Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Alexis Laufeyson    27/04/2017    3 recensioni
[Versione francese "Roméo et Juliette- Les enfants de Verone"]
Dicono che, se vai a Verona, c'è una zingarella che il futuro te lo legge nelle carte e che, se glielo chiedi con gentilezza, della Tragedia ti sa raccontare ogni dettaglio -perché lei se l'è vista scorrere sotto agli occhi, e con i Re del Mondo ci ha vissuto per davvero.
Se le dai una moneta, poi, può persino cantarti una canzone.
Tuttavia c'è qualcosa che non dice mai, perché le fa troppo male ricordare: non dice che la Bianca, in quell'anno del Signore 1303, s'era presa anche il suo, di amore, e che lei ora dorme sulle scalinate del Duomo perché vorrebbe ancora sentire il suo profumo.
Nessuno sa il suo nome, forse neanche ce l'ha, eppure lei Mercuzio Dalla Scala lo ha amato lo stesso e sa che, se chiude gli occhi, sulla labbra può sentire ancora il suo sapore.
__________
Tutti voi, chi più chi meno, sarete sempre comparse. Per i sentimenti degli altri non c'è mai spazio nelle grandi storie.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mercuzio Della Scala, Sorpresa
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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La Fortuna 1
 

 
 
" Mais toi qui vis comme un ange,
Toi que rien ne déranges
Tu crois que tout s'arrange,

Mais la vie un jour se venge" 2
 
 


 
"Non ne avevi il diritto!"
La notizia delle nozze tra Romeo e Giulietta era dilagata tra le vie di Verona come una piaga, passando di bocca in bocca, tra gli sguardi confusi e rabbiosi della gente che in essa non vedeva nient'altro che tradimento e disonore.
Tra i Montecchi nessuno aveva il coraggio di scusare quell'atto che sapeva tanto di ribellione, e per le strade gli insulti e le previsioni non facevano altro che aumentare il disprezzo che cresceva nei vostri cuori -nel tuo, persino, perché avevi capito benissimo che, più dell'onta, il loro matrimonio avrebbe portato guai per tutti.
Mercuzio si era precipitato in piazza non appena appresa la notizia e, subito, aveva afferrato Benvolio per il colletto della camicia per dirgli che "Romeo ci ha disonorati tutti!".
E con tutti intendeva davvero 'tutti', perché nella piccola cerchia dei Re del Mondo bastava colpire uno per toccare anche gli altri.
"Mercuzio!" Avevi chiamato, allora, correndo al suo fianco: "Mercuzio, cosa succede?" Gli avevi posato una mano sul petto, per richiamarlo, per cercare una traccia di scherno nei suoi occhi verdi come prati, ma lui t'aveva scacciata con fastidio -mai, mai aveva osato farlo!- e così, quando il diretto interessato era sbucato da dietro l'angolo, eri stata una delle prime a puntargli il dito contro. "Non ne avevi il diritto!"
Non avevi il diritto di rovinarci tutti! Non avevi il diritto di cambiarlo così! Di portarlo via da me!
All'epoca avevi dato ogni colpa a Romeo di quello che sarebbe successo poi, perché se solo lui non si fosse innamorato di quella ragazzina nulla sarebbe accaduto; adesso guardi al passato e vedi semplicemente due occhi grandi offuscati dal dolore, e capisci che non c'era nessuno da biasimare se non il Fato.
Ma quel pomeriggio eravate tutti lì, raccolti al centro di piazza Bra come cani attorno ad un pezzo di carne per urlargli addosso: "Non ne avevi il diritto!"
"Voi non avete il diritto!" Era stata la sua risposta, disorientata, stanca: "Voi non amerete mai!"
E tu che ne sai? E tu che ne sai! Avresti voluto gridare, ma non erano uscite le parole
"Hai perduto il senno quando te la sei portata a letto?" Mercuzio, che si era tenuto in disparte fino a quel momento, gli si era avvicinato con lentezza esasperante, mentre Benvolio gli metteva una mano sulla spalla nel tentativo -inutile- di farlo rinsavire.
"Non ne avevi il diritto!"
"Pensavo foste miei fratelli! Perché mi giudicate adesso?"
"Non ne avevi il diritto!"
Eri rabbiosa, eri furente, avresti voluto mostrargli la Fortuna con la testa in giù solo per sbattergli in faccia a cosa avrebbero portato le sue azioni sconsiderate, ma lui vi aveva preceduti tutti, rosso in volto come non l'avevi mai visto; gli era corso dietro per arrestare la sua fuga, l'aveva costretto a voltarsi e a guardarlo negli occhi per sputargli contro parole aspre intrise di veleno: "Perché la figlia dei Capuleti? Puoi averne quante ne vuoi, allora perché hai scelto lei?"
Romeo aveva esitato, oh sì, aveva tentennato, ma avrebbe fatto meglio a tenere per sé la risposta.
"Senza di lei io non sono niente!"
Non ne avevi il diritto!
Mercuzio l'aveva guardato in cagnesco tanto a lungo che, probabilmente, avrebbe dato inizio ad una rissa se tu non l'avessi trascinato via prima il pensiero gli sfiorasse la mente -stavano arrivano quegli altri, e non sembravano avere intenzioni pacifiche.
"Vienite via, Mercuzio, la giornata è calda, i Capuleti sono qui… non arrischiamoci a combattere, ve ne prego."3
O Dio del Cielo, ti supplico, fa' che mi dia ascolto.
 
 


1Nei tarocchi, la Fortuna rimanda a condizioni di equilibrio precario, che possono essere positivi o negativi; se rovesciata denota sorte avversa.
2"Ma tu che vivi come un angelo/ Tu, che nulla disturba/ Tu credi che tutto funzionerà/ Ma la vita un giorno si vendicherà"
3La frase l'ho ripresa direttamente da Shakespeare e so bene appartiene a Benvolio, ma in questo caso ho preferito lasciarla dire a Mab.
 

 


*Angolo autrice* Voglio menarmi da sola perché mi sto accorgendo ora che sono due mesi che non aggiorno e che questo è l'ultimo capitolo pronto, dopo di ché 00 carbonella -disonore sulla mia mucca per questo!- ma sono piena di impegni, sto macchinando nuove storie e questa semplicemente non so come continuarla (ma la finirò, presto o tardi, perché sono la prima a non sopportare gli autori che lasciano le cose i sospeso).
Comunque, sì, benvenuti al secondo atto! Non c'è molto da dire, alla fine, il capitolo parla da sé, ma solo una cosa vi chiedo: vi è mai capitato di addossare la colpa a Romeo e Giulietta per tutto il macello? A me sì, tante volte. ;)
 
-Alexis
   
 
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