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Autore: ElyJez    08/05/2017    1 recensioni
Mentre stavamo per salire in macchina, tra la tempesta di neve, tuonò quello che sembrava essere il grido di una donna.
Mi tappai le orecchie. Pareva che mille campane funebri stessero suonando contemporaneamente ed ora mi stavano perforando i timpani.
Se la morte avesse avuto una voce sarebbe stata quella.
Alzai lo sguardo verso la boscaglia. Qualcuno nella mia testa mi stava sussurrando: vai a Beacon Hills.
*
Allora questo è un cross-over tra Teen Wolf (ma dai) e la serie tv From dusk till dawn ispirata al film "Dal tramonto all'alba"; la storia è ambientata circa otto anni dopo gli eventi della 6A
Coppie: (Stiles x Lydia), (Scott x Sorpresa), ( Mason x Corey) accenni Jackson x Lydia, Scott x Allison, Jackson x Allison
Avvertimenti: Morte di un personaggio principale
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jackson Whittemore, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Motel Glen Caprì - seconda parte

Kate
Guardai l'ora sul display del telefono: erano passate da poco le due di notte.
Per quanti sforzi facessi non riuscivo a prendere sonno. C'era qualcosa nell'aria, un senso di oppressione che non mi permetteva di chiudere gli occhi e di riposare in santa pace.
Mi misi a sedere sul letto a gambe incrociate e presi un bel respiro.
Sei stata debole, Kate.
Conoscevo quel suono, era la mia voce. Era la voce di Amaru.
Cercai di reprimerla.
Ti ricordi di me, Kate? Avresti potuto fermarmi, avresti potuto combattere e invece che cosa hai fatto? Mi hai lasciato vincere. Sei così patetica.
Mi alzai dal letto poggiando i piedi sulla moquette bordeaux.
Dovevo fare qualcosa altrimenti sarei caduta nella depressione più totale e nessuno mi avrebbe potuto aiutare, lo sapevo bene.
Non era la prima volta che succedeva. Di solito la mia coscienza provava gusto a tormentarmi quando ero da sola al buio.
La luce tendeva a scacciare via le tenebre e i cattivi pensieri.
Cosa c'è, hai paura di rimanere da sola? Sei troppo debole per affrontare i tuoi errori, piccola e dolce Kate?
Aprii il cassetto del comodino. Non sapevo con esattezza cosa stessi cercando, ma quando me la ritrovai davanti mi sentii più tranquilla. Una bibbia. Piccola, rossa e con dei vecchi fogli di giornale infilati dentro a mo’ di segnalibro.
Ne presi uno in mano.
<< Uomo di ventotto anni si toglie la vita al famigerato Glen Caprì>>
Ora si che ero più tranquilla. Seth e Richie avevano cercato di sdrammatizzare la situazione, se così si può dire. Il primo aveva passato gran parte del tempo ad insultare la vecchia pazza, come l’aveva chiamata lui. Il secondo con spirito e buon senso aveva detto che qualsiasi cosa ci fosse in quel motel non avrei avuto problemi ad affrontarla. In caso contrario bastava fare uno squillo di telefono e loro sarebbero venuti in soccorso.
Arrivati a quel punto non so come i due fratelli avrebbero potuto salvarmi da me stessa.
Sfogliai la bibbia, iniziando a leggere le prime pagine della Genesi.
<< Cosa hai fatto Kate?>>
MI girai di scatto verso l’angolo buio della camera.
Non era più Amaru, ma soprattutto non era più nella mia testa.
Il cadavere di mio padre avanzò nella mia direzione illuminando la sua faccia deturpata sotto la luce calda della camera.
<< Come hai potuto permettergli di uccidere così tante persone? Come hai potuto essere così debole?>> Indietreggiai.
Non era reale, non era reale.
Toccai con le spalle la tastiera del letto. Chiusi gli occhi prendendomi la testa tra le mani.
Nel cervello mi rimbombavano le grida di tutti coloro a cui Amaru aveva strappato la vita.
Sbattei le palpebre e guardai fissa davanti a me. Lo spettro di mio padre era ancora lì.
Mi strinsi le ginocchia al petto dino a che non provai dolore. Stavo lentamente uscendo fuori di senno.
Ero in trappola. Lui continuava ad avanzare.
Nelle mani stringeva il paletto con cui lo avevo trafitto anni prima.
Provai a parlare, a darmi forza, ma l’unica cosa che riuscii a dire in un filo di voce fu:
<< No, papà ti prego>>
Ma lui avanzò ugualmente con il paletto in mano.
<< A che serve una persona che non ha la forza di aiutare il prossimo?>>
Domandò con la bocca secca e spaccata. Mi afferrò per il piede tirandomi verso di lui. Gridai.

Seth
Quella notte riesaminai il piano per l’ennesima volta facendo avanti e dietro per quella dannatissima stanza coi pannelli di legno.
<< Allora, ripetiamo: domani andiamo a Beacon Hills, incontriamo il nostro uomo, lo paghiamo, prendiamo i documenti falsi e poi via dritti in Europa con il primo volo. In Svizzera ci aspetta il secondo soldatino che ripulisce il denaro della banca e paaam, vivremo una lunga vita felici e contenti>>
Richie non si girò neanche a guardarmi. Stava sdraiato sul letto, fissando il soffitto da circa mezz’ora come se l'intonaco bianco nascondesse qualche messaggio da decriptare.
<< Sembri un disco rotto Seth. é la decima volta che lo ripeti, non sono idiota>>
<< Sì, lo so, ma che cazzo! Questo motel non mi fa chiudere occhio>>
Si mise seduto, recuperò gli occhiali da sopra il comodino e pulì le lenti con il bordo della camicia. Ormai con i suoi super-sensi alla Spiderman doveva essersi conto anche lui che qualcosa non andava.
<< Vado a vedere se a Kate serve una mano>>
Borbottò infilandosi la giacca e sistemandosi la montatura sopra il naso.
<< Buona idea, intanto mi faccio una doccia, magari mi rilasso un po' >>
Stava per uscire quando si bloccò di colpo.
<< Una doccia, davvero? Seth una delle poche cose che ci ha insegnato Psycho è "non farsi mai la doccia in luoghi sinistri", e tu vuoi lavarti in un motel in cui sono morte 257 persone?>>
Alzai gli occhi al cielo. Sì, quel luogo era raccapricciante, ma questo non significava che fosse infestato o roba simile. I fantasmi non esistevano: erano solo storielle inventate per non far dormire i ragazzini.
<< Oh, per la miseria quella vecchia era mezza matta. Per non parlare poi del fatto che hai la brutta abitudine di credere a tutte le stronzate che la gente dice>>
<< Fai come ti pare, tanto parlare con te è inutile>>
Sbuffò aprendo la porta. Prima di richiuderla dietro di sé borbottò "stai attento".
Non appena fu uscito mi liberai dei vestiti, gettandoli sopra il pavimento per poi andare in bagno e iniziare a trafficare con la manopola della doccia.
Quando i getti caldi dell'acqua cominciarono a colpirmi le spalle riuscii finalmente a rilassarmi.
Questa volta ci eravamo messi in un bel casino. Avevamo affrontato di certo cose peggiori, ma avere la polizia alle calcagna era sempre una rogna. Se qualcosa fosse andato storto, se ci fosse stato un piccolo imprevisto, se qualcuno ci avesse tradito e venduto agli sbirri avremmo passato i prossimi trent'anni in carcere. O almeno sarebbe stato così per me e Richie.
Kate se la sarebbe cavata. L'avrebbero fatta uscire prima per buona condotta, per non parlare poi del fatto che lei non aveva delle condanne di omicidio sulle spalle.
A pensarci bene forse anche a Richie sarebbe andata di lusso. Una bella perizia psichiatrica e lo avrebbero sbattuto in qualche clinica con il condizionatore e giardino.
<< Pensi sempre a cosa sarebbe meglio per tuo fratello, non è vero?>>
Mi voltai di scatto. Dovevo aver avuto un'allucinazione. Erano quasi le tre di notte, a volte capita qualche svista. Sbattei le palpebre più volte per cacciare via le gocce d'acqua che si erano incastrate tra le ciglia. Anche se dentro di me speravo ancora che fosse lo stress, sapevo benissimo che quello che vedevo era reale.
Sonja era davanti ai miei occhi. Abbassai lo sguardo: in mano stringeva un coltello da cucina.
A pensarci bene, magari serviva anche a me una perizia psichiatrica.
<< Oh, merda! La vecchia aveva parlato di suicidi non di pazze uscite dall'oltretomba>>
Non appena ebbi realizzato l'intera situazione, mi fiondai fuori dalla doccia nella speranza di riuscire a seminare quello che sembrava a prima vista lo spirito vendicatore di una ragazza che avevo ucciso qualche anno prima.
Nella corsa recuperai un asciugamano che legai stretto in vita. Non potevo di certo girare nudo per il motel con la temperatura sotto lo zero, inseguito da una donna morta con un coltello da macellaio in mano.
<< Non mi hai neanche dato una sepoltura decente! Questo perché per Seth Gecko esiste soltanto il suo caro fratellino>>
Ringhiò gettandosi su di me.
Schivai il colpo per miracolo. Non potevo permettermi di morire in quel modo, non dopo che Richard mi aveva avvertito. Già me lo immaginavo al mio funerale, dritto davanti alla bara, con in faccia stampata l'espressione "Te l'avevo detto, idiota".
Finalmente riuscii ad aprire la porta del bagno e ad uscire fuori. Dovevo trovare qualcosa per combatterla, sempre se nel mondo reale fosse possibile mandare via uno spirito.
<< Cosa c'è, hai paura di me?>>
<< Tesoro, quando eri in vita non hai mai pensato di fare una visita dallo strizzacervelli?>>
Domandai indietreggiando. Se fossi sopravvissuto quella notte sarebbe stato il primo posto dove sarei andato.
Alla fine la vita era così: il momento prima dici che non esistono i fantasmi, quello dopo vieni aggredito da uno di loro. Feci un passo falso ed inciampai sui vestiti che avevo gettato sul pavimento. Alzai gli occhi al cielo: non in un momento come questo!
Ne approfittò per attaccarmi. Rotolai su un fianco, schivando per un pelo una coltellata dritta al braccio. Mi tirai su con un po' di fatica, reggendo stretto tra le mani l'asciugamano.
Ragiona, ragiona. Cosa potevo fare? Cosa avrebbero fatto Sam e Dean al mio posto?
Forse con del sale l'avrei mandata via, peccato che non l'avevo. Infondo, chi andrebbe in giro con una saliera?
<< Seth, non puoi affrontarmi>>
Magari dell'argento. Ok, non avevo mai avuto dell'argento in vita mia. Cosa potevo fare? Cosa? Presi l'unica cosa che avevo a disposizione per difendermi.
<< Seth ...>>
<< Oh, 'fanculo>>
Dissi prima di scaricargli tutto il caricatore della pistola contro.
 
Richie
Mentre mi dirigevo verso la stanza di Kate non potevo fare a meno di pensare a Seth. Sebbene facessi fatica a credere ai fantasmi, c'era qualcosa in quel motel che mi faceva rabbrividire: sembrava quasi che l'atmosfera fosse impregnata di qualche sostanza velenosa, una serie di emozioni negative che ti si infilavano nel cervello e non se ne andavano più.
Mi strinsi nella giacca. Vai in California, dicevano, lì fa caldo. In quel momento la neve era così spessa da sembrare cemento ovattato. Niente venticello caldo, neppure una zanzara fuori stagione: solo freddo e ghiaccio. Improvvisamente sentii un urlo.
<< Kate!>>
Gridai con tutta la voce che avevo in corpo.
Mi scapicollai su per le scale, facendo attenzione a non scivolare sui gradini gelati. Ogni passo che facevo sembrava troppo lento: non potevo permettere che le accadesse qualcosa. Lo avevo già fatto una volta ed era successo un gran casino.
Non appena mi ritrovai davanti alla porta la buttai giù con una spallata. Era lì, sul letto, tutta rannicchiata. Non l'avevo mai vista così terrorizzata.
<< Ti prego, papà, no!>>
Urlò nuovamente.
<< Kate, sono io, non c'è nessuno>>
Sembrò non darmi retta. Era persa in una specie di limbo, uno stato di trance in cui le mie parole non riuscivano ad arrivare.
<< Kate!>>
Dissi con voce più alta, afferrandola per le spalle e scuotendola.
<< Richie? Dov'è? Dov'è mio padre?>>
La guardai fissa negli occhi. Sul volto cadaverico aveva stampata un'espressione stralunata. Sì, pernottare in quel posto era stata una pessima decisione.
<< Sta tranquilla. Mi dispiace dirtelo ma qui ci sono soltanto io>>
Lasciò vagare lo sguardo per la stanza per accertarsi che stessi dicendo la verità. Scrollai le spalle: non ero un granché in quelle situazioni.
<< Prima era qui, te lo giuro>>
Disse afferrandomi il bavero della giacca. Annuii. Non c'era motivo per dubitare di lei, non dopo tutto quello che avevamo passato. Che io avevo passato.
<< Ti credo sulla parola Kate, ora stai tranquilla, ci sono io>>
Per quanto cercassi di essere convincente, sapevo benissimo che se ci fosse stato una specie di fantasma in giro per il motel non avrei potuto fare un bel niente. Come aveva detto Seth non eravamo in Ghost Buster ed io non ero Peter Venkman.
L'abbracciai cercando di rassicurarla. In quel momento sembrava più piccola e indifesa di quanto non lo fosse mai stata. Se da una parte mi sentii arrossire, dall'altra mi maledissi per la pessima decisione che avevamo preso.
<< Prendi le tue cose, recuperiamo Seth e ce ne andiamo>>
Suggerii qualche minuto dopo, prendendo lo zaino che aveva abbandonato sopra ad una poltrona.
Restò ferma per un attimo, fissandosi le mani.
Non so di preciso a cosa stesse pensando, ma quando rialzò gli occhi il suo sguardo era cambiato.
La ragazzina terrorizzata di poco prima era stata sostituita con una versione più determinata. Quella era la Kate che conoscevo.
S' infilò di corsa le converse e il piumino. Le passai lo zaino.
<< Andiamocene via da qui >>
Lasciata la stanza avevamo solo una missione da portare a termine: recuperare Seth e portarlo via con la forza se necessario.
La prima cosa che notai non appena aprimmo la porta fu l'odore della polvere da sparo.
Seth se ne stava seduto sul letto intento ad allacciarsi le scarpe.
Il mio sguardo si spostò dai suoi capelli ancora fradici ai fori di proiettile sulla parete.
<< Ma che cazzo è successo qui?>>
<< Mi sono ritrovato Sonja dentro la doccia. Speravo che fosse tornata per rivivere i vecchi tempi ma invece voleva ammazzarmi>>
Tagliò corto. La cosa bella di Seth era che nonostante fosse completamente ottuso, riusciva a metabolizzare presto le novità. Esistono i culebras? Ok, colpiamoli con paletti di legno. Credo di aver visto un fantasma? Gli sparo contro. << Ma non mi dire, dentro la doccia, eh?>>
<< Sì, lo so, lo so. Sei un genio ed avevi ragione>>
Mi strinsi nelle spalle. Come al solito del resto.
<< Ragazzi potreste rimandare per un altro momento?>>
Suggerì Kate. Non avevamo tempo da perdere, il problema era dove potevamo andare. Non c'erano altri motel nel raggio di chilometri ed i culebras non sopportavano le basse temperature. Dannato freddo.
<< Kate ha ragione. Fratello, non pensavo che l'avrei mai detto, ma vedo la gente morta>>
Disse allacciandosi la cinta.
<< Sai, io non credo che fossero fantasmi. Da quello che so gli spiriti infestano determinati luoghi, non saltano fuori così a caso>>
<< Allora cosa sono?>>
Chiese la ragazza cercando di recuperare la nostra roba. Presi il borsone con i soldi del colpo, e la pistola che Seth aveva usato poco prima.
<< Manifestazioni della nostra psiche, probabilmente. Credo che in qualche modo le cariche negative contenute in questo posto si siano connesse con i vostri cervelli, proiettando così le immagini distorte di Sonja e di tuo padre>> << Bella teoria Richie, ma ora credo che sia il caso di andare>>
Detto questo prese la nostra unica valigia ed uscimmo fuori dalla stanza. Non c'era bisogno di andare dai proprietari: quando ci eravamo registrati non avevano voluto nemmeno i nostri documenti. Al momento delle firme avevamo scritto: Lorraine Baines, Marty McFly, ed Emmett Brown. Era un peccato che non ci fosse nel parcheggio una DeLorean pronta a spiccare le 88 miglia orarie.
<< Ma perché proprio loro?>>
<< Beh, probabilmente avete fatto qualcosa che ne ha risvegliato il ricordo. Ad esempio fare la doccia>>
Seth alzò gli occhi al cielo. Sapeva che glielo avrei rinfacciato per tutta la vita.
<< Io stavo leggendo la bibbia>>
Mormorò Kate tra sé e sé.
Mentre stavamo per salire in macchina, tra la tempesta di neve, tuonò quello che sembrava essere il grido di una donna. Mi tappai le orecchie. Pareva che mille campane funebri stessero suonando contemporaneamente ed ora mi stavano perforando i timpani.
Se la morte avesse avuto una voce sarebbe stata quella.
Alzai lo sguardo verso la boscaglia. Qualcuno nella mia testa mi stava sussurrando: vai a Beacon Hills.

Angolo dell'autrice:
Salve a tutti =)
So di essere mancata per un pò di tempo ma ho avuto parecchio da fare.
Allora, per cominciare vi annuncio che dal prossimo capitolo gli eventi verranno narrati nuovamente da un personaggio di Teen Wolf. Chi sarà? é una sorpresa.
Spero che per ora la storia vi stia piacendo. Come al solito fatemi sapere quello che pensate con una recensione
Ciao, ciao =)
  
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