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Autore: kiss the night    25/04/2017    2 recensioni
Rin continua i suoi allenamenti in Australia, sperando di poter partecipare alle Olimpiadi che in quell'anno si terranno in Giappone. Per fare questo è stato costretto a raffreddare i rapporti con gli amici di sempre, compreso Haru.
Ricevuta la fatidica chiamata, il ragazzo si reca di corsa a Tokyo dove scopre che le cose sono parecchio cambiate rispetto a come si ricordava.
Pairing principale- HaruRin
Genere: Angst, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Rin Matsuoka, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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I ragazzi arrivarono alla stazione di Iwatobi alle 23:00 in punto. L'intero viaggio era trascorso in modo pacifico e tranquillo, anche perché sia Sousuke che Gou si erano addormentati dopo neanche mezz'ora di viaggio. Rin invece non aveva chiuso occhio, finendo per trascorrere quelle ore ascoltando musica e giocando un po' al cellulare, nel tentativo disperato di non pensare a tutto ciò che era successo durante l'arco di quella giornata infinita e la cosa funzionò giusto per un'ora.
Haruka e i suoi comportamenti erano tornati ad infestare i suoi pensieri come anni prima, quando non poteva fare a meno di pensare a lui, anche se spesso in modo poco sereno. Da quando si era trasferito non si erano sentiti molto però non poteva negare di pensare spesso all'altro sopratutto quando stava nuotando, ma adesso che si erano rivisti quegli occhi di ghiaccio erano diventati un pensiero fisso, un immagine che non sembrava avere la minima intenzione di lasciare la sua mente nonostante facesse il possibile per evitarlo. L'intera situazione non lo aveva sicuramente aiutato, ma Rin iniziava a pensare che ci fosse qualcosa sotto, qualcosa che non aveva mai davvero considerato ma che si era smossa nel momento in cui i loro sguardi si erano incrociati, una sensazione rimasta latente per anni e che si era risvegliata al loro incontro e che solo Haru riusciva a trasmettergli.

Posò lo sguardo sui ragazzi seduti davanti a lui, beatamente addormentati; avevano speso un po' di Yen in più ma ne era valsa la pena vista la tranquillità che c'era in quel piccolo vagone privato. I due dormivano tranquillamente beandosi della loro vicinanza, infatti Gou era appoggiata alla spalla di Sousuke mentre lui l'avvolgeva con il braccio destro, anche se non poteva esserne certo gli sembrava che sorridessero.
L'amico non gli aveva mai parlato molto della loro relazione, forse un po' per pudore visto che si trattava di sua sorella, ma anche un cieco avrebbe capito quanto si amavano, un sentimento che Rin non aveva mai conosciuto in vent'anni; certo, in passato si era frequentato con alcune ragazze, sopratutto in Australia, ma la cosa non era mai andata oltre un paio di uscite. Si era sempre nascosto dietro alla scusa che il nuoto era la cosa più importante e che non aveva il tempo di buttarsi in una relazione, ma alla fine sapeva perfettamente che quella era solo una mezza verità, perché era pur vero che la nazionale era il suo obiettivo principale, però era cosciente di non aveva mai davvero provato niente per nessuna di quelle ragazze, a parte il poterle trovare carine e simpatiche; non c'era mai stata una vera attrazione, per non parlare di sentimenti seri.
A parte l'amicizia con Sousuke e gli altri, l'unico che gli trasmetteva delle sensazioni contrastanti era Haru, ma non si sentiva di classificarle come attrazione o qualcosa di simile, lo riteneva impossibile, anche se non ci sarebbe stato niente di male.

Rin non si era mai posto il problema della sua sessualità, proprio perché essendosi concertato per anni solo sul nuoto non si era mai trovato a doverci fare i conti.
In Australia alcuni dei suoi compagni di squadra era dichiaratamente gay e questo non creava problemi a nessuno e anche se gli era capitato di uscire solo con ragazze, non aveva mai escluso la possibilità di farlo anche con un ragazzo, se gli fosse mai capitato di essere invitato. Aveva sempre apprezzato l'armonia del corpo femminile proprio come quella maschile, sopratutto nel nuoto in cui si potevano notare molto.
Sapeva che in Giappone la cosa non era vista troppo bene, soprattutto veniva nascosta il più possibile, ma il suo essere cresciuto per un po' in Australia, un paese più aperto, gli aveva permesso di valutare la cosa sotto un'ottica diversa.

Doveva ammettere che, secondo i suoi standard, Haruka era bello; il fisico scolpito e proporzionato, i muscoli del torace che si tendevano durante il tuffo e sopratutto quegli occhi azzurro mare, freddi e caldi allo stesso tempo, erano molto piacevoli da vedere, ma tra il pensare questo e il prendere in considerazione la possibilità di provare qualcosa per lui... insomma, non era possibile.
Finì per scacciare questi strani e scomodi pensieri, cercando di concentrarsi sulla partita a Flappy Bird che stava vergognosamente perdendo.

***

Una volta scesi dal treno i tre ragazzi si diressero verso la fermata del taxi, dove poi si sarebbero divisi. Rin si allontanò per qualche minuto, con la scusa di comprare un pacchetto di gomme da masticare al Kombini, in modo da lasciare un po' di intimità ai piccioncini e quando tornò Sousuke era già andato via.

Quando arrivarono a casa non fecero neanche in tempo a scendere dall'auto che la madre gli corse in contro, andando ad abbracciare la figlia. Rin ne approfittò per pagare il tassista e prendere le valigie, così che l'uomo potesse ripartire.
Si avvicinò poi alla madre che subito lo avvolse in uno stretto abbraccio, coccolandolo come quando era bambino. Rin non era un tipo troppo affettuoso, ma il solo sentire l'odore di sua madre lo fece sciogliere e la strinse più forte, respirando quel profumo che nonostante gli anni non era mai cambiato.
Si era allontanato da casa molto presto, ad 11 anni aveva scelto di sua volontà di partire verso un paese straniero e proprio lì aveva capito fin da subito come vivere senza la vicinanza costante della mamma, nonostante Lory, la donna che lo aveva accudito in quel periodo, avesse cercato in tutti i modi di non fargli mai mancare nulla. Nonostante questo la madre era sempre stata un suo punto di riferimento, sopratutto dopo la perdita del padre, ed era bello poterla abbracciare di nuovo.


“Ciao mamma.”


La donna gli posò una manu sulla guancia e gli sorrise.


“Tesoro mio, ti vedo un po' sciupato dall'ultima volta che sono venuta a trovarti.”


Il ragazzo rise a quell'affermazione.


“Ma no, forse è solo un po' di stanchezza. Che ne dici se entriamo? Gou ha dormito tutto il viaggio e fa fatica a reggersi in piedi.”


La donna spostò lo sguardo sulla figlia che, effettivamente, si stava per addormentare in piedi.


“Hai ragione, ma andate tutti e due subito a dormire, possiamo parlare domani.”


La donna, bloccando qualsisia tipo di lamentela, prese una delle valigie di Rin e si avviò verso la porta di casa seguita a ruota dai due figli, troppo stanchi per poter aggiungere altro.

***

La mattina dopo Rin si svegliò grazie al canto dei gabbiani. La casa in cui vivevano da quando si erano trasferiti molti ani prima era vicina al mare e nonostante non ci avesse vissuto per molto, era rimasto lì solo un anno prima di partire per l'Australia e una volta tornato in Giappone si era trasferito quasi subito al dormitorio della Samezuka, ricordava che il canto di quegli uccelli era sempre stato la sua sveglia. Si alzò di malavoglia dando un occhiata veloce alla sveglia; rimase sorpreso di vedere che erano già le 10:30, per lui un orario assurdo visto che, abitualmente, a quell'ora era già in acqua, non dopo essersi fatto la sua corsetta mattutina... quanto cavolo aveva dormito?

Si alzò velocemente dal letto e si diresse verso il bagno. Si sciacquò velocemente il viso e, afferrata la prima maglia che trovò nella valigia lasciata aperta dalla sera prima, scese velocemente le scale e entrò in cucina.
Lì trovo sua madre, intenta a cucinare qualcosa, che si voltò non appena sentì il ragazzo entrare nella stanza.
 

“Buongiorno Rin, hai dormito bene nel nuovo letto?”
 

“Sì, anche se non ho capito per quale motivo avete deciso di togliere i futon e mettere dei letti normali.”


La donne sorrise al figlio, porgendogli uno scodella con dentro del riso.


“Beh, in realtà era un po' che volevo dare un cambio di stile alle camere da letto. In più io e tua nonna abbiamo pensato che per te fosse più comodo visto che devi esserti abituato ai letti australiani. Adesso però vai a sederti che ti porto tutta la colazione.”


Il ragazzo annuì e si diresse verso la sala da pranzo. Aveva notato subito il cambiamento nelle camere da letto ma era sicuro che il resto della casa non fosse cambiato di una virgola; davanti a lui c'era una grande stanza con a terrai i classici tatami e al centro di essa un kotatsu abbastanza grande su cui erano già poggiati alcuni piatti. Rin si sedette al posto in cui era solito mettersi, cosa che sua madre doveva ricordare visto che la scodella di zuppa di miso era proprio lì. Dopo aver passato due interi anni in Australia tutto gli sembrava meraviglioso; fare una tipica colazione giapponese in una tipica stanza arredata alla giapponese sembrava quasi un sogno.
Sua madre arrivò dopo poco, con la teiera in una mano e la tazza nell'altra, e posizionò tutto davanti a lui per poi sederglisi di fronte.


“Spero la colazione sia di tuo gradimento. Immagino che per te oramai non sia comune mangiare questo, così ho deciso di preparati tutto.”


“Hai fatto benissimo, in più ho una fame da lupi, grazie mille. Ma... dov'è Gou? Non dirmi che sta ancora dormendo.”


“No, è uscita circa mezz'ora fa, ha detto che sarebbe andata a salutare una sua amica. Tornerà per pranzo insieme a Sousuke.”


Rin annuì, per poi prendere le bacchette e mettersi a mangiare. La cucina di sua madre era fantastica; ricordava che da piccolo era una cosa rara vedere sua madre in cucina, visto che per via del troppo lavoro era sua nonna a prendersi cura di lui e di Gou, ma le poche volte che era lei a preparare loro qualcosa, i due finivano per litigarsi le cose più buone.
La voce della donna lo riscosse dai suoi pensieri.


“Allora Rin, raccontami un po' com'è andata la riunione di ieri. So che te l'ho già detto per telefono ma sono davvero orgogliosa di te... e anche lui lo sarebbe.”


Notò subito che adesso sua madre riusciva a parlare di suo padre senza intristirsi troppo e questo lo rese molto contento. Gli raccontò brevemente cosa avevano detto al meeting e che aveva già conosciuto alcuni dei futuri compagni di squadra. Accennò anche alla presenza di Haruka, ma senza soffermarsi sul loro incontro e la donna parve molto colpita da quella notizia.

“Ma è una cosa fantastica. Hai sempre detto che quel ragazzo aveva del talento e sono davvero felice che anche lui abbia raggiunto il suo obiettivo, era un bambino particolare ma estremamente gentile. Immagino tu sia felice di poter nuotare ancora con lui.”


Rin cercò di nascondersi dietro ad un sorriso di circostanza. Per qualche strana ragione non voleva distruggere l'immagine che sua madre aveva di Haru.


“Sì, si può dire che la cosa mi renda molto felice, non per nulla sarà anche uno stimolo in più.”


“Ahhh, la vostra mania di competere sempre, vi portate dietro questa cosa fin da bambini.”


“Già... ma parliamo di altro. Aveva pensato di andare a trovare anche la nonna, è in città?”


Il suo tentativo di sviare l'argomento sembro funzionare, infatti sua madre iniziò subito lamentarsi del fatto che la nonna fosse partita per una piccola vacanza nell'Hokkaido con alcune amiche, nonostante lei le avesse chiesto di limitare viaggi e simili vista l'età. Parlarono per un po' di parenti e amici di famiglia, fino a quando la madre non tornò ad interessarsi ai suoi affari.


“ Dimmi un po', come va in Australia? Michael sta bene?”


Sua madre era venuta a trovarlo una paio di volte da quando si era trasferito e sembrava essersi affezionata molto al suo sempai.


“Sta benissimo, è un rompiscatole come al solito.”


“Ehi ragazzino, non parlare così, lui si impegna tantissimo per te, sii riconoscente. Comunque racconta, si vede ancora con la ragazza dell'ultima volta?”


“Mamma! Cos'è questa improvvisa voglia di gossip? In ogni caso se intendi Vanessa, la ragazza bionda e minuta, no, si sono lasciati da un po' e ne sono già passate altre quattro o cinque sotto le sue grinfie.”


Sul volto di sua madre comparve una smorfia. Aveva praticamente adottato Michael come terzo figlio e di certo non le faceva piacere sapere della sua vita amorosa relativamente instabile.


“Quel ragazzo non vuole proprio mettere la testa a posto... eppure lei era così carina.”


Rin scoppiò a ridere per quell'assurda situazione, ma smise subito quando notò lo strano sguardo della madre, cosa che non faceva presagire nulla di buono.


“E tu Rin?”


“Io cosa?”


“Hai qualcuno d'importante che ti aspetta in Australia? So che non sei bravo a parlare di queste cose, ma almeno una piccola soddisfazione potresti darmela.”


Nonostante avesse capito che quello sguardo non avrebbe portato niente di buono, non si aspettava certo quel tipo di domanda, finendo così per strozzarsi con il tè che stava bevendo.


“Ma mamma, ti sembrano cose da chiedere? In ogni caso non ti ho mai detto niente proprio perché non c'è niente di cui parlare.”


La donna lo guardò divertita, notando il rossore che iniziava ad affluire alle sue guance.


“Non posso credere che un bel ragazzo come te non abbia delle corteggiatrici.”


Rin si toccò i capelli, travolto da un crescente imbarazzo. Sua madre non si era mai rivolta a lui con queste domane e questo lo metteva un po' a disagio, sopratutto perché si rendeva conto di quanto la sua situazione sentimentale potesse sembrare strana per gli altri, Michael continuava a prenderlo in giro da anni.


“Beh... è che non ho molto tempo da dedicare a questo, sai per via delle qualificazioni e delle olimpiadi. Adesso sono completamente concentrato sul nuoto e sul mio obiettivo, tutto il resto passa in secondo piano.”


Non era una bugia vera e propria, ma nonostante ciò si sentiva un po' in colpa per aver detto questo a sua madre. La donna lo guardò e sembrò fidarsi delle sue parole.


“Hai ragione, però inizia a pensare che per quanto il nuoto sia importante, non devi chiudere fuori tutto il resto. Anche avere vicino qualcuno a cui si vuole bene è importante, non vorrei che ti perdessi qualcosa di bello.”


Adesso il sorriso furbo era sparito sostituito da uno sguardo dolce e un po' preoccupato. Sapeva perfettamente che sua madre voleva solo il meglio per lui, la sua felicità veniva prima di tutto e gli era grato per questo. Non disse niente ma allungò il braccio sul tavolino, porgendo la mano alla donna che la strinse subito, chiudendo lì quella conversazione imbarazzante.

***

Non sapeva quanto aveva corso, ma sicuramente era passata più di un'ora da quando era uscito di casa. Era passato, per prima cosa, davanti alla Iwatobi e si era soffermato davanti alla rete per qualche minuto; l'albero di ciliegio era ancora lì e i suoi fiori ricadeva nella piscina proprio come quando i ragazzi gli avevano organizzato quella bellissima sorpresa. L'effetto visivo era incredibile e quasi si commosse a vedere quello spettacolo.

Continuò la sua corsa passando per il lungo mare, beandosi dell'odore salmastro e della lieve brezza che gli sferzava il volto. La corsa sembrava averlo aiutato ad allentare la confusione portata dalla chiacchierata con sua madre; muoversi lo aiutava sempre a schiarirsi le idee, anche se in questo caso era più un tentativo di smettere di pensare a quel tipo di cose, sopratutto adesso che la sua mente doveva essere completamente rilassata e pronta per ciò che sarebbe avvenuto nei mesi successivi.
Percorse tutta la zona fino ad arrivare davanti alla scalinata che portava al tempio e vi si soffermo per un secondo prima di decidersi a salire. Salendole gli tornarono alla mente le volte in cui, da bambino, percorreva quella stessa strada per andare a casa di Makoto a studiare. Quando passò davanti a quell'abitazione, vide che le luci erano accese e notò la presenza di una ragazzina che studiava seduta vicino all'ingresso; doveva sicuramente essere Ran... cavolo se era cresciuta, la ricordava piccolina e vivace, sempre intorno al fratello maggiore, che adorava immensamente.
Stando attento a non farsi vedere, continuò a salire, ma finì per fermarsi poco dopo, vicino ad un'altra posto conosciuto. Davanti ai suoi occhi c'era la casa di Haru, esattamente uguale a come se la ricordava dall'ultima volta che era stato lì, circa tre anni fa, quando era rimasto a dormire dall'amico.

Dopo un'attenta osservazione notò una cosa strana; la casa doveva essere inabitata al momento, ma era sicuro di poter scorgere alcune luci accese. Che i genitori di Haruka fossero tornati? Sapeva che, orma da molti anni, i due si erano praticamente trasferiti a Tokyo, restandovi per lunghi periodi tanto che Haru aveva vissuto da solo per molto tempo dopo la morte della nonna. Che l'avessero venduta? Rin scacciò subito dalla mente quell'opzione; Haru era troppo a affezionato a quella casa per poter anche solo prendere in considerazione quella possibilità.
Senza un reale motivò si avvicinò alla porta e sbirciò il nome sul campanello, avendo così la conferma che la casa era ancora proprietà' della famiglia Nanase. Lo fissò per qualche secondo, decidendo poi di schiacciare il bottone; era da anni che non vedeva i genitori di Haru, era capitato spesso durante la scuola elementare, ma dopo la sua partenza per l'Australia non li aveva più incontrata. La signora Nanase era sempre stata gentile con lui e gli sembrava il minimo farle un saluto dopo tutto questo tempo, senza contare che forse avrebbe potuto scoprire qualcosa in più sullo strano comportamento del figlio, non che fosse il tipo da confidarsi con i genitori, ma tentare non gli costava nulla.
A discapito della sua speranza non ricevette nessuna risposta. Aspetto' per qualche minuto prima di suonare di nuovo, ma anche in quel caso nessuno aprì la porta; forse erano usciti e si erano dimenticati le luci accese. Rin si avviò comunque verso la porta sul retro, per controllare se anche quella fosse chiusa; quello che stava facendo non aveva il minimo senso, una parte di lui ne era pienamente consapevole, ma stava facendo agire il suo istinto e ormai non poteva tirarsi indietro.
Provò a bussare, ma nessuno parve sentirlo, così abbassò la maniglia costatando che era effettivamente aperta. Si guardò intorno per un secondo per poi entrare all'interno dell'abitazione.

Anche all'interno la casa era identica a prima, la luce del corridoio era spenta ma fuori era ancora abbastanza luminoso e non ce n'era bisogno.
Rin camminò lentamente, cercando di cogliere ogni minimo rumore; una parte del suo cervello si stava ancora chiedendo che diavolo ci facesse lì e il perché di quella folle situazione, ma ormai c'era dentro fino al collo quindi era inutile rimuginarci sopra, doveva solo finire al più presto la sua ispezione.
La luce che vedeva da fuori era quella della cucina, dove entrò, costatando che nel forno acceso c'era una teglia: questo provava chiaramente la presenza di qualcuno in quella casa.
Un trillo insistente lo fece sobbalzare e per poco non si scontrò contro il frigorifero; il forno aveva deciso di suonare proprio in quel momento, cosa che oltre al far perdere almeno dieci anni di vita al povero ragazzo, lo portò a realizzare a pieno quello che stava facendo... era entrato in una proprietà privata senza permesso e anche se si fosse evitato la denuncia, di sicuro non avrebbe fatto una bella figura con i genitori di Haru facendosi trovare lì. In momenti come questi si sentiva un completo idiota.

Dopo aver dato un veloce occhiata al corridoio per controllare che non ci fosse nessuno, si incamminò velocemente verso la porta da cui era entrato. Venne fermato da un rumore proveniente dalla stanza davanti alla quale stava passando. Noto' che la porta non era completamente chiusa e senza pensare si avvicinò a quello spiraglio per cercare di capire che cosa avesse provocato quel rumore. In quel preciso momento si rese conto di essere davanti alla porta del bagno e che qualcuno era immerso nella vasca; si tirò indietro di scatto, preso completamente dall'imbarazzo, finendo per sbattere violentemente contro il mobile dell'ingresso e rovesciando anche alcuni soprammobili.
La botta gli fece mancare il fiato e si tocco subito all'altezza della costola che aveva sbattuto, sperando di non essersi incrinato qualcosa, poi cerco' di uscire velocemente da lì, piuttosto sicuro di essere stato sentito dalla persona che si stava facendo il bagno. Quando arrivò davanti alla porta, ormai convinto di avercela fatta, sentì qualcuno uscire ed entrare nel corridoio. Rimase per qualche secondo a fissare la maniglia, indeciso se scappare sperando di non essere stato riconosciuto o voltarsi e spiegare a chiunque avesse davanti che cosa ci faceva lì, ma non ebbe il tempo di decidere...


“Rin?”


Il ragazzo si voltò di scatto, incredulo nell'aver riconosciuto quella voce. Davanti a lui c'era Haruka, con solo un asciugamano legato intorno alla vita, che lo stava fissando incredulo.


“Che diavolo ci fai qui?”


Note;
Chiedo umilmente perdono per il ritardo esagerato con cui pubblico questo capitolo, ma vi giuro che è stata un parto (tra assenza di ispirazione, vita incasinata e cose che non mi convincevano).
Detto questo mi scuso se questo capitolo è un pò spento, ma non sono convinta al 100% di come ho reso alcune parti, spero però sia solo una cosa mia.
Altro piccolo appunto, dal capitolo 7/8 si entra nel vivo della storia e Haruka sarà più presente, ve lo prometto!
Piccole note qua e là: La casa di Rin non è mai stata presente nell'anime, ma mi è piaciuta immaginarmela così, in un mix di stili tra classico giapponese e moderno.
Probabilmente ho invertito le case di Makoto e Haruka, non ne sono sicura ma forse quella del delfino è più in basso, però a me serviva così quidni pace.
Altra cosa che forse può risultare strana è la totale assenza di relazioni di Rin. Capisco che per certi versi potrà sembrare irrealistico che un ragazzo di 20 anni non senta il bisogno di frequentare qualcuno, ma io vedo Rin come uno che potrebbe arrivare a tralasciare tutto il resto per realizzare ciò che vuole quindi credo che ci possa stare, in più vedremo più avanti che certe "voglie" non gli mancano ;)
Detto questo, ringrazio tutte le persone che hanno letto e chi mi ha fatto sapere cosa ne pensava (vi invito a continuare perchè a me fa moooolto piacere :) ).
Piccolo spazio pubblicitario; se non lo avete ancora fatto andate a dare un'occhiata alla OS che ho pubblicato qualche settimana fa e fatemi sapere cosa ne pensate.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3652609&i=1
Alla prossima!

Kissthenight
 

   
 
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