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Autore: JEANPAGET    17/05/2017    3 recensioni
Mini raccolta ispirata al compleanno del nostro amato Oliver
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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“Sorpresa!” Esclamarono Felicity e Thea, i calici in mano, anche se a dire la verita’ ci erano rimaste un po’ male.

Diavolo, Oliver sapeva davvero essere tremendo. Si aspettavano che avrebbe reagito. Ma non quel tipo di reazione. Aveva atterrato violentemente Curtis senza dargli quasi il tempo di difendersi.

Povero Curtis, che volo! Era fortunato a essere ancora intero.

Ma lui sembrava averla presa abbastanza bene. Era ancora a terra ma aveva sorriso a Oliver “Buon compleanno!”

Oliver aveva aggrottato le sopracciglia. Curtis?  Buon Compleanno? Che giorno era, il 17 maggio?

Si guardo’ attorno, come smarrito. Festoni, palloncini. Calici di champagne in mano alle ragazze. Una torta sul tavolo, piatti e posate. Lance che lo guardava divertito. Diggle che lo osservava con aria sorniona, come solo lui sapeva fare.

Cos’era quella, una festa? Una festa a sorpresa? Per lui?

“Potresti per favore accantonare per un secondo la modalita’ Green Arrow e darmi un mano a rialzarmi?” Chiese Curtis

Oliver rilasso’ la postura del corpo. Emise un profondo sospiro. Allungo’ una mano per tirarlo su

“Non ci provare mai piu’ ad aggirarti di soppiatto in quel modo!” gli disse in modo burbero, per nascondere quel che provava in quel momento.

“Messaggio ricevuto, boss. Ci tengo all’osso del collo.”

Una festa. Una festa di compleanno. Non festeggiava il suo compleanno da… non ricordava da quanto non festeggiava piu’ il suo compleanno. Anche prima del naufragio il suo compleanno non era poi una gran festa. I suoi genitori, dopo un distratto bacio d’auguri e l’ennesimo regalo costoso di cui si sarebbe stancato il giorno dopo, sparivano dietro i loro reciproci impegni e interessi. Thea era ancora una ragazzina piu’ interessata a sballarsi che a stare con lui. Il suo buon amico Tommy era l’unico a cui la cosa interessasse ma giusto per andarsi a divertire assieme con un paio di ragazze disponibili. Era stato un viziato arrogante figlio di papa’. Tanto tempo fa. Una vita fa. E avrebbe invece tanto voluto che fosse stato diverso.

Fu distratto da questi mesti pensieri dall’ affettuoso abbraccio della sorella. La sua Thea. Era cresciuta. Era diventata forte. Era sempre stata forte. Come aveva detto suo padre. Piu’ forte di lui.

“Buon compleanno, fratellone!”

“Grazie.  Beh vedo che vi siete impegnati nell’impresa di prendermi in contropiede! Quell’sms non poteva piu’ essere criptico di cosi’.”

“Colpa di Felicity, ha fatto tutto lei!”  disse Diggle strizzandogli un occhio

“John! Avevamo detto di non … “ comincio’ Felicity. Ma s’interruppe. Oliver l’aveva subito fissata con quel suo modo. Quel suo sguardo. Quello sguardo che, stando a Curtis, non avrebbe mai potuto cambiare. Era vero.

“Allora, cominciamo questi benedetti festeggiamenti, signor Sindaco?” Fece Lance sfregandosi le mani nervosamente. Era calato un silenzio imbarazzato fra quei due e attorno a loro. Possibile che non si potessero mettere d’accordo e tornare insieme? Gia’ far finta che fra loro non ci fosse niente era difficile e imbarazzante a volte. Se poi si guardavano cosi’ era addirittura impossibile.

“Su avanti, il festeggiato deve tagliare la torta e fare un discorso!” disse Felicity

E si avviarono verso il tavolo, dove una torta bianca e verde dall’aspetto invitante li aspettava.

“Oddio, un altro discorso dei suoi no!” Fece Curtis che a ogni discorso di Oliver come sindaco non sapeva se esserne fiero perche’ era suo amico e perche’ era un eroe, incazzarsi perche’ era costretto a sentire certe cose a volte trite e ritrite o annoiarsi per la retorica che ci metteva. Era bravo a parlare. Nessuno lo negava. Ma ne aveva sentiti troppi di suoi discorsi.

“Curtis ha ragione” disse Felicity

Thea la guardo’ un po’ risentita. Ma Felicity aggiunse subito “Perche’ noi vogliamo sentire due parole da Oliver Queen e non un discorso dal Sindaco!”

“Te l’avevo detto che una festa a sorpresa non era una buona idea!” disse Lance a Thea.

Thea alzo’ le spalle. Oliver ne aveva passate decisamente troppe in quel’ultimo anno. Aveva bisogno di staccare un attimo. Non poteva andare avanti cosi’. Ne aveva parlato con Felicity che si era detta completamente d’accordo. E quale momento migliore di quello. Chase finalmente in prigione. Le cose erano decisamente piu’ tranquille. Eppure lui non riusciva a calmarsi. A rilassarsi. Era sempre in tensione. Vigile. Vigilante. Sempre in modalita’ Green Arrow come aveva detto Curtis. O modalita’ Sindaco. Insomma non riusciva a essere se’ stesso. Qualsiasi cosa volesse dire.

Quel che avevano saputo del loro padre non aveva aiutato. Si erano detti che dovevano lasciare il passato nel passato. E vivere per loro stessi. E Thea aveva scoperto che erano state parole di Felicity. Felicity era cosi’ importante per suo fratello da far diventare proprie le sue parole. Lei sapeva che la amava. E sapeva che suo fratello non era mai stato tanto innamorato di una donna. Ci era rimasta male quando si erano lasciati. Si vedeva che soffrivano, tutti e due. E poi quando Oliver aveva deciso di frequentare quella dannata giornalista. Lei lo aveva messo in guardia. Era arrivata anche a misure estreme per difenderlo dal rischio che la Williams sbandierasse la sua identita’ segreta per un premio giornalistico. Ma dal punto di vista sentimentale… finche’ non l’avesse guardata come guardava Felicity non c’era pericolo.

Li osservava in quel momento. Oliver aveva uno sguardo che valeva mille parole. Felicity cercava invece di darsi un contegno.

“Dai forza, Ollie. Parla.” Disse Thea allungandogli un bicchiere di champagne

Oliver strinse le labbra. Si guardo’ i piedi nervosamente, ondeggiando sulle gambe. Poi alzo’ lo sguardo. Schiari’ la voce.

“Il sindaco e’ bravo a parlare perche’ fa parte della sua mansione. Io diro’ solo una cosa invece. Grazie, amici miei. Grazie perche’ ci siete. Grazie per quello che fate. Grazie soprattutto perche’ credete in me. Non solo come sindaco o come Green Arrow. Ma perche’ credete in me. Oliver. La vostra fiducia, la vostra perseveranza e la forza che mi date sono preziose per me. Non sapete quanto. Grazie davvero. Dal profondo del cuore.”  

John Diggle lo osservava. Ricordava quando lo aveva incontrato. Un essere distrutto. Un bel involcruo esterno, dalla bella facciata ma senza contenuto. Quasi una macchina. Che sotto nascondeva un’anima ferita, tormentata. Un sopravvissuto. I loro scontri. La scoperta’ della sua identita’ di vigilante. La loro amicizia. Il fatto che fosse diventato un fratello. La loro missione. Ne aveva fatta di strada Oliver Queen in quei 5 anni.

“Buon compleanno, amico!” Disse levando il calice

“Buon compleanno!” Dissero tutti gli altri, levando anch’essi i calici

La festicciola proseguiva tranquilla. Thea aveva acceso lo stereo e la musica aleggiava nell’aria mentre Oliver si fermava a parlare un po’ con tutti mentre gli altri chiacchieravano a coppie.

Felicity osservava Oliver e Diggle parlare. Le due colonne. I vertici del triangolo di quello che lei chiamava Original Team Arrow. Sorrise. Quei due testoni erano cosi’ importanti per lei.

Diggle era un fratello maggiore, la coscienza del gruppo. La roccia salda su cui poggiava il team. Potevi sempre fidarti di lui.  Non ti avrebbe mai abbandonato.

Quanto a Oliver. Lui era.. lui. Aveva tanti sentimenti nel suo cuore per lui. Tanti e a volte contrastanti. Non avrebbe saputo nemmeno da dove incominciare per elencarli, descriverli. Uno su tutti. Troppo grande. Troppo forte. Che non era riuscita a sopprimere. A dimenticare. Ma lui? Bevve un sorso di vino. Si erano parlati. Avevano chiarito. Il loro rapporto era quasi tornato come prima. Quasi. Perche’ era diverso. Lui le aveva confidato la sua paura piu’ grande. Ma lei non se ne era andata. Al contrario. Era rimasta. Ma ora? Quel che c’era tra loro era forte ma cosi’ fragile al momento. Non sapeva bene cosa fare.

Oliver intanto parlava con John. Avevano optato per due birre, in mancanza di whiskey o vodka. Lo champagne andava bene per festeggiare il compleanno ma per parlare serviva altro. 

“Allora Oliver, che mi dici?”

“Mi sento .. strano.”

“Non sei piu’ abituato a festeggiare compleanni, vero?”

“No. Ma non e’ solo questo.”

“Cosa c’e’?”

“Dovrei essere contento. Chase e’ finalmente chiuso in una prigione. Le cose adesso sono abbastanza calme. Eppure… Lo senti anche tu?”

“Che c’e’ qualcosa che non quadra?” 

“Si. Non riesco a togliermi di dosso questa sensazione. Mi sembra la calma prima della tempesta.”

“Oliver prenditi un attimo di pausa. Solo un momento. Non puoi continuare a torturarti in questo modo. Chase non e’ piu’ tua responsabilita’. Paghera’ per quel che ha fatto. E nella prigione Argus vedrai che ci stara’ fino a che non ci marcira’ dentro.”

“Lo so John. Ma non sono tranquillo. Si e’ arreso troppo facilmente.”

“Ha tentato di ucciderti. Peggio, di distruggerti. Capisco il tuo stato. Ma forse anche lui era stanco di questo gioco al massacro. Quel che gli hai detto su suo padre e’ stato pesante. L’ha fatto crollare.  Ma per una volta rilassati. Datti un momento per tirare il fiato per poi ripartire. Lascia che il mondo giri per un giorno senza averne il peso sulle spalle, ok?”

“Ci provero’. Grazie fratello.”

“Grazie a te, fratello.” Si abbracciarono. “Adesso vado. Lyla mi aspetta a casa con JJ. Di nuovo buon compleanno!”

“Ciao Dig.”

“Dig se ne va?” Chiese Felicity vedendo Oliver venire verso di lei. Si era appoggiata per un momento a uno dei piedistalli per appoggiarci sopra il bicchiere e il cellulare. Era bellissima. In quell’abitino rosato dalle decorazioni rosse. La profonda scollatura evidenziata dalla collana girocollo, la gonna corta al ginocchio come piaceva a lui. Le gambe tornite, snelle. Le braccia nude. La pelle bianca e liscia che ricordava fremere sotto i suoi baci, le sue carezze. I suoi capelli, i riccioli che le ricadevano sul viso. Quel viso tanto amato. I suoi occhi. La sua bocca. Quelle labbra che avrebbe voluto tanto baciare in quel momento.

“Si, torna dalla sua famiglia”

“E’ dura per te, vero?”

“Cosa?”

“Non sei piu’ abituato a… questo.”

Felicity fece un arioso cenno alla stanza ma intendeva qualcos’altro. Qualcosa che Oliver capi’ subito. Una casa. Una vita normale. Amici con cui uscire a farsi una bevuta e parlare. E non sempre e solo di come catturare un cattivo o con cui uscire di notte a perlustrare la citta’. Compleanni da festeggiare. Qualcuno da amare, con cui stare senza il terrore di metterlo in pericolo. Una famiglia. Dei figli. William. Un futuro diverso.

Lei sentiva. Sapeva. Capiva. Lo conosceva meglio di chiunque altro al mondo. Se ne era innamorata. Lo aveva amato. Lo amava ancora?

“No. Non ci sono piu’ abituato. Troppi anni a fare questa vita da ..”

“Da eroe. E non mi contraddire, sai?”

Lui sorrise e la contemplo’ con il suo sguardo intenso e carezzevole. Riusciva sempre a farlo sorridere. Fin dalla prima volta che l’aveva incontrata. La sua luce. Il tempo si era come fermato. Non vedevano piu’ gli altri che li osservavano di lontano e facevano finta di non vederli. Avevano occhi solo l’uno per l’altra.

“E’ che..”  comincio’ lui

“Che non sei tranquillo.”

“No, infatti. Abbiamo lottato cosi’ tanto contro Chase”

“Ma abbiamo vinto!”

sorrise lei, toccandogli il nodo della cravatta con fare scherzoso. Stava flirtando? Di nuovo sorrise. Il loro rapporto era tornato un po’ come una volta. Ma lui avrebbe voluto di piu’. Lo sapeva, era troppo presto. Erano appena tornati ad avere un bel rapporto dopo un anno di gelo, di lontananza, di tentativi di andare avanti per un’altra strada che non fossero loro. Altre persone nelle loro vite. E non era andata un granche’ bene. Per poi ritrovarsi. Il legame fra loro non era morto. Anzi.

“Si, forse.” Un attimo di silenzio e poi  “Grazie Felicity.”

“Di cosa?”

“Di tutto. Della festa. Dopo quel che e’ successo … “

“Beh, era ora che festeggiassimo il tuo compleanno come si deve. Il passato e’ passato. Festeggiamo una nuova partenza. Prendila come la celebrazione della tua nuova nascita.”

“Una nuova nascita… mi piace.” Fece lui serio

“Non ho esagerato vero con le decorazioni, vero?” Fece lei, ansiosa

“Esagerato?”

“Si, lo sai che noi Smoak tendiamo a esagerare con i lustrini. Ti ricordi cosa aveva combinato mia madre alla nostra festa di..” Felicity si interruppe. La festa di fidanzamento. Maledizione alla sua bocca che parlava senza essere collegata al cervello. Era nervosa. Sentiva l’agitazione in ogni fibra del suo corpo. Lui era vicino. Troppo vicino. Quando gli aveva toccato la cravatta aveva sentito come una scossa. E ora parlava a vanvera.

Ma Oliver sorrise divertito “Come sta tua madre?”

“Bene, suppongo. Voglio dire spero. E’ da un po’ che non la sento. L’ho trascurata ultimamente. Ho trascurato tutto e tutti ultimamente.”

Helix. Era stata troppo presa da loro. Era stato uno sbaglio. Avrebbe dovuto ascoltare Oliver. Ma non ascoltava nemmeno se’ stessa. Era convinta di essere nel giusto. Non sentiva ragioni. Se non fosse stato per lui ora sarebbe stata chissa’ dove. In un baratro di oscurita’ dal quale non si sarebbe ripresa facilmente. Solo lui l’aveva fermata. Non con la forza. Ma con la sua debolezza, la sua fragilita’. Devastante, intensissima, commovente fragilita’.

“Non ci siamo piu’ mandati sms, giuro!” Fece lui alzando le mani come in segno di resa

Felicity sorrise.  “Si, lo so. Ha passato un brutto periodo, povera mamma. Dopo …”

“Dopo Lance?”

“Si. Sentiva di non poter fare niente per lui e si sono lasciati.”

Un po’ come aveva fatto lei con Oliver.

“Peccato erano una bella coppia. Stavano bene assieme.” Come noi penso’ Oliver

“Gia’. E’difficile dimenticare un legame bello e importante. Certe emozioni. Ma a volte non abbiamo scelta.”

“A volte e’ impossibile.”

“Ma tu puoi ancora farcela.”

Oliver la guardo’ interrogativo

“Puoi farla tornare da te. O raggiungerla.”

“Di cosa stai parlando?”

“Di Susan Williams”.

“Susan?”

“Si, adesso che le cose si sono calmate puoi.. potete tornare assieme.” Lo disse con la morte nel cuore. Ma se lei lo rendeva felice.

“No. Ci siamo lasciati.”

“Oh?”

“Non pensavo a Susan quando ho detto che a volte..” comincio’ lui

“E ’impossibile dimenticare” fini’ lei

Si guardarono fisso negli occhi. Le espressioni si fecero diverse. La tensione elettrica fra di loro crebbe di colpo. Allora lui era libero. Allora a lei importava ancora di lui. Videro qualcosa negli occhi l’uno dell’altra. Desiderio. Passione. Amore. Era ancora tutto li’. Vivo. Bruciante.

Oliver mosse impercettibilmente una mano verso di lei

“Manda via tutti cosi che…” fece roco, la voce un’ottava piu’ bassa del normale, da brivido

“Come faccio?” sussurro’ lei gutturalmente

“Felicity…”

Lei annui’, non staccando gli occhi dai suoi. Tocco’ leggermente il touch del suo cellulare, che era appoggiato sul supporto.

Il telefono di Curtis emise il bip di messaggio ricevuto.

“Messaggio dal server al covo. Devo andare!”

“Devo venire anch’io?” chiese Felicity, falsamente innocente

“No. Direi proprio di no.” E Curtis le strizzo’ l’occhio.

“Vengo via pure io!” fece Thea, che non si era persa lo sguardo intenso tra Oliver e Felicity.

“Quentin, mi accompagna?”

“Io? … oh si, certo!” fece Lance dopo una significativa occhiata da parte di Thea.

“Ciao, ancora buon compleanno!”

E in meno di due minuti erano rimasti soli.

Oliver ando’ a chiudere la porta a chiave, i passi lenti, l’andatura dinoccolata.

Poi si giro’ verso di lei. L’occhiata che le rivolse le incendio’ i sensi.

“Sei sempre fantastica. Come fai?” Chiese lui ma si stava controllando a malapena

“Sono Felicity Smoak, no?” Scherzo’ lei mentre pensava Oliver Queen, che diavolo aspetti?

“Si, Felicity Smoak. Sei … unica.”

“Oliver…”

La raggiunse in due passi, la prese tra le braccia con un’urgenza che non poteva essere piu’ negata, frenata.

Senti’ l’esile corpo di lei stringersi al suo mentre si impadroniva delle sue labbra. Labbra che si schiusero prontamente accogliendo le sue, le braccia che subitamente risalirono alle sue larghe spalle, le piccole mani che si insinuarono subito fra i suoi capelli. Un bacio profondo, ardente, appassionato. I respiri che si fusero, le lingue che si intrecciarono. Un altro bacio. E un altro ancora.

Si staccarono per il bisogno di aria.

“Felicity… “

“Oliver ..”

La sollevo’ d’impeto fra le braccia, la poso’ gentilmente su uno dei divani. La guardo’ ancora una volta

“Ti amo. Non ho mai smesso di amarti.”

“Lo so. Anch’io.” ammise lei accarezzandogli la guancia ricoperta di barba

Ricomincio’ a baciarla, mentre il fuoco della passione divampava sempre di piu’. Lei gli tolse la cravatta, la giacca fini in mezzo al salotto, seguita dal resto degli abiti mentre lui la spogliava in fretta dall’abito baciandole il seno freneticamente, affamato.

Il cellulare di Oliver prese a suonare proprio in quel momento.

“Lascialo suonare!” Disse lei respirando convulsamente, le mani nei capelli e sul collo di lui.

“Ti scongiuro, lascialo suonare!”

“Non ho nessuna..  intenzione …  di rispondere.” Sussurro’ lui sulla sua pelle diafana

“Volevo che tutto fosse perfetto..  e invece.. “

“Lui si fermo’ un secondo a guardarla “Lo e’,  amore. Tu sei perfetta. Questo momento e’ perfetto.. perche’ siamo insieme.”

E di nuovo cominciarono la loro danza d’amore. Mentre sul display del cellulare che fuoriusciva dalla tasca della giacca di Oliver in mezzo al salotto compariva la scritta della persona chiamante

Unknown.. Unknown… Unknown…

L’inizio della fine.

 

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Seconda versione!  Lo so, sono fissata con la cavalla ma Oliver non ha mai detto ufficialmente a Felicity che ha mollato Susan, ergo..

Avete visto ultimo trailer? Ma Emily la deve finire di improvvisare certe cose. Se tocca la cravatta a Stephen in quel modo noi poi ci aspettiamo certe cose… 😊

Buona 5X22 Sis! E buon compleanno, Oliver!

   
 
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