Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: thecoldland    01/05/2017    2 recensioni
Kraka Snow è la bastarda di Benjen Stark, nata prima che l'uomo prendesse il nero.
Visenya Targaryen è la terzogenita del principe Rhaegar Targaryen e la consorte Elia Martell, gemella di Aegon Targaryen VI.
Che cos'hanno in comune? Niente e Tutto.
Se Kraka Snow non fosse una bastarda, una figlia illegittima? Può rivelarsi essere la soluzione a grandi conflitti? O la loro causa?
Se Visenya Targaryen non morì con il fratello durante il sacco di Approdo del Re, durante la Ribellione di Roberth Baratheon, avvenuto per mano dei Lannister? Può la Montagna non aver ucciso la neonata Targaryen? Come?
Una cosa è certa:
Kraka è il presente e Visenya un lontano passato.
Visenya vive nella notte e Kraka vigila nei sogni.
Entrambe sono una cosa sola.
(reating variabile)
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Nuovo personaggio, Robb Stark, Viserys Targaryen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Narthil
capitolo primo

 

Un ragazzino corre nella direzione del gruppo di uomini e donne che si trovano al centro del piazzale. Sono tutti agghindati per l'arrivo della corte. La stessa Lady Stark si è occupata di controllare che tutti fossero impeccabili.
< Padre!- urla il piccolo Brandon, trafelato dalla corsa- il Re sta arrivando! Saranno un centinaio! >
< Forza allora! > urla Lord Stark, e tutti si rianimano alla voce del loro signore.
Si guarda intorno, controlla la presenza di Ser Rodrick e Jory Cassel, del suo protetto, ed infine lancia un'occhiata preoccupata dietro di sé. Ci sono Robb, Jon e Kraka, vengono a prendere posizione. Jon li stacca, decidendo di andare al fianco di Ser Rodrick, dietro di sé.
Ned Stark osserva il suo primogenito parlare alla cugina, la fa ridere. Lei porta una mano al volto per coprire le risa e il rossore, a non sembrare volgare. Mentre Robb sorride a tale reazione, gli si illuminano gli occhi nell'osservarla. Robb non riesce a staccare gli occhi dal volto di lei, la sua mano lascia i lembi del proprio mantello per afferrare il gomito della ragazza, quasi a volerla rallentare, per non farla fuggire.
Chiunque guardasse Eddard, noterebbe un tripudio di emozioni. È felice per ciò che osserva, entusiasta. È nostalgico, verso quella gioventù che lui invece passò a combattere. È malinconico, perché dovrebbe essere rammaricato per ciò che vede tra i due giovani, lo comprende e ne conosce le possibili conseguenze. È afflitto, poiché per tali ragioni non può permetterlo.
Ned si guarda intorno. Nessuno ha notato niente.
L'arrivo della moglie, assieme a maestro Luwin, lo distraggono. Controlla che tutti siano al proprio posto; nel frattempo che Robb raggiunge la sua destra, lui nota una cosa.
Due, per l'esattezza.
Robb stringe tra le mani un sacchettino di velluto grigio, e con un sorriso sul volto lo ripone sotto il mantello. Preferisce lasciar correre poiché la seconda questione gli impone più urgenza:
< Dov'è Arya!? > dice ad alta voce. La piccola Stark non è in fila con loro. Sansa alza le spalle disinteressata.
< Kraka! - la chiama lui- Trova quella peste cortesemente! >
La ragazza sorride e scatta a cercare la cugina.

Un'anziana signora le ha riconosciute ed ora le rimprovera < Cosa diamine ci fate qui? Dovreste essere coi giovani lord ad accogliere la corte! >

Kraka non ci fa caso. È troppo impegnata nel raggiungere la cugina, con un elmo in testa e il mantello impolverato. Prega i vecchi e nuovi dei affinché la pettinatura della Stark non si sia disfatta. Arya scende dal carretto da cui osservava l'arrivo dei primi cavalieri del Re e insieme si scusano con l'anziana, lasciandole un sorriso, per poi voltarle le spalle. La Snow spinge la cugina davanti a se, così che aumenti il passo. < Veloce, veloce! > le dice poi. La ragazzina allora scatta, facendosi strada tra la folla < Forza! > le urla in risposta, con una risata.
Di questo passo rischio di perderla ed essere io quella che arriverà in ritardo!

Nell'udire la risata di Arya, tutti si voltano alla loro sinistra, osservando la piccola Lady correre loro incontro, con l'elmo a coprirle gli occhi. La bambina sfila loro davanti, prima di essere fermata dal padre < Hey, Hey, Arya! Togliti questo... > dice, togliendole il copricapo e passandolo a Ser Rodrick.
Kraka osserva tutti ridere della cosa, e non appena lei raggiunge la fila, con il fiatone e i capelli sul viso per colpa della corsa, il riso dei presenti aumenta.
Toh, li salvo tutti all'ultimo e loro ridono!
Sarebbe pronta a tirar un pugno a tutti e gridare contro Arya per la pessima figura che le ha fatto se non fosse per lo sguardo di gratitudine che suo zio le lancia, facendola poi passare nella fila dietro alla loro. Kraka sorpassa il maestro per poi posizionarsi tra Jon e Theon.
Appena si volta, incrocia lo sguardo di sua zia che, sorridente, le indica la gonna sporca di polvere che la ragazza pulisce subito con le mani. Jory Cassel, sull'altro fianco di Theon, le porge galante un fazzoletto di stoffa per pulirsi le mani < Grazie > risponde lei con un sorriso.
Kraka scosta la pelliccia dal collo per sistemarsi l'acconciatura: mette le mani dietro il collo e sfila i capelli dal mantello, alcuni si strappano, incastrati nella spilla che regge la stoffa sulle spalle.
Non appena rivolge l'attenzione all'arrivo dei primi cavalieri del Re davanti a loro, incrocia lo sguardo divertito che Robb le rivolge. Gli sorride di rimando e poi tornano a guardare di fronte a loro.
Il primo a raggiungerli è un cavaliere, dietro di lui un ragazzino biondo cavalca spavaldo nella loro direzione e scambia sguardi e sorrisi con Sansa.
Sei seria cugina? Credevo avessi gusti migliori, per gli dei!
La carrozza della regina segue subito dopo, con lo stemma dei Lannister a decorarla. Dietro, altri cavalieri a portare lo stemma del leone dorato. Lo stemma della casata di Castel Granito è ovunque, tant'è che Kraka si chiede se stanno accogliendo il Re o l'intero Ovest.

Il Re spunta dietro alla comitiva della moglie e non appena suo zio lo scorge galoppare verso di loro, si inchina. Simultaneamente tutta la gente di Grande Inverno segue l'esempio del loro signore, accogliendo il Re.
Jon al suo fianco resta perplesso nell'osservare Robert Baratheon scendere da cavallo aiutandosi con una scaletta di legno. Kraka scambia uno sguardo divertito col cugino ed entrambi nascondono il sorriso chinando ancor più il capo.
Anche quando il Re li lascia per andare nella cripta, la tensione è ancora palpabile, finché Arya, con un tono fin troppo alto per i gusti di chiunque, non le chiede dove sia il Folletto.
Per quanto la cosa potesse infastidire Sansa, Kraka le risponde con una alzata di spalle.
Le sarebbe davvero piaciuto conoscere Tyrion Lannister. Un uomo, o meglio, nano noto per la lingua tagliente, la risposta pronta e la passione per la lettura. Certo, era conosciuto anche per altri generi di passioni ma, a Kraka, importava soltanto poterlo incontrare e intavolare con lui una conversazione degna di tale nome.

Vide la regina allontanarsi da loro per dirigersi verso un cavaliere. Uno spostamento del capo di sua Zia le permise di vedere l'uomo: Jaime Lannister.
Uomo affascinante, carismatico e dall'armatura lucente e dorata come i suoi capelli.
Ma come fanno tutte a restare tranquille con uno così?
< Stai sbavando... > le sussurrò Jon, contenendo le risate.
< Ma non dire cavolate! Con uno così non si può solo sbavare... > rispose Kraka in un sussurro, gonfiando il petto e alzando il capo con fare altezzoso. Un sorrisetto sfacciato a completare il tutto. Lo Snow cercò di contenersi dallo scoppiare a ridere.
Suo cugino non poteva certo rimproverarla per tale battuta, dopotutto lo sapeva, era fatta così: dal sorriso contagioso, facilmente irritabile, alle volte con la testa tra le nuvole, delle altre fin troppo arguta, curiosa, ribelle e, per completare, sfacciata. 
 

 

I festeggiamenti sarebbero iniziati al Tramonto. Nella sua stanza, Kraka si stava preparando.
< Arya, per gli dei, potresti smetterla di saltellare sul letto!?- sbottò la maggiore -Vorrei non dover dormire sul pavimento.>
< Va bene, Va bene....mica si sarebbe rotto > Arya si imbroncia per qualche secondo e si dirige poi verso Nymeria, accucciata davanti alla porta. < Sai Kraka... i tuoi capelli sono davvero belli... >
La ragazza punta allora gli occhi sullo specchio.
I suoi capelli erano davvero belli, pochi ne conoscevano il colore naturale. Erano argentato scuro, come il fumo. Ma lei non li portava mai così. Li colorava di nero.
Quando era piccola chiese spiegazioni a suo padre. < Non è saggio, bambina mia. -le disse lui- Ci sono uomini che associano tale colore a quello che apparteneva ad altri. Certo, sono simili ma non è un bene. Promettimi che non li mostrerai a nessuno. D'accordo? > lo sguardo che quella volta Benjen Stark le rivolse spazzò via ogni dubbio. Se chiedere, o conoscere le risposte a simili domande avrebbe portato tale dolore a suo padre, avrebbe preferito rimanere nell'ignoranza.
Per quanto riguardava i colore violetto dei suoi occhi, Kraka non chiese mai niente a nessuno.
< Li tieni così corti per poterteli lavare da sola? > le chiese Arya.
< Si, -rispose sorridendo- non lascio che siano le serve a farmi il bagno affinché non sappiano. Appena sono asciutti li coloro... Vuoi aiutarmi a farlo? >
Arya sorrise entusiasta e appena la maggiore si sedette iniziò a spazzolarle i capelli.
Arya non voleva essere una Lady. Non le piaceva spazzolare i propri capelli, figurarsi quelli degli altri. Odiava dover chiudersi in camera prima di una festa per poter prepararsi. Odiava comportarsi da Lady, ma con Kraka era diverso.
Amava sua cugina. Lei non la trattava come una bambinetta. Con Kraka era libera di essere se stessa. Una cosa che la fa sentire grande, forte, come un'adulta è questo segreto della cugina.
Kraka le aveva rivelato ciò che nemmeno Sansa conosceva. Solo i suoi genitori, suo zio e maestro Luwin conoscevano il segreto di Kraka. E non per una decisione della Snow.

Kraka si fidava di lei, e soltanto a lei lo aveva rivelato.
Per questa volta, Arya, si sarebbe comportata come una Lady, per Kraka.

Arya era fuggita quando le aveva proposto di indossare una delle sue collane. Correndo fuori seguita dalla sua metalupa e facendo scoppiare la cugina dalle risate.
Kraka era pronta per raggiungere i festeggiamenti. L'abito che aveva indossato era blu notte, il suo colore preferito, la collana che indossava era di oro nero. I capelli li aveva lasciati sciolti, mossi in quel modo le arrivavano alle clavicole.
Non appena uscì dalla sua stanza incontrò Sansa e la sua amica, la stessa di quella mattina.
< Kraka!- la salutò- che stai facendo? >
< Come... Sto per raggiungere i festeggiamenti e- le due la interruppero subito.
< Ma tu non verrai... -il sorriso sul volto della Snow si spense- Mia madre...ha beh... ritiene sarebbe un'offesa alla famiglia reale avere dei bastardi fra di loro. Per cui né tu né Jon potrete venire, ecco. > Kraka rimase sorpresa da ciò ma comprese subito.
Sua zia provava odio nei confronti di Jon, per cui non avrebbe permesso fosse presente. Anche se non provava gli stessi sentimenti per lei, aveva un generale odio incondizionato nei confronti di qualsiasi figlio illegittimo, per cui, non poteva escludere un bastardo senza escludere l'altra. Ragionevole. Comprensibile. Ma a Kraka non piacque lo stesso. Sopratutto che siano state le due ragazze ad informarla della cosa.
Sansa la oltrepassò con fare altezzoso, quasi come se la possibilità di un suo fidanzamento col principe l'avesse già fatta entrare nel ruolo di Regina presuntuosa. L'altra se ne andò poco dopo, con un sorriso beffardo.
Kraka, nonostante lo sdegno iniziale, lasciò che la cosa non la toccasse in alcun modo. La ragione principale per cui partecipava alle feste era per passare il tempo, magari con i piccoli cugini e qualche volta Jon. O Robb.
Il ballo con Robb!
Ecco perché quella ragazzina arrogante le aveva sorriso con quel fare altezzoso.
Brutta lurida-!

Kraka si diresse allora verso i giardini. Prendendo la direzione opposta a quella delle due ragazze. Quando Jory Cassel le andò incontro, col suo fare galante e cercando di impressionarla, quasi non si ritrasse per lo spavento di vederla caricare inferocita verso l'esterno. Si sarebbe diretta all'armeria e avrebbe trovato un modo per sfogare la rabbia e la tensione.
Appena uscita vide Jon colpire un manichino di legno e paglia con la spada.
Bene. Non devo neanche disturbarmi a cercare un'arma!
Non appena raggiunse il cugino, che si fermò non appena la vide avvicinarsi, gli strappò di mano la spada e iniziò a tirare fendenti inferocita.
Lo Snow fino ad un attimo prima le stava sorridendo. Adesso il sorriso moriva ad ogni colpo inflitto al manichino e ad ogni insulto ringhiato dalla giovane.

< Stupida illegittimità! -un colpo al fianco destro del manichino- Stupida festa! - un colpo alla spalla sinistra- Stupida arrogante! -un ringhio e un colpo alla testa- Stupido idiota che non vede l'ora di ballare con ragazzine spocchiose! >
Jon la osservò tra lo sconcerto e lo spavento.
< Ma che- > si interruppe per uno sguardo di fuoco da parte di lei, seguito da un ringhio sommesso.
< È ancora vivo? > la voce di Benjen Stark riportò alla ragione la figlia. Stava scendendo dal suo cavallo dopo aver assistito alla scena.
< Padre! > Kraka buttò la spada sulla paglia e corse incontro all'uomo e lo abbracciò di slancio.
< Ah bambina mia -disse lui, mentre le baciava il capo sorridendo- quanto mi sei mancata... >
Jon si avvicinò anche lui < Zio Benjen! >
< Siete cresciuti! -disse rivolgendosi ad entrambi- Ho viaggiato tutto il giorno. Non volevo lasciarvi soli con i Lannister. >
Kraka sorrise a tale affermazione, suo Padre non cambiava mai.

< Non siete alla festa? > chiese poi, alzando un sopracciglio.
Kraka incrociò le braccia al petto e roteò gli occhi infastidita.
< Lady Stark ritiene sarebbe un'offesa alla famiglia reale avere un bastardo tra di loro. > rispose per entrambi Jon.
< A quanto pare temono di fare brutta figura. > proseguì la Snow, con tono acido, ed allontanandosi indispettita. Sentì suo padre e Jon ridacchiare a quella sua reazione e iniziare poi a parlare dei guardiani della notte.
< Non hai idea delle molte rinunce -disse suo padre a Jon- niente famiglia, nessuno di noi sarà mai padre... > il tono della sua voce era rammaricato della cosa.
Dopotutto Benjen Stark dovette rinunciare a sua figlia per prestare giuramento.
< Queste cose non mi interessano. > puntualizzò invece lo Snow.
< Si invece, se le conoscessi. > ribatté l'uomo.
Kraka sentì lo sguardo dei due pizzicarle la schiena e si rese conto che no, non avrebbe voluto perdere anche Jon. Non sarebbe riuscita a tollerarlo.
< Sarà meglio che entri. Salvo tuo padre dagli invitati... a più tardi > disse suo padre incamminandosi verso la porta, per poi fermarsi. < Che ne dici Kraka? Verresti a sfigurarli? > la chiamò l'uomo, divertito.
Lei sorrise e lo raggiunse. Non era forse da lei, ribellarsi e trasgredire agli ordini?


Robb era seduto al suo tavolo, assieme ai suoi fratelli ed ai figli del Re.
Si guardava in giro.
Sansa era con la sua amica, a scambiare sguardi col principino biondo e ridacchiare. La ragazza con lei, continuava a fissarlo, e a confabulare con sua sorella.
A catturare la sua attenzione dietro di loro fu l'entrata di suo Zio. Si stava dirigendo da suo padre e a giudicare da come era vestito doveva essere appena arrivato.
Kraka dov'era? Sapeva dell'arrivo di Zio Benjen? Non era da lei rispettare gli ordini che non la aggradano. Perché non lo aveva ancora raggiunto?

Sbuffò e poi sorrise.
Si alzò verso suo zio per salutarlo. < Zio Benjen! >
< Robb! -Lo salutò lui di rimando, abbracciandolo come era solito fare- Come stai? >

< Benissimo. Hai sentito le novità? >

< Già >
< Sai... c'è una fanciulla vestita di un abito blu a cui non è permesso venire a questa festa e perciò si è rinchiusa nella biblioteca... > Li disse lui, con cipiglio divertito. Robb credette di arrossire. Suo zio capiva sempre tutto, infatti rise divertito, lasciandoli una pacca sulla spalla e allontanandosi per prendere da bere.
< Va bene, ho capito > sussurrò a se stesso, ridendo.
Non appena si sedette, pensando a un modo per andare via dalla festa, l'occasione si presentò da se.
Arya aveva lanciato del cibo in faccia a Sansa, che aveva iniziato ad urlarle contro e lui non poté trattenersi dalle risate.
Non appena si girò dalla parte opposta, per non ridere in faccia a sua sorella, vide sua madre fargli segno di fare qualcosa.
Robb si diresse allora verso Arya, pronta a tirare altro cibo, e la sollevò per le braccia.
< A letto piccola! > Disse lui, mentre la bambina si lamentava dicendo che no, lei non era stanca.
Ma a lui non importava, appena avrebbe messo a letto Arya si sarebbe diretto in biblioteca.

 

Kraka si trovava sul divanetto, in biblioteca, con la schiena poggiata sul bracciolo e le gambe distese nella seduta affianco.
Aveva gli occhi chiusi, le mani raccolte in grembo, e la testa da tutt'altra parte. Il fuoco del caminetto che illuminava la stanza e la scaldava.
Si sarebbe imbucata alla festa, come aveva deciso con suo padre, se non fosse stato per quella fitta alle tempie che l'aveva colta alla sprovvista. Se fosse tornata alle sue stanze avrebbe sicuramente incrociato qualcuna delle amiche di Sansa, magari la stessa arrogante che quel giorno ce l'aveva con lei, e voleva evitare.
La biblioteca cercava di donarle il silenzio di cui tanto necessitava ma la musica era troppo alta per non sentirla.

Al diavolo loro e la stupida musica di questa stupida festa!
Il dolore alla testa era forte, tanto forte da farle strizzare gli occhi.
E poi successe ciò che d'abitudine le capitava quando chiudeva gli occhi.
 

La neonata era stata appena riposta nella sua culla, affiancata da quella del gemello, mentre la madre si andava a fare un bagno nella stanza adiacente.
Il piccolo si era appena addormentato, mentre lei non dava segni di stanchezza o di lacrime.
Taceva, Visenya Targaryen. Non era una bambina rumorosa, non infastidiva la madre, destandola dal sonno come invece facevano gli altri neonati.
Silenziosa, si guardava intorno. Osservava la luce del sole di mezzodì entrare dalle finestre e filtrare attraverso le tende. Poi, un'ombra le occupò la visuale.
Il principino Viserys osservava la nipote con sguardo curioso. Era entrato nella stanza di soppiatto, per vedere i due neonati. Li aveva visti poche volte. Quando voleva avvicinarsi alle loro culle, c'era sempre qualcuno che glielo impediva. Nessuno si fidava di un bambino, di lui. Era passata più di un mese e nessuno si era degnato di mostrarglieli come si doveva.
Voleva avvicinarsi, era curioso.
Quando poco prima si era recato alla culla di Aegon, il suo interesse non si era destato.
Adesso, con difronte Visenya, che lo osservava con i suoi occhi violetti, non poté fare a meno di sorridere. La neonata assomigliava molto di più al padre che alla madre, al contrario degli altri due suoi consanguinei. Anche se il gemello possedeva gli occhi violetti e i capelli argentati, il tono di capelli era più scuro di quelli della piccola, già di per se scuri.
Pur non essendo una Targaryen di sangue puro, Visenya non poteva essere definita una Martell.
La pelle di perla era un'altra caratteristica tipica della stirpe dei draghi, così come il taglio degli occhi.

Viserys credeva che i neonati non sapevano far altro che strillare e sporcare, ma si ricredette con quella piccola creatura. Prese in braccio la bambina, coprendola con il lenzuolo bianco della culla.
La bimba lo guardò ancora, allungando le manine paffute a sfiorare il mento del principino.
Poi, aggrappandosi alle vesti di Viserys chiuse gli occhi.

Nessuno gli aveva mai permesso di tenerli in braccio. Non li avevano permesso di tenere neanche Rhaerys a suo tempo. Ma adesso, quella bambina non aveva strillato o pianto, tra le sue braccia.


Il Re mendicante sorrise a quel ricordo. Visenya sarebbe poco più grande di sua sorella. Se l'usurpatore Baratheon non si fosse messo contro suo padre il Re, adesso sarebbe tutto diverso.
Probabilmente ora il Re avrebbe dato le ultime istruzioni a Rhaegar per succederli al trono, mentre a lui, come secondogenito sarebbe spettata Roccia del Drago.
Forse, sarebbe riuscito a fare una richiesta al padre, prima che abdicasse: avrebbe potuto chiedergli il permesso di sposare Visenya, renderla la sua Lady.
A pensarci adesso si da dello sciocco. Quello era il desiderio di un bambino.
Il desiderio dell'uomo che è ora è un altro.
Khal Drogo li avrebbe donato l'esercito per riprendersi il Trono di Spade e annientare i nemici della sua casata in cambio di sua sorella e questa notte avrebbero consumato tale unione.

Il Khal gli aveva dato la sua parola, non poteva sottrarsi a tale impegno. Avrebbe conquistato i sette regni per lui.
Quando sarebbe tornato in occidente come Re Viserys III avrebbe fatto tutto ciò che voleva. Non avrebbe dovuto chiedere niente a nessuno, mai più.
Una volta seduto sul trono, avrebbe reso Visenya la sua Regina. Doveva soltanto trovarla. Perché lui sapeva che era viva. La vedeva ogni volta che chiudeva gli occhi, e non la neonata. Vedeva una giovane donna dallo sguardo violetto e con abiti blu come la notte, il fuoco a illuminarla.

 

Quando Robb entrò in biblioteca, la musica della festa si sentiva ancora. Il caminetto che illumina la stanza stava per spegnersi ed avvicinandosi ad esso, Robb, poté vedere Kraka. Distesa sul divanetto, con il fuoco a illuminarla.
Non appena stette per sedersi sul bracciolo opposto, lei aprì gli occhi.
Kraka sorrise appena incrociò i suoi occhi azzurri e lui non pote non sorridere a sua volta.
< Credevo mi avresti raggiunto alla festa. > spezzò il silenzio lui.

< Ho cambiato idea. Se fossi venuta anche io avrei fatto sfigurare la Regina > rispose ironicamente lei.
Lui rise a quella risposta, mostrando i denti bianchi e contagiando anche Kraka.
< Pensavo ci avresti impiegato meno tempo a raggiungermi... >
Robb smise di ridere e la guardò. Pronunciando quelle parole Kraka aveva distolto lo sguardo, ora puntato al caminetto, messo quello che sembrava un piccolo broncio e con le mani si portava delle ciocche corvine sulle guance, per coprirne il rossore.
Robb si alza di scatto dal bracciolo, spaventando lei, e subito dopo le si porta di fronte < Mia signora... ballereste con me? >
Lei sorride. Prende la mano che lui le stava porgendo, per poi iniziare a ballare.
I loro corpi dettavano un ritmo comune, non quello della musica che si avvertiva dalla festa ma uno proprio, loro.
Robb le cinse la vita con un braccio, mentre lei portava una mano dietro la sua nuca e stringeva la sua mano tra le dita. Poi, Kraka posò il capo sul suo petto e lui appoggio il mento sulla testa della ragazza.
Robb sentiva l'odore di lei avvolgerlo. E credette che lei, in quella situazione, sarebbe stata capace di sentire il battito del suo cuore aumentare, bussare con prepotenza la cassa toracica e urlarle ciò che lui provava con lei, solo con Kraka.
Poi, come se la sua mente fosse stata scossa, ricordò lo sguardo afflitto che suo padre rivolse loro quel pomeriggio.
< Io beh... devo andare Kraka. Torno alla festa... magari domani puoi venire con noi a caccia. Ci sarà sicuramente anche tuo padre. > dice lui, staccandosi da lei come se fosse stato scottato.
Kraka comprese. E con un sorriso disse che si, magari ci avrebbe fatto un pensierino. Poi, uscì prima dello Stark, lasciandoli un sorriso.
Sei un libro aperto per me Kraka... quel sorriso non ti appartiene. E nemmeno quello sguardo.
Robb uscì dalla biblioteca con il finto sorriso e lo sguardo amareggiato di Kraka impresso a fuoco nella mente.
 

 

thecoldland:
Buona sera!
Sono riuscita a postare il capitolo! Yuppi yeh! :DD
Perdonatemi ma ho avuto problemi con il wifi... ebbene sono da un po' in montagna da parenti e si sa, la crudeltà e la sofferenza iniziano con la rete protetta.
Immagino che il l'aura di mistero della protagonista sia un'idea solo mia perché mi sembra che di misterioso alla fine non ci sta nulla *^*
Viserys dovevo metterlo. Mi spiace che a tale personaggio venga dato così poco credito e un profilo piatto quanto una tavola da surf! Non credo sarò capace di riscattare il suo onore ma, riguardo ciò, se l'è cercata! Non ho intenzione di stravolgere le vicende di Dany per lui. Pace e amore a tale proposito!
Spero di riuscire a caratterizzare bene il mio personaggio e a non strafare con gli altri, il che mi è fin troppo arduo.
Lasciatemi anche solo una recensina con due paroline... giusto per sapere se qualcuno segue!

Baci,
thecoldland

 

   
 
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