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Autore: JeremyGender    15/04/2017    1 recensioni
Jeremiah Pule è un mago italiano che si divide tra il lavoro di custode in una riserva magica di ippocampi e quello di insegnante di Cura della Creature Magiche nella scuola di magia siciliana.
Ma i guai non finiscono mai e nuovi misteri riaffioreranno dalle segrete di Kairawan portando Jeremiah e i suoi amici a vivere un turbine di avventure!
Genere: Commedia, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Le avventure di Jeremiah'
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Il silenzio che precedeva la nomina del nuovo presidente era assordante.
‘Finito lo spoglio possiamo annunciare…’
Le luci di Faunalia erano spente. Tutti gli ospiti immobili a guardare il grande schermo dove un fauno anziano con lunghe corna e capelli e barba bianchi leggeva una pergamena.
‘…che il 15° Ministro della Magia Italiano e capo del Magico Congresso di Torino è…’
Trattenni il respiro. Se l’Italia aveva fatto la scelta sbagliata tutto sarebbe cambiato.
‘…Morgana Fenicia!’
Il locale esplose in un boato! Raspulla fece partire subito la musica e una cascata di petali di rosa cadde addosso alla folla esultante!
Morgana ce l’aveva fatta, era diventata il nuovo Ministro della Magia!
Prima ancora che possa rendermene conto Merlino e Zaafira mi abbracciano.
‘Ce l’abbiamo fatta amico!’ mi dice euforico lui.
‘L’ansia dell’attesa mi stava uccidendo.’ dice invece lei.
‘Ragazzi bisogna festeggiare. Tormento?’
Ad avvicinarsi, tenendo dei bicchierini in mano è Egitto che esulta anche se non sono veramente convinto che sappia per cosa sta festeggiando.
‘Mai più Egitto, mai più!’
‘Jeremiah non fare il musone. E’ una notte speciale. Bevi un Whisky Incendiario con me.’ mi sprona Parmelia.
‘Parmelia non mi va, lo sai che non me la sento.’
‘E’ per Thibaut? Ancora? Ti ha detto che starà in Francia solo un paio di mesi prima di tornare definitivamente da te. Non aver paura, ormai non scappa più. Non è, un altro, buon motivo per festeggiare?’ dice mettendomi il bicchierino sotto il naso.
‘E va bene! Ma solo uno. Non voglio ridurmi come l’ultima volta!’ mi convinco alla fine.
 
Nonostante i buoni propositi però il rientro a scuola la mattina seguente fu abbastanza traumatico.
Fortunatamente non erano solo i professori ad avere poca voglia di lavorare. Era chiaro, dalle loro facce, che alcuni gruppi di studenti tra quelli più grandi avevano festeggiando illegalmente e un po’ tutti nella classe del settimo anno eravamo distrutti.
Vedo particolarmente provati il duo Reshard- Malek mentre Lilith, che era tornata a frequentare le lezioni, sembrava completamente sobria e senza nessun postumo.
‘Se siamo tutti d’accordo oggi ci dedichiamo a coccolare i Puffskein.’
La maggior parte degli studenti, alcuni con gli occhiali da sole e altri direttamente mezzi addormentati nei banchi, sembrano d’accordo.
Da una grande gabbia faccio uscire queste dolci palle di pelo color crema che, con la loro lunga lingua rosa si avvicinano ai ragazzi che li iniziano ad accarezzare e a lanciare.
Dopo mezz’ora qualcuno bussa alla porta. Mi ricompongo sulla poltrona e, dopo aver nascosto il mio Puffskein dentro un cassetto, dico: ‘Avanti!’
Ad entrare, con la sua camminata zoppicante, è Grino; il vecchio custode della scuola.
‘C’è una comunicazione per tutta la classe, Professore.’ mi avverte passandomi una pergamena.
‘Grazie Grino e buona giornata.’
Non faccio neanche in tempo a dirlo che Grino è già uscito in direzione della prossima classe.
‘Ragazzi capisco che siete molto impegnati con le terribili creature che vi ho assegnato oggi ma ho una comunicazione per voi.
Oggi pomeriggio alle 18.30 ci sarà un incontro con Daladia, la Regina della Amazzoni, e tutti gli studenti sono invitati a partecipare. E con invitati credo proprio che l’Emiro intenda obbligati.
Visto questo nuovo impegno per oggi vi grazio. Tornate tutti ai vostri dormitori e approfittatene per riposare. La lezione finisce qui. Cerchiamo di fare una bella figura con Daladia e non fargli trovare una scuola di zombie. Gibson e Basla ce la fate a guidare il gruppo senza perdere nessuna pecorella? Sundaram dagli un occhio tu. Cileno e Empusa vi dispiace accompagnare le ragazze?’
Dulina Cileno, una ragazza alta e slanciata con una criniera di capelli ricci color miele, si alza in un balzo e subito incita le sue compagne ad uscire dall’aula mentre Lilith, con calma si sistema i libri.
‘Tutto bene Empusa?’
La ragazza che pensierosa stava passando davanti la cattedra sobbalza alla mia domanda.
‘Come Professor Pule?’ mi chiede in un sussurro.
‘Tutto bene? Sei stata male, ora stai meglio?’
‘Oh si, sono ancora un po’ debole ma finalmente sono potuta tornare a frequentare le lezioni.’ mi risponde facendomi un debole sorriso.
‘Vatti a riposare che anche tu ne hai bisogno.’
Una volta rimasto solo scrivo un bigliettino ai miei amici colleghi.
Ho mandato i ragazzi nei dormitori. Erano tutti persi. A voi come va?
Con la bacchetta recito un incantesimo per piegarli in un origami a forma di volpe ma, quello che ne viene fuori è una piccola colonia di topi obesi che goffamente escono dall’aula diretti verso i miei amici.
Alle 18 siamo già tutti sistemati nel Teatro Conferenze, una stanza circolare con le file dei posti ad altezze sfalsate per permettere a tutti di vedere il palco centrale. A me era toccato accompagnare i ragazzi del quinto anno che erano ordinatamente seduti che parlottavano tra noi. Nella mia stessa fila, sempre con la sua classe del quinto anno, il Professor Indigo Lamarra, stravagante ed estroso mago dai capelli viola insegnante di pozioni, era intento a parlare con suo inseparabile Bocconotto, un'oca con un grazioso basco sulla testa.
‘Professor Lamarra buona sera. Buona sera pure a te Bocconotto.’ dico rivolto al pennuto che per ricambiare il mio saluto sposta il suo lungo collo lateralmente.
‘Jeremiah! Come và? Stavo giusto dicendo a Bocconotto che sono molto emozionato. E’ raro che le Amazzoni vengano a fare delle lezioni per la scuola. Da quando lavoro qui è successo solo un’altra volta. Sono molto riservate.’
Le Amazzoni erano donne che vivevano in un villaggio/base militare in una zona inaccessibile di Perigoria, chiamata Setessa. Rappresentavano la prima forza militare del mondo magico italiano (e di alcuni altri paesi come Grecia, Albania e Andorra) insieme a gli Auror.
‘Forse ci tengono a presentarsi perché è subentrato il nuovo ministero.’ ipotizzo io.
Alle 18.30 in punto L’Emiro Von Grable, che quella sera indossava un abito nero, lungo un po’ più del ginocchio con un ricamo di pizzo a forma di V sulla scollatura, sale sul palco. Subito la sala si zittisce.
‘Buona sera ragazzi. Oggi è un giorno importante per tutto il mondo magico. Un nuovo Ministro è subentrato ed è stato da poco presentato il nuovo Magico Congresso. Il nuovo Ministro della Difesa è una donna e un’amazzone a dimostrazione, ancora una volta, che le donne possono occupare qualsiasi posto nella società magica. Abbiamo il piacere oggi di avere una delegazione delle Amazzoni che proteggono, insieme a gli Auror il territorio.
Accogliamo con un forte applauso le nostre ospiti.’
Il portone del Teatro Conferenze si spalanca e, una ventina di donne in divisa nera, accompagnate da due Auror ai lati, uno dei due, con mia grande sorpresa, è il mio amico Merlino, fanno il loro ingresso trionfale nella sala, accompagnate dallo scrosciare degli applausi degli studenti, soprattutto dai maschi.
Quando giungono al centro del palco si posizionano tutte dietro la donna bionda, l’unica ad avere le gambe scoperte, che guidava il corteo.
Dopo una stretta di mano l’Emiro lascia il palco alla sua ospite.
‘Buongiorno ragazze, buongiorno ragazzi. Il mio nome è Daladia e sono la nuova Regina delle Amazzoni di Setessa.
Essere un’Amazzone un tempo voleva dire essere diversa. Le figlie Magonò delle nobili famiglie venivano mandate nei nostri villaggi, strappate alle loro vite e ai loro affetti, solo perché i genitori si vergognavano di averle in casa. Le figlie con meno talento magico o con meno bellezza venivano rinchiuse a Setessa dai genitori che non volevano più badare a queste figlie ritenute scomode, le orfane più ribelli che neanche le suore degli orfanotrofi voleva più finivano a Setessa.
Queste donne erano arrabbiate; queste donne, che avrebbero dovuto difendere il mondo magico, in realtà lo odiavano perchè dal mondo magico erano state scartate.
Adesso è diverso. Oggi donna che abita Setessa, ogni Amazzone, è lì perché ci vuole stare, è lì perché crede nell’ideale di libertà e di giustizia che Setessa ci insegna.
Oggi abbiamo deciso di fare questo incontro perché vogliamo diminuire il ponte che ci divide. Essere un’Amazzone non vuol dire non essere più una strega, una donna, una madre o una figlia. Un’Amazzone è un’infinità di cose proprio come una strega o un mago. Quindi vi chiedo di alzarvi in piedi, venire qui al centro del palco, e conoscerci non come razze ma come persone.’
Così dicendo si toglie il capello e si slega i lunghi capelli biondi, liberandosi dall’aspetto austero che gli dava la divisa e rivelandosi una ragazza della mia età.
Gli studenti, all’inizio timidamente, poi sempre più invogliati si avvicinano alle varie Amazzoni per parlare con loro e rendersi conto che in realtà era donne comuni.
‘Devo ringraziare la tua amica. E’ stata Zaafira ha organizzare quest’incontro.’
L’Emiro Dahlia Von Grable si era avvicinata a me tenendo in mano una rivista.
‘Dove le richieste di un vecchio Emiro non arrivano ci pensa Il Pispiglio’ conclude lei facendomi un sorriso.
 
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