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Autore: Il corsaro nero    23/05/2017    3 recensioni
C'è una persona dopo Goku, che Vegeta odia con tutto se stesso: si tratta di Yamcha, l'ex fidanzato di Bulma. Ma cosa succederebbe se, a causa di un problema, la donna invitasse l'uomo a stare a casa loro per un'intera settimana? E se, durante questa permanenza, Vegeta restasse bloccato in ascensore assieme a Yamcha?
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Vegeta, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2: BLOCCATI!


I successivi quattro giorni di convivenza furono, per Yamcha, un vero inferno!

Per Vegeta, infatti, ogni occasione era buona per prenderlo in giro e umiliarlo!

Fortunatamente, gli altri membri della casa sembravano averlo preso in simpatia.

La signora Brief lo viziava come pochi, Trunks lo considerava come il fratello maggiore che non aveva mai avuto e perciò lo invitava spesso a giocare ai videogames assieme a Pilaf, Mai e Shu, e Bulma non solo gli rivolgeva sempre qualche parola gentile ma lo difendeva quando Vegeta lo tormentava, ovvero sempre.

Anche l'ultima arrivata della famiglia, ossia la piccola Bra, sembrava adorarlo, in quando smetteva di piangere quando lo vedeva, ma Yamcha aveva un po' di paura di ciò.

Infatti, prima del suo arrivo, l'unica persona, in tutto lo stabile, con cui Bra smetteva di piangere era suo padre, Vegeta.

Al principe dei sayan non piaceva per niente questa nuova preferenza della figlia.

Bra era la sua principessa e il solo pensiero di doverla condividere con qualcuno che non fosse un membro della sua famiglia lo mandava su tutte le furie.

Se, poi, quel qualcuno era l'ex di sua moglie, apriti cielo!

Non aveva nessuna intenzione di condividere con quello pure la figlia.

Inoltre, l'uomo cercava sempre di dormire il più lontano possibile dal sayan e di svegliarsi per primo.

Non voleva, assolutamente, ripetere l'allucinante risveglio del primo giorno.

Quel mattino, infatti, il primo a svegliarsi era stato proprio Vegeta.

Si era girato sul lato del letto, sperando di vedere il dolce viso della sua Bulma addormentato, e si era ritrovato davanti, il viso sfregiato da varie cicatrici di Yamcha.

Sfortunatamente per Yamcha, Vegeta si era completamente dimenticato che doveva condividere la stanza con lui.

CHE DIAMINE CI FAI IN CAMERA MIA, TERRESTRE?!!?!” aveva urlato, adirato, il sayan.

I poveri Yamcha e Puar avevano fatto un salto in aria per lo spavento.

Quando il terrestre aveva capito il motivo della furia di Vegeta, aveva tentato di spiegargli: “Vegeta, calmati... ti posso spiegare...”

Ma il principe dei sayan non l'aveva lasciato proseguire: “VOLEVI RIPROVARCI CON BULMA, EH?! MA ADESSO TE LA FACCIO VEDERE IO!!!” e gli aveva lanciato un ki blast che aveva colpito una sedia, polverizzandola all'istante.

Yamcha, presto, fuggiamo!!” aveva urlato Puar, sfrecciando verso la porta, seguito a ruota dall'uomo.

Era come quando lui e Puar avevano assistito alla prima trasformazione di Goku in scimmione ma, in quel caso, c'era una differenza sostanziale: non solo Vegeta era in versione umana, ma, cosa davvero preoccupante e spaventosa, era perfettamente padrone di sé stesso.

I due, terrorizzati, erano usciti dalla stanza e per poco non si scontrarono con Bulma, con ancora la vestaglia addosso.

Si può sapere che state combinando?! Vi si sente per tutta la casa! Se proprio dovete allenarvi fatelo nella Gravity room!” aveva protestato la donna.

Appena l'ebbe vista, Vegeta si era calmato all'improvviso.

Aspetta, Bulma. Sistemo quel maniaco pervertito del tuo ex e poi mi calmo.” le aveva detto.

Sentendo quelle parole, Bulma l'aveva fissato allibita.

Ma cosa dici?” gli aveva domandò incredula e Yamcha le aveva spiegato: “Si è dimenticato che dobbiamo condividere la stanza...”

Sentendo le parole di Yamcha, Vegeta si era ricordato, all'istante, tutto quello che era successo il giorno prima: l'arrivo di Yamcha, la distruzione della stanza del terrestre, la punizione di Bulma...

Il sayan stette zitto un attimo e poi aveva detto: “Ah sì, è vero... ora ricordo...”

Per cinque minuti, i quattro presenti erano stati i completo silenzio ma che venne interrotto da Yamcha quando chiese: “Bulma, ti prego, anzi, ti scongiuro... io e Puar possiamo andarcene in albergo?”

Da allora erano passati quattro giorni.

Yamcha non riusciva ad addormentarsi al pensiero di perdere la vita il mattino seguente a causa dell'irascibile padrone di casa.

Fortunatamente, era giovedì.

Ancora tre giorni di tortura, poi sarebbe stato libero... sempre se Vegeta non l'avesse ammazzato prima.

Così quel giovedì pomeriggio, Yamcha si diresse tranquillamente in direzione dell'ascensore.

Doveva andare nella cucina al secondo piano per prendere un bicchiere d'acqua.

Aveva già aperto l'ascensore, quando una voce alle sue spalle lo bloccò: “Fammi salire.”

Era la voce di Vegeta.

Yamcha lo fece passare.

Era meglio non farlo infuriare, in fondo, era stato un mercenario.

Stava per scendere, quando una presa molto forte gli strinse il braccio e la voce di Vegeta si sentì nuovamente: “Dove credi di andare? Tu resti qui!” “E perché scusa? Ci sono altri ascensori...” “Poche storie, terrestre. Vuoi che ti prenda a pugni?”

Yamcha capì che era meglio arrendersi e così tornò nell'ascensore.

Quinto piano.” disse Vegeta appoggiandosi alla parete dell'ascensore a braccia consone.

Ma mi ha preso per un portiere? Si domandò, scandalizzato, Yamcha ma non disse niente in quanto non voleva trovarsi un'altra cicatrice sulla faccia.

L'ascensore cominciò lentamente a salire.

Ad un tratto, quando avevano già superato il terzo piano, l'ascensore si fermò all'improvviso.

E adesso che succede?” domandò, seccato, Vegeta e Yamcha rispose, cliccando senza sosta il tasto che avrebbe portato al quinto piano: “Non ne ho idea...”

Dopo un po', Yamcha smise di toccare il tasto e dichiarò: “Temo che devo premere il tasto dell'allarme. Credo che si sia bloccato.”

Il terrestre cliccò, quindi, il tasto giallo con disegnato una campana.

Un minuto dopo, si sentì la voce di Bulma: “Che succede?” “Bulma, sono Yamcha. L'ascensore si è fermato e, quindi, sono bloccato qui dentro con Vegeta. Puoi farlo ripartire, per favore?” le raccontò Yamcha e la scienziata rispose: “Controllo subito, non muovetevi.” “E chi si muove?” commentò, sarcastico, Vegeta.

Dieci minuti dopo, si sentì la voce della turchina: “Ragazzi, temo che dovrò lavorare un bel po'. Pare che gli ingranaggi dell'ascensore siano parecchio arrugginiti. Mi sa che dovrete restare bloccati un po'...” “Quanto?” domandò, nervoso, Vegeta.

Non gli piaceva affatto quella situazione...

Abbastanza... ma se vuoi chiamo Goku e col teletrasporto...” “PIUTTOSTO RESTO BLOCCATO IN ASCENSORE A VITA!!!” la bloccò, scandalizzato, il sayan.

Non aveva nessuna intenzione di venir salvato da Kaarot.

Tutto, ma non quello.

Yamcha chiese, timidamente, a Bulma: “Puoi chiamare Goku e dirgli di salvare solo me?” “COSI' QUELL'IDIOTA SA CHE SONO BLOCCATO IN ASCENSORE?!” gli urlò Vegeta.

Bulma, sospirò.

Quando si parlava di Goku, Vegeta diventava, se era possibile, ancora più irascibile.

Era più forte di lui.

La donna si stiracchiò un attimo sulla poltrona e poi disse, nel microfono attraverso cui poteva parlare coi due malcapitati: “Sentite... farò del mio meglio per tirarvi fuori da lì il più in fretta possibile, ma mi raccomando, non fate porcherie all'interno dell'ascensore. Se fate le vostre cose lì dentro, le ripulite voi, chiaro?”

I due uomini, annuirono.

Era meglio non scherzare con Bulma.

La scienziata stava per spegnere il microfono che la collegava all'ascensore guasto, mettendo così fine alla conversazione, quando un pensiero le attraversò la testa.

Si avvicinò al microfono e disse: “Ah, un'ultima cosa: Vegeta voglio che quando l'ascensore sia di nuovo in funzione, Yamcha sia ancora vivo. Niente ossa fuori posto, lividi o ferite, altrimenti non usi più la Gravity room per un anno intero! Sono stata abbastanza chiara?” “Trasparente.” sibilò, seccato il marito.

Qualcosa gli diceva già che sarebbe stata una permanenza forzata molto difficile...

   
 
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