Cap. 1
“Oh!”
Sentì un profondo sospiro fuoriuscire dalle proprie
labbra, una volta riaperti gli occhi. Si guardò intorno
freneticamente,
sentendo la fronte fredda e gronda di sudore. Era nella sua stanza, nel
suo
letto, fra le stesse coperte in piuma d’oca di
sempre…
Ma
quella scena continuava a ripresentarsi ancora vivida nella sua mente.
Quelle
sensazioni fremevano ancora dentro di lei, selvagge.
Rebecca?!
S’immobilizzò all’istante. Da dietro la
porta, appena
socchiusa, qualcuno aveva pronunciato il suo nome. Rimase ferma per un
paio di
secondi, incerta se fosse reale o solo frutto di quello che era stato
un incubo…
"Rebecca?!"
Il
cuore le balzò in gola. Nell’oscurità
della stanza cercò a tentoni il fodero
della pistola.
Le
molle del letto scricchiolarono, tradendo il suo movimento.
Scivolò
il più silenziosamente possibile fuori dal letto. Spalle al
muro, grilletto
innescato, pronta ad avvicinarsi e spalancare la porta. Prese un
respiro
profondo. Iniziò a contare: uno, due…Al tre la
porta ormai giaceva, scardinata,
sul pavimento.
“EHI,
EHI, EHI! Abbassa
quell’aggeggio. Sono un vampiro, ma il dolore riesco ancora a
sentirlo!” Una voce
familiare e un viso conosciuto la rassicurarono.
“Ma sei impazzito, John!” Rebecca si
portò una mano alla fronte, sospirando,
finalmente sollevata. Chiuse gli occhi per un istante, appoggiandosi
con la
schiena al muro.
Calmati,
è tutto
ok… è stato solo un sogno…
“Rebecca,
stai bene?”
Il tono preoccupato di John la riportò alla
realtà.
“Sì, scusami. Ma per un attimo ho temuto
che…”
“Che in casa fosse entrato un maniaco squilibrato pronto ad
aggredirti?!” La
interruppe, ma, dallo sguardo terrorizzato di Rebecca, John
capì quanto doveva
averla spaventata. Era molto pallida, aveva gli occhi ancora stravolti
e il
respiro affannato.
“Rebecca? C’è qualcosa che non
va?” Le disse nel tentativo di riprenderla.
“Non ti preoccupare, John. Adesso sto meglio. Ho solo bisogno
di un caffè.
Vuo…? Scusa, non l’ho fatto apposta.”
Disse subito dopo, ricordandosi che le
due di notte non era proprio l’ora adatta per un
caffè e, soprattutto, di avere
come partner una creatura della notte, il cui unico sostentamento era
la linfa
vitale degli esseri umani.
“Non fa niente, ci sono abituato.” Le
rispose, gentile come sempre.
Rebecca fece come per andare in cucina, ma lui
l’apostrofò nuovamente.
“Non credo avrai tempo per il caffè!”
Disse. La sua voce tradiva una grave nota
di serietà. Rebecca capì subito.
“Hanno chiamato dalla centrale? Il mio cercapersone
…”
“E’ spento. Per questo sono venuto a cercarti. Dato
che non mi aprivi, sono
entrato dalla finestra” Disse, quasi a volersi scusare per
l’intrusione di poco
prima.
“Dammi solo cinque minuti. Il tempo di vestirmi e possiamo
andare” Disse
Rebecca, allontanandosi velocemente.
“E non hai paura che possa spiarti?” Le chiese John,
ridendo.
“Non credo che a un vampiro gay possa interessare una
donna.” Rispose lei
dall’altra stanza. Si tolse in fretta e furia il pigiama,
rabbrividendo per il
freddo.
“Comunque, te l’hanno mai detto che sei
totalmente sprecato? Sul serio,
John! C’è chi farebbe follie per te.”
Disse Rebecca, per nulla maliziosa.
Sapeva che tra lei e John ci sarebbe potuta essere solo una forte
amicizia, ma
tutte le volte che lo presentava ad un’amica questa iniziava
inevitabilmente a
flirtare con lui. Il passo successivo era mostrare gli occhi dolci,
fare le
moine e infine provarci spudoratamente come una gattina in calore. Non
che
Rebecca le biasimasse in alcun modo per questo.
John era alto,
slanciato, con spalle larghe e il petto in fuori. Aveva un corpo
armonico e ben
proporzionato, oltre a un portamento elegante nel camminare. Il suo
viso era
attraente e i suoi occhi verdi erano magnificamente accompagnati da
morbidi
capelli castani.
“È
solo perché sono un
vampiro. Noi desideriamo il vostro sangue, allo stesso modo voi
desiderate noi.
Solo che non ci potrà mai essere uno scambio equo. Voi
cercate l’amore e,
in cambio, donate amore. Noi bramiamo il vostro sangue e in
cambio
rendiamo morte e oblio al vostro amore. Non lo trovi poetico, oltre che
ingiusto?”
Rebecca lo
guardò
accigliata, una volta ritornata nel corridoio. John non aveva mai
ucciso un
uomo, nemmeno subito dopo che era stato infettato da quel vampiro nel
tentativo
di ucciderlo. Eppure, certe volte sembrava che le sacche di sangue
fornitegli
giornalmente dal dipartimento non riuscissero a soddisfarlo
completamente, a
saziare la sua sete.
“Ti sei nutrito a sufficienza sta notte?!” Gli
chiese Rebecca, sospettosa.
“Non come avrei voluto, ma abbastanza da non perdere il
controllo. Il
sangue che ho bevuto sta notte aveva un sapore buonissimo, credo che
riuscirei
a riconoscere il suo donatore, se solo mi passasse davanti.”
“Non sarebbe il caso di andare?” Gli chiese Rebecca
infilandosi il cappotto
nero.
“Direi proprio di sì. Dopo di voi!” Le
disse aprendo la porta e indicandole la
soglia. Rebecca lo oltrepassò, diretta verso
l’ascensore. Sentì la porta
chiudersi e subito John la raggiunse.
“A proposito, ti hanno mai detto che hai un odore
buonissimo?!” Le disse John.
Rebecca si irrigidì, ma gli rispose cercando di sembrare il
più naturale
possibile.
“No, è la prima volta, ma lo prendo per un
complimento.”
“Allora fatti dare un consiglio: cerca di non lasciarne mai
traccia. Stai
sempre vicina a me, vai solo dove io sono già passato e non
ti allontanare per
nessun motivo.” Le disse John, più serio che mai.
“John, che cosa stai cercando di dirmi?” Rebecca
non riusciva a capire da cosa
stesse cercando di metterla in guardia.
“Sai dove stiamo andando?” Le chiese guardandola
negli occhi. Lei scosse
semplicemente il capo, più confusa di prima.
“Poche ora fa è stato rinvenuto il corpo senza
vita di una bambina.”
Rebecca non rispose. Nonostante fossero trascorsi almeno cinque anni da
quando
era entrata nel corpo della squadra investigativa della
città, non era riuscita
ancora ad abituarsi alle brutte notizie.
“Quanti anni aveva?” Chiese a John, mentre la porta
dell’ascensore si chiudeva
dietro le loro spalle.
“Circa sei. Sembrerebbe sia morta non più di
cinque/sei ore fa, ma non è facile
stabilirlo, considerate le condizioni del cadavere.” Le
rispose.
“Cosa le è accaduto?” Rebecca si
sforzò di non chiedergli il nome. Non conoscere
il nome della vittima aiuta a mantenere il distacco, almeno durante il
sopralluogo.
“Sembra che i genitori ne abbiano denunciato la scomparsa da
un paio di
settimane. La sezione minorile si stava già occupando del
suo caso quando
qualche ora fa è arrivata in centrale una segnalazione
telefonica. Un passante
ha visto qualcosa di scuro accanto allo sbocco del fiume. Credeva fosse
un
cane, solo che i cani non portano con sé
l’orsacchiotto per andare a dormire.”
Concluse John in contemporanea con l’arrestarsi
dell’ascensore.
Rimasero in silenzio fin quando, usciti in strada, Rebecca
tirò fuori le chiavi
della macchina.
“Cosa credi di fare?” Le chiese John. Rebecca,
confusa, gli rispose
“Ti sembrerà ovvio ma non credo riuscirei a tenere
il tuo passo. Noi umani
continuiamo ad usare i vecchi metodi tradizionali per spostarci.
Contribuiamo
all’inquinamento atmosferico ma, in mancanza della super
velocità, bisogna pur
arrangiarsi in qualche modo.”
Gli disse, ma lui la riprese seriamente.
“Ci sono due motivi per cui ti ho detto di non allontanarti
mai da me sta
notte. Il primo è che il luogo in cui è stato
rinvenuta la piccola si trova a
soli quattro/cinque isolati da qui. Il secondo, più
importante, è che…”
“Credi che ad ucciderla sia stato un vampiro.” Lo
anticipò Rebecca,
rabbrividendo non solo per il freddo in quella notte piovigginosa e
scura.
“Andiamo” Le indicò la
direzione
“Ti spiego tutto per strada”
“Rebecca…”
“C’è qualcosa che non va?” Le
chiese John, apprensivo.
“N-no, no. È solo che… Niente. Non sono
molto in me oggi, scusami.”
Fu così che si diressero velocemente verso il fiume.
Nessun
sospettato, nessun movente o qual si voglia indizio potevano gettar
luce sul
suo strano caso.
“Non ne sono sicuro, ma è molto probabile. I
genitori affermano di non aver
sentito nessun rumore insolito, nemmeno un grido d’aiuto. La
bambina è stata
chiaramente spinta ad avvicinarsi per aprire la finestra da qualcosa, o
da
qualcuno.” Disse, marcando di proposito le ultime parole. Lo
sguardo di Rebecca
si fece più attento. Non oltre cinquanta metri
più in là si potevano
chiaramente distinguere le luci lampeggianti delle auto della polizia.
Non più
di dieci o quindici persone tutte riunite intorno a un punto preciso
del fiume.
“Ho
chiesto di non
procedere con la rimozione del corpo. Pensavo avresti voluto osservare
la scena
ancora intatta. La scientifica aspetta solo noi per iniziare il
sopralluogo.”
Le disse John.
“Hai fatto bene, anche se i curiosi non tarderanno ad
avvicinarsi. Dobbiamo
fare in fretta. Tu sei il più veloce e senza dubbio riesci a
vedere molto
meglio di me al buio. Perlustra la zona, vedi se riesci a trovare
un’impronta,
una qualsiasi traccia. Voglio escludere tutte le possibilità
prima di prendere
sul serio in considerazione la tua ipotesi.” Gli disse,
infilandosi i guanti in
lattice.
“Io vado a ispezionare il punto dove si trova il
cadavere.”
Sentì appena la risposta di John. Era una grande fortuna
averlo come partner,
nessuno era più abile di lui. Da molto tempo il corpo di
polizia del paese
collaborava con successo con vampiri in incognito ai casi di omicidio.
Il loro
fiuto era infallibile, la loro mente registrava ogni particolare e la
loro
vista acuta era estremamente utile in casi come quello. Più
di una volta John
le aveva evitato una brutta fine, grazie a una velocità e a
una forza superiori
a quelle di qualunque essere umano. Ricordava di aver parlato con John
di
questo argomento, e rammentava di essere rimasta colpita da un
particolare…
“Alcuni
di noi
possiedono poteri speciali, inspiegabili per così dire. Non
quelli che voi
umani considerate così affascinanti come la lettura del
pensiero o altre cose
del genere. Si chiama offuscamento della volontà della
preda. Ingannano la
mente, confondono i pensieri della loro vittima fin quando questa cede,
e si
abbandona completamente tra le braccia del suo
assassino…”
Rebecca cercò di non focalizzare lo sguardo sul corpicino
etereo a pochi metri
da lei. Procedette in maniera rigorosa, secondo quanto le era stato
insegnato
ai corsi di tirocinio ai tempi dell’Accademia.
Perlustrò la zona entro un
raggio di tre/quattro metri dal corpo.
Non trovò nulla, fuorché sabbia e detriti. Adesso
veniva la parte più
difficile… il corpo.
Era posto a pochi centimetri dal bagnasciuga, con il viso completamente
immerso
nell’acqua fredda e scura, mentre i capelli, portati dalla
corrente ne coprivano
come un cappuccio nero i lineamenti. Indossava un pigiama color carne a
maniche
lunghe coi piedini. Si trovava in posizione riversa, con le braccia
poste lungo
il busto e il faccino rivolto verso il centro del corso
d’acqua. Nonostante
quell’inverno fosse stato molto rigido, non erano state
riscontrate molte
precipitazioni, e quel fiume, dalla medio/piccola portata annuale, non
era in
grado di trascinare un corpo di quel peso, vista la bassa corrente.
Meggy era stata lasciata lì, adagiata delicatamente sulla
sabbia col suo
orsacchiotto ancora tra le braccia.
Rebecca sperava fortemente che John si stesse sbagliando. Un vampiro
fuori
controllo, assetato di sangue, sadico e perverso persino contro una
bambina di
soli sei anni, avrebbe sicuramente lasciato dietro di sé una
scia di morte
atroce.
Tuttavia, i suoi dubbi furono risolti dall’espressione
turbata sul volto di
John, tornato silenziosamente e senza nulla da riferire.
“Riesci a sentire il suo odore?” Gli chiese, senza
alcuna speranza.
“No, e per di più non ha lasciato orme dietro di
sé. Solo l’autopsia ci darà
conferma delle nostre supposizioni.” Disse soffermando per
poco più di un
istante lo sguardo sul corpicino.
“Credo sia il caso di avvertire la famiglia. Tra poco
sarà l’alba e io non sono
abbastanza forte da sopportare la luce. Lascio a te le questioni
burocratiche…”
“Come sempre del resto.” Disse Rebecca sarcastica.
John le rivolse una sguardo
mellifluo prima di continuare.
“Mi farò vivo io, tu nel frattempo sta fuori dai
guai.” Così dicendo si dileguò
velocemente.
To be continued..
Bene
ragazzi, questo è il primo capitolo. I personaggi principali
sono apparsi,
magari più avabnti vedremo qualche altra cosa.^^
Passiamo
ai ringraziamenti:
ireat:
grazie
per aver letto e recensito la
storia. Mi rendo conto che è un bell’impegno e ti
ringrazio molto. Come vedi ho
deciso di pubblicarla a capitoli, così da rendere la lettura
meno pesante. Sono
contenta che John ti sia piaciuto, in effetti è un
personaggio che io stessa
apprezzo molto. Per quanto riguarda la caratterizzazione dei vampiri
sono
contenta che anche tu come me sia uno spirito tradizionalista.^^
Allo
stesso modo mi fa piacere che lo stile, l’attinenza al genere
dei polizieschi siano
di tuo gusto. Grazie infinite.^^
Grazie
a
Aya88,
Ghen
e
Psyko
Nekochan
per aver messo
la storia tra i preferiti e a Midnight
Poison
per aver messo
la storia tra le seguite.
Infine
ringrazio tutti coloro che hanno letto.
Spero
che vi sia piaciuta a presto^^