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Autore: RedFoxx    27/04/2017    3 recensioni
Il mondo di Naruto viene mescolato con elementi appartenenti a Blue exorcist, sullo sfondo di una moderna Tokyo. Naruto, mezzo demone e mezzo umano, dovrà prendere una decisione e Sasuke lo aiuterà. Forse.
Grazie a chiunque si fermerà a leggere questa ff, in caso contrario sciagura a voi! (cit.)
Pairing: NaruSasu.
RedFoxx
Genere: Avventura, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Salve a tutti 😊
So di essere in terribile ritardo e vi chiedo scusa, ma davvero tra università, lavoro e problemi al computer (rotto per una settimana e mezza) non so mai riuscita a scrivere e postare il capitolo. Vi dico già che non mi piace questo capitolo, ma per quante volte provassi a modificarlo, non ci sono mai riuscita. piuttosto di tenerlo qua a marcire, lo pubblico e mi riprenderò con i prossimi 😊 Spero che vi piaccia, fatemi sapere! Baci

RedFoxx


 

Attacco




Naruto e Neji rimasero fermi, uno di fronte all’altro, le spade di legno alte. Entrambi stavano aspettando la prima mossa dell’avversario. All’improvviso Neji mosse un breve passo verso destra e Naruto si mosse di conseguenza, restandogli di fronte. Dopo aver compiuto mezzo giro, il castano gli si avventò contro con uno scatto repentino, ma il biondo ebbe la prontezza di pararlo alzando all’ultimo la spada.

 

Seguì un breve scambio di colpi, ma tanto bastò a Naruto per capire di essergli inferiore di livello. Neji mostrava una tecnica sopraffina.

 

Con la coda dell’occhio vide Zabuza portare una mano sul mento, con un’espressione riflessiva. Vedendo la sua piccola distrazione Neji non esitò e con una stoccata lo colpì al braccio libero. Subito il biondo indietreggiò, aumentando la distanza tra loro. Si massaggiò il braccio, sicuro che più tardi gli sarebbe rimasto il livido.

 

Neji aveva uno sguardo adrenalinico e un sorrisetto compiaciuto.

 

«Il primo “sangue” è mio.»

 

Naruto sentì l’orgoglio montare dentro di lui. Non l’avrebbe avuta vinta così facilmente.

 

«Il primo e ultimo, vorrai dire!»

 

Si rimisero in guardia e subito Naruto gli si avventò contro, seguendo l’istinto. Attaccava senza una logica precisa, ma Neji le parava tutte. Con una finta riuscì a sorprendere l’avversario assestandogli un tocco alla gamba.

 

Continuarono a combattere, finché entrambi non si trovarono senza fiato e il sudore che colava dalla fronte. Zabuza si alzò finalmente dalla sedia e si mise tra i due.

 

«Molto bene, ho visto abbastanza.»

 

I due abbassarono le spade e cercarono di riprendere fiato, facendo respiri profondi. Naruto lanciò una rapida occhiata alla custodia, per accertarsi che Brisingr fosse ancora dove l’aveva lasciata.

 

«Abbiamo molto su cui lavorare. Neji, tu hai una tecnica eccellente, si vede che hai un lungo allenamento alle spalle. Naruto tu invece sei il contrario, ti mancano totalmente le basi della scherma, ma ti muovi d’istinto e riesci a stare al passo. Siete estremamente diversi nello stile, eppure entrambi avete un gran potenziale.»

 

Si fece consegnare le due spade in legno che ripose nella sacca con le altre e se la mise in spalla.

 

«Per oggi abbiamo finito. Ci incontreremo due volte la settimana, in poco tempo dovreste migliorare entrambi e quando sarà ora, potrete esercitarvi con spade vere. Alla prossima, ragazzi.»

 

Recuperò la sua mannaia gigante ed uscì dalla palestra. Neji raccolse il suo zaino e fece per uscire, quando vide che Naruto era ancora fermo.

 

«Non vieni?»

 

Naruto si grattò la nuca, indeciso.

 

«No, resto ancora un pochino. Voglio esercitarmi un po’ da solo.»

 

Neji fece spallucce e uscì, chiudendo le porte della palestra dietro di sé.

 

Naruto prese la custodia e tolse Brisingr, impugnando l’elsa. Con la mano sinistra strinse il fodero ed ebbe la tentazione di sfoderare la spada, ma la possibilità che qualcuno entrasse erano alte, quindi evitò.

 

Nonostante pesasse di più con il fodero, strinse l’impugnatura con entrambe le mani ed assunse la posa iniziale. Provò a visualizzare alcune mosse fatte prima da Neji e tentò di ricrearle. Alcune sequenze di passi l’avevano davvero colpito e preso alla sprovvista e non voleva che la cosa riaccadesse.

 

Dopo mezzoretta si accasciò sulla panchina esausto, il sudore che gli imperlava la fronte. Prese la bottiglietta d’acqua dallo zaino e ne bevette un lungo sorso. Si mise la spada sulle gambe, seguendo la delicata filigrana che la decorava con un dito. Bevette un altro sorso e accartocciò la bottiglietta finita, lanciandola poi nel cestino poco distante. Ovviamente non fece centro e con uno sbuffo, si alzò. Si chinò per raccoglierla e un tanfo indescrivibile gli riempì le narici. Subito si portò una mano a coprire bocca e naso ed emise un involontario verso di disgusto. Guardò il cestino di fronte.

 

«Che cazzo c’è qua dentro che puzza così?»

 

Quando si sporse per guardare all’interno rimase basito nel constatare che fosse vuoto, eppure il tanfo persisteva.

 

Il silenzio della palestra venne interrotto da un basso ringhio. Naruto si voltò, stringendo forte Brisingr, ancora al sicuro nel suo fodero. All’entrata della palestra vi era un essere a quattro zampe, ben più grande di un cane. Aveva occhi scarlati e il corpo sembrava ricucito dopo essere stato smembrato. Piccole file di punti di sutura ricoprivano la creatura, la quale ora stava ringhiando nella sua direzione. Il biondo, istintivamente, fece un passo indietro. Doveva andarsene da lì, scappare, o almeno allontanarsi abbastanza da poter usare i suoi poteri senza essere visto. Con una mano si tastò piano le tasche e sentì con sollievo di avere le chiave in una di esse.

 

Se riesco a tornare al dormitorio non sarebbe affatto male! Sicuramente Sasuke è già lì e potrebbe aiutarmi!

 

Vide la creatura avanzare lentamente e Naruto fece un altro passo indietro, poi ebbe un’idea. Aveva già funzionato, perché non riprovarci?

 

«Stammi lontano! Lasciami stare.»

 

Cercò di infondere nella voce tutta l’autorità che poteva. Sperò che come era successo a lezione, riuscisse a soggiogare il demone.

 

«…...Non posssso….devo…..eseguir-re….l’ordine….»

 

Il biondo rimase perplesso.

 

«Di che ordine stai parlando? Chi ti ha evocato?»

 

«…..uccidereeee…...»

Naruto sbarrò gli occhi e realizzò che quel demone non era lì per caso. Qualcuno l’aveva evocato al solo scopo di ucciderlo. Ripenso ai vari avvertimenti ricevuti da Sasuke e si diede dello stupido per non essere andato via con Neji poco prima.

 

«Chi ti ha ordinato di uccidermi?»

 

La creatura questa volta non rispose e con un balzo gli fu addosso. Naruto alzò Brisingr davanti a sé tenendola in orizzontale, per proteggersi e il demone addentò il fodero. Gettandosi indietro con la schiena sul pavimento, Naruto piantò i piedi sull’addome della creatura e lo spinse, facendolo cadere oltre la sua testa, parecchi metri più in là. Velocemente si alzò e corse verso l’uscita, recuperando lo zaino e mettendoselo in spalla. Sentiva il demone dietro di se che correva e lo inseguiva.

 

Mise una mano in tasca e tastò tutte le chiave finché non individuò quella per il dormitorio e la tirò fuori.

 

Vide una porta chiusa sulla destra a metà corridoio e vi si fiondò, faticando nel panico a infilare la chiave nella toppa. Al secondo tentativo, con le mani che tremavano, riuscì a imbroccare la serratura e a girare la chiave.

 

Sentiva l'adrenalina circolare, il cuore che pompava sangue in tutto il corpo. Abbassò la maniglia velocemente e aprì la porta, ma un peso enorme lo fece cadere in avanti.

 

Si ritrovò faccia a terra sul pavimento, pavimento che riconobbe essere del dormitorio. Si trovava nel corridoio dove c’era la loro stanza. Il demone sopra di sé, aveva addentato lo zaino nel tentativo di non farselo scappare. Velocemente riuscì a sfilare il braccio dalla bretella e ad alzarsi, cosa che fece anche il demone mezzo secondo dopo. Corse verso la loro stanza, sperando che Sasuke fosse lì.

 

«SASUKEEE!»

 

La luce era spenta e dalla porta non giunse risposta. All’ultimo girò imboccando le scale che portavano alla mensa.

 

Se non è neanche lì, correrò verso il bosco e affronterò il demone lì, sperando di non dare fuoco alla foresta!

 

Scese i gradini a balzi, sentendo il fiato del demone sul collo. Cercava di restare lucido e di mettere in pratica quello che aveva imparato durante le lezioni, ma non gli venne in mente nulla di utile.

 

Vide le porte della mensa che lasciavano uscire un fascio di luce, segno che qualcuno era lì dentro.

 

Corse, il fodero della katana stretto in mano e giunto davanti le porte, ne spinse una con la mano libera, catapultandosi nella sala.

 

Sasuke era seduto ad uno dei tavoli che sistemava il suo equipaggiamento. Nei posti vuoti di fianco vi erano due piatti colmi di cibo fumante, la loro cena. Sul tavolo erano disposti vari oggetti, tra cui le sue immancabili pistole. Quando sentì il frastuono alzò lo sguardo e vide il biondo entrare correndo, spalancando la porta. Si stava già alzando per rimproverarlo quando vide entrare dopo il suo coinquilino un demone.

 

Lesto impugnò una delle sue pistole e vi mise dentro il caricatore con i proiettili benedetti e prese la mira. Proprio di fronte il mirino aveva il biondo e dietro di lui il demone. Non poteva fare fuoco.

 

Naruto vedendosi la pistola puntata si abbassò, buttandosi di pancia sul pavimento. Il demone fece un balzò per avventarglisi contro, ma ora Sasuke aveva la visuale libera e sparò, beccando il demone in piena testa. Sparo altri due colpi, colpendolo. Il corpo del demone finì sulla schiena di Naruto, il quale sentendo il peso se lo scrollò subito di dosso. Si alzò in piedi e affiancò Sasuke. Insieme fissarono il demone, aspettando qualche reazione, ma era morto. Il cadavere si dissolse, lasciando solo un mucchietto di cenere.

 

Naruto si voltò verso Sasuke.

 

«Cos’era quella cosa?»

 

Il moro si chinò e con una mano esaminò la cenere, per poi sparpagliarla.

 

«Un Naberius, un demone di tipo Ghoul. Chi l’ha evocato è una persona esperta in Tamer. Non è facile addomesticare un Naberius. È affiliato al demone codato della putrefazione.»

 

Naruto lo guardò, non capendo.

 

«Putrefazione? In che senso?»

 

Sasuke sollevò un sopracciglio.

 

«Non ve l’hanno ancora spiegato?» Sospirò e si sedette sulla panca lì vicino.

 

«Molto bene. Come sai, i demoni codati sono nove e si distinguono per il numero di code. Si possono considerare come dei Re, i sovrani subito dopo l’Imperatore, Satana. Ogni Cercotero ha una “caratteristica” e i demoni vengono classificati in baso a quale Re sono affiliati. Ad esempio il Naberius è di tipo putrefazione ed è affiliato al Cercotero Saiken, il sei code.»

 

«Capito. Quindi Kurama sarebbe il Re più forte?»

 

Sasuke annuì col capo.

 

«Esatto, Kurama, la volpe a nove code, rappresenta il fuoco.»

 

Naruto alzò la mano libera e creò una piccola fiammella sul palmo, per poi farla estinguere subito dopo. Sasuke assottigliò gli occhi per un attimo, non lasciandosi perdere questo piccolo dettaglio.

 

«Era intuibile come cosa.»

 

Naruto si sedette di fianco a Sasuke.

 

«E tutti gli altri?»

 

L’esorcista guardò il muro grattandosi il mento, come per concentrarsi.

 

«Allora, l’otto code, Gyuki, rappresenta la Luce. L’eptacoda, Chomei, gli Insetti. L’esacoda, come detto prima, il marciume. Kokuo, pentacode, il Tempo. Son Goku, Tetracoda, gli Spiriti.»

 

Naruto lo bloccò subito.

 

«Aspetta un attimo! Gli spiriti? Quindi quella volta?»

 

«Si, un demone affiliato a Son Goku ti ha attaccato. Non so se è stato evocato da un Tamer o se sia stato mandato proprio dal cercotero.»

 

Il biondo strinse forte con entrambe le mani Brisingr, appoggiata sulle gambe, al ricordo di quella notte. Le accuse dei suoi genitori gli risuonavano ancora nella testa.

 

Sasuke gli fece un sorrisino di conforto, per poi tornare a spiegare.

 

«Isobu, tricoda, l’Acqua. Matatabi, bicoda, la Terra e ultimo, ma non per importanza, Shukaku, il monocoda, l’Aria.»

 

Si alzò e racattò tutta la sua roba, ancora sul tavolo. Ricaricò la pistola usate a la ripose insieme alla gemella nella sua fondina.

 

«Devo andare ad una riunione, ma farò veloce.»

 

Naruto indicò i due piatti contenenti la cena.

 

«Non mangi?»

 

«No, tu comincia pure. Non dovrei metterci tanto.»

 

Naruto si sedette e impugnò le bacchette.

 

«Ti tengo il piatto in caldo. A dopo.»

 

 

 

 

 

 

 

 

«Quindi ha usato le fiamme senza estrarre Brisingr.»

 

«Già. Ma è stata solo una piccola fiammella. Non so fin dove può spingersi senza estrarla.»

 

Tsunade e Sasuke erano seduti uno di fronte all’altro. In realtà il moro non aveva nessuna riunione, ma doveva assolutamente comunicare il fatto alla donna.

 

«Grazie per avermi avvisata. Adesso vedrò cosa fare, potrei avere una persona che ci potrebbe aiutare. Tienilo d’occhio.»

 

Lo congedò con un gesto della mano e tornò a leggere i documenti, inforcando gli occhi che aveva tolto precedentemente.

 

Sasuke aprì la porta, ma si bloccò sull’uscio.

 

«Stasera Naruto è stato attaccato. Un naberius.»

 

La donna alzò il capo di scatto. Dopo un secondo di silenzio, mentre assimilava la notizia, disse

 

«Impossibile. Nessun demone può entrare qua dentro.»

 

Sasuke la guardò in modo eloquente.

 

«Qualcuno deve aver lasciato la porta aperta. Di proposito.»

 

La donna si tolse nuovamente gli occhiali e mise una matita tra i fogli, per tenere il segno.

 

«Molto bene, a questo posso rimediare già da subito. Grazie di avermi avvisata. Continua a tenerlo d’occhio e a comunicarmi possibili sviluppi.»

 

«Ha idea di chi possa essere stato?»

 

La donna si stava infilando la giacca presa dall’attaccapanni.

 

«Forse. Infatti...»

 

Si legò la cintura in vita con uno strattone secco.

 

«...sto andando ad accertarmene.»

 

 

 

 

 

 

Sasuke rientrò nella mensa, le luci erano ancora accese.

 

Vide Naruto, la testa china sui fogli sparsi sul tavolo. Di fronte al ragazzo stava un piatto coperto.

 

Sasuke si sedette e tolse il piatto che copriva la cena. Naruto gli parlò senza alzare lo sguardo. Non capì molto perché stava masticando il tappo della penna per concentrarsi.

 

«Cos’hai detto dobe?»

 

Il biondo allontanò la penna.

 

«Ho detto: controlla se è abbastanza caldo. Poco fa l’ho messo un po’ nel microonde.»

 

Sasuke rimestò il cibo e infatti vide un po’ di vapore salire dal riso caldo. Rimase piacevolmente sorpreso dalla cosa. Prese una forchettata di verdure e con la bocca mezza piena, girò il foglio su cui stava ragionando l’altro, mettendolo a mezza via da entrambi.

 

«Allora, come siamo messi qua?»

 

 

 

 

 

 

Sasuke stava leggendo dei documenti relativi ad una missione alla sua scrivania, quando entrò Naruto. Era andato a farsi una doccia e fintanto che aspettava il suo turno, il moro si portò avanti con il lavoro. Non gli piaceva stare con le mani in mano.

 

Guardò il biondo. Aveva un asciugamano legato in vita, da cui sbucava la coda, e con uno più piccolo si stava frizionando i capelli. Sasuke non poté fare a meno di pensare a quanto si sentisse sempre più attratto dal ragazzo.

 

Si tolse gli occhiali e si strinse la base del naso con due dita, chiudendo gli occhi.

 

Che mi sta succedendo?

 

«Stai bene?»

 

Il biondo gli aveva appoggiato una mano sulla spalla e il suo profumo lo investì.

 

«Si, sono solo stanco. Vado a lavarmi.»

 

Si alzò e si trovarono estremamente vicini. Le guance del biondo s’imporporarono e per celare la cosa, si girò per cercare un paio di boxer puliti.

 

Quando lo sentì uscire, Naruto si sedette sul letto sospirando per poi lanciare un grido di dolore e alzarsi subito, come se si fosse scottato. Si era seduto sulla coda e ora la stringeva forte la petto, cercando di non pensare al dolore. Si lisciò il ciuffo nero, perso nei suoi pensieri.

 

Nell’ultimo periodo aveva guardato a Sasuke in modo diverso. Aveva notato i suoi occhi neri e profondi, i suoi capelli scuri come la notte. Il suo profumo lo inebriava quando gli spiegava gli esercizi di matematica.

 

Sarà dovuto alla vicinanza. In fondo, viviamo insieme.

 

Si convinceva della cosa, quando in realtà cominciava a provare un'attrazione irrazionale.

 

 

 

 

 

 

 

Una settimana dopo, Corso per esorcisti.

 

 

 

«Aaaaah non ci capisco più nulla!»

 

Sakura aveva infilato le mani tra i capelli per la disperazione e per poco non cominciò a sbattere la testa sul libro.

 

Avevano un’ora buca, visto che il professor Asuma si era dato per malato. Ognuno in classe si faceva i fatti propri, chi studiando, chi chiacchierando e chi dormendo, come Kiba. Naruto si stava facendo spiegare alcune tecniche di base di scherma da Neji. Il castano era stato un po’ scontroso all’inizio, ma poi ci prese gusto a bacchettare il biondo. Avevano spostato la cattedra di lato per avere un po’ di spazio libero e usavano Brisingr, ovviamente dentro il fodero, per le dimostrazioni pratiche. Finché non furono interrotti dall’uscita di Sakura.

 

Il biondo la guardò: era seduta in prima fila, con l’amica Ino, poco lontano da loro.

 

«Che succede, Sakura?»

 

La ragazza sospirò e sospinse un po’ il libro verso i due ragazzi che si erano avvicinati.

 

«Non ci capisco più nulla. Stavo leggendo la classificazione dei demoni, ma non pensavo che fosse così complicata.»

 

Ino, il mento appoggiato ad una mano, fece un verso di scherno.

 

«Che c’è, non riesci ad impararli a memoria, fronte spaziosa?»

 

«Stai zitta, Ino-pig. Tu sapresti dirli tutti a memoria?»

 

La bionda in difficoltà, si lisciò a lunga coda di capelli.

 

«Ovviamente….no»

 

Neji e Naruto si sporsero per guardare il libro.

 

«Cosa non capisci, Sakura?»

 

«Ma tutto! Ad esempio, sapresti dirmi al volo il cercotero della putrefazione?»

 

Neji si grattò il mento, pensieroso, mentre Naruto ghignò. Aveva incontrato un suo affiliato giusto la sera prima.

 

«Facile! L’esacode, Saiken.»

 

Lo guardarono tutti allibiti. Naruto sicuramente non era famoso per la sua bravura a scuola, quindi erano sorpresi.

 

«E allora il Reapers? Quello che abbiamo affrontato in palestra?»

 

Il biondo spostò il peso su una gamba e puntò brisingr per terra, usandolo come un bastone.

 

«Easy! È affiliato al Re demone Isobu, il tricode, ovvero all’Acqua.»

 

«Sentì, rivela il tuo segreto. Come hai fatto a impararli?»

 

Il biondo si grattò la nuca.

 

«Me li ha spiegati Sasuke.»

 

Sakura e Ino si guardarono, sapendo di dover cogliere l’occasione al volo.

 

«Potremmo venire a studiare da te? Magari Sasuke dà una mano anche a noi.»

 

Il biondo ora era in difficoltà. Conoscendo Sasuke, dubitava che gli avrebbe fatto piacere dover aiutare così tanta gente.

 

Ino vide la titubanza del compagno di classe e rincarrò la dose, certa che avrebbe ceduto.

 

«In fondo, non è giusto che un insegnante ti aiuti, anche se in veste informale.»

 

«Oh, ehm… okay, penso si possa fare.»

 

«Hei, vengo anch’io!»

 

Kiba si era svegliato e si era avvicinato a loro, appoggiando un gomito sulla spalla del biondo.

 

«Si, va bene. A questo punto perché non venite tutti? O almeno, chiunque abbia difficoltà. Uno più o uno meno.»

 

Un coro di assensi si levò nella classe e si diedero appuntamento per quella sera, dopo cena.

 

 

 

 

 

 

 

Mentre cenavano, Sasuke era incredibilmente silenzioso. Stavano mangiano della pizza che Sasuke era, gentilmente, andato a prendere. E per gentilmente, Naruto aveva dovuto promettergli che in cambio avrebbe lavato lui la cucina per tutto il mese dopo.

 

«Naruto, non devi dirmi qualcosa?»

 

Il biondo non aveva ancora avvisato l’altro per quella sera. Gli andò di traverso il pezzo di pizza che stava masticando e lo mandò giù con un sorso di coca-cola.

 

«C-cosa dovrei dirti?»

 

Sasuke alzò un sopracciglio.

 

«Sei in difficoltà? Insomma, ho notato che ti piace aiutare i tuoi compagni di classe, uno più o uno meno.»

 

Naruto ridacchiò e alzò le mani in segno di resa.

 

«Eh eh! E va bene, dopo vengono gli altri. Non prendertela Sasuke. Insomma, aiuti già me, se ci sono un paio di persone in più cosa cambia? Anche se sei un professore, siamo tutti compagni di classe nella scuola normale. Vedila un po’ così, no?»

 

«No.»

 

Il moro serafico, addentando un altro trancio di pizza. Naruto si sentì la mascella sbattere sul piatto.

 

«Come no? Arriveranno-» Si girò a controllare l’orologio sulla parete «- tra 10 minuti. Eddai Sasuke, non posso mandarli via.»

 

Naruto mise su un’espressione triste, pensando di impietosire l’esorcista. Vide la coda del ragazzo ondeggiare dietro di lui.

 

«No.»

 

«...»

 

«Avresti dovuto chiedere prima a me.»

 

«Ma-»

 

«No. Discorso chiuso.»

 

Il tono con cui lo disse fece capire al biondo che il discorso era davvero chiuso. Finirono di mangiare in silenzio, poi il biondo raccolse i piatti e si mise a lavarli insieme alle posate nel lavello. Sentirono, debole, il campanello dell’ingresso principale. Naruto guardò l’orologio e vide che i compagni erano super puntuali.

 

Si asciugò in fretta le mani con uno strofinaccio e tornò ai tavoli. Sasuke era seduto su una panca, la schiena appoggiata al tavolo, che leggeva un libro.

 

Il biondo gli si prostrò praticamente ai suoi piedi, aggrappandosi con le mani alle gambe.

 

«Per favore Sas’keeeee. Aiuta anche lorooooo. Aiutami ad aiutarliiii. Ti aiuto ad aiutarmi ad aiutarli!»

 

Il moro si trovò il biondo così vicino che per un momento rimase senza parole. Il cuore prese a battergli velocemente e degluttì a fatica. Cercò di rimanere serio e di darsi un contegno, come al solito.

 

«Ma che stai dicendo? Hai perso la capacità di formulare una frase di senso compiuto? E comunque è sempre un no.»

 

«Eddaaaaaai.» miagolò il biondo «Farò qualsiasi cosa.»

 

Sasuke mise il segnalibro tra le pagine e chiuse il libro.

 

«Davvero? Qualsiasi cosa?»

 

«Parola di demone.»

 

«Molto bene. Quando sarà ora, dovrai fare qualsiasi cosa io voglia.»

 

Naruto seppe di essersi scavato la fossa da solo. Annuì convinto e corse giù per le scale, gridandogli grazie continuamente, fino alla porta, . Quando l’aprì vide che c’erano tutti i suoi compagni del corso di esorcismo. Erano tutti vestiti in modo casual, tranne Sakura e Ino che sembrava dovessero andare ad una sfilata di moda.

 

«Dov’è Sasuke?» chiesero impazienti.

 

«In mensa. Seguitemi.»

 

Salirono le scale, fino ad arrivare alla mensa. Sasuke stava di nuovo leggendo il libro e alzò lo sguardo verso i nuovi arrivati.

 

«Sedetevi. Vado a prendere i libri in camera.»

 

Corse fino alla loro stanza e accese la luce. Si chinò sullo zaino e recuperò il necessario.

 

Quando sarà ora, dovrai fare qualsiasi cosa io voglia.

 

Un brivido gli corso lungo la schiena e la coda, facendogli arricciare il ciuffo finale.

Quando tornò, tutti si erano già sistemati lungo il tavolo. Si sedette di fianco a Kiba. La serata trascorse tranquillamente tra una spiegazione e l’altra.

 

Ma si sa, il pericolo è sempre dietro l’angolo.

 

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Ta-daaaa! Eccoci qua, se siete arrivati fino in fondo siete stati bravi 😂 So che questo capitolo non è eccezionale, MA nei prossimi giorni comincerò già a scrivere il prossimo! 
Mi raccomando, lasciate una recensione, anche d poche parole, per farmi sapere le vostre opinioni a riguardo. 

  
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