The Survey of a
Vampire
- TITOLO:
Dreaming nights
- RATING: Giallo
- GENERE: Giallo
- AVVERTIMENTI: //
- COMMENTO DELL'AUTORE (non obbligatorio): Salve ragazze, eccomi qui
finalmente. Questa storia è stata piuttosto sofferta ma
credo che dopo tutto di
essere giunta ad un buon risultato. Vi dico solo che se a me questa
storia è
sembrata strana a voi lo sembrerà ancora di più.
Il finale, lo ammetto, è
insolito, ma alla fine i fili logici della storia si intrecciano.
Ancora grazie
ragazze e buona lettura.
Prologo
Un
lungo
brivido le percorse la schiena, mentre una fresca e inspiegabile
sensazione di
quiete la pervase profondamente.
Sentì,
allora,
il freddo marmo a contatto con la pelle della schiena e la completa
assenza di
qualsivoglia soffio d’aria tutt’intorno…
Aprendo
gli occhi scorse
ampi alti archi di pietra, sormontati da guglie e contrafforti, immersi
nella
totale oscurità di quel luogo. Ecco da un lato stendersi una
grande porta di
legno scuro e ferro battuto, ornata ai lati da due semicolonne scure e
corrose
dal passare del tempo. Voltando lo sguardo, capì di trovarsi
accanto
all’entrata di quella che doveva essere stata una grande
cattedrale, ormai
abbandonata. A separarla dall’ampia navata centrale, sorretta
da due colonnati,
si stendeva una fila di archi a tutto sesto, a poco più di
un metro da dove si
trovava, supina, riversa sul marmo scuro ancora perfettamente liscio,
sul quale
si riflettevano, nonostante la fioca luce filtrante dalle finestre
opache, le
antiche travi in legno.
Solo l’altare,
oltre alla sezione a esso adiacente, era leggermente illuminato. In
tutto il
resto s’insinuava un’oscurità permeante.
Il silenzio echeggiava sinistro tra
gli intarsi di pietra e i porta candele impolverati.
Eppure
era lì,
anche se non riusciva a vederlo. La forza del suo desiderio continuava
ad
opprimere il suo animo, agitandosi nell’oscurità
dei colonnati. Si spostava
rapidamente da una colonna all’altra, da un’ombra
all’altra, celandosi ancora e
ancora… fruscii impercettibili nel suono del silenzio, muti
sussurri di uno
sguardo sfuggente e mortifero la cui presenza incombeva angosciosa in
quel
luogo.
Le
fu subito
accanto, impedendole di muoversi con la sola forza del pensiero.
Torreggiava
adesso sul suo corpo candido e vellutato. Una bramosia repressa e
assetata che
non esitò a stringerla per i fianchi e sollevarla verso di
sé, circondandola
con la sua aurea perversa e fremente, oscura come il male e tuttavia
seducente
nella sua ossessione…
Allora,
un’ondata
di calore la invase, mentre sentiva due mani forti stringerle
disperatamente le
spalle e il suo respiro ansante sul collo… piacere, paura,
pace, tumulto…
cos’altro poteva essere?!
…
“Rebecca…”
“Rebecca…”