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Autore: SwanShine    21/04/2017    2 recensioni
SwanQueen AU.
Nella tranquilla città di Storybrooke vi è un Liceo Artistico molto prestigioso, frequentato da un gran numero di ragazze e ragazzi.
In questo Liceo lavorano molti insegnanti, ma noi ci concentreremo maggiormente su due di loro.
Regina Mills, insegnante di Discipline Plastiche, molto attenta sul lavoro suo e dei suoi alunni.
Emma Swan, insegnante di Matematica, una donna che sa come farsi ascoltare e molto brava nel suo lavoro.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Regina's pov

 

La prima giornata di lavoro era terminata, Regina aveva finito con la 3a D e si era diretta a prendere le sue cose nell'armadietto in sala insegnanti per poi andare subito fuori facendo slalom fra gli studenti nel cortile che si dirigevano fuori dalla scuola. 

 

Il parcheggio era affollato ed era impossibile spostare la macchina, la professoressa Mills dovette restare dentro la sua auto aspettando che la situazione di calmasse. 

 

Ed eccola là, con i suoi capelli biondi e il suo passo sicuro la professoressa Swan andava dentro al suo strambo maggiolino giallo messo proprio di fianco alla Mercedes della bruna. Regina aveva fatto di tutto per evitare il suo sguardo, aveva addirittura rovistato dentro la sua borsa senza motivo; quando alzò lo sguardo per un attimo notò la sua nemica, così aveva deciso di etichettarla, fare un piccolo ghigno mentre metteva in moto l'auto. 

 

Che diamine vuole?

 

Regina ormai non poteva fare a meno di detestarla, sembrava tanto una di quelle bulle che prendevano di mira i più deboli. 

Okay, lei se l'era cercata facendo quel commento sul maggiolino, ma cosa ne poteva sapere? Non c'era mica un cartello con su scritto Proprietà di Emma Swan; vietato commentare

Se solo lo avesse saputo! No aspetta, se solo l'avesse saputo cosa? Quanto poteva importare a Regina tutto quello? Quella donna si era offesa per un semplicissimo commento, avrebbe potuto semplicemente passarci sopra e dimenticare senza distruggere rapporti di simpatia, anche se non ce n'erano ancora. 

Che grandissima stronza.

 

Appena il parcheggio fu sgombro Regina mise in moto la sua auto e si allontanò dalla scuola e dall'insegnante di matematica, che aveva fatto lo stesso poco dopo prendendo la strada opposta a quella della bruna. 

 

Regina abitava in una piccola villetta bianca, scesa dall'auto attraversò il  vialetto raggiungendo la porta d'ingresso. L'interno della casa era ben arredato, se c'era qualcosa che si poteva dire su Regina Mills era che aveva bei gusti. 

Qualcuno scese le scale velocemente, un ragazzino di dieci anni con i capelli castani e gli occhi verdi si piazzò davanti alla donna con un sorriso a trentadue denti.

 

Com'è andata, mamma?

 

La bruna sorrise posando la borsa su un mobile per andare ad abbracciare affettuosamente il figlio. 

 

Tutto bene devo dire. A te invece? Com'è andato il primo giorno di scuola, mh?

 

Benissimo! Ho già fatto amicizia con mezza classe e la maestra dice che sono molto preparato!

 

Bravo il mio ometto! Ora corri a lavarti le mani, così mi dai una mano in cucina.

 

Lui sorrise di nuovo e annuì facendo per andare in bagno

 

Oh, Henry!

 

Regina lo fermó, lui la guardò interrogativo.

 

Ti va bene la pasta al pomodoro?

 

Mi va benissimo!

 

Rispose, andando finalmente in bagno a lavare le mani. 

 

Regina andò in cucina e cominciò a prendere due pentole dagli sportelli. 

Henry arrivò qualche attimo dopo, dal rumore che facevano i suoi piedi contro il pavimento Regina capì che non aveva le scarpe. 

 

Henry, per l'amor del cielo. Quante volte ti ho detto di non camminare scalzo per casa?

 

Ma ho le calze!

 

Henry.

 

Henry alzò gli occhi al cielo 

 

Si lo so, si rovinano. Vado a mettere le pantofole e torno...

 

Regina ridacchiò sotto i baffi mentre il figlio si allontanava nuovamente. 

Mise il pomodoro dentro ad un pentolino che mise subito dopo sul fornello, Henry voleva sempre cucinare con sua madre, adorava mettere i condimenti e assaggiare le cose per sapere se erano buone.

Era sempre stato così Henry, da quando era bambino. 

Ed era anche molto intelligente, sempre il primo della classe. 

 

La donna mescolò il pomodoro silenziosamente mentre il ragazzino tornava in cucina e si avvicinava di soppiatto con una sedia vicino al mobile della credenza per arrivare sopra, dove stava la pasta. 

La sedia scricchiolò leggermente nel momento in cui Henry fece per sollevarsi, Regina continuava a mescolare il pomodoro e senza girarsi disse

 

Non ci provare nemmeno.

 

Lui sbuffò e rimise la sedia al suo posto mentre sua madre prendeva un pacco di pasta al suo posto. 

 

Questo è perché sono basso...

 

Non c'è niente di male ad essere bassi

 

Lo dici tu...

 

Regina lo guardò con la coda dell'occhio 

 

Henry sei ancora in fase di sviluppo, sicuramente fra un paio d'anni supererai pure me.

 

Lo spero. In classe sono sempre il più basso, nella vecchia scuola mi chiamavano nanetto.

 

E me lo dici solo ora?

 

Fece la bruna indignata, mettendo l'acqua a bollire. 

Henry non rispose, Regina era una madre iper-protettiva, non voleva che qualcuno trattasse male il suo bambino, l'unica persona che amava.

 

Assaggi il pomodoro?

 

Okay..

 

Emma's pov

 

La professoressa Swan abitava in una grande Villa completamente sola... beh, non proprio 'completamente'... aveva una cagnolina bianca che aveva chiamato Ava ed era di grande compagnia per la donna. 

 

Appena aprì la porta d'ingresso corse velocemente contro di lei abbaiando entusiasta

 

Ehi Ava!

 

Emma si chiuse la porta alle spalle e si abbassò ad accarezzare la cucciola scodinzolante. 

Aveva preso Ava una settimana dopo aver cominciato il suo lavoro di insegnante, la sua villa era troppo vuota e quel silenzio era assordante. 

La cagnolina le era stata di molto aiuto con la sua vivacità.

 

Andiamo, vuoi la pappa?

 

Ava in tutta risposta aveva abbaiato e fatto un giro in tondo per poi zampettare fino alla sua credenza in cucina. 

Emma prese da lì una scatoletta per cani e la sistemò subito dopo dentro la ciotolina bianca della piccola Ava che si precipitò lì a mangiare tutta contenta.  

 

Affamata, eh?

 

Tenne lo sguardo sulla cagnolina mentre toglieva i tacchi lasciandoli vicino ad un mobile, andando a prepararsi un panino camminando scalza sul parquet. 

Prese il prosciutto e lo osservò attentamente, era già stato aperto giorni prima, quando annusò fece una smorfia schifata e lo gettò via. Era avariato, puzzava.

Non aveva intenzione di cucinare e fra i suoi salumi c'era solo quel prosciutto e del formaggio, quello era buono almeno, per cui fece il panino solo con quello, le bastava. 

 

Finì in poco tempo, teneva lo sguardo fisso sull'orologio appeso alla parete. Ticchettava in modo fastidiosissimo, una volta, in uno dei suoi no, lo aveva preso e gettato nel giardino, e la piccola Ava aveva alzato la testolina guardando in quella direzione, verso la sua padrona arrabbiata. 

Poi aveva fatto la sua magia, si era avvicinata da lei e le aveva grattato una caviglia con la zampetta, guardandola come per dire su, calmati, ci sono io ed Emma si era chinata prendola fra le braccia, accarezzandola mentre lei si accucciava alla sua padrona. 

 

La sua giornata era finita lì, con il pranzo. Cenava raramente, di certo non per la mancanza di cibo (anche se il frigo non era pieno come nella norma) ma per la mancanza di appetito. 

Una cioccolata con cannella nel pomeriggio e finiva.

Per fortuna già dal giorno seguente avrebbe ripreso con la sua routine scuola-casa, dove aveva anche i compiti da correggere, i registri personali da sistemare e tante lezioni da programmare. 

 

La professoressa di matematica guardò oltre la finestra da dove si intravedeva il tetto del suo maggiolino giallo e da lì la sua mente arrivò a pensare a Regina Mills, alla fastidiosissima Regina Mills che adorava punzecchiare per vederla infuriarsi sotto al suo sguardo compiaciuto. Emma non era tipa da prendersela con qualcuno, ma quella nuova professoressa le faceva scattare qualcosa che non sapeva spiegare. Qualche alunno della sua scuola avrebbe detto la stronzaggine.

 

Sì! Era proprio quella, ma non era una stronzaggine normale, era una stronzaggine particolare, la sua. 

 

La mattina seguente, quando vide la professoressa Mills passarle di fianco con addosso un paio di jeans e una camicia fece un commento con un ghigno stampato in faccia

 

Qualcuno ha voluto fare buona impressione il primo giorno 

 

E aveva proseguito per la sua strada, sentendo gli occhi della donna bruciarla viva. 

 

Ecco trovato il modo di migliorarsi la giornata!

 

Ah!

 

Ed ecco la 5a D entrare in classe, si dia il via al secondo giorno!

   
 
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