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Autore: Elettra_    08/06/2009    3 recensioni
«Lascio che le mie emozioni sovrastino qualunque pensiero, mentre mi lascio cullare dal dolce suono delle chiome degli alberi che si accarezzano. Non mi importa della solitudine. Non mi importa della scuola. Non mi importa degli altri. Adesso esisto solo io. Questo è il mio momento. Un po’ di tempo da dedicare a me stessa.
Un sorriso idiota affiora sulle mie labbra, mentre inevitabilmente il mio pensiero torna a lui.
Lui è perfetto.»
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lonely Day

Such a lonely day should be banned.

It’s the day that I can’t stand”

 

Affondo la testa nel cuscino.

Fuori piove, le gocce di pioggia scendono dal cielo ad una velocità che non avrei mai potuto immaginare.

Non gli importa più nulla di me. Non ha mai del tempo. Dopo, dopo. Sempre dopo. Io vengo dopo tutti.

Chiudo gli occhi, mentre mi sfugge un singhiozzo. Non posso ancora credere a quello che è successo. Non posso e non voglio.

 

Eravamo in giro, come ogni venerdì. Il venerdì era il nostro giorno, era tradizione andare a fare un giro solo io e lui per raccontarci tutte le novità. Eravamo usciti dalle prove con la band e miravamo a prenderci un gelato; tutto mi sembrava perfetto. Inoltre Luca da quella sera in discoteca aveva cominciato ad uscire con Alessia, e fra i due sembrava andare tutto a gonfie vele.

«Luca!» esclamò ad un tratto una voce femminile che ci fece girare entrambi. In un nanosecondo Alessia aveva baciato Luca sulle labbra e lo aveva abbracciato, senza degnarmi di un’occhiata.

«Amore, dove vai di bello?» domandò lei con voce flautata. Lui le sorrise e fece un cenno verso di me.

«Sto andando a prendere un gelato con Claudia, come ogni venerdì» rispose, lanciandomi un’occhiata affettuosa. Alessia mi squadrò qualche secondo e poi sfoderò un sorriso famelico. Cominciava davvero a starmi antipatica. Molto.

«Potrei venire con voi!» esclamò, saltellando sul posto.

 

*Nella mia testa.

«NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO»

Posa da Urlo di Munch.*

 

«Perché no?» sentii rispondere Luca. Oh no. Inorridii, mentre mi voltavo a guardarlo. Alessia mi lanciò un’occhiata soddisfatta e si attaccò a lui peggio che un polipo. Serrai la mascella.

«Andiamo?» borbottai, irritata. Sapevo già come sarebbe andata a finire, io sarei stata il terzo incomodo mentre loro facevano pucci pucci.

Decisi che avrei camminato davanti a loro. Mi sentivo molto, molto irritata. Primo, perché mi stava antipatica da morire lei. Secondo, perché mi stava rubando il mio migliore amico. Quel giorno sarebbe dovuto essere il nostro giorno, non il loro. Dio, che nervi.

«…e poi Cloud è riuscita a sfuggire alle grinfie del bidello…se la avesse beccata la avrebbe uccisa come minimo» Luca stava raccontando di me. Alessia mi lanciò un’occhiata poco amichevole.

«Che storia…senti amore, quand’è che usciamo noi due? Da soli?» domandò lei, calcando per bene le ultime due parole.

Calma. Dovevo stare calma.

«Non lo so, amore…Ci potremmo mettere d’accordo per il prossimo finesettimana, che dici? Durante questa settimana ho gli ultimi compiti in classe e

devo studiare, sennò mio padre mi ammazza» le rispose Luca, stringendola a sé. Lei fece le fusa e chiuse qualche secondo gli occhi, accarezzandogli la guancia.

Mi voltai di scatto.

«Scusatemi, mia madre mi ha appena mandato un messaggio. O torno a casa subito o non esco fino all’anno prossimo» dissi meccanicamente. Grande bugia, ma in quel momento avrei fatto di tutto pur di andarmene. Luca mi sorrise.

«Va bene. Ciao, Cloud» mi salutò.

«Ciao, Claudia» gli fece eco Alessia. Strinsi i denti e mi costrinsi a sorriderle, perché altrimenti avrei eliminato lei ed il suo tono odioso.

Mi voltai e mi incamminai lungo la strada, chiedendomi perché mi sentissi così triste. Ero così occupata a pensare ai fatti miei che nemmeno mi accorgevo di dove mettevo i piedi. Sbumm, ed eccomi seduta per terra.

«Claudia?» Oh no. Dio, che cosa ho fatto di male per meritarmi questo? Davanti a me c’era Marco, splendido come sempre. Io invece avevo gli occhi rossi, i capelli scompigliati e sembravo appena uscita da una lavatrice.

«Oh, scusa Marco!» esclamai io, tentando di salvarmi con un sorriso. Lui ricambiò e mi aiutò a rimettermi in piedi. Mi osservò per qualche secondo, prima di chiedermi:

«Ma che cosa succede? Perché piangi?» domandò, con voce affettuosa. Io scossi piano la testa, mentre cercavo di asciugarmi le lacrime.

«Avanti, dimmi chi ti ha fatta piangere che vado lì e lo/la/li ammazzo di botte finchè non rimpiangerà/anno di averti fatta piangere» disse lui, strappandomi un sorriso.

«Grazie Marco, ora va meglio…Scusami, però davvero devo andare…scusa…ci sentiamo» mormorai, salutandolo e procedendo per la strada.

La sera non era andata meglio. Il cellulare aveva squillato alle dieci meno cinque.

«Pronto?»

«Cloud! Ehi, come stai?»

«Ciao Luca. Alla grande, tu?»

«Da Dio…Ma sei sicura di stare bene?»

«Sì. …Davvero, non ho niente»

«Okay»

«…Cosa hai fatto oggi pomeriggio, dopo che me ne sono andata?»

«Mah niente, ho girato per il centro con Alessia, poi siamo stati al parco»

«Oh. Fantastico.»

«E’ davvero fantastica, Cloud. Tu non puoi nemmeno immaginare quanto sia dolce e affettuosa…»

«Certo, dolce come una vipera e affettuosa come un cobra»

«Che hai borbottato?»

«Oh, nulla. Sono inciampata nei giochi dei gemelli.»

«Okay. Ah, a proposito! Notizia bomba: io e Alessia sabato prossimo usciamo insieme! Io e lei da soli, per festeggiare il nostro mesiversario!   …Cloud, ci sei?»

«…Sabato?»

«Sì, perché?»

«Ho lo spettacolo di recitazione. Ricordi? Avevi promesso che saresti venuto.»

«…Oddio Clo mi dispiace così tanto, me ne ero completamente scordato!»

«Già…vabbeh, può capitare…Solo, come farai a dire ad Alessia che non uscirete insieme?»

«…Emh, io veramente non avrei intenzione di dirglielo…»

«Ma come? La farai andare all’appuntamento per poi darle buca? Sei matto?»

«…No, Cloud. Io all’appuntamento ci sarò, non le darò buca.»

«…Ah»

«Senti…»

«Scusa, mia madre mi chiama. Dice che devo mettere giù perché le serve il telefono»

«Okay. Buonanotte stellina»

«Buonanotte. Ah, Luca?»

«Sì?»

«Ma vaffanculo.»

________________
Okay, avete tutto il diritto di uccidermi. Mi dispiace, dannazione, mi dispiace un sacco. Ho passato davvero un brutto periodo.
E scrivere era davvero l'ultima cosa che volevo fare. Oggi ho ritrovato il file e ho ricominciato a scrivere.
Non saprei descrivere la sensazione che ho provato. Mi sentivo bene. Sono felice di aver finito il capitolo.
Forse è un po' diverso dagli altri perchè sono stati scritti a distanza tra loro, penso che questo capitolo sia
più che altro dettato dalle mie emozioni che dalla preoccupazione di avere un testo perfetto. Spero lo accettiate comunque.


Grazie per seguire questa fic, grazie a chi l'ha messa fra i preferiti e un GRAZIE in stampatello a chi la recensisce.

Grazie, davvero.

  
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