendo attaccato a lui per quanto più tempo fosse possibile.
A qualche metro di distanza, Inaya e Keyondre li stavano osservando allibiti. Il mago del buio aveva subito compreso cosa fosse successo e fu felice che le sue lezioni avevano dato quei frutti tanto da riuscire a trascendere un'anima fino a renderla quasi corporea e, Ari, neanche sembrava essersene reso conto di quello che era riuscito a fare.
“Te l'ho detto che sono bellissimi.” commentò Inaya.

I due ragazzi si staccarono in mancanza di fiato e rimasero a fissarsi ancora.
Purtroppo l'incantesimo stava svanendo e le mani di Nael stavano tornando trasparenti e invisibili all'occhio umano.
“Ari, ti amo.”
“Anche io.”
Si abbracciarono forte, sentendo per un'ultima volta il calore reciproco, mentre Nael riacquisiva piano piano la forma di anima.
Dopo qualche minuto, tutto tornò come prima e Ari allungò una mano per farsela afferrare da Nael, che non mancò di farlo.
“Sei pronta Inaya?”
“Sono pronta.” si allacciò lo zainetto alle spalle e lo stesso fece Ari.
“Fate attenzione e tornate sani e salvi.” raccomandò Keyondre, parlando con il suo solito tono autoritario.
“Tranquillo, padre.” Inaya lo salutò con la mano e si sporse verso l'oceano sottostante.
Ari prese un respiro profondo e fu pronto per lanciarsi.

Ce la farò.

Prese una piccola rincorsa, stringendo ancora di più la mano incorporea e si lanciò nel vuoto insieme a Nael, seguito a ruota dalla ragazza.
Il vento strideva nelle sue orecchie, tanto che pensava avrebbero sanguinato, se non fosse stato per la barriera che non riusciva neanche a scalfire.
Non ci volle che qualche secondo che sotto ai suoi occhi intravide l'azzurro e il blu dell'oceano nella quale stava per sprofondare.

Nael, tornerai in vita.

 

NOTA DELL'AUTRICE:
Quante altre rivelazioni in questo capitolo tutto dedicato alla dolcissima Inaya! Allora... sconvolti che non possiede il Mana e che utilizza un catalizzatore di energia? (è uscita fuori anche quella parte fantascientifica di questa storia u.u) Era un'idea uscita subito mentre parlavo a sproposito con una mia amica e poi mi sono detta: no, aspetta, ma è geniale! Ahaha
E poi vediamo tutti i retroscena del suo carattere: il suo desiderio di far felice il padre, la sua determinazione nel prestare aiuto a un suo amico e spero che abbiate potuto apprezzarla :3
E finalmente i nostri ragazzi sono partiti, sprezzanti del pericolo!
La scena sul ponte faceva parte del sogno da cui tutto ha avuto inizio per iniziare a scrivere la Nari, anche se non vi interessa, mi fa piacere condividere questa cosa xD
Ringrazio tutti quelli che mi seguono, spero che continuerete a farlo e ci sentiamo domenica prossima! Un bacio a tutti!
Flor :3

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: floricienta