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Autore: helly    06/06/2017    1 recensioni
E infatti, per un motivo o per un altro si torna sempre a casa. Spesso le ragioni non ci sono ben chiare, ma sentiamo il bisogno di farlo e magari nemmeno ci interroghiamo sui perché…semplicemente attendiamo che le cose accadano, forse non siamo pronti ad assumerci le responsabilità di ciò che scopriremmo se solo scavassimo un po’ più a fondo in noi stessi.
Genere: Mistero, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Triangolo
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Chapter One

Start.


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Giada

I pomeriggi di primavera avevano sempre avuto il potere di farmi sorridere. Sorridere era qualcosa di normale per me; con spensieratezza avevo sempre cercato di affrontare tutte le cose della vita belle o brutte che fossero, con immensa positività... e da qualche mese a questa parte lo sforzo enorme che avevo fatto di abbadonare la mia città e i miei amici sembrava stesse dando i suoi frutti. Finalmente stavo vivendo un'amore, quell'amore che riusciva a donarmi tutte le emozioni che bisognerebbe provare con una sola persona, e che fino ad allora mio malgrado non ero mai riuscita a sentire seppur ne avessi tanta voglia. Riccardo era il perfetto gentleman, un manager di successo in una famosa compagnia americana, benestane, anche abbastaza dolce e premuroso aggiungerei, ah...e bello, si, molto bello, nella sua acconciatura sbarazzina la barba sempre in linea, la pelle ambrata che riscaldava il colore nocciola dei suoi occhi e quel corpo definito da uomo moderno; Riccardo era stato il mio sogno fin da ragazzina, ed oggi nonostante fosse mio zio di soli otto anni più grande, grazie a lui mi sembrava di vivere un sogno. Ma come tutti i sogni prima o poi tocca svegliarsi, e il mio risveglio non era stato certo dei migliori.
Calcolando il mio trasferimento a casa sua, a Solda, circa sette mesi fa...direi che i primi quattro di questi erano trascorsi nel migliore dei modi, giornate in esplorazione delle montagne vicine, cene in chalet romantici, paesaggi suggestivi, coccole. Facevamo l'amore almeno due volte al giorno, i nostri inizi e fine giornata erano indimenticabili, li ricordo ancora con tanto entusiasmo poiché non si rinnega ciò che ci ha fatto stare bene.
I successivi mesi, quelli in cui iniziavo a sentire quei posti un po' più miei, il lavoro di Riccardo aveva subito dei mutamenti in vista dell'uscita sul mercato di un prodotto di nuova tecnologia; lui era costantemente sotto assedio della società e i suoi viaggi eranno diventati sempre più repentini e sempre più lunghi, e a me non toccava altro che passare le giornate con la sua governannte Maddalena.
La donna, riguardante la casa, la buona educazione e tutto ciò di concerne ai livelli oltreumani di perfezione era un'esperta, ma in tema di amicizia aveva lacune incolmabili. Aveva infatti trasformato le sue giornate con me nell'ossessivo e asfissiante tentativo di trasformarmi nella donna perfetta d'alta società. Mi aveva iscritto a corsi di cucina tirolesi, trasformato il mio armadio in quello di una sessant'enne in auge, fatto affari segreti con il parrucchiere per schiarimi sempre più i capelli poiché "il biondo è di classe" e come se non bastasse seguivo un regime alimentare composto in modo da riuscire a mantenere la taglia 40; eh sì, come se non bastasse avevo anche perso una taglia lontana dalla mia Napoli.
E a questo punto se qualcuno si stesse domandando del mio lavoro, e sarebbe anche comprensibile... o perché non ne stessi cercando uno, vi dirò, tutte le proposte ricevute erano state accantonate in un cassetto dalla stessa cara Maddi, ed io onestamente avrei desiderato soltanto tornare a casa. Così l'ho fatto, un giorno.

Maddalena mi aveva portato all'esasperazione. Ero arrivata ai livelli di dover fuggire da casa con delle scuse per poter andar in palestra a distrarmi, non avevo bisogno di fare addomiali, ma di parlare, vedere gente, donnne, uomini, ragazzzi, ragazze, cani, gatti...avevo bisogno di evadere! Ma lei come un felino era riuscita a scovarmi e dopo ua figuraccia plateale nella sala dei tapis roulant in cui mi intimava di non esserle riconoscente per tutto quello che stava facendo per me, ho capito che se c'era veramente qualcuno che potesse fare qualcosa quella ero io, e quel qualcosa era andarmene. 
L'ultima sera che avevo trascorso a Solda ero sola in casa, dopo le continue insistenze di Maddalena sia con me che al telefono con Riccardo, ero riuscita a non farla restare a dormire nelle notti che lui avrebbe passato a Los Angeles; ma questa decisione era durata giusto l'ironia di tre giorni. La quarta sera, precisamente alle 3:00 la governante aveva suonato alla mia porta raccontando che dei ladri stavano facendo terra bruciata nelle villette intorno la nostra, e che quindi dormire in due avrebbe reso il tutto più sicuro.
Mi ero quindi seduta al tavolo della cucina, e con una buona camomilla homemade tra le mani provavo a respirare in modo tranquillo cercando di concentrare il mio pensiero sul fatto che fosse preoccupata per me, piuttosto che malignamente supporre che fosse li per controllarmi, dato che la casa era già dotata di un'efficiente sistema di allarme, e lei tra l'altro 90kg per 1,55mt di donna, non so eventualmente quanto avrei potuto ritrovarmela utile in caso di effrazione da terzi. Fatto sta che la calma non la ebbe vinta su di me, e quindi non appena la cara Maddi finì tra le braccia di Morfeo, io finii in aeroporto, al check in per il primo volo per Napoli.
Ah. La mia Napoli! Finalmente respiravo aria di casa, assaporavo la libertà.


A casa avevo ritrovato le solite abitudini, casa, colazione al bar, jeans, abiti aderenti, sorrisi e amicizie. Adele, oltre ad essere la scrittrice della serie tv che mi aveva donato popolarità, era anche la mia vicina acquisita e una delle amiche più care che avessi. Sapeva tutto di me, ogni più intimo dettaglio, ed io in assenza della mia, faticavo spesso a non scambiarla per la mamma che avevo sempre desiderato.
Stavamo trascorrendo un tardo pomeriggio lungo la meravigliosa cornice di posillipo, tra un aperitivo e una chiacchierata.
Di certo anche per lei non era facile superare tutto quello che ci era successo, e anche la sospensione della serie non aiutava emotivamente a distrarsi, ma a volte la vita è strana e mentre pensi che sia tutto in calma piatta, dietro un comune messaggio su whatsapp da un numero straniero, si nasconde un tempesta pronta a trasformarti la vita.

"Giada cos'hai?" Adele mi rincorreva mentre salivo le scale di casa a due a due. Speravo che l'aria nel mio corpo terminasse quanto prima, volevo svenire, morire, non lo so...ma volevo dimenticare quelle scene che mi avevano trafitto il cuore.
Lasciai il telefono sul mobiletto all'entrata "è agghiacciante!" sussurrai con voce spezzata dalle lacrime seppur cercassi di non piangere. "Mi fai preoccupare" Adele prese il telefono e sconvolta la vedevo osservare le scene nel video in cui, l'amore della mia vita, colui per cui avevo rinunciato a tutto...mi stava tradendo con una bionda, forse americana.
Fù in quel momento che nel mio ultimo sospiro, raccolsi le forze, le lacrime e i sogni...e decisi di fare l'unica cosa che potevo fare.

Come se fosse tutto passato andai in bagno, mi guardai a lungo allo specchio occhi nei miei stessi; ma prima di fare ciò che era più giusto per me, dovevo fare anche ciò che era più giusto per loro.

Presi il cellulare e velocemente cancellai tutto ciò che c'era in memoria. Il mio iphone era tornato vergine, o quasi...


"Giada!! C'è Ciro che ti sta aspettando giù..." Adele bussava insistentemente alla porta ma niente dava cenno che stesse per aprirsi.
"Giada! Giada!" 
la donna si affrettò al citofono chiedendo aiuto all'amico "non lo so, magari si è sentita male!"
Ciro diede una spallata alla porta bianca riuscendo senza difficoltà alcuna ad aprirla. La finestra aperta, il bagno immacolato. Non avrebbero trovato nulla di me se non quel piccolo ricordo 5,5 pollici, rose gold che conteneva il mio regalo d'addio per loro.







 
   
 
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