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Autore: Domenico_12    30/05/2017    1 recensioni
Caleb Laxalt è un adolescente come molti altri, vive a Garaway, una ridente cittadina nello stato del Maine degli Stati Uniti d'America. conduce una vita come quella di un qualsiasi ragazzo americano. È all'ultimo anno della High Frank Highler School, non è un alunno eccellente ma si distingue come musicista dei vari corpi musicali della città. Nel corso degli anni ha instaurato un rapporto profondo con i suoi più cari amici: Andrew, Matthew, Kaelee e Samantha. Dietro una maschera fredda e distaccata, a tratti apatica, si nasconde la particolare personalità di un ragazzo forte, coraggioso e altruista. 
Insomma, si direbbe che la vita di Caleb non ha niente per cui valga la pena di essere raccontata. Eppure la scomparsa improvvisa di un caro innesca nella vita del giovane una spirale di avvenimenti destinati a cambiarne per sempre l'esistenza. 
Un mix di colpi di scena, ricerche, scoperte, tradimenti, bugie, avventura e pericoli di diverso genere saranno alla base della trama della sua nuova vita, che avrà inizio con la scoperta di un misterioso libro. 
Non resta altro che scoprire la serie di eventi che, nel primo episodio della serie "Weiers", cambierà la vita del ragazzo.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTO I

Preludio.

Londra.

Erano le sei e trenta del pomeriggio quando la polizia entrò in un monolocale nel centro cittadino. Giravano delle voci su chi fosse colui che vi ci abitava. Le persone lo definivano come un vecchio psicopatico, morbosamente legato ai suoi manoscritti. Portava su gli occhiali, abbondante stempiatura e lunghi capelli neri ai lati della testa. Alcuni vociferavano che avesse poco più di sessant'anni ma nessuno aveva alcun dato certo.

Nessuno sapeva neanche il suo nome. Il citofono segnava il cognome del vecchio inquilino. Solo il portiere del palazzo poteva vantare una discussione con lui. Beh, l'uomo gli aveva semplicemente detto di far finta che non esistesse, non avrebbe disturbato e non avrebbe mai ricevuto posta.

Il portiere potrebbe giurare di non averlo più visto dal giorno del suo arrivo, un curioso dato di fatto. Eppure aveva avuto ragione quell'uomo, era come se in quel palazzo non esistesse, non si era più fatto notare fino a quel giorno.

La polizia entrò in gran numero quella sera, il portiere si trovò leggermente scosso nel vedere tanti uomini in uniforme, non gli era mai successo, mai nessun poliziotto era entrato in quel palazzo vicino al centro della città - fatta eccezione per quella volta che la signora Richardson - ottant'enne -, venne chiusa in balcone dal pronipote di sette anni, ma quella volta c'era solo un poliziotto e una manciata di pompieri che si trovarono costretti a sfondare la porta dell'appartamento.

I poliziotti chiesero al portiere il modo più veloce per raggiungere il settimo piano.

"L'ascensore è sotto manutenzione - bugia bella e buona, non funzionava da mesi - quindi potete raggiungerlo solo tramite quella rampa di scale" disse, quasi intimorito, indicando le scale bianche che permettevano di raggiungere i piani superiori. Il tempo fuori andava peggiorando, le nuvole diventavano sempre più minacciose.

I poliziotti salirono velocemente e il portiere, senza invito, li seguì. Il baccano degli stivali aveva attirato l'attenzione degli inquilini che cominciarono a riversarsi nei corridoi, incuriositi più che spaventati.

Raggiunsero il settimo piano e si fiondarono direttamente verso la porta dell'uomo misterioso, sapevano benissimo dove andare. Il primo degli agenti bussò tre volte, pronunciando Polizia dopo i tre colpi. Prassi che venne eseguita per altre tre volte, poco dopo decisero di sfondare la porta. Un poliziotto sfoderò la pistola tra gli ululati di paura delle persone, pronto a far saltare la serratura. Il più alto in grado, senza divisa, si avvicinò all'agente facendogli abbassare la pistola. La moquette rossa assorbiva il rumore degli stivali che ancora risuonava per le scale.

"E' aperta" disse il comandante sospirando. Aprì così la porta delicatamente, gli agenti entrarono con le pistole pronte a colpire in caso di necessità. L'ingresso dell'abitazione era spoglio, pieno di giornali di parecchi mesi prima. Tutte le tapparelle erano abbassate, la luce che riusciva a filtrare era davvero poca. Ci fu la necessità di aprire una torcia affinché si accorgessero che, poco più avanti, c'era la sagoma di un uomo seduto su una sedia con la testa appoggiata sul tavolo. Gli si avvicinarono lentamente, ma non dava alcun segno di vita, il comandante ordinò di aprire le finestre. Vedendo l'uomo senza vita il portiere emise un gemito di paura. La casa era disordinata, i colori cupi e spenti, libri e fogli di carta dappertutto, anche sul pavimento. Un agente afferrò un pezzo di carta, scritto a mano e lo porse al comandante, egli iniziò a leggerlo nella sua mente.

"Ebbene sì, incredibile. Non riesco più a guardare fuori,

ho paura di quello che si possa rivelare ai miei occhi.

Quelle ombre stanno tornando, vive

come in quel giorno che sembra così lontano.

Non c'è più un filo di umanità, quindi credo che sia la

giusta presa di posizione.

Tu sei l'unico che possa trovare una soluzione

e che possa evitare l'ineluttabile.

Abbandono questo mondo perché non me ne

sento più parte.

Siamo fiammiferi all'interno dell'Inferno. Siamo anime

alla ricerca di salvezza.

Siamo lacrime su un oceano di lava.

Riesci dove io ho fallito.

H.A.B.".

"Era solo un maniaco suicida" commentò amaro il comandante.

 

Soundtrack Capitolo 1:
Beethoven - Secondo Movimento della Settima Sinfonia

Capitolo 1 - Garaway.

Garaway è una graziosa e piccola cittadina nel nord est degli Stati Uniti D'America. In linea con la media territoriale, la popolazione non è eccessivamente numerosa, il clima - rigido in inverno e mite in estate - assieme alla conformazione del territorio rendono la cittadina alquanto particolare. Lontano dalla costa, il centro storico si sviluppa perlopiù in piccole stradine caratterizzate dalla pavimentazione in pietra lavica dove, ai lati delle strade, sono presenti le particolari costruzioni in mattoni dal colore rossastro. Gli edifici risalgono al periodo settecentesco e hanno contribuito alla nomina del borgo Garaway, come il borgo più bello dell'America settentrionale negli anni 1980, 1986, 1998, 1999, 2002. Questo ha comportato che il restauro degli edifici non potesse essere troppo invasivo quindi, a parte qualche piccola bottega, qualche libreria e qualche negozietto secolare, le attività commerciali si concentrano nella periferia della città.

In periferia il concetto cambia, le strade diventano asfaltate e molto più ampie, le abitazioni assumono l'aspetto di villette monofamiliari suddivise dai vari cortiletti. L'atmosfera cambia, il rosso e il grigio - caratteristici del centro - lasciano spazio a un nero, bianco e verde più moderno e dinamico. I parchi verdi in periferia sono numerosi e molto grandi, in centro sono meno numerosi e un po' più piccoli. Nella periferia di Garaway sono presenti tre centri commerciali molto grandi e qualche negozio sparso nella zona commerciale tra un ufficio e un altro. La città nel suo complesso non è molto grande ma è molto bella, il contrasto tra centro e periferia non fa che aumentare la sua unicità. Scorrono parecchi fiumi e ruscelli lungo il territorio di Garaway e, una volta al mese nel Queen's Park, vengono organizzate gare di pesca amatoriale. In città sono numerosissime le attività che cercano di coinvolgere i ragazzi della High Frank Highler School e della scuola primaria, questo perché le autorità tentano di puntare sui ragazzi per evitare una fuga di cervelli. In estate la città si popola di turisti, attirati dalla peculiarità della città, dal clima mite e dalle leggende della città.

Sulla città circolano numerose leggende, più o meno assurde, ma quella più intrigante è quella che riguarda il suo fondatore. Si racconta che egli fosse un magnate dell'oro e che avesse cercato di cacciare le tribù native di quel luogo che, al tempo, aveva un clima troppo ostile. Le tribù misero in guardia l'uomo (in qualche modo), le caverne erano - a detta loro - maledette. L'uomo non volle sentir ragione e cominciò a scavare, nel giro di qualche settimana lui e tutti i suoi uomini scomparvero all'interno delle miniere. Si racconta che i suoi uomini abbiano immediatamente trovato la pace mentre lui, il magnate, vaghi ancora per la città alla ricerca della salvezza, condannato ai soprusi delle anime delle popolazioni native che sarebbero state pronte a inveire contro chiunque fosse andato ad abitare in quella città. I racconti, durante gli inizi dell'ottocento, incutevano parecchia paura tra gli stessi abitanti della città così che tutte le miniere vennero fatte esplodere con la consapevolezza che gli spiriti avrebbero lasciato la città. A parte qualche reperto architettonico o artistico, vicino al punto in cui in origine si trovavano le entrate, delle miniere non è rimasto più nulla. A meno che qualcuno non avesse deciso di ricominciare a scavare ma, facendo parte della storia e della cultura della città, quei luoghi non potevano essere profanati.

Le storie sugli eventi soprannaturali si fermano agli inizi del novecento, racconti - secondo alcuni - inventati per sviluppare l'economia della città. Senza dubbio chi ha avuto la trovata di inventare tali racconti è riuscito nel suo intento.

La Garaway del 2015 seppur piccola e con relativamente pochi abitanti è molto ricca.

Settembre del 2015, le lezioni sono appena ricominciate alla Frank Highler, i turisti stanno lentamente lasciando la città per tornare a casa, ogni settimana la temperatura è sempre più fresca e il cielo comincia a disegnare sempre più nuvole, sempre più scure. E la storia - per Garaway - è un po' come il tempo, sta cambiando...

______________________

Angolo Autore:
Buonasera a tutti. Ho deciso di unire il preludio del primo atto con il primo capitolo che introduce la città dove si svolgerà la nostra storia, data la loro brevità. So che i capitoli possono risultare molto brevi ma, considerando che si tratta ancora delle introduzioni e volendo schematizzare bene questa primissima parte, non avrei voluto correre il rischio di diventare logorroico. Come nel prologo, commenti e critiche sono ben accetti. See you soon.
#TillTheEnd

   
 
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