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Autore: adelhait13    07/05/2017    2 recensioni
La pioggia scendeva lenta e inesorabile sui vetri di una finestra di un bellissimo appartamento.
Il suo abitante era seduto su di una poltrona accanto ad un caminetto oramai spento, rendendo il luogo freddo e inospitale. Infondo a lui questo non importava. Il freddo era divenuto suo amico. Alleato.
Rivista e corretta
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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9°: Amori…

 

 


Era tardi quando rientrò a casa. Si sentiva stanco, ma ancora sentiva quella dolce sensazione sulle sue labbra. Sorrise, quella sera per la prima volta non bevve, anzi si diresse verso la sua camera, voleva dormire.
Si sentiva davvero esausto, si tolse i vestiti di dosso e si concesse una doccia.
Si asciugò e ripensò a lei.
Quel viso dolce e solare. Sorrise.

Desidero rivedere quel dolce viso, così solare…chissà, forse sarà lei la cura per questo mio grande vuoto.

Pensò, mentre si coricava e il sonno lentamente lo cullava.



***



Era finalmente arrivata davanti casa sua. Era davvero felice, mise la chiave nella toppa, la girò e aprì la porta e vide che i suoi parenti erano appena tornati. Infatti, Kanna corse da lei raccontandole tutte le belle cose che aveva visto dalla nonna.
Rin l’ascoltava, mentre si toglieva il cappotto, le sorrideva, ma d’un tratto Hakudoshi si avvicinò, aveva dietro la schiena qualcosa. Una scatola di scarpe. Ma la cosa che più la incuriosì era il sorriso beffardo del piccolo.

-Zietta sai ti ho portato qualcosa, giusto per farti sapere, quando è bella la campagna-.

Rin prese la scatola e si sedette sul divano. Era curiosa, anche se dentro di lei albergava il dubbio. La scosse per sapere cosa c’era.

Zia non sai che bel regalo ti ho fatto.

Sogghignò il nipote, mentre pregustava cosa sarebbe accaduto.
Lei non lo fece attendere, lo aprì e un essere verde le saltò sul viso. Ci fu un attimo di silenzio e poi un urlo bestiale.
Kikyo, ch’era in cucina, saltò facendo cadere un piatto. Naraku che stava mangiando una mela un altro po’ si strozzava.

-Hakudoshi! Io ti ammazzo!-.

Rin cominciò ad inseguire il nipote per tutta la casa, intanto il piccolo rideva. Gli piaceva prendere in giro la zia, dopotutto era il suo passatempo preferito.

-Piccolo mostro vieni qua! Non preoccuparti non ti faccio niente, solo ti spezzo qualche vertebra…giusto per evitarti di farmi altri scherzi!-.

-Fossi matto…e poi non ti piace il tuo fidanzato, sai si chiama Jaken…dai zietta donagli un bacino e vedrai che si tramuterà in un bel principe-.

Io lo ammazzo, per Natale giuro che mi regalo una bomba al napal così lo elimino.

Rin era furiosa vedeva rosso. Lo voleva uccidere, intanto il resto della famiglia sospirava, quei due non andavano mai d’accordo.

-Hakudoshi! Rin ora basta!-.

Disse Naraku mettendosi tra i due, il piccolo lo guardò.

-No, e poi la zia è troppo buffa, adoro farle gli scherzi-.

Il padre lo guardò e seriamente.

-Ora basta, lo scherzo è bello, quando dura poco…se continui così ti metto in castigo-.

-Tzé, io non ci casco-.

Rin sorrise sadica.

-Ah è così? Allora dirò a Babbo Natale di non portare nulla…di portare i doni ad un altro bimbo-.

Hakudoshi saltò e gridò implorando.

-No! Zia ti chiedo perdono, giuro che non lo farò mai più-.

Rin si avvicinò e gli diede un pugno in testa, il piccolo piagnucolò.

-Questo il minimo che ti meriti, ora scusati con tuo padre-.

Il piccolo con le lacrime agli occhi si avvicinò al padre, si scusò, ma fu messo lo stesso in castigo. Una settimana senza la playstation, un vero dramma per lui, ma dovette sottostare alla punizione.

La serata passò allegra, ma non per tutti, infatti, Hakudoshi aveva il muso lungo, ma dopotutto se l’era cercata e ora ne pagava le conseguenze.
Rin salutò tutti e si diresse in camera sua, si buttò sul letto. Era davvero esausta, poi si toccò le labbra.

Un dolce e caldo bacio...

Si cambiò e si infilò nel suo caldo letto. La giornata era stata davvero piena di emozioni, prima Sesshomaru che la prendeva in giro e poi il loro bacio…il suo primo bacio…il ritorno del suo caro amico Kohaku.
Era felice. Si addormentò con un dolce sorriso stampato sulle labbra, sperava che il mattino dopo avrebbe rivisto Sesshomaru.



***



Kohaku si stava dirigendo alla stazione della metropolitana, quando passò davanti la vetrina di una gioielleria e vide un piccolo anello, d’oro semplice con una pietruzza, che brillava.
Si fermò e restò a guardarlo, sorrise.

A Rin donerebbe tantissimo, è semplice come lei.

Restò per un po’ ad ammirarlo, strinse i pugni.

Ho deciso! Voglio comprarlo e regalarlo a lei, chissà sarà lui a dirle ciò che provo.

Entrò dentro convito più che mai, avrebbe dichiarato alla ragazza i suoi sentimenti, utilizzando quel ninnolo.
Lo acquistò e ora era seduto sul suo letto ad ammirare quel piccolo pacchetto, con un fiocco di raso rosso sopra.
Sorrideva pensando il viso della donna che amava, chissà cose avrebbe detto?
Molte ipotesi passavano nella sua mente, da lei che gli saltava al collo che gli diceva che lo amava. A quella di lei che gli diceva che erano solo amici e basta e a molte altre ipotesi, ma lui sperava sempre nella prima.
Poggiò il pacchetto sul comodino e si distese sul letto.

Rin tu sei l’unica ragazza che ha fatto breccia nel mio cuore…ti amo dalla prima media, quando entrasti in classe con quella faccia timida e spaesata, non conoscevi nessuno. Infatti, restavi un po’ in disparte, io ti notai e mi avvicinai a te…pian piano diventammo amici, due amici inseparabili. Quanti momenti meravigliosi abbiamo passato insieme, quante volte ci siamo messi nei guai…oppure quel giorno della morte dei tuoi genitori, quando tu cadesti in quella sorta di apatia. Io e Ayame ti siamo stati accanto e poi il sorriso e tornato a splendere sul tuo viso. Quel viso che amo e che venero, come una divinità dei tempi antichi...ora voglio che tu diventi la mia fidanzata, la mia donna, mia moglie e la futura madre dei miei figli. So con certezza che mai potrò darti una vita agiata come meriti, ma con la forza del mio amore riusciremo a vivere felici.

Pensava a questo, mentre osservava il soffitto della sua stanza da letto.

Natale, la notte della vigilia mi dichiarerò…ti dirò che ti amo più della mia vita…

Chiuse gli occhi sorridendo e lentamente cadde nel mondo onirico dei sogni.


 

***



Inu Yasha aprì la porta di casa, entrò sbuffando. Poggiò le chiavi sul mobiletto d’entrata, alzò il viso e si specchiò sullo specchio dell’entrata.

Non sopporto la sua cocciutaggine, il suo modo di fare lo porterà a vivere una vita priva di amore…sembrerà strano, non siamo mai andati d’accordo, ma voglio che lui sia felice come me e Kagome…

-Inu Yasha, allora?-.

Lui si voltò e vide sul corridoio la donna che amava, che lo guardava preoccupata. Scosse il capo.

-No, mi ha cacciato dal suo ufficio…non vuole stare con noi, mi dispiace Kagome-.

Si avvicinò e diede un bacio leggero a sua moglie e si diresse in salotto. intanto la donna lo guardava triste, avrebbe voluto festeggiare le feste come una vera famiglia, senza più rancori e odio.
Abbassò il capo e sospirò.

-Un altro triste Natale, se solo il Signore ci avesse dato un figlio a quest’ora, saremmo una vera famiglia-.

Inu Yasha sentì quella frase. si sentì in colpa, anche lui voleva un figlio, ma non arrivava.
Quel medico aveva dato loro poche speranze, aveva una percentuale minima di concepimento e questo fece cadere Kagome in depressione. Ma l’amore di Inu Yasha la stava aiutando moltissimo e poi passare le festività tra coloro che si amano, era la cura migliore.
Ma quel testardo di Sesshomaru stava complicando tutto.
Si avvicinò a lei e la abbracciò.

-Su, non fare così…dai ricorda che io sarò il tuo cucciolo d’accudire-.

Lei alzò gli occhi e sorrise.

-Sì, hai ragione-.

Lo baciò, si staccarono e lentamente si diressero in salotto, dove avrebbero trascorso una bella serata…


 

Continua…



______________________
Eccomi con il nono capitolo, un po' lento, ma non temete il bello deve venire...

   
 
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