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Autore: Marge    01/05/2017    4 recensioni
Questa è una storia particolare, diversa dalle solite, un’idea che mi è venuta qualche anno fa ma solo ora ha trovato la via della luce.
L’umanità – o almeno quel che ne resta – vive in Navi organizzate in una grande Flotta spaziale. La Terra è perduta per sempre a seguito di una grande Catastrofe Naturale, e il Gran Consiglio controlla e coordina la vita delle persone, portandole alla ricerca di un nuovo pianeta dove vivere. Ma questo succede ormai da quattrocento anni, e Shui è depresso e triste di questa vita; Mahi invece sogna la terra e l’erba e il sole sulla pelle, con testarda speranza; oltre a loro una professoressa single quarantenne che forse ne sa un po’ di più degli altri, una quindicenne in piena crisi adolescenziale, navi spaziali, universo profondo, lotte di potere, e, ovviamente, i Domini. Ma che fine ha fatto l’Avatar? Come mai da secoli nessuno ne sente più parlare?
Una storia particolare per la quale serve un po’ di fiducia iniziale; non so dove arriverò, ma vi prometto un autentico stile Avatar; pubblicherò un capitolo a settimana e offro biscotti pieni d’amore a chi vorrà farmi avere il suo parere :)
Genere: Avventura, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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LIBRO PRIMO: ACQUA



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Senza risposte



“Mi scusi, signore, sto cercando l’ufficiale Rikka.”
L’uomo abbassò gli occhi sulla ragazzina con la frangetta che gli aveva rivolto la parola. Si chiese come fosse riuscita ad arrivare fin lì, sul Ponte di Comando della Nave.
“L’ufficiale Rikka è al lavoro” rispose. “E tu non puoi stare qui.”
“Ma devo vederla” insisté Wo. “A che ora finirà il suo turno?”
L’uomo, che in fondo era solo un soldato semplice, guardò l’orologio digitale sopra la porta che separava quel corridoio dai locali di pilotaggio veri e propri e smorzò il tono: “Fra mezzora circa vi sarà il cambio di guardia. Se ti metti in un angolo e non dai fastidio, può darsi che riuscirai ad intercettarla.”
Wo s’inchinò in segno di ringraziamento e si spalmò contro una parete. L’ampia porta era controllata da un rilevatore di badge e lei non aveva alcuna intenzione di provare il proprio, perché sarebbe stata registrata. Già arrivare fin lì non era stato facile, ma si stava stupendo di come potesse risultare invisibile una ragazzina delle Scuole Superiori con la cartella sulle spalle, perfino su una Nave Militare. Probabilmente tutti la conoscevano di vista, sapevano di chi era figlia e non si preoccupavano di vederla gironzolare in giro. Nei sogni di suo padre, un giorno lei sarebbe diventata Ammiraglio di una Nave del genere e lui avrebbe potuto raccontare fiero di come fosse impossibile, quando era bambina, tenerla lontana dal Ponte di Comando, quale segno precoce del suo talento.
Ma il futuro di Wo sarebbe stato un altro, non c’era alcun dubbio. Sarebbe sparita dalla circolazione per entrare a far parte del progetto segreto della Difesa.
Aveva studiato le carte che aveva sottratto nell’ufficio di suo padre. Per lo più si trattava di bambini, c’erano pochi adulti tra i fogli colorati. E, tra i bambini, in fondo alla loro scheda, per alcuni vi era un timbro: reclutato.
Wo aveva riconosciuto uno di quei bambini. Era sparito tempo prima, la sua foto era circolata nella rete inter-Flotte per mesi assieme ai messaggi accorati dei suoi genitori. L’ipotesi, ad ogni modo, era che si fosse trovato sul ponte sbagliato al momento sbagliato e ora fluttuasse nel vuoto dell’Universo infinito. Wo aveva chiesto conferma della storia a Deka e anche lei ricordava esattamente questo. Invece, quel bambino era stato reclutato, e come lui anche parecchi altri. Wo aveva con sé una cinquantina di fogli e almeno la metà presentavano il timbro. Anche alcuni adulti erano stati reclutati. Il foglio con la sua foto, invece, era ancora intonso. Sarebbe stato suo padre in persona ad apporvi la scritta?
Vi erano anche una serie di voci che Wo non aveva capito, punteggi in abilità come “Controllo”, “Attacco”, “Consapevolezza”. A quest’ultima voce Wo aveva un bello zero tutto tondo (e non aveva mai preso un zero, in vita sua), ma non poteva protestare: di sicuro non aveva affatto consapevolezza di cosa le stesse accadendo.
Tra gli adulti, alcuni portavano la dicitura neutralizzato. Wo la trovava ancora più orripilante.
Aveva ricopiato i nomi di tutti i fogli che aveva prelevato nel suo libro speciale e lo portava ora sempre con sé, nella cartella di scuola. Era terrorizzata che sua madre o, peggio ancora, suo padre, potessero trovarlo. Quanto i fogli stessi, beh, erano anche loro nella cartella. Pesava come un macigno ogni volta che doveva attraversare un Varco controllato, ma ormai era certa di una cosa: Wo era invisibile come un refolo d’aria. Si fece vento con una mano per far passare l’agitazione. Mancava poco.
Tutt’a un tratto la porta si aprì e un gruppetto di ufficiali in divisa si riversò nel corridoio. Parlavano fra loro e Wo dovette farsi avanti e appendersi alla manica di Rikka per farsi notare.
“Mi scusi.”
La donna si voltò piuttosto sorpresa. “Sì…?”
“Lei è l’ufficiale Rikka, signora?”
“Sono io. E tu…?”
“Sono Wo, la cugina di Min. Sono venuta per parlarle.”
Il volto dell’altra cambiò improvvisamente. Fece cenno agli altri del suo gruppo di andare avanti e rimase in piedi davanti a Wo finché non furono tutti spariti oltre un’altra porta.
“Sai dov’è?” chiese poi a bruciapelo. Wo rimase interdetta. “Veramente, la sto cercando anche io. Sono stata al suo alloggio e al suo posto di lavoro, ma mi hanno detto che non la vedono da qualche settimana. Ho creduto che aveste fatto pace e fosse venuta a vivere da lei.”
Rikka divenne triste. “No, mi spiace. Non vedo o sento Min da molto tempo.”
Wo rimase un momento immobile, senza sapere come continuare.
“Crede che sia con la donna dagli occhi blu?” chiese poi titubante. Non conosceva il nome della nuova fiamma di sua cugina, altrimenti l’avrebbe cercata subito da lei.
“Da Kara? Oh, no di certo. È la prima persona che ho contattato per cercarla, dato che molte delle sue cose si trovano ancora da me. Ma anche lei non ne sa nulla. E la tua famiglia?”
Wo si irrigidì. Sua madre parlava spesso con la sorella, la madre di Min, ma finora non aveva mai nominato la sua sparizione. Eppure non era facile sparire ufficialmente, sulle Navi. Per passare la maggior parte dei Varchi bisognava utilizzare il badge, per non parlare dei tornelli per prendere una Nave Bus per un’altra. “Noi non sappiamo nulla” disse Wo.
“Com’è possibile? Tuo padre lavora per la Difesa e non sapete dove sia sparita una vostra familiare?” Nella voce di Rikka vi era una nota di isteria.
“Mi spiace” provò a dire Wo. “Se la troverò, le dirò che la sta cercando.”
Si girò e cominciò a camminare prima che l’altra potesse ribattere altro. Si girò a guardarla un’ultima volta, prima che una porta si chiudesse alle sue spalle, e la vide asciugarsi gli occhi.


“È stato un problema arrivare fin qui?” domandò Rin senza neanche salutarla.
Mahi scosse la testa. “Hanno accettato ufficialmente la mia iscrizione al tuo corso. Mi hanno aggiornato un Permesso Studio che mi permette di raggiungere la Nave Universitaria senza alcun vincolo. Questo ci sarà d’aiuto.”
Rin sorrise, in maniera più dolce. Mahi si accorse che era solamente molto tesa. La fece entrare le diede le spalle.
“Qualcosa non va?”
“Solo qualche preoccupazione. Finora ho scritto relazioni su ogni aspetto delle mie ricerche, mantenendo l’Università, e quindi il Gran Consiglio, sempre al corrente delle mie ipotesi. Non è servito a granché, finora…” stirò le labbra amaramente, “perché il Gran Consiglio non crede alla divisione in tribù degli antichi popoli terrestri. Dice che ne avremmo avuto notizia, così come siamo riusciti a salvare moltissime altre informazioni di carattere scientifico o sociale, pur nella partenza frettolosa durante la Catastrofe.”
“È esattamente ciò che dice Goya!” esclamò Mahi. Rin si sedette su un cuscino e la invitò a fare altrettanto.
“Prova a pensarci. Migliaia di persone si imbarcano velocemente perché la Terra sta per esplodere, o essere sommersa, o chissà cos’altro… le Navi si uniscono a quelle già in orbita da decenni, il Gran Consiglio assume il comando e forma le Flotte, per una migliore organizzazione. La struttura sociale viene riorganizzata e tutto viene ottimizzato per una vita nel blu dell’Universo, alla ricerca di un nuovo pianeta. Ma cosa fa la gente comune, sulle Navi?”
“Vive” intuì Mahi. “Si alza la mattina, mangia, si veste e veste i propri figli, compie il suo dovere… fa cose normali.”
“Esattamente. Quindi, se i domini non esistono sulle Navi, vuol dire che già sulla Terra, da diverso tempo, erano scomparsi. Più di quattrocento anni fa, dunque. Del resto, le nostre pergamene sono datate molto più anticamente.”
Rimasero un attimo in silenzio.
“Quindi è sulla Terra che è successo qualcosa che ha portato alla scomparsa di questi talenti” concluse Mahi. “Ma com’è possibile che, in tutti questi anni, ad altri non sia successo cosa è accaduto a te e a Shui?”
“Intendi scoprire in maniera istintiva il proprio dominio?”
Mahi annuì. Continuò poi infervorata: “E, se invece, fosse successo? Se ci fossero altri come noi, che si nascondono per paura? Dobbiamo trovarli e…”
“Mahi, devi chiederti una cosa prima: di cosa abbiamo paura? Perché semplicemente non andiamo dal Gran Consiglio e diciamo Guardate cosa abbiamo scoperto! Può essere utile alle Flotte? Cosa ce lo impedisce?”
“È a questo che stavi pensando, quindi? Di dover scrivere una relazione all’Università sulle nostre scoperte?”
L’idea la fece rabbrividire, ma Rin aveva ragione: di cosa avevano paura, esattamente?
“Devo raccontarti cosa ci ha riferito il parente di Goya, ieri” disse con un sospiro. Rin scosse la testa, smise di riflettere per conto proprio e le rivolse tutta la sua attenzione.


***
Questo, lo prometto, è l'ultimo capitolo in cui si parla tanto e si agisce poco. Come avete pronosticato in qualche recensione, accadrà presto un bel macello e l'azione comincerà esattamente nel prossimo! Inoltre, posso annunciarvi che credo siamo a circa metà del Libro Primo: Acqua, che è stato tutto già scalettato e scritto per buona parte. Ma non temete perché ci saranno anche altri libri e, se l'ispirazione non mi abbandona, avrete molto da leggere per i prossimi mesi :)
Le vostre recensioni, le vostre domande e teorie mi sono utilissime per andare avanti, pormi dei dubbi su ciò che sto scrivendo e immaginare cosa accadrà dopo. Vi ringrazio davvero moltissimo per tutte quelle che mi avete lasciato finora! A presto
  
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