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Autore: Alexa_Akane    18/04/2017    1 recensioni
Era quasi l'una di notte e Antonio era in discoteca, costretto da i suoi due amici… e pensare che lui voleva passare la serata a farsi la maratona di una delle sue telenovelas preferite!
Comunque ora era seduto su un tavolo, stanco di ballare con gente a caso, e si era preso da bere un cocktail, sperando di trovare presto un modo per passare il tempo.
La fortuna probabilmente era dalla sua quella sera perchè non dovette aspettare a lungo.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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"... eh?" Sbottò confuso lo spagnolo, spalancando gli occhi. "Come chi sono? Sono Antonio." Gli rispose, non capendo che stesse succedendo.                       

"Non ti conosco quindi non dirlo come se dovesse essermi ovvio!!" Lovino gli puntò un dito contro, guardandolo male. "Che mi hai fatto, bastardo?!?! Giuro che ti denuncio!!"                        

"COSA!?" Antonio era sempre più confuso.  "Non ricordi nulla di quello che abbiamo fatto?!" Chiese sotto shock mentre si finiva di mettere le scarpe.                        

"NO!" Rispose a tono l’altro, guardando per terra per cercare i propri vestiti, trovandoli vicino allo spagnolo. "E passami i vestiti!"                        

"O-okay...." Disse, non capendo nulla di quello che stava succedendo. Gli passò i vestiti e si riprese la camicia, infilandosela subito dopo.                       

"Chigi!" Lovi si raggomitolò su se stesso quando la camicia gli fu levata di dosso e si coprì con i propri vestiti. "V-vattene o almeno girati!" Esclamò imbarazzato con le guance rosso acceso.                        

Lo spagnolo annuì, girandosi con la faccia rivolta verso la parete mentre si abbottonava la camicia.

 

Com'è che il suo carattere è cambiato completamente? Cos'è SCHIZZOFEENICO?!   

                    

L’italiano intanto si alzò dal divano e si rimise velocemente i boxer, mordendosi le labbra per reprimere un versetto acuto per il dolore alla parte bassa della schiena. Si mise i pantaloni attillati e la camicia, sedendosi per mettersi le scarpe. "... mi hai ubriacato?" Chiese ad un certo punto, rompendo il silenzio ma mantenendo il suo tono arrabbiato.                        

"Hai fatto tutto solo… " Gli rispose Antonio, girandosi lentamente verso di lui. "Ti sei ubriacato dopo due super alcolici e poi io ti ho pagato un bicchiere di sangria" Spiegò.                        

Dei frammenti di memorie gli riaffiorarono alla mente e arrossì, abbassando la testa. Aveva ragione lui… ricordava di aver deciso di passare all'alcool dopo averne avuto abbastanza di guardare il fratellino ballare (o meglio, strusciarsi!) sul fidanzato tedesco (maledetto crucco).

"C… comunque tu avresti potuto fermarmi!!"                        

"Cosa avrei dovuto dirti, Hey smettila di bere?!" Chiese, guardandolo incredulo. "Io mi sono accorto di te dopo che ti eri scolato due litri di roba!"

Naturalmente, mentì.

In realtà lo stava osservando da molto più tempo.                        

"Avresti potuto evitare di fare sesso con me!!!" Esclamò di nuovo, arrossendo completamente in viso.                        

"Ero brillo pure io!" Si giustificò, incrociando le braccia muscolose sul petto. "E poi hai cominciato tu a strusciarti su di me!"                        

Cominciò a ricordarsi come si muoveva Lovino sulla pista da ballo e non solo lì… cazzo se si era divertito...                        

"Come mai allora ti ricordi cosa abbiamo fatto e io no?!? Non sono stupido, bastardo!!" L’italiano si alzò una volta che finì di mettersi le scarpe e si avviò verso la porta a grandi passi. "Me ne vado!" Sentenziò infine, spostando Antonio per raggiungere la maniglia.                      

Il povero spagnolo rimase impalato come uno stoccafisso senza riuscire a proferire parola. Ormai era inutile chiamare il ragazzo, se ne era andato. Sospirò prendendo la sua giacca e mettendosi le mani in tasca, uscendo dalla stanza e andandosene da quella discoteca.

Una volta a casa mandò un messaggio ai suoi amici dicendo che era andato via e che non dovevano preoccuparsi.

 

                      

Lovino era per strada verso casa. Il suo cellulare era pieno di messaggi preoccupati del fratello, ai quali lui rispose con un semplice e diretto "Non rompere i coglioni, sto andando a casa".

Sbuffò e si strinse ancora di più nel cappotto prima di entrare finalmente a casa. Si lasciò sfuggire un piccolo sospiro e la prima cosa che fece una volta tolto il giubbotto fu prepararsi un bel bagno caldo.

Doveva rilassarsi e cercare di dimenticare quella serata il prima possibile.

Cazzo, aveva pure lavoro il giorno dopo…

                      

Antonio si era appena messo il pigiama e stava per buttarsi sul letto, esausto per la serata, quando il suo cellulare squillò. "Chi cavolo è ora?!?!" Sbottò incazzato ma soprattutto stanco, prendendo il cellulare per vedere chi lo stava disturbando. "Gilbert?... pronto?"                        

"TONIIIII!" Urlò felice l'albino, appena uscito dalla discoteca assieme a Francis. "Dove cazzarola sei andato?! Prima ti perdiamo per qualche ora e poi ci dici che sei andato a casa?!"                        

"Ero stanco e sono andato a bere qualcosa, poi mi sono stufato anche di quello e sono tornato a casa." Gli spiegò, sospirando e passandosi una mano tra i riccioli mori.                        

"Hai bevuto per due ore?! Non raccontare balle! Neanche Francis ti crede!"                        

"Non ho voglia di parlare"                        

"Come vuoi. Ti va di vederci domani? Francis e io abbiamo trovato un bar vicino al centro cittá e oltre il caffè ci sono molte altre cose deliziose là dentro~" Ridacchiò con tono malizioso, scambiandosi una gomitatina con il francese. "E magari ci racconti della tua serata."                        

"Va bene, a domani allora..." Sbadigliò per poi chiudere la chiamata e lanciarsi sul suo letto, addormentarsi immediatamente.

                      

Il giorno dopo il ragazzo si svegliò alle 10.30 del mattino.

L'alcool bevuto il giorno prima gli aveva lasciato la fastidiosa sensazione di gola secca. Quando decise di alzarsi dal letto, si diresse in cucina a bere acqua e farsi un caffè per svegliarsi.

Poi il suo sguardo cadde sul telefono...

"Cazzo!!" Si era appena ricordato che doveva uscire con i suoi amici ed era anche in ritardo. Corse in bagno, si fece una doccia veloce per poi vestirsi e salire in sella alla sua fidata moto, accendendola per partire.

Tutto questo in 20 minuti!!    

                   

L'albino era che aspettava l'ultimo componente del “bad touch trio” davanti al bar che gli aveva indicato. "Dio, quello lì deve sempre arrivare in ritardo." Si lamentò, alzandosi gli occhiali da sole per posarli tra i morbidi capelli bianchi. "Non come il magnifico me che arriva sempre in magnifico orario!" Aggiunse, sorridendo fiero e posando le mani sui fianchi.                        

Antonio arrivò finalmente al bar. Era un po' distante da casa sua, ma fortunatamente non aveva beccato semafori rossi. Parcheggiò la moto vicino al locale per poi togliersi il casco e passarsi una mano tra i capelli per pettinarli un po'.

Odiava quando il casco gli appiattiva i capelli.

Il ragazzo finalmente entrò nel bar, salutando i suoi amici. "Scusate il ritardo, ma dormivo" ridacchiò imbarazzato prima di sedersi con loro. "Come va?" Chiese poi, appoggiando il casco su una sedia.                        

"Ovvio che dormivi Toni!" Rise Gilbert, posando un avambraccio sul tavolo e l'altro sullo schienale del divanetto. "Bene, ieri è stata una serata stupenda! Ma con me non poteva essere altrimenti!" L'albino portò gli occhi scarlatti sullo spagnolo davanti a sé, sorridendo malizioso. "E a te com'é andataaaa?~"                        

"Bene… non mi lamento." Disse, prendendo il menù e vedendo che c'era. Non aveva fatto colazione e aveva una fame da lupi.                        

"Non ci accontentiamo solo di questo, lo sai bene~" Insistette, appoggiandosi al tavolo con entrambi gli avambracci e sporgendosi verso Antonio, muovendo le sopracciglia. "Avanti, racconta~"                        

"Si, mon amì, raccontaci tutto~" Disse il francese con lo stesso tono di Gilbert, passandogli un braccio sulla spalla.

"Ma nulla di tale. Sono andato a bere qualcosa, ho fatto due chiacchere, ho ballato. Le solite cose." Non voleva dire cosa era successo ieri. Non era normale dire ai suoi migliori amici che aveva fatto sesso con un ragazzo che neanche conosceva solo perchè si è fatto trasportare dal momento.                        

"Non sei divertente, Toniiiii~" Disse con tono infantile il tedesco, sporgendo le labbra. "Non è che stai perdendo il tuo tocco?~"                        

"Ma neanche per sogno!! Che stai dicendo!?" Si lamentò lo spagnolo, corrucciando le sopracciglia.

"E allora hai fatto di più di quello?~" Chiese malizioso il francese.                        

"eeeeeeeeh… può darsi..." Rispose vagamente.                        

"Ah! Lo sapevo!" Gilbert buttò le mani in aria, sorridendo sornione. "Dai raccontaciii~ com'era?"                        

Il moro sospirò, cominciando a raccontare l'accaduto. "Ieri sera, quando mi sono stufato di ballare sono andato al bar per bere qualcosa. Dopo circa due bicchieri di sangria è arrivato… aaaaaah..." Sospirò, ripensando a Lovino. "Dovevate vederlo era una bomba. Occhi ambrati, capelli castano chiaro e un corpo perfetto~" Disse sognante mentre appoggiava la guancia sulla mano, guardando fuori la finestra del locale.                    

"UuuhuHuHuuuu~" Gilbert battè la mano sul tavolo, ridacchiando. "Ora inizio ad essere geloso, amico!" Rise, dandogli una pacca sulla spalla.

In quel momento, un cameriere dall'aria stanca o semplicemente scazzata arrivò al loro tavolo. Cercò di sorridere per non beccarsi un richiamo, riuscendoci vagamente. "Salve. Volete ordinare?"                        

Antonio riconobbe la voce e si girò di scatto per guardarlo, coprendosi subito il viso con il menù. "Io un cappuccino, grazie" Disse da dietro il pezzo di carta.                        

Non voleva farsi riconoscere. Ammetteva di vergognarsi un po'.                        

Lovino inarcò un sopracciglio ma decise di non farci caso e appuntò l'ordine sul blocchetto. "Per me un caffè." Iniziò Gil, sorridendo malizioso all'italiano e portandosi una mano sotto il mento. "Ma anche un appuntamento non sarebbe male~" Gli fece l'occhiolino e Lovino rispose con una smorfia. "Ew… altro?" Chiese, rivolgendosi al biondo.                        

"Un thè ai frutti di bosco e una fetta di torta con panna e fragole. Grazie, carino."                        

Disse il biondo. "Antonio mi dai un attimo il menù che guardo una cosa?" Chiese poi il francese.

"Cazzo!!" Pensò lo spagnolo che non aveva la minima intenzione di mollare il foglio.                        

Sperava vivamente che si fosse dimenticato il suo nome.                        

Il più piccolo intanto era arrossito leggermente per i tentativi di flirt dei due e appuntò l'ultimo ordine. Quando alzò il viso per guardare di nuovo i ragazzi del tavolo, il suo viso divenne completamente rosso. "T... tu?!"                        

"Ioooo… devo andare!!" Disse frettolosamente, prendendo il casco e mettendoselo in testa, correndo verso la moto.                        

"Ah! Hey! Antonio!" Esclamò Gilbert e Lovino seguì l'altro con lo sguardo, mordendosi le labbra.

 

Dio, ma come cazzo era successo?! Era un caso vero?!

 

Il tedesco si alzò dal tavolo, scusandosi con il moretto per poi correre dietro l'amico. "Oi, ma dove vai?!"                        

Antonio arrivò alla moto e cominciò a cercare rapidamente le chiavi in tasca. "Me ne vado!!" Gli urlò.                       

"Non se ne parla! Tu resti qui!" Quando tirò fuori le chiavi, Gilbert gliele prese di mano, tenendole lontano dalla sua portata. "E dai Toni, che ti succede? Che hai?"                        

"Nulla… mi sono ricordato che ho lasciato il gas acceso!" Tentò di riprendersi le chiavi, fallendo però miseramente.                        

"Non ti azzardare! Avanti, riporta il tuo culo dentro!" Lo riprese, puntandogli un dito contro.                        

"Va… va bene… " Sbuffò, prendendo le chiavi della moto e mettendole in tasca ed entrando con l'amico.                        

Lovino stava aspettando che i due tornassero dentro, giocando un po' nervoso con la penna fra le sue dita. Quando rientrarono, si avviò verso di loro, arrossendo vistosamente e inchinandosi leggermente, guardando dall'altra parte. "Mi… mi dispiace se qualcosa che vi ho detto vi ha infastidito… " Disse un po' timidamente, aggiustandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio quando gli scivolò davanti al viso.

Non voleva di certo essere sgridato dal suo capo…                         

"Ma no figurati, non è colpa tua" Antonio agitò le mani davanti alla faccia nervosamente e arrossendo leggermente ma sotto sotto un po' era contento di averlo rivisto.                                                

Lovi si rimise dritto e portò finalmente lo sguardo su quello dello spagnolo. "Quindi posso… portarvi ancora i vostri ordini?"                        

"Certo" Gli sorrise.                        

L’italiano annuì e si lasciò sfuggire un piccolo sorriso prima di voltarsi ed andare a preparare quello che avevano ordinato i tre amici. Gilbert sorrise ad Antonio quando i due tornarono a sedersi e posò la mano sulla guancia. "Quindi… era lui la bomba sexy di cui ci parlavi? Quello di ieri sera?"                        

"Cosa te lo fa pensare?" Chiese con una faccia da ebete mentre fissava la porta da dove sarebbe uscito il ragazzo.

"È da 10 minuti che fissi la porta… " rispose Francis.                        

"E corrisponde alla descrizione che ci hai dato!" Aggiunse Gilbert, dandogli una pacca sulla spalla. "Se ce l’avessi detto prima non ci avremmo provato con lui! Ora si che sono geloso. Ma hai visto che culo che ha?!"                        

"La consistenza e ancora meglio~" Disse senza pensarci, ricordandosi di quanto fossero morbide quelle chiappette sode.                        

"Aaah! Potrei eccitarmi solo al pensiero!" Ridacchiò Gil, portando le mani dietro la testa. "Capisco perchè gli hai messo gli occhi addosso. Una bellezza simile non si incontra tutti i giorni… figurati farci sesso! Hai avuto culo!"                        

"E a voi com'è andata invece?" Chiese poi per cambiare argomento.

"A me benissimo!! Come sempre cadono tutte ai miei piedi! Honhonhon!" Ridacchiò il francese iniziando a scrollare la sua rubrica piena zeppa di nuovi numeri di telefono, tutti di ragazze con cui aveva flirtato.                     

"Stavo ballando con ben TRE ragazze che si strusciavano su di me! Kesesesesese!! Sono magnifico!!"

"Rieccomi" Disse Lovi, tornando al tavolo con gli ordini dei tre amici. Li posò davanti a loro, piegandosi un po' di piú per raggiungere il posto di Francis.                        

Antonio diede un'occhiatina veloce al suo sedere per poi prendere con una mano la tazza di caffè e portarsela alla bocca, bevendone un sorso. "È molto buono" Gli disse, sorridendo.                        

Lovino arrossì e portò il vassoio al petto, tenendolo con una mano mentre con l'altra si tirava indietro una ciocca ribelle, tenendo il viso basso e girato leggermente dalla parte opposta. "G-grazie… " Poi si sentì chiamare dal bancone e si congedò dal tavolo, camminando velocemente verso i suoi colleghi. I pantaloni dell'uniforme, anche se con un taglio elegante, gli fasciavano magnificamente le gambe, mettendo in risalto il sederino tondo.

Gilbert sorrise malizioso, leccandosi leggermente le labbra prima di tornare a bere il suo caffè.                        

"Quindi? Siete in contatto? Perchè sei scappato prima?" Chiese.                        

Antonio guardò per qualche secondo l'amico seduto al suo fianco, fermandosi con la tazza a mezz'aria. "No… non siamo in contatto e prima sono scappato perché mi vergognavo un po'. E’ stata una sorpresa per me scoprire che lavora qua… " Sospirò, posando la tazzina sul tavolo. "E sai qual'è la parte più divertente? Lui non ricorda nulla perché era ubriaco." Ridacchiò, ma in realtà ci era rimasto un po' male il giorno prima quando l’aveva scoperto.                        

"Eeeh? Davvero? Poverino." Gil chiuse gli occhi, mettendosi dritto e dandogli una pacca sulla spalla. "Bhe, tu lo ricordi no? Hai avuto una stupenda serata immagino… era bravo?~"                        

"Forza vogliamo sapere tutto nei minimi dettagli, mon ami!!" lo incitò Francis.

"Aaah… che rompi scatole che siete voi due." Sospirò esasperato. "Comunque eravamo in una saletta privata e si Gilbert, è bravo" Gli rispose, voltandosi verso di lui.                        

"Questi non sono i minimi particolari" Si lamentò, dandogli delle piccole gomitate. "Susu, dicci~ com'è il suo corpo? Era timido? Racconta"                        

"Timido… per niente." Sbottò come se fosse ovvio. "Anche se può essere che l'alcool l'abbia reso così… comunque… quel culo… " Andò in trance, pensando a IL culo e iniziando a sbavare un po'.

"Vedendo come arrossisce facilmente adesso direi che è così" Rispose l’amico, ridacchiando leggermente e guardando il ragazzo che camminava tra i tavoli, prendendo gli ordini degli altri clienti. "Aaaah~ cosa farei per essere stato al tuo posto… bhe, posso sempre provarci adesso… " Sussurrò quell’ultima frase in modo malizioso, guardando in direzione del giovane italiano, protagonista della loro conversazione.                       

"..eh?" Uscì dalla trance, guardando l'amico spaesato.                        

"Niente, tranquillo" Sorrise, rimettendosi gli occhiali da sole. "Chiediamo il conto?"                        

"Okay" Disse il francese quando ebbe finito la sua torta, chiamando il cameriere e facendogli l'occhiolino.                        

Lovino corrucciò le sopracciglia, gonfiando leggermente le guance prima di avviarsi verso il tavolo, accennando un sorriso tirato. "Posso fare qualcosa per voi?"                        

"Il conto prego" Disse il biondo sorridendo, mentre Antonio tirava fuori il portafoglio per pagare la sua parte.                        

Il cameriere annuì e si avviò verso la cassa, tornando poco dopo con lo scontrino. "Ecco a voi"                        

"Ovviamente paghi tu, vero Tony?~"

"Cosa?!"

"Sei arrivato in ritardo dopo tutto ~" ridacchiò il francese.

"E va bene" Sospirò arreso lo spagnolo, pagando e mettendo insieme ai soldi anche un bigliettino.                       

"Grazie mille" Lovino si inchinò leggermente, prendendo i soldi e assieme ad essi il bigliettino, senza accorgersene. Si rimise dritto e sorrise leggermente ai tre, inclinando la testa di lato. "Tornate presto."                        

"Ovviamente~" Disse il francese, uscendo e mandandogli un ultimo bacino volante.

Antonio gli sorrise per poi dire un gentile "Ci si vede" e andarsene insieme ai suoi amici.                        

Gilbert si tirò giù gli occhiali e gli fece l'occhiolino prima di uscire dal locale, lasciando un piccolo Lovino con il viso che prendeva sempre di più una sfumatura rossa. Il minore gonfiò nuovamente  le guance e si voltò per tornare al bancone, mugugnando un "Bastardi".                        

 

Antonio si diresse verso la propria moto, mettendosi il casco e partendo in direzione di casa.

 

Magari domani torno a fare colazione qua…   

                     

Lovino si stava cambiando dopo la giornata di lavoro e quando prese le chiavi dell'armadietto dalla tasca, un fogliettino gli cadde a terra. Inclinò la testa di lato confuso e lo raccolse da terra. "M-ma che?" Arrossì di botto quando vide che sul fogliettino c'era scritto un numero di telefono.  
   
 
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