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Autore: Jashin99    19/04/2017    1 recensioni
Anno X794
Sono passati quasi tredici mesi da quel giorno
Il giorno in cui tutto finì
No, sarebbe meglio dire: il giorno in cui tutto iniziò a finire
***
/-Tutto è orribile, Cana.-.
-E ancora non riesco a credere che sia successo tutto così in fretta, o che il responsabile sia...-.
-Non è Natsu.- Lo fermò Cana.
-Non è Natsu.- Ripeté.
-Non è il mio amico.-.
-Capisco quello che provi, ma...-.
-No, tu non capisci.-.
-Non puoi capire quello che ho provato quel giorno. Non puoi...-.
La missione, Zeref, Natsu, Lucy...
-Ehi!-.
Cana rabbrividì.
-Scusami, io... mi sono lasciata trasportare dai ricordi.-./
/
Attenzione: Linguaggio un poco scurrile
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: E.n.d., Kinana, Lisanna, Natsu, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy End'
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Yume wo otte mayoikonda kokoro no mori no oku
Kagami yori sunda izumi utsuru yuganda Smile
Koboreta namida wa (Don't Cry) kin demo gin demo nakute
Arifureta namida (Fall From My Eyes) megami mo kizukanai
Masayume Chasing Chasing
Koero motto jibun shijou saikou no
Ima wo Chasing Chasing
Sou egaita jibun ni natte moyase mune no hi wo
Na na na na na na na Oh
Na na na na na Hey Hey
Na na na na na na na Oh
Kakenukero Hero
Na na na na na na na Oh
Na na na na na Hey Hey
Na na na na (Hey) na na na (Oh)
Moyase mune no hi wo (My Life... Yeah)
Me wo tojite mimi sumaseba kasukani yobu koe
Daremo inai hazu no mori de miageta sora no ao
Koko he ha modoranai (Good Bye) kodoku toiu na no moudoku no
Amaku Kaoru Hana (Fill up the sky) sakihokoru sekai ni
Sayonara Changing Changing
Koero motto jibun shijyou saikou no
Egao Changing Changing
Sou Onegai ha Kanau wa kitto terase mune no hi yo
Na na na na na na na Oh
Na na na na na Hey Hey
Na na na na na na na Oh
Kakenukero Hero
Na na na na na na na Oh
Na na na na na Hey Hey
Na na na na (Hey) na na na (Oh)
Terase mune no hi yo
Hey mou mechakucha haato de hontou no jibun ga dareda ka
Wake up shite make up enen mainichi kurikaeshite Fade Out (Ah...)
Konna akumu kara (La...) No Way Baby (No Way Baby)
(na na na na na) Nukedasu ni ha (Go Gotta Go Now) me wo samasu shika nai
Mabushii asahi abite me wo korasu saki ni
Ano hi ni mita mirai ga te wo hirogeteru
Whoa Whoa
Masayume Chasing Chasing
Koero motto jibun shijou saikou no
Toki wo Chasing Chasing
Sou egaita jibun ni natte moyase mune no hi wo
Na na na na na na na Oh
Na na na na na Hey Hey
Na na na na na na na Oh
Kakenukero Hero
Na na na na na na na Oh
Na na na na na Hey Hey
Na na na na (Hey) na na na (Oh)
Moyase mune no hi wo

(Masayume Chasing-BoA)

Tutto è per Zeref.
Esisto solo per Zeref.
Non c'è nulla che non sia per Zeref.
Apro gli occhi per la prima volta pensando a questo.
Occhi, io ho degli occhi.”
Mi guardo intorno, ma vedo poco, non sono ancora abituata alla luce.
La luce, cioè ciò che vedono i miei occhi.”.
Però io... chi sono?
Etherious, la più pura razza demoniaca che esista, creata dal Sommo Zeref.”.
Tutto è per Zeref.”.
Io sono un Etherious.”.
Io sono per Zeref.”.
Come le so queste cose?”.
Finalmente ci vedo bene.
Ci sono altri Etherias (come so che lo sono?) qui con me, e sono molto, molto grandi... no, sono io a essere piccola (piccola, il contrario di grande); se fossi stata un'umana, avrei avuto l'aspetto di una bambina di otto o nove anni (come faccio a saperlo? Umana, cos'è un'umana?).
Non che sia importante, sono tutti per Zeref, come me.
Uno che sembra un grosso polipo (che cos'è un polipo?) mi squadra con la bava tra le labbra.
-Una nuova? Chissà se è saporita...-.
Faccio un passo indietro, deglutendo a vuoto. Queste parole mi fanno... paura. Paura? Cos'è? Non mi piace...
-Heh! Boom!- Un demone poco più grande di me (dodici anni fosse un umano, e ci assomiglia, ma ha delle orecchie e un naso da ocelot; cos'è, un animale? E un animale, cos'è?) schizza da una parte all'altra della stanza, facendo esplodere oggetti al suo tocco.
Esplodere... questo concetto è difficile...
Poi ce n'è uno più grosso, corazzato d'acciaio e con l'aspetto di un pesce, mi scruta con aria diffidente (come so tutte queste parole?).
-Sarà davvero utile alla nostra causa? È piccina.-.
Gonfio le guance, questo mi ha messa a disagio. Ma non so perché, e non so nemmeno cosa sia il disagio. Anche questo, immagino, mi mette a disagio.
-Tutto è utile se è creato da Zeref.- Tuona qualcuno, è qualcuno di importante, lo sento; e io mi inginocchio a terra, abbassando lo sguardo d'istinto.
Questa voce è di Zeref-sama? No, è di... M...Mard...Geer-sama? Mard Geer, chi è? Io gli devo... obbedienza... totale obbedienza.”.
Anche gli altri si sono inginocchiati, persino il felino scalmanato; Mard Geer, chiunque egli sia, è alle mie spalle e quindi non lo vedo, ma sento la sua presenza schiacciante che mi immobilizza.
Una figura in fondo, però, si alza e mi si avvicina; è in ombra, poi la vedo bene, una giovane ragazza (ancora il linguaggio umano) di circa vent'anni, dai lunghi capelli verdi ispidi tra i quali spuntano orecchie appuntite, o forse è solo la sua acconciatura, non lo capisco; ha due labbra scure e sottili come petali di rose nere, dei lineamenti appuntiti e aquilini, ma soprattutto ha un grande seno prosperoso e accogliente, le mani artigliate e forti e le gambe rapaci, affilate per lacerare la carne e capaci di afferrare un uomo e scagliarlo lontano... oppure di prendermi e portarmi via.
Prendimi con te...
Mamma?”.
Arrossisco.
Cosa sto pensando? Tutto è per Zeref, perché ho pensato quelle... parole strane?”.
La ragazza si abbassa alla mia altezza, allunga la mano e mi accarezza le guance. Le sue dita pungono, fanno un po' male... ma è piacevole... è molto piacevole...
-Il mio nome è Kyouka. Il tuo qual è?-.
Nome? Ma non serve, è tutto per... un nome... però il suo è bello...
Kyouka alza un poco le dita, sfiorandomi i capelli.
-Che ne dici di Sayla? Ti piace?-.
Io la guardo confusa, non so cosa dire. Percepisco tante farfalle volare nel mio stomaco, e la testa è tanto calda.
Kyouka mi sorride, allora mi sento mancare, il mio cuore ha fatto una giravolta: non ho idea di cosa sia, e anche se mi sembra faccia male in realtà... è piacevole... molto piacevole... che bello...
-Sì!- Esclamo di getto, qualunque cosa detta da lei è musica per me.
Uhm, dunque è questa la mia voce. Non è brutta, ma mi piace di più quella della nobile Kyouka.
-Bene, sono contenta. Sei molto bella, Sayla-chan.-.
Mi sento di nuovo mozzare il fiato.
-Grazie...- Riesco a sussurrare, e in viso devo essere paonazza; che vuol dire rossissima.
Kyouka aggrotta la fronte.
-Però penso che potrei renderti unica... se mi permetti.-.
Io, Sayla, annuisco, lei può fare qualunque cosa voglia con me. Ora è come se esistessi anche per lei.
Così, lentamente, Kyouka allontana le mani dal mio cranio e, sempre lentamente, sento la testa diventare... diventare pesante.
Mi metto le mani tra i capelli, incontrando qualcosa di duro. Tastando capisco che sono due corna. Due splendide corna, due regali di Kyouka.
-Allora, ti piacciono?- Lei sorride di nuovo, stavolta con un lieve rossore alle guance; e io, oh, io non riesco a trattenermi! Il mio petto batte fortissimo, allora le salto addosso e la abbraccio più forte che posso, tuffandomi in quelle morbide mammelle.
Dopo un paio di secondi mi immobilizzo in quella posizione, temo di aver commesso un errore irrimediabile; ma poi le braccia di Kyouka mi cingono la schiena, massaggiandola delicatamente.
Ancora quella sensazione di felicità, e quella parola strana in testa.
Mamma.”.



Non ci sono...
Non ci sono
Non ci sono più
Non ci sono più.
Non ci sono più!
Non ci sono più!
Non ci sono più!!
NON CI SONO PIÙ!!!
Controllo ricontrollo mi strappo i capelli devono esserci sono sempre state lì perché non riesco più a sentirle perché non ci sono più??? Dove dove dove sono dove so-
Ah...
Sono...
A terra...
Eccole, sono a terra, ma...
Sono così...
Così piccole... sono scheggie così piccole, non riesco nemmeno... nemmeno a tenerle tra le mani... non... a...
Per... ché...
Perché... per... quale... motivo... per quale motivo??? Per quale motivo è successo questo perché le mie corna non ci sono più perché il suo dono non c'è più perché perché perché PERCHÉ PERCHÉ PERCHÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ???
-RHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!-.
Quel ruggito mi esce dalla bocca mischiato a sangue e particelle di anti-ethernano, e con essi si spiaccica a terra in una pozza scura e densa.
Urlo, urlo e urlo più forte, alla fine la voce mi viene meno e non mi resta che piangere.
E piango, piango tutto quello che mi rimane, tutto il dolore, la paura, la disperazione, lo piango così, col vomito.
-K-Kyouka-sama! I-Il suo-suo regalo! Le-Le-sue-i-io-c-co-cosa-ho-f-fatto??? Co-Cosa-ho-fa-tto???-.
L'ho tradita, ho permesso che-che quello che mi aveva dato... che quello che mi aveva dato... che le sue corna... le sue... n-noh! No-oh! No-hoh!!! No!!!
Senza rendermene conto mi sono sdraiata e mi giro tra la polvere, singhiozzando e rigurgitando insieme. Del resto mi sono dimenticata, degli umani, della missione, dell'umiliazione subita, persino del dolore che mi incendia tutto il corpo; è quello in petto a fare davvero male, per averla delusa, è per questo che mi strappo i capelli e urlo anche se non ho più una voce che mi appartenga.
-Pe-er-do-nami! Per-donami! Perdonami, Kyouka-sama! Per-do-dona-a-mi!!!-.
Caldo
Ssento caldo; è il mio corpo?
No, no, non posso essere io, io non... No, dall'alto, viene dall'alto ed è sempre più forte, così tanto che le mie lacrime nemmeno si versano più; e anche del rigurgito sul terreno non rimane altro che una macchia sbiadita.
Poi una forte esplosione mi mozza il fiato e mi acceca; ma nella mia iride rimane impressa la sagoma di fuoco che ora si erge furiosa davanti a me.



Quanto era passato? Dodici... forse tredici mesi... non riusciva a ricordarlo...
Balle.
Tredici mesi, due settimane e quattro giorni; quello era il tempo passato da quando l'aveva visto l'ultima volta.
Poco più di un anno dunque, ed era cambiato molto da come se lo ricordava; e quel giorno lo ricordava bene, molto bene, maledettamente bene.
I capelli erano un po' più lunghi, infatti un ciuffo quasi gli copriva l'occhio destro, e avevano assunto la tonalità scarlatta che quella volta aveva dominato la rosea solo per un paio di istanti; ma ora avevano anche le punte nere come la pece. Era diventato più alto, forse più di lei, anche se un po' più asciutto; la sua pelle era bruciata in più punti, fumava; le braccia e le gambe erano coperte di bende, ma portava anche dei pantaloni neri anch'essi ustionati; il tatuaggio di Fairy Tail ora era su entrambe le spalle, rosso anch'esso, ma spento e sovrastato da quello scuro di Tartaros; e lo stesso simbolo era marchiato a fuoco, un marchio recente, sul suo stomaco.
E i suoi occhi erano...
Malvagi.
Prima erano carichi di vita e tanto buoni, ora erano come infuocati dall'ira, dalla sete di distruzione, però anche anneriti da un lieve strato di fuliggine che conferiva loro un senso di vuoto abissale.
Ma a cambiare più di tutto era la sua aura: era stravolta, era devastante solo percepirla, e soffocante per il calore che emanava.
Era furioso, come mai l'aveva visto prima.
Eppure era proprio lui, era il suo Natsu, il suo compagno di gilda, il suo amico, il suo allievo, il suo compagno di bagno, dopo tutto quel tempo finalmente lo rivedeva, poteva parlargli, poteva-
PEW
L'orecchio sinistro ebbe come un botto, lo sentì bruciare, poi venne l'odore di capelli bruciati.
I suoi.
Una ciocca intera era stata portata via; voltatasi, vide che lo stesso era successo al cannone Armstrong.
E ai petti di Jet e Droy.
I due, sotto il suo sguardo esterrefatto e impotente, aprirono la bocca, sputarono un fiotto sanguigno e crollarono a terra. E si sentiva come se avesse colpito anche lei.
-Avrei potuto accettare- Iniziò lui: -che l'aveste semplicemente sconfitta.-.
N...No... questo... non è possibile...”.
-Avrei potuto accettare che l'aveste ferita.-.
Ha appena... lui ha appena... no...”.
-Avrei potuto accettare... sì, persino che l'aveste uccisa, perché eravate suoi nemici. Io questo l'avrei accettato.-.
No... non di nuovo... non di nuovo...”.
Si inginocchiò, l'orecchio scottava come un carbone vampante, scaldava le sue lacrime rendendole lava sulle guance.
-Ma non posso... io non posso assolutamente accettare che l'abbiate fatta piangere in questo modo!!!-.
Una ventata d'aria calda le sferzò i capelli, ridandole un momento di lucidità.
Per questo allora... per questo tu... per averla fatta piangere...”.
Ma poi il calore diventò insostenibile, e dovette piegarsi per sputare la bile che le otturava la gola.
-Non posso... non posso... NON LO POSSO ASSOLUTAMENTE ACCETTARE!!!-.
Erza sentì il sangue nelle vene ribollire, ogni singolo capillare si accendeva di rosso tracciando un reticolato su tutta la sua pelle; poi se la portò via, tutta quanta, la vide annerirsi e sbriciolarsi davanti ai suoi occhi, scoprendo i nudi muscoli, quindi sparirono anche quelli, poi le ossa, poi i capelli, poi il cranio, poi tutto quanto, di lei non rimaneva che una fuliggine nera e poi sparì anche quella.
Rimase solo il calore, e l'odore di carne bruciata e...
Quel rumore.
Quel rumore indescrivibile, possente, tonante, bruciato; spaventoso, tanto spaventoso.
E non una semplice paura, come quella del buio o dei fantasmi, né l'angoscia durante una battaglia che aveva già incontrato molte volte.
No.
Era il terrore primordiale di trovarsi di fronte a un demonio, di essere una flebile candela davanti a un interminabile incendio e di venire divorata da esso.
-Voi brucerete, brucerete tutti, umani.-.
Natsu parlava tenendo i denti stretti e il tono basso, come un ringhio sommesso ma scandito in ogni parola: -Non mi fermerò finché non sarete tutti cenere sotto le mie scarpe. Perciò tremate ogni secondo della vostra inutile vita, perché io tornerò, e voi implorerete pietà.-.
Pietà
Pietà
Era quello

Che le spettava?
No.
Cazzo no.
Si rialzò; risentì il cranio, i capelli, le ossa, i muscoli, il sangue nelle vene, e sguainò la spada contro di lui (doveva essere una figura patetica vista da fuori, tremolante e balbuziente al limite del ridicolo. Già, doveva essere così. Chissà.).
-T-Ti sbagli.-.
Lui già non la badava più, si era voltato e aveva preso tra le braccia la demoniessa; però lei non si mosse, continuò a tenere alta la lama, il braccio stava collassando ma non per questo si sarebbe arresa.
Non un'altra volta.
-Q-Q-Questo non cambia nulla... questo non cambia proprio nulla.- Sputò fuori; una fiammata lo circondò, l'aveva capito, stava per andarsene di nuovo. Allora riprese.
-Faremo di tutto per fermarti. Se tu ci brucerai, noi arderemo, ma non ci consumeremo fino a quando non capirai.-.
Natsu si fermò.
-Capire cosa?-.
Era difficile parlare ancora, le mancava il fiato, eppure riuscì a rispondergli ghignando.
-Che ti stiamo aspettando, Natsu.-.
-Non vediamo l'ora che tu ritorni.-.
Natsu ammutolì, poi il fuoco lo nascose e, quando la vampata si attenuò, lui era scomparso.
Allora, finalmente, abbassò il braccio e inspirò a pieni polmoni. O quello che ne restava.
Bickslow e Kagura erano rimasti a terra, e così Freed, Lisanna, Yukino, Juvia e Flare; Jet e Droy, poco più indietro, non si sarebbero rialzati più.
Versò una lacrima per ognuno di loro, poi le altre vennero da sole.
Si mise a carponi e sfogò al cielo tutta la sua rabbia, fino a quando non riuscì più a tenere gli occhi aperti.



Il mostro di ferro grugnì sotto la maschera, il suo sembrava un respiro scatarrato amplificato al megafono; i suoi capelli ispidi si rizzarono all'indietro mentre guardava il diavolo sparire nel fuoco, pizzicando il piccolo essere sulla sua schiena, il cui unico occhio aperto non si spostava dai due cadaveri.



E.N.D. non aveva mai avuto una buona memoria; o almeno, nulla di eccezionale.
Perciò a volte si perdeva in quel castello, a dirla tutta non sapeva neanche quante stanze avesse; a sua discolpa era davvero molto grande, il che poteva essere divertente in alcune situazioni: per esempio lasciava in giro Mirajane quando era in stato passivo e si divertiva a monitorare la sua reazione quando si svegliava.
Ma in quel momento ricordava tutto e anche di più.
Ripercosse a partire dal trono ogni passo di sette settimane e due giorni prima. Dieci passi nel corridoio di destra, che rimbombavano offuscati dai lamenti di Sayla.
-Scusi... sigh... mi scusi... ho fallito... sigh... mi scusi...-.
Strinse i denti, oltre le due porte in fondo, quindi a sinistra.
-La prego... io... mi scusi... sigh... non volevo... ho provato... io ho provato a...- Gli vomitò addosso.
Otto metri poi di nuovo a sinistra.
-Sigh... la prego... non punisca... non la punisca... sigh... è solo colpa mia... la prego...- Ancora vomito.
Due, cioè tre passi a sinistra e... cazzo quanto ancora???
-È colpa mia... sigh... l'ho delusa... ho deluso tutti... sono un fallimento... sigh... così patetica...-.
Eccola finalmente, sfondò la porta con un calcio ed entrò nella “stanza da ricchi sposati” come la chiamava lui.
-Mi odierà... le ho perse... lei mi odierà... sigh... sono diventata... una di loro... sono patetica... sono...-.
Le mise un polpastrello sulle labbra, finendo di sistemarla nel letto, e lei si zittì. Muoveva le pupille sotto le palpebre chiuse come se cercasse di vederlo, ma per il resto ora era immobile.
Lui alzò le dita e le fece passare tra i suoi capelli, fermando un ciuffo di capelli tra pollice e indice.
Sayla borbottò qualcosa, schiudendo appena le labbra.
-Sola... non mi lasci sola... la prego...-.
La guardò, rimase a lungo su di lei, era composta anche in quella posizione: teneva il mento alto e lo sguardo rilassato, nonostante fosse solcato da mille lacrime; ed era bella, bella davvero.
Era doloroso guardarla, un dolore al cuore, e se lo strinse.
Poi la sentì.
-Mi dispiace.-.
Lui non si voltò neanche, si immaginava la sua faccia dispiaciuta e questo gli bastava.
A stomacarlo.
-Voi umani siete dei mostri.- Disse invece.
Buffo, era la prima volta che se ne rendeva conto; ah, lei non capiva, lo percepiva, e il suo dubbio era irritante.
Strinse i pugni, guardare Sayla ancora gli faceva salire una tale rabbia, e ripensare alla voce di Meldy, quel “mi dispiace” così desolato... e le parole di quella donna, ancora disposta a riaccettarlo, che gli parlava così dolcemente nonostante tutto quello che aveva fatto, era... era...
-Mi fate schifo! Siete tutti uguali! Tutti!!!- Glielo urlò sulla sua faccia stupita, poi la attraversò e uscì; era da tanto che non sentiva quel tipo di fiamme in corpo, quella furia e quella voglia di vendetta, quella rabbia, non per lui, ma per qualcun altro, verso quegli umani bastardi, che mai come allora aveva voluto schiacciare sotto le sue suole e ridurre in polvere, lentamente, penosamente, e gustarsi le loro grida disperate mentre...
Da quel momento tutto si fece vacuo, non sapeva come né perché ma era finito in quella stanza.
-Na...tsu?-.
Quel tono confuso era benzina sul fuoco.
-Cos'è che non capisci? Non posso stare qui forse???-.
-No, no... sono contenta...-.
La vide, rintanata in un angolo, stretta in quella coperta lurida, un misero verme sputato dal terreno, così come l'umanità intera, sì, quella non era solo Lucy, era tutta quanta la feccia.
E vederla tutta insieme lo bruciava ancora di più.
-Come... come fai a essere contenta??? Come fai a...-.
E lei sorrise.
Quel sorriso, quelle lacrime commosse, furono l'ultima goccia dell'umanità.
Con due grandi passi si spostò davanti a lei e le sferrò un calcio nello stomaco, all'umanità.
Lei mugugnò e si sdraiò a terra, il suo legittimo posto, offrendogli ancora il ventre.
Accettò.
-Bugiarda!- Calcio: -Sei una bugiarda!- Calcio: -Come tutti gli altri umani!- Calcio: -Distruggete tutto, fate del male, ma non siete come noi! Noi ce l'abbiamo in testa, non possiamo scegliere! Voi invece lo volete fare, e poi dite che vi dispiace! Che non volevate! Mi fate schifo!!!-.
Un mancamento, buio, poi la sua voce.
-È tutta colpa tua!-.
Buio.
-Tu mi hai ammorbidito!-.
Buio.
-Tu mi hai reso questo... questo ibrido! Tu mi stai facendo soffrire, lo capisci??? Tu, tu, tu!!!-.
-Tu hai permesso tutto questo! Tu hai fatto in modo che io lo permettessi!-.
-Per colpa tua io l'ho mandata lì! Per colpa tua lei si stava scusando con me!-.
-Lo capisci??? Lei vomitava, e piangeva, e soffriva!-.
-E si stava scusando! Con me! Non mi perdonerò mai per questo, lo capisci??? È tutta colpa
Mia
Già.
Sua.
Gli umani non c'entravano nulla.
Era solo sua la colpa.
Già.
Sua...
Sangue?
Ho il pugno che sanguina.” Pensò subito.
No, era coperto di sangue. E di muco. E scottava. Strana sensazione, a dire il vero.
Uh, nell'altra mano teneva qualcosa; alzò il viso e si chiese cosa fosse quella... cosa. Poi lo capì, e con uno scatto di orrore la lasciò andare.
Lei cadde, e neanche un cadavere cadeva così.
Non l'aveva colpita solo allo stomaco, era piena di lividi e di ustioni anche sulle braccia, sulle gambe, sul seno, sulla schiena. Sul viso. Tanto, sul viso. Era ormai irriconoscibile.
Tra le dita sentiva ancora il pesto delle sue carni e il duro delle sue ossa.
Si allontanò, passandosi una mano sul viso per calmarsi; non una bella mossa, perché si imbrattò di sangue anche lì.
Meldy, apparsa da chissà dove, era piegata sulla carcassa di Lucy, piangeva e le chiedeva se poteva sentirla. Che sciocchezza, sapeva anche lei che nessun altro a parte lui poteva sentirla, insomma, neanche esisteva veramente.
Certo, se avesse collegato col Link anche Lucy l'avrebbe vista. Uhm, e se avesse collegato il suo esercito, non avrebbe facilitato le comunicazioni? Perché non ci aveva pensato prima? Non era da scartare come idea, anzi, quella magia poteva essere il suo asso nella manica, sì, avrebbe subito provveduto a
CAZZO!!!
CAZZOCAZZOCAZZO!!!
Si piegò e si rigurgitò sui piedi, poi si sentì venir meno e uno strano fischio alle orecchie gli fece quasi perdere l'equilibrio; presto capì che non era un fischio, ma le grida di Lucy che solo allora gli arrivavano alle orecchie.
Vomitò di nuovo.
Rialzatosi, notò che due soldati erano apparsi sulla porta e lo fissavano come impietriti.
-Curatela.- Si sentì dire.
I due sussultarono.
-Ma signore, noi non...-.
Il pugno si schiantò sul muro, lasciando uno SPLAT al posto della sua testa.
Il corpo del soldato si accasciò a terra, mentre l'altro mollò la lancia e indietreggiò terrorizzato.
Natsu lo puntò, si scrocchiò il pugno dolorante e ripeté l'ordine, e stavolta il demone non perse tempo per prenderla tra le braccia.
Il Cremisi barcollò ancora, scavalcò il cadavere e uscì dalla stanza; le fiamme della rabbia si erano estinte ma ne percepiva le ceneri urticanti, quelli del rimorso.
Per Sayla, per Lucy e per sé stesso. Soprattutto per sé stesso.
Si sedette nascondendo la testa tra le mani, lasciandosi inondare da un nuovo fuoco, liquido, estraneo, acido, che usciva dagli occhi con le lacrime e dalla bocca col vomito.
Più tardi scoprì che lì dentro era rimasto mezz'ora.



***



Era stata una giornata molto dura. Un'altra, come tutte.
Si abbandonò sul morbido materasso, addormentandosi quasi subito. Dormì un paio d'ore, poi si svegliò sudata.
I soliti incubi.
Andò al bagno, si sciacquò il viso e si specchiò.
-Buongiorno.- Disse al mostro dall'altra parte.
Rientrò in camera, tirò le tende e si sdraiò di nuovo nel letto.
Si girò, girò e rigirò immersa nei suoi pensieri, fin quando non sentì uno svolazzio d'ali alla finestra.
-Wendy, sei sveglia?-.
-Mmm.-.
Si rialzò sbadigliando, come se avesse appena dormito, quando erano mesi che non ci riusciva più.
-Buongiorno Charle.-.
-Non hai dormito neanche stanotte?-.
Dritta al punto, come sempre.
-Un po' meglio delle altre volte, grazie. Dov'è Happy?-.
Charle fece spallucce, ma sorrideva.
-E chi lo sa!-.
Wendy ridacchiò, ormai quel gatto blu era l'unica cosa che la faceva ridere ancora.
A volte.
Comunque Charle sembrava portare delle buone notizie.
-Wendy, sono arrivate delle persone che vogliono vederti. Scendi, ti piacerà.-.
Incuriosita, la raggiunse al piano terra del condominio, dove trovò anche le “persone”.
-Men! Il tuo parfum non è cambiato, Wendy cara!-.
Come al solito si fecero avanti uno alla volta.
-Secondo me invece sei sempre più affascinante.-.
-Non è che ti trovi più matura...-.
-Puoi chiamarmi fratellone, se ti va.-.
-Eheheh...- Wendy indietreggiò un po' imbarazzata, anche loro erano sempre uguali.
-Men...- Un exceed con il volto di Ichiya si mise ad annusarla.
-N-Nichiya-san... è un piacere rivederti... e rivedervi tutti, è ovvio.-.
-Kunkunkunkun... men!-.
Ecco, era con loro da un minuto e già si sentiva a disagio.
Ma i “rinforzi” stavano entrando proprio in quel momento.
-Yo, Wendy!-.
La dragon slayer si voltò, sobbalzò, si illuminò.
-Ragazzi! Non ci posso credere!-.
Asuka corse da lei e la abbracciò; accidenti, era cresciuta tantissimo!
-Ciao Wendy-nee!-.
-Ciao Asuka! È da un po' che non ci si vede, eh?-.
Alzack e Bisca la raggiunsero, seguiti da Macao e Wakaba, tali e quali a quando li aveva lasciati mesi fa; si salutarono, si sorrisero, poi si chiesero l'un l'altro come stavano. Quelle che un tempo erano domande di formalità ormai erano le uniche davvero sincere.
-Noi tre viviamo vicino a Magnolia.- Iniziò Alzack: -Anche se spesso io devo partire per qualche missione.-.
-Magnolia? Ma non è un po' vicino al confine?- Si preoccupò Wendy.
Alzack e Bisca si scambiarono un sorriso malinconico.
-È pur sempre casa nostra. E poi è sicura.-.
-Già, anche noi viviamo lì.- Annuì Macao.
-Parla per te, vecchietto! Io mi do ancora da fare!- Fece Wakaba.
-Certo, tra un bar e l'altro!-.
-Calmi, calmi, non mettetevi a litigare...-.
-E tu, Wendy?- Le chiese Bisca.
-Io?-.
-Già, sei qui a Margareth.-.
-Onee-san, vieni a trovarci?- Domandò Asuka.
-Ma certo, Asuka.- Sorrise a quel bel visino roseo: -Non faccio molto, aiuto all'ospedale.-.
-Io invece ho sentito altro.- Intervenne Ichiya.
-Dicono che tu sia la migliore qui, men!-.
-No, che-che dite...-.
-Invece è proprio così.- Charle atterrò al suo fianco, guardandola indispettita: -Anzi, lavora anche troppo.-.
-Nee, non dovresti esagerare! Mamma e papà dicono sempre che fa male!-.
Era strano vedere quella faccina imbronciata contro di lei, anzi, era strano che all'improvviso tutti la stessero rimproverando. Fortunatamente Asuka tornò tra le braccia di Bisca, che le grattò amorevolmente la testa.
Poi entrarono gli ultimi due.
Uno era un uomo dai capelli metà neri e metà bianchi, vestito con un kimono da samurai e con una spada alla cintura; l'altro invece era un ragazzino dai capelli violacei e gli occhi appuntiti, più o meno della sua stessa età.
-Romeo!-.
-Ciao Wendy!-.
-E lui è...- Cercò di ricordare chi fosse l'altro uomo, se Romeo era entrato con lui e non con suo padre dovevano avere un certo legame, ma non le pareva di averlo mai visto prima...
-Il mio nome è Totomaru.- Disse quello con asprezza come leggendogli nel pensiero.
-È il mio maestro.- Le spiegò Romeo.
Poi, a bassa voce: -Tranquilla, non è cattivo come sembra.-.
Uhm, speriamo...”.
-Cì!- Happy sbucò dalle spalle dell'uomo: -Mi ha persino comprato del pesce prima!-.
Totomaru lo gelò con lo sguardo, e Happy si rifugiò tra le sue braccia.
-Ehm... comunque, è bello vedervi, ma cosa ci facciamo tutti qui?-.
-Come, non lo sai?- La apostrofò Wakaba: -Non hai anche tu questo?-.
Tirò fuori dalla giacca un foglio di carta. L'aveva già visto, tra le mani di Lisanna.
Non può essere...”.
Tutti gli altri ne tirarono fuori uno identico.
-Ho io il tuo, ragazzina.- Totomaru glielo porse, e Wendy non osò chiedergli come mai lo aveva lui.
Proprio quello che pensava, un invito per Crocus.
-Ma... ma perché? Perché adesso?-.
-Beh...- Macao fece per parlare, ma vacillò; e mandò un qualche segnale muto al figlio, perché lui disse: -Asuka, che ne dici di uscire a giocare?-.
-Sì! Posso mamma?-.
-Certamente. Non correre trop-
Già era corsa fuori.
-Vedi, Wendy,- Riprese Macao: -dopo quello che è successo due settimane fa molti nuovi maghi sono stati chiamati nella capitale, soprattutto quelli che ancora non combattevano.-.
Due settimane fa... quando le era arrivata la notizia era rimasta sconvolta... a pensarci bene era da allora che aveva intensificato il lavoro. Un'altra volta.
-No, un momento! Io volevo andare lì fin da subito, ma non me lo hanno permesso! E ora che sto facendo così tanto qui, mi chiedono di andarmene?-.
-Wendy, capisco quello che vuoi dire.- Disse Alzack: -Però...-.
-No, non puoi capire!.
Tutti ammutolirono, persino lei era incredula nel sentirsi parlare in quel modo.
-Sono io che ho mandato lì Lisanna! Se solo l'avessi trattenuta qui, se solo non le avessi detto di andare, ora non sarebbe...-.
Fu Bisca a interromperla stavolta: -Wendy, non dirlo neanche per scherzo! Non è affatto, in nessun modo, colpa tua, e nemmeno lei lo pensa!-.
Lo penserebbe.” La corresse mentalmente.
-Men! Ognuno di loro avevano scelto di essere lì, in quel momento, e sapevano il rischio che correvano.-.
-E poi come potevi immaginare che sarebbe successa una cosa simile?-.
Tutti ora cercavano di confortarla, tutti volevano essere gentili con lei; ma se solo quella mattina le avesse detto di rimanere a Margareth, ora Lisanna sarebbe stata bene.
-Considera tra l'altro- Wendy si sorprese, era Totomaru a parlare adesso: -che non è detto che sarebbe cambiato qualcosa. Non è detto che la tua amica, chiunque sia, sarebbe rimasta solo perché tu glie l'avresti chiesto. Oppure sarebbe rimasta solo per qualche giorno, e poi sarebbe partita. O forse se ne sarebbe andata da qualche altra parte, e ora sarebbe morta laggiù. O chissà, sarebbe rimasta ma le sarebbe successo qualcosa di grave qui. Non puoi saperlo, quindi non ha senso che ti autoincolpi.-.
Wendy boccheggiò, era rimasta senza parole. Non-non l'aveva mai vista in questo modo...
Sussultò quando Charle la prese per mano.
-Wendy, loro hanno ragione.-.
La blu annuì leggermente.
-Non è strano che ci chiamino solo adesso.- Riprese Macao: -Dopo un attentato simile, se ognuno non fosse rimasto al proprio posto, immagina il caos che si sarebbe creato. Anch'io avrei voluto precipitarmi lì, ma dovevano riorganizzarsi; almeno ora potremo dare una mano.-.
Wendy abbassò la testa per la vergogna.
-Avete ragione, scusatemi tutti.-.
Gli altri le sorrisero comprensivi, poi Bisca le fece la domanda.
-Allora, vieni con noi?-.
Wendy distolse ancora lo sguardo: non c'era cosa che desiderava più al mondo in quel momento di andare a Crocus per aiutare i suoi amici; ma non se la sentiva più di abbandonare Margareth, forse l'avrebbe fatto nell'impulso di quindici giorni prima, però adesso...
-Prr...- Happy si era messo a fare le fusa tra le sue braccia.
Per chissà quale richiamo del subconscio, ripensò a quel giorno.
Non fa niente, solo... solo ritorna viva, ti prego.”.
Certo, ci puoi contare! Vedrai, ci rincontreremo presto!”.
È una promessa?”.

-Va bene, vengo con voi.-.
-Bene, allora prepara i bagagli, partiamo tra poco.-.



CRASH
Spaccò il vetro con un pugno e atterrò sul pavimento del Cuore dell'Inferno con un tonfo rimbombante.
TONF
Aprì e chiuse le dita un paio di volte.
Era bello essere di nuovo vivi.
CRASH CRASH
Si voltò, aggrottando la fronte.
TONF TONF
Altri due Cambiati, che non aveva mai visto, grossi quanto lui (e non era cosa da poco) avevano fatto probabilmente lo stesso pensiero.
Uno era un uomo dalla pelle scura e i capelli bianchi, pieno di segni neri in viso e con gli occhi scarlatti; l'altro era più anziano, con la barba e i capelli ispidi e grigi e una zona pelosa al centro del petto.
Emanavano entrambi un'aura potente, molto più grande della sua.
Non che fosse un problema, per due motivi.
Il primo, ovvio, era che stavano dalla sua parte.
Il secondo...
-Che hai da guardare? Vuoi essere distrutto?- Grugnì il nero.
Sogghignò.
...era che tanto poteva farli diventare più deboli di una formica.
E piccoli abbastanza da essere calpestati.



Si svegliò per un alito di vento in viso; socchiuse gli occhi, non aveva chiuso bene la grotta.
Si trascinò lungo la parete a furia di spallate, prese in mano un fascio di foglie a terra, lo intinse nel fango e lo sistemò sul buco.
Ansimò, non aveva più le forze per tornare indietro, quindi rimase lì.
Senonché sentì bagnato sul fianco, abbassò lo sguardo già addormentato e vide che la ferita si era riaperta.
Grandioso, le bende erano di là. Si sdraiò a terra, allungò la mano e iniziò lentamente a trascinarsi.
Ogni metro guadagnato era una fatica, un lamento e cinque minuti di pausa: ci mise mezz'ora ad arrivare, e già il sangue inzuppava le fasciature.
Si sbendò, lavò, disinfettò, ricucì e rimise tutto a posto.
Gettò una rapida occhiata alle altre ferite. Stavano guarendo, o almeno non spruzzavano più pus in giro.
Bene, nel giro di un mese sarebbe riuscito ad abbandonare quel posto e cercare di tornare a casa.
Certo che Acnologia l'aveva spedito davvero lontano... ma non vedeva l'ora di rivedere i ragazzi.
Un mese... sperava che il mondo non sarebbe finito per allora.
Si appoggiò alla parete, tutto eccetto la spalla.
Quella era rimasta in aria.
...facciamo due mesi.”.



-Il Primo Arco finisce così.-.
-Kukuku! Lo so, non è così che avresti voluto finisse, eh?-.
-Ma è così che vanno le storie. Partono, accelerano, rallentano, si fermano, e non si può mai sapere quando o per quanto. E poi ripartono. Forse.-.
-Sono tutte uguali, non trovi? Una ripetizione ciclica di... distruzione. Non succede altro. Si annientano l'una con l'altra, e poi che rimane se non le ceneri?-.
-Ah, guarda questa Luna, e queste stelle, si vedono così bene qui, sdraiati su questo tetto. Gli umani tendono a pensare... bizzarro, che tutte le loro storie inizino o finiscano con esse.-.
Alzò il palmo aperto sulla Luna, poi la strinse.
-Per questo le distruggeranno. Le renderanno polvere al vento, è tremendo, non credi?-.
-Oh! Pensa un po', questo stesso mondo che mi rifiuta, io lo voglio salvare da coloro che pensano di proteggerlo. È così, la cosa più orribile di loro è che in molti... no, tutti credono di essere nel giusto.-.
-Ma non hanno visto tutto quello che ho visto io. Di me dicono che porto la distruzione, si sbagliano. Io le pongo fine.-.
-Io odio la morte. Essa è sempre con me, anzi, è alle mie spalle, perciò non mi raggiunge mai. Eppure la vedo ovunque posi il mio sguardo.-.
-Perché essa è essenziale, per questo la amo. Ecco, io non porto la distruzione, io porto la morte, e forse un giorno lei mi raggiungerà.-.
Volse lo sguardo di lato, sorridendo al tomo appoggiato al suo fianco.
-Anche tu porti la morte, per questo ti amo. E porti la distruzione, per questo ti odio. La tua storia è entrambe, tu sei il fuoco epuratore, e quindi tu metterai fine a tutte le altre.-.
-Anche questa città. È un peccato, è così bella... la Capitale dei Fiori, e questo palazzo, il Palazzo Reale. Ma è necessario, purtroppo, ogni traccia di umanità deve sparire da questo mondo; la ricostruiremo però. O forse lo farò solo io. O chissà, magari mi sorprenderai e lo farai solo tu.-.
-Forse ti chiederai cosa ne è delle storie ancora in corso. Non ne è niente, non ne sarà niente, se non sono già finite esse finiranno presto, come le altre, perché non sono nel giusto.-.
Si rialzò, riprendendo in mano il volume scarlatto e sorridendo alla Luna.
Ma non c'era Luna quella sera.
-Tu sei nel giusto, tu e io lo siamo.-.
-Natsu, mio adorato fratello minore.-.







Il mio ultimo angolo
Wow
A dire il vero ho pensato a lungo a cosa scrivere, ma adesso non mi ricordo niente, quindi improvviso.
Cosa dire, se non:
niente
No dai così fa schifo; allora, io mi sono sicuramente divertito, ma sono anche dell'idea che una storia per essere davvero bella debba rimanere almeno un po' dentro chi la legge. Ci sono riuscito? Magari no. Ditemelo voi.
Comunque per chi se lo chiede ho intenzione di chiudere così, con un finale aperto, piuttosto che chiuderla male come sicuramente farei.
Quindi ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito (colpo di tosse x2): INU16, Lucy_ 05, Yuki263, JMCA, Redestinity, _cercasinome_, Barbara24Marzo92, Dragon slayer, Gre__92, ilenia esposito, Kushi2195, Veiss, _purcit_; per le recensioni gallade 01, Xenon2180, Marcy 1999 (che per caso sei lo youtuber?) e soprattutto Midnight_1205! Se ho dimenticato qualcuno/scritto male qualcuno chiedo umilmente vena, e so che altri mi avranno letto... anche se solo una volta, grazie mille, grazie di cuore.
Premere il tasto “fine” a una storia così lunga per me... capperi è strano, però spero che continuerete a supportarmi anche per le prossime; nel frattempo vi saluto col mio modo cancerogeno, ovvero con un grande XP!








AH, CREDEVATE CHE SMETTESSI COSÌ EH???
Non è vero niente del finale aperto, sto già preparando il seguito! Ammesso e non concesso che vogliate ancora sopportare questa palla al piede quale sono io.
Quindi, scuola permettendo e voi permettendo, riprenderò quanto prima possibile (penso, non so, 'sta estate?).
Ciao a tutti e anche oggi, come le altre volte, spero non vi siate aspettati un orario di pubblicazione decente :)
   
 
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