“Sorpresa!”
Esclamarono Felicity e Thea, i calici in mano,
anche se a dire la verita’ ci erano rimaste un po’
male.
Diavolo, Oliver sapeva davvero
essere tremendo. Si
aspettavano che avrebbe reagito. Ma non quel tipo di reazione. Aveva
atterrato
violentemente Curtis senza dargli quasi il tempo di difendersi.
Povero Curtis, che volo! Era
fortunato a essere ancora
intero.
Ma lui sembrava averla presa
abbastanza bene. Era ancora a
terra ma aveva sorriso a Oliver “Buon compleanno!”
Oliver aveva aggrottato le
sopracciglia. Curtis? Buon
Compleanno? Che giorno era, il 17 maggio?
Si guardo’ attorno, come
smarrito. Festoni, palloncini.
Calici di champagne in mano alle ragazze. Una torta sul tavolo, piatti
e
posate. Lance che lo guardava divertito. Diggle che lo osservava con
aria
sorniona, come solo lui sapeva fare.
Cos’era quella, una
festa? Una festa a sorpresa? Per lui?
“Potresti per favore
accantonare per un secondo la
modalita’ Green Arrow e darmi un mano a rialzarmi?”
Chiese Curtis
Oliver rilasso’ la
postura del corpo. Emise un profondo
sospiro. Allungo’ una mano per tirarlo su
“Non ci provare mai
piu’ ad aggirarti di soppiatto in quel
modo!” gli disse in modo burbero, per nascondere quel che
provava in quel
momento.
“Messaggio ricevuto,
boss. Ci tengo all’osso del collo.”
Una festa. Una festa di compleanno.
Non festeggiava il suo
compleanno da… non ricordava da quanto non festeggiava
piu’ il suo compleanno.
Anche prima del naufragio il suo compleanno non era poi una gran festa.
I suoi
genitori, dopo un distratto bacio d’auguri e
l’ennesimo regalo costoso di cui
si sarebbe stancato il giorno dopo, sparivano dietro i loro reciproci
impegni e
interessi. Thea era ancora una ragazzina piu’ interessata a
sballarsi che a
stare con lui. Il suo buon amico Tommy era l’unico a cui la
cosa interessasse
ma giusto per andarsi a divertire assieme con un paio di ragazze
disponibili. Era
stato un viziato arrogante figlio di papa’. Tanto tempo fa.
Una vita fa. E
avrebbe invece tanto voluto che fosse stato diverso.
Fu distratto da questi mesti
pensieri dall’ affettuoso
abbraccio della sorella. La sua Thea. Era cresciuta. Era diventata
forte. Era
sempre stata forte. Come aveva detto suo padre. Piu’ forte di
lui.
“Buon compleanno,
fratellone!”
“Grazie.
Beh vedo
che vi siete impegnati nell’impresa di prendermi in
contropiede! Quell’sms non
poteva piu’ essere criptico di cosi’.”
“Colpa di Felicity, ha
fatto tutto lei!” disse
Diggle strizzandogli un occhio
“John! Avevamo detto di
non … “ comincio’ Felicity. Ma
s’interruppe. Oliver l’aveva subito fissata con
quel suo modo. Quel suo
sguardo. Quello sguardo che, stando a Curtis, non avrebbe mai potuto
cambiare. Era
vero.
“Allora, cominciamo
questi benedetti festeggiamenti,
signor Sindaco?” Fece Lance sfregandosi le mani nervosamente.
Era calato un
silenzio imbarazzato fra quei due e attorno a loro. Possibile che non
si
potessero mettere d’accordo e tornare insieme? Gia’
far finta che fra loro non
ci fosse niente era difficile e imbarazzante a volte. Se poi si
guardavano
cosi’ era addirittura impossibile.
“Su avanti, il
festeggiato deve tagliare la torta e fare
un discorso!” disse Felicity
E si avviarono verso il tavolo,
dove una torta bianca e
verde dall’aspetto invitante li aspettava.
“Oddio, un altro discorso
dei suoi no!” Fece Curtis che a
ogni discorso di Oliver come sindaco non sapeva se esserne fiero
perche’ era
suo amico e perche’ era un eroe, incazzarsi perche’
era costretto a sentire certe
cose a volte trite e ritrite o annoiarsi per la retorica che ci
metteva. Era
bravo a parlare. Nessuno lo negava. Ma ne aveva sentiti troppi di suoi
discorsi.
“Curtis ha
ragione” disse Felicity
Thea la guardo’ un
po’ risentita. Ma Felicity aggiunse
subito “Perche’ noi vogliamo sentire due parole da
Oliver Queen e non un
discorso dal Sindaco!”
“Te l’avevo
detto che una festa a sorpresa non era una
buona idea!” disse Lance a Thea.
Thea alzo’ le spalle.
Oliver ne aveva passate decisamente
troppe in quel’ultimo anno. Aveva bisogno di staccare un
attimo. Non poteva
andare avanti cosi’. Ne aveva parlato con Felicity che si era
detta
completamente d’accordo. E quale momento migliore di quello.
Chase finalmente
in prigione. Le cose erano decisamente piu’ tranquille.
Eppure lui non riusciva
a calmarsi. A rilassarsi. Era sempre in tensione. Vigile. Vigilante.
Sempre in
modalita’ Green Arrow come aveva detto Curtis. O
modalita’ Sindaco. Insomma non
riusciva a essere se’ stesso. Qualsiasi cosa volesse dire.
Quel che avevano saputo del loro
padre non aveva aiutato.
Si erano detti che dovevano lasciare il passato nel passato. E vivere
per loro
stessi. E Thea aveva scoperto che erano state parole di Felicity.
Felicity era
cosi’ importante per suo fratello da far diventare proprie le
sue parole. Lei
sapeva che la amava. E sapeva che suo fratello non era mai stato tanto
innamorato di una donna. Ci era rimasta male quando si erano lasciati.
Si
vedeva che soffrivano, tutti e due. E poi quando Oliver aveva deciso di
frequentare quella dannata giornalista. Lei lo aveva messo in guardia.
Era
arrivata anche a misure estreme per difenderlo dal rischio che la
Williams sbandierasse
la sua identita’ segreta per un premio giornalistico. Ma dal
punto di vista
sentimentale… finche’ non l’avesse
guardata come guardava Felicity non c’era
pericolo.
Li osservava in quel momento.
Oliver aveva uno sguardo che
valeva mille parole. Felicity cercava invece di darsi un contegno.
“Dai forza, Ollie.
Parla.” Disse Thea allungandogli un
bicchiere di champagne
Oliver strinse le labbra. Si
guardo’ i piedi nervosamente,
ondeggiando sulle gambe. Poi alzo’ lo sguardo.
Schiari’ la voce.
“Il sindaco e’
bravo a parlare perche’ fa parte della sua
mansione. Io diro’ solo una cosa invece. Grazie, amici miei.
Grazie perche’ ci
siete. Grazie per quello che fate. Grazie soprattutto perche’
credete in me. Non
solo come sindaco o come Green Arrow. Ma perche’ credete in
me. Oliver. La
vostra fiducia, la vostra perseveranza e la forza che mi date sono
preziose per
me. Non sapete quanto. Grazie davvero. Dal profondo del
cuore.”
John Diggle lo osservava. Ricordava
quando lo aveva
incontrato. Un essere distrutto. Un bel involcruo esterno, dalla bella
facciata
ma senza contenuto. Quasi una macchina. Che sotto nascondeva
un’anima ferita,
tormentata. Un sopravvissuto. I loro scontri. La scoperta’
della sua identita’
di vigilante. La loro amicizia. Il fatto che fosse diventato un
fratello. La
loro missione. Ne aveva fatta di strada Oliver Queen in quei 5 anni.
“Buon compleanno,
amico!” Disse levando il calice
“Buon
compleanno!” Dissero tutti gli altri, levando
anch’essi
i calici
La festicciola proseguiva
tranquilla. Thea aveva acceso lo
stereo e la musica aleggiava nell’aria mentre Oliver si
fermava a parlare un
po’ con tutti mentre gli altri chiacchieravano a coppie.
Felicity osservava Oliver e Diggle
parlare. Le due
colonne. I vertici del triangolo di quello che lei chiamava Original
Team
Arrow. Sorrise. Quei due testoni erano cosi’ importanti per
lei.
Diggle era un fratello maggiore, la
coscienza del gruppo.
La roccia salda su cui poggiava il team. Potevi sempre fidarti di lui. Non ti avrebbe mai
abbandonato.
Quanto a Oliver. Lui era.. lui.
Aveva tanti sentimenti nel
suo cuore per lui. Tanti e a volte contrastanti. Non avrebbe saputo
nemmeno da
dove incominciare per elencarli, descriverli. Uno su tutti. Troppo
grande.
Troppo forte. Che non era riuscita a sopprimere. A dimenticare. Ma lui?
Bevve
un sorso di vino. Si erano parlati. Avevano chiarito. Il loro rapporto
era
quasi tornato come prima. Quasi. Perche’ era diverso. Lui le
aveva confidato la
sua paura piu’ grande. Ma lei non se ne era andata. Al
contrario. Era rimasta.
Ma ora? Quel che c’era tra loro era forte ma cosi’
fragile al momento. Non
sapeva bene cosa fare.
Oliver intanto parlava con John.
Avevano optato per due
birre, in mancanza di whiskey o vodka. Lo champagne andava bene per
festeggiare
il compleanno ma per parlare serviva altro.
“Allora Oliver, che mi
dici?”
“Mi sento ..
strano.”
“Non sei piu’
abituato a festeggiare compleanni, vero?”
“No. Ma non e’
solo questo.”
“Cosa
c’e’?”
“Dovrei essere contento.
Chase e’ finalmente chiuso in una
prigione. Le cose adesso sono abbastanza calme. Eppure… Lo
senti anche tu?”
“Che
c’e’ qualcosa che non quadra?”
“Si. Non riesco a
togliermi di dosso questa sensazione. Mi
sembra la calma prima della tempesta.”
“Oliver prenditi un
attimo di pausa. Solo un momento. Non
puoi continuare a torturarti in questo modo. Chase non e’
piu’ tua
responsabilita’. Paghera’ per quel che ha fatto. E
nella prigione Argus vedrai
che ci stara’ fino a che non ci marcira’
dentro.”
“Lo so John. Ma non sono
tranquillo. Si e’ arreso troppo
facilmente.”
“Ha tentato di ucciderti.
Peggio, di distruggerti. Capisco
il tuo stato. Ma forse anche lui era stanco di questo gioco al
massacro. Quel
che gli hai detto su suo padre e’ stato pesante.
L’ha fatto crollare. Ma
per una volta rilassati. Datti un momento
per tirare il fiato per poi ripartire. Lascia che il mondo giri per un
giorno
senza averne il peso sulle spalle, ok?”
“Ci provero’.
Grazie fratello.”
“Grazie a te,
fratello.” Si abbracciarono. “Adesso vado.
Lyla mi aspetta a casa con JJ. Di nuovo buon compleanno!”
“Ciao Dig.”
“Dig se ne va?”
Chiese Felicity vedendo Oliver venire
verso di lei. Si era appoggiata per un momento a uno dei piedistalli
per
appoggiarci sopra il bicchiere e il cellulare. Era bellissima. In
quell’abitino
rosato dalle decorazioni rosse. La profonda scollatura evidenziata
dalla
collana girocollo, la gonna corta al ginocchio come piaceva a lui. Le
gambe
tornite, snelle. Le braccia nude. La pelle bianca e liscia che
ricordava
fremere sotto i suoi baci, le sue carezze. I suoi capelli, i riccioli
che le
ricadevano sul viso. Quel viso tanto amato. I suoi occhi. La sua bocca.
Quelle
labbra che avrebbe voluto tanto baciare in quel momento.
“Si, torna dalla sua
famiglia”
“E’ dura per
te, vero?”
“Cosa?”
“Non sei piu’
abituato a… questo.”
Felicity fece un arioso cenno alla
stanza ma intendeva
qualcos’altro. Qualcosa che Oliver capi’ subito.
Una casa. Una vita normale. Amici
con cui uscire a farsi una bevuta e parlare. E non sempre e solo di
come
catturare un cattivo o con cui uscire di notte a perlustrare la
citta’.
Compleanni da festeggiare. Qualcuno da amare, con cui stare senza il
terrore di
metterlo in pericolo. Una famiglia. Dei figli. William. Un futuro
diverso.
Lei sentiva. Sapeva. Capiva. Lo
conosceva meglio di
chiunque altro al mondo. Se ne era innamorata. Lo aveva amato. Lo amava
ancora?
“No. Non ci sono
piu’ abituato. Troppi anni a fare questa
vita da ..”
“Da eroe. E non mi
contraddire, sai?”
Lui sorrise e la
contemplo’ con il suo sguardo intenso e
carezzevole. Riusciva sempre a farlo sorridere. Fin dalla prima volta
che
l’aveva incontrata. La sua luce. Il tempo si era come
fermato. Non vedevano
piu’ gli altri che li osservavano di lontano e facevano finta
di non vederli.
Avevano occhi solo l’uno per l’altra.
“E’
che..” comincio’
lui
“Che non sei
tranquillo.”
“No, infatti. Abbiamo
lottato cosi’ tanto contro Chase”
“Ma abbiamo
vinto!”
sorrise lei, toccandogli il nodo
della cravatta con fare
scherzoso. Stava flirtando? Di nuovo sorrise. Il loro rapporto era
tornato un
po’ come una volta. Ma lui avrebbe voluto di piu’.
Lo sapeva, era troppo
presto. Erano appena tornati ad avere un bel rapporto dopo un anno di
gelo, di
lontananza, di tentativi di andare avanti per un’altra strada
che non fossero
loro. Altre persone nelle loro vite. E non era andata un
granche’ bene. Per poi
ritrovarsi. Il legame fra loro non era morto. Anzi.
“Si, forse.” Un
attimo di silenzio e poi “Grazie
Felicity.”
“Di cosa?”
“Di tutto. Della festa.
Dopo quel che e’ successo … “
“Beh, era ora che
festeggiassimo il tuo compleanno come si
deve. Il passato e’ passato. Festeggiamo una nuova partenza.
Prendila come la
celebrazione della tua nuova nascita.”
“Una nuova
nascita… mi piace.” Fece lui serio
“Non ho esagerato vero
con le decorazioni, vero?” Fece
lei, ansiosa
“Esagerato?”
“Si, lo sai che noi Smoak
tendiamo a esagerare con i
lustrini. Ti ricordi cosa aveva combinato mia madre alla nostra festa
di..” Felicity
si interruppe. La festa di fidanzamento. Maledizione alla sua bocca che
parlava
senza essere collegata al cervello. Era nervosa. Sentiva
l’agitazione in ogni
fibra del suo corpo. Lui era vicino. Troppo vicino. Quando gli aveva
toccato la
cravatta aveva sentito come una scossa. E ora parlava a vanvera.
Ma Oliver sorrise divertito
“Come sta tua madre?”
“Bene, suppongo. Voglio
dire spero. E’ da un po’ che non
la sento. L’ho trascurata ultimamente. Ho trascurato tutto e
tutti ultimamente.”
Helix. Era stata troppo presa da
loro. Era stato uno
sbaglio. Avrebbe dovuto ascoltare Oliver. Ma non ascoltava nemmeno
se’ stessa.
Era convinta di essere nel giusto. Non sentiva ragioni. Se non fosse
stato per
lui ora sarebbe stata chissa’ dove. In un baratro di
oscurita’ dal quale non si
sarebbe ripresa facilmente. Solo lui l’aveva fermata. Non con
la forza. Ma con
la sua debolezza, la sua fragilita’. Devastante,
intensissima, commovente
fragilita’.
“Non ci siamo
piu’ mandati sms, giuro!” Fece lui alzando
le mani come in segno di resa
Felicity sorrise.
“Si,
lo so. Ha passato un brutto periodo, povera mamma. Dopo
…”
“Dopo Lance?”
“Si. Sentiva di non poter
fare niente per lui e si sono
lasciati.”
Un po’ come aveva fatto
lei con Oliver.
“Peccato erano una bella
coppia. Stavano bene assieme.”
Come noi penso’ Oliver
“Gia’.
E’difficile dimenticare un legame bello e
importante. Certe emozioni. Ma a volte non abbiamo scelta.”
“A volte e’
impossibile.”
“Ma tu puoi ancora
farcela.”
Oliver la guardo’
interrogativo
“Puoi farla tornare da
te. O raggiungerla.”
“Di cosa stai
parlando?”
“Di Susan
Williams”.
“Susan?”
“Si, adesso che le cose
si sono calmate puoi.. potete
tornare assieme.” Lo disse con la morte nel cuore. Ma se lei
lo rendeva felice.
“No. Ci siamo
lasciati.”
“Oh?”
“Non pensavo a Susan
quando ho detto che a volte..”
comincio’ lui
“E ’impossibile
dimenticare” fini’ lei
Si guardarono fisso negli occhi. Le
espressioni si fecero
diverse. La tensione elettrica fra di loro crebbe di colpo. Allora lui
era
libero. Allora a lei importava ancora di lui. Videro qualcosa negli
occhi l’uno
dell’altra. Desiderio. Passione. Amore. Era ancora tutto
li’. Vivo. Bruciante.
Oliver mosse impercettibilmente una
mano verso di lei
“Manda via tutti cosi
che…” fece roco, la voce un’ottava
piu’ bassa del normale, da brivido
“Come faccio?”
sussurro’ lei gutturalmente
“Felicity…”
Lei annui’, non staccando
gli occhi dai suoi. Tocco’
leggermente il touch del suo cellulare, che era appoggiato sul
supporto.
Il telefono di Curtis emise il bip
di messaggio ricevuto.
“Messaggio dal server al
covo. Devo andare!”
“Devo venire
anch’io?” chiese Felicity, falsamente
innocente
“No. Direi proprio di
no.” E Curtis le strizzo’ l’occhio.
“Vengo via pure
io!” fece Thea, che non si era persa lo
sguardo intenso tra Oliver e Felicity.
“Quentin, mi
accompagna?”
“Io? … oh si,
certo!” fece Lance dopo una significativa
occhiata da parte di Thea.
“Ciao, ancora buon
compleanno!”
E in meno di due minuti erano
rimasti soli.
Oliver ando’ a chiudere
la porta a chiave, i passi lenti,
l’andatura dinoccolata.
Poi si giro’ verso di
lei. L’occhiata che le rivolse le
incendio’ i sensi.
“Sei sempre fantastica.
Come fai?” Chiese lui ma si stava
controllando a malapena
“Sono Felicity Smoak,
no?” Scherzo’ lei mentre pensava
Oliver Queen, che diavolo aspetti?
“Si, Felicity Smoak. Sei
… unica.”
“Oliver…”
La raggiunse in due passi, la prese
tra le braccia con un’urgenza
che non poteva essere piu’ negata, frenata.
Senti’ l’esile
corpo di lei stringersi al suo mentre si
impadroniva delle sue labbra. Labbra che si schiusero prontamente
accogliendo
le sue, le braccia che subitamente risalirono alle sue larghe spalle,
le
piccole mani che si insinuarono subito fra i suoi capelli. Un bacio
profondo,
ardente, appassionato. I respiri che si fusero, le lingue che si
intrecciarono.
Un altro bacio. E un altro ancora.
Si staccarono per il bisogno di
aria.
“Felicity…
“
“Oliver ..”
La sollevo’
d’impeto fra le braccia, la poso’ gentilmente
su uno dei divani. La guardo’ ancora una volta
“Ti amo. Non ho mai
smesso di amarti.”
“Lo so.
Anch’io.” ammise lei accarezzandogli la guancia
ricoperta di barba
Ricomincio’ a baciarla,
mentre il fuoco della passione
divampava sempre di piu’. Lei gli tolse la cravatta, la
giacca fini in mezzo al
salotto, seguita dal resto degli abiti mentre lui la spogliava in
fretta
dall’abito baciandole il seno freneticamente, affamato.
Il cellulare di Oliver prese a
suonare proprio in quel
momento.
“Lascialo
suonare!” Disse lei respirando convulsamente, le
mani nei capelli e sul collo di lui.
“Ti scongiuro, lascialo
suonare!”
“Non ho nessuna..
intenzione …
di rispondere.” Sussurro’
lui sulla sua pelle diafana
“Volevo che tutto fosse
perfetto.. e
invece.. “
“Lui si fermo’
un secondo a guardarla “Lo e’, amore.
Tu sei perfetta. Questo momento e’
perfetto.. perche’ siamo insieme.”
E di nuovo cominciarono la loro
danza d’amore. Mentre sul
display del cellulare che fuoriusciva dalla tasca della giacca di
Oliver in
mezzo al salotto compariva la scritta della persona chiamante
Unknown.. Unknown…
Unknown…
L’inizio della fine.
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Seconda versione! Lo
so, sono fissata con la cavalla ma Oliver non ha mai detto
ufficialmente a
Felicity che ha mollato Susan, ergo..
Avete visto ultimo trailer? Ma
Emily la deve finire di
improvvisare certe cose. Se tocca la cravatta a Stephen in quel modo
noi poi ci
aspettiamo certe cose… 😊
Buona 5X22 Sis! E buon compleanno,
Oliver!