Quarto capitolo - Bella
Sono in una casa non mia, in una camera
non mia, seduta su una poltrona non mia.
Da sola.
Edward è il nipote
di Charlie. E’ il figlio di sua sorella.
Charlie non mi aveva mai
raccontato questa… storia. Mi aveva
detto che aveva chiesto al vampiro che lo salvò a cercare sua moglie, ma
non mi aveva mai detto di avere qualcun altro.
Qualcun altro come quattro fratelli e una sorella. Susan per l’appunto, la mamma di Edward.
Charlie era stato
trasformato nel 1914, mentre Edward quattro anni dopo. La stessa persona salvò entrambi, senza sapere che prima o poi gli
avrebbe fatti riunire.
Dopo l’esordio
così avvincente di Edward, abbiamo deciso tutti quanti di lasciare un
po’ di spazio sia a lui che a Charlie, e quindi
di dileguarci. Sono rimasta per un po’ con Alice, ma la vicinanza con
Jasper iniziava ad inquietarmi sempre di più,
quindi le ho chiesto sfacciatamente se potevo fare un giro per la casa. Lei ha
annuito felice, e mi ha detto che avrebbe portato Jazz a fare una passeggiata.
Le passeggiate per i vampiri equivalgono alla caccia, questo l’ho imparato anni fa.
Ora sono in una camera
illuminata di bianco, piena zeppa di libri e CD. La
grande vetrata che c’è davanti a me affaccia sulla foresta, e mi
trasporta quasi in un mondo magico.
Charlie e Edward stanno
chiacchierando da un po’, così decido di alzarmi ed inizio a guardare qualche testo sulla libreria.
Amleto.
Romeo e Giulietta.
Enrico V.
Non so di chi sia questa
camera, ma deve di certo piacergli Shakespeare.
Guardo invece la lista
infinita di CD impilati su una mensola, e vedo
perlopiù musica classica. Accendo lo stereo, e una melodia invade lo
spazio.
So di conoscerla, ma non
riesco a ricordami cosa sia.
“E’ Debussy.” Il CD che ho in
mano cade a terra, rompendo la plastica.
“Cazzo! Scusa, scusa! Te
lo ricompro!” Lo prendo e lo rigiro tra le mie mani, e sì,
l’ho proprio rotto.
“Non fa
niente.” Si avvicina a me, togliendomelo dalle mani. “Quindi… Bella.”
Dice, allungandomi la mano. E per la prima volta, stringo la mano di un Cullen che non è coperta da un guanto.
“Edward.” Si
presenta.
E’… strano, perché è
come se lo conoscessi da sempre.
L’ho guardato a
lungo, durante l’ora di Biologia. L’ho cercato nei giorni
successivi, senza trovarlo. Ed ora è qui,
proprio davanti a me. La sua mano ancora stretta nella mia.
“Quindi… saresti mio cugino?”
Brava, Bella. Bravissima.
Ma la risata che scoppia dalle labbra
di Edward mi ripaga dall’enorme figura di merda fatta. Continua a ridere,
e se potesse si terrebbe lo stomaco con le mani per i
crampi.
“Diciamo.”
Sorrido anche io, stavolta.
“Claire de
Lune.” Dico, dopo qualche istante di silenzio. Dopo che ha nominato Debussy, mi è venuto in mente il nome della melodia.
“La conosci?”
E’ incuriosito.
“Sì. Charlie… la suona spesso. In
effetti, quando ero piccola me la suonava sempre, per
farmi addormentare.” Edward annuisce, assorto nei suoi pensieri.
“Era
la preferita di mia madre. La suonava sempre.”
Ed ora capisco.
Capisco perché è la melodia preferita di Charlie, e perché
era già dentro lo stereo di Edward.
“E’…
bella.”
“Tu sei bella.” Sgarro
gli occhi.
“Come?”
“Io…
niente.” Dice Edward. “Fra tutte le stanze, hai trovato proprio la
mia.” Cambia discorso, e riesce a farmi dimenticare per un po’
quello che ha appena detto.
O che ho sognato di sentire.
“Oh,
scusa! Non lo
sapevo. Me ne vado subito.” Mi avvio verso la porta, ma la sua mano
fredda si posa sul mio braccio.
“Non devi.”
La sua voce è calma e dolce. “Puoi restare.
Sempre se vuoi.”
Lo voglio?
Lo voglio.
“E quindi…
sei il nipote di Charlie.”
“Come fai?”
Parliamo insieme, e ci interrompiamo nello stesso istante.
“Prima tu.”
Dice Edward, indicandomi.
“No,
no, scusa. Dì pure.”
“Bella, sono un uomo vecchio stampo. Le signore prima.” E non
ha tutti i torti.
“Dicevo…
quindi sei il nipote di Charlie.” Deglutisco, senza chiedere altro. E non
ce ne è bisogno, perché è Edward
che parla.
“Sì. Ho dei ricordi vaghi, ma quando
Alice ha avuto la visione di un vampiro che viveva insieme ad
un’umana… ecco io…”
“Tu?”
“Sono
dovuto andare a controllare. Anche se già avevo visto.”
“Io… non ti
seguo.”
Edward sorride, un
sorriso amaro però.
“Lo sai che Alice
vede il futuro, vero?” Annuisco, e lui continua. “In
questa casa io, Alice e Jasper abbiamo dei… poteri, se così vogliamo chiamarli. Jazz può
controllare le emozioni delle persone. Alice, vede il
futuro. E io… leggo nel pensiero.” Sento
il sangue affluirmi nelle guance in un modo scandaloso.
“Cosa?”
“Stai
tranquilla, Bella.
La tua mente, è l’unica che non posso leggere.”
Sospiro, e Edward arcua le sopracciglia.
Cosa mi nascondi, Bella Swan? So che è quello che sta pensando lui in questo momento.
“Dopo il primo
giorno di scuola, Alice ti ha vista. Ti ha vista insieme ad un vampiro. Vivevi con lui, mangiavi con
lui… lo chiamavi papà.”
L’espressione di Edward è quasi disgustata. “Pensavo… pensavamo…
che ti tenesse prigioniera.” Rido, e di gusto. Perché pensare che
Charlie – mio padre – mi
tiene prigioniera, è un’assurdità. “Ma
non riuscivo a vedere lui. Il vampiro. Le visioni di Alice erano
sfocate, e non sempre sono esatte” Continua
Edward. “Quindi, quella stessa sera sono venuto
a casa vostra.”
“Come?”
Chiedo, quasi indignata.
“Ed
ho visto Charlie.
E i ricordi sono riaffiorati nella mia testa. Sai… quando ti trasformi non porti tutto dietro. Alcune cose le dimentichi,
altre no. Il dolore è lancinante, e la sete ancora di più. Quella
diventa la tua nuova vita, e la vecchia non esiste più.” So che quello che dice è vero. Charlie mi ha
parlato molte volte del dolore e della sete. Non so se lo abbia fatto per
mettermi paura e non farmi mai venire in mente
l’idea di essere trasformata, o per raccontarmi soltanto quello che ha
provato.
“Charlie
era… come lo ricordavo. Mio zio. Lo
vedevo sempre, all’epoca. Vivevamo tutti insieme,
in una residenza in campagna. La mia famiglia, quella di Charlie, i nonni. Non
potevo credere che lui fosse qui, e che fosse un vampiro. Proprio come
me.”
“Il destino.”
“Il destino a volte
riserva degli scherzi incredibili.” Dice Edward, sedendosi accanto a me.
“Cosa
volevi chiedermi?” Domando stavolta io.
“Come fai a…
nascondere i tuoi pensieri?”
Non lo so.
Non lo so perché
non è una domanda che ti fanno in molti, oggigiorno.
“Forse
c’entra… questa?”
Tiro su la manica della maglia, e vedo Edward spostarsi di qualche centimetro.
Devi ricordarti che sono dei vampiri assetati di sangue,
stupida Bella!
Ma Edward si alza di scatto, per poi
stringere tra la sua mano il mio polso.
Un semplice gesto, e
potrebbe spezzarlo.
“Come…?”
“E’ successo
due anni fa.” Spiego. “Ero con Charlie, nella
radura. E d’improvviso, sono arrivati tre vampiri. James, Victoria
e Laurent. Non abbiamo mai più visto gli
ultimi due, ma James…”
“James?”
Incalza Edward, e noto che i suoi occhi non sono più dorati,
ma neri.
“James
voleva andare a caccia. Diciamo che voleva fare di me… il suo spuntino. Mi ha cercata a lungo e
largo, finché è riuscito a far dividere me e Charlie. E mi ha morsa.” Dico, mentre nella mia mente riaffiorano quei
ricordi. “Charlie è arrivato in tempo, ed è stato abbastanza
bravo da togliermi il veleno dal corpo, senza uccidermi.” Edward sembra
sbalordito.
“E…?”
“Sai che anche
Charlie ha dei… superpoteri?”
Lui annuisce.
“Ecco, da quando
James mi ha morsa… non riesce più ad
usarli su di me. Ci ha provato, ma non c’è più riuscito.
Non so cosa sia successo, dopo il morso di James.”
“Dov’è
James?” Quasi sento un ringhio provenire dal petto di Edward.
“E’
morto. Charlie l’ha ucciso.”
“Davanti a
te?”
“Edward,
siete dei vampiri.
Vivo con un vampiro da diciassette anni. Se quella è la tua domanda, no:
non mi ha fatto senso vedere mio padre smembrare un vampiro e lanciarlo nel
fuoco.” Si passa una mano tra i capelli, quasi
esasperato.
“Sembra tutto
così normale.”
“E’
normale.”
“No,
Bella. Non
è assolutamente normale. Se tu raccontassi queste cose in giro… ti rinchiuderebbero.”
“Sai quante volte
ho pensato di farlo?” Domando, con gli occhi sottili come lame. “Mai.” Dico infine. “Charlie mi ha salvato la vita, e non solo una volta. Non andrò mai da nessuno, nessuno!”
“Lo avresti
già fatto, sennò.” Annuisco, e vedo Edward fare lentamente
avanti e indietro per la sua camera.
“Posso chiederti
un’altra cosa?” Non risponde, e allora lo faccio.
“Perché sei scappato?”
“Come?”
“Il
primo giorno di scuola. Ho capito che eravate vegetariani, ma tu… tu sei scappato. Non mi hai rivolto la parola, e te ne sei andato
alla velocità della luce.” E alla stessa
velocità della luce, ora il suo viso è a qualche centimetro dal
mio.
“Vuoi davvero
saperlo?” Annuisco impercettibilmente, ma so che
lui l’ha notato. Non riesco a staccare gli occhi dai suoi, e il suo
profumo arriva dritto alle mie narici.
“Perché…”
Si avvicina ancora di più, posando delicatamente il naso sul mio collo.
Proprio lì, dove batte prepotentemente la vena. “Sei così
dolce, Bella.” Sento che digrigna i denti in modo feroce, e lo fa per non
stringerli da un’altra parte.
“Ti avrei uccisa.” Sussurra. “Lì,
davanti a trenta persone. Non ho pensato a nient’altro, per tutta
l’ora. Volevo soltanto far fuori tutti gli studenti, senza nemmeno
dissetarmi con il loro sangue. Volevo lasciarti per ultima, e berne ogni
goccia. Volevo te.”
“Cos’è
successo?” Dico, a fior di labbra.
“E’
successo” posa un bacio sul mio collo, e poi si stacca e torna a
guardarmi. I suoi occhi sono interamente neri. “Ho
pensato alla mia famiglia, questo è successo. Non potevo dare un
dispiacere così grande a Carlisle e Esme. Non mi nutro… di
sangue umano da decenni, ormai. Non potevo deluderli, e deludere me stesso dopo
tutti questi anni.”
“Ma
volevi. Ora sei
qui, solo. Potresti farlo.”
“Dopo ne
morirei.” Sorrido, mentre il mio naso sfiora il suo.
“Charlie ti
ucciderà?”
“No. Solo…” sembra cercare le
parole giuste. “Non riuscirei più a
vivere. Io…”
“Cosa?”
Allungo il collo. Basterebbe un centimetro in più e toccherei le mie
labbra con le sue.
“Sei la mia
Cantante, Bella.”
“Che
significa?” Mi stringe una mano sulla nuca, appoggiando la sua fronte
contro la mai.
“Significa che non
ti libererai facilmente di me.”
E in un secondo, è lontano da me.